031111
venerdì 4 marzo, ore 18.00 e 21.00
Mine vaganti (Italia, 2010, 116’)
di Ferzan Ozpetek
venerdì 11 marzo, ore 18.00 e 21.00
Promettilo!
(Zavet, Francia/Serbia, 2007, 126’)
di Emir Kusturica
venerdì 18 marzo, ore 18.00 e 21.00
Affetti e dispetti
(La nana, Cile, 2009, 94’)
di Sebastián Silva
Anno VI, numero 03 marzo 2011
Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006
direttore responsabile: Roberto Ellero
Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candiani
redazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7
30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112
http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected]
direttore: Roberto Ellero | redazione: Elisabetta Da Lio
hanno collaborato: Tiziana Agostini, Roberta Biagiarelli, Donatella Boldrin, Marilisa Capuano,
Andrea Centazzo, Ileana Chiappini di Sorio, Fabio Coronin, Alessandra De Perini, Giannatonio
De Vincenzo, Claudio Donà, Arianna Doria, Anna Girardi, Solenn Le Marchand, Carlo Montanaro,
Cristina Morello, Claudio Orlandi, Enrico Ricciardi, Roberto Stevanato, Cathia Vigato
Progetto grafico Studio Lanza | Stampa Multigraf
venerdì 25 marzo, ore 18.00 e 21.00
Il concerto
(Le concert, Francia/Romania/Belgio/
Italia, 2009, 120’)
di Radu Mihaileanu
sala conferenze quarto piano
ingresso:
intero 6 euro - ridotto 5 euro
(Candiani Card, CinemaPiù, studenti under 25)
marzo
S
NEW
CANDIANI
sabato 19 marzo, ore 21.30
SCENA MOBILE
Intrecci di spettacolo
UNA DONNA VESTITA DI NERO
La donna racconta di una sera imprecisata di alcuni anni fa.
Una sera qualunque di come si vive e si muore a Falluja, Iraq, cinquanta chilometri da Baghdad.
Un blindato con cinque marines a bordo: una normale azione di pattugliamento.
Normale, se non accadesse l’imprevisto che scatena l’incubo, sangue, morte e una notte tragica.
Eppure una notte e un incidente come ne accadono così tanti in Iraq che non merita neanche un articolo di
giornale. È la cronaca tutt’altro che eroica della lunga notte cui sono destinati una donna irachena, cieca, e
un soldato americano, costretti ad attraversarla insieme.
Notte scabrosa, livida, surreale, eppure ormai inarrestabile: parole, preghiere, desideri, un tè d’acqua sporca,
passioni, ricordi, rimpianti e una quantità di violenza smisurata, a portata di mano di un uomo e di una donna
che, in condizioni di vita meno surreali, mai si macchierebbero delle azioni che si troveranno a compiere in
questa notte, fino a un epilogo destinato a lasciare – in tutti – molto amaro in bocca.
PREGHIERA LAICA
FALLUJA
di Francesco Niccolini
con Roberta Biagiarelli
collaborazione di Simona Torretta
assistenza tecnica Giovanni Garbo
organizzazione Isabella Pedrazzi
una produzione Babelia & C.
Il testo di Falluja è una riscrittura in forma
di monologo di Canto per Falluja
prodotto nel 2008 da Associazione Un ponte per...
e da CSS – Udine
auditorium quarto piano - Biglietti già in vendita
ingresso: intero 7 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti)
Da oltre dieci anni mi occupo di un teatro che racconta di storie e geografie: prima Srebrenica, poi Chernobyl e
ora Falluja. Incontro le persone di quei luoghi e raccolgo le testimonianze dalla loro viva voce. Mi ci immergo,
sto in apnea, poi risalgo in superficie e applico il mio modo di fare e di intendere il teatro, produco informazioni
narrative, lo racconto. Là dove i luoghi non posso attraversarli fisicamente li attraverso con l’immaginazione, il
teatro per questo è un buon viatico. L’occasione di “andare” a Falluja si è palesata qualche anno fa e mi è stata
proposta da Simona Torretta e da Francesco Niccolini. A novembre 2006 siamo stati ad Amman, in Giordania,
non potendo entrare in Iraq, abbiamo incontrato una serie di profughi e rifugiati iracheni, anche fallujani, che
ci hanno raccontato le loro esperienze di guerra e di soprusi. Nel 2008 al Festival Vicino Lontano ho debuttato
nello spettacolo Canto per Falluja prodotto dal CSS di Udine. Oggi sento la necessità di provare a dare una
continuità a questo racconto perché la disumana e aberrante storia di Falluja non sia dimenticata, per recitarla
ancora, come una preghiera laica, per denunciarla e farla passare di bocca in bocca. Francesco Niccolini ha
fatto una riscrittura del testo per me in versione monologo. Simona Torretta ci accompagna in questo viaggio,
in mezzo ai mali che ci stanno devastando: la disinformazione, la sopraffazione e l’indifferenza, per cercare di
capire insieme, nel rito antico del teatro, se in fondo al buio c’è uno spiraglio di luce.
Roberta Biagiarelli
1 Second Life / Scena mobile / Falluja 2 La fabbrica della cultura / Il Suono Improvviso 3 Spettacoli / Emozioni acustiche / Cinco do Zè / Radio Daf / Omaggio a Emilio Salgari
4 Spettacoli / Indie Voices / X-Music / Jazz Groove 5 Mostre / Pinocchiando con: / I giardini storici di Venezia 6 Scaffale aperto / Incontri con gli autori / Laboratorio
di scrittura creativa / Centro Studi Storici di Mestre 7 Videoteca / Storie di donne / Il nostro pane quotidiano / Mostre in tour 8 Agenda / Liberi di non credere
LA FABBRICA DELLA CULTURA >>
VIVERE NON È FORSE, PER MOLTI VERSI, IMPROVVISARE?
Prendere decisioni rapide, impreviste, che a volte prendono in contropiede noi stessi! Sfruttare a nostro vantaggio occasioni prese al volo, esprimere le nostre idee, ascoltare ed elaborare quelle degli
altri, conversare amabilmente ed anche litigare, se necessario...
L’improvvisazione, che lo vogliamo o no, fa parte della nostra esperienza quotidiana: nella musica,
come nella vita di tutti i giorni, è un’arte che si apprende e si affina con l’esperienza diretta.
L’obiettivo di questi incontri sarà quello di prendere maggior confidenza con una pratica che in realtà
conosciamo tutti molto bene, ma di cui spesso ignoriamo le potenzialità latenti. Il fine non è tanto
affinare un’ “estetica” dell’improvvisazione musicale fine a se stessa, quanto lo sviluppare alcuni
strumenti pratici utilissimi (prontezza di riflessi, capacità di ascolto, concentrazione e sintesi, capacità di valutare il “peso” dei propri interventi, attitudine al “rischio”) a prescindere dal genere
musicale affrontato normalmente dagli allievi.
Nei tre anni di vita del Laboratorio sono state affrontate diverse tecniche improvvisative: dalla improvvisazione “concertata” (conduction) a quella più libera e “senza rete”, ai “game pieces” come
IL SUONO IMPROVVISO
mercoledì 9 marzo, ore 17.30
Tecniche Improvvisative
Piero Bittolo Bon
mercoledì 23 marzo, 17.30
Il Nero e il Bianco
Corso di Educazione al ritmo
Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang
auditorium quarto piano
ingresso libero
Cobra di John Zorn, ma senza tralasciare l’utilizzo di semplice materiale preordinato sul quale basare l’azione musicale.
Quest’anno il Laboratorio affronta uno dei capisaldi della musica creativa afroamericana: l’album Space Is The Place di Sun Ra, i
quali visionari e modernissimi temi verranno utilizzati come trampolino di lancio per le improvvisazioni degli allievi.
Giannatonio De Vincenzo
mercoledì 9 marzo
Tecniche Improvvisative
Piero Bittolo Bon
mercoledì 23 marzo
Il Nero e il Bianco. Corso di Educazione al ritmo
Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang
Considerato tra i migliori nuovi talenti della scena italiana del jazz e della
musica improvvisata, Piero Bittolo Bon è un polistrumentista fondamentalmente autodidatta. Nonostante il suo strumento d’elezione sia il sax alto,
dal suono personalissimo ma nel quale si riconoscono le influenze di Eric
Dolphy, Ornette Coleman, Tim Berne ed Henry Threadgill, si dedica anche
al sax baritono, al clarinetto basso e contralto e al flauto. A volte imbraccia
ancora il suo vecchio basso elettrico, che ha suonato in svariate band funk,
rock e reggae, prima di decidere di concentrarsi sugli strumenti a fiato e
sulla musica improvvisata.
Membro del collettivo El Gallo Rojo Records, una delle realtà italiane più
fresche e trainanti, attualmente è alla testa del suo sestetto Jümp The
Shark, un’ironica ed esplosiva miscela di composizione, improvvisazione
e groove, con Gerhard Gschlössl alla tuba e al trombone, Domenico Caliri
alle chitarre, Pasquale Mirra al vibrafono, Danilo Gallo al basso e Federico
Scettri alla chitarra.
È inoltre leader degli Original Pigneto Stompers, un nuovo progetto che
vede la partecipazione di Jamaaladeen Tacuma al basso elettrico, con
Simone Massaron alla chitarra e la doppia batteria di Scettri e Sorrentini,
e co-leader di Rollerball, con Beppe Scardino al sax baritono, Enrico Terragnoli alla chitarra, Danilo Gallo al basso e Max Sorrentini alla batteria.
Collabora con Francesco Cusa e Stefano Senni nel trio paritario Jaruzelski’s
Dream, primo gruppo italiano ad essere edito dalla prestigiona etichetta
Clean Feed Records. Fa parte del nuovo progetto del pianista Uri Caine,
Pulse. Collabora con numerosi altri gruppi all’interno del collettivo e con
altri importanti musicisti italiani e stranieri.
Insegna da anni nella storica scuola veneziana Il Suono Improvviso, dove
tiene un laboratorio di improvvisazione musicale.
La sua intensa attività live lo porta ad esibirsi in alcuni tra i più importanti
jazz club italiani ed esteri, tra i quali il Jazz Club di Ferrara, l’A-Trane ed il
B-Flat di Berlino, il Neue Tonne a Dresda, il Velvet Lounge di Chicago ed
in rassegne di respiro internazionale quali il Clusone Jazz Festival, Young
Jazz, Ostinati, Englewood Jazz Festival, Cormons Jazz & Wine, Berlin
Kollektiv Nights, San Servolo Jazz Meeting, Novara Jazz, Correggio Jazz
e molte altre.
