L`assistenza agli anziani nel territorio senese

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UFFICIO STUDI
I Quaderni di Documentazione
L’assistenza agli anziani
nel territorio senese
Analisi dei bisogni e delle opportunità di intervento per la
Fondazione MPS per l’assistenza agli anziani
Numero 3 - Febbraio 2004
Sommario
OBIETTIVI DEL QUADERNO DI DOCUMENTAZIONE
4
1. GLI INTERLOCUTORI DI RIFERIMENTO
6
1.1 Azienda USL 7 di Siena
6
1.2 Comune di Siena
6
1.3 Provincia di Siena
7
1.4 I privati: le Cooperative del Consorzio Arché (Confcooperative) e Il Cardine (Lega Cooperative)
7
2. L’INDAGINE SVOLTA: LA SITUAZIONE DELL’ASSISTENZA AGLI ANZIANI
9
2.1 L’assistenza agli anziani nelle strutture residenziali
9
Azienda USL 7
Comune di Siena
Provincia di Siena
Consorzio Arché
Cooperativa Il Cardine
9
10
11
11
12
2.2 L’assistenza domiciliare agli anziani
14
Azienda USL 7
Comune di Siena
Provincia di Siena
Consorzio Archè
Cooperativa Il Cardine
14
15
16
16
17
2.3 Le nuove forme di assistenza
17
Azienda USL 7
Comune di Siena
Provincia di Siena
Consorzio Archè
Cooperativa Il Cardine
17
18
18
19
19
3. LA SITUAZIONE ESISTENTE VISTA IN CHIAVE STATISTICA
21
4. LE EROGAZIONI DELLA FONDAZIONE MPS A FAVORE DEGLI ANZIANI
31
5. CONCLUSIONI
35
INDICE DELLE TABELLE
37
INDICE DEI GRAFICI
38
2
ALLEGATO 1 – ELENCO DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI SIENA DIVISI PER
ZONE GEOGRAFICHE
39
Zona Amiata
39
Zona Senese
39
Zona Valdichiana
39
Zona Valdelsa
39
3
Obiettivi del quaderno di documentazione
I
l terzo Quaderno1 di documentazione preparato dall‟Ufficio Studi della Fondazione MPS,
dedicato ad una analisi dei bisogni e delle opportunità di intervento della Fondazione per
l‟assistenza agli anziani, segue il quaderno tematico dedicato allo stato dell‟Arte a Siena e
rappresenta un nuovo passo nella direzione dell‟approfondimento della situazione esistente in
vari settori di intervento della Fondazione.
Il presente quaderno a differenza del precedente sull‟Arte, che era largamente basato su riflessioni
di tipo qualitativo, è necessariamente più legato e più aderente al dato statistico. Ciò nonostante si è
voluto dare uno spazio per la riflessione ad una serie di interlocutori privilegiati che, a vario titolo,
operano concretamente a favore degli anziani, in modo da far emergere quali siano i reali bisogni e
le istanze più urgenti della realtà provinciale senese.
La Provincia di Siena, e ancora di più la città di Siena, presentano una percentuale molto elevata e
crescente di anziani rispetto alla popolazione complessiva. La nostra Provincia sta tendenzialmente
invecchiando ed il tasso di crescita demografica è oramai da diversi anni stabilmente negativo,
anche se tale dato negativo è parzialmente ridotto dall‟apporto demografico dovuto al fenomeno
dell‟immigrazione, che specialmente in Valdelsa sta assumendo dimensioni non trascurabili.
E‟ ovvio che la presenza di un così elevato numero di anziani nel territorio provinciale, ed ancora di
più nel territorio comunale senese, comporta la necessità della definizione di una “politica sociale
per gli anziani” sempre più approfondita e qualificata. Ed infatti, tutti i soggetti che operano per
l‟assistenza agli anziani (USL, Comuni, Provincia, privati) stanno cercando di passare da una
politica di gestione dell‟emergenza legata alla risoluzione dei problemi più gravi di assistenza
socio-sanitaria ad una politica di programmazione in grado di mettere in campo una serie di servizi
organizzati e coordinati di assistenza agli anziani, che devono formare una vera e propria rete di
servizi dedicati.
L‟analisi svolta dall‟Ufficio Studi della Fondazione sull‟evoluzione della politica di assistenza agli
anziani, con particolare riferimento agli interventi recenti realizzati nel territorio senese, denota
come negli ultimi anni accanto al mantenimento della tradizionale forma dell‟assistenza agli anziani
basata sulla possibilità di ricovero in residenze sociali assistite per le situazioni più gravi, vale a dire
quelle relative agli anziani non-autosufficienti in condizioni più gravi oppure agli anziani in grave
stato di abbandono, per mancanza di legami familiari o comunque per assenza di persone in grado
di accudirli nelle loro dimore, si sono aggiunte anche nuove forme di assistenza “domiciliare” più
mirata, più limitata e meno “invasiva” rispetto alla vita abituale condotta dagli anziani interessati.
Tuttavia, da ciò che emerge dalle interviste realizzate con i vari interlocutori coinvolti nell‟indagine,
risulta che ormai anche il binomio residenza assistita da una parte, per i casi più gravi, ed assistenza
domiciliare dall‟altra, per le situazioni meno gravi, può rivelarsi non più sufficiente a far fronte ai
molteplici e variabili bisogni degli anziani residenti nell‟ambito del territorio provinciale senese. A
questo proposito, da più parti si stanno progettando soluzioni integrative ed in parte alternative alle
due soluzioni tradizionali sopra ricordate. Una di tali soluzioni innovative potrebbe essere quella
della realizzazione di un “condominio sociale”, proposta dal Comune di Siena sulla base di un
bando di finanziamento nazionale, la quale tuttavia è ancora in una fase di sviluppo piuttosto
embrionale e pertanto non ancora valutabile. Un‟altra soluzione potrebbe essere quella
1
L‟analisi contenuta nel presente Quaderno di Documentazione si basa sui dati disponibili al settembre 2003 (salvo eccezioni
specificamente indicate).
4
dell‟istituzione di un “custode sociale”, iniziativa proposta dalla USL e già in corso di
sperimentazione in altre città toscane, che dovrebbe consistere nella creazione di un punto focale a
livello di quartiere per l‟erogazione di tutti i servizi di tipo sociale di cui gli anziani possono avere
bisogno e che potrebbe essere gestito dalla USL in collaborazione con i comuni della provincia, a
cominciare proprio dal Comune di Siena, attraverso l‟apporto del Volontariato.
Lo scopo del presente Quaderno di documentazione vuole essere pertanto quello di fare il punto
sulla situazione esistente nel territorio provinciale senese con riferimento all‟assistenza agli anziani,
mediante il confronto aperto tra le opinioni dei vari interlocutori privilegiati che operano in questo
ambito nel nostro territorio. Sulla base di tale ricognizione, corroborata anche dalla presentazione e
dall‟analisi dei dati statistici rilevati, si cercherà poi di mettere in rilievo quali potrebbero essere per
la Fondazione le migliori proposte concrete di intervento a favore degli anziani negli anni a venire.
Si consideri inoltre che la presente indagine si occupa esclusivamente dell‟assistenza agli anziani
dal punto di vista delle diverse tipologie di servizi offerti (assistenza residenziale, assistenza
domiciliare, ecc.). In questa sede non si è invece analizzato in modo dettagliato il problema del
finanziamento dei costi dell‟assistenza sociale non coperti da fondi pubblici, ma lasciati in carico
agli utenti finali, nell‟ambito dei quali potrebbe venire in rilievo anche l‟importanza di specifiche
coperture assicurative recentemente introdotte nel mercato italiano, conosciute come polizze di long
term care, finalizzate a rendere meno pesante sul bilancio familiare l‟improvvisa insorgenza di una
necessità di ricovero o assistenza.
5
1. Gli interlocutori di riferimento
L
‟indagine svolta per determinare la situazione esistente nell‟ambito dell‟assistenza agli anziani
(popolazione ultrasessantacinquenne) ha visto il coinvolgimento nella veste di interlocutori
privilegiati di riferimento di una serie di soggetti che a vario titolo si occupano dell‟assistenza
agli anziani nel territorio provinciale senese. Si tratta della Azienda USL7 di Siena, del Comune
di Siena, della Provincia di Siena e di due cooperative facenti capo rispettivamente alla Confcooperative
ed alla Lega-Cooperative, che rappresentano in questo contesto i privati operanti nel settore.
1.1 Azienda USL 7 di Siena
L‟Azienda USL 7 di Siena gestisce le attività di assistenza socio-sanitaria agli anziani in tutto il territorio
provinciale senese e le attività socio-assistenziali su delega dei comuni dell‟intera provincia, tranne quello
di Siena. Le attività dell‟Azienda USL7 sono articolate in quattro aree: Zona Senese, Valdelsa,
Valdichiana, Amiata senese.
Il numero totale delle residenze per anziani, comprendente residenze sanitarie assistite (R.S.A.) e
residenze assistite (R.A.), è di 46 unità, per un totale di 1.818 posti letto. I posti letto sono ripartiti in 973
per anziani non autosufficienti e 845 per autosufficienti.
L‟Azienda USL 7 di Siena si occupa del coordinamento delle attività di assistenza domiciliare agli
anziani sul territorio provinciale, escluso il Comune di Siena. L ‟assistenza sanitaria di tipo sociale è stata
erogata a 917 anziani nel 2000 e a 860 nel 2001; mentre l‟assistenza domiciliare di tipo prevalentemente
sanitario è stata erogata a 1.797 soggetti nel 2000 e a 2.118 nel 2001.
1.2 Comune di Siena
Il Comune di Siena è il comune capofila della Zona Senese, composta da 17 comuni, ed è l‟unico Ente di
zona a gestire direttamente i servizi sociali.
Il Comune di Siena garantisce il Servizio Sociale Professionale, che è attivato nelle cinque circoscrizioni
in cui il territorio comunale è suddiviso. Presso le cinque sedi decentrate vengono svolte funzioni di
segretariato sociale, al fine di informare ed orientare la cittadinanza circa le risorse pubbliche e private
attivabili per dare le necessarie ed adeguate risposte ai bisogni che vengono manifestati.
Il Comune di Siena nell‟ambito del proprio territorio comunale gestisce in proprio tutti i servizi socio –
assistenziali rivolti agli anziani. Il Comune coordina e sovrintende le attività delle dieci residenze per
anziani site nel proprio territorio comunale, delle quali la più grande è la Residenza Campansi, con 200
posti letto per non autosufficienti e 73 per autosufficienti.
Il Comune di Siena si occupa anche dell‟assistenza domiciliare, mediante 28 collaboratrici familiari alle
dipendenze dirette del Comune, e dell‟assistenza domiciliare integrata, svolta mediante convenzione con
cooperative sociali. Nell‟anno 2002, hanno usufruito di tali servizi rispettivamente 194 e 115 soggetti.
6
1.3 Provincia di Siena
La Provincia di Siena realizza l‟Osservatorio Sociale Provinciale, che in collaborazione con le segreterie
tecniche delle zone socio-sanitarie si occupa di ricostruire lo scenario territoriale delle politiche sociali nel
territorio provinciale senese, mediante un‟analisi statistica di dati e indicatori.
In particolare, per quanto riguarda il tema dell‟assistenza agli anziani, il Primo rapporto dell‟Osservatorio
Sociale Provinciale sulla situazione sociale in provincia di Siena, pubblicato nel gennaio 2003, contiene
interessanti indicazioni ad esempio sul numero degli anziani non autosufficienti, distinti in base al grado
di non autosufficienza, e i dati relativi agli assegni di accompagnamento erogati dai comuni (vedi infra
capitolo 3). Tali dati risultano di particolare utilità per contribuire a mettere meglio a fuoco la reale
situazione dei bisogni della popolazione anziana nel territorio senese.
