INTERVENTI Il bambino gifted: aspetti neuropsicologici e riabilitativi DALILA VIRDIS Terapista della Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Neuroscienze, Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata ILARIA NERI Psicologa, Dipartimento di Neuroscienze, Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata GABRIELE OLIVA Terapista della Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Neuroscienze, Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata ASSIA RICCIONI Medico in formazione specialistica, Dipartimento di Neuroscienze, Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata MONICA TERRIBILI Neuropsichiatra Infantile, Dipartimento di Neuroscienze, Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata SOMMARIO «La plusdotazione è un’asincronia dello sviluppo, nella quale elevate abilità cognitive e la capacità di svolgere le attività con notevole intensità si combinano per formare esperienze interiori e una consapevolezza che sono differenti dalla norma» (Columbus Group, 1991). Questa diversa modalità di esperire potrebbe esporli a rischio psicopatologico (Guénolé et al., 2013). È inoltre emerso da uno studio sullo sviluppo corticale come soggetti gifted mostrino un ritardo nella maturazione della corteccia, soprattutto a carico dell’area prefrontale (Shaw et al., 2006). Potrebbe essere questa una delle cause della disattenzione (Webb, 2000). Il nostro studio si è prefisso lo scopo di osservare gli elementi problematici per lo sviluppo armonico del bambino e di attuare un trattamento consistente nel potenziamento delle abilità di pianificazione, in relazione agli aspetti attentivi e organizzativi e alle loro implicazioni nella sfera del comportamento e delle relazioni sociali. Dai risultati si evince come il training abbia apportato un reale incremento di suddette abilità, insieme a una maggiore consapevolezza e a un maggiore investimento di strategie positive di coping. PAROLE C H I AV E Plusdotazione, pianificazione, attenzione, comportamento, rischio psicopatologico. Disturbi di Attenzione e Iperattività Erickson Vol. 12, n. 1, dicembre 2016 (pp. 29-44) ISSN 1827-4366 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati 29 DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 Introduzione La giftedness nel suo complesso comprende, in Italia, una percentuale di bambini stimabile intorno all’8% (Comunian, 2000), ma il suo riconoscimento e il suo trattamento sembrano ancora oggi non rappresentare una priorità in ambito clinico, riabilitativo e educazionale. Molto spesso questi bambini giungono in valutazione per sottorendimento scolastico (Fabio e Mainardi, 2008; Renati e Zanetti, 2012), comportamenti oppositivi in classe e in ambito familiare, problemi nelle relazioni sociali e difficoltà di adattamento (Guènolé et al., 2013). Queste problematiche potrebbero derivare, come suggerito dalla definizione del Columbus Group (1991), dal loro sviluppo asincrono che consiste in una precocità delle competenze cognitive, superiori per l’età, non seguite da una pari maturità emotiva e relazionale di supporto (Terrassier, 1985), ma anche dalla overexcitability, teorizzata da Dabrowski (1964): sono bambini maggiormente predisposti a vivere le situazioni in maniera intensa a livello psicomotorio, cognitivo, emotivo, sensoriale e immaginativo e a essere sovrastimolati dall’ambiente esterno (Daniels e Piechowski, 2008; Mendaglio, 2008). Per i motivi appena esposti, molto spesso i loro punti di forza vengono trasformati in punti di debolezza: può essere presente un’intolleranza verso le situazioni poco stimolanti e ripetitive, la loro versatilità e l’ampia gamma di interessi possono portarli a essere dispersivi, la loro sensibilità può condurli verso