OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 225 Nel mese di agosto sono state organizzate numerose serate di divulgazione dell’astronomia, di proiezioni ed osservazioni al telescopio nelle sere del giorno 9 al Parco del Lagoni di Mercurago, il giorno 10 a Gemme, a Boca ed in osservatorio, il giorno 12 in osservatorio. Alle manifestazioni hanno partecipato numerosissime persone. Mercoledì 19 agosto 2009,dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese, si parlerà sul tema; Il pianeta Giove. Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio. La Luna sarà in una fase di poco inferiore al plenilunio, per cui non sarà visibile. Data la sua assenza, si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo quali l'ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare della Lira, la nebulosa M27 oltre a tutte le costellazioni tipiche del cielo estivo. I pianeti Saturno e Mercurio saranno visibili a fatica al tramonto in congiunzione nel Leone. Il pianeta Giove sarà visibile tutta la notte nella costellazione del Capricorno in congiunzione con Nettuno. Marte sorgerà a tarda notte nella costellazione del Toro, è ancora poco luminoso (magnitudine 1) e con un diametro apparente di poco più di 5 secondi d’arco in quanto si trova ad una distanza di 254 milioni di chilometri dalla Terra. Nei prossimi mesi si avvicinerà sempre più e diventerà più luminoso. Venere sorgerà verso mattina nella costellazione dei Gemelli. Mercurio non sarà visibile in quanto in congiunzione con il Sole nella costellazione dei Gemelli. Prossimi appuntamenti: • Martedì 18 agosto: presso la biblioteca di Druogno: un passo lungo 40 anni – l’uomo sulla Luna a cura di Silvano Minuto e Corrado Pidò • Mercoledì 19 agosto in osservatorio: conferenza su le comete ed osservazioni al telescopio RECENSIONI Autori Vari 1969-2009 LUNA Numero da collezione della Rivista “Oggi” 5 Agosto 2009 – Bimestrale Pag. 275 – Formato 24 x 20 cm – Euro 4.90 Uno stupore planetario Quella notte di quarant’anni fa fu l’ultima notte della fantascienza. E quella prima impronta sul suolo della Luna chiuse di colpo anche la storia che la Terra aveva vissuto fino ad allora, una storia lunga quattro miliardi di anni. Nelle ore tra il 20 e il 21 luglio del 1969 seicento milioni di terrestri assistettero stupefatti davanti alla Tv all’inizio di una nuova era, l’Era della Scienza. Ce ne accorgemmo? Allora si, certamente: favorevoli, contrari, entusiasti, critici, indifferenti persino, tutti fummo – furono – coinvolti dal dibattito sul Mondo Nuovo, sul luminoso futuro dell’umanità. E oggi, quanto è rimasto di quel fervore? Rocce lunari, scoperte scientifiche, robot su Marte, stazioni spaziali. Soprattutto tanta nostalgia. Nostalgia di un pianeta giovane, capace di gioire, festeggiare, scrutare il cielo col batticuore. Anche sognare. Con queste parole viene presentato il numero speciale della rivista “Oggi” perché attraverso le pagine si vuole rivivere, o vivere, insieme quei giorni, nel 40° anniversario della prima passeggiata sul suolo lunare. Perché quell’entusiasmo e quella fiducia ci coinvolgano. Ancora. Si inizia con un contributo di Neil Armstrong per poi proseguire con i seguenti argomenti: - E l’Italia andò in estasi Preparati a tutto: l’addestramento Piero Angela racconta il “dietro le quinte” Da Matera alla Nasa: una storia italiana La terribile avventura dell’Apollo 13 Dopo l’Apollo 11, le altre 5 missioni lunari Che fine hanno fatto i 12 uomini che hanno camminato sul suolo lunare Le più belle immagini scattate dagli astronauti C’é anche chi dice che era tutta una finzion Piovuti dal cielo: applicazioni terrestri delle tecnologie spaziali 2020, apre il Moon Village Tappa per tappa, la lunga corsa allo spazio Orion, la navetta del futuro Prossima tappa: martedì Hubble: l’occhio che scruta l’infinito A cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Nei precedenti numeri avevamo esaminato i quadranti solari di Massino e Nebbiuno. Ora Raggiungiamo Colazza, ultimo comune di questo itinerario (2 quadranti). Il primo quadrante si trova sulla Chiesa della Beata Vergine Immacolata. Sono