La Provincia di Siena coordina inoltre un grande progetto di assistenza domiciliare, detto “Un‟assistenza
in più”, finanziato dalla Fondazione MPS, che ha fortemente contribuito in questi ultimi anni a mantenere
il grado di assistenza agli anziani nel territorio senese a livelli piuttosto elevati e soddisfacenti. Infatti, nel
periodo febbraio 2001- aprile 2002, grazie a tale progetto sono state usufruite ben 27.231 ore di
assistenza a vantaggio di 287 anziani bisognosi, residenti nelle seguenti zone socio-sanitarie: zona Senese
(escluso comune di Siena), Valdichiana e Amiata.
Nel 2003, all‟interno del progetto “Un‟assistenza in più”, l‟Amministrazione Provinciale intende
realizzare una specifica iniziativa di assegnazione di contributi alle famiglie che assumono, con contratti
regolari, colf per l‟assistenza domiciliare a congiunti non autosufficienti gravi. Questo progetto si pone
come obiettivo quello di dare un contributo all‟emersione del lavoro di cura dal mercato “sommerso” e di
creare un “albo di colf accreditate”. Infatti, sulla base delle indicazioni fornite dall‟Osservatorio Sociale
Provinciale, il numero delle colf attualmente utilizzate per la cura degli anziani nella nostra provincia
sarebbe particolarmente elevato, anche a causa del costo inferiore che tale tipo di assistenza ha per le
famiglie rispetto all‟assistenza fornita in strutture residenziali. Non disponiamo purtroppo di dati sul
numero totale di colf addette alla cura degli anziani nella nostra provincia. Tuttavia, si può evincere dal
numero delle colf regolarizzate nel solo 2001, che risulta di 1880 persone, di cui 767 extracomunitarie,
che si tratta di numeri di non trascurabile entità. Per non parlare poi naturalmente delle colf non
regolarizzate che potrebbero essere un numero ancora maggiore. In tale contesto nasce quindi l‟iniziativa
dell‟Amministrazione Provinciale volta a promuovere forme di incentivazione per favorire la
regolarizzazione delle colf e garantire la loro adeguata formazione in modo da poter offrire un certo
standard di qualità nell‟erogazione dei servizi alla persona, in particolar modo alla persona anziana.
1.4 I privati: le Cooperative del Consorzio Arché
(Confcooperative) e Il Cardine (Lega Cooperative)
In rappresentanza dei privati operanti a Siena nell‟ambito dell‟assistenza agli anziani sono stati
intervistati i rappresentanti delle Cooperative del Consorzio Arché (Confcooperative) e della cooperativa
Il Cardine (Lega Cooperative), le quali hanno una rilevante quota di mercato nel territorio provinciale
senese.
Il Consorzio di cooperative sociali Arché, costituito nel 1999, è composto da 5 cooperative: Coop. Soc.
Emmaus a r.l.; Cop. Soc. Comunità e Persona a r.l.; Coop. Soc. Servizio e Territorio a r.l., Coop. Siena
Viva a r.l., Coop. Soc. Sogno Telematico a r.l.. Le cooperative del Consorzio gestiscono nell‟insieme tre
R.S.A. private (Emmaus, Villa Le Volte e Casa Annamaria Bargagli) e, in appalto, la RSA Sandro Pertini
di Chiusdino, la Residenza Giuseppina Caccialupi di Siena, Villa Rubini con il suo centro diurno (Siena),
7
il centro diurno La Mimosa (Siena) e quello del Comune di Buonconvento, e infine l‟animazione e la
fisioterapia nella RSA di Gaiole in Chianti.
Il Cardine è una cooperativa sociale di tipo A2 con sede a Siena che opera nel territorio senese e toscano
nella gestione e progettazione di servizi a favore degli anziani, dei disabili e nel settore educativo.
L‟approccio della Cooperativa Il Cardine è caratterizzato dalla volontà di creare contatti e sinergie tra i
vari servizi in gestione, nella prospettiva di creare uno spazio di pensiero comune di confronto e
progettazione fra le varie professionalità coinvolte nei servizi alla persona.
2
Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione
sociale operando secondo modalità differenti a cui corrispondono due diversi tipi di società:
~
Cooperative sociali di "tipo A": possono gestire esclusivamente servizi socio-sanitari ed educativi;
~
Cooperative sociali di "tipo B": possono svolgere attività diverse (agricole, industriali, commerciali, di servizi) al fine di
inserire, dal punto di vista lavorativo, delle persone svantaggiate.
8
2. L’indagine svolta: la situazione dell’assistenza agli
anziani
2.1 L’assistenza agli anziani nelle strutture residenziali
Azienda USL 7
In base alle informazioni fornite dall‟Ufficio Coordinamento Affari Sociali della Azienda USL7 di Siena,
risulta che nella Provincia di Siena sono presenti n° 46 strutture per anziani sia autosufficienti che non
(Residenze Sanitarie Assistite/Residenze Assistite/Centri Diurni): sono strutture in parte pubbliche ed in
parte private organizzate in forma semiresidenziale e residenziale. Più precisamente nella Zona Senese,
ivi incluso il Comune di Siena, sono presenti 23 strutture, 6 nella Zona Alta Valdelsa, 4 nella Zona
Amiata, e 13 nella Zona Valdichiana.
Tabella 1 – Numero residenze e posti letto nella Provincia di Siena
Zona
Zona Senese
Zona Valdelsa
Zona Valdichiana
Zona Amiata senese
Totale
N. Residenze totali
23
6
13
4
46
Posti letto totali
1.156
204
364
94
1.818
Fonte: Rilevazione Regione Toscana al 31-12-2001
Tabella 2 – Posti letto per autosufficienti e non-autosufficienti
Zona
Posti letto non autosufficienti Posti letto autosufficienti
Zona Senese
610
546
Zona Valdelsa
128
76
Zona Valdichiana
180
184
Zona Amiata senese
55
39
Totale
973
845
Fonte: Rilevazione Regione Toscana al 31-12-2001
Le quote sanitarie convenzionate3, che consistono in una compartecipazione ai costi delle rette da parte
della AUSL, sono complessivamente 626 nel territorio provinciale senese, di cui 443 sono concentrate
nella sola Zona Senese (vedi infra capitolo 3, tabella 17).
Per tutte le strutture per anziani le tre Commissioni di Vigilanza e Controllo dell‟Azienda USL 7
esercitano una forte attività di monitoraggio con l‟obiettivo di garantire la tutela della salute delle persone
ivi inserite. Tale attività di monitoraggio inizialmente si è concentrata nel valutare la parte strutturale ed
edilizia, poi nel corso degli anni ha sviluppato prevalentemente il controllo di qualità dell‟assistenza resa
3
La retta praticata in un R.S.A. a gestione diretta o convenzionata con l‟Azienda USL 7 è comprensiva di una quota sanitaria e di una
quota sociale. La quota sanitaria, definita dalla legge regionale n. 20/80 e successivi atti, è relativa al costo del personale sanitario
operante all‟interno della struttura. La quota sociale, invece, copre in prevalenze quelle che sono le spese alberghiere. La quota
sanitaria è corrisposta dall‟Azienda USL a prescindere dal reddito individuale del ricoverato, la quota sociale è invece a carico
dell‟utente. Qualora l‟utente ricoverato non possa coprire l‟intera quota, il comune di residenza può intervenire con una quota di
compartecipazione al costo.
9
nelle strutture stesse. Per questo viene costantemente monitorato il numero degli operatori presenti (che
deve essere adeguato a determinati standard stabiliti dalla Regione Toscana) e vengono valutate le
modalità organizzative adottate in ciascuna struttura.
Attualmente è in corso una fase di aggiornamento degli operatori delle Commissioni di Vigilanza e
Controllo finalizzata ad aumentare le competenze in materia di qualità in modo da rendere le strutture più
rispondenti alle necessità degli anziani ricoverati, specie di quelli in situazione di non autosufficienza.
Pertanto, la programmazione futura è orientata, più che all‟aumento dei posti letto, a rendere i posti
disponibili più flessibili, quindi più temporanei e meno definitivi. L‟obiettivo è quello di effettuare una
presa in carico dell‟anziano tale da garantire l‟alternanza dei vari servizi presenti nel territorio organizzati
in un sistema di rete, attraverso la predisposizione di piani assistenziali mirati. A tal fine, sarà necessario
incentivare un maggiore ricorso a ricoveri diurni, all‟assistenza domiciliare anche integrata, e ad attività
di prevenzione finalizzata a mantenere più a lungo possibile la situazione di autosufficienza.
Nell‟ambito delle zone socio-sanitarie operano le Unità Valutative di Base, integrate talvolta anche dal
geriatra. In particolare, l‟autosufficienza o non-autosufficienza viene valutata in sede di apposita
commissione distrettuale - Unità di Valutazione di Base - composta dall‟Assistente Sociale e da
personale sociosanitario (Medico di Medicina Generale, Infermiere, Terapista della Riabilitazione e, nel
caso sia ritenuto necessario, Geriatra), che predispone anche il progetto individuale d‟intervento e le
modalità di erogazione delle prestazioni.
Comune di Siena
Le strutture residenziali per autosufficienti e non autosufficienti offrono servizi rivolti ad anziani i cui
bisogni assistenziali non possono trovare soluzioni adeguate né all‟interno della famiglia, né mediante
altre risorse presenti sul territorio o attraverso servizi alternativi al ricovero.
Le strutture residenziali di natura pubblica presenti nel territorio comunale di Siena sono: l‟Asilo di
assistenza e beneficenza Butini-Bourke, la Casa di riposo in Campansi, la Residenza Giuseppina
Caccialupi, la Villa giardino Rubini Manenti. Nel territorio del Comune di Siena esistono inoltre due
centri diurni rivolti a tutti gli anziani con più di 65 anni residenti a Siena: il Centro diurno Villa giardino
Rubini Manenti e il Centro diurno semi-residenziale La Mimosa.
Le strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale sono autorizzate dai comuni: l‟autorizzazione è
rilasciata in conformità ai requisiti stabiliti dalla legge regionale, che percepisce e integra, in relazione
alle esigenze locali, i requisiti minimi nazionali.
Malgrado la politica posta in essere dal Comune tenda a potenziare l‟offerta di servizi alternativi al
ricovero, permangono talvolta liste di attesa soprattutto per l‟accesso alla struttura pubblica. Tali liste di
attesa tuttavia non riguardano quasi mai le persone sole, ma generalmente solo i soggetti che hanno
familiari tenuti per legge al loro mantenimento.
Gli interventi a favore degli anziani di norma vengono attuati integrando le risorse comunali con quelle
sanitarie di competenza della Azienda Unità Sanitaria Locale. Inoltre il Comune di Siena ha attivato i
seguenti servizi a favore degli anziani:
a) l‟attività di telesoccorso che prevede per le persone sole, la chiamata diretta e gratuita al 118, in caso
di malore, attraverso apparecchi telefonici collegati con la Misericordia e la Pubblica Assistenza;
10
b) la convenzione con Siena Soccorso (rappresentante delle Misericordie), prevista nel Piano Sociale di
Zona 2002 e finanziata dalla Regione Toscana, per lo svolgimento di servizi socio-assistenziali nei 17
comuni senesi ad integrazione di quelli già erogati a livello territoriale, consistenti nel trasporto
sociale presso sedi di erogazione dei servizi e assistenza domiciliare “leggera”;
c) un accordo tra Associazioni di Volontariato, tra cui Misericordia e Pubblica Assistenza, e Coop locali
per la distribuzione a domicilio della spesa, gratuitamente;
d) un progetto per l‟attivazione dei Comitati della Terza Età, attraverso i quali gli anziani possono
svolgere interventi di supporto ai Servizi Sociali.
Provincia di Siena
L‟Amministrazione provinciale non è direttamente coinvolta nella gestione delle strutture di assistenza
residenziale per anziani, ma svolge un‟importante attività di monitoraggio e supporto attraverso
l‟Osservatorio Sociale Provinciale, che pubblica annualmente un Rapporto sulla situazione sociale nella
provincia di Siena (come detto sopra, il primo Rapporto è stato pubblicato nel gennaio 2003).