Il corso si ripropone di approfondire tutti gli aspetti legati allo sviluppo
della sensibilità ritmica ed allo studio ed alla pratica di trame ritmiche che
provenienti dalla cultura africana, hanno dato origine alla musica afroamericana (Jazz, Funk, Blues, Rock ‘n’roll), brasiliana (Shoro, Samba, Bajao),
caraibica (Salsa, Reggae, Ska).
Gli incontri non sono rivolti ai soli percussionisti bensì strutturati in modo
da coinvolgere attivamente anche e soprattutto cantanti e strumentisti di
ogni tipo che vogliano rafforzare il proprio sentire del tempo e conoscere
suddivisioni e “clave” ritmiche fondamentali nella musica “moderna”.
Attivo dal 1983 nella multiforme realtà veneziana,
Il Suono Improvviso ha alle sue origini un’anima
jazzistica e in chiave jazzistica continua a interpretare l’intimo legame che unisce la città lagunare
alla materia sonora, fluida e impermanente come
l’elemento acqueo.
Riadattando ai tempi il proprio percorso didattico,
Il Suono Improvviso non ha però perso l’ispirazione originaria nell’idea di musica come pratica
creativa da condividere e luogo di impreviste
contaminazioni. E l’ambizione, non poi tanto se-
Luca Bortoluzzi. Appassionato alla musica ed alla batteria sin da bambino,
comincia giovanissimo con sporadiche frequentazioni della tromba e del pianoforte per poi intraprendere lo studio delle percussioni alla Civica Filarmonica
di Lugano. Studia poi privatamente in Italia con Giulio Capiozzo, Massimo
Manzi ed Alfredo Golino. Si diploma con “Honors Vocational” al Percussion
Institute di Los Angeles vincendo il “Jazz Stylist Award” nel 1990.
In oltre vent’anni di attività ha suonato jazz con Kyle Eastwood, Emil Richards, Franco Cerri, pop con Ricky Gianco, Gino Paoli, Eugenio Finardi,
reggae con Pitura Freska, Ska G, Du Boom, gospel e soul con Gospel
Times, Ronny Jones, Ken Bailey, Dirty Soul, musica brasiliana con Luma,
Rosa Emilia Diaz solo per citarne alcuni. È impegnato negli ultimi anni
nell’approfondimento delle origini autentiche della batteria attraverso lo
studio della musica africana.
Moulaye Niang. Autodidatta ma cresciuto a Dakar (Senegal) in una famiglia
ricca di stimoli musicali ed artistici. Moulaye ed i suoi tre fratelli maggiori
intraprendono lo studio delle percussioni. Ha lavorato come batterista a
Parigi con Dabì Touré, Big Mau nell’ambito della musica africana, Doc Gineco
in quello rap. In Senegal ha suonato tra gli altri con N. Der.
Trasferitosi in Italia collabora con Mauro Pagani, Eugenio Finardi, Rais e
fonda con Diez Abdul il gruppo multietnico Goreè Island suonando in molti
festival. A Venezia dal 1999 orienta la sua attività di musicista e promotore
culturale suonando in svariati progetti che puntano all’incontro fra la cultura
musicale africana ed i musicisti europei.
greta, di rendere questa nostra città un po’ meno
gotica e decadente, o appiattita sulle esigenze del
turismo di massa.
Una profonda passione per il fare musica insieme
ha improntato da sempre l’attività della scuola:
laboratori – orchestre per gli allievi che affiancano
i corsi di tecnica strumentale, stages intensivi con
nomi di spicco come Lee Konitz, Steve Lacy, Sal
Nistico, Rachel Gould, una ricca offerta concertistica, la produzione di cd, fino all’organizzazione
delle più recenti Venezia Suona e Veneto Suona.
Un’attività ormai ventennale, che si avvale di docenti di ragguardevole levatura artistica e che
ha avuto, in alcuni casi, l’onore di condurre a
traguardi professionali.
Il Suono Improvviso
Cannaregio, 3509 - Venezia
tel. +39 0412750049 - fax +39 0412756752
[email protected]
www.ilsuonoimprovviso.it
EMOZIONI ACUSTICHE >>
IN VIAGGIO CON I CINCO DO ZÈ
Anticipando l’estate, otto musicisti raccontano in bossanova e samba la vicinanza ideale che li
lega al Brasile. Tutto accade perchè la fascinazione non si ferma solo all’osservazione, ma trasferisce quel particolare sentire nella musica, cantando in portoghese e in veneziano le cadenze
ritmiche brasiliane.
Dei 12 brani che compongono il cd, 8 sono canzoni originali, parole e musica, di Lallo Orlandi e
Ferruccio Toffoletto. Ma il concerto sarà imperdibile occasione per sentire la bella voce di Arianna
Sperandio, gli accompagnamenti ritmici dello specialista in percussioni brasiliane Claudio Gucchierato e per verificare la salda presa alle corde del contrabbasso di Paolo Oggian.
La formazione di base composta dai cinque musicisti che hanno realizzato il disco, si arricchisce
per l’evento di altri tre strumentisti: alla chitarra, mandolino e voce Stefano Scutari, alla fisarmonica Enzo Moretto ed alle percussioni Tommaso Palma.
Claudio Orlandi
EMOZIONI ACUSTICHE
sabato 26 marzo, ore 21.30
Cinco do Zè
Viaggi
Lallo Orlandi chitarra - voce
Ferruccio Toffoletto flauto, sax soprano e voce
Arianna Sperandio voce
Claudio Gucchierato percussioni
Paolo Oggian contrabbasso
Stefano Scutari chitarra, mandolino e voce
Enzo Moretto fisarmonica
Tommaso Palma percussioni
auditorium quarto piano
ingresso: posto unico 3 euro
Biglietti già in vendita
martedì 1 marzo, ore 21.30
RADIO DAF
Gianluca “Freak” di Vacri basso
Alessandro “Ale” di Vacri voce e chitarra
Tommaso “Tommy”, forse di Vacri batteria
auditorium quarto piano
ingresso: posto unico 3 euro
Biglietti già in vendita
ESORDISCE SULLA SCENA ROCK LA NUOVA GIOVANE BAND DEI RADIO DAF
I fratelli DAF, classe ’88, ’89, ’90, tutti e tre veneziani, con all’attivo un album omonimo autoprodotto, hanno uno stile potente e diretto, tipico della
combinazione fra basso, chitarra e batteria.
Si sono incontrati musicalmente nel 2008 e hanno deciso di fare della loro musica uno stile di vita che ci porta alle sonorità rock - pop - grunge degli
anni Novanta con un pizzico di inventiva individuale.
La musica, fresca e innovativa, è composta dal trio, i testi sono scritti da Ale.
Radio Daf vuole esprimere il senso di libertà che ci viene dalla musica quando esce dalla Radio e ci porta in una dimensione di sogno.
Daf è l’unione dei suoni sensibili.
Il trio sul palco ha la scioltezza e la presenza scenica dei veri rocker. Nonostante la giovane età i fratelli Daf sanno quello che vogliono. Passano il
tempo a scrivere e comporre perché hanno già deciso che il loro futuro sarà fatto di musica.
I testi delle loro canzoni raccontano i sentimenti positivi e negativi che ognuno di noi prova crescendo come amori, dolori, sogni impossibili, i miti,
gli idoli che ritornano negli anni, dando ampio spazio all’adolescenza che qui diventa meta affascinante di tutta la vita.
“Su Rolling Stone c’è una foto di Plant del 1972, Nel ’72 avevo - 20 anni!” dice Alessandro.
Grande cura da parte del gruppo e un occhio di riguardo anche per il merchandaising, hanno infatti già prodotto per i loro fans magliette, ombrelli, borse,
adesivi. Dopo lungo tempo passato in studio, nella stagione 2011 inizieranno a farsi conoscere dal pubblico suonando a festival e live importanti.
Brano di punta del CD omonimo Radio Daf, è Dietro ogni giorno che è anche il video presentato a Sanremo Lab 2010 con il quale i fratelli Daf hanno
partecipato alle selezioni finali.
In attesa del nuovo cd in uscita in primavera, scopriamo chi sono i Radio Daf con una serie di appuntamenti live nel 2011.
Marilisa Capuano
EMILIO SALGARI NEL CENTENARIO DELLA MORTE
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
mercoledì 16 marzo, ore 17.30
Tavola rotonda
La figura di Emilio Salgari tra romanzo, cinema e fumetto
Intervengono Carlo Montanaro, Leopoldo Pietragnoli,
Piero Zanotto
Lettura di Mario Bardella
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
venerdì 18 marzo, ore 17.30
Spettacolo teatrale
Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della Magnesia
Arrembaggio scenico di Enrico Ricciardi - pirata letterario
in collaborazione con l’Associazione “Teatro alla Moda” e
gli Allievi del Centro Danza di Luciana De Fanti
Mario Bardella e Giorgio Bertan voci recitanti
auditorium quarto piano
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
Rassegna cinematografica
giovedì 3 marzo, ore 17.00
La figlia del corsaro verde (Italia, 1940, 76’)
di Enrico Guazzoni
giovedì 17 marzo, ore 17.00
Il corsaro dell’isola verde (The Crimson Pirate,
Usa/Gran Bretagna, 1952, 104’) di Robert Siodmak
giovedì 24 marzo, ore 17.00
Capitan Tempesta (Italia, 1942, 85’) di Corrado D’Errico
giovedì 31 marzo, ore 17.00
Pirati (Pirates, Francia/Tunisia, 1986, 124’)
di Roman Polanski
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
A pochi giorni dall’inaugurazione della grande Esposizione Universale che vede una Torino parata a festa, Emilio Salgari sale malinconicamente una
delle colline alla periferia della città per mettere in atto un proposito suicida. Era il 24 aprile del 1911. Era nato a Salzano 48 anni prima nell’agosto del
1862. La notizia passa in secondo piano di fronte all’avvenimento del giorno e nessuna delle grandi firme del mondo letterario e giornalistico gli tributa
l’omaggio che meriterebbe. Il suo funerale, tuttavia, è gremito di ragazzi di ogni ceto sociale che, attraverso le pagine dei suoi romanzi, erano stati da
lui trasportati in paesaggi misteriosi ed esotici, trascinati dalle straordinarie avventure di eroi come Sandokan o il Corsaro Nero, per citare forse i due
più famosi, il cui mito resiste inalterato fino ai giorni nostri.
La sua fortunata e tormentata carriera di scrittore, che annovera al suo attivo circa ottanta romanzi e un numero ancora imprecisato di racconti, comincia
nel 1883 con la pubblicazione a puntate sull’Arena di Verona del suo primo titolo di successo: La Tigre della Malesia.
