LO SPETTACOLO 6 19 agosto Danza, amore e fantasia il Libano dà spettacolo Questa sera, nell’Arena D3, il teatro-danza della compagnia che mescola ritmi orientali e danza moderna occidentale. Oltre 50 artisti sul palco reciteranno in arabo e in italiano. Prendete la tecnica pura della danza classica, rivestitela con la spontaneità di quella contemporanea e dategli vita con i colori dei balli popolari, del canto e della recitazione. È questa, ma non solo, la ricetta del successo del Caracalla Dance Theatre, che si esibirà questa sera alle ore 21.45 in Arena D3. La varietà degli stili di danza si unisce all’umanità di oltre 50 artisti, musulmani e cristiani che, insieme, formano una delle maggiori compagnie di balletto del mondo mediorientale. A fondarla, nel 1970, è Abdel-Halim Caracalla, di ritorno a Beirut dopo aver studiato danza moderna a New York. Dopo aver visitato il Meeting lo scorso anno, Abdel ha deciso di portare a Rimini il suo ultimo lavoro, “The Villager’s Opera”, come spettacolo inaugurale. Apriranno la serata interventi di saluto di Fadi Abboud, ministro del Turismo libanese e di Abdel Caracalla. La compagnia metterà in scena un tema universale, quello dell’amore tra due giovani divisi dal conflitto delle loro famiglie. Una realtà, quella del conflitto, fin troppo nota in Libano, una terra lacerata da decenni di violenze settarie. Con il suo lavoro, la compagnia fondata dal ballerino libanese testimonia come sia possibile la convivenza tra diversità, che riescono a mescolarsi senza annullarsi. Anzi, l’unione degli stili e delle culture, in questo caso, dà vita a una cifra originale che rende il teatro-danza di Caracalla unico al mondo. «Nessun’altra compagnia mette insieme tecniche di danza e teatro orientali e occidentali, come facciamo noi», dice Abdel Caracalla: «Detto in una parola, la nostra è un’amalgama delle tecni- che». La tecnica della danza moderna occidentale, che Abdel ha imparato dalla madre dello stile moderno Martha Graham, si fonde con la gestualità orientale, con un effetto espressivo del tutto inedito. Anche gli idiomi sono mixati, tanto che, per l’occasione, alcuni dialoghi e alcune canzoni saranno in italiano. Per il resto non temete, i dialoghi in arabo saranno accessibili a tutti grazie alla traduzione che scorrerà a lato del palcoscenico. A fare da sfondo dell’opera di teatro musicale è la piazza del villaggio, luogo d’incontro dove freme la vita e dove si incontrano la vecchia e la nuova generazione. Una lite divide il villaggio in due quartie- ri distinti: mentre l’anziano del villaggio, Cheikh Finianos, si impegna per risolvere tutti i conflitti, il cittadino Sitt Handoume, nella sua sete di potere, nutre la speranza di far sposare la figlia Leila a Faldo, il figlio ingenuo ma ricco di Bou Faldo, un borghese che continua a illudersi di essere un marchese. Ma il giovane valoroso Mezyan, innamorato e ricambiato dalla bella Leila, cerca di ostacolare in tutti i modi il matrimonio, scontrandosi con i genitori della ragazza, decisamente contrari a questo amore. Il giorno del matrimonio tra Leila e Faldo, succede l’imprevedibile: uno scandalo che rischia di mandare in frantumi il matrimonio e riaccende gli animi del popolo. Ad accendere il palcoscenico ci pensano anche i costumi scintillanti, disegnati dallo stesso Abdel e cuciti a mano dalle sarte della compagnia. Ogni costume è personalizzato e ogni ballerino nel corso dello spettacolo fa almeno nove cambi di costume, per un totale circa di 450 cambi per tutti gli elementi. Il tempo di preparazione dello show, dalle coreografie, alla musica, ai costumi, è di circa un anno. Per la seconda volta in Italia (la prima vennero su invito di Franco Zeffirelli), lo spettacolo di teatrodanza del Caracalla Dance Theatre è unico