Da quanto risulta dai dati forniti dall‟Osservatorio Sociale Provinciale, le risposte ai bisogni della
popolazione anziana con gradi diversi di non autosufficienza attualmente sono di quattro tipi:

residenza sociale assistita pubblica, a convenzione o privata;

assistenza domiciliare pubblica (con accesso non omogeneo in tutta la provincia ) complementare
all‟intervento assistenziale delle famiglie;

assistenza domiciliare familiare;

assistenza domiciliare realizzata attraverso l‟uso del lavoro di cura, talvolta sommerso, offerto da
colf e badanti (donne immigrate prevalentemente extracomunitarie non regolari, o in via di
regolarizzazione, o donne immigrate dal Sud).
Consorzio Arché
Nell‟esperienza del Consorzio Arché, le strutture residenziali sia pubbliche che private, rispondono ad
una esigenza reale di anziani non–autosufficienti e a quelle delle loro famiglie. Premesso che il rimanere
nell‟ambiente familiare è la scelta fondamentale da perseguire e da sostenere, va detto che non sempre
questa è possibile, specialmente per l‟organizzazione della vita, delle case, delle famiglie.
Le situazioni più frequenti sono quelle di anziani che non solo non sono in grado di vivere da soli, ma che
presentano problematiche tali che se vivono in famiglia alterano l‟equilibrio familiare in modo pesante,
se assistiti da colf, specialmente straniere, vivono a volte nella precarietà dovuta alla scarsa preparazione
professionale della persona che assiste, ai continui avvicendamenti delle badanti, al fatto che molto
spesso per una persona sola è pesante gestire 24 ore su 24 pazienti con gravi patologie, e l‟alternanza tra
diverse colf crea problemi di competenze, non dà certezza e tranquillità alla famiglia.
D‟altra parte quando la gestione diviene così complessa c‟è anche una variabile costi che non è
indifferente: avere 2-3 colf e una casa aperta è sicuramente oneroso e non dà ai familiari la stessa
sicurezza e tranquillità che dà una struttura.
11
Quindi, le RSA sono funzionali e necessarie alle esigenze di anziani non autosufficienti particolarmente
gravi (per patologie o problemi mentali) o per persone prive di riferimenti familiari, quando l‟assistenza
domiciliare diventa insufficiente per l‟aggravarsi della situazione.
Il livello medio di assistenza che offrono le RSA è buono, grazie anche ai parametri che la legge
regionale impone, che se rispettati aiutano sicuramente ad offrire un buon servizio agli utenti. Inoltre, i
percorsi di certificazione di qualità che alcune strutture private hanno già intrapreso dovrebbero garantire
un sempre maggiore numero di fruitori dei servizi.
I problemi principali nel gestire RSA consistono nel mantenimento delle strutture (ad esempio, ce ne
sono alcune che avrebbero bisogno di profondi lavori di ristrutturazione, ma il costo
dell‟ammodernamento non può certo ricadere sulla retta degli ospiti e non sempre l‟ente gestore ha
risorse per poter fare in proprio grossi lavori) e nella fornitura di ausili agli ospiti (carrozzine, materassini,
ecc.). Dal febbraio 2002 è stata bloccata infatti l‟erogazione di tali ausili a persone ricoverate in strutture
sia pubbliche che private: questo comporta che gli utenti di una casa di riposo privata o devono acquistare
a loro spese la carrozzina in caso di necessità (oltre a pagarsi per intero la retta), o se la struttura la
fornisce avranno un inevitabile aumento delle rette. Infatti, le RSA autorizzate ad accogliere persone non
autosufficienti devono avere la dotazione standard del caso (carrozzini, materassi, ecc.).
Il problema poi dell‟entità delle rette di degenza a totale carico dell‟ospite nelle RSA private è
sicuramente una nota dolente: i costi sono alti per gli utenti e sono determinati all‟80% dal costo del
personale, il quale tende ovviamente ad aumentare.
Il tipo di ospitalità richiesta nelle strutture residenziali è variabile: non solo per il ricovero a tempo
indeterminato, ma anche come aiuto nelle emergenze, come ad esempio in caso di una dimissione
problematica dall‟ospedale o di una situazione familiare che si complica, o per un periodo di riposo per la
famiglia che fa assistenza tutto l‟anno. L‟attivazione dell‟Ospedale di Comunità in Campansi non ha fatto
diminuire la richiesta, dal momento che offre spesso ospitalità troppo brevi (15-20 giorni). Infatti, le
risposte che in questi casi le famiglie cercano sono di due o tre mesi di ricovero in modo da permettere ai
familiari e all‟utente di avere un quadro sanitario, di comportamento, di gestione più chiaro: ad esempio
per dare la possibilità di attrezzare la casa, che molto spesso non è idonea ad ospitare una persona non
autosufficiente, oppure per organizzare, anche con l‟aiuto dell‟Ente pubblico, un percorso di assistenza
mirata.
Cooperativa Il Cardine
Con riferimento al tema dell‟assistenza agli anziani, una persona ultrasessantacinquenne che si trova in
stato di bisogno, con uno stato di parziale o totale non autosufficienza, ha di fronte a sé tre scenari
possibili:
-
La Residenza, che dovrebbe essere considerata come la scelta estrema e che invece risulta essere
spesso l‟unica soluzione praticabile rispetto a stati di bisogno anche di non grave entità.
-
Il Centro Diurno, numericamente ancora poco presente sul territorio.
-
L'assistenza domiciliare, con caratteristiche variabili e diversificate.
La residenza sanitaria assistenziale riserva l'ospitalità a soggetti non autosufficienti e con patologie gravi
che, per motivi vari, si trovano nella condizione di abbandonare la propria famiglia o il proprio domicilio
per essere inseriti in un contesto abitativo integrato e dotato di servizi di sostegno. E' noto come il
ricovero, pur essendo spesso una valida alternativa a condizioni di esistenza altrimenti disagevoli,
rappresenti per l'anziano un evento traumatico.
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Per l'anziano che si vede costretto a lasciare la sua casa, l'ambiente in cui è vissuto e dove ha costruito le
sue relazioni, il contesto sociale di appartenenza nel quale lascia gli affetti, le amicizie ed i luoghi
familiari della propria storia, la necessità di confrontarsi con persone diverse ed abitudini nuove e di
acquisire delle regole di vita diverse da quelle a lui familiari costituiscono elementi di disagio che
possono determinare addirittura una involuzione della personalità che può portare talvolta ad una sorta di
sindrome caratterizzata da passività, indifferenza, malinconia, rassegnazione, disaffezione alla vita e,
spesso, vera e propria depressione.
Per contrastare queste conseguenze è necessario che la struttura di ospitalità oltre a servizi sanitari ed
assistenziali caratteristici della propria “mission”, offra un‟accoglienza confortevole e calda e sia integrata
nel contesto territoriale per poter favorire lo scambio sociale ed evitare così il rischio di emarginazione.
Se non è possibile il ricovero dell'anziano in una struttura situata nel contesto territoriale di appartenenza,
è necessario che all'anziano sia garantita la facoltà di mantenere la continuità di rapporti con familiari ed
amici, che gli sia consentito di effettuare dei rientri temporanei in famiglia, di mantenere un rapporto con
il proprio ambiente, la propria cultura, con i servizi del suo territorio.
L'ospitalità in strutture residenziali deve tener conto di queste esigenze e quindi deve avere come
obbiettivo, più che la semplice necessità di dare comunque una risposta di ricovero al soggetto, la
massima umanizzazione del servizio e la compensazione di quanto l'anziano viene a perdere, a causa del
distacco dal proprio ambiente, attraverso il ricovero. L‟impressione è che debba ancora maturare del tutto
una cultura di “struttura residenziale aperta” al territorio in grado di interagire con le agenzie di volta in
volta attivabili.
L'organizzazione della vita comunitaria all‟interno delle strutture residenziali chiama poi in causa la
qualificazione ed i requisiti umani e professionali del personale. Le strutture infatti, al fine di garantire il
benessere psico-fisico e favorire l'autonomia degli ospiti, devono realmente:
-
offrire un‟assistenza individualizzata;
-
offrire un ambiente il più familiare possibile, favorire l'attivazione fisica e psicologica degli
ospiti, consentire loro di continuare le proprie abitudini di vita, mantenere i collegamenti con il
proprio contesto familiare e sociale;
-
garantire all'ospite la massima libertà (ovviamente nel rispetto del regolamento della struttura e
dei limiti imposti dalle condizioni di salute): egli deve essere libero di organizzare la propria
giornata, di entrare e uscire, di ricevere visite, di frequentare gli spazi privati e collettivi;
-
programmare e favorire le attività ricreative e quelle corrispondenti agli interessi degli ospiti
avvalendosi anche della collaborazione del volontariato e delle associazioni ricreative operanti sul
territorio;
-
assicurare interventi specifici di mantenimento e recupero attraverso prestazioni di riattivazione
funzionale;
-
favorire i rapporti e la partecipazione ad iniziative promosse all'esterno;
-
favorire la partecipazione ad iniziative ricreative, culturali e di vacanza nella zona;
-
stimolare la fruizione di servizi comunitari e pubblici presenti sul territorio;
-
favorire l'uso dei locali della struttura per iniziative, di interesse per gli ospiti, promosse da enti,
associazioni ed organizzazioni del territorio.
Nella gestione delle strutture residenziali è quindi indispensabile l‟applicazione documentata di progetti
d‟assistenza individualizzati, che tenendo conto dei fattori precedentemente elencati, determinino gli
obiettivi dell‟inserimento e della permanenza dell‟anziano, le potenzialità da far emergere, le risorse da
13
cui poter attingere. L‟assistenza individualizzata consiste nell‟assistenza globale personalizzata fornita
con continuità; ciò presuppone una cultura specifica che trova il suo fondamento nel lavoro d‟équipe,
facente sì che ogni operatore incaricato dell‟assistenza sia dotato di strumenti di valutazione e screening
costanti.
Esistono due punti di riferimento, rispetto a tale impostazione:
a) la sintesi ed il coordinamento del complesso delle attività da parte dei responsabili della struttura;
b) le riunioni dell‟équipe operativa come luogo e sede dell‟integrazione fra professionalità e della
formazione di un approccio al servizio e di un linguaggio comune ed unitario.
L‟esperienza maturata dalla Cooperativa Il Cardine, porta a pensare alla ricerca di qualità nei servizi
residenziali agli anziani come ad un processo "bottom-up", cioè un processo che parta dal basso e riesca a
coinvolgere ed indirizzare, attraverso metodologie di analisi del bisogno, programmi di progettazione e
co-progettazione nelle politiche sociali territoriali.
Oggi, per lo meno nel nostro territorio, la qualità “possibile” è certamente visibile all'interno delle
strutture con l‟applicazione di strumenti adeguati, mentre è soprattutto il collegamento tra i diversi servizi
esistenti che risulta ancora poco praticato o quanto meno incompleto.
2.2 L’assistenza domiciliare agli anziani
Azienda USL 7
Negli ultimi anni si è incrementata molto sia da parte della Azienda USL 7 che da parte dei Comuni
l‟assistenza domiciliare (anche grazie al progetto “Un‟assistenza in più” promosso dalla Provincia di
Siena e finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena) determinando così anche minori richieste
di ricovero in strutture.
Incrementare l‟assistenza a domicilio è una finalità che si ritrova sia in leggi nazionali che regionali: il
mantenimento della persona anziana il più a lungo possibile a domicilio è un obiettivo che da anni la
Regione Toscana si è posta e che rende al cittadino una risposta socio-sanitaria di alta valenza etica.
Pertanto, è su questo obiettivo che l‟Azienda USL di Siena imposta da anni la sua programmazione.