una sperimentazione più profonda delle situazioni di vita, con successive difficoltà nel distacco dal contesto emotivo, il loro alto grado di attivazione può essere scambiato per iperattività (Seagoe, 1974; Clark, 2007; Blackett e Webb, 2011). In ambito scolastico, la loro elevata capacità di comprensione può portarli a cogliere la differenza tra le loro performance e quelle ideali e a sentire l’eccessivo peso delle aspettative che la loro intelligenza genera (Renati e Zanetti, 2012; Ronchese et al., 2012). Saranno inoltre frequenti le problematiche relazionali dovute alla diversità degli interessi e all’esiguità di punti di contatto con i pari (Ronchese et al., 2012). I bambini gifted formano quindi la loro immagine prevalentemente sui loro insuccessi sviluppando scarsa consapevolezza di sé, bassa autostima e perfezionismo. Dallo studio di Shaw et al. (2006) sullo sviluppo corticale è inoltre emerso che i soggetti con alto quoziente intellettivo mostrano un ritardo e un rallentamento nella maturazione della corteccia, la quale raggiunge il suo massimo ispessimento nella prima adolescenza (11-13 anni), periodo a cui segue un valido assottigliamento. Il ritardo strutturale e metabolico è presente in particolare a carico della corteccia prefrontale. Potrebbe essere questo uno dei motivi per cui il bambino gifted appare spesso disattento e disorganizzato. Essa è inoltre sede delle capacità di giudizio e senso comune, che risultano infatti deficitarie e poco presenti soprattutto davanti a regole e costumi dettati dalla società che presentino dei presupposti illogici, come ad esempio adeguare l’abbigliamento o assumere differenti modalità d’interazione a seconda del contesto 30 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI (Willis, 2009; Blackett e Webb, 2011). Per i motivi sopra menzionati, questi bambini vanno frequentemente incontro a mis-diagnosi (Webb, 2000). Molto spesso sintomi quali disattenzione verso stimoli poco interessanti, tempi di attivazione motoria prolungati e impulsività non vengono valutati tramite principi di causalità ma sono ricondotti a un Disturbo di Attenzione e Iperattività (Fabio e Mainardi, 2008). La scarsa accettazione delle regole e la mancanza di senso comune sono spesso ascritte al Disturbo Oppositivo-Provocatorio. Sono frequenti diagnosi errate riguardanti sia i Disturbi dell’Umore, per l’insorgenza di episodi depressivi derivanti dalla mancata realizzazione dei propri ideali o di traguardi importanti e per le difficoltà presenti in ambito relazionale, sia il Disturbo Ossessivo Compulsivo a causa della loro tendenza a tenere le situazioni e i comportamenti altrui sotto controllo e della propensione al perfezionismo disfunzionale (Addherholdt e Goldberg, 1999; Parker e Mills, 1996). La mancata identificazione e le conseguenti mis-diagnosi hanno un forte impatto sulla loro vita e prevedono dei trattamenti riabilitativi non adeguati e non adattati a quelle che sono le loro reali caratteristiche. Sulla base di queste premesse abbiamo dunque improntato la nostra ipotesi focalizzando l’attenzione sia sugli aspetti disattentivi e disorganizzativi, che sembrerebbero dettati dalla noia e dalla dispersività ma che probabilmente trovano una spiegazione anche nella diversa modalità di sviluppo cerebrale, sia sul rischio psicopatologico, prendendo in considerazione l’alta frequenza di Disturbi Internalizzanti ed Esternalizzanti tra i bambini del nostro campione. Intendendo la pianificazione come propensione al monitoraggio e all’adattamento, all’interazione efficace con l’ambiente e alla capacità di affrontare e risolvere situazioni complesse e mutevoli in maniera resiliente (Das, Kar e Parrila, 1996), abbiamo pensato che un suo potenziamento avrebbe