031111 venerdì 4 marzo, ore 18.00 e 21.00 Mine vaganti (Italia, 2010, 116’) di Ferzan Ozpetek venerdì 11 marzo, ore 18.00 e 21.00 Promettilo! (Zavet, Francia/Serbia, 2007, 126’) di Emir Kusturica venerdì 18 marzo, ore 18.00 e 21.00 Affetti e dispetti (La nana, Cile, 2009, 94’) di Sebastián Silva Anno VI, numero 03 marzo 2011 Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006 direttore responsabile: Roberto Ellero Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candiani redazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7 30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112 http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected] direttore: Roberto Ellero | redazione: Elisabetta Da Lio hanno collaborato: Tiziana Agostini, Roberta Biagiarelli, Donatella Boldrin, Marilisa Capuano, Andrea Centazzo, Ileana Chiappini di Sorio, Fabio Coronin, Alessandra De Perini, Giannatonio De Vincenzo, Claudio Donà, Arianna Doria, Anna Girardi, Solenn Le Marchand, Carlo Montanaro, Cristina Morello, Claudio Orlandi, Enrico Ricciardi, Roberto Stevanato, Cathia Vigato Progetto grafico Studio Lanza | Stampa Multigraf venerdì 25 marzo, ore 18.00 e 21.00 Il concerto (Le concert, Francia/Romania/Belgio/ Italia, 2009, 120’) di Radu Mihaileanu sala conferenze quarto piano ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25) marzo S NEW CANDIANI sabato 19 marzo, ore 21.30 SCENA MOBILE Intrecci di spettacolo UNA DONNA VESTITA DI NERO La donna racconta di una sera imprecisata di alcuni anni fa. Una sera qualunque di come si vive e si muore a Falluja, Iraq, cinquanta chilometri da Baghdad. Un blindato con cinque marines a bordo: una normale azione di pattugliamento. Normale, se non accadesse l’imprevisto che scatena l’incubo, sangue, morte e una notte tragica. Eppure una notte e un incidente come ne accadono così tanti in Iraq che non merita neanche un articolo di giornale. È la cronaca tutt’altro che eroica della lunga notte cui sono destinati una donna irachena, cieca, e un soldato americano, costretti ad attraversarla insieme. Notte scabrosa, livida, surreale, eppure ormai inarrestabile: parole, preghiere, desideri, un tè d’acqua sporca, passioni, ricordi, rimpianti e una quantità di violenza smisurata, a portata di mano di un uomo e di una donna che, in condizioni di vita meno surreali, mai si macchierebbero delle azioni che si troveranno a compiere in questa notte, fino a un epilogo destinato a lasciare – in tutti – molto amaro in bocca. PREGHIERA LAICA FALLUJA di Francesco Niccolini con Roberta Biagiarelli collaborazione di Simona Torretta assistenza tecnica Giovanni Garbo organizzazione Isabella Pedrazzi una produzione Babelia & C. Il testo di Falluja è una riscrittura in forma di monologo di Canto per Falluja prodotto nel 2008 da Associazione Un ponte per... e da CSS – Udine auditorium quarto piano - Biglietti già in vendita ingresso: intero 7 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) Da oltre dieci anni mi occupo di un teatro che racconta di storie e geografie: prima Srebrenica, poi Chernobyl e ora Falluja. Incontro le persone di quei luoghi e raccolgo le testimonianze dalla loro viva voce. Mi ci immergo, sto in apnea, poi risalgo in superficie e applico il mio modo di fare e di intendere il teatro, produco informazioni narrative, lo racconto. Là dove i luoghi non posso attraversarli fisicamente li attraverso con l’immaginazione, il teatro per questo è un buon viatico. L’occasione di “andare” a Falluja si è palesata qualche anno fa e mi è stata proposta da Simona Torretta e da Francesco Niccolini. A novembre 2006 siamo stati ad Amman, in Giordania, non potendo entrare in Iraq, abbiamo incontrato una serie di profughi e rifugiati iracheni, anche fallujani, che ci hanno raccontato le loro esperienze di guerra e di soprusi. Nel 2008 al Festival Vicino Lontano ho debuttato nello spettacolo Canto per Falluja prodotto dal CSS di Udine. Oggi sento la necessità di provare a dare una continuità a questo racconto perché la disumana e aberrante storia di Falluja non sia dimenticata, per recitarla ancora, come una preghiera laica, per denunciarla e farla passare di bocca in bocca. Francesco Niccolini ha fatto una riscrittura del testo per me in versione monologo. Simona Torretta ci accompagna in questo viaggio, in mezzo ai mali che ci stanno devastando: la disinformazione, la sopraffazione e l’indifferenza, per cercare di capire insieme, nel rito antico del teatro, se in fondo al buio c’è uno spiraglio di luce. Roberta Biagiarelli 1 Second Life / Scena mobile / Falluja 2 La fabbrica della cultura / Il Suono Improvviso 3 Spettacoli / Emozioni acustiche / Cinco do Zè / Radio Daf / Omaggio a Emilio Salgari 4 Spettacoli / Indie Voices / X-Music / Jazz Groove 5 Mostre / Pinocchiando con: / I giardini storici di Venezia 6 Scaffale aperto / Incontri con gli autori / Laboratorio di scrittura creativa / Centro Studi Storici di Mestre 7 Videoteca / Storie di donne / Il nostro pane quotidiano / Mostre in tour 8 Agenda / Liberi di non credere LA FABBRICA DELLA CULTURA >> VIVERE NON È FORSE, PER MOLTI VERSI, IMPROVVISARE? Prendere decisioni rapide, impreviste, che a volte prendono in contropiede noi stessi! Sfruttare a nostro vantaggio occasioni prese al volo, esprimere le nostre idee, ascoltare ed elaborare quelle degli altri, conversare amabilmente ed anche litigare, se necessario... L’improvvisazione, che lo vogliamo o no, fa parte della nostra esperienza quotidiana: nella musica, come nella vita di tutti i giorni, è un’arte che si apprende e si affina con l’esperienza diretta. L’obiettivo di questi incontri sarà quello di prendere maggior confidenza con una pratica che in realtà conosciamo tutti molto bene, ma di cui spesso ignoriamo le potenzialità latenti. Il fine non è tanto affinare un’ “estetica” dell’improvvisazione musicale fine a se stessa, quanto lo sviluppare alcuni strumenti pratici utilissimi (prontezza di riflessi, capacità di ascolto, concentrazione e sintesi, capacità di valutare il “peso” dei propri interventi, attitudine al “rischio”) a prescindere dal genere musicale affrontato normalmente dagli allievi. Nei tre anni di vita del Laboratorio sono state affrontate diverse tecniche improvvisative: dalla improvvisazione “concertata” (conduction) a quella più libera e “senza rete”, ai “game pieces” come IL SUONO IMPROVVISO mercoledì 9 marzo, ore 17.30 Tecniche Improvvisative Piero Bittolo Bon mercoledì 23 marzo, 17.30 Il Nero e il Bianco Corso di Educazione al ritmo Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang auditorium quarto piano ingresso libero Cobra di John Zorn, ma senza tralasciare l’utilizzo di semplice materiale preordinato sul quale basare l’azione musicale. Quest’anno il Laboratorio affronta uno dei capisaldi della musica creativa afroamericana: l’album Space Is The Place di Sun Ra, i quali visionari e modernissimi temi verranno utilizzati come trampolino di lancio per le improvvisazioni degli allievi. Giannatonio De Vincenzo mercoledì 9 marzo Tecniche Improvvisative Piero Bittolo Bon mercoledì 23 marzo Il Nero e il Bianco. Corso di Educazione al ritmo Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang Considerato tra i migliori nuovi talenti della scena italiana del jazz e della musica improvvisata, Piero Bittolo Bon è un polistrumentista fondamentalmente autodidatta. Nonostante il suo strumento d’elezione sia il sax alto, dal suono personalissimo ma nel quale si riconoscono le influenze di Eric Dolphy, Ornette Coleman, Tim Berne ed Henry Threadgill, si dedica anche al sax baritono, al clarinetto basso e contralto e al flauto. A volte imbraccia ancora il suo vecchio basso elettrico, che ha suonato in svariate band funk, rock e reggae, prima di decidere di concentrarsi sugli strumenti a fiato e sulla musica improvvisata. Membro del collettivo El Gallo Rojo Records, una delle realtà italiane più fresche e trainanti, attualmente è alla testa del suo sestetto Jümp The Shark, un’ironica ed esplosiva miscela di composizione, improvvisazione e groove, con Gerhard Gschlössl alla tuba e al trombone, Domenico Caliri alle chitarre, Pasquale Mirra al vibrafono, Danilo Gallo al basso e Federico Scettri alla chitarra. È inoltre leader degli Original Pigneto Stompers, un nuovo progetto che vede la partecipazione di Jamaaladeen Tacuma al basso elettrico, con Simone Massaron alla chitarra e la doppia batteria di Scettri e Sorrentini, e co-leader di Rollerball, con Beppe Scardino al sax baritono, Enrico Terragnoli alla chitarra, Danilo Gallo al basso e Max Sorrentini alla batteria. Collabora con Francesco Cusa e Stefano Senni nel trio paritario Jaruzelski’s Dream, primo gruppo italiano ad essere edito dalla prestigiona etichetta Clean Feed Records. Fa parte del nuovo progetto del pianista Uri Caine, Pulse. Collabora con numerosi altri gruppi all’interno del collettivo e con altri importanti musicisti italiani e stranieri. Insegna da anni nella storica scuola veneziana Il Suono Improvviso, dove tiene un laboratorio di improvvisazione musicale. La sua intensa attività live lo porta ad esibirsi in alcuni tra i più importanti jazz club italiani ed esteri, tra i quali il Jazz Club di Ferrara, l’A-Trane ed il B-Flat di Berlino, il Neue Tonne a Dresda, il Velvet Lounge di Chicago ed in rassegne di respiro internazionale quali il Clusone Jazz Festival, Young Jazz, Ostinati, Englewood Jazz Festival, Cormons Jazz & Wine, Berlin Kollektiv Nights, San Servolo Jazz Meeting, Novara Jazz, Correggio Jazz e molte altre. Il corso si ripropone di approfondire tutti gli aspetti legati allo sviluppo della sensibilità ritmica ed allo studio ed alla pratica di trame ritmiche che provenienti dalla cultura africana, hanno dato origine alla musica afroamericana (Jazz, Funk, Blues, Rock ‘n’roll), brasiliana (Shoro, Samba, Bajao), caraibica (Salsa, Reggae, Ska). Gli incontri non sono rivolti ai soli percussionisti bensì strutturati