visibili tracce di linee orarie di un orologio solare con stilo normale. L'altro non è visibile dall'esterno. Si trova in Via Strola n. 26, Casa Ing. Luigi (Gino) Molinari, già casa Brusetti Romerio. Il quadrante è attualmente presente al primo piano della costruzione, in una stanza interna. La parete dove è affrescato il quadrante un tempo fronteggiava la strada, ora, dopo i lavori di ampliamento dell'immobile, la parete è diventata una parete divisoria interna. Nonostante la trasformazione i proprietari hanno conservato il quadrante solare. È un orologio ad ore francesi, privo dello stilo, con numeri arabi. La forma della cornice, segmentata, è molto interessante. (a cura di Salvatore Trani) ASTRONOMI DEL PASSATO RICCÒ ANNIBALE (1844, 1919) Nato a Modena il 14 Settembre 1844; morto a Roma il 23 Settembre 1919. Si laureò in Ingegneria nel 1868 presso l’Università di Milano ed a Modena, nello stesso anno, in Scienze Naturali. Entrato subito dopo la laurea come Assistente presso l’Osservatorio di Modena, vi rimase per dieci anni. Nello stesso periodo ottenne: nel 1871 la libera docenza in Geodesia e nel 1877, per incarico, l’insegnamento della Geodesia presso l’Università di Modena. Nel 1878 vinse la cattedra di Fisica tecnica alla Scuola d’Ingegneria di Napoli e, due anni dopo, ottenne la stessa cattedra presso l’Università di Palermo. Nominato nel 1880 Primo Astronomo presso l’Osservatorio di Palermo, successe nel 1889 a Gaetano Cacciatore nella direzione di quell’Osservatorio. Nel 1890 fu chiamato a coprire la cattedra di Astrofisica (unica in Italia) presso l’Università di Catania ed alla direzione del nuovo Osservatorio di quella città, carica che mantenne sino alla morte. Fu Astronomo, Geofisico e Meteorologo. Come Astronomo, si occupò di spettroscopia solare, argomento sul quale pubblicò diversi lavori, e dell’avvio del progetto Carte du Ciel per la zona affidata a Catania. Come Geofisico, si dedicò alla Meteorologia e alla Sismologia. Fu Rettore dell’Università di Catania, membro dell’Accademia dei Lincei e di numerosissime accademie ed associazioni nazionali ed estere. Ottenne il Premio per l’Astronomia dell’Accademia dei Lincei, la medaglia d’oro per l’Astrofisica dell’Accademia di Francia, e la medaglia Janssen della Società Astronomica di Francia. LE GRANDI COMETE DEL PASSATO Cometa del 1240 Guglielmo Isembardo Pavese fu Podesta' di Cremona; apparve nel fine di quest'anno una terribile, e spaventosa Cometa verso Occidente, il che fu forte segno delle future calamita'. (A Campo, Cremona fedelissima citta' et nobilissima colonia de Romani rappresentata in disegno col suo contato, et illustrata d'una breve historia delle cose piu' notabili appartenenti ad essa. Cremona, 1582) Qual con le chiome sanguinose, orrende splender cometa suol per l'aria adusta, Che i regni muta, e i feri morbi adduce, Ai purpurei tiranni infasta luce. T. Tasso (1581), Gerusalemme Liberata . LE COSTALLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero boreale: Gatto Il Gatto (Felis in latino) era una costellazione creata da Jérôme Lalande nel 1805. Scelse proprio questo nome perché, da amante dei gatti, era sorpreso che questo felino non fosse mai apparso tra le costellazioni (sebbene vi fossero due Leoni e una Lince). Nel suo libro Star Names, Their Lore and Meaning lo storico americano Richard Hinckley Allen scrive che Lalande abbia detto: «Amo molto i gatti. Voglio lasciare una loro immagine sulle carte celesti. Il cielo stellato mi ha preoccupato così tanto nella mia vita che ora posso anche permettermi di scherzare un po' con lui». Era situato in una zona compresa tra la Macchina Pneumatica e l'Idra, ma non viene più riconosciuto da molto tempo. CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE – AGOSTO 2009 Cigno Culmina al meridiano intorno alle ore 22 del 20 agosto. Copre 804 gradi quadrati e contiene 150 stelle più brillanti della sesta magnitudine. Nelle calde notti estive, alle nostre latitudini passa quasi allo zenit; è immersa nella Via Lattea e quindi osservandola con un binocolo si possono vedere moltissime stelle luminose. Questa