Da quel momento, fino alla fine dei suoi giorni, Salgari sarà in balia degli editori che gli domanderanno sempre nuovi eroi e avventure che lui trasporterà
dalla Malesia all’Africa, dalle Americhe al Polo Australe, da Duemila leghe sotto l’America all’Egitto dei Faraoni e in un’infinità di altri luoghi che uscivano
soltanto dallo sforzo spasmodico della sua fantasia poiché, di questi luoghi, egli non ne aveva visto alcuno.
Se il padre era veronese, la madre era veneziana e, ospitato da alcuni parenti, nel 1878 studiò, con scarso profitto, al Regio Istituto Tecnico e Nautico
“Paolo Sarpi” di Venezia senza conseguire alcun diploma, nonostante per tutta la vita si fregiasse del titolo di “Capitano”. La sua sola esperienza marinara
fu un viaggio di alcuni mesi sulla nave Italia Una che si arrestò alle soglie di Brindisi. Di statura non oltrepassava il metro e cinquanta, ma praticava
molti sport eccellendo particolarmente nella scherma.
La sua vita piccolo-borghese contrastava con la dimensione spavalda e avventurosa dei suoi personaggi con cui spesso si identificava. Nonostante le
enormi tirature dei suoi romanzi i suoi contratti con gli editori erano forfettari per quattro o cinque romanzi all’anno, oltre ad altre novelle che scriveva
per diverse case editoriali. Il progressivo stress di lavoro, unito alle ristrettezze economiche sempre crescenti e, soprattutto, alla pazzia della moglie e la
morte della figlia, lo portarono al gesto estremo del suicidio. Una maledizione che sarà una tragica costante nella storia della famiglia Salgari che vide
ugualmente suicida il padre di Emilio ed i figli di lui: Nadir ed Omar.
A ricordare l’avvenimento commemorativo del centenario della morte di Emilio una tavola rotonda, una rassegna cinematografica e la rappresentazione
Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della Magnesia che, attraverso l’intreccio della storia della sua vita e quella dei personaggi dei suoi romanzi,
metterà in luce la doppia personalità dell’autore che percorse i Mondi Fantastici dell’Avventura senza mai muoversi dal suo scrittoio.
Enrico Ricciardi
TRA PIRATI E CORSARI VERDI
Hanno più o meno l’età del cinematografo i romanzi di Emilio Salgari: I misteri della giungla nera esce proprio in quel 1895 che segna anche la data
della prima proiezione dell’invenzione dei fratelli Lumière. Ma l’enorme successo ottenuto in un momento in cui la letteratura popolare esplodeva un
po’ dappertutto (il grande feuilleton francese, con personaggi negativi come Fantomas, o i romanzoni di reinvenzione storica come Il ponte dei Sospiri
di Michele Zevaco) perfino uscendo a dispense in edicola, esula da uno stretto rapporto con il nascente schermo illuminato e si limita all’area mediterranea. Malgrado il film più innovativo, che esce poco prima dell’inizio della Grande Guerra (1914) e che insegna al mondo intero come potenziare in
modo creativo il linguaggio della Decima musa, Cabiria, di Giovanni Pastrone, si ispiri a Il romanzo delle fiamme di Emilio Salgari, nello specifico una
rievocazione delle guerre puniche. Ma l’avventura, si sa, è l’avventura. I due cicli salgariani più amati e più ripercorsi anche dal cinematografo, sono
quelli dei pirati (Sandokan & co.) e dei corsari (neri, verdi, etc...). Libri e poi film di facile consumo e largo impatto popolare. Film che, qui da noi, sono
appartenuti a quella ricerca di leggerezza – e disimpegno – tipica del periodo che precede e succede alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Una
leggerezza fatta, alla fine, di corretta professionalità. La figlia del Corsaro Verde e Capitan Tempesta, come molte altre opere, vorrebbero emulare la
capacità d’intrattenimento del cinema medio di sapore hollywoodiano. Quel cinema che non tradisce mai come – per rimanere nel tema dei pirati –
nell’avventuroso ma fracassone Corsaro dell’Isola Verde (girato a Ischia... ) e che, anche quando non riesce a decollare alla grande, si salva comunque
soprattutto grazie al retrogusto dello humour, come in Pirati. Si dirà che Corrado D’Errico e il veterano Guazzoni poco hanno a spartire con Robert
Siodmak e Roman Polanski: ma se si tratta di combattere contro il “logorio della vita moderna”...
Carlo Montanaro
SPETTACOLI >>
UN FESTIVAL TUTTO INDIPENDENTE
Per festeggiare i suoi cinque anni, la rassegna Indie Voices si trasforma in un minifestival, della durata di tre giorni, con un programma ricco di eventi. Dal 10 al 12 marzo sul palco del Centro Culturale
Candiani si succederanno gruppi indipendenti provenienti dal Belgio, dalla Francia e dall’entroterra
veneziano. La tre giorni di musica indipendente sarà sostenuta anche da alcuni locali del centro di
Mestre con i quali la Macaco Records organizza un percorso musicale che precede e segue i concerti
al Candiani. Si parte giovedì 10 marzo con il gruppo belga Joy. Nel 2007, il cantante dei Venus, Marc
Huyghens, annunciava lo scioglimento del suo gruppo. Venus è stato un importante gruppo di riferimento per la scena indipendente europea: dieci anni di vita, cinque album, concerti sui principali
palchi europei e tanti fan rimasti molto delusi dalla loro separazione. Ci sono voluti cinque lunghi
anni prima che il cantante storico del gruppo ritornasse protagonista. Per il suo primo tour italiano,
il nuovo gruppo di Marc Huyghens, Joy, farà tappa proprio al Candiani di Mestre. Una batteria, una
chitarra, un violoncello e due voci per un rock minimalista e mistico in cui appaiono a tratti i rimpianti
Venus. Un ritorno tanto atteso!
INDIE VOICES
Quinta edizione
in collaborazione con Macaco Records
giovedì 10 marzo, ore 21.30
Joy
venerdì 11 marzo, ore 21.30
Margareth
sabato 12 marzo, ore 21.30
Cléo T.
auditorium quarto piano
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
Prima dei concerti sarà possibile degustare le prelibatezze
de La Vida Nova (piatto unico 5 euro)
Dopo i concerti dj set al Circolo Flat (via Einaudi)
con consumazioni a prezzo speciale.
Venerdì 11 marzo sarà la volta dei “nostrani” Margareth, gruppo del veneziano che da quattro anni percorre le vie del rock psichedelico e del pop artigianale. Dopo la pubblicazione del loro primo disco ufficiale due anni fa, i Margareth sono ormai pronti
per iniziare le registrazioni di un nuovo album che li porterà verso melodie sempre più oniriche e di cui, forse, avremo la fortuna
di ascoltare alcuni brani in anteprima nel corso del concerto al Candiani.
Il mini festival Indie Voices si concluderà sabato 12 marzo con il concerto di Cléo T. Il quintetto di Parigi, guidato dalla mistica
cantante, non esita a mischiare tradizione cantautorale a influenze cabarettistiche della Francia di altri tempi. Cléo ha accumulato negli anni riconoscimenti importanti da figure di spicco di una particolare musica indipendente. Amica di John Parrish,
Wovenhand e molti altri, Cléo ha ampliato i suoi orizzonti aprendo la sua musica ad influenze est europee, rifacendosi anche ad
un certo mood americano anni Venti. La voce di Cléo, alta e limpida, si mescola alla perfezione con la batteria, il violoncello, la
chitarra e il contrabbasso che l’accompagnano.
Sempre da giovedì 10 a sabato 12 marzo, la Vida Nova proporrà un piatto unico a soli 5 euro prima dei concerti in programma
alle 21.30. Dopo il concerto sarà il circolo Flat di via Einaudi (a due passi dal Candiani) a proporre consumazioni ad un prezzo
speciale per il pubblico di Indie Voices. Il tutto accompagnato da musica indipendente italiana ed internazionale.
Con questa quinta edizione, Indie Voices prosegue quindi nell’intento non solo di promuovere la musica indipendente internazionale di qualità, ma si propone anche di creare un vero percorso culturale e di aggregazione tra il Candiani, la Vida Nova e
il Flat. Un’occasione unica per passare un’ottima serata all’insegna della musica indipendente, dall’ora di cena fino alla notte,
girando a piedi per il centro di Mestre.
Solenn Le Marchand
MUSICA CONTEMPORANEA PER STRUMENTI A PERCUSSIONE... E NON SOLO
ALL YOU NEED IS X-MUSIC
Seconda edizione
in collaborazione con Associazione Amici della Musica di
Mestre, Lions Club Mestre Castelvecchio, Fondazione Toni
Benetton, Fondazione di Venezia / Euterpe Venezia / Progetto
Giovani a Teatro
con il Patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione,
Ufficio Scolastico Regionale del Veneto
mercoledì 2 marzo, ore 21.00
Brake Drum Percussion
Pietro Bertelli percussioni
Enrico Bertelli percussioni ed elettronica
Radislav Rudnicki live electronics
giovedì 7 aprile, ore 17.00 e 21.00
Stefano Bollani e David Riondino
presentano Dottor Djembè
Due puntate del programma radiofonico
con ospiti a sorpresa,
una produzione della RAI, Radio 3
auditorium quarto piano
ingresso: intero 10 euro, giovani fino ai 26 anni 3,50 euro,
GaT 2,50 euro su prenotazione.
Biglietti già in vendita
JAZZ GROOVE
in collaborazione con il Circolo Culturale Caligola
martedì 15 marzo, ore 21.30
Cristina Zavalloni Idea
Per caso Aznavour
Cristina Zavalloni voce
Stefano De Bonis pianoforte
Antonio Borghini contrabbasso, basso elettrico
Cristiano Calcagnile batteria, percussini
auditorium quarto piano
ingresso: intero 15 euro - ridotto 12 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti)
Biglietti già in vendita
Il Brake Drum Percussion è nato nel 1983 da un’idea di Pietro Bertelli che, attraverso assidua ricerca e numerose collaborazioni con compositori e
musicisti, è riuscito a creare un ensemble capace di promuovere ed eseguire la totalità del repertorio della Musica Contemporanea per strumenti a
percussione e non solo. Ad oggi, la line-up variabile che può arrivare a quattordici percussionisti, conta su uno strumentario di oltre 150 elementi.
L’ensemble annovera in repertorio capolavori di Cage, Xenakis, Nono, Radulescu, Donatoni, Scelsi, Reich, Riley, Obst, Nishimura, Holten, Flammer,
Brizzi, Scannavini, Cisternino, Centazzo, Dufourt, Correggia, Varèse, Louvier e molti altri, vantando oltre cinquanta prime mondiali.