in modo da coinvolgere attivamente anche e soprattutto cantanti e strumentisti di ogni tipo che vogliano rafforzare il proprio sentire del tempo e conoscere suddivisioni e “clave” ritmiche fondamentali nella musica “moderna”. Attivo dal 1983 nella multiforme realtà veneziana, Il Suono Improvviso ha alle sue origini un’anima jazzistica e in chiave jazzistica continua a interpretare l’intimo legame che unisce la città lagunare alla materia sonora, fluida e impermanente come l’elemento acqueo. Riadattando ai tempi il proprio percorso didattico, Il Suono Improvviso non ha però perso l’ispirazione originaria nell’idea di musica come pratica creativa da condividere e luogo di impreviste contaminazioni. E l’ambizione, non poi tanto se- Luca Bortoluzzi. Appassionato alla musica ed alla batteria sin da bambino, comincia giovanissimo con sporadiche frequentazioni della tromba e del pianoforte per poi intraprendere lo studio delle percussioni alla Civica Filarmonica di Lugano. Studia poi privatamente in Italia con Giulio Capiozzo, Massimo Manzi ed Alfredo Golino. Si diploma con “Honors Vocational” al Percussion Institute di Los Angeles vincendo il “Jazz Stylist Award” nel 1990. In oltre vent’anni di attività ha suonato jazz con Kyle Eastwood, Emil Richards, Franco Cerri, pop con Ricky Gianco, Gino Paoli, Eugenio Finardi, reggae con Pitura Freska, Ska G, Du Boom, gospel e soul con Gospel Times, Ronny Jones, Ken Bailey, Dirty Soul, musica brasiliana con Luma, Rosa Emilia Diaz solo per citarne alcuni. È impegnato negli ultimi anni nell’approfondimento delle origini autentiche della batteria attraverso lo studio della musica africana. Moulaye Niang. Autodidatta ma cresciuto a Dakar (Senegal) in una famiglia ricca di stimoli musicali ed artistici. Moulaye ed i suoi tre fratelli maggiori intraprendono lo studio delle percussioni. Ha lavorato come batterista a Parigi con Dabì Touré, Big Mau nell’ambito della musica africana, Doc Gineco in quello rap. In Senegal ha suonato tra gli altri con N. Der. Trasferitosi in Italia collabora con Mauro Pagani, Eugenio Finardi, Rais e fonda con Diez Abdul il gruppo multietnico Goreè Island suonando in molti festival. A Venezia dal 1999 orienta la sua attività di musicista e promotore culturale suonando in svariati progetti che puntano all’incontro fra la cultura musicale africana ed i musicisti europei. greta, di rendere questa nostra città un po’ meno gotica e decadente, o appiattita sulle esigenze del turismo di massa. Una profonda passione per il fare musica insieme ha improntato da sempre l’attività della scuola: laboratori – orchestre per gli allievi che affiancano i corsi di tecnica strumentale, stages intensivi con nomi di spicco come Lee Konitz, Steve Lacy, Sal Nistico, Rachel Gould, una ricca offerta concertistica, la produzione di cd, fino all’organizzazione delle più recenti Venezia Suona e Veneto Suona. Un’attività ormai ventennale, che si avvale di docenti di ragguardevole levatura artistica e che ha avuto, in alcuni casi, l’onore di condurre a traguardi professionali. Il Suono Improvviso Cannaregio, 3509 - Venezia tel. +39 0412750049 - fax +39 0412756752 [email protected] www.ilsuonoimprovviso.it EMOZIONI ACUSTICHE >> IN VIAGGIO CON I CINCO DO ZÈ Anticipando l’estate, otto musicisti raccontano in bossanova e samba la vicinanza ideale che li lega al Brasile. Tutto accade perchè la fascinazione non si ferma solo all’osservazione, ma trasferisce quel particolare sentire nella musica, cantando in portoghese e in veneziano le cadenze ritmiche brasiliane. Dei 12 brani che compongono il cd, 8 sono canzoni originali, parole e musica, di Lallo Orlandi e Ferruccio Toffoletto. Ma il concerto sarà imperdibile occasione per sentire la bella voce di Arianna Sperandio, gli accompagnamenti ritmici dello specialista in percussioni brasiliane Claudio Gucchierato e per verificare la salda presa alle corde del contrabbasso di Paolo Oggian. La formazione di base composta dai cinque musicisti che hanno realizzato il disco, si arricchisce per l’evento di altri tre strumentisti: alla chitarra, mandolino e voce Stefano Scutari, alla fisarmonica Enzo Moretto ed alle percussioni Tommaso Palma. Claudio Orlandi EMOZIONI ACUSTICHE sabato 26 marzo, ore 21.30 Cinco do Zè Viaggi Lallo Orlandi chitarra - voce Ferruccio Toffoletto flauto, sax soprano e voce Arianna Sperandio voce Claudio Gucchierato percussioni Paolo Oggian contrabbasso Stefano Scutari chitarra, mandolino e voce Enzo Moretto fisarmonica Tommaso Palma percussioni auditorium quarto piano ingresso: posto unico 3 euro Biglietti già in vendita martedì 1 marzo, ore 21.30 RADIO DAF Gianluca “Freak” di Vacri basso Alessandro “Ale” di Vacri voce e chitarra Tommaso “Tommy”, forse di Vacri batteria auditorium quarto piano ingresso: posto unico 3 euro Biglietti già in vendita ESORDISCE SULLA SCENA ROCK LA NUOVA GIOVANE BAND DEI RADIO DAF I fratelli DAF, classe ’88, ’89, ’90, tutti e tre veneziani, con all’attivo un album omonimo autoprodotto, hanno uno stile potente e diretto, tipico della combinazione fra basso, chitarra e batteria. Si sono incontrati musicalmente nel 2008 e hanno deciso di fare della loro musica uno stile di vita che ci porta alle sonorità rock - pop - grunge degli anni Novanta con un pizzico di inventiva individuale. La musica, fresca e innovativa, è composta dal trio, i testi sono scritti da Ale. Radio Daf vuole esprimere il senso di libertà che ci viene dalla musica quando esce dalla Radio e ci porta in una dimensione di sogno. Daf è l’unione dei suoni sensibili. Il trio sul palco ha la scioltezza e la presenza scenica dei veri rocker. Nonostante la giovane età i fratelli Daf sanno quello che vogliono. Passano il tempo a scrivere e comporre perché hanno già deciso che il loro futuro sarà fatto di musica. I testi delle loro canzoni raccontano i sentimenti positivi e negativi che ognuno di noi prova crescendo come amori, dolori, sogni impossibili, i miti, gli idoli che ritornano negli anni, dando ampio spazio all’adolescenza che qui diventa meta affascinante di tutta la vita. “Su Rolling Stone c’è una foto di Plant del 1972, Nel ’72 avevo - 20 anni!” dice Alessandro. Grande cura da parte del gruppo e un occhio di riguardo anche per il merchandaising, hanno infatti già prodotto per i loro fans magliette, ombrelli, borse, adesivi. Dopo lungo tempo passato in studio, nella stagione 2011 inizieranno a farsi conoscere dal pubblico suonando a festival e live importanti. Brano di punta del CD omonimo Radio Daf, è Dietro ogni giorno che è anche il video presentato a Sanremo Lab 2010 con il quale i fratelli Daf hanno partecipato alle selezioni finali. In attesa del nuovo cd in uscita in primavera, scopriamo chi sono i Radio Daf con una serie di appuntamenti live nel 2011. Marilisa Capuano EMILIO SALGARI NEL CENTENARIO DELLA MORTE OMAGGIO A EMILIO SALGARI mercoledì 16 marzo, ore 17.30 Tavola rotonda La figura di Emilio Salgari tra romanzo, cinema e fumetto Intervengono Carlo Montanaro, Leopoldo Pietragnoli, Piero Zanotto Lettura di Mario Bardella sala conferenze quarto piano ingresso libero venerdì 18 marzo, ore 17.30 Spettacolo teatrale Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della Magnesia Arrembaggio scenico di Enrico Ricciardi - pirata letterario in collaborazione con l’Associazione “Teatro alla Moda” e gli Allievi del Centro Danza di Luciana De Fanti Mario Bardella e Giorgio Bertan voci recitanti auditorium quarto piano ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita Rassegna cinematografica giovedì 3 marzo, ore 17.00 La figlia del corsaro verde (Italia, 1940, 76’) di Enrico Guazzoni giovedì 17 marzo, ore 17.00 Il corsaro dell’isola verde (The Crimson Pirate, Usa/Gran Bretagna, 1952, 104’) di Robert Siodmak giovedì 24 marzo, ore 17.00 Capitan Tempesta (Italia, 1942, 85’) di Corrado D’Errico giovedì 31 marzo, ore 17.00 Pirati (Pirates, Francia/Tunisia, 1986, 124’) di Roman Polanski sala conferenze quarto piano ingresso libero A pochi giorni dall’inaugurazione della grande Esposizione Universale che vede una Torino parata a festa, Emilio Salgari sale malinconicamente una delle colline alla periferia della città per mettere in atto un proposito suicida. Era il 24 aprile del 1911. Era nato a Salzano 48 anni prima nell’agosto del 1862. La notizia passa in secondo piano di fronte all’avvenimento del giorno e nessuna delle grandi firme del mondo letterario e giornalistico gli tributa l’omaggio che meriterebbe. Il suo funerale, tuttavia, è gremito di ragazzi di ogni ceto sociale che, attraverso le pagine dei suoi romanzi, erano stati da lui trasportati in paesaggi misteriosi ed esotici, trascinati dalle straordinarie avventure di eroi come Sandokan o il Corsaro Nero, per citare forse i due più famosi, il cui mito resiste inalterato fino ai giorni nostri. La sua fortunata e tormentata carriera di scrittore, che annovera al suo attivo circa ottanta romanzi e un numero ancora imprecisato di racconti, comincia nel 1883 con la pubblicazione a puntate sull’Arena di Verona del suo primo titolo di successo: La Tigre della Malesia. Da quel momento, fino alla fine dei suoi giorni, Salgari sarà in balia degli editori che gli domanderanno sempre nuovi eroi e avventure che lui trasporterà dalla Malesia all’Africa, dalle Americhe al Polo Australe, da Duemila leghe sotto l’America all’Egitto dei Faraoni e in un’infinità di altri luoghi che uscivano soltanto dallo sforzo spasmodico della sua fantasia poiché, di questi luoghi, egli non ne aveva visto alcuno. Se il padre era veronese, la madre era veneziana e, ospitato da alcuni parenti, nel 1878 studiò, con scarso profitto, al Regio Istituto Tecnico e Nautico “Paolo Sarpi” di Venezia senza conseguire alcun diploma, nonostante per tutta la vita si fregiasse del titolo di “Capitano”. La sua sola esperienza marinara fu un viaggio di alcuni mesi sulla nave Italia Una che si arrestò alle soglie di Brindisi. Di statura