Mobile Facebook Twitter Network Archivio Home Pubblico Economia&Finanza Sport Spettacoli Cultura Motori Viaggi Moda Sei in: Archivio > la Repubblica.it > 2014 > 09 > 27 > Santi e guaritori così la... TOPIC CORRELATI Santi e guaritori così la medicina ispirava l'arte siciliana PERSONE L'indemoniato di Pietro Novelli e i tisici degli ex voto un viaggio nell'iconografia che attraversa storia e religione SERGIO TROISI LETTA dalla prospettiva di Esculapio, dio greco della medicina, la storia dell'arte può riservare delle piccole sorprese. È quanto si propone in un piccolo volume edito da Kalòs Antonino Giuseppe Marchese ("L'immagine artistica della medicina in Sicilia", pagine135, 18 euro, prefazioni di Roberto Lagalla e Teresa Pugliatti), medico ma anche cultore della storia dell'arte, compilando un repertorio (desunto da opere siciliane ma estensibile a piacimento) che dalla preistoria giunge sino al XX secolo. Intendiamoci, simboli e iconologie sono materiali noti agli specialisti della disciplina: quello che eventualmente muta, in quest'ottica, è innanzitutto l'uso delle immagini e il loro valore documentario. Così, un esempio con un opera celeberrima, il quattrocentesco Trionfo della morte proveniente open in browser PRO version Are you a developer? Try out the HTML to PDF API Casa Salute Meteo Lavoro Annunci angela mazzé (1) david freedberg (1) giuseppe alvino (1) giuseppe marchese (1) pietro novelli (1) roberto lagalla (1) altri (4) ENTI E SOCIETÀ xx secolo (1) LUOGHI firenze (1) palazzo abatellis (1) palazzo sclafani (1) pdfcrowd.com dall'Ospedale maggiore un tempo ubicato a Palazzo Sclafani e ora a Palazzo Abatellis, svariati anni fa è stato interpretato da Angela Mazzé in relazione alla peste, con i dardi scagliati dallo scheletro a cavallo conficcati nei punti dove si gonfiavano i bubboni e il doppio ritratto tradizionalmente riconosciuto effigie dell'anonimo autore e di un suo presunto collaboratore riletto come rappresentazione di un chirurgo che in mano tiene, anziché un pennello, un bisturi. Del resto, l'affresco era in un ospedale, e la sua funzione sarebbe stata così non troppo dissimile dall'altro Trionfo di Buffalmacco nel Camposanto monumentale di Pisa. In questo senso, un storia dell'arte così narrata è una storia sociale della medicina e delle malattie, anche quelle per secoli collocate in un dispositivo simbolico oggi relativamente remoto. Sappiamo già che i tanti malinconici che affollano la storia della pittura nella posa canonica della testa reclina su una mano erano con tutta probabilità dei depressi. Ma saranno stati per caso epilettici, sventurati affetti dal grande male, gli ossessi e gli indemoniati affidati agli sguardi e ai gesti imperiosi di santi guaritori, come il San Filippo d'Agira dipinto da Pietro Novelli nella tela un tempo collocata nella chiesa omonima (un caso che nella Palermo cinquecentesca venisse dedicata una chiesa a un santo esorcista?) e ora a Casa Professa, dinanzi a cui viene tenuto a forza un disgraziato con gli occhi roteanti e la bava alla bocca? C'è malattia e malattia, insomma, ognuna con una sua peculiarità figurativa, si tratti della tisi che una miriade di ex voto popolari raffigurava nel momento dello sbocco di sangue del malato, giacente a letto tra i parenti disperati, o del morbo gallico, il mal francese, la sifilide, che un artista potente e visionario quale lo Zumbo, ceroplasta siracusano al servizio dei Medici e in viaggio nell'Europa di fine Seicento tra Firenze, Genova e Parigi, rappresentava in corpi in abbandono, emaciati e — letteralmente — disfatti. Il confine tra l'immagine, il ruolo sociale della malattia e la cultura di un'epoca è ogni volta labile, oscillante, e in questo consiste il fascino di un simile repertorio, soprattutto quello religioso la cui diffusione mappa territori e epoche delle patologie. Non tutti i santi guariscono tutti i mali, e anzi spesso procedono per specializzazioni e relativi attributi iconografici: San Rocco preserva dalla peste, e la tradizione pittorica lo mostra mentre presenta le piaghe che un cane viene a leccare (Marchese lo illustra con un dipinto seicentesco di anonimo fiammingo ora al Pepoli di Trapani) open in browser PRO version Are you a developer? Try out the HTML to PDF API parigi (1) pisa (1) TIPO articolo pdfcrowd.com dipinto seicentesco di anonimo fiammingo ora al Pepoli di Trapani) Sant'Anna — ebbe Maria in tarda età — protegge le partorienti, Santa Apollonia dal mal di denti (spesso tiene in mano una grande tenaglia minacciosa) Cosma e Damiano assistono invece tanto i medici quanto i malati. A queste opere veniva associato un rituale propiziatorio che era non di rado sovrapposto all'azione medica con cui, talvolta e sino a tempi recenti, si confondeva: una storia delle immagini è anche una storia del loro uso — e del loro potere, come intitolava anni fa David Freedberg un suo denso saggio. Esiste tuttavia almeno un repertorio in cui dimensione sacra, pratica conoscitiva e storia dell'arte si toccano con uguale forza, ed è quello degli scorticati, gli studi anatomici che mostravano le fasce muscolari del corpo umano. Scorticati sono i martiri sottoposti a un supplizio atroce che ritorna drammaticamente d'attualità durante il conflitto con l'impero ottomano: San Bartolomeo è la loro imago tragica, appena raffreddata dalla tensione di uno sguardo analitico e descrittivo "scientifico". Marchese pubblica un disegno di