L‟Azienda USL 7 di Siena si occupa, quindi, del coordinamento delle attività di assistenza domiciliare
agli anziani sul territorio provinciale, ad esclusione di quello del Comune di Siena. Come risulta dalle
tabelle sottostanti fornite dall‟Ufficio Sistema Informativo della Azienda USL 7, l‟assistenza sanitaria di
tipo sociale è stata erogata a 917 anziani nel 2000 e a 860 nel 2001; mentre l‟assistenza domiciliare di
tipo prevalentemente sanitario è stata destinata complessivamente a 1.797 soggetti nel 2000 e a 2.118 nel
2001.
14
Tabella 3 – Assistenza domiciliare per anziani di tipo sociale
Assistenza domiciliare per anziani (sociale)
Zona Amiata
Zona Senese (escluso Comune di Siena)
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
2000 2001
79
70
382 388
260 183
196 219
917 860
Fonte: Schede di rilevazione Regione Toscana anni 2001 e 2002
Tabella 4 – Assistenza domiciliare per anziani di tipo prevalentemente sanitario
Assistenza domiciliare per anziani (sanitaria)
Zona Amiata
Zona Senese (escluso Comune di Siena)
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
2000 2001
171 230
803 990
510 397
313 501
1.797 2.118
Fonte: Relazione Sanitaria Azienda USL 7 – anni 2001 e 2002
In entrambi i casi, ossia assistenza domiciliare per anziani a carattere sociale o a carattere
prevalentemente sanitario, l‟Unità valutativa di base e/o il geriatra garantisce un‟analisi del bisogno
multidisciplinare, tale da dare risposte integrate all‟interno di progetti personalizzati di assistenza.
L‟assistenza domiciliare è quindi una risorsa posta “in rete” con gli altri servizi esistenti sul territorio che
vengono utilizzati in modo flessibile per garantire ai cittadini della USL 7 la possibilità di accedere ai
servizi più confacenti allo specifico bisogno. Dei servizi offerti in rete fanno parte due ospedali di
comunità, di cui uno nella città di Siena (presso Campansi), aperto nel 2001 grazie anche agli interventi
strutturali della Fondazione MPS, e uno a Montalcino. L‟Ospedale di comunità del Campansi conta 18
posti letto gestiti dalla USL dove possono essere ricoverati, con piano assistenziale definito dal medico
curante, quei cittadini che, per particolare carico socio-assistenziale, necessitano di brevi periodi di
ricovero non ospedaliero.
Comune di Siena
Come detto sopra, il Comune di Siena si occupa dell‟assistenza domiciliare, mediante 28 collaboratrici
familiari alle dipendenze dirette del Comune, e dell‟assistenza domiciliare integrata, svolta mediante
convenzione con cooperative sociali. Nell‟anno 2002 hanno usufruito di tali servizi rispettivamente 194 e
115 soggetti.
L‟assistenza domiciliare è un servizio finalizzato a mantenere l‟anziano nel proprio nucleo familiare. In
termini generali, il potenziamento dei servizi domiciliari è da ritenere un obiettivo su cui puntare: infatti
aumenta la durata della vita della popolazione e conseguentemente il numero delle persone che
richiedono interventi di sostegno alla propria autonomia.
Il Comune di Siena realizza interventi sociali finalizzati al soddisfacimento dei bisogni di tutta la
cittadinanza, ispirandosi ai principi fondamentali ed universali di uguaglianza e libertà, e impronta la sua
azione alla tutela della dignità umana ed al rispetto delle differenze. I servizi di seguito elencati sono
indirizzati specificamente alla popolazione anziana e rappresentano solo una parte di tutti i servizi e
prestazioni messi a disposizione dei cittadini:
15
a) Assistenza Domiciliare
L‟assistenza domiciliare per anziani comprende prestazioni di aiuto domestico e alla persona svolte
da collaboratrici familiari, coordinate dal Servizio Sociale per interventi presso l‟abitazione
dell‟interessato. E‟ effettuato da 28 operatori (colf) dipendenti dal Comune di Siena. Per le eventuali
sostituzioni temporanee degli operatori, al fine di garantire la continuità del servizio, si fa affidamento
al personale della Cooperativa che gestisce per conto del Comune l‟Assistenza Domiciliare Integrata
alle persone non autosufficienti. Il servizio è gratuito o a compartecipazione sulla base di parametri
deliberati annualmente dalla Giunta Comunale.
b) Assistenza Domiciliare Integrata
L‟assistenza domiciliare integrata è rivolta essenzialmente agli anziani non autosufficienti o con
limitata autonomia e consiste in prestazioni di aiuto alla persona che vengono assicurate dal Comune
di Siena, tramite una Cooperativa. Il Comune nel 2002 ha soddisfatto il 100% delle richieste. Le
prestazioni previste sono gratuite per i primi tre mesi e a compartecipazione, da parte dell‟utente e dei
figli conviventi e non, per il proseguimento. Quando si verifica anche un bisogno sanitario interviene
l‟Azienda USL attraverso il Distretto Socio-Sanitario con le sue équipe multidisciplinari
(oncologiche, riabilitative, ecc.).
Provincia di Siena
L‟assistenza domiciliare costituisce la forma più importante di sostegno per le fasce di anziani con le
maggiori esigenze. Come risulta dai dati raccolti dall‟Osservatorio Sociale Provinciale, i molteplici
bisogni assistenziali della popolazione anziana non autosufficiente residente nella provincia di Siena (che
rappresenta circa il 10% del totale degli over-65 e il 2% della popolazione totale) sono soddisfatti - oltre
che dai servizi pubblici di assistenza domiciliare e dalle residenze sociali - dalle famiglie di appartenenza
e dalle collaboratrici familiari provenienti prevalentemente dall‟Est europeo. Infatti, in base ai dati
raccolti dall‟Osservatorio Sociale Provinciale, già citati sopra, il dato delle colf extracomunitarie
regolarizzate nell‟anno 2001, prima della legge Bossi Fini, è significativamente elevato, trattandosi di
1.880 persone, di cui 767 extracomunitarie, a dimostrazione del fatto che il fenomeno della delega della
cura delle persone anziane a collaboratrici familiari, spesso straniere, è piuttosto diffuso.
E‟ ovvio che nel caso in cui l‟assistenza alle persone anziane è fornita direttamente dalle famiglie di
appartenenza ciò provoca un certo carico sociale e assistenziale sull‟età di mezzo nell‟ambito delle
famiglie senesi, mentre nel caso in cui l‟assistenza sia demandata alle collaboratrici familiari si
intrecciano bisogni diversi. Infatti, sempre secondo quanto rilevato dall‟Osservatorio Sociale Provinciale,
il ricorso al lavoro di cura, spesso sommerso, fornito soprattutto delle donne dell‟est europeo (fino ad
oggi frequentemente clandestine) da una parte soddisfa il bisogno di assistenza degli anziani non
autosufficienti gravi e molto gravi, ma dall‟altra parte le donne immigrate spesso pongono nuovi
problemi sia di integrazione sia di gestione di un progetto di migrazione non definitivo (ad esempio,
pendolarismo con permesso di soggiorno turistico).
Consorzio Archè
L‟assistenza domiciliare è una importante risorsa, estremamente funzionale quando la non
autosufficienza comincia a manifestarsi e quando c‟è una famiglia che se supportata riesce a gestire
l‟anziano non autosufficiente.
16
La possibilità di avere a casa l‟infermiere professionale per seguire particolari terapie, di avere una colf
che aiuta l‟anziano a fare la spesa, controlla la casa, l‟igiene e la pulizia personale è estremamente
importante; così come è importante che queste colf siano in contatto con l‟assistente sociale che segue
l‟utente in modo da segnalare variazioni e problematiche emergenti ed evitare il più possibile situazioni
impreviste.
E‟ dunque un servizio prezioso che andrebbe ulteriormente potenziato e messo di più in rete con i centri
diurni e le residenze, perché ci sia un sostegno più completo all‟anziano nei momenti di difficoltà, senza
doverlo sradicare dal suo ambiente affettivo e sociale in modo definitivo.
Cooperativa Il Cardine
L'assistenza domiciliare è un servizio in grado di svolgere una funzione importantissima nell‟ottica del
supporto all‟anziano e alle famiglie e della prevenzione nei confronti dell‟istituzionalizzazione. Porta con
sé potenzialità molto elevate anche se non sempre completamente espresse; in alcuni contesti non risulta
sufficientemente adeguata a rispondere alle molteplici e particolari esigenze degli anziani bisognosi, in
particolar modo laddove viene gestita come progetto generico e non si basa su un progetto individuale
che vada oltre il soddisfacimento dei meri bisogni primari.
Secondo la Cooperativa Il Cardine, bisognerebbe acquisire una concezione nuova rispetto ai servizi
domiciliari che dovrebbero essere più qualificati e sviluppati, e soprattutto collegati ai servizi
semiresidenziali e residenziali (centri di socializzazione, centri diurni, ecc.) in un progetto globale e in
funzione di piani di assistenza individuali maggiormente strutturati. Infatti, anche nel caso dei servizi
domiciliari è necessario maturare una vera e organica cultura di rete e svilupparne l'oggettivazione prima
a livello politico e poi territoriale.
2.3 Le nuove forme di assistenza
Azienda USL 7
Nel futuro le priorità di intervento nel settore dell‟assistenza agli anziani si possono individuare nei
seguenti obiettivi:

fornire risposte appropriate soprattutto nel proprio domicilio;

prevenire il più possibile le forme invalidanti con stili di vita adeguati e politiche sociali tese alla
più forte socializzazione degli anziani;

fornire risposte socio-sanitarie alla persona non autosufficiente e alla sua famiglia rispondenti alle
esigenze della società moderna.
L‟assistenza ai non autosufficienti sarà il problema più evidente da affrontare nei prossimi anni. Per
questo sarà necessario trovare risorse più consistenti e risposte più adeguate nelle RSA introducendo più
qualità e più flessibilità, ma soprattutto sarà necessario trovare risposte da fornire a domicilio, per
sostenere insieme all‟anziano anche la famiglia in questo compito assistenziale non indifferente sia sotto
il profilo economico che di impegno complessivo.
17
Comune di Siena
Per il futuro è da auspicare un potenziamento degli interventi già in atto e un aumento delle tipologie dei
servizi di aiuto alla persona: da quelli leggeri (spese a domicilio, trasporto sociale) a quelli domiciliari che
richiedono interventi integrati di assistenza socio-sanitaria. Dovremmo inoltre investire risorse
nell‟ambito delle politiche abitative tese a creare abitazioni rispondenti alle esigenze della popolazione
anziana.
Ad esempio, nell‟ambito del programma sperimentale di edilizia residenziale denominato “Alloggi per
gli anziani anni 2000” (previsto dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del
27/12/2001), il Comune di Siena ha recentemente presentato il progetto “Condominio sociale” che
prevede la realizzazione di un complesso abitativo riservato agli anziani. Il complesso progettato sorgerà
in una zona dell‟immediata periferia della città, vicinissima all‟Azienda Ospedaliera e ad un Centro
Commerciale.
Il Comune di Siena ha individuato i seguenti due obiettivi programmatici per gli interventi sociali da
attuare nell‟ambito del progetto “Condominio sociale”:
-
potenziare i servizi esistenti
-
sostenere la famiglia
Al fine di raggiungere tali obiettivi, il Comune di Siena prevede di realizzare tra gli altri i seguenti servizi,
con la precisazione che gli interventi da realizzare dovranno essere concordati e attuati sulla base delle
specifiche e individuali esigenze degli anziani coinvolti, al fine di renderli efficaci al massimo grado
possibile:
-
Servizio di Assistenza Domiciliare effettuato da collaboratori familiari dipendenti del Comune di
Siena, con orari e modalità da concordare con ogni singolo utente in base ai rispettivi bisogni.
-
Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata rivolta alle persone che sono state sottoposte alla
valutazione della non-autosufficienza e richiedono prestazioni domiciliari con personale sanitario
infermieristico e specialistico, secondo modalità individuate dal Distretto caso per caso a seconda
della necessità.