non oltrepassava il metro e cinquanta, ma praticava molti sport eccellendo particolarmente nella scherma. La sua vita piccolo-borghese contrastava con la dimensione spavalda e avventurosa dei suoi personaggi con cui spesso si identificava. Nonostante le enormi tirature dei suoi romanzi i suoi contratti con gli editori erano forfettari per quattro o cinque romanzi all’anno, oltre ad altre novelle che scriveva per diverse case editoriali. Il progressivo stress di lavoro, unito alle ristrettezze economiche sempre crescenti e, soprattutto, alla pazzia della moglie e la morte della figlia, lo portarono al gesto estremo del suicidio. Una maledizione che sarà una tragica costante nella storia della famiglia Salgari che vide ugualmente suicida il padre di Emilio ed i figli di lui: Nadir ed Omar. A ricordare l’avvenimento commemorativo del centenario della morte di Emilio una tavola rotonda, una rassegna cinematografica e la rappresentazione Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della Magnesia che, attraverso l’intreccio della storia della sua vita e quella dei personaggi dei suoi romanzi, metterà in luce la doppia personalità dell’autore che percorse i Mondi Fantastici dell’Avventura senza mai muoversi dal suo scrittoio. Enrico Ricciardi TRA PIRATI E CORSARI VERDI Hanno più o meno l’età del cinematografo i romanzi di Emilio Salgari: I misteri della giungla nera esce proprio in quel 1895 che segna anche la data della prima proiezione dell’invenzione dei fratelli Lumière. Ma l’enorme successo ottenuto in un momento in cui la letteratura popolare esplodeva un po’ dappertutto (il grande feuilleton francese, con personaggi negativi come Fantomas, o i romanzoni di reinvenzione storica come Il ponte dei Sospiri di Michele Zevaco) perfino uscendo a dispense in edicola, esula da uno stretto rapporto con il nascente schermo illuminato e si limita all’area mediterranea. Malgrado il film più innovativo, che esce poco prima dell’inizio della Grande Guerra (1914) e che insegna al mondo intero come potenziare in modo creativo il linguaggio della Decima musa, Cabiria, di Giovanni Pastrone, si ispiri a Il romanzo delle fiamme di Emilio Salgari, nello specifico una rievocazione delle guerre puniche. Ma l’avventura, si sa, è l’avventura. I due cicli salgariani più amati e più ripercorsi anche dal cinematografo, sono quelli dei pirati (Sandokan & co.) e dei corsari (neri, verdi, etc...). Libri e poi film di facile consumo e largo impatto popolare. Film che, qui da noi, sono appartenuti a quella ricerca di leggerezza – e disimpegno – tipica del periodo che precede e succede alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Una leggerezza fatta, alla fine, di corretta professionalità. La figlia del Corsaro Verde e Capitan Tempesta, come molte altre opere, vorrebbero emulare la capacità d’intrattenimento del cinema medio di sapore hollywoodiano. Quel cinema che non tradisce mai come – per rimanere nel tema dei pirati – nell’avventuroso ma fracassone Corsaro dell’Isola Verde (girato a Ischia... ) e che, anche quando non riesce a decollare alla grande, si salva comunque soprattutto grazie al retrogusto dello humour, come in Pirati. Si dirà che Corrado D’Errico e il veterano Guazzoni poco hanno a spartire con Robert Siodmak e Roman Polanski: ma se si tratta di combattere contro il “logorio della vita moderna”... Carlo Montanaro SPETTACOLI >> UN FESTIVAL TUTTO INDIPENDENTE Per festeggiare i suoi cinque anni, la rassegna Indie Voices si trasforma in un minifestival, della durata di tre giorni, con un programma ricco di eventi. Dal 10 al 12 marzo sul palco del Centro Culturale Candiani si succederanno gruppi indipendenti provenienti dal Belgio, dalla Francia e dall’entroterra veneziano. La tre giorni di musica indipendente sarà sostenuta anche da alcuni locali del centro di Mestre con i quali la Macaco Records organizza un percorso musicale che precede e segue i concerti al Candiani. Si parte giovedì 10 marzo con il gruppo belga Joy. Nel 2007, il cantante dei Venus, Marc Huyghens, annunciava lo scioglimento del suo gruppo. Venus è stato un importante gruppo di riferimento per la scena indipendente europea: dieci anni di vita, cinque album, concerti sui principali palchi europei e tanti fan rimasti molto delusi dalla loro separazione. Ci sono voluti cinque lunghi anni prima che il cantante storico del gruppo ritornasse protagonista. Per il suo primo tour italiano, il nuovo gruppo di Marc Huyghens, Joy, farà tappa proprio al Candiani di Mestre. Una batteria, una chitarra, un violoncello e due voci per un rock minimalista e mistico in cui appaiono a tratti i rimpianti Venus. Un ritorno tanto atteso! INDIE VOICES Quinta edizione in collaborazione con Macaco Records giovedì 10 marzo, ore 21.30 Joy venerdì 11 marzo, ore 21.30 Margareth sabato 12 marzo, ore 21.30 Cléo T. auditorium quarto piano ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita Prima dei concerti sarà possibile degustare le prelibatezze de La Vida Nova (piatto unico 5 euro) Dopo i concerti dj set al Circolo Flat (via Einaudi) con consumazioni a prezzo speciale. Venerdì 11 marzo sarà la volta dei “nostrani” Margareth, gruppo del veneziano che da quattro anni percorre le vie del rock psichedelico e del pop artigianale. Dopo la pubblicazione del loro primo disco ufficiale due anni fa, i Margareth sono ormai pronti per iniziare le registrazioni di un nuovo album che li porterà verso melodie sempre più oniriche e di cui, forse, avremo la fortuna di ascoltare alcuni brani in anteprima nel corso del concerto al Candiani. Il mini festival Indie Voices si concluderà sabato 12 marzo con il concerto di Cléo T. Il quintetto di Parigi, guidato dalla mistica cantante, non esita a mischiare tradizione cantautorale a influenze cabarettistiche della Francia di altri tempi. Cléo ha accumulato negli anni riconoscimenti importanti da figure di spicco di una particolare musica indipendente. Amica di John Parrish, Wovenhand e molti altri, Cléo ha ampliato i suoi orizzonti aprendo la sua musica ad influenze est europee, rifacendosi anche ad un certo mood americano anni Venti. La voce di Cléo, alta e limpida, si mescola alla perfezione con la batteria, il violoncello, la chitarra e il contrabbasso che l’accompagnano. Sempre da giovedì 10 a sabato 12 marzo, la Vida Nova proporrà un piatto unico a soli 5 euro prima dei concerti in programma alle 21.30. Dopo il concerto sarà il circolo Flat di via Einaudi (a due passi dal Candiani) a proporre consumazioni ad un prezzo speciale per il pubblico di Indie Voices. Il tutto accompagnato da musica indipendente italiana ed internazionale. Con questa quinta edizione, Indie Voices prosegue quindi nell’intento non solo di promuovere la musica indipendente internazionale di qualità, ma si propone anche di creare un vero percorso culturale e di aggregazione tra il Candiani, la Vida Nova e il Flat. Un’occasione unica per passare un’ottima serata all’insegna della musica indipendente, dall’ora di cena fino alla notte, girando a piedi per il centro di Mestre. Solenn Le Marchand MUSICA CONTEMPORANEA PER STRUMENTI A PERCUSSIONE... E NON SOLO ALL YOU NEED IS X-MUSIC Seconda edizione in collaborazione con Associazione Amici della Musica di Mestre, Lions Club Mestre Castelvecchio, Fondazione Toni Benetton, Fondazione di Venezia / Euterpe Venezia / Progetto Giovani a Teatro con il Patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale del Veneto mercoledì 2 marzo, ore 21.00 Brake Drum Percussion Pietro Bertelli percussioni Enrico Bertelli percussioni ed elettronica Radislav Rudnicki live electronics giovedì 7 aprile, ore 17.00 e 21.00 Stefano Bollani e David Riondino presentano Dottor Djembè Due puntate del programma radiofonico con ospiti a sorpresa, una produzione della RAI, Radio 3 auditorium quarto piano ingresso: intero 10 euro, giovani fino ai 26 anni 3,50 euro, GaT 2,50 euro su prenotazione. Biglietti già in vendita JAZZ GROOVE in collaborazione con il Circolo Culturale Caligola martedì 15 marzo, ore 21.30 Cristina Zavalloni Idea Per caso Aznavour Cristina Zavalloni voce Stefano De Bonis pianoforte Antonio Borghini contrabbasso, basso elettrico Cristiano Calcagnile batteria, percussini auditorium quarto piano ingresso: intero 15 euro - ridotto 12 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) Biglietti già in vendita Il Brake Drum Percussion è nato nel 1983 da un’idea di Pietro Bertelli che, attraverso assidua ricerca e numerose collaborazioni con compositori e musicisti, è riuscito a creare un ensemble capace di promuovere ed eseguire la totalità del repertorio della Musica Contemporanea per strumenti a percussione e non solo. Ad oggi, la line-up variabile che può arrivare a quattordici percussionisti, conta su uno strumentario di oltre 150 elementi. L’ensemble annovera in repertorio capolavori di Cage, Xenakis, Nono, Radulescu, Donatoni, Scelsi, Reich, Riley, Obst, Nishimura, Holten, Flammer, Brizzi, Scannavini, Cisternino, Centazzo, Dufourt, Correggia, Varèse, Louvier e molti altri, vantando oltre cinquanta prime mondiali. Il BDP si è impegnato in varie collaborazioni con la Mitteleuropa Orchestra, Nuove Sincronie (Milano), Octandre (Bologna) e le Orchestre Sinfoniche di Belluno, Treviso, Udine, Pordenone, Vicenza e Venezia. ...