potuto effettivamente supportare e migliorare la gestione emotiva e comportamentale. L’ipotesi che abbiamo formulato riguarda l’esistenza di una correlazione tra l’incremento delle abilità di pianificazione e la capacità di fare fronte alle situazioni problematiche o di vita quotidiana tramite l’adozione di strategie di coping efficaci. Ci siamo quindi preposti, come primo obiettivo, di favorire un migliore assetto comportamentale ed emotivo tramite la scomposizione, la disposizione in sequenze e il ragionamento effettuato dal bambino sul proprio «pensato» e il proprio «agito». Abbiamo inoltre ipotizzato che un lavoro sulla pianificazione e sulla metacognizione avrebbe potuto renderli maggiormente obiettivi e consapevoli rispetto alle loro competenze e al modo in cui avrebbero potuto essere adattate e utilizzate nell’ambiente esterno. Partecipanti Il campione è composto da 19 soggetti, di età compresa tra i 3 e i 14 anni, reclutati presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Roma Tor Ver- 31 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 gata. Oltre a un QI oltre i limiti superiori della norma, alcuni dei bambini presentano differenti diagnosi: vi sono 4 bambini con DSA, 3 con DCD, 2 con ASD, 3 con ADHD, 1 con DSL, 1 con Disturbo della sfera emozionale, 1 presentante in comorbidità ADHD, DSA, DCD e un altro con ADHD e DCD. I criteri d’inclusione per l’accesso al training sono stati: un QI uguale o superiore a 120, un IAG superiore a 125 e la presenza o la copresenza di disturbi internalizzanti o esternalizzanti rilevati nelle interviste diagnostiche. Sono stati selezionati 6 bambini, 5 maschi e una femmina di età compresa tra gli 8 e i 14 anni (tabella 1). TABELLA 1 Profilo dei bambini selezionati per l’accesso al training DIAGNOSI VALUTAZIONE COGNITIVA VALUTAZIONE PIANIFICAZIONE VALUTAZIONE EMOTIVA CASO 1: Maschio, 10 anni WISC-IV TOL CRS-R genitori QI totale: 133 Totale punteggio: 56 T Indice di abilità generale: 132 Numero di mosse: 48 T Punteggio clinicamente significativo nelle aree: «Oppositività», «Problemi cognitivi/ Disattenzione», «Iperattività», «Perfezionismo», «Instabilità emotiva», «CGI totale», «Disattenzione», «DSM-IV Iperattività/ Impulsività» Violazione di regole: 47 T Tempo di decisione: 40 T Tempo di esecuzione: 44 T Tempo totale: 38 T CBCL Punteggio clinicamente significativo nelle aree: «Problemi affettivi», «Inattenzione/Iperattività» CASO 2: Femmina, 8 anni ADHD DCD WISC-IV TOL QI totale: 120 Totale punteggio: 56 T Indice di abilità generale: 126 Numero di mosse: 46 T CRS-R padre Punteggio clinicamente significativo: «Iperattività», «Indice ADHD», «CGI Irrequietezza-impulsività», «CGI Totale», Violazione di regole: «DSM-IV Iperattività-impulsività», «DSM54 T IV totale» Tempo di decisione: Punteggio sub-clinico: 44 T «Ansia/timidezza», «CGI Instabilità emoTempo di esecuzione: tiva», «Oppositività» 42 T CRS-R madre Tempo totale: 41 T Punteggio clinicamente significativo: «Oppositività», «Problemi cognitivi», «Iperattività», «Ansia-timidezza», «Perfezionismo», «Problemi sociali», «Indice ADHD», «CGI Irrequietezza-impulsività», «CGI 32 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI Instabilità emotiva», «CGI totale», «DSMIV Disattenzione», «DSM-IV Iperattivitàimpulsività», «DSM-IV totale» CBCL padre Punteggio subclinico: «Inattenzione» CBCL madre Punteggio clinicamente significativo: «Ansia-depressione», «Inattenzione», «Problemi sociali», «Comportamento aggressivo» Punteggio subclinico: «Disturbi del pensiero» CASO 3: Maschio, 9 anni DCD WISC-IV TOL QI Totale: 121 Totale punteggio: 30°35° C Indice di Abilità Generale:137 CBCL madre Punteggio clinicamente significativo nelle aree: Numero di mosse: 48 T «Ansia/Depressione», «Ritiro