-
Centro Diurno e Centro di Socializzazione per accogliere le persone che desiderano trascorrere la
giornata, o parte di essa, partecipando alle attività organizzate all‟interno di strutture gestite con
personale a convenzione.
Provincia di Siena
La popolazione anziana nella provincia di Siena è destinata complessivamente a crescere. La percentuale
di persone oltre 65 anni di età con necessità di sostegno differenziato dipenderà da una serie di fattori che
non sono esclusivamente demografici:
-
miglioramento/peggioramento delle condizioni di salute;
-
espansione/contrazione delle reti informali e familiari;
-
aumento/diminuzione del benessere complessivo della comunità;
-
cambiamenti nelle politiche di welfare – aumento/diminuzione pensioni, inserimento ticket sulle
prestazioni sanitarie e sui medicinali, aumento/diminuzione risorse per i servizi assistenziali
domiciliari leggeri/pesanti).
18
Secondo quanto emerge dalle analisi dell‟Osservatorio Sociale Provinciale, l‟assistenza domiciliare
risponde più adeguatamente alle esigenze familiari rispetto al ricovero in residenza da più punti di vista,
soprattutto perché presenta i seguenti vantaggi:
-
il mantenimento dell‟anziano nel proprio contesto di vita, dal momento che, soprattutto per patologie
invalidanti meno gravi, l‟assistenza domiciliare evita ulteriori eventi traumatici.
-
il costo minore. Infatti, sia l‟assistenza domiciliare pubblica sia, soprattutto, quella offerta attualmente
dal mercato del lavoro di cura, spesso sommerso, hanno un costo minore sia per il pubblico, visto che
la gestione e manutenzione delle residenze hanno costi di personale e di struttura maggiori, che per le
famiglie, dato che “l‟acquisto” dell‟assistenza domiciliare sul mercato costa meno della retta delle
residenze (anche in presenza di contratti di lavoro regolari).
Pertanto, dalle risultanze dei lavori dell‟Osservatorio Sociale Provinciale, emerge la seguente riflessione
generale. E‟ in atto una tendenza verso una maggiore richiesta dell‟assistenza domiciliare in senso lato a
scapito del ricorso all‟offerta residenziale. Se tale tendenza si consolidasse ulteriormente, si potrebbe
produrre una frattura ancora più profonda nella logica universalistica del welfare. Per esemplificare,
infatti, una parte della popolazione (non solo quella con redditi medio alti, ma anche quella con redditi
medi) spesso già salta il sistema dell‟offerta pubblica di assistenza gestito direttamente o in convenzione.
Tale segmento di popolazione, in pratica, opera una scelta di mercato, non avendo garanzie sulla qualità
del servizio e, soprattutto, non avendo la possibilità reale di accedere ai servizi di natura universalistica.
Quindi, per invertire tale tendenza, secondo l‟Osservatorio Sociale Provinciale, si dovrebbe operare nella
direzione dello sviluppo di un sistema nel quale anche l‟assistenza domiciliare “acquistata” sul libero
mercato rientri in un quadro universalistico.
Consorzio Archè
La principale priorità di intervento a favore degli anziani è sicuramente, oltre al potenziamento
dell‟assistenza domiciliare, quella di una messa in rete reale di tutte le risorse presenti nel territorio senza
distinguere tra pubblico, privato-sociale, privato.
Il Consorzio Archè nel suo piccolo sta già realizzando tentativi di creazione di reti per potenziare l‟offerta
di assistenza, così da rispondere in modo più completo alle esigenze delle persone che vivono nel
territorio di riferimento.
Nell‟ambito dell‟assistenza agli anziani, inoltre, il ruolo delle associazioni di volontariato e delle
cooperative sociali risulta essenziale in quanto si tratta di realtà estremamente flessibili e quindi in grado
di adattarsi velocemente e senza troppa burocrazia ai bisogni delle persone. Senza l‟apporto di queste
realtà, nonostante gli sforzi dell‟ente pubblico, difficilmente saranno raggiunti quei picchi di funzionalità
efficienza ed attenzione che sono invece possibili e realizzabili viste le risorse strutturali ed economiche
del territorio.
Cooperativa Il Cardine
Secondo la Cooperativa Il Cardine, l‟obiettivo principale nel prossimo futuro dell‟assistenza all‟anziano,
deve essere quello di fornire “pacchetti di assistenza” ritagliati sulle reali esigenze dell‟anziano in base ai
seguenti principi:
-
La comunicazione tra servizi - I servizi domiciliari, semi-residenziali e residenziali dovrebbero
essere in costante contatto, divenire scambio di strumenti ed esperienze e soprattutto essere
assolutamente permeabili tra loro. L‟utente dovrebbe anche poter utilizzare soltanto singole
19
prestazioni all‟interno di un servizio a seconda del grado di evoluzione, in positivo o in negativo,
del proprio stato di salute.
Ad esempio un utente del servizio domiciliare all‟interno del proprio “pacchetto di assistenza”,
potrebbe usufruire al bisogno di trattamenti fisioterapici ed occupazionali c/o la R.S.A. o il Centro
Diurno del suo territorio di riferimento ed essere poi riaccompagnato presso il suo domicilio.
-
La condivisione di utenza - L'organizzazione del sistema di rete dovrebbe poter consentire Piani
di Assistenza Individuali, per cui gli utenti a seconda dei bisogni rilevati nel periodo, possono
usufruire al contempo di servizi domiciliari e semi-residenziali (per prestazioni specifiche sia
assistenziali che sanitarie) e residenziali a breve termine (in momenti di crisi).
-
L‟uniformazione delle procedure di controllo della qualità - Per ogni tipologia di servizio
dovrebbero essere stabiliti, pubblicati e diffusi con revisione annuale: gli standard di qualità, le
procedure operative uniformate: i programmi di supervisione del personale, le modalità di
informazione all'utente, le modalità di informazione e supporto ai familiari.
L‟obiettivo corrispondente dovrebbe essere quindi il potenziamento dei servizi intermedi e un maggiore
uso dei servizi temporanei tesi comunque al mantenimento dell‟utente nel proprio contesto abitativo,
quali:
-
servizi residenziali per patologie psichiatriche e demenze, con permanenza media di pochi mesi
(due, tre al massimo), funzionanti come unità di crisi in grado di attenuare i sintomi, ristabilire un
equilibrio e progettare un intervento diverso;
-
condomini di mini-appartamenti assistiti, in cui ogni anziano possa ricevere soltanto l'assistenza
di cui realmente abbisogna, rimanendo libero di organizzare la propria abitazione ed esistenza in
assoluta auto-determinazione.
È necessario perseguire un modello di organizzazione della rete territoriale di assistenza socio-sanitaria
alla popolazione anziana bisognosa che permetta di creare un sistema in grado di raccordare
funzionalmente, in un unico ambito territoriale, R.S.A., Centri Diurni ed Assistenza Domiciliare,
implementando quest'ultima nelle sue dimensioni finora meno sviluppate e valorizzando al massimo il
Centro Diurno come servizio intermedio, rendendolo flessibile, ottimizzandone le potenzialità attraverso
una integrazione funzionale con la R.S.A, anche sul piano delle prestazioni alberghiere. Questo
permetterebbe di conseguire i seguenti vantaggi:
-
ottimizzazione della “risorsa personale”, anche attraverso un più forte raccordo con la
cooperazione sociale;
-
uniformazione delle procedure assistenziali;
-
ottimizzazione dei servizi alberghieri;
-
unificazione dei trasporti;
-
ottimizzazione dei costi.
20
3. La situazione esistente vista in chiave statistica
L’
analisi dei dati statistici disponibili, aggiornati al 2001,4 evidenzia come la popolazione
anziana (ultra sessantacinquenni) della provincia di Siena rappresenti oltre un quarto della
popolazione totale (tabella 5). Tale dato evidenzia come la provincia di Siena sia tra le più
anziane di Italia, dal momento che il dato nazionale si attesta attorno al 18% (Istat 2001).
Tabella 5 – Incidenza della popolazione anziana sulla popolazione totale nella provincia di Siena (2001)
Popolazione anziana Popolazione totale Incidenza
64.816
254.078
25,51%
Grafico 1 – Grafico della tabella 5
Popolazione
anziana (oltre 65
anni)
25,51%
Altre fasce di
popolazione (fino
a 65 anni)
74,49%
Scomponendo questo dato (tabella 6), si nota però che la gran parte di questa popolazione oltre i 65 anni
ha una vita attiva e indipendente. Infatti il 79,4% rientra nella categoria degli autosufficienti, mentre i non
autosufficienti che richiedono una forma di assistenza quasi continua (non autosufficienza grave e molto
grave5) rappresentano il 10,1% della popolazione anziana complessiva e il 2,6% della popolazione
provinciale totale.
4
Fonti: Amministrazione provinciale di Siena – Osservatorio Sociale Provinciale “Primo Report della situazione sociale in provincia
di Siena – Appendice statistica” Gennaio 2003 e Ufficio Coordinamento Affari sociali Azienda USL 7 di Siena.
5
Nel primo Report dell‟Osservatorio Sociale Provinciale del gennaio 2003, i livelli di non autosufficienza sono così definiti:
Molto grave – non possono lasciare letto o poltrona;
Grave – non possono sedersi, coricarsi, lavarsi o mangiare senza aiuto;
Medio – possono fare quanto sopra ma non uscire di casa;
Lieve – possono fare quanto sopra ma con qualche difficoltà.
21
Tabella 6 – Distribuzione della popolazione anziana per livello di non autosufficienza
Autosufficienti
Livello di non-autosufficienza
Lieve Media Grave Molto grave
51.448
4.399 2.408
3.314
3.247
79,38
6,79
3,72
5,11
5,01
Totale
Percentuale
Totale
64.816
100
Grafico 2 – Grafico della tabella 6
3,72%
5,11%
5,01%
6,79%
79,38%
Autosufficienti
Non-autosufficienza lieve
Non-autosufficienza media
Non-autosufficienza grave
Non-autosufficienza molto grave
Vediamo ora come la popolazione anziana è distribuita all‟interno della provincia, suddividendo le aree
in Zona Amiata, Zona Senese, Zona Valdichiana e Zona Valdelsa6 e mantenendo la differenziazione per
auto-sufficienza e diversi livelli di non auto-sufficienza (tabelle 7 e 8). In particolare, nella tabella 7, si
nota come la zona senese sia quella con la maggiore incidenza di popolazione anziana. Infatti nella zona
senese vive circa il 47% della intera popolazione oltre i 65 anni. Percentuali analoghe, e sempre sopra il
40% si riscontrano per ognuna delle fasce di non-autosufficienza, evidenziando come la zona senese sia
quella dove i maggiori sforzi sono necessari. Prendendo in considerazione la zona della Valdelsa e della
Valdichiana, si nota invece come la prima abbia una maggiore presenza di anziani non autosufficienti,
malgrado la popolazione anziana totale sia lievemente inferiore. Infatti nella Valdichiana oltre un quarto
della popolazione risulta autosufficiente, a fronte di circa un quinto di quella della Valdelsa. Infine, la
zona dell‟Amiata ha in media una popolazione anziana che rappresenta circa il 6% del totale, mentre la
popolazione con una non-autosufficienza grave e molto grave risulta circa il 5% sul totale provinciale.
6
Per l‟elenco dei comuni divisi per zona, cfr. Allegato 1.
22
Tabella 7 – Ripartizione percentuale su base geografica della popolazione anziana per livello di non-autosufficienza
Autosufficienti
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
Numero totale
6,59
48,01
25,42
19,98
100
51.448
Livello di non-autosufficienza
Totale
Lieve
Media Grave Molto grave
5,48
5,48
5,43
5,39
6,35
43,85 43,31 44,72
44,75
47,22
21,71 21,59 22,00
21,93
24,68
28,96 29,61 27,85
27,93
21,75
100
100
100
100
100
4.399 2.408 3.314
3.247
64.816
Analizzando invece la distribuzione della popolazione anziana all‟interno di ciascuna zona (tabella 8), si
nota che nella zona Senese, nell‟Amiata e nella Valdichiana circa l‟80-82% della popolazione anziana è
autosufficiente e che solo l‟8-9% presenta un grado di non-autosufficienza grave o molto grave. Una
situazione diversa troviamo invece nella Valdelsa, dove la popolazione autosufficiente rappresenta solo il
72,9% della popolazione anziana totale e ben il 13% ricade nell‟ambito della non-autosufficienza grave e
molto grave (+ 3-4% rispetto alle altre zone).