zona della Via Lattea si trova in direzione opposta al Sagittario, dove vi è il centro galattico Alfa Cygni – Deneb – AR 20h 41m – D + 45° 16’ – m. 1.3 - Sp.A2 Il nome in arabo significa “Coda del cigno”. E’ una delle stelle che identifica il famoso “Triangolo estivo”. Di colore bianco; dista dal Sistema Solare ben 1600 anni luce ed è 25 volte più grande del nostro Sole. Di conseguenza brilla 60.000 volte di più. Si tratta di una delle stelle più lontane visibili ad occhio nudo. Nonostante questa grande lontananza, ci appare come un astro molto luminoso. Il Sole alla stessa distanza, ci apparirebbe estremamente debole, addirittura di mag. 13. Beta (Albireo) AR 19h 30m – D + 27° 57’ Stella doppia – Separazione componenti 35” – Mag. 3.1-5.2 AP° 54 Il significato del nome è incerto, appare nell’Almagesto di Tolomeo come “Al Bireo”, forse per indicare la posizione nella costellazione. E’ certamente una delle stelle doppie più belle del cielo, dato il contrasto di colori delle componenti. La principale è giallo-arancio di mag. 3.1, mentre la secondaria dio magnitudine 5.2 è azzurra; per contrasto viene però percepita di un colore blu intenso. La loro distanza di 35” le rende visibili anche con un binocolo 20x80, o ancora meglio in un piccolo telescopio P Cygni - AR 20h 17m – D + 38° 01’ – tipo Eruttiva – m. 3-6 Conosciuta anche come 34 Cygni, è una supergigante blu di magnitudine 5. Pare 700.000 volte più luminosa del Sole. Viene anche chiamata Nova Cygni e in passato ha raggiunto la 3^ magnitudine, per poi affievolirsi, risalire e stabilizzarsi intorno all’attuale quinta mag. Non si tratta di una vera e propia nova ma di una stella eruttiva che ogni tanto disperde materia nello spazio. SS Cygni - AR 21h 42m – D + 43° 35’ – tipo Novae Nane – m. 8-12 – periodo 20-90 gg Questa stella si trova a 34’ a nord est di 75 Cyg. E’ la capostipite delle “novae nane”; in essa sono registrabili delle esplosioni che si susseguono con ritmi abbastanza frequenti: tra i 20 e i 90 giorni balza dalla dodicesima magnitudine all’ottava. La fase più luminosa è quindi alla portata di un comune binocolo. E’ anche una stella doppia con le componenti quasi a contatto e quindi invisibili con mezzi ordinari. E’ una delle stelle più interessanti da seguire da parte degli astrofili. NGC 6826 - AR 19h 44m – D + 50° 31’ – Dimensioni 25” – m. 9.8 – tipo planetaria E’ anche chiamata “planetaria scintillante”. Si presenta come un pallido disco blu con una stella centrale di mag. 11. Se l’osservatore guarda direttamente la stella, la nebulosa diventa invisibile. Ricorrendo ad una visione indiretta, la stella appare circondata da una brillante nebulosità. Alternando rapidamente la visione diretta e indiretta si ottiene un meraviglioso effetto di scintillazione. Il fenomeno è visibile con un telescopio di 15 cm a 150 ingrandimenti e risulta veramente sorprendente se si utilizza uno strumento di 30/40 cm ad almeno 200 ingrandimenti. La planetaria è visibile anche con un telescopio di 8 cm, ma in questo caso si perde la caratteristica dello scintillio. Pochi altri oggetti di questa categoria mostrano questa peculiarità e comunque sempre in grado minore. Nel campo dell’oculare, la sua dimensione di 25” d’arco è paragonabile a quello di un pianeta. La distanza si aggira sui 2200 anni luce. NGC 6871 AR 20h 06m – D + 35° 47’ Magnitudine 5.2 – Dim: 20.0’ – mag. 5.2 – tipo ammasso Ammasso aperto che contiene una quindicina di stelle di magnitudine fra la 7 e la 11, disposte su un’area di 20’. Dista poco meno di 6.000 anni luce e la sua età si aggira sui 10 milioni di anni. Nelle vicinanze si trova NGC 6883. Questo ammasso è alla portata di un binocolo. NGC 6883 – AR 20h 11m – D + 35° 51’ – Dimensioni 15.0’ – Mag. 8.0 – tipo Ammasso Ammasso aperto contenente una trentina di stelle di magnitudine intorno alla nona. Si trova nelle vicinanze di NGC 6871. Alla portata di un binocolo. NGC 6888 – AR 20h 12m – D + 38° 21’ – Dimensioni 20x10’ – tipo Nebulosa Quattro gradi a sud ovest di Gamma Cyg si trova uno dei pochi involucri generati dall’esplosione di una supernova. Viene denominato “Crescent nebula” per la sua forma a mezzaluna. E’ da alcuni considerata una planetaria e da altri una nebulosa diffusa. E’ difficile vedere l’oggetto in visione diretta, la visione migliora molto se si utilizza un filtro interferenziale, ci9ononostante la qualità del cielo è indispensabile così come una adeguata strumentazione. E’ stata però rintracciata anche con il collaudato 114/900: NGC 6910 - AR 20h 23m – D + 40° 47’ Dimensioni 8.0’ – mag. 7.4 – tipo Ammasso E’ un ammasso aperto vicino a Gamma Cyg. Contiene circa 50 stelle che formano una specie di triangolo; le magnitudini oscillano tra 10 – 11, tranne due che sono intorno all’ottava. L’età è di 10 milioni di anni e si trova a una distanza di 6000 anni luce. Per la visione di questo oggetto può essere utilizzato un binocolo. Con cieli bui si può tentare di vedere una tenue nebulosità verso nord ovest. OGGETTI COSMICI Nuove immagini galattiche catturate da Spitzer L'anello che appare di colore bianco nelle immagini all'infrarosso rappresenta una regione di intensa formazione stellare Il telescopio spaziale Spitzer ha permesso di catturare spettacolari immagini della galassia a spirale NGC 1097, localizzata a 50 milioni di anni luce di distanza da noi. Al suo centro è presente un gigantesco buco nero circondato da anelli di stelle: nel codice di colore del rivelatore a raggi infrarossi di Spitzer, l’area del buco nero è visibile in blu, mentre le stelle sono riconoscibili nella parte di colore bianco. Il buco nero è di dimensioni enormi: possiede una massa pari a circa 100 milioni di volte quella del Sole e alcune centinaia di volte la massa del buco nero al centro della Via Lattea "Il destino di questo buco nero, così come quello di altri, rappresenta un’area di ricerca molto vivace”, ha commentato George Helou, direttore dello Spitzer Science Center della NASA presso il California Institute of Technology di Pasadena. "Secondo alcune teorie, esso potrebbe rimanere quiescente e infine entrare in una fase di ancora minore attività come quello della Via Lattea” L’anello che vi sta intorno è invece un’area di intensa formazione stellare. "Lo stesso anello è un oggetto affascinante e meritevole di approfonditi studi, poiché il tasso di formazione stellare che lo caratterizza è veramente molto elevato”, ha aggiunto Kartik Sheth, astronomo dello Spitzer Science Center. Fonte: Rivista Le Scienze APOD – METEORITE SU MARTE Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Che cosa è questa strana roccia su Marte che si distingue per il suo isolamento, per la forma strana, e per la struttura insolita?. E’ stata scoperta da Opportunity alla fine del mese di luglio 2009. Opportunity ha effettuato un’analisi chimica e ha utilizzato un rilevatore a raggi-X, identificando la roccia con un meteorite composta da ferro-nickel. Le dimensioni sono di circa 66 cm ed è stato denominato “Block Island”. Si tratta del secondo meteorite trovato dal rover marziano. Opportunity continua il suo viaggio attraverso Meridiani Planum e dovrebbe raggiungere il cratere Endeavour l'anno prossimo. FLY ME TO THE MOON Cratere Alfonso Subito a nord di Arzachel troviamo Alphonsus. E’ una formazione che risale al periodo Nectariano (da -3.92 miliardi di anni a -3.85 miliardi di anni) e si tratta di un cratere circolare di 120 Km. Formazione circolare che costituisce un imponente trio con Ptolemaeus e Arzachel (la famosa 'Cauda Pavonis' di Galileo). Sono stati osservati vari fenomeni transienti i cui spettri di emissione gassosa sono stati ottenuti da Kozyrev nel Novembre 1958. Le pareti sono alte e terrazzate, verso nord il fondo è piatto mentre verso sud è piuttosto tormentato. Montagna centrale. Piccoli crateri e colline. Contiene Rimae Alphonsus. il periodo migliore per l’osservazione è al Primo Quarto oppure 6 giorni dopo la Luna Piena. Alcuni dati: Longitudine: 2.8° Ovest Latitudine: 13.4° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Regione del cratere Ptolemaeus Origine del nome: Dettagli: Alfonso X (o Alfonso il Saggio) Re castigliano del 13° secolo nato in Castiglia Nato a: Toledo nel 1221 Morto a: Siviglia nel 