Il BDP si è impegnato in varie collaborazioni con la Mitteleuropa Orchestra, Nuove Sincronie (Milano), Octandre (Bologna) e le Orchestre Sinfoniche di
Belluno, Treviso, Udine, Pordenone, Vicenza e Venezia.
...è il suono che il BDP riesce a creare a partire dalla partitura che stupisce ed ispira entusiasmo...
Andrea Centazzo
Numerose le performance a Festival di Musica Contemporanea in Italia ed Europa. Tra le registrazioni più prestigiose, Pléiades di Iannis Xenakis nel 1995,
sviluppata con la collaborazione di Xenakis stesso, Percussioni d’Italia dedicata alla Contemporanea Italiana di Scelsi, Correggia, Donatoni, Giommoni e
Cisternino, con notevole successo di critica. Del 2008, l’incisione di I speak percussion con brani per solo e duo. In uscita nel 2011 BDPton, emblema
della proposta BDP 2.1 per due percussionisti e live electronics con lavori cutting edge dell’elettroacustica.
Il BDP non ha mai trascurato l’attività didattica. Un progetto di lezioni concerto è promosso di anno in anno nelle scuole primarie e secondarie, mirato
a sensibilizzare gli studenti verso la musica e l’intero universo della percussione.
L’ISTRIONICA VOCE DI CRISTINA ZAVALLONI OMAGGIA CHARLES AZNAVOUR,
SOSPESA FRA CLASSICA E JAZZ
Con Solidago (Egea, 2009), Cristina Zavalloni ha avuto il merito di riportare alla luce un artista straordinario, Charles Aznavour, che in Italia per troppo
tempo è rimasto legato ai ricordi degli show televisivi del sabato sera o di Sanremo. La cantante di Bologna, fra le più duttili e famose internazionalmente
del nostro paese, s’è imbattuta casualmente nell’universo Aznavour, rimanendone subito affascinata. La scelta, nella vasta produzione dello chansonnier,
è caduta su brani degli anni Sessanta, alcuni dal sapore un po’ scanzonato, altri più intimistici, come Io tra di voi e Qui. Ma nell’album vi sono anche
composizioni della stessa Zavalloni ed una suite, che gli dà il titolo, ricca di suggestivi esercizi vocali, in cui è compresa Kaigomai Kaigomai, canzone
tradizionale greca resa celebre da Diamanda Galas. Proprio i brani più sperimentali ci ricordano che, oltre ad essere un’eccellente jazzista, la vocalist
emiliana è apprezzata interprete del repertorio classico, sia lirico e barocco che contemporaneo. Michael Nyman le ha recentemente dedicato un brano,
ed il compositore olandese Louis Andriessen l’ha utilizzata in molti suoi lavori.
Artista generosa e sincera, davvero fuori dal coro, la Zavalloni affronta con lo stesso entusiasmo e rispetto sia il pubblico del Blue Note di Milano che
quello della Carnegie Hall di New York. È fra le poche voci italiane in grado di disorientare l’orecchio di un pubblico colto od anche solo appassionato,
ed a non porsi vincoli di sorta, superando così le barriere dei generi, che sono oggi al centro del dibattito musicale. Il repertorio del concerto mestrino
dovrebbe ruotare intorno a Solidago anche se, conoscendo la sua incontenibile voglia di nuovo, non si possono escludere delle sorprese.
In una recente intervista Cristina Zavalloni ha precisato che: “la chiave di lettura di questo repertorio è la fascinazione per gli adorati anni Sessanta, di
cui ho cercato di ricreare con il mio quartetto il suono e la leggerezza stilistica. In questo progetto affronto un nuovo programma fatto di mie composizioni originali e di una personale rilettura di alcuni pezzi di Charles Aznavour, brani che hanno fatto la storia della canzone francese. Solidago é un mio
personale omaggio al poeta oltre che al grande interprete”.
Il disco in questione è il secondo del gruppo Idea – che prende il nome dal titolo del primo album (Egea, 2006) – uno dei più duraturi e collaudati fra i
suoi numerosi progetti, con cui sembra poter esprimere nel migliore dei modi la sua anima jazzistica. Sono al suo fianco da ormai cinque anni il pianista
lucano Stefano De Bonis, raffinato e muscolare allo stesso tempo, dotato comunque di grande sensibilità armonica, così come l’affiatata coppia ritmica
milanese formata dal bassista Antonio Borghini e dal batterista Cristiano Calcagnile, da qualche anno entrato a far parte del quintetto di Stefano Bollani.
Claudio Donà
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PINOCCHIO, UNO DI NOI
Miti, narrazioni e storie sono matrici del definirsi della identità comune prima ancora che su di essa
un insieme di persone consapevoli decida di dare assetto giuridico a quella realtà chiamandola
Stato. Da questo punto di vista, l’elemento non sempre adeguatamente considerato è che l’Italia,
prima di essere percepita come esigenza politica, è esistita nei vari secoli che hanno preceduto
il Risorgimento nazionale dell’Ottocento, come dimensione culturale.
Pur nella diversità degli Stati regionali, sanciti dalla Pace di Lodi nel 1454, grazie anche ad un
confine geografico netto, le Alpi, e ad un protendersi in forma di penisola verso sud dell’insieme del
territorio, a Firenze come a Napoli, a Venezia come a Milano, gli intellettuali sapevano di appartenere ad una medesima comunità, sostanziata da una lingua comune, cui aveva peraltro concorso
in modo determinante il veneziano Pietro Bembo con le sue Prose della volgar lingua del 1525.
Quando i patrioti porranno con forza il problema dell’unità politica, troveranno proprio nella straordinaria cultura italiana dei secoli che li avevano preceduti, le motivazioni più forti a questa
esigenza, da Dante a Petrarca, a Machiavelli, per non dire della eredità classica di Roma.
PINOCCHIANDO CON:
nell’ambito di
1861 > 2011 >> 150° anniversario Unità d’Italia
promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale
ed Assessorato alle Attività Culturali
a cura di Giorgio T. Costantino
Dal 5 marzo al 3 aprile 2011
sabato 5 marzo, ore 12.00
Inaugurazione della mostra
orario:
da martedì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
chiuso domenica e lunedì
aperture straordinarie domenica 6 marzo e 3 aprile
10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
scolaresche su prenotazione
(t. 041 2386113 dal martedì al venerdì 9.00 – 13.00)
sala Paolo Costantini terzo piano
ingresso libero
Ora che il calendario della storia ci offre la straordinaria opportunità di riattraversare il senso del nostro essere italiani, riscopriamo, anche con piacevole
sorpresa, che questi ultimi 150 anni trascorsi dalla costituzione politica del nostro Paese si sono arricchiti di nuovi simboli e nuove suggestioni che
hanno confermato e cementato l’Italia, trascendendone i confini, angusti se immaginati quali barriere anziché ponti verso il mondo. Come facevano
i mercanti del Medioevo e della prima età moderna, che con le loro merci portavano in Europa un modo di essere e di vivere che oggi chiamiamo
“Made in Italy” o “Italian style”, allora come ora il prestigio di un popolo deriva dalla sua capacità produttiva, ma anche dal valore immateriale che al
prodotto si lega.
Tra le creazioni più straordinarie dell’immaginario ottocentesco, vi è un burattino pensato da Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con lo pseudonimo
di Carlo Collodi (1826-90), a tutti noto come Pinocchio, le cui avventure apparvero a puntate, come si usava, a partire dal 1880 per essere raccolte
in libro nel 1883.
Lorenzini, di formazione mazziniana, partecipe alle vicende belliche del Risorgimento, con questo romanzo ci offre un affresco di un’Italia povera e
contadina rispetto alla quale la condizione infantile diventa una possibilità di libertà, sostenuta dallo slancio della fantasia, anche per trascendere il
perbenismo borghese. Perciò se l’epilogo delle vicende che riguardano Pinocchio riporta verso una normalizzazione dei comportamenti – l’intento
di Collodi è pur sempre educativo – in realtà Pinocchio rimane nel sentire comune una creatura libera, che ingenuamente sbaglia e con convinzione
si diverte. In lui troviamo quel desiderio di rovesciare ordini e abbattere divieti che ciascuno di noi avverte come esigenza insopprimibile. E proprio
questo ha fatto di Pinocchio uno di noi, non solo in Italia, ma nel mondo.
Per questo celebrare 150 anni di Unità nel suo segno significa riattivare quelle energie vitali di cui il nostro presente ha bisogno, nella molteplicità
delle forme e delle riletture che solo artisti degni di questo nome, come sono quelli che hanno riscritto con i colori il personaggio di Pinocchio, ci
sanno offrire.
Tiziana Agostini
STORIE E VICENDE DEI GIARDINI VENEZIANI
mercoledì 30 marzo, ore 17.00
I GIARDINI STORICI DI VENEZIA
in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei
e Monumenti Veneziani
A cura di Ileana Chiappini di Sorio
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
Dalle cronache Barba risulta che il doge Domenico Michiel (1118 - 1129) si era fatto edificare, ancor prima di essere eletto doge, un palazzo con “zardin”
a San Giovanni in Bragora, “in lo qual molte fiote se andava a trastullar”, cioè si concedeva il piacere dell’ozio intellettuale. Per la prima volta viene citato
un giardino con il concetto di “delizia”.
Agli inizi del secolo XIII, il fisico e medico veneziano Gualtieri, aveva creato, con il permesso della Repubblica, un orto botanico nell’isola di Sant’Elena
per la coltivazione delle erbe necessarie alla sua professione, così come accadeva all’interno dei monasteri con la cultura dei “semplici”. Del resto i
“taccuina sanitatis” sono l’esempio e il mezzo di divulgazione delle coltivazioni medicamentose.
Nel Quattrocento il rapporto tra casa e giardino non poteva svilupparsi come nella Terra Ferma, dove la libertà creativa tra architettura muraria e architettura arborea era possibile date le vaste aree, quindi il giardino diveniva continuazione e ornamento complementare alla casa, preventivamente
studiato in rapporto alla casa stessa.
La pianta del de’ Barbari può darci l’idea della relazione tra casa e giardino. Quest’ultimo manteneva un carattere intimistico, quasi claustrale più adatto
al raccoglimento che alla vita cavalleresca. Tradizionale era la presenza del cortile quadrato cintato da mura merlate con il pozzo convergente al centro,
leggermente rialzato. All’interno le mura di cinta avevano le spalliere, cioè una sorta di gradone piantato, probabilmente con i gelsomini, portati in Europa dai Crociati. Una piccola porta nel muro di recinzione immetteva nel “brolo” che aveva anche una vigna lungo l’asse centrale ed era condizionata
a forma di pergola a botte, simile a quella riportata nel “Polifilo” da Francesco Colonna. Un impianto, quindi, da microcosmo, simile ai giardinetti dei
dipinti quattrocenteschi, più da giardino segreto che elemento di continuità della casa, come invece erano quelli di Cosimo il Vecchio de’ Medici in via
Larga a Firenze. Probabilmente un esempio ancora molto simile è quello di Palazzo Dario posto nel retro del palazzo, cintato da mura merlate con una
fontana con l’acqua che cala in una coppa di marmo, così come la descrive Henri de Régnier.