Tabella 8 – Ripartizione della popolazione anziana autosufficiente e non in base alla ripartizione geografica
Valori Assoluti
Zona Amiata Zona Senese Zona Valdichiana Zona Valdelsa
Autosufficienti
3.390
24.701
13.078
10.278
Non-autosufficienza lieve
241
1.929
955
1.274
Non-autosufficienza media
132
1.043
520
713
Non-autosufficienza grave
180
1.482
729
923
Non-autosufficienza molto grave
175
1.453
712
907
Totale
4.118
30.608
15.994
14.095
Valori Percentuali
Zona Amiata Zona Senese Zona Valdichiana Zona Valdelsa
Autosufficienti
82,32
80,70
81,77
72,92
Non-autosufficienza lieve
5,85
6,30
5,97
9,04
Non-autosufficienza media
3,21
3,41
3,25
5,06
Non-autosufficienza grave
4,37
4,84
4,56
6,55
Non-autosufficienza molto grave
4,25
4,75
4,45
6,43
100
100
100
100
23
Grafico 3 – Grafico della tabella 8
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Autosufficienti
Zona Amiata
NonNonNonNonautosufficienza autosufficienza autosufficienza autosufficienza
lieve
media
grave
molto grave
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Dopo aver analizzato come la popolazione anziana è distribuita all‟interno delle varie zone della
provincia e come nell‟ambito di ogni zona si combinino le diverse categorie di autosufficienza e non
autosufficienza nelle sue varie forme, passiamo adesso ad analizzare i diversi strumenti utilizzabili per
garantire un adeguato sostegno alla popolazione anziana più bisognosa.
Un primo elemento significativo per una migliore valutazione complessiva del grado di assistenza fornito
alla popolazione anziana non autosufficiente, è dato dal numero di assegni di accompagnamento erogati
dallo Stato attraverso l‟INPS. Dal momento che tale sostegno economico è previsto dalla legge solo a
favore delle persone che “necessitano di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti
quotidiani della vita”, è utile comparare il numero degli assegni di accompagnamento erogati ai cittadini
residenti nelle diverse zone della provincia con il numero totale degli anziani non autosufficienti gravi e
molto gravi (tabella 9). Il primo dato che emerge con chiarezza è che oltre il 75% di detta popolazione
riceve l‟assegno di accompagnamento. Se si analizzano invece i dati ripartiti per zone si notano
percentuali molto elevate in Valdichiana (94,93%) e Amiata (88,17%), mentre la zona senese presenta
una percentuale più contenuta, ma comunque sopra la media provinciale (79,11%). Invece, da quanto
emerge, la popolazione della Valdelsa risulta usufruire in modo molto minore (53,28%) di questa forma
di sostegno economico. Le ragioni di tale discordanza, che non possono essere approfondite in questo
studio, potrebbero avere diverse cause, come ad esempio l‟esistenza di adeguate forme di assistenza
residenziale o domiciliare.
Tabella 9 - Distribuzione geografica degli assegni di accompagnamento per la popolazione non autosufficiente da grave a
molto grave
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
Assegni
Popolazione Non-autosuff.
Accompagnamento
grave e molto grave
313
355
2.322
2.935
1.368
1441
975
1830
4.978
6.561
24
%
88,17%
79,11%
94,93%
53,28%
75,87%
Grafico 4 - Grafico della tabella 9
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
Zona Amiata
Zona Senese
Assegni di accompagnamento
Zona
Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
Popolazione non-autosufficiente (grave e molto grave)
Spostiamo adesso la nostra indagine sulle strutture residenziali presenti nella provincia di Siena. Per
quanto riguarda il numero di posti letto nelle strutture residenziali per anziani (residenze sanitarie assistite
e residenze assistite), sia pubbliche che private, si nota (tabelle 10 e 11) come le disponibilità coprano il
7,28% della popolazione non autosufficiente totale. Suddividendo l‟analisi per zone, risulta che la
maggiore incidenza di posti letto rispetto alla popolazione non autosufficiente totale si riscontra nella
zona Senese (10,33%), seguita dall‟Amiata (7,55%), dalla Valdichiana (6,17%) e dalla Valdelsa (3,35%).
Tabella 10 – Posti letto per non autosufficienti e percentuale sul totale della popolazione non autosufficiente
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
Posti letto non-autosuff. Popolazione non-autosuff.
55
728
610
5.907
180
2.916
128
3.817
973
13.368
%
7,55
10,33
6,17
3,35
7,28
Focalizzando l‟attenzione in particolare sul rapporto tra posti letto per non autosufficienti e anziani con
livelli di non autosufficienza da grave a molto grave (tabella 11), si nota che la percentuale raddoppia
rispetto alla precedente non solo nella dimensione provinciale (da 7,28% a 14,83%), ma sostanzialmente
in modo omogeneo in ciascuna delle zone di riferimento.
25
Tabella 11 – Posti letto per non autosufficienti e percentuale sulla popolazione non autosufficiente da media a molto grave
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
Posti letto
Popolazione non-autosuff.
non-autosuff.
da grave a molto grave
55
355
610
2.935
180
1.441
128
1.830
973
6.561
%
15,49
20,78
12,49
6,99
14,83
Oltre agli anziani non autosufficienti le strutture residenziali accolgono anche persone autosufficienti. È
interessante pertanto analizzare anche il rapporto tra anziani autosufficienti e posti letto loro riservati
(tabella 12). A tale proposito si rileva che tale rapporto è in media dell‟1,64% su base provinciale, con un
significativo picco nella zona Senese (2,21%) e rapporti via via più contenuti nelle altre zone.
Tabella 12 – Posti letto per autosufficienti e percentuale sul totale della popolazione autosufficiente
Posti letto
autosufficienti
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Totale
39
546
184
76
845
Popolazione
autosufficienti
3.390
24.701
13.078
10.279
51.448
%
1,15
2,21
1,41
0,74
1,64
Dall‟analisi dei dati analizzati sopra, si nota che il dato della Valdelsa risulta tendenzialmente al di sotto
delle medie provinciali. Tale difformità può, probabilmente, essere spiegata con il fatto che nella zona
della Valdelsa si sono privilegiate finora forme di assistenza alla popolazione anziana diverse da quella
residenziale, puntando in particolare sull‟assistenza domiciliare, al fine di limitare il più possibile lo
sradicamento degli anziani dai loro luoghi di vita abituale. Inoltre, secondo le informazioni fornite
dall‟Ufficio del Coordinatore dei Servizi Sociali della USL7, risulta che, nell‟ambito del Piano di Zona di
Assistenza Sociale (aggiornamento 2003), è in corso di definizione un programma per un ulteriore
rafforzamento delle politiche assistenziali a favore degli anziani nella zona della Valdelsa.
Passiamo ora a esaminare la distribuzione dei posti letto per tipologia di residenze (pubbliche e private).
Come si vede dalla tabella 13, il 38,01% dei posti letto si trovano in residenze private, alcune non a scopo
di lucro (onlus). La gran parte dei posti letto nelle case di riposo private sono destinate a persone
autosufficienti (59,06%). Ne consegue che è sostanzialmente lasciato alle strutture pubbliche l‟onere di
accudire gli anziani non-autosufficienti, come dimostra il fatto che le diverse tipologie di strutture
pubbliche (gestite dalla Azienda USL7, da un comune o enti Ipab) offrono il 61,99% dei posti letto
complessivi e l‟80,27% dei posti letto per non-autosufficienti. Ciò influisce anche sui costi che le
strutture residenziali devono affrontare, dal momento che la cura di persone non-autosufficienti richiede
maggiori risorse.
26
Tabella 13 – Distribuzione dei posti letto per tipologia di residenza (pubblica o privata)
Azienda USL7
Comune
Ipab
Privata
privata/onlus
Totale
%
Azienda USL7
Comune
Ipab
Privata
privata/onlus
Totale
Posti letto non autosuff. Posti letto autosuff. Totale posti letto
245
52
297
159
101
260
377
193
570
174
455
629
18
44
62
973
845
1.818
Posti letto non autosuff. Posti letto autosuff. Totale posti letto
25,18
6,15
16,34
16,34
11,95
14,30
38,75
22,84
31,35
17,88
53,85
34,60
1,85
5,21
3,41
100
100
100
Grafico 5 – Grafico della tabella 13
700
600
500
400
300
200
100
0
Posti letto non autosuff.
Azienda USL7
Posti letto autosuff.
Comune
Ipab
Privata
Totale posti letto
privata/onlus
Prima di rivolgere la nostra attenzione sulla questione dei costi di degenza, sembra utile soffermarsi sulla
problematica delle liste di attesa. A tale proposito, in base a quanto riferito dall'Ufficio del Coordinatore
dei Servizi Sociali della USL7, risulta che le persone in attesa di un posto nelle strutture pubbliche sono
circa 200 nella provincia di Siena, di cui circa 65 nel Comune di Siena (dati al 1/12/2003). Sembrerebbe
tuttavia che non tutte queste persone si trovino nell'effettiva urgenza di accesso alle strutture residenziali,
dal momento che risulta che diverse di esse pur contattate dai competenti uffici hanno declinato l'offerta
di ammissione ed hanno deciso di restare ciò nonostante in lista di attesa per un possibile futuro ingresso.
Infine, bisogna sottolineare che il vigente regolamento per l'attribuzione dei posti nelle strutture pubbliche
prevede comunque l'assegnazione prioritaria dei posti resisi disponibili ai soggetti in stato di urgenza7.
7
Purtroppo al momento non sono disponibili i dati dettagliati sulle liste di attesa per le strutture residenziali suddivisi per zona.
27
Per quanto riguarda, pertanto, i costi di ospitalità nelle strutture residenziali8 (tabella 14), dall‟analisi dei
dati disponibili (riferiti al 2001) si rileva un prezzo medio giornaliero di circa 32,24 euro per anziani
autosufficienti e di circa 68,65 euro per gli anziani non autosufficienti, che scende però a circa 40,28 euro
giornalieri se si considera la quota sanitaria a carico dell‟Azienda USL9. Articolando l‟analisi per zone, si
nota che i costi più elevati sia per autosufficienti che per non autosufficienti si riscontra nell‟Amiata
(35,64 e 71,01 euro), mentre i prezzi più contenuti sono rilevati in Valdichiana (29,76 e 64,24 euro). Se si
guarda però ai costi per la degenza di persone non autosufficienti una volta detratta la quota sanitaria a
carico della USL, si rileva che le strutture della zona Senese hanno un costo mediamente superiore (45,82
euro) mentre le strutture più convenienti sono quelle della Valdelsa (36,67 euro). Si può inoltre notare
che lo scostamento tra i valori minimi e massimi rilevati nelle varie zone va dai 5,88 euro per gli anziani
autosufficienti, ai 6,77 euro per i non autosufficienti, ed ai 9,15 euro se si considera l‟incidenza della
quota sanitaria. Pertanto, si può concludere che sulla base dei dati disponibili risulta che la retta mensile
media per un anziano autosufficiente ammonta a circa 967,20 euro, mentre per i non auto-sufficienti sale
a circa 2.059,50 euro, cifra che scende però a circa 1.213,50 euro se si considera l‟incidenza della quota
sanitaria.