è il suono che il BDP riesce a creare a partire dalla partitura che stupisce ed ispira entusiasmo... Andrea Centazzo Numerose le performance a Festival di Musica Contemporanea in Italia ed Europa. Tra le registrazioni più prestigiose, Pléiades di Iannis Xenakis nel 1995, sviluppata con la collaborazione di Xenakis stesso, Percussioni d’Italia dedicata alla Contemporanea Italiana di Scelsi, Correggia, Donatoni, Giommoni e Cisternino, con notevole successo di critica. Del 2008, l’incisione di I speak percussion con brani per solo e duo. In uscita nel 2011 BDPton, emblema della proposta BDP 2.1 per due percussionisti e live electronics con lavori cutting edge dell’elettroacustica. Il BDP non ha mai trascurato l’attività didattica. Un progetto di lezioni concerto è promosso di anno in anno nelle scuole primarie e secondarie, mirato a sensibilizzare gli studenti verso la musica e l’intero universo della percussione. L’ISTRIONICA VOCE DI CRISTINA ZAVALLONI OMAGGIA CHARLES AZNAVOUR, SOSPESA FRA CLASSICA E JAZZ Con Solidago (Egea, 2009), Cristina Zavalloni ha avuto il merito di riportare alla luce un artista straordinario, Charles Aznavour, che in Italia per troppo tempo è rimasto legato ai ricordi degli show televisivi del sabato sera o di Sanremo. La cantante di Bologna, fra le più duttili e famose internazionalmente del nostro paese, s’è imbattuta casualmente nell’universo Aznavour, rimanendone subito affascinata. La scelta, nella vasta produzione dello chansonnier, è caduta su brani degli anni Sessanta, alcuni dal sapore un po’ scanzonato, altri più intimistici, come Io tra di voi e Qui. Ma nell’album vi sono anche composizioni della stessa Zavalloni ed una suite, che gli dà il titolo, ricca di suggestivi esercizi vocali, in cui è compresa Kaigomai Kaigomai, canzone tradizionale greca resa celebre da Diamanda Galas. Proprio i brani più sperimentali ci ricordano che, oltre ad essere un’eccellente jazzista, la vocalist emiliana è apprezzata interprete del repertorio classico, sia lirico e barocco che contemporaneo. Michael Nyman le ha recentemente dedicato un brano, ed il compositore olandese Louis Andriessen l’ha utilizzata in molti suoi lavori. Artista generosa e sincera, davvero fuori dal coro, la Zavalloni affronta con lo stesso entusiasmo e rispetto sia il pubblico del Blue Note di Milano che quello della Carnegie Hall di New York. È fra le poche voci italiane in grado di disorientare l’orecchio di un pubblico colto od anche solo appassionato, ed a non porsi vincoli di sorta, superando così le barriere dei generi, che sono oggi al centro del dibattito musicale. Il repertorio del concerto mestrino dovrebbe ruotare intorno a Solidago anche se, conoscendo la sua incontenibile voglia di nuovo, non si possono escludere delle sorprese. In una recente intervista Cristina Zavalloni ha precisato che: “la chiave di lettura di questo repertorio è la fascinazione per gli adorati anni Sessanta, di cui ho cercato di ricreare con il mio quartetto il suono e la leggerezza stilistica. In questo progetto affronto un nuovo programma fatto di mie composizioni originali e di una personale rilettura di alcuni pezzi di Charles Aznavour, brani che hanno fatto la storia della canzone francese. Solidago é un mio personale omaggio al poeta oltre che al grande interprete”. Il disco in questione è il secondo del gruppo Idea – che prende il nome dal titolo del primo album (Egea, 2006) – uno dei più duraturi e collaudati fra i suoi numerosi progetti, con cui sembra poter esprimere nel migliore dei modi la sua anima jazzistica. Sono al suo fianco da ormai cinque anni il pianista lucano Stefano De Bonis, raffinato e muscolare allo stesso tempo, dotato comunque di grande sensibilità armonica, così come l’affiatata coppia ritmica milanese formata dal bassista Antonio Borghini e dal batterista Cristiano Calcagnile, da qualche anno entrato a far parte del quintetto di Stefano Bollani. Claudio Donà MOSTRE >> PINOCCHIO, UNO DI NOI Miti, narrazioni e storie sono matrici del definirsi della identità comune prima ancora che su di essa un insieme di persone consapevoli decida di dare assetto giuridico a quella realtà chiamandola Stato. Da questo punto di vista, l’elemento non sempre adeguatamente considerato è che l’Italia, prima di essere percepita come esigenza politica, è esistita nei vari secoli che hanno preceduto il Risorgimento nazionale dell’Ottocento, come dimensione culturale. Pur nella diversità degli Stati regionali, sanciti dalla Pace di Lodi nel 1454, grazie anche ad un confine geografico netto, le Alpi, e ad un protendersi in forma di penisola verso sud dell’insieme del territorio, a Firenze come a Napoli, a Venezia come a Milano, gli intellettuali sapevano di appartenere ad una medesima comunità, sostanziata da una lingua comune, cui aveva peraltro concorso in modo determinante il veneziano Pietro Bembo con le sue Prose della volgar lingua del 1525. Quando i patrioti porranno con forza il problema dell’unità politica, troveranno proprio nella straordinaria cultura italiana dei secoli che li avevano preceduti, le motivazioni più forti a questa esigenza, da Dante a Petrarca, a Machiavelli, per non dire della eredità classica di Roma. PINOCCHIANDO CON: nell’ambito di 1861 > 2011 >> 150° anniversario Unità d’Italia promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale ed Assessorato alle Attività Culturali a cura di Giorgio T. Costantino Dal 5 marzo al 3 aprile 2011 sabato 5 marzo, ore 12.00 Inaugurazione della mostra orario: da martedì a venerdì 15.30 – 19.30 sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 chiuso domenica e lunedì aperture straordinarie domenica 6 marzo e 3 aprile 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 scolaresche su prenotazione (t. 041 2386113 dal martedì al venerdì 9.00 – 13.00) sala Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Ora che il calendario della storia ci offre la straordinaria opportunità di riattraversare il senso del nostro essere italiani, riscopriamo, anche con piacevole sorpresa, che questi ultimi 150 anni trascorsi dalla costituzione politica del nostro Paese si sono arricchiti di nuovi simboli e nuove suggestioni che hanno confermato e cementato l’Italia, trascendendone i confini, angusti se immaginati quali barriere anziché ponti verso il mondo. Come facevano i mercanti del Medioevo e della prima età moderna, che con le loro merci portavano in Europa un modo di essere e di vivere che oggi chiamiamo “Made in Italy” o “Italian style”, allora come ora il prestigio di un popolo deriva dalla sua capacità produttiva, ma anche dal valore immateriale che al prodotto si lega. Tra le creazioni più straordinarie dell’immaginario ottocentesco, vi è un burattino pensato da Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Carlo Collodi (1826-90), a tutti noto come Pinocchio, le cui avventure apparvero a puntate, come si usava, a partire dal 1880 per essere raccolte in libro nel 1883. Lorenzini, di formazione mazziniana, partecipe alle vicende belliche del Risorgimento, con questo romanzo ci offre un affresco di un’Italia povera e contadina rispetto alla quale la condizione infantile diventa una possibilità di libertà, sostenuta dallo slancio della fantasia, anche per trascendere il perbenismo borghese. Perciò se l’epilogo delle vicende che riguardano Pinocchio riporta verso una normalizzazione dei comportamenti – l’intento di Collodi è pur sempre educativo – in realtà Pinocchio rimane nel sentire comune una creatura libera, che ingenuamente sbaglia e con convinzione si diverte. In lui troviamo quel desiderio di rovesciare ordini e abbattere divieti che ciascuno di noi avverte come esigenza insopprimibile. E proprio questo ha fatto di Pinocchio uno di noi, non solo in Italia, ma nel mondo. Per questo celebrare 150 anni di Unità nel suo segno significa riattivare quelle energie vitali di cui il nostro presente ha bisogno, nella molteplicità delle forme e delle riletture che solo artisti degni di questo nome, come sono quelli che hanno riscritto con i colori il personaggio di Pinocchio, ci sanno offrire. Tiziana Agostini STORIE E VICENDE DEI GIARDINI VENEZIANI mercoledì 30 marzo, ore 17.00 I GIARDINI STORICI DI VENEZIA in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani A cura di Ileana Chiappini di Sorio sala conferenze quarto piano ingresso libero Dalle cronache Barba risulta che il doge Domenico Michiel (1118 - 1129) si era fatto edificare, ancor prima di essere eletto doge, un palazzo con “zardin” a San Giovanni in Bragora, “in lo qual molte fiote se andava a trastullar”, cioè si concedeva il piacere dell’ozio intellettuale. Per la prima volta viene citato un giardino con il concetto di “delizia”. Agli inizi del secolo XIII, il fisico e medico veneziano Gualtieri, aveva creato, con il permesso della Repubblica, un orto botanico nell’isola di Sant’Elena per la coltivazione delle erbe necessarie alla sua professione, così come accadeva all’interno dei monasteri con la cultura dei “semplici”. Del resto i “taccuina sanitatis” sono l’esempio e il mezzo di divulgazione delle coltivazioni medicamentose. Nel Quattrocento il rapporto tra casa e giardino non poteva svilupparsi come nella Terra Ferma, dove la libertà creativa tra architettura muraria e architettura arborea era possibile date le vaste aree, quindi il giardino diveniva continuazione e ornamento complementare alla casa, preventivamente studiato in rapporto alla casa stessa. La pianta del de’ Barbari può darci l’idea della relazione tra casa e giardino. Quest’ultimo manteneva un carattere intimistico, quasi claustrale più adatto al raccoglimento che alla vita cavalleresca. Tradizionale era la presenza del cortile quadrato cintato da mura merlate con il pozzo convergente al centro, leggermente rialzato. All’interno le mura di cinta avevano le spalliere, cioè una sorta di gradone piantato, probabilmente con i gelsomini, portati in Europa dai Crociati. Una piccola porta nel muro di recinzione immetteva nel “brolo” che aveva anche una vigna lungo l’asse centrale ed era condizionata a forma di pergola a botte, simile a quella riportata nel “Polifilo” da Francesco Colonna. Un impianto, quindi, da microcosmo, simile ai giardinetti dei dipinti quattrocenteschi, più da giardino segreto che elemento di continuità della casa, come invece erano quelli di Cosimo il Vecchio de’ Medici in via Larga a Firenze. Probabilmente un esempio ancora molto simile è quello di Palazzo Dario posto nel retro del palazzo, cintato da mura merlate con una fontana con l’acqua che cala in una