sociale/ Depressione», «Lamentele somatiche», Violazione di regole: «Problemi sociali», «Disturbi del pensiero», 61 T «Disturbo di attenzione», «ComportaTempo di decisione: mento oppositivo», «Comportamen47 T to aggressivo», «Sub-totale Problemi Tempo di esecuzione: internalizzanti», «Sub-totale Problemi esternalizzanti» 53 T Tempo totale: 51 T CBCL padre Punteggio clinicamente significativo nelle aree: «Disturbi del pensiero», «Disturbo d’attenzione»,«Comportamento oppositivo», «Subtotale Problemi internalizzanti», «Subtotale Problemi esternalizzanti» Punteggio subclinico: «Ritiro sociale/ Depressione», «Lamentele somatiche», «Problemi sociali», «Comportamento aggressivo» CASO 4: Maschio, 10 anni ADHD WISC-IV TOL CRS-R genitori QI totale: 127 Totale punteggio: 40°55°C Punteggio clinicamente significativo: «Inattenzione», «Indice ADHD» Indice di Abilità generale: 128 Numero di mosse: 54 T CRS-R insegnanti Violazione di regole: Punteggio clinicamente significativo: 48 T «Ansia/Timidezza», «Indice ADHD», «IrreTempo di decisione: quietezza/Impulsività», «Comportamen45 T to problematico generale» 33 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 Tempo di esecuzione: Punteggio subclinico: 43 T «Inattenzione», «Iperattività», «Instabilità emotiva», «Criteri secondo il DSM IV per Tempo totale: 42 T impulsività/iperattività combinato», «Criteri per il DSM-IV per ADHD combinato» CBCL Punteggio sub-clinico: «Problemi affettivi», «Problemi somatici» CASO 5: Maschio, 9 anni DSA WISC-IV TOL QI totale: 127 Totale punteggio: 35°40°C Indice di abilità generale: 132 CRS-R genitori Punteggio clinicamente significativo: «Comportamento oppositivo», «Problemi Numero di mosse: 49 T cognitivi e disattenzione», «Iperattività», «Ansia/Timidezza», Violazione di regole: «Perfezionismo», «Problemi sociali», 64 T «Problemi psicosomatici», «ADHD Index» Tempo di decisione: CBCL 85 T Tempo di esecuzione: Punteggio clinicamente significativo: «Ansia/Depressione», «Lamentele so39 T matiche», «Dominio sociale», «Problemi Tempo totale: 63 T di attenzione/iperattività», «Dominio del comportamento aggressivo» Punteggio subclinico: «Dominio di ritiro/depressione» CASO 6: Maschio, 13 anni WISC-IV TOL CRS-R genitori QI Totale: 123 Totale punteggio: 60°70°C Punteggio clinicamente signficativo: «Problemi sociali» Indice di abilità generale: 130 Punteggio subclinico: Violazione di regole: «Problemi cognitivi/Disattenzione», «Indice ADHD», «DSM-IV disattenzione», 49 T «DSM-IV totale» Tempo di decisione: CBCL 56 T Numero di mosse: 54 T Tempo di esecuzione: Punteggio clinicamente significativo: «Ritiro/Depressione» 41 T Tempo totale: 49 T Punteggio subclinico: «Problemi sociali» Materiali e procedure Per valutare la componente attentiva e di pianificazione nel pre e post-trattamento ci siamo avvalsi della Torre di Londra – TOL (Sannio Fancello, Vio e Cianchetti, 2006). 34 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI Lo strumento valutativo utilizzato invece per stimare la componente emotiva, psicologica e relazionale del bambino è stato un questionario self-report appositamente creato per lo studio che tramite sette item indaga aspetti importanti e spesso compromessi nella giftedness, quali: assertività, autostima, capacità di organizzazione, mentalizzazione, perfezionismo, capacità relazionali familiari e sociali, strategie di coping. La modalità di risposta è a scelta multipla, laddove 1 sta per «Assolutamente Falso», 2 per «Falso», 3 per «Né vero Né Falso», 4 per «Vero», 5 per «Assolutamente Vero». Gli item del questionario, che è stato somministrato e compilato direttamente dal bambino, sono i seguenti: 1. Riesco a gestire autonomamente i compiti da fare a casa. 2. Vado d’accordo con i miei compagni di classe. 