Tabella 14 – Media dei costi giornalieri per zona geografica (in euro) (dati aggiornati al 31/12/2001)
Zona Amiata
Zona Senese
Zona Valdichiana
Zona Valdelsa
Media
Costo per
Costo per
Autosufficienti Non autosufficienti
35,64
71,01
32,24
69,12
29,76
64,24
31,33
70,24
32,24
68,65
Costo per non autosufficienti
detratta la quota sanitaria
37,44
45,82
41,86
36,67
40,45
8
I prezzi, aggiornati al 31/12/2001, sono tratti dal documento “Rilevazione Strutture di Ospitalità per anziani in Toscana al
31.12.2001”, Regione Toscana, Dipartimento del diritto alla salute e delle politiche di solidarietà. (cfr. allegato 1 per elenco
strutture).
9
La quota sanitaria viene erogata dalla AUSL nel caso di ricovero in strutture pubbliche o private convenzionate.
28
Grafico 6 - Grafico della tabella 14 (dati in euro)
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Costi per
autosufficienti
Zona Senese
Zona Valdelsa
Costi per nonautosufficienti
Costi per nonautosufficienti detratta
la quota sanitaria
Zona Valdichiana
Zona Amiata
Media
Passando all‟analisi dei costi per l‟ospitalità degli anziani nelle diverse tipologie di istituti (tabella
16), si notano prezzi molti simili per quanto riguarda le rette degli autosufficienti (da 30,45 a 33,05
euro). Invece, per quanto riguarda le rette degli anziani non autosufficienti si nota una maggiore
variabilità. L‟analisi di tali dati tuttavia deve tenere conto del fatto che tutti i soggetti ospitati in
strutture pubbliche hanno diritto ad un abbattimento dei costi dovuto all‟applicazione della quota
sanitaria, corrisposta direttamente dalla AUSL. Pertanto i costi reali del ricovero di anziani non
autosufficienti nelle strutture pubbliche varia dai 37,41 ai 39,66 euro. Il discorso è invece diverso
per quanto riguarda le strutture private, dove la quota sanitaria può essere concessa solo nelle
strutture private convenzionate e per un numero prefissato di posti. Con ciò si spiega il maggiore
costo rispetto alle strutture pubbliche dei posti letto convenzionati (da 50,41 a 56,81) e la maggiore
convenienza rispetto ai costi totali (da 61,60 a 68,00 euro).
Tabella 15 – Media dei costi giornalieri per tipologia di istituto(dati aggiornati al 31/12/2001)
Gestione
AUSL 7
Comune
IPAB
Onlus
Privata
Costo per
Costo per
Costo per non autosufficienti
Autosufficienti Non autosufficienti detratta la quota sanitaria
30,37
70,98
37,41
31,49
72,87
39,30
30,98
68,23
39,66
30,89
61,60
50,41
33,06
68,00
56,81
Con specifico riferimento al numero delle quote sanitarie convenzionate, ossia poste a carico
dell‟Azienda USL (tabella 17), si nota che il 74,08% dei posti letto per non autosufficienti della provincia
di Siena è soggetto a tale tipo di sostegno economico, in percentuali che variano dall‟88,33% della
Valdichiana, al 72,62% della zona Senese e al 43,64% dell‟Amiata. Un discorso a parte deve essere fatto
per la zona della Valdelsa, dove le due uniche strutture private non sono convenzionate con la AUSL, che
gestisce invece direttamente le altre strutture operanti nel territorio. Pertanto non è disponibile un dato
disgiunto sulle quote sanitarie convenzionate, malgrado vi sia effettivamente nell‟ambito delle strutture
29
pubbliche un sostegno economico non dissimile da quello riscontrabile nelle altre zone, garantito dalla
AUSL in termini di personale e servizi.
Tabella 16 – Quote convenzionate sul totale dei posti letti per non autosufficienti
Zona Senese
Posti letto non autosufficienti
Quote sanitarie convenzionate
% quote convenzionate sul totale
posti letto per non autosufficienti
610
443
72,62%
Zona
Amiata
Zona
Valdichiana Totale
55
180
973
24
159
626
43,64%
88,33% 74,08%
Grafico 7 – Grafico della tabella 16 (quote convenzionate)
1000
800
600
400
200
0
Zona Senese
Zona Amiata
Zona Valdichiana
Posti letto non autosufficienti
30
Totale
Quote sanitarie convenzionate
4. Le erogazioni della Fondazione MPS a favore degli
anziani
L
a Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha destinato ad iniziative a favore degli anziani 10,
negli anni 1999-2002, quasi 19 milioni di euro che rappresentano il 5,06% delle erogazioni
totali del periodo (tabella 18).
Tabella 17 – Erogazioni a favore degli anziani (1999-2002)
1999-2002 Erogazioni a favore degli anziani
1999-2002 Erogazioni totali
Euro Totale Percentuale
18.816.119,67
5,06%
372.101.979,00
100%
Gli investimenti a favore degli anziani sono stati indirizzati principalmente nell‟area comunale
senese dove sono confluite complessivamente il 54,98% delle risorse erogate, assegnate al Comune
di Siena (37,85%) e a diversi altri soggetti operanti nel comune (17,13%), mentre la restante parte
(45,02%) è stata finalizzata ad interventi realizzati su tutto il rimanente territorio provinciale e
assegnata in particolare alla Amministrazione provinciale di Siena (26,44%), ad altri comuni della
provincia (9,77%) e ad altri soggetti con sede nella provincia (8,81%) (tabella 19).
Tabella 18 – Distribuzione per tipologia di beneficiario delle erogazioni a favore degli “anziani” (1999-2002)
Beneficiario
Amministrazione provinciale di Siena
Comune di Siena
Altri comuni della provincia
Altri soggetti nel comune di Siena
Altri soggetti nella provincia di Siena
Totale
10
Importo
4.975.827,60
7.122.589,41
1.837.911,42
3.222.498,71
1.657.292,53
18.816.119,67
%
26,44
37,85
9,77
17,13
8,81
100
Prima di addentrarci nell‟analisi dei dati riguardanti le erogazioni effettuate dalla Fondazione Monte dei Paschi in favore degli
anziani nel periodo 1999-2002, è necessaria una brevissima premessa metodologica. Nel periodo considerato, tra i settori di
intervento della Fondazione MPS non era previsto uno specifico settore rilevante destinato alla realizzazione di iniziative rientranti
nelle politiche sociali in favore degli anziani. Pertanto i fondi erogati a tali fini rientravano in diversi dei settori esistenti, tra cui in
particolare i settori „assistenza e beneficenza‟ e „sanità‟.
31
Grafico 8 – Grafico della tabella 18
Altri soggetti nella
provincia di Siena
Altri soggetti nel
8,81%
comune di Siena
17,13%
Altri comuni della
provincia
9,77%
Amministrazione
provinciale di
Siena
26,44%
Comune di Siena
37,85%
Per quanto riguarda, invece, la distribuzione annuale delle erogazioni nel periodo di tempo preso in
considerazione, possiamo notare che i quasi 19 milioni di euro sono stati distribuiti in modo abbastanza
omogeneo nei quattro anni in esame (tabella 20): l‟anno che ha visto i maggiori investimenti è stato il
2002 con oltre 6 milioni di euro pari al 32,26% del totale erogato; mentre quello in cui si è distribuito
relativamente di meno è stato il 2000, con 3,6 milioni di euro, pari al 19,15% del totale. Possiamo anche
notare che gli investimenti a favore degli anziani sono quasi duplicati in termini assoluti passando dai 3,8
milioni di euro nel 1999 agli oltre 6 milioni nel 2002.
Tabella 19 – Distribuzione annuale delle erogazioni a favore degli anziani (1999-2002)
Anno di riferimento Importi erogati
1999-2000
3.839.857,04
2000
3.603.603,86
2001
5.303.158,77
2002
6.069.500,00
Totale
18.816.119,67
32
%
20,41
19,15
28,18
32,26
100
Grafico 9 – Grafico della tabella 19
Anno 1999-2000
20,41%
Anno 2002
32,26%
Anno 2000
19,15%
Anno 2001
28,18%
Infine se compariamo gli importi erogati a favore degli “anziani” con le cifre complessive dell‟anno di
riferimento, notiamo che gli importi destinati a tale fine si aggirano sempre attorno al 5,06% rispetto al
totale (tabella 21).
Tabella 20 – Incidenza delle erogazioni destinate a favore degli anziani sulle erogazioni totali dell’anno
Anno di riferimento
1999-2000
2000
2001
2002
Totale
Erogazioni per gli anziani
3.839.857,04
3.603.603,86
5.303.158,77
6.069.500,00
18.816.119,67
Totale erogazioni dell’anno
72.197.723,43
77.448.345,39
110.159.510,29
112.296.400,00
372.101.979,11
%
5,32
4,65
4,81
5,40
5,06
Per quanto riguarda la distribuzione per tipologia delle erogazioni a favore degli anziani (tabella 22), si
nota che 37,85% degli interventi è destinato al programma di interventi sociali del Comune di Siena e il
26,44% al programma di assistenza domiciliare integrata promosso dalla Provincia di Siena
(“Un‟assistenza in più”), mentre il restante 35,70% è destinato a interventi di restauro, costruzione di
nuovi edifici e acquisti di materiali e attrezzature realizzati da diversi soggetti pubblici e privati.
33
Tabella 21 – Distribuzione delle erogazioni per oggetto (1999-2002)
Oggetto
Importo
Acquisti di materiali e attrezzature
981.931,44
Adeguamenti e manutenzione
2.912.623,17
Costruzione nuovi edifici e ristrutturazione
2.823.148,05
11
Progetto assistenza domiciliare (Provincia di Siena)
4.975.827,60
Programma di interventi sociali (Comune di Siena)12 7.122.589,41
Totale erogazioni a favore degli anziani
18.816.119,67
%
5,22
15,48
15,00
26,44
37,85
100
Grafico 10 – Grafico della tabella 21
5,22%
15,48%
37,85%
15,00%
26,44%
Acquisti di materiali e attrezzature
Costruzione nuovi edifici e ristrutturazione
Programma di interventi sociali
Adeguamenti e manutenzione
Progetto Assistenza domiciliare
11
Il progetto di assistenza domiciliare dell‟Amministrazione Provinciale di Siena, denominato “Un‟assistenza in più”, non si occupa
solo di interventi a favore degli anziani, ma anche di iniziative a favore di disabili e minori con difficoltà di integrazione.
12
Il programma di interventi sociali del Comune di Siena include non solo interventi a favore degli anziani, ma di tutte le “fasce
deboli” di popolazione.
34
5. Conclusioni
L’
analisi appena svolta sulla situazione esistente nell‟ambito dell‟assistenza agli anziani nel
territorio senese ha ben evidenziato la complessità del tema, la molteplicità dei soggetti
coinvolti e la difficoltà di formulare una politica sociale per gli anziani che,
configurandosi come organica, approfondita e qualificata, sia quindi in grado di
rispondere efficacemente ai vari tipi di problemi che possono sorgere in un territorio
caratterizzato da una incidenza della popolazione anziana sul totale della popolazione residente tra
le più elevate del nostro Paese.
Le risultanze delle ricerca svolta possono essere sintetizzate attorno ad alcuni grandi temi emersi
che ben esemplificano i diversi problemi esistenti con riferimento al tema dell‟assistenza agli
anziani. In primo luogo, vi è il tema centrale del tipo di servizio offerto. Tralasciando il tema dei
servizi sanitari gestiti dalla USL, attualmente l‟offerta di servizi sociali disponibili a favore degli
anziani può essere raggruppata attorno a due grandi tipologie di intervento: l‟assistenza nelle
strutture residenziali e l‟assistenza domiciliare, pubblica o fornita direttamente dalla famiglia
dell‟anziano anche attraverso il ricorso al lavoro delle colf.