Per quanto concerne le piantagioni, oltre ai gelsomini, dovevano esserci le viole, i rosetti e i narcisi descritti da Cornelio Castaldi per il giardino Priuli.
A Murano avevano attecchito i cedri del Libano nel giardino Navagerio, forse il più celebre letterariamente, ma oggi non più esistente.
Il Rinascimento portava in tutta Italia una concezione nuova del giardino, la cui progettazione rientrava nei compiti dell’architetto e molto spesso si
ideava il giardino prima ancora della casa.
A Venezia tutto ciò veniva accolto in ritardo e soprattutto stemperato in forme più adatte alla struttura urbana, priva di vaste aree dove poter imporre
una simmetria architettonica. Uno dei più noti era il giardino di Pier Antonio Michiel, nel confinio di San Trovaso, disposto con piante “singolari”, cioè
rare, “con armoniosa composizione e con figure importanti” riferendosi al concetto di “ars topiaria”. Doveva, quindi, essere un giardino particolare se
era citato nei trattati di botanica ed era richiesta la visita degli specialisti in materia, soprattutto per la cultura dei “semplici”, della “piante pellegrine” ed
infine anche per le “grottesche” e gli impianti idraulici che alimentavano le fontane. Quindi all’estetica formale, aderiva anche la ricerca scientifica con
una inclinazione al gusto fantastico. A quest’epoca, il concetto di giardino veniva anche considerato come fuga dello spirito dalla realtà contingente.
Il Seicento vede persistere ancora il gusto dei temi cinquecenteschi, ma il giardino veniva assumendo un’estensione maggiore con prevalenza dell’elemento arboreo arricchito da gruppi scultorei e spesso prevale la scenografia teatrale con decorazioni fantastiche anche con l’intervento dei congegni
meccanici per rumori improvvisi nelle grotte e giochi d’acqua (vedi Villa Barbarigo di Valsanzibio).
A Venezia la fantasia si rivelava con i giardini pensili, uno dei quali di proprietà di un segretario di Palazzo, situato a San Gregorio, sopra al tetto della
casa da dove apparivano “preziose e rare piante, alcune foggiate dello stesso proprietario a forma di mulini”, quindi un esempio di “ars topiaria”.
I caratteri del Settecento avevano subìto in tutta Italia il gusto francese ormai predominante anche a Venezia. Ne è un importante esempio il giardino di
Zenobio riprodotto con l’incisione di Carlevarijs.
Un altro giardino con l’impostazione di parterres alla francese era quello Contarini alla Madonna dell’Orto del quale ci resta l’immagine con un bellissimo
disegno di Guardi. Infine non possiamo dimenticare forse il più grande giardino per estensione che si era venuto a creare accanto a Palazzo Gradenigo
di rio Marin, dove nel 1768 era stata organizzata per il carnevale una caccia al toro, competizione sportiva ma anche spettacolare.
Si giunge all’Ottocento e alla fine della gloriosa e millenaria Repubblica di Venezia, che nel 1805 con il trattato di Presburgo, passava ai francesi. Napoleone, imperatore dal 1804 veniva a Venezia nel 1806 in visita ufficiale e volendo provvedere la città di una passeggiata pubblica ordinava, stanziando
400.000 lire, di costruire nella zona di Motta di San Antonio a Castello, un giardino pubblico, prolungato e collegato alla Riva degli Schiavoni mediante
l’interramento del rio di Castello.
La storia e le vicende dei giardini veneziani, spesso disattese dalla storiografia moderna, più attenta invece a quelli dell’entroterra, si chiude con questi
ultimi episodi, dopo uno svolgersi di momenti felici, se pure non sempre all’altezza di alcuni celebri esempi soprattutto dell’Italia centrale. Tuttavia hanno
rappresentano il carattere e lo stile di un ambiente tanto particolare come è quello di Venezia, che certamente non poteva offrire la possibilità di grandi
impianti, né il gioco prospettico con il dislivello del terreno.
Ileana Chiappini di Sorio
scaffale
aperto
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
VENEZIA COME
martedì 1 marzo, ore 18.00
Presentazione del libro Venezia come
(Gambier & Keller Editori, 2010)
di Giorgio Gianighian e Paola Pavanini,
illustrazioni di Giorgio Del Pedros
Partecipano all’incontro Giorgio Gianighian,
Ivano Turlon.
Coordina Valter Baldassi
Venezia è la città ideale per i bambini: senza pericoli, rumori, traffico essi possono
prendere conoscenza degli spazi liberamente.
Purtroppo i piccoli turisti che vengono con le famiglie a visitare la città certo non
ne percepiscono tali caratteristiche.
La città risulta difficile, faticosa e soprattutto incomprensibile: una Disneyland
meno divertente dell’originale.
Dopo la prima ammirata meraviglia, una serie di stupori e interrogazioni: come si
reggono case e palazzi nell’acqua? Perché il tessuto urbano, così denso, è interrotto
da tanti campi e corti? E perché in ogni campo e corte si trova una vera da pozzo?
Perché i camini hanno quella forma bizzarra? E così di seguito.
Capire com’è fatta, come funziona e come ha funzionato è il primo passo per
viverla e goderne.
Giorgio Gianighian, architetto, è professore straordinario di restauro alla Facoltà d’Architettura dello Iuav. Ha lavorato con vari organismi internazionali nel campo della conservazione e protezione del patrimonio. Il suo interesse per Venezia, le sue case e i suoi peculiari sistemi edificativi, risale a molti anni addietro. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
Paola Pavanini, storica free lance, si interessa di storia urbana veneziana, soprattutto del Rinascimento. Partecipa a colloqui internazionali e ha pubblicato saggi e articoli; benché non istituzionalizzata, si è
creata un certo nome tra gli studiosi.
SPERANZA NEL BUIO. GUIDA PER CAMBIARE IL MONDO
venerdì 18 marzo, ore 16.30
Presentazione del libro Speranza nel buio.
Guida per cambiare il mondo (Fandango
libri, 2005) di Rebecca Solnit
in collaborazione con l’Associazione
Le Vicine di Casa
Chi avrebbe immaginato, solo due decenni fa, un mondo in cui fosse scomparsa l’Unione Sovietica e avesse fatto il suo arrivo Internet? E che il prigioniero politico Nelson
Mandela sarebbe diventato presidente del Sudafrica trasformato o che la rivolta zapatista nel Messico meridionale avrebbe segnalato il risorgere dell’universo indigeno?
Rebecca Solnit, saggista e critica d’arte femminista, dalla prosa brillante e incisiva, attiva nei movimenti del suo paese, gli Stati Uniti, pone queste domande all’inizio del
testo intitolato Speranza nel buio - guida per cambiare il mondo, una raccolta di brevi saggi, pubblicata nel 2005, in piena epoca Bush.
L’autrice vuole proporre una nuova visione del modo in cui avvengono le trasformazioni e sostiene che bisogna innanzitutto “cambiare l’immaginario del cambiamento”.
Questo, secondo lei, è il grande problema di oggi.
I cambiamenti, le rivoluzioni che contano, infatti, per la Solnit, si svolgono innanzitutto dentro di noi, nella nostra mente e nelle forme della nostra immaginazione. Il cambiamento più difficile è rendersi conto che la politica nasce dalla diffusione delle idee e dalla immaginazione che prende forma. A volte poche persone ricche di passione
cambiano il mondo, a volte le parole di una persona sola ispirano un movimento, anche dopo molti anni. A volte il cambiamento avviene improvvisamente, come quando
cambia il tempo; a volte, invece, è necessario un accumulo graduale di cambiamenti impercettibili perché si determini una svolta nella storia.
Senza speranza, tuttavia, nessun cambiamento è possibile. Convinta che il mondo attuale sia assai migliore di quello di ieri, la Solnit sostiene che i motivi di speranza oggi
non mancano. La società civile, infatti, negli ultimi vent’anni ha assunto un ruolo sempre più influente e significativo. La trasformazione del mondo attuale, secondo Solnit,
è dovuta non solo al capitale globale, ma anche e soprattutto ai sogni di libertà e giustizia di tanta gente in ogni parte del mondo. Il mondo è sempre più imprevedibile,
rispetto alla nostra capacità di immaginazione. (...)
Alessandra De Perini
VENICE ROCK’N’ROLL. Avventure e vigliaccate di pirati della Laguna
giovedì 31 marzo, ore 18.00
Presentazione del libro Venice rock’n’roll
(Fernandel, 2011) di Paolo Ganz
Lettura di brani e accompagnamento
musicale dello stesso autore
sala seminariale primo piano
ingresso libero
LABORATORIO DI SCRITTURA
CREATIVA
in collaborazione con il Circolo Culturale
Walter Tobagi
giovedì 10 marzo / 24 marzo / 14 aprile / 21
aprile, ore 17.00
Scrivere a teatro
a cura di Antonino Varvarà
sabato 5 marzo / 19 marzo, ore 15.30
Officina di narrazione
a cura di Roberto Ferrucci
sala seminariale primo piano
sala conferenze quarto piano
ingresso riservato agli iscritti
info: t. 041 5319530
[email protected]
CENTRO STUDI STORICI
DI MESTRE
venerdì 4 marzo, ore 17.30
Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia
Conferenza Il carcere duro allo Spielberg,
in occasione della
presentazione del volume
Spielberg. Documentazione sui detenuti
politici italiani. Inventario 1822 - 1859
a cura di Luigi Contegiacomo
sala seminariale primo piano
ingresso libero
martedì 22 marzo, ore 17.30
Cerimonia del 50° del Centro
Studi Storici di Mestre
Presentazione e distribuzione a tutti i soci
del volume I primi cinquant’anni del Centro
Studi Storici di Mestre, a cura di Roberto
Stevanato
A seguire premiazione del
concorso La mia Mestre
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
“Tutta gente a cui l’America ha dato alla testa…”
Rock a Venezia? Certo, si può fare! La città unica al mondo è il palcoscenico perfetto per le avventure di scalcinati e imberbi musicisti in cerca di gloria; ragazzini
imbambolati davanti alle vetrine dei negozi per ammirare – e fortemente desiderare – la chitarra di John Lennon o il basso di Paul McCartney. E naturalmente
c’è spazio anche per raccontare la gente che popola questo microcosmo: baristi e
colleghi arruffoni, ma anche vicini molesti, veneziani imputriditi e ottusi, giocatori
di tresette, esuli inconsolabili, guaritori più o meno in buona fede, puttane, vecchi
ammonitori, cameriere impudiche, amanti pro tempore e venditori di vetro. Tutta
gente a cui l’America, attraverso le note di una canzone, le scene di un film o le
notizie di un giornale, ha dato alla testa. Un libro che racconta la passione per il
blues a Venezia, e il “mito americano” visto attraverso le nebbie della laguna.