3. Esprimo le mie opinioni senza preoccuparmi di quello che pensano gli altri. 4. Mi sento compreso dai miei genitori. 5. Sento di avere più capacità di quelle che riesco a mostrare. 6. Mi butto giù davanti al primo fallimento. 7. Di fronte a un problema cerco di trovare la soluzione. Il lavoro si è articolato in 8 incontri di trattamento individuale a cadenza settimanale della durata di 60 minuti ciascuno. Ogni incontro ha previsto lo svolgimento di diversi esercizi: esercizi di comprensione e rappresentazione dello schema d’azione (motricità fine), di pianificazione di un testo scritto, di pianificazione di situazioni di vita quotidiana, di pianificazione e disposizione in sequenza di ordini soggetti a vincoli, di pianificazione degli aspetti emotivi e comportamentali. Nodi marinari Gli esercizi di comprensione e rappresentazione dello schema d’azione sono stati eseguiti tramite l’utilizzo dei nodi marinari, presentati nelle diverse sedute in ordine crescente di difficoltà a seconda della complessità di elaborazione del nodo stesso. Ai bambini è stata posta davanti la rappresentazione su foglio del nodo e il materiale per riprodurlo. Il compito ha richiesto l’attivazione dell’attenzione e il suo mantenimento per tutta la durata delle azioni motorie, la comprensione e la pianificazione del metodo per giungere alla conclusione della richiesta, la coordinazione delle informazioni visuospaziali con i movimenti delle dita e l’inibizione delle risposte errate durante l’esecuzione delle prassie. I bambini hanno potuto usufruire di facilitazioni di tipo visivo (indicazione, utilizzo dei colori), di guida verbale o di un modello da parte dell’operatore. Pianificazione del testo scritto Gli esercizi di pianificazione di un testo scritto sono stati improntati su alcuni di quelli forniti dall’articolo Valutare e promuovere le capacità di pianificare un testo scritto 35 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 (Gallani, Cornoldi e Zanellato, 2014). Per produrre un testo è necessario organizzarlo in modo efficace e coerente al fine di rendere al meglio l’esposizione: i contenuti possono essere strutturati sulla base di conoscenze pregresse o essere organizzati al momento, anche in maniera incompleta e schematica, ma in modo tale da permettere l’avvio e l’accesso alla scrittura (Cornoldi et al., 2010). Entrano inoltre in gioco i processi di metacognizione volti a creare un elaborato che sia sequenziato ed esplicitato in tutti i suoi aspetti e che risulti quindi comprensibile per il lettore. Sono stati inizialmente forniti dei testi da mettere in ordine, suddivisi nelle varie parti: introduzione e definizione argomento, carattere specifico e questione centrale, esemplificazione, conclusione. Si è poi passati alla produzione vera e propria, chiedendo al bambino di scrivere delle idee, riguardanti la traccia fornita, per poi realizzare dei testi in cui fossero presenti un’introduzione, lo sviluppo dei diversi concetti scelti e una conclusione, il tutto accompagnato dall’utilizzo di connettivi. Tutti i testi e le trame forniti sono stati adattati agli interessi e alle peculiarità del bambino, al fine di rendere il compito maggiormente motivante e stimolante. A un’osservazione qualitativa l’eloquio dei bambini gifted risulta essere poco finalizzato e dispersivo nel racconto di eventi, dal momento che lasciano spesso impliciti dei passaggi logici necessari alla piena comprensione di ciò che vogliono comunicare o ampliano il discorso senza giungere all’obiettivo finale della conversazione. Risultano inoltre poco disposti all’ascolto dell’altro ma anche poco pronti a comprendere quanto il loro interlocutore realmente capisca di ciò che si sta spiegando (Zanetti e Pessa, 2015). L’esercizio