L‟assistenza nelle strutture residenziali rimane ancora oggi in molti casi la soluzione più immediata
e paradossalmente più “facile” per risolvere il problema dell‟assistenza agli anziani. Tuttavia,
l‟esperienza maturata negli ultimi anni ha dimostrato che il ricovero in residenza non dovrebbe
costituire la via normale per risolvere i problemi di assistenza degli anziani, ma dovrebbe invece
essere tendenzialmente limitato a quelle categorie di anziani che per vari motivi non possono essere
adeguatamente assistiti con le altre tipologie di interventi, vale a dire la categoria degli anziani nonautosufficienti in condizioni più gravi e quella degli anziani in grave stato di abbandono, che non
possiedono più legami familiari o comunque non hanno persone in grado di accudirli nelle loro
dimore.
In tutti gli altri casi, in un ottica di intervento più mirato e meno traumatico per gli anziani coinvolti, si
dovrebbero invece privilegiare le forme di assistenza di tipo domiciliare, che si presentano come più
mirate, più limitate e meno invasive rispetto alla vita abituale condotta dagli anziani interessati. E‟ stato
infatti dimostrato come per molte persone anziane, il ricovero in residenza ed il conseguente abbandono
del proprio domicilio, nonché il distacco dal proprio ambiente naturale rappresentino spesso eventi
traumatici che possono talvolta avere anche gravi conseguenze psico-fisiche.
L‟assistenza domiciliare, intesa come un servizio finalizzato a mantenere l‟anziano nel proprio nucleo
familiare, si presenta pertanto come una finalità primaria ormai sancita a livello legislativo, sia nazionale
che regionale, che come abbiamo visto viene concretamente perseguita con impegno anche dai diversi
attori coinvolti nell‟ambito dell‟assistenza agli anziani nel territorio provinciale senese.
Naturalmente l‟assistenza domiciliare è un tipo di intervento che risulta più funzionale quando la
situazione dell‟anziano coinvolto non è particolarmente grave e quando c‟è una famiglia che, se
adeguatamente supportata, riesce a gestire l‟anziano non autosufficiente. Infatti in tali casi, il ricorso
all‟assistenza domiciliare può riuscire a risolvere tutte le principali esigenze dell‟anziano.
Diversamente, quando l‟anziano non ha una famiglia a cui appoggiarsi o comunque ne ha una che non
riesce a soddisfare tutte le sue esigenze, l‟unica alternativa al ricovero in residenza diventa il ricorso al
lavoro di una colf che può aiutare l‟anziano a fare la spesa, controllare la casa, verificare l‟igiene e la
pulizia personale e più in generale rispondere ai vari bisogni dell‟anziano. Inoltre, il ricorso all‟opera
delle colf è spesso prescelto dalle famiglie in quanto presenta generalmente costi minori rispetto al
ricovero nelle residenze. Tuttavia, in relazione a tale tipo di assistenza vi è il grave problema della
35
qualificazione professionale delle colf, che spesso non hanno la preparazione sufficiente per assistere
l‟anziano in modo adeguato. Si pone pertanto il problema della qualificazione professionale delle colf e la
necessità di trovare delle adeguate soluzioni per ovviare a tale problema.
A tal fine vale la pena di ricordare l‟importante proposta dell‟Amministrazione Provinciale, che
all‟interno del progetto “Un‟assistenza in più”, ha proposto di realizzare una specifica iniziativa di
assegnazione di contributi alle famiglie che assumono, con contratti regolari, colf per l‟assistenza
domiciliare a congiunti non autosufficienti gravi, allo scopo di dare da una parte un contributo
all‟emersione del lavoro di cura dal mercato “sommerso” e dall‟altra di verificare la preparazione delle
colf in cerca di accreditamento, proponendo se necessario degli appositi corsi professionali per sopperire
alle eventuali carenze riscontrate.
Quanto detto circa il problema della qualificazione professionale delle colf naturalmente apre la strada al
tema ben più ampio della qualità dei servizi offerti a favore degli anziani. Infatti, non solo i servizi di
assistenza domiciliare forniti dalle colf, ma più in generale tutta l‟offerta di servizi a favore degli anziani,
sia pubblica che privata, dovrebbe garantire sempre più elevati standard di qualità ed efficienza, il cui
monitoraggio dovrebbe essere continuo, non solo con riferimento al tipo di servizio offerto in quanto tale,
ma anche alla sua ricaduta sulla qualità della vita dell‟anziano.
Dall‟analisi svolta nel presente Quaderno, pertanto, emergono i seguenti spunti conclusivi di riflessione.
In primo luogo, emerge la necessità che la politica sociale a favore degli anziani divenga sempre più
mirata, più approfondita e più qualificata, e sia basata su una programmazione onnicomprensiva dei
servizi socio-sanitari organizzata in modo da garantirne l‟erogazione coordinata dei servizi offerti.
L‟offerta di assistenza agli anziani dovrebbe, pertanto, essere strutturata secondo un progetto globale che
promuova la cultura della creazione di una vera e propria rete integrata di servizi, in grado di rispondere
in modo completo e flessibile alle molteplici esigenze delle persone anziane.
In secondo luogo, come abbiamo visto sopra, è necessario superare definitivamente il retaggio del
passato legato alla centralità della tipologia di assistenza nelle strutture residenziali, che dovrebbero
limitarsi ad offrire il ricovero agli anziani che versano nelle situazioni più gravi, sia per motivi di salute
che per motivi di abbandono sociale. Maggiore enfasi dovrebbe invece essere posta sull‟assistenza
domiciliare, in grado di rispondere alle diverse esigenze degli anziani in maniera più mirata, più limitata e
meno invasiva rispetto alla vita abituale condotta dai soggetti interessati.
Sempre nell‟ottica della promozione della cultura di rete nei servizi erogati e del potenziamento
dell‟assistenza domiciliare rispetto all‟assistenza residenziale, bisognerebbe inoltre promuovere la
creazione di piani di assistenza individuali, modellati sulle esigenze specifiche e peculiari di ciascun
anziano.
Inoltre, con riferimento ai servizi non coperti dall‟offerta di assistenza residenziale o domiciliare
familiare e soddisfatti invece mediante il ricorso alle prestazioni assistenziali di colf reperite sul libero
mercato, bisognerebbe ampliare il controllo pubblico su tali servizi in modo da garantire almeno il
rispetto di requisiti minimi nell‟erogazione dei servizi sociali dedicati agli anziani, ad esempio tramite
l‟istituzione di un “albo di colf accreditate”.
In conclusione, quindi, quanto alle possibili azioni prioritarie di intervento futuro per la Fondazione, pare
che si delinei la necessità di puntare sul potenziamento dell‟assistenza domiciliare e dei servizi alternativi
alle residenze assistite, piuttosto che ad esempio investire risorse nella costruzione di nuove RSA, dal
momento che sulla base dei dati raccolti, letti in chiave di analisi costi-benefici, sembra emergere una
maggiore efficienza dei servizi di assistenza domiciliare rispetto all‟assistenza nelle strutture residenziali.
36
Indice delle tabelle
Tabella 1 – Numero residenze e posti letto nella Provincia di Siena ................................................... 9
Tabella 2 – Posti letto per autosufficienti e non-autosufficienti .......................................................... 9
Tabella 3 – Assistenza domiciliare per anziani di tipo sociale .......................................................... 15
Tabella 4 – Assistenza domiciliare per anziani di tipo prevalentemente sanitario ............................ 15
Tabella 5 – Incidenza della popolazione anziana sulla popolazione totale nella provincia di Siena
(2001) ......................................................................................................................................... 21
Tabella 6 – Distribuzione della popolazione anziana per livello di non autosufficienza .................. 22
Tabella 7 – Ripartizione percentuale su base geografica della popolazione anziana per livello di
non-autosufficienza .................................................................................................................... 23
Tabella 8 – Ripartizione della popolazione anziana autosufficiente e non in base alla ripartizione
geografica ................................................................................................................................... 23
Tabella 9 - Distribuzione geografica degli assegni di accompagnamento per la popolazione non
autosufficiente da grave a molto grave ...................................................................................... 24
Tabella 10 – Posti letto per non autosufficienti e percentuale sul totale della popolazione non
autosufficiente ............................................................................................................................ 25
Tabella 11 – Posti letto per non autosufficienti e percentuale sulla popolazione non autosufficiente
da media a molto grave .............................................................................................................. 26
Tabella 12 – Posti letto per autosufficienti e percentuale sul totale della popolazione autosufficiente
.................................................................................................................................................... 26
Tabella 13 – Distribuzione dei posti letto per tipologia di residenza (pubblica o privata) ................ 27
Tabella 14 – Media dei costi giornalieri per zona geografica (in euro) (dati aggiornati al
31/12/2001) ................................................................................................................................ 28
Tabella 15 – Media dei costi giornalieri per tipologia di istituto(dati aggiornati al 31/12/2001) ...... 29
Tabella 16 – Quote convenzionate sul totale dei posti letti per non autosufficienti .......................... 30
Tabella 17 – Erogazioni a favore degli anziani (1999-2002)............................................................. 31
Tabella 18 – Distribuzione per tipologia di beneficiario delle erogazioni a favore degli “anziani”
(1999-2002) ................................................................................................................................ 31
Tabella 19 – Distribuzione annuale delle erogazioni a favore degli anziani (1999-2002) ................ 32
Tabella 20 – Incidenza delle erogazioni destinate a favore degli anziani sulle erogazioni totali
dell‟anno..................................................................................................................................... 33
Tabella 21 – Distribuzione delle erogazioni per oggetto (1999-2002) .............................................. 34
37
Indice dei grafici
Grafico 1 – Grafico della tabella 5 ..................................................................................................... 21
Grafico 2 – Grafico della tabella 6 ..................................................................................................... 22
Grafico 3 – Grafico della tabella 8 ..................................................................................................... 24
Grafico 4 - Grafico della tabella 9 ..................................................................................................... 25
Grafico 5 – Grafico della tabella 13 ................................................................................................... 27
Grafico 6 - Grafico della tabella 14 (dati in euro).............................................................................. 29
Grafico 7 – Grafico della tabella 16 (quote convenzionate) .............................................................. 30
Grafico 8 – Grafico della tabella 18 ................................................................................................... 32
Grafico 9 – Grafico della tabella 19 ................................................................................................... 33
Grafico 10 – Grafico della tabella 21 ................................................................................................. 34
38
Allegato 1 – Elenco dei comuni della provincia di
Siena divisi per zone geografiche
Zona Amiata
Zona Valdichiana
Abbadia San Salvatore
Castiglione d‟Orcia
Piancastagnaio
Radicofani
Cetona
Chianciano Terme
Chiusi
Montepulciano
Pienza
San Casciano dei Bagni
Sarteano
Sinalunga
Torrita di Siena
Trequanda
Zona Senese
Asciano
Buonconvento
Castellina in Chianti
Castelnuovo Berardenga
Chiusdino
Gaiole in Chianti
Montalcino
Monteriggioni
Monteroni d‟Arbia
Monticiano
Murlo
Radda in Chianti
Rapolano Terme
San Giovanni d‟Asso
San Quirico d‟Orcia
Siena
Sovicille
Zona Valdelsa
Casole d‟Elsa
Colle Val d‟Elsa
Poggibonsi
Radicondoli
San Gimignano
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Ringraziamenti
Per il contributo fornito alla realizzazione del presente Quaderno, si ringraziano:
~
Dott. Stefania Baccheschi, Coordinatore Servizi Sociali, USL 7, Siena
~
Dott. Fausto Mariotti, Direttore Sanitario USL 7, Siena
~
Dott. Adriana Romi, Coordinatore Sociale di Zona – Zona Senese, USL 7, Siena
~
Dott. Rossana Moretti, Ufficio Servizi Sociali, Comune di Siena
~
Dott. Andrea Volterrani, Osservatorio Sociale Provinciale, Amm.ne Provinciale di Siena
~
Dott. Anna Ferretti, Consorzio Arché, Siena
~
Dott. Mauro Tosoni, Cooperativa Il Cardine, Siena
40
I Quaderni di Documentazione
 2003 Fondazione Monte dei Paschi di Siena
Via Banchi di Sotto, 34 • 53100 Siena
Tel. 0577/246016 - 54 • Fax 0577/246071
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