Paolo Ganz è nato nel 1957 a Venezia, dove vive nel popolare sestiere di Cannaregio. È stato uno dei primi maestri riconosciuti di armonica Blues in Italia, dedicandosi all’armonica, alla chitarra e al canto. Ha
partecipato a concerti, festival, trasmissioni televisive e sessions, sviluppando un suo stile particolare, semplice, diretto e immediato. Ha suonato in colonne sonore di film di successo e inciso una decina di
dischi. Nel 1986 ha pubblicato per le Edizioni Bèrben di Ancona il primo metodo per armonica Blues mai apparso in Italia, che ha riscosso un apprezzabile successo e al quale hanno fatto seguito altri cinque
volumi didattici, due dei quali dedicati alla chitarra Country Blues. Nel campo della narrativa ha pubblicato Nel nome del Blues (Agorà Factory, 2006) e Calle dei Bombardieri (Agorà Factory, 2009).
DAL TEATRO AL RACCONTO, SCUOLE DI SCRITTURA
Dopo il nuovo ciclo di incontri iniziati lo scorso novembre presso l’Hotel Bologna di Mestre – La bellezza dello scrivere – si rinnova l’appuntamento con una delle realtà più
fertili e vive del panorama culturale mestrino. Il Laboratorio di Scrittura Creativa del Circolo Culturale Walter Tobagi “raddoppia” infatti – come ormai da qualche anno – in
collaborazione con il Centro Culturale Candiani per due momenti molto attesi e aperti a tutti.
Tra marzo e aprile si terrà infatti il corso Scrivere Teatro, con l’attore e regista Antonino Varvarà. Il seminario – nella sua formula collaudata e molto apprezzata - si ripropone
di focalizzare l’attenzione sulla realizzazione di testi specifici per il palcoscenico alla guida di un autentico esperto della materia.
Varvarà infatti non è solo Direttore Artistico del teatro Aurora di Marghera, ma lo è anche dell’Associazione “Piuttosto Puck - Venezia produce Palcoscenico”; è stato chiamato più volte all’Università di Udine per tenere dei seminari sulla Comunicazione Verbale e per alcuni incontri sulle tecniche espressive; insegna – tra le sue numerose
attività – Teatro di Poesia alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine e all’Accademia teatrale Veneta di Venezia, oltre a tenere lezioni di recitazione presso
il Conservatorio Musicale di Udine.
Il corso – che già l’anno scorso ha goduto di grande successo – permetterà insomma un primo incontro con la scrittura teatrale in un ambiente frizzante e pieno di stimoli.
Senza dimenticare che gli elaborati più interessanti potranno essere ripresi per le scene del Teatro Aurora di Marghera.
Il secondo appuntamento previsto per il mese di marzo, si divide invece in due momenti, di assoluto interesse, nell’ambito dell’Officina di narrazione diretta dallo scrittore
mestrino Roberto Ferrucci.
Anche qui i corsisti avranno l’occasione non solo di cimentarsi con la scrittura in presa diretta, ma di confrontarsi con un grande protagonista della scena culturale veneziana
e non solo. Ferrucci infatti si occupa di scrittura ma in una versione decisamente poliedrica, passando dai numerosi e premiati romanzi che scrive (l’ultimo, Sentimenti
sovversivi, è uscito da poco in italiano e francese per Meet), alle lezioni di Scrittura Creativa per la Facoltà di Lettere dell’Università di Padova; dai radiodrammi per Rai Radio3 alle traduzioni per J.-Ph.Toussaint; dalle trasmissioni per Tele Capodistria, agli articoli per L’Unità, Liberazione, Linea d’Ombra – tra gli altri – alla direzione di videoclip
per Franco Battiato, i Pitura Freska, Garbo.
Insomma: tra l’Officina di narrazione con Roberto Ferrucci e Scrivere teatro con Antonino Varvarà, ci si può davvero regalare un momento carico di spunti e possibilità,
un’autentica occasione di confronto e di crescita prezioso, a contatto con la cultura. Da non perdere!
Anna Girardi
BUON CINQUANTESIMO CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE
“Il Centro Studi Storici è sorto il 20 marzo 1961 come gruppo di studio con lo scopo di “promuovere, coordinare e divulgare attività di carattere storico, artistico e culturale
interessanti la Città di Mestre e le zone limitrofe”. Il 19 maggio venivano approvate la denominazione, il regolamento e la costituzione di un comitato, alla presidenza del
quale fu chiamato Ugo Fasolo.”
Dopo cinquant’anni di ininterrotta attività nel corso della quale l’Associazione ha promosso centinaia di ricerche sulla storia della Città, ha organizzato innumerevoli
conferenze, convegni, tavole rotonde, esposizioni e rievocazioni, ha dato alle stampe quasi un centinaio di volumi, si può affermare che corretta fu l’intuizione di coloro che fondarono il Centro Studi Storici ed in linea con lo scopo sociale è stata ed è tutt’ora la sua attività. Il contributo che l’Associazione ha dato a Mestre perché
conservasse almeno una residuale memoria storica e riscoprisse una sua identità civica è oramai patrimonio consolidato e largamente riconosciuto ed è di stimolo
per gli organi direttivi ed i numerosi Soci affinché questa azione possa perdurare ancora a lungo nel tempo.
Roberto Stevanato
videoteca
STORIE DI DONNE
QUANDO IL CINEMA RACCONTA LE DONNE
Giovanissime, poco più che adolescenti, di mezza età, anziane. Semplicemente, donne. Ognuna con desideri e speranze, ansie e incubi, piccoli sogni e, a volte, chiusure insuperabili. Attorno a loro e alle loro vite ruotano le dieci Storie di donne in programma, per indagare e riflettere su alcuni, fra i tanti modi possibili, di essere donna oggi.
Storie che ci confermano – se mai ce ne fosse ancora, purtroppo, bisogno – che pregiudizi, tradizioni costrittive, violenze, discriminazioni colpiscono ancora e soprattutto le donne. Ma che ci regalano anche coraggiosi ritratti femminili che danno prova della forza e tenacia nell’affrontare gli eventi, qualunque essi siano.
Quando il cinema diventa una finestra sul mondo, si può anche scoprire che la negazione del proprio nome e del proprio corpo può diventare l’unico modo per sopravvivere in una normalità fatta di paura e silenzio (Osama). Destini che si incrociano, donne invisibili accomunate dal coraggioso tentativo di sfuggire ad una sorte
apparentemente ineluttabile riescono comunque a trovare amicizia, comprensione e conforto reciproco (Donne senza uomini).
In un cinema nella maggior parte dei casi a firma maschile, sono però proprio le donne a saper guardare più a fondo, affrontando le solitudini contemporanee, l’inquietudine
e l’incomunicabilità delle relazioni umane (Come l’ombra) e i tempi dell’attesa in cui tutto è sospeso, in temi più intimi e personali (la maternità in Lo spazio bianco).
Lo sguardo indaga il mondo in cui viviamo, rendendo palesi le forti contraddizioni di società che si nascondono dietro la maschera del perbenismo (Niente velo per
Jasira) e svela la crudeltà di scelte apparentemente normali in cui il potere spetta tutto ai confini, politico e geografici ma anche mentali, psicologici, emotivi (un matrimonio nella frontiera tra Israele e Siria in La sposa siriana).
Queste storie attraversano generazioni, classi sociali, fedi religiose, culture e continenti mostrandoci come le differenze spariscano di fronte all’intolleranza e alla violenza
(Racconti da Stoccolma) e come sia complicato rovesciare i luoghi comuni nella speranza di realizzare i propri sogni (Francesca).
Dieci opere con stili e necessità differenti ma con l’urgenza comune di fare un cinema che racconti le diverse realtà femminili evidenziando il paradosso di un presente
che molto spesso è troppo simile al passato. Personaggi che forse non ci somigliano, di certo storie che ci riguardano.
Cristina Morello
martedì 1 marzo, ore 21.00
Osama (Afghanistan/Giappone/Irlanda,
2002, 82’) di Siddiq Barmak
giovedì 3 marzo, ore 21.00
La sposa siriana (Hacala Hasurit, Francia/
Germania/Israele, 2004, 104’, v.o. sott. it.)
di Eran Riklis
martedì 8 marzo, ore 21.00
Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna, Francia/Gran Bretagna, 2008, 105’)
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
giovedì 10 marzo, ore 21.00
Racconti da Stoccolma (När mörkret faller,
Svezia/Germania, 2006, 133’, V.M. 14)
di Anders Nilsson
martedì 15 marzo, ore 21.00
Come l’ombra (Italia, 2006, 87’)
di Marina Spada
giovedì 17 marzo, ore 21.00
Meduse (Meduzot, Israele/Francia, 2007,
78’) di Etgar Keret, Shira Geffen
martedì 22 marzo, ore 21.00
Niente velo per Jasira (Towelhead, USA,
2007, 124’, V.M. 14) di Alan Ball
giovedì 24 marzo, ore 21.00
Donne senza uomini (Zanan bedoone
mardan, Germania/Austria/Francia, 2009,
95’) di Shirin Neshat
martedì 29 marzo, ore 21.00
Lo spazio bianco (Italia, 2009, 98’)
di Francesca Comencini
giovedì 31 marzo, ore 21.00
Francesca (Romania, 2009, 100’)
di Bobby Paunescu
sala conferenze quarto piano
ingresso riservato ai soci CinemaPiù 2010 /
2011 (valida sino al 30 giugno 2011).
Tessera ordinaria 30 euro, studenti 20 euro
in vendita alla biglietteria del Centro.
È consigliata la prenotazione.