è servito dunque a lavorare non solo sull’organizzazione ma anche sugli aspetti metacognitivi, tramite il ragionamento e il controllo dell’esplicitazione di tutte le sequenze necessarie, e sulla capacità di mentalizzazione, ovvero di anticipazione e di previsione rispetto ai pensieri e alle conoscenze precedenti possedute dal destinatario dello scritto o dalla persona che lo leggerà. Pianificazione di attività di vita quotidiana Gli esercizi di pianificazione quotidiana prendono spunto dal Test di pianificazione quotidiana (Schweiger e Marzocchi, 2008), che ha l’intento di simulare una situazione temporalmente definita di vita reale. L’obiettivo di questo compito è quello di organizzare lo svolgimento di una serie di commissioni, rispettando gli eventuali vincoli logicocronologici posti dall’operatore, utilizzando una lista delle mansioni da svolgere e una piantina dell’ipotetica città in cui le stesse sono ambientate. Anche in questo caso il lavoro viene svolto principalmente sulle abilità di pianificazione e di meta-cognizione. I bambini gifted, come abbiamo detto, posseggono una scarsa consapevolezza di sé e questo ha delle ripercussioni anche sulla capacità 36 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI di calibrare le proprie competenze in termini temporali rispetto allo svolgimento di un compito. Ciò che si rileva, durante l’osservazione, è la difficoltà nel comprendere, basandosi sull’autovalutazione delle proprie qualità, quanto tempo e con che profitto si possa riuscire a soddisfare una proposta. Soffermarsi a ragionare su quali possano essere le proprie capacità e sul tempo da dedicare a ogni operazione fornisce quindi una chiave d’accesso per stimare in maniera realistica le proprie abilità. Pianificazione e disposizione in sequenza di ordini soggetti a vincoli Gli esercizi di pianificazione e disposizione in sequenza di ordini soggetti a vincoli sono basati su delle azioni motorie da mettere in sequenza, che presentano, come precedentemente, dei rapporti di tipo logico-temporale. Dopo i primi esercizi proposti dall’operatore, si chiede al bambino di idearne degli altri da far svolgere a una terza persona. In questo modo il lavoro sarà incentrato su: pianificazione, problem solving, ragionamento logico-deduttivo, ricontrollo e revisione del compito e della strategia messa in atto. Pianificazione degli aspetti emotivi e comportamentali L’ultimo degli esercizi riguarda la pianificazione degli aspetti emotivi e comportamentali. Sono stati svolti dei semplici compiti di automonitoraggio sulla base delle sette risposte fornite al questionario; tra queste sono state prese in considerazione solo quelle che presentavano un responso negativo o neutro. Il compito è quindi stato diviso secondo uno specifico modello nel seguente modo: • formulazione della trama a seconda del tema della domanda; • racconto di una situazione sperimentata dal bambino; • descrizione delle sensazioni provate; • comportamento disfunzionale o non disfunzionale adottato; • consigli espressi dal bambino su quello che sarebbe stato opportuno pensare per monitorare le emozioni in quello specifico contesto; • consigli espressi dal bambino sul comportamento alternativo da adottare rispetto a quello adattivo già adottato in precedenza. Gli obiettivi di questo esercizio sono: l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e il potenziamento degli aspetti metacognitivi riguardanti i propri pensieri, le emozioni che ne derivano e i conseguenti comportamenti messi in atto. Nella discussione dei risultati, è importante precisare che non è stato possibile effettuare un’analisi statistica a causa dell’esiguità del campione, ma è stato realizzato un confronto dei risultati ottenuti nel pre e nel post-trattamento. 