coppa di marmo, così come la descrive Henri de Régnier. Per quanto concerne le piantagioni, oltre ai gelsomini, dovevano esserci le viole, i rosetti e i narcisi descritti da Cornelio Castaldi per il giardino Priuli. A Murano avevano attecchito i cedri del Libano nel giardino Navagerio, forse il più celebre letterariamente, ma oggi non più esistente. Il Rinascimento portava in tutta Italia una concezione nuova del giardino, la cui progettazione rientrava nei compiti dell’architetto e molto spesso si ideava il giardino prima ancora della casa. A Venezia tutto ciò veniva accolto in ritardo e soprattutto stemperato in forme più adatte alla struttura urbana, priva di vaste aree dove poter imporre una simmetria architettonica. Uno dei più noti era il giardino di Pier Antonio Michiel, nel confinio di San Trovaso, disposto con piante “singolari”, cioè rare, “con armoniosa composizione e con figure importanti” riferendosi al concetto di “ars topiaria”. Doveva, quindi, essere un giardino particolare se era citato nei trattati di botanica ed era richiesta la visita degli specialisti in materia, soprattutto per la cultura dei “semplici”, della “piante pellegrine” ed infine anche per le “grottesche” e gli impianti idraulici che alimentavano le fontane. Quindi all’estetica formale, aderiva anche la ricerca scientifica con una inclinazione al gusto fantastico. A quest’epoca, il concetto di giardino veniva anche considerato come fuga dello spirito dalla realtà contingente. Il Seicento vede persistere ancora il gusto dei temi cinquecenteschi, ma il giardino veniva assumendo un’estensione maggiore con prevalenza dell’elemento arboreo arricchito da gruppi scultorei e spesso prevale la scenografia teatrale con decorazioni fantastiche anche con l’intervento dei congegni meccanici per rumori improvvisi nelle grotte e giochi d’acqua (vedi Villa Barbarigo di Valsanzibio). A Venezia la fantasia si rivelava con i giardini pensili, uno dei quali di proprietà di un segretario di Palazzo, situato a San Gregorio, sopra al tetto della casa da dove apparivano “preziose e rare piante, alcune foggiate dello stesso proprietario a forma di mulini”, quindi un esempio di “ars topiaria”. I caratteri del Settecento avevano subìto in tutta Italia il gusto francese ormai predominante anche a Venezia. Ne è un importante esempio il giardino di Zenobio riprodotto con l’incisione di Carlevarijs. Un altro giardino con l’impostazione di parterres alla francese era quello Contarini alla Madonna dell’Orto del quale ci resta l’immagine con un bellissimo disegno di Guardi. Infine non possiamo dimenticare forse il più grande giardino per estensione che si era venuto a creare accanto a Palazzo Gradenigo di rio Marin, dove nel 1768 era stata organizzata per il carnevale una caccia al toro, competizione sportiva ma anche spettacolare. Si giunge all’Ottocento e alla fine della gloriosa e millenaria Repubblica di Venezia, che nel 1805 con il trattato di Presburgo, passava ai francesi. Napoleone, imperatore dal 1804 veniva a Venezia nel 1806 in visita ufficiale e volendo provvedere la città di una passeggiata pubblica ordinava, stanziando 400.000 lire, di costruire nella zona di Motta di San Antonio a Castello, un giardino pubblico, prolungato e collegato alla Riva degli Schiavoni mediante l’interramento del rio di Castello. La storia e le vicende dei giardini veneziani, spesso disattese dalla storiografia moderna, più attenta invece a quelli dell’entroterra, si chiude con questi ultimi episodi, dopo uno svolgersi di momenti felici, se pure non sempre all’altezza di alcuni celebri esempi soprattutto dell’Italia centrale. Tuttavia hanno rappresentano il carattere e lo stile di un ambiente tanto particolare come è quello di Venezia, che certamente non poteva offrire la possibilità di grandi impianti, né il gioco prospettico con il dislivello del terreno. Ileana Chiappini di Sorio scaffale aperto SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori VENEZIA COME martedì 1 marzo, ore 18.00 Presentazione del libro Venezia come (Gambier & Keller Editori, 2010) di Giorgio Gianighian e Paola Pavanini, illustrazioni di Giorgio Del Pedros Partecipano all’incontro Giorgio Gianighian, Ivano Turlon. Coordina Valter Baldassi Venezia è la città ideale per i bambini: senza pericoli, rumori, traffico essi possono prendere conoscenza degli spazi liberamente. Purtroppo i piccoli turisti che vengono con le famiglie a visitare la città certo non ne percepiscono tali caratteristiche. La città risulta difficile, faticosa e soprattutto incomprensibile: una Disneyland meno divertente dell’originale. Dopo la prima ammirata meraviglia, una serie di stupori e interrogazioni: come si reggono case e palazzi nell’acqua? Perché il tessuto urbano, così denso, è interrotto da tanti campi e corti? E perché in ogni campo e corte si trova una vera da pozzo? Perché i camini hanno quella forma bizzarra? E così di seguito. Capire com’è fatta, come funziona e come ha funzionato è il primo passo per viverla e goderne. Giorgio Gianighian, architetto, è professore straordinario di restauro alla Facoltà d’Architettura dello Iuav. Ha lavorato con vari organismi internazionali nel campo della conservazione e protezione del patrimonio. Il suo interesse per Venezia, le sue case e i suoi peculiari sistemi edificativi, risale a molti anni addietro. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Paola Pavanini, storica free lance, si interessa di storia urbana veneziana, soprattutto del Rinascimento. Partecipa a colloqui internazionali e ha pubblicato saggi e articoli; benché non istituzionalizzata, si è creata un certo nome tra gli studiosi. SPERANZA NEL BUIO. GUIDA PER CAMBIARE IL MONDO venerdì 18 marzo, ore 16.30 Presentazione del libro Speranza nel buio. Guida per cambiare il mondo (Fandango libri, 2005) di Rebecca Solnit in collaborazione con l’Associazione Le Vicine di Casa Chi avrebbe immaginato, solo due decenni fa, un mondo in cui fosse scomparsa l’Unione Sovietica e avesse fatto il suo arrivo Internet? E che il prigioniero politico Nelson Mandela sarebbe diventato presidente del Sudafrica trasformato o che la rivolta zapatista nel Messico meridionale avrebbe segnalato il risorgere dell’universo indigeno? Rebecca Solnit, saggista e critica d’arte femminista, dalla prosa brillante e incisiva, attiva nei movimenti del suo paese, gli Stati Uniti, pone queste domande all’inizio del testo intitolato Speranza nel buio - guida per cambiare il mondo, una raccolta di brevi saggi, pubblicata nel 2005, in piena epoca Bush. L’autrice vuole proporre una nuova visione del modo in cui avvengono le trasformazioni e sostiene che bisogna innanzitutto “cambiare l’immaginario del cambiamento”. Questo, secondo lei, è il grande problema di oggi. I cambiamenti, le rivoluzioni che contano, infatti, per la Solnit, si svolgono innanzitutto dentro di noi, nella nostra mente e nelle forme della nostra immaginazione. Il cambiamento più difficile è rendersi conto che la politica nasce dalla diffusione delle idee e dalla immaginazione che prende forma. A volte poche persone ricche di passione cambiano il mondo, a volte le parole di una persona sola ispirano un movimento, anche dopo molti anni. A volte il cambiamento avviene improvvisamente, come quando cambia il tempo; a volte, invece, è necessario un accumulo graduale di cambiamenti impercettibili perché si determini una svolta nella storia. Senza speranza, tuttavia, nessun cambiamento è possibile. Convinta che il mondo attuale sia assai migliore di quello di ieri, la Solnit sostiene che i motivi di speranza oggi non mancano. La società civile, infatti, negli ultimi vent’anni ha assunto un ruolo sempre più influente e significativo. La trasformazione del mondo attuale, secondo Solnit, è dovuta non solo al capitale globale, ma anche e soprattutto ai sogni di libertà e giustizia di tanta gente in ogni parte del mondo. Il mondo è sempre più imprevedibile, rispetto alla nostra capacità di immaginazione. (...) Alessandra De Perini VENICE ROCK’N’ROLL. Avventure e vigliaccate di pirati della Laguna giovedì 31 marzo, ore 18.00 Presentazione del libro Venice rock’n’roll (Fernandel, 2011) di Paolo Ganz Lettura di brani e accompagnamento musicale dello stesso autore sala seminariale primo piano ingresso libero LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA in collaborazione con il Circolo Culturale Walter Tobagi giovedì 10 marzo / 24 marzo / 14 aprile / 21 aprile, ore 17.00 Scrivere a teatro a cura di Antonino Varvarà sabato 5 marzo / 19 marzo, ore 15.30 Officina di narrazione a cura di Roberto Ferrucci sala seminariale primo piano sala conferenze quarto piano ingresso riservato agli iscritti info: t. 041 5319530 [email protected] CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE venerdì 4 marzo, ore 17.30 Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia Conferenza Il carcere duro allo Spielberg, in occasione della presentazione del volume Spielberg. Documentazione sui detenuti politici italiani. Inventario 1822 - 1859 a cura di Luigi Contegiacomo sala seminariale primo piano ingresso libero martedì 22 marzo, ore 17.30 Cerimonia del 50° del Centro Studi Storici di Mestre Presentazione e distribuzione a tutti i soci del volume I primi cinquant’anni del Centro Studi Storici di Mestre, a cura di Roberto Stevanato A seguire premiazione del concorso La mia Mestre sala conferenze quarto piano ingresso libero “Tutta gente a cui l’America ha dato alla testa…” Rock a Venezia? Certo, si può fare! La città unica al mondo è il palcoscenico perfetto per le avventure di scalcinati e imberbi musicisti in cerca di gloria; ragazzini imbambolati davanti alle vetrine dei negozi per ammirare – e fortemente desiderare – la chitarra di John Lennon o il basso di Paul McCartney. E naturalmente c’è spazio anche per raccontare la gente che popola questo microcosmo: baristi e colleghi arruffoni, ma anche vicini