AL CINEMA CON SLOW FOOD
Nessun primo piano di piatti preparati per deliziare i palati più aristocratici, nessun piano sequenza di virtuosistici tagli di verdure. Ci si dimentica troppo spesso che l’arrivo del cibo in
cucina e al nostro palato è solo uno dei passaggi della sua storia, una storia che parte da produttori che difendono territori, tradizioni e diverse visioni del mondo, e attraverso di noi, la
nostra salute e il nostro piacere, torna a condizionare il mondo. Infatti i consumatori stessi, scegliendo un cibo piuttosto che un altro, scelgono di supportare anche tutto ciò che sta dietro
al cibo stesso: i produttori, gli ambienti, le idee. E nel momento attuale, in cui il sistema della produzione di massa e della grande distribuzione del cibo entrano in conflitto con la salute
dei nostri corpi, della nostra Terra e dei nostri portafogli, il cinema ci mette a disposizione, offrendo il suo sguardo lucido per raccontare le violenze, le manipolazioni e gli sfruttamenti
alla base dell’alimentazione mondiale. Un cinema che ci toglie l’appetito? Assolutamente no! Si tratta di un cinema che ci invoglia ad informarci di più e a cambiare i nostri stili di vita,
gratificando il nostro palato, nel rispetto dell’ambiente e dei produttori.
Food, Inc., documentario vincitore della sua categoria al Festival Internazionale Slow Food on Film 2009, ci racconta del potere delle multinazionali e delle lobbies della grande industria,
e i costi sociali derivanti dalle politiche di grande scala. Il nostro pane quotidiano (Unser täglich Brot) affronta, attraverso la potenza dalle sole immagini, l’innaturalità della produzione
di massa. Mondovino è un’inchiesta in stile Michael Moore nel mondo del vino, dagli USA alla Francia, dall’Italia al Sud America, per descrivere le diverse concezioni che lo animano: da
una parte la qualità, la tradizione e la personalità, dall’altra il business e chi cerca di omologare i gusti. Il Mondo secondo Monsanto affronta i misfatti della multinazionale Monsanto, che
cerca di imporre a tutto il mondo le sue sementi OGM e i suoi prodotti chimici, senza nessun rispetto per leggi, persone ed ambiente. A questi esempi negativi si contrappongono modelli
virtuosi, come alcuni viticoltori, agricoltori e consumatori che hanno raggiunto una certa “coscienza alimentare” raccontati in Mondovino e Food,Inc. E ancora Cafè y Cafè racconta di
come è possibile creare nuovi modelli di produzione: il caffè Huehuetenango del Presidio Slow Food viene coltivato in Guatemala nel rispetto sociale e ambientale, e successivamente
tostato dai detenuti del carcere di Torino. Terra Madre, infine, è il nome di un incontro che l’organizzazione Slow Food organizza ogni due anni per far dialogare le Comunità del Cibo di
tutto il mondo, coinvolte a vario titolo nella salvaguardia della biodiversità e genuinità naturale. Con determinazione e poesia, Ermanno Olmi documenta l’edizione del 2008, a cui hanno
partecipato oltre 6000 delegati, il tutto alternato ad interviste e racconti che descrivono il rapporto dell’uomo con la natura.
Fabio Coronin
IL NOSTRO
PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione
del cibo, oggi
in collaborazione con Slow Food Mestre
mercoledì 2 marzo, ore 21.00
Mondovino (USA/Francia/Argentina/Italia,
2004, 132’) di Jonathan Nossiter
mercoledì 9 marzo, ore 21.00
Food, Inc. (USA, 2008, 93’)
di Robert Kenner
mercoledì 16 marzo, ore 21.00
Terra Madre (Italia, 2009, 78’)
di Ermanno Olmi
mercoledì 23 marzo, ore 21.00
Il Mondo secondo Monsanto
(Francia/Canada, 2010, 109’)
di Marie-Monique Robin
mercoledì 30 marzo, ore 21.00
Cafè y Cafè (Italia, 2008, 37’, v.o. sott. it.)
di Annamaria Gallone
Il nostro pane quotidiano (Unser täglich
Brot, Germania/Austria, 2005, 92’)
di Nikolaus Geyrhalter
sala conferenze quarto piano
ingresso riservato ai soci CinemaPiù 2010 /
2011 (valida sino al 30 giugno 2011).
Tessera ordinaria 30 euro, studenti 20 euro
in vendita alla biglietteria del Centro, e soci
Slow Food.
È consigliata la prenotazione.
LE GRANDI MOSTRE IN TOUR
Marzo / Aprile 2011. in collaborazione con l’Associazione Culturale rossoprofili.it
Quattro grandi mostre, quattro serate di presentazione per conoscere in anteprima i capolavori che vedremo nella prossima stagione. L’Associazione Culturale rossoprofili.it, in collaborazione con il Centro Culturale Candiani, organizza un ciclo di quattro conferenze sulle più importanti mostre della primavera. Storici dell’arte specializzati si alterneranno nell’illustrare al
pubblico le principali tematiche delle esposizioni in oggetto, presentando alcuni dei capolavori fondamentali e raccontando la loro storia. Durante le serate sarà inoltre possibile prenotare
le visite guidate alle stesse esposizioni.
martedì 22 marzo, ore 21.00
Mediterraneo
Palazzo Ducale, Genova. 27 novembre - 1 maggio
Relatore Fabio Luca Bossetto
martedì 29 marzo, ore 21.00
Matisse. La seduzione di Michelangelo
Museo S. Giulia, Brescia. 11 febbraio - 12 giugno
Relatrice Elisabetta Cortella
mercoledì 6 aprile, ore 21.00
Lorenzo Lotto
Scuderie del Quirinale, Roma. 2 marzo - 12 giugno
Relatore Carlo Dal Pino
mercoledì 13 aprile, ore 21.00
Guariento
Monte di Pietà, Padova. 16 aprile - 31 luglio
Relatrice Valeria Pensini
Un itinerario nel colore, costruito attraverso ottanta dipinti provenienti da musei e collezioni
di tutto il mondo. La serata sarà un excursus
da Cezanne a Monet, da Renoir a Boudin a van
Gogh, e ancora Matisse, Derain, Marquet e Braque: tutti i grandi artisti catturati dalla luce calda
del Mediterraneo.
L’analisi del colore, della linea e del volume, fra sculture e dipinti del pittore francese, riletto attraverso
il rapporto di fascinazione che questi ebbe con il
grande Michelangelo. La serata sarà un’interessante
introduzione ad una mostra che si presenta come
un’occasione unica per ammirare 150 opere di uno
dei grandi protagonisti dell’arte moderna.
Una serata introduttiva ad una grande mostra,
dedicata al pittore veneziano, che raccoglierà tutti
i principali capolavori dell’artista, in una monografica che mira a restituire a Lotto un ruolo di primo
piano nella storia dell’arte rinascimentale.
La mostra sarà articolata su tre sedi per raccontare una Padova, quella trecentesca, all’apice del
proprio splendore, tra giottismo e arte “di corte”.
Un protagonista ritrovato per un’immersione nei
fasti carraresi che vi farà scoprire un ambiente
culturale tra i più brillanti dell’epoca.
sala seminariale primo piano
ingresso libero
sala seminariale piano
ingresso libero
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
agenda
Candiani
INFORMAZIONI
CENTRO CULTURALE CANDIANI
Piazzale Candiani 7
30174 Mestre Venezia
Tel. 041 2386126 - Fax 041 2386112
www.centroculturalecandiani.it
Biglietteria / Informazioni
da martedì a sabato:
10.30 - 12.30 / 15.30 - 22.00
domenica e lunedì chiuso
Tel. 041 2386126
Videoteca di Mestre
(Aderente all’AVI Associazione
Videoteche-Mediateche italiane)
da martedì a venerdì:
09.00 - 13.00 / 14.00 - 17.00
sabato, domenica e lunedì chiuso
Tel. 041 2386138
[email protected]
Ingresso riservato ai soci CINEMAPIÙ
Tessera ordinaria 30 euro
Studenti 20 euro
validità un anno
(sino al 30 giugno 2011)
in vendita alla biglietteria
del Centro Culturale Candiani
Navigazione Internet
Ufficio Informazioni e Videoteca
nei rispettivi orari di apertura
Ingresso riservato ai soci
Candiani Card
La tessera costa 15 euro per 15 ore
Ogni successiva ricarica
10 euro per 15 ore
Segreteria Ludomedialab
da martedì a venerdì: 10.00 - 12.00
martedì: 15.00 - 17.00
Tel. 041 2386113
[email protected]
Osteria La Vida Nova
da lunedì a giovedì:
09.30 - 15.00 / 18.00 - 21.30
venerdì e sabato:
18.00 - 24.00
chiuso la domenica
Tel. 041 3033865
Si ricorda che non è consentito
l’ingresso in sala a spettacolo iniziato.
* ingresso libero previo ritiro
del biglietto omaggio
alla biglietteria del Centro
sino ad esaurimento dei posti.
martedì 1 marzo
sala seminariale I piano, ore 18.00
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
Presentazione del libro Venezia come (Gambier &
Keller Editori, 2010) di Giorgio Gianighian e
Paola Pavanini, illustrazioni di Giorgio Del Pedros
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Osama (Afghanistan/Giappone/Irlanda, 2002, 82’)
di Siddiq Barmak
ingresso soci CinemaPiù
auditorium IV piano, ore 21.30
RADIO DAF
ingresso: posto unico 3 euro
Biglietti già in vendita
mercoledì 2 marzo
sala seminariale I piano, ore 17.30
L’INQUIETA BELLEZZA DELLE EMOZIONI
in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre
L’emozione nella letteratura
L. Lombardo
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 21.00
ALL YOU NEED IS X-MUSIC
Seconda edizione
Brake Drum Percussion
ingresso: intero 10 euro, giovani fino ai 26 anni 3,50
euro, GaT 2,50 euro su prenotazione.