nel suo genere, per la ricchezza del linguaggio espressivo e per lo straordinario esempio di convivenza pacifica tra religioni ed et- La scuola che ha fatto la rivoluzione La scuola di danza Caracalla o Studio Caracalla accoglie ogni giorno 1.600 studenti, che dai cinque anni in su hanno la possibilità di imparare le diverse discipline della danza e del teatro e misurarsi con spettacoli che esplorano stili provenienti da ogni parte del mondo. Come la compagnia, anche la scuola è stata fondata e diretta nel 1970 da Abdel-Halim Caracalla. All’inizio, la compagnia era un piccolo gruppo di studenti che cercano nella danza la pace e la calma, così rare in un paese dove stava per scoppiare la guerra civile. Scoppiata la guerra in Libano, anche la scuola fu costretta a chiudere. Avrebbe riaperto soltanto alla fine degli anni Novanta, sotto la direzione di Alissar Caracalla, figlia di Abdel-Halim. La giovane ballerina introdusse corsi dedicati ai nuovi stili di danza, come lo stile Caracalla (inventato dal padre), la danza contemporanea, moderna, classica, jazz, hip-hop e lo yoga. Lo studio è aperto dodici ore al giorno. Al mattino è la sede delle prove e degli allenamenti dei professionisti, mentre al pomeriggio diventa una scuola per i giovani studenti. A Natale e a fine anno gli studenti si esibiscono in uno spettacolo di beneficenza: il costo del biglietto è mantenuto basso per permettere a tutti di participare e sono gli studenti stessi che decidono a quale realtà assegnare il ricavato. Allo stesso modo, anche la compagnia di professionisti offre gratuitamente alcune serate per permettere al grande pubblico di avvicinarsi all’arte della danza. Alcune immagini dello spettacolo della compagnia Caracalla Dance Theatre, fondata nel 1970 da AbdelHalim Caracalla, appena tornato a Beirut dopo aver studiato danza a New York. Abdel ha deciso di portare “The Villager’s Opera” al Meeting dopo essere venuto a Rimini l’anno scorso. Le coreografie s0no della figlia di Abdel, Alissar, mentre la regia è del figlio Ivan. Ognuno dei cinquanta ballerini fa almeno nove cambi d’abito. Tutti i 450 costumi sono disegnati dallo stesso fondatore della compagnia. nie diverse. È un’esperienza che Abdel Caracalla ha sperimentato anche in prima persona: di religione musulmana, ha sposato una donna cristiana con un doppio rito nelle rispettive religioni. Anche i loro due figli lavorano in compagnia: Ivan come regista e Alissar come coreografa. «Nel corso della nostra breve visita al Meeting dell’anno scorso» raccontano Abdel e Ivan Caracalla «abbiamo veramente capito il significato e la ragione di questo evento. In particolare, ci siamo resi conto della sua grandezza e del potenziale che poteva offrire ai giovani di incontrare persone di religioni, razze e culture diverse, uniti dall’autentico desiderio di promuovere il dialogo e di costruire qualcosa insieme, nella convinzione che la diversità non rappresenti un ostacolo, bensì una risorsa, che spinge ognuno di noi ad esplorare il vero cardine della nostra esperienza. Caracalla è basato su questi stessi valori umani che costituiscono gli ideali del Meeting. Durante la guerra civile libanese, quando il paese era diviso in fazioni religiose, Caracalla è rimasto unito grazie alle arti e alla cultura e ha riunito intorno a sé artisti di religioni e culture diverse». La compagnia si è esibita nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui il teatro Nazionale di Osaka, la Carnegie Hall di New York, il Sadler’s Wells di Londra, il Kennedy Centre di Washington D.C., il teatro dei Campi Elisi di Parigi, il teatro dell’Opera di Francoforte, i teatri dell’Opera di Rio de Janeiro e San Paolo, il Centro per le Arti di Los Angeles e il Palazzo delle Arti di Montreal. Benedetta Consonni