molesti, veneziani imputriditi e ottusi, giocatori di tresette, esuli inconsolabili, guaritori più o meno in buona fede, puttane, vecchi ammonitori, cameriere impudiche, amanti pro tempore e venditori di vetro. Tutta gente a cui l’America, attraverso le note di una canzone, le scene di un film o le notizie di un giornale, ha dato alla testa. Un libro che racconta la passione per il blues a Venezia, e il “mito americano” visto attraverso le nebbie della laguna. Paolo Ganz è nato nel 1957 a Venezia, dove vive nel popolare sestiere di Cannaregio. È stato uno dei primi maestri riconosciuti di armonica Blues in Italia, dedicandosi all’armonica, alla chitarra e al canto. Ha partecipato a concerti, festival, trasmissioni televisive e sessions, sviluppando un suo stile particolare, semplice, diretto e immediato. Ha suonato in colonne sonore di film di successo e inciso una decina di dischi. Nel 1986 ha pubblicato per le Edizioni Bèrben di Ancona il primo metodo per armonica Blues mai apparso in Italia, che ha riscosso un apprezzabile successo e al quale hanno fatto seguito altri cinque volumi didattici, due dei quali dedicati alla chitarra Country Blues. Nel campo della narrativa ha pubblicato Nel nome del Blues (Agorà Factory, 2006) e Calle dei Bombardieri (Agorà Factory, 2009). DAL TEATRO AL RACCONTO, SCUOLE DI SCRITTURA Dopo il nuovo ciclo di incontri iniziati lo scorso novembre presso l’Hotel Bologna di Mestre – La bellezza dello scrivere – si rinnova l’appuntamento con una delle realtà più fertili e vive del panorama culturale mestrino. Il Laboratorio di Scrittura Creativa del Circolo Culturale Walter Tobagi “raddoppia” infatti – come ormai da qualche anno – in collaborazione con il Centro Culturale Candiani per due momenti molto attesi e aperti a tutti. Tra marzo e aprile si terrà infatti il corso Scrivere Teatro, con l’attore e regista Antonino Varvarà. Il seminario – nella sua formula collaudata e molto apprezzata - si ripropone di focalizzare l’attenzione sulla realizzazione di testi specifici per il palcoscenico alla guida di un autentico esperto della materia. Varvarà infatti non è solo Direttore Artistico del teatro Aurora di Marghera, ma lo è anche dell’Associazione “Piuttosto Puck - Venezia produce Palcoscenico”; è stato chiamato più volte all’Università di Udine per tenere dei seminari sulla Comunicazione Verbale e per alcuni incontri sulle tecniche espressive; insegna – tra le sue numerose attività – Teatro di Poesia alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine e all’Accademia teatrale Veneta di Venezia, oltre a tenere lezioni di recitazione presso il Conservatorio Musicale di Udine. Il corso – che già l’anno scorso ha goduto di grande successo – permetterà insomma un primo incontro con la scrittura teatrale in un ambiente frizzante e pieno di stimoli. Senza dimenticare che gli elaborati più interessanti potranno essere ripresi per le scene del Teatro Aurora di Marghera. Il secondo appuntamento previsto per il mese di marzo, si divide invece in due momenti, di assoluto interesse, nell’ambito dell’Officina di narrazione diretta dallo scrittore mestrino Roberto Ferrucci. Anche qui i corsisti avranno l’occasione non solo di cimentarsi con la scrittura in presa diretta, ma di confrontarsi con un grande protagonista della scena culturale veneziana e non solo. Ferrucci infatti si occupa di scrittura ma in una versione decisamente poliedrica, passando dai numerosi e premiati romanzi che scrive (l’ultimo, Sentimenti sovversivi, è uscito da poco in italiano e francese per Meet), alle lezioni di Scrittura Creativa per la Facoltà di Lettere dell’Università di Padova; dai radiodrammi per Rai Radio3 alle traduzioni per J.-Ph.Toussaint; dalle trasmissioni per Tele Capodistria, agli articoli per L’Unità, Liberazione, Linea d’Ombra – tra gli altri – alla direzione di videoclip per Franco Battiato, i Pitura Freska, Garbo. Insomma: tra l’Officina di narrazione con Roberto Ferrucci e Scrivere teatro con Antonino Varvarà, ci si può davvero regalare un momento carico di spunti e possibilità, un’autentica occasione di confronto e di crescita prezioso, a contatto con la cultura. Da non perdere! Anna Girardi BUON CINQUANTESIMO CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE “Il Centro Studi Storici è sorto il 20 marzo 1961 come gruppo di studio con lo scopo di “promuovere, coordinare e divulgare attività di carattere storico, artistico e culturale interessanti la Città di Mestre e le zone limitrofe”. Il 19 maggio venivano approvate la denominazione, il regolamento e la costituzione di un comitato, alla presidenza del quale fu chiamato Ugo Fasolo.” Dopo cinquant’anni di ininterrotta attività nel corso della quale l’Associazione ha promosso centinaia di ricerche sulla storia della Città, ha organizzato innumerevoli conferenze, convegni, tavole rotonde, esposizioni e rievocazioni, ha dato alle stampe quasi un centinaio di volumi, si può affermare che corretta fu l’intuizione di coloro che fondarono il Centro Studi Storici ed in linea con lo scopo sociale è stata ed è tutt’ora la sua attività. Il contributo che l’Associazione ha dato a Mestre perché conservasse almeno una residuale memoria storica e riscoprisse una sua identità civica è oramai patrimonio consolidato e largamente riconosciuto ed è di stimolo per gli organi direttivi ed i numerosi Soci affinché questa azione possa perdurare ancora a lungo nel tempo. Roberto Stevanato videoteca STORIE DI DONNE QUANDO IL CINEMA RACCONTA LE DONNE Giovanissime, poco più che adolescenti, di mezza età, anziane. Semplicemente, donne. Ognuna con desideri e speranze, ansie e incubi, piccoli sogni e, a volte, chiusure insuperabili. Attorno a loro e alle loro vite ruotano le dieci Storie di donne in programma, per indagare e riflettere su alcuni, fra i tanti modi possibili, di essere donna oggi. Storie che ci confermano – se mai ce ne fosse ancora, purtroppo, bisogno – che pregiudizi, tradizioni costrittive, violenze, discriminazioni colpiscono ancora e soprattutto le donne. Ma che ci regalano anche coraggiosi ritratti femminili che danno prova della forza e tenacia nell’affrontare gli eventi, qualunque essi siano. Quando il cinema diventa una finestra sul mondo, si può anche scoprire che la negazione del proprio nome e del proprio corpo può diventare l’unico modo per sopravvivere in una normalità fatta di paura e silenzio (Osama). Destini che si incrociano, donne invisibili accomunate dal coraggioso tentativo di sfuggire ad una sorte apparentemente ineluttabile riescono comunque a trovare amicizia, comprensione e conforto reciproco (Donne senza uomini). In un cinema nella maggior parte dei casi a firma maschile, sono però proprio le donne a saper guardare più a fondo, affrontando le solitudini contemporanee, l’inquietudine e l’incomunicabilità delle relazioni umane (Come l’ombra) e i tempi dell’attesa in cui tutto è sospeso, in temi più intimi e personali (la maternità in Lo spazio bianco). Lo sguardo indaga il mondo in cui viviamo, rendendo palesi le forti contraddizioni di società che si nascondono dietro la maschera del perbenismo (Niente velo per Jasira) e svela la crudeltà di scelte apparentemente normali in cui il potere spetta tutto ai confini, politico e geografici ma anche mentali, psicologici, emotivi (un matrimonio nella frontiera tra Israele e Siria in La sposa siriana). Queste storie attraversano generazioni, classi sociali, fedi religiose, culture e continenti mostrandoci come le differenze spariscano di fronte all’intolleranza e alla violenza (Racconti da Stoccolma) e come sia complicato rovesciare i luoghi comuni nella speranza di realizzare i propri sogni (Francesca). Dieci opere con stili e necessità differenti ma con l’urgenza comune di fare un cinema che racconti le diverse realtà femminili evidenziando il paradosso di un presente che molto spesso è troppo simile al passato. Personaggi che forse non ci somigliano, di certo storie che ci riguardano. Cristina Morello martedì 1 marzo, ore 21.00 Osama (Afghanistan/Giappone/Irlanda, 2002, 82’) di Siddiq Barmak giovedì 3 marzo, ore 21.00 La sposa siriana (Hacala Hasurit, Francia/ Germania/Israele, 2004, 104’, v.o. sott. it.) di Eran Riklis martedì 8 marzo, ore 21.00 Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna, Francia/Gran Bretagna, 2008, 105’) di Jean-Pierre e Luc Dardenne giovedì 10 marzo, ore 21.00 Racconti da Stoccolma (När mörkret faller, Svezia/Germania, 2006, 133’, V.M. 14) di Anders Nilsson martedì 15 marzo, ore 21.00 Come l’ombra (Italia, 2006, 87’) di Marina Spada giovedì 17 marzo, ore 21.00 Meduse (Meduzot, Israele/Francia, 2007, 78’) di Etgar Keret, Shira Geffen martedì 22 marzo, ore 21.00 Niente velo per Jasira (Towelhead, USA, 2007, 124’, V.M. 14) di Alan Ball giovedì 24 marzo, ore 21.00 Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan, Germania/Austria/Francia, 2009, 95’) di Shirin Neshat martedì 29 marzo, ore 21.00 Lo spazio bianco (Italia, 2009, 98’) di Francesca Comencini giovedì 31 marzo, ore 21.00 Francesca (Romania, 2009, 100’) di Bobby Paunescu sala conferenze quarto piano ingresso riservato ai soci CinemaPiù 2010 / 2011 (valida sino al 30 giugno 2011). Tessera ordinaria 30 euro, studenti 20 euro in vendita alla biglietteria del Centro. È consigliata la prenotazione. AL CINEMA CON SLOW FOOD Nessun primo piano di piatti preparati per deliziare i palati più aristocratici, nessun piano sequenza di virtuosistici tagli di verdure. Ci si dimentica troppo spesso che l’arrivo del cibo in cucina e al nostro palato è solo uno dei passaggi della sua storia, una storia che parte da produttori che difendono territori, tradizioni e diverse visioni del mondo, e attraverso di noi, la nostra salute e il nostro piacere, torna a condizionare il mondo. Infatti i consumatori stessi, scegliendo un cibo piuttosto che un altro, scelgono di supportare anche tutto ciò che sta dietro al cibo stesso: i produttori, gli