37 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 Risultati A conclusione del lavoro, i risultati ottenuti mostrano come i soggetti partecipanti allo studio abbiano risposto positivamente al trattamento sebbene si siano riscontrate delle differenze individuali che andremo a discutere in seguito. Dal confronto tra i punteggi ottenuti nel pre e nel post-training alla TOL (tabella 2) si può evincere come due dei bambini trattati utilizzino un tempo di decisione maggiore per progettare il piano d’azione, che viene eseguito in tempi minori denotando una maggiore sicurezza nello svolgimento, mentre nel resto dei casi si riscontra una diminuzione dei tempi di decisione. Tutti i bambini inibiscono le risposte errate e tengono a mente le regole con maggiore frequenza: eseguono un numero di mosse minore e non compiono violazioni. Si rileva un aumento del punteggio nella totalità dei casi. TABELLA 2 Risultati ottenuti alla TOL T. DECISIONE T. ESECUZIONE VIOL. REGOLE N. MOSSE PUNTEGGIO CASO 1 PRE 40 44 47 48 56 CASO 1 POST 87 33 47 36 69 CASO 2 PRE 44 42 54 46 56 CASO 2 POST 37 39 45 41 57 CASO 3 PRE 47 53 61 48 44 CASO 3 POST 59 42 48 48 47 CASO 4 PRE 46 49 47 57 50 CASO 4 POST 39 35 47 38 62 CASO 5 PRE 85 39 64 49 47 CASO 5 POST 62 37 47 42 56 CASO 6 PRE 56 41 49 54 55 CASO 6 POST 47 33 49 44 64 I risultati ottenuti dalla seconda somministrazione del Questionario Self-Report, e messi a confronto con quelli riportati nella prima, mostrano come i punteggi siano rimasti stabili o maggiormente positivi in tutte le aree indagate, mentre il criterio «Perfezionismo» viene dichiarato presente in misura minore (tabella 3). Focalizzando l’attenzione sui casi singoli, ci accorgiamo che fanno eccezione le risposte fornite 38 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI in tre casi. Nel caso 3 il bambino riporta una maggiore difficoltà nelle relazioni con i pari, probabilmente dovuta a un aumento significativo dell’assertività, e quindi dell’affermazione di sé, che potrebbe avere generato dei conflitti. Nel caso 5, che genera un abbassamento della media nell’area «Relazioni familiari», il bambino dichiara di sentirsi meno compreso da uno dei genitori a seguito di scelte differenti nella creazione di convinzioni e di condotte personali in alcune situazioni di vita. A fronte del punteggio fornito, che risulta comunque positivo, la risposta data potrebbe essere riconducibile a una maggiore consapevolezza riguardo alle proprie e alle altrui convinzioni e all’utilizzo di strategie alternative rispetto a quelle già fornite; nel caso 6 il bambino dichiara che le difficoltà riguardanti l’esposizione delle proprie idee e la propria assertività erano presenti anche al momento della prima valutazione, ma che non ne aveva ancora consapevolezza. Relazioni sociali Assertività Relazioni familiari Perfezionismo Autostima Coping Risultati ottenuti al Questionario self report da ogni partecipante allo studio nel pre e nel post-training Organizzazione TABELLA 3 CASO 1 PRE 3 4 3 5 3 5 4 CASO 1 POST 4 5 3 5 3 5 5 CASO 2 PRE 5 3 1 5 5 4 4 CASO 2 POST 5 3 3 5 4 5 4 CASO 3 PRE 2 5 3 5 4 4 4 CASO 3 POST 5 4 5 5 3 5 5 CASO 4 PRE 4 4 3 4 3 5 4 CASO 4 POST 4 4 4 4 2 5 4 CASO 5 PRE 4 3 3 5 5 5 4 CASO 5 POST 4 3 4 4 5 5 5 CASO 6 PRE 4 4 4 4 2 4 4 CASO 6 POST 4 4 3 4 2 4 4 39 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 Dai risultati ottenuti (figura 1) possiamo dedurre come il potenziamento delle abilità di pianificazione e il lavoro sulle abilità di metacognizione abbiano apportato delle modifiche non solo a livello dell’attenzione e dell’organizzazione dei compiti richiesti durante il trattamento, ma anche a livello dell’organizzazione delle esperienze di vita quotidiana. In particolare, i