1284 Fatti notevoli: Iniziatore della traduzione delle opere greche ed arabe. Coordinatore del calcolo delle 'Tavole Alfonsine'. nel 1256. per sostituire le tavole astronomiche di Tolomeo. Autore del nome: Riccioli (1651) Nome dato da Langrenus: Ludovici XIV Reg. Fran. Nome dato da Hevelius: Mons Masicytis Nome dato da Riccioli: Alphonsus Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un telescopio da 50/60mm con ingrandimenti compresi tra 60x e 100x , un telescopio più generoso e con ingrandimenti superiori potrà mostrare molti più dettagli e far apprezzare all’osservatore questo magnifico cratere. Con un binocolo è possibile individuare la triade e riconoscere alcuni particolari. Davide Crespi IL MISTERO DEL METANO SU MARTE C’è un mistero: l’origine del metano scoperto nell’atmosfera di Marte nel 2004 dalla navicella europea “Mars Express” (disegno). A novembre un workshop internazionale di tre giorni cercherà di risolverlo. Lo organizzano l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Intanto Esa e Nasa hanno sottoscritto un accordo che impegna le due agenzie al lancio di missioni congiunte verso Marte. Il problema del metano sarà uno dei temi di ricerca più importanti. La scoperta del metano su Marte si deve allo strumento Pfs (Planetary Fourier Spectrometer) installato a bordo di “Mars Express” sotto la direzione di Vittorio Formisano dell’Istituto di fisica dello spazio interplanetario del Cnr (Roma). La presenza di metano su Marte è stata una sorpresa. Sulla Terra questo gas (un atomo di carbonio legato a 4 atomi di idrogeno) è rilasciato dagli organismi viventi (ruminanti e termiti ne sono grandi produttori) e dall’attività geologica, in particolare dai vulcani. Dovremmo dunque supporre che su Marte c’è qualche forma di vita nel sottosuolo o che il pianeta è ancora geologicamente vivo. Ma di nessuna di queste due ipotesi esistono prove evidenti. In più, c’è un mistero nel mistero. Il metano dovrebbe rimanere stabile nell’atmosfera marziana per circa 300 anni. Nel 2004 secondo Michael Mumma della Nasa questo gas era concentrato in tre regioni del pianeta, evidentemente quelle dalle quali esalava. Nonostante la “vita” presunta di 300 anni prima di disperdersi, nel 2006 il metano su Marte risultava già svanito. Bisogna dunque pensare che qualche reazione molto attiva lo riassorbe nel suolo in nuovi composti chimici. Ma quale reazione? D’altra parte, un lavoro pubblicato nei primi giorni di agosto rivela che le simulazioni al computer usate per il comportamento del monossido di carbonio nell’atmosfera marziana non sono valide per il metano. Rimane il problema di capire come mai questo gas su quel pianeta venga riassorbito 600 volte più velocemente rispetto ai ritmi geologici terrestri. Forse al workshop del prossimo novembre ne sapremo qualcosa di più. Fonte: rivista Le Stelle LE PERSEIDI DA SUNO Immagine di una Perseide ripresa da Alessandro Gambaro dall’0sservatorio di Suno la notte del 12/08/2009. Vedere il sito http://www.flickr.com/photos/agambaros/sets/72157622029620688/detail OSSERVAZIONI DI NETTUNO È possibile catturare la presenza di Nettuno con fondo cielo illuminato dalla Luna piena a una spanna di distanza e una macchina su treppiede con un tele da ritratto, 4 sec. e 800 ISO ? Appena ho visto l'immagine bruciata ho fatto altri scatti con sensibilità inferiore e tempi più brevi, sul monitor del PC erano più gradevoli queste ultime e stavo per buttare la prima dove le stelle ingrandite diventavano dei trattini. Però dopo aver scurito e contrastato la prima immagine, per quanto era possibile su un fondo cielo reso comunque troppo chiaro dalla Luna, Nettuno si distingueva meglio su questa che non sulle altre immagini più correttamente esposte. Ho affiancato l'immagine a quella ripresa da Stellarium per poterlo individuare. Nettuno a oltre 4 miliardi di chilometri e con una magnitudine di 7,8 si vede comunque in condizioni, le più sfavorevoli, nelle quali si penserebbe di scattare questo tipo di immagine. Oreste Lesca Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Oreste Lesca Alessandro Gambaro Vittorio Sacco