ambienti, le idee. E nel momento attuale, in cui il sistema della produzione di massa e della grande distribuzione del cibo entrano in conflitto con la salute dei nostri corpi, della nostra Terra e dei nostri portafogli, il cinema ci mette a disposizione, offrendo il suo sguardo lucido per raccontare le violenze, le manipolazioni e gli sfruttamenti alla base dell’alimentazione mondiale. Un cinema che ci toglie l’appetito? Assolutamente no! Si tratta di un cinema che ci invoglia ad informarci di più e a cambiare i nostri stili di vita, gratificando il nostro palato, nel rispetto dell’ambiente e dei produttori. Food, Inc., documentario vincitore della sua categoria al Festival Internazionale Slow Food on Film 2009, ci racconta del potere delle multinazionali e delle lobbies della grande industria, e i costi sociali derivanti dalle politiche di grande scala. Il nostro pane quotidiano (Unser täglich Brot) affronta, attraverso la potenza dalle sole immagini, l’innaturalità della produzione di massa. Mondovino è un’inchiesta in stile Michael Moore nel mondo del vino, dagli USA alla Francia, dall’Italia al Sud America, per descrivere le diverse concezioni che lo animano: da una parte la qualità, la tradizione e la personalità, dall’altra il business e chi cerca di omologare i gusti. Il Mondo secondo Monsanto affronta i misfatti della multinazionale Monsanto, che cerca di imporre a tutto il mondo le sue sementi OGM e i suoi prodotti chimici, senza nessun rispetto per leggi, persone ed ambiente. A questi esempi negativi si contrappongono modelli virtuosi, come alcuni viticoltori, agricoltori e consumatori che hanno raggiunto una certa “coscienza alimentare” raccontati in Mondovino e Food,Inc. E ancora Cafè y Cafè racconta di come è possibile creare nuovi modelli di produzione: il caffè Huehuetenango del Presidio Slow Food viene coltivato in Guatemala nel rispetto sociale e ambientale, e successivamente tostato dai detenuti del carcere di Torino. Terra Madre, infine, è il nome di un incontro che l’organizzazione Slow Food organizza ogni due anni per far dialogare le Comunità del Cibo di tutto il mondo, coinvolte a vario titolo nella salvaguardia della biodiversità e genuinità naturale. Con determinazione e poesia, Ermanno Olmi documenta l’edizione del 2008, a cui hanno partecipato oltre 6000 delegati, il tutto alternato ad interviste e racconti che descrivono il rapporto dell’uomo con la natura. Fabio Coronin IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi in collaborazione con Slow Food Mestre mercoledì 2 marzo, ore 21.00 Mondovino (USA/Francia/Argentina/Italia, 2004, 132’) di Jonathan Nossiter mercoledì 9 marzo, ore 21.00 Food, Inc. (USA, 2008, 93’) di Robert Kenner mercoledì 16 marzo, ore 21.00 Terra Madre (Italia, 2009, 78’) di Ermanno Olmi mercoledì 23 marzo, ore 21.00 Il Mondo secondo Monsanto (Francia/Canada, 2010, 109’) di Marie-Monique Robin mercoledì 30 marzo, ore 21.00 Cafè y Cafè (Italia, 2008, 37’, v.o. sott. it.) di Annamaria Gallone Il nostro pane quotidiano (Unser täglich Brot, Germania/Austria, 2005, 92’) di Nikolaus Geyrhalter sala conferenze quarto piano ingresso riservato ai soci CinemaPiù 2010 / 2011 (valida sino al 30 giugno 2011). Tessera ordinaria 30 euro, studenti 20 euro in vendita alla biglietteria del Centro, e soci Slow Food. È consigliata la prenotazione. LE GRANDI MOSTRE IN TOUR Marzo / Aprile 2011. in collaborazione con l’Associazione Culturale rossoprofili.it Quattro grandi mostre, quattro serate di presentazione per conoscere in anteprima i capolavori che vedremo nella prossima stagione. L’Associazione Culturale rossoprofili.it, in collaborazione con il Centro Culturale Candiani, organizza un ciclo di quattro conferenze sulle più importanti mostre della primavera. Storici dell’arte specializzati si alterneranno nell’illustrare al pubblico le principali tematiche delle esposizioni in oggetto, presentando alcuni dei capolavori fondamentali e raccontando la loro storia. Durante le serate sarà inoltre possibile prenotare le visite guidate alle stesse esposizioni. martedì 22 marzo, ore 21.00 Mediterraneo Palazzo Ducale, Genova. 27 novembre - 1 maggio Relatore Fabio Luca Bossetto martedì 29 marzo, ore 21.00 Matisse. La seduzione di Michelangelo Museo S. Giulia, Brescia. 11 febbraio - 12 giugno Relatrice Elisabetta Cortella mercoledì 6 aprile, ore 21.00 Lorenzo Lotto Scuderie del Quirinale, Roma. 2 marzo - 12 giugno Relatore Carlo Dal Pino mercoledì 13 aprile, ore 21.00 Guariento Monte di Pietà, Padova. 16 aprile - 31 luglio Relatrice Valeria Pensini Un itinerario nel colore, costruito attraverso ottanta dipinti provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo. La serata sarà un excursus da Cezanne a Monet, da Renoir a Boudin a van Gogh, e ancora Matisse, Derain, Marquet e Braque: tutti i grandi artisti catturati dalla luce calda del Mediterraneo. L’analisi del colore, della linea e del volume, fra sculture e dipinti del pittore francese, riletto attraverso il rapporto di fascinazione che questi ebbe con il grande Michelangelo. La serata sarà un’interessante introduzione ad una mostra che si presenta come un’occasione unica per ammirare 150 opere di uno dei grandi protagonisti dell’arte moderna. Una serata introduttiva ad una grande mostra, dedicata al pittore veneziano, che raccoglierà tutti i principali capolavori dell’artista, in una monografica che mira a restituire a Lotto un ruolo di primo piano nella storia dell’arte rinascimentale. La mostra sarà articolata su tre sedi per raccontare una Padova, quella trecentesca, all’apice del proprio splendore, tra giottismo e arte “di corte”. Un protagonista ritrovato per un’immersione nei fasti carraresi che vi farà scoprire un ambiente culturale tra i più brillanti dell’epoca. sala seminariale primo piano ingresso libero sala seminariale piano ingresso libero sala conferenze quarto piano ingresso libero sala conferenze quarto piano ingresso libero agenda Candiani INFORMAZIONI CENTRO CULTURALE CANDIANI Piazzale Candiani 7 30174 Mestre Venezia Tel. 041 2386126 - Fax 041 2386112 www.centroculturalecandiani.it Biglietteria / Informazioni da martedì a sabato: 10.30 - 12.30 / 15.30 - 22.00 domenica e lunedì chiuso Tel. 041 2386126 Videoteca di Mestre (Aderente all’AVI Associazione Videoteche-Mediateche italiane) da martedì a venerdì: 09.00 - 13.00 / 14.00 - 17.00 sabato, domenica e lunedì chiuso Tel. 041 2386138 [email protected] Ingresso riservato ai soci CINEMAPIÙ Tessera ordinaria 30 euro Studenti 20 euro validità un anno (sino al 30 giugno 2011) in vendita alla biglietteria del Centro Culturale Candiani Navigazione Internet Ufficio Informazioni e Videoteca nei rispettivi orari di apertura Ingresso riservato ai soci Candiani Card La tessera costa 15 euro per 15 ore Ogni successiva ricarica 10 euro per 15 ore Segreteria Ludomedialab da martedì a venerdì: 10.00 - 12.00 martedì: 15.00 - 17.00 Tel. 041 2386113 [email protected] Osteria La Vida Nova da lunedì a giovedì: 09.30 - 15.00 / 18.00 - 21.30 venerdì e sabato: 18.00 - 24.00 chiuso la domenica Tel. 041 3033865 Si ricorda che non è consentito l’ingresso in sala a spettacolo iniziato. * ingresso libero previo ritiro del biglietto omaggio alla biglietteria del Centro sino ad esaurimento dei posti. martedì 1 marzo sala seminariale I piano, ore 18.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro Venezia come (Gambier & Keller Editori, 2010) di Giorgio Gianighian e Paola Pavanini, illustrazioni di Giorgio Del Pedros ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Osama (Afghanistan/Giappone/Irlanda, 2002, 82’) di Siddiq Barmak ingresso soci CinemaPiù auditorium IV piano, ore 21.30 RADIO DAF ingresso: posto unico 3 euro Biglietti già in vendita mercoledì 2 marzo sala seminariale I piano, ore 17.30 L’INQUIETA BELLEZZA DELLE EMOZIONI in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre L’emozione nella letteratura L. Lombardo ingresso libero auditorium IV piano, ore 21.00 ALL YOU NEED IS X-MUSIC Seconda edizione Brake Drum Percussion ingresso: intero 10 euro, giovani fino ai 26 anni 3,50 euro, GaT 2,50 euro su prenotazione. Biglietti già in vendita sala conferenze IV piano, ore 21.00 IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi Mondovino (USA/Francia/Argentina/Italia, 2004, 132’) di Jonathan Nossiter ingresso soci CinemaPiù e Slow Food giovedì 3 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 OMAGGIO A EMILIO SALGARI La figlia del corsaro verde (Italia, 1940, 76’) di Enrico Guazzoni ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE La sposa siriana (Hacala Hasurit, Francia/Germania/ Israele, 2004, 104’, v.o. sott. it.) di Eran Riklis ingresso soci CinemaPiù venerdì 4 marzo sala seminariale I piano, ore 17.30 CELEBRAZIONI DEL 150° DELL’UNITÀ D’ITALIA Centro Studi Storici di Mestre ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00 SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA Mine vaganti (Italia, 2010, 116’) di Ferzan Ozpetek ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25) sabato 5 marzo sala Paolo Costantini III piano, ore 12.00 PINOCCHIANDO CON: Inaugurazione mostra sala seminariale I piano, ore 15.30 LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Officina di narrazione ingresso riservato agli iscritti lunedì 7 marzo sala conferenze IV piano, ore 18.00 SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI in collaborazione con casadelluomo, Associazione Culturale Nemus, SFI Società Filosofica Italiana-sezione di Venezia Nicola Cusano Stefano Maso ingresso libero martedì 8 marzo sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna, Francia/Gran Bretagna, 2008, 105’) di Jean-Pierre e Luc Dardenne ingresso soci CinemaPiù Tra falsi miti e facili conquiste: ideologie e comportamenti dei giovani del Nordest Incontro con Gianfranco Bettin ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi Food, Inc. (USA, 2008, 93’) di Robert Kenner ingresso soci CinemaPiù e Slow Food giovedì 10 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Scrivere a teatro ingresso riservato agli iscritti sala seminariale I piano, ore 17.30 L’INQUIETA BELLEZZA DELLE EMOZIONI in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre Incontri di lingua inglese ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Racconti da Stoccolma (När mörkret faller, Svezia/ Germania, 2006, 133’, V.M. 14) di Anders Nilsson ingresso soci CinemaPiù auditorium IV piano, ore 21.30 INDIE VOICES Joy ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita venerdì 11 marzo sala seminariale I piano, ore 18.00 INTRODUZIONE ALLA PRATICA FILOSOFICA Quattro incontri con l’autore in collaborazione con Phronesis Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Augusto Cavadi Presenta Filosofia di strada. La filosofia-in-pratica e le sue pratiche (Di Girolamo, 2010) ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00 SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA Promettilo! (Zavet, Francia/Serbia, 2007, 126’) di Emir Kusturica ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25) auditorium IV piano, ore 21.30 INDIE VOICES Margareth ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita sabato 12 marzo auditorium IV piano, ore 21.30 INDIE VOICES Cléo T. ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita lunedì 14 marzo sala conferenze IV piano, ore 18.00 LA GRANDE POLITICA E IL FUTURO DELL’ITALIA in collaborazione con la Fondazione Gianni Pellicani Il lungo cammino della destra italiana dal Msi al Pdl Partecipano all’incontro Massimo Cacciari e Alessandro Campi ingresso libero martedì 15 marzo sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Come l’ombra (Italia, 2006, 87’) di Marina Spada ingresso soci CinemaPiù auditorium IV piano, ore 21.30 JAZZ GROOVE Cristina Zavalloni Idea Per caso Aznavour ingresso: intero 15 euro - ridotto 12 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) Biglietti già in vendita mercoledì 16 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.30 OMAGGIO A EMILIO SALGARI Tavola rotonda La figura di Emilio Salgari tra romanzo, cinema e fumetto ingresso libero mercoledì 9 marzo auditorium IV piano, ore 17.30 LA FABBRICA DELLA CULTURA Incontri con le istituzioni Tecniche Improvvisative Piero Bittolo Bon ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi Terra Madre (Italia, 2009, 78’) di Ermanno Olmi ingresso soci CinemaPiù e Slow Food sala seminariale I piano, ore 18.00 LE GRAMMATICHE DELLA SCENA in collaborazione con Questa Nave / Teatro Aurora e la Fondazione di Venezia Esperienze - Giovani a Teatro giovedì 17 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 OMAGGIO A EMILIO SALGARI Il corsaro dell’isola verde (The Crimson Pirate, Usa/ Gran Bretagna, 1952, 104’) di Robert Siodmak ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Meduse (Meduzot, Israele/Francia, 2007, 78’) di Etgar Keret, Shira Geffen ingresso soci CinemaPiù sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan, Germania/Austria/Francia, 2009, 95’) di Shirin Neshat ingresso soci CinemaPiù venerdì 18 marzo sala seminariale I piano, ore 16.30 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro Speranza nel buio. Guida per cambiare il mondo (Fandango libri, 2005) di Rebecca Solnit ingresso libero venerdì 25 marzo sala seminariale I piano, ore 17.30 LIBERI DI NON CREDERE Premiazione del Primo Concorso fotografico on line Liberi di non credere ingresso libero auditorium IV piano, ore 17.30 OMAGGIO A EMILIO SALGARI Spettacolo teatrale Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della Magnesia ingresso: posto unico 5 euro Biglietti già in vendita sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00 SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA Affetti e dispetti (La nana, Cile, 2009, 94’) di Sebastián Silva ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25) sabato 19 marzo sala seminariale I piano, ore 15.30 LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Officina di narrazione ingresso riservato agli iscritti auditorium IV piano, ore 21.30 SCENA MOBILE Intrecci di spettacolo Falluja ingresso: intero 7 euro – ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) Biglietti già in vendita lunedì 21 marzo sala conferenze IV piano, ore 18.00 SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI in collaborazione con casadelluomo, Associazione Culturale Nemus, SFI Società Filosofica Italiana-sezione di Venezia Niccolò Machiavelli Ruggero Zanin ingresso libero martedì 22 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.30 CERIMONIA DEL 50° DEL CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE ingresso libero sala seminariale I piano, ore 21.00 LE GRANDI MOSTRE IN TOUR Mediterraneo Palazzo Ducale, Genova ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Niente velo per Jasira (Towelhead, USA, 2007, 124’, V.M. 14) di Alan Ball ingresso soci CinemaPiù mercoledì 23 marzo sala seminariale I piano, ore 16.30 SIMONE WEIL - UN PENSIERO DI DONNA PER IL TERZO MILLENIO in collaborazione con l’Associazione Le Vicine di Casa Lo sradicamento Partecipano all’incontro Annarosa Buttarelli e Domenico Canciani ingresso libero auditorium IV piano, ore 17.30 LA FABBRICA DELLA CULTURA Incontri con le istituzioni Il Nero e il Bianco Corso di Educazione al ritmo Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi Il Mondo secondo Monsanto (Francia/Canada, 2010, 109’) di Marie-Monique Robin ingresso soci CinemaPiù e Slow Food giovedì 24 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 OMAGGIO A EMILIO SALGARI Capitan Tempesta (Italia, 1942, 85’) di Corrado D’Errico ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00 SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA Il concerto (Le concert, Francia/Romania/Belgio/Italia, 2009, 120’) di Radu Mihaileanu ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25) sabato 26 marzo auditorium IV piano, ore 21.30 EMOZIONI ACUSTICHE Cinco do Zè Viaggi ingresso: posto unico 3 euro Biglietti già in vendita martedì 29 marzo sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Lo spazio bianco (Italia, 2009, 98’) di Francesca Comencini ingresso soci CinemaPiù sala seminariale I piano, ore 21.00 LE GRANDI MOSTRE IN TOUR Matisse. La seduzione di Michelangelo Museo Santa Giulia, Brescia. ingresso libero mercoledì 30 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 I GIARDINI STORICI DI VENEZIA ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO 6 documentari sulla produzione del cibo, oggi Cafè y Cafè (Italia, 2008, 37’, v.o. sott. it.) di Annamaria Gallone Il nostro pane quotidiano (Unser täglich Brot, Germania/Austria, 2005, 92’) di Nikolaus Geyrhalter ingresso soci CinemaPiù e Slow Food giovedì 31 marzo sala conferenze IV piano, ore 17.00 OMAGGIO A EMILIO SALGARI Pirati (Pirates, Francia/Tunisia, 1986, 124’) di Roman Polanski ingresso libero sala seminariale I piano, ore 18.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro Venice rock’n’roll (Fernandel, 2011) di Paolo Ganz ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 STORIE DI DONNE Francesca (Romania, 2009, 100’) di Bobby Paunescu ingresso soci CinemaPiù MOSTRE Dal 5 marzo al 3 aprile 2011 PINOCCHIANDO CON: sala Paolo Costantini III piano orario: da martedì a venerdì 15.30 – 19.30 sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 chiuso domenica e lunedì aperture straordinarie domenica 6 marzo e 3 aprile 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 scolaresche su prenotazione (t. 041 2386113 dal martedì al venerdì 9.00 – 13.00) ingresso libero Dal 25 marzo a 1° aprile 2011 LIBERI DI NON CREDERE Mostra fotografica IV piano, apertura negli orari di funzionamento del Centro ingresso libero LUDOMEDIALAB in collaborazione con Soggetto Venezia Dall’1 al 14 marzo Libro illustrato (classi 4^ e 5^) sala seminariale I piano, ore 17.00 LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Scrivere a teatro ingresso riservato agli iscritti Dal 15 al 24 marzo Forme e formati (classi 2^ e 3^) LIBERI DI NON CREDERE a cura dell’UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - Circolo di Venezia Premiazione del Primo Concorso fotografico on line Liberi di non credere. Immagini che rappresentano superstizioni, discriminazioni, violenze e ingerenze delle religioni in ambito sociale, ambientale e scientifico. Saranno poi proiettate non solo le foto vincitrici, scelte da una prestigiosa giuria, ma anche le foto più votate on line sul nostro sito in questi mesi. Tutti i concorrenti, che ringraziamo vivamente per la nutrita partecipazione e la qualità dei loro lavori, hanno espresso in vari modi una visione atea e agnostica del mondo. Sono state inviate tante immagini che rappresentano le contraddizioni di una religiosità oramai svelata, riflessioni garbatamente ironiche e a volte irriverenti. Sono state rappresentate quelle superstizioni, discriminazioni, ingerenze e violenze del dogma su persone e ambiente che erano il tema del concorso. Tanti obiettivi curiosi e aperti alla vita, pronti a cogliere l’attimo in cui si palesa un concetto, un pensiero. I partecipanti, premiati o no, e anche la sottoscritta, hanno goduto tutti di un piacere, e di un sorriso di soddisfazione, per essersi misurati con sé stessi e con la coerenza dei propri pensieri per aver raccolto la nostra sfida di saper materializzare, attraverso un’immagine, cosa si intende per libertà dalle imposizioni. Anche gli organizzatori sono molto soddisfatti e le immagini raccolte verranno usate in occasione di conferenze o volantini dell’Uaar del Circolo di Venezia. Cathia Vigato Per visionare le foto on line e accedere al regolamento: www.uaar.it/uaar/concorsofoto venerdì 25 marzo, ore 17.30 sala seminariale primo piano ingresso libero Dal 25 marzo a 1° aprile 2011 Mostra fotografica apertura negli orari di funzionamento del Centro quarto piano ingresso libero