Biglietti già in vendita
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione del cibo, oggi
Mondovino (USA/Francia/Argentina/Italia, 2004, 132’)
di Jonathan Nossiter
ingresso soci CinemaPiù e Slow Food
giovedì 3 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
La figlia del corsaro verde (Italia, 1940, 76’)
di Enrico Guazzoni
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
La sposa siriana (Hacala Hasurit, Francia/Germania/
Israele, 2004, 104’, v.o. sott. it.) di Eran Riklis
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 4 marzo
sala seminariale I piano, ore 17.30
CELEBRAZIONI DEL 150° DELL’UNITÀ D’ITALIA
Centro Studi Storici di Mestre
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00
SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA
Mine vaganti (Italia, 2010, 116’) di Ferzan Ozpetek
ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti under 25)
sabato 5 marzo
sala Paolo Costantini III piano, ore 12.00
PINOCCHIANDO CON:
Inaugurazione mostra
sala seminariale I piano, ore 15.30
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA
Officina di narrazione
ingresso riservato agli iscritti
lunedì 7 marzo
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
in collaborazione con casadelluomo,
Associazione Culturale Nemus, SFI Società Filosofica
Italiana-sezione di Venezia
Nicola Cusano
Stefano Maso
ingresso libero
martedì 8 marzo
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Il matrimonio di Lorna (Le silence de Lorna,
Francia/Gran Bretagna, 2008, 105’)
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
ingresso soci CinemaPiù
Tra falsi miti e facili conquiste: ideologie e
comportamenti dei giovani del Nordest
Incontro con Gianfranco Bettin
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione del cibo, oggi
Food, Inc. (USA, 2008, 93’) di Robert Kenner
ingresso soci CinemaPiù e Slow Food
giovedì 10 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA
Scrivere a teatro
ingresso riservato agli iscritti
sala seminariale I piano, ore 17.30
L’INQUIETA BELLEZZA DELLE EMOZIONI
in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre
Incontri di lingua inglese
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Racconti da Stoccolma (När mörkret faller, Svezia/
Germania, 2006, 133’, V.M. 14) di Anders Nilsson
ingresso soci CinemaPiù
auditorium IV piano, ore 21.30
INDIE VOICES
Joy
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
venerdì 11 marzo
sala seminariale I piano, ore 18.00
INTRODUZIONE ALLA PRATICA FILOSOFICA
Quattro incontri con l’autore
in collaborazione con Phronesis Associazione Italiana
per la Consulenza Filosofica
Augusto Cavadi
Presenta Filosofia di strada. La filosofia-in-pratica e
le sue pratiche (Di Girolamo, 2010)
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00
SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA
Promettilo! (Zavet, Francia/Serbia, 2007, 126’)
di Emir Kusturica
ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti under 25)
auditorium IV piano, ore 21.30
INDIE VOICES
Margareth
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
sabato 12 marzo
auditorium IV piano, ore 21.30
INDIE VOICES
Cléo T.
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
lunedì 14 marzo
sala conferenze IV piano, ore 18.00
LA GRANDE POLITICA E IL FUTURO DELL’ITALIA
in collaborazione con la Fondazione Gianni Pellicani
Il lungo cammino della destra italiana dal Msi al Pdl
Partecipano all’incontro Massimo Cacciari e
Alessandro Campi
ingresso libero
martedì 15 marzo
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Come l’ombra (Italia, 2006, 87’) di Marina Spada
ingresso soci CinemaPiù
auditorium IV piano, ore 21.30
JAZZ GROOVE
Cristina Zavalloni Idea
Per caso Aznavour
ingresso: intero 15 euro - ridotto 12 euro (Candiani
Card, CinemaPiù, studenti)
Biglietti già in vendita
mercoledì 16 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.30
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
Tavola rotonda
La figura di Emilio Salgari tra romanzo, cinema
e fumetto
ingresso libero
mercoledì 9 marzo
auditorium IV piano, ore 17.30
LA FABBRICA DELLA CULTURA
Incontri con le istituzioni
Tecniche Improvvisative
Piero Bittolo Bon
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione del cibo, oggi
Terra Madre (Italia, 2009, 78’) di Ermanno Olmi
ingresso soci CinemaPiù e Slow Food
sala seminariale I piano, ore 18.00
LE GRAMMATICHE DELLA SCENA
in collaborazione con Questa Nave / Teatro Aurora e la
Fondazione di Venezia Esperienze - Giovani a Teatro
giovedì 17 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
Il corsaro dell’isola verde (The Crimson Pirate, Usa/
Gran Bretagna, 1952, 104’) di Robert Siodmak
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Meduse (Meduzot, Israele/Francia, 2007, 78’)
di Etgar Keret, Shira Geffen
ingresso soci CinemaPiù
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Donne senza uomini (Zanan bedoone mardan,
Germania/Austria/Francia, 2009, 95’) di Shirin Neshat
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 18 marzo
sala seminariale I piano, ore 16.30
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
Presentazione del libro Speranza nel buio. Guida per
cambiare il mondo (Fandango libri, 2005)
di Rebecca Solnit
ingresso libero
venerdì 25 marzo
sala seminariale I piano, ore 17.30
LIBERI DI NON CREDERE
Premiazione del Primo Concorso fotografico on line
Liberi di non credere
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 17.30
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
Spettacolo teatrale
Lo strano caso di Mr. Salgari e del Pirata della
Magnesia
ingresso: posto unico 5 euro
Biglietti già in vendita
sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00
SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA
Affetti e dispetti (La nana, Cile, 2009, 94’)
di Sebastián Silva
ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti under 25)
sabato 19 marzo
sala seminariale I piano, ore 15.30
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA
Officina di narrazione
ingresso riservato agli iscritti
auditorium IV piano, ore 21.30
SCENA MOBILE
Intrecci di spettacolo
Falluja
ingresso: intero 7 euro – ridotto 5 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti)
Biglietti già in vendita
lunedì 21 marzo
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
in collaborazione con casadelluomo,
Associazione Culturale Nemus, SFI Società Filosofica
Italiana-sezione di Venezia
Niccolò Machiavelli
Ruggero Zanin
ingresso libero
martedì 22 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.30
CERIMONIA DEL 50° DEL CENTRO STUDI STORICI
DI MESTRE
ingresso libero
sala seminariale I piano, ore 21.00
LE GRANDI MOSTRE IN TOUR
Mediterraneo
Palazzo Ducale, Genova
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Niente velo per Jasira (Towelhead, USA, 2007, 124’,
V.M. 14) di Alan Ball
ingresso soci CinemaPiù
mercoledì 23 marzo
sala seminariale I piano, ore 16.30
SIMONE WEIL - UN PENSIERO DI DONNA PER IL TERZO
MILLENIO
in collaborazione con l’Associazione Le Vicine di Casa
Lo sradicamento
Partecipano all’incontro Annarosa Buttarelli e
Domenico Canciani
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 17.30
LA FABBRICA DELLA CULTURA
Incontri con le istituzioni
Il Nero e il Bianco
Corso di Educazione al ritmo
Luca Bortoluzzi e Moulaye Niang
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione del cibo, oggi
Il Mondo secondo Monsanto (Francia/Canada, 2010,
109’) di Marie-Monique Robin
ingresso soci CinemaPiù e Slow Food
giovedì 24 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
Capitan Tempesta (Italia, 1942, 85’)
di Corrado D’Errico
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00 e 21.00
SECOND LIFE - DOPO LA PRIMA
Il concerto (Le concert, Francia/Romania/Belgio/Italia,
2009, 120’) di Radu Mihaileanu
ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card,
CinemaPiù, studenti under 25)
sabato 26 marzo
auditorium IV piano, ore 21.30
EMOZIONI ACUSTICHE
Cinco do Zè
Viaggi
ingresso: posto unico 3 euro
Biglietti già in vendita
martedì 29 marzo
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Lo spazio bianco (Italia, 2009, 98’)
di Francesca Comencini
ingresso soci CinemaPiù
sala seminariale I piano, ore 21.00
LE GRANDI MOSTRE IN TOUR
Matisse. La seduzione di Michelangelo
Museo Santa Giulia, Brescia.
ingresso libero
mercoledì 30 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
I GIARDINI STORICI DI VENEZIA
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
6 documentari sulla produzione del cibo, oggi
Cafè y Cafè (Italia, 2008, 37’, v.o. sott. it.)
di Annamaria Gallone
Il nostro pane quotidiano (Unser täglich Brot,
Germania/Austria, 2005, 92’) di Nikolaus Geyrhalter
ingresso soci CinemaPiù e Slow Food
giovedì 31 marzo
sala conferenze IV piano, ore 17.00
OMAGGIO A EMILIO SALGARI
Pirati (Pirates, Francia/Tunisia, 1986, 124’)
di Roman Polanski
ingresso libero
sala seminariale I piano, ore 18.00
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
Presentazione del libro Venice rock’n’roll
(Fernandel, 2011) di Paolo Ganz
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
STORIE DI DONNE
Francesca (Romania, 2009, 100’) di Bobby Paunescu
ingresso soci CinemaPiù
MOSTRE
Dal 5 marzo al 3 aprile 2011
PINOCCHIANDO CON:
sala Paolo Costantini III piano
orario: da martedì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
chiuso domenica e lunedì
aperture straordinarie domenica 6 marzo e 3 aprile
10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
scolaresche su prenotazione (t. 041 2386113
dal martedì al venerdì 9.00 – 13.00)
ingresso libero
Dal 25 marzo a 1° aprile 2011
LIBERI DI NON CREDERE
Mostra fotografica
IV piano, apertura negli orari di funzionamento del
Centro
ingresso libero
LUDOMEDIALAB
in collaborazione con Soggetto Venezia
Dall’1 al 14 marzo
Libro illustrato (classi 4^ e 5^)
sala seminariale I piano, ore 17.00
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA
Scrivere a teatro
ingresso riservato agli iscritti
Dal 15 al 24 marzo
Forme e formati (classi 2^ e 3^)
LIBERI DI NON CREDERE
a cura dell’UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - Circolo di Venezia
Premiazione del Primo Concorso fotografico on line Liberi
di non credere. Immagini che rappresentano superstizioni,
discriminazioni, violenze e ingerenze delle religioni in ambito
sociale, ambientale e scientifico.
Saranno poi proiettate non solo le foto vincitrici, scelte da
una prestigiosa giuria, ma anche le foto più votate on line
sul nostro sito in questi mesi. Tutti i concorrenti, che ringraziamo vivamente per la nutrita partecipazione e la qualità
dei loro lavori, hanno espresso in vari modi una visione
atea e agnostica del mondo. Sono state inviate tante immagini che rappresentano le contraddizioni di una religiosità
oramai svelata, riflessioni garbatamente ironiche e a volte
irriverenti. Sono state rappresentate quelle superstizioni,
discriminazioni, ingerenze e violenze del dogma su persone
e ambiente che erano il tema del concorso. Tanti obiettivi
curiosi e aperti alla vita, pronti a cogliere l’attimo in cui si
palesa un concetto, un pensiero.
I partecipanti, premiati o no, e anche la sottoscritta, hanno
goduto tutti di un piacere, e di un sorriso di soddisfazione,
per essersi misurati con sé stessi e con la coerenza dei
propri pensieri per aver raccolto la nostra sfida di saper
materializzare, attraverso un’immagine, cosa si intende per
libertà dalle imposizioni.
Anche gli organizzatori sono molto soddisfatti e le immagini
raccolte verranno usate in occasione di conferenze o volantini
dell’Uaar del Circolo di Venezia.
Cathia Vigato
Per visionare le foto on line e accedere al regolamento:
www.uaar.it/uaar/concorsofoto
venerdì 25 marzo, ore 17.30
sala seminariale primo piano
ingresso libero
Dal 25 marzo a 1° aprile 2011
Mostra fotografica
apertura negli orari di funzionamento del Centro
quarto piano
ingresso libero