bambini sembrano mostrare un migliore assetto comportamentale ed emotivo, raggiunto tramite l’analisi e il ragionamento effettuato sui propri pensieri e sulle proprie azioni. Dichiarano un maggiore investimento di strategie positive di coping e una maggiore capacità di far fronte alle difficoltà in maniera resiliente tramite l’adozione di strategie mentali di autocontrollo. Dalle risposte fornite, si evince inoltre come i bambini abbiano raggiunto un’immagine di sé maggiormente positiva e riescano a gestire e ad accettare gli insuccessi con meno difficoltà. 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 PerfezioniAutostima smo Organizzazione Relazioni sociali Assertività Relazioni familiari MEDIA PRE 3,67 3,83 2,83 4,67 3,67 4,50 4,00 MEDIA POST 4,33 3,83 3,67 4,50 3,17 4,83 4,50 Coping Fig. 1 Media dei risultati ottenuti al Questionario self report nel pre e nel post-training. Conclusioni Lo studio eseguito ci ha fornito un’indicazione sul possibile trattamento della giftedness riguardo alla prevenzione del rischio psicopatologico. Possiamo ipotizzare che l’incremento delle abilità di pianificazione e di metacognizione si siano riflesse sia sulla capacità di organizzazione in ambito scolastico e domestico, sia sulla capacità di 40 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati IL BAMBINO GIFTED: ASPETTI NEUROPSICOLOGICI E RIABILITATIVI automonitorare i propri pensieri e il proprio agito. Dovendo formulare un’ipotesi riabilitativa, potremmo quindi ritenere efficace un training inteso in maniera multi-modale che, utilizzando la pianificazione come linea guida, vada a prendere in considerazione tutte le caratteristiche e gli aspetti problematici del bambino gifted, valutando le peculiarità e gli interessi del soggetto, al fine di rendere stimolanti e maggiormente motivanti le attività svolte. A fronte dei risultati ottenuti sarebbe inoltre consigliabile un maggiore coinvolgimento di entrambi i genitori durante le sedute di trattamento, al fine di sostenere, condividere e confrontare i progressi o le problematiche rilevate anche in ambito familiare. 41 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Tutti i diritti riservati DISTURBI DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ N. 1, DICEMBRE 2016 GIFTED CHILDREN: NEUROPSYCHOLOGICAL AND REHABILITATIVE ASPECTS AB S T R ACT «Giftedness is asynchronous development in which advanced cognitive abilities and heightened intensity in performing activities combine to create inner experiences and awareness which are different from the norm» (Columbus Group, 1991). This different way of experiencing things could expose gifted individuals to psychopathological risks. (Guénolé et al., 2013). Furthermore, a study on cortical development demonstrated how gifted individuals present delays in maturation of the cortex, especially in the prefrontal area (Shaw et al., 2006). This could be one of the reasons for their inattentiveness (Webb, 2000). Our study aimed to observe the problem elements of a child’s harmonious development and to put into effect valid treatment for developing planning abilities, with regard to attention and organisational aspects and to their implications in the behavioural and social relations sphere. The results show how training leads to actual increases in these abilities, together with greater awareness and greater investment in positive coping strategies. KEYWORDS Giftedness, planning, attention, behaviour, psychopathological risk. CORRISPONDENZA Dalila Virdis Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile Policlinico di Roma Tor Vergata Via Marco Papio, 47 00175 Roma (RM) E-mail: [email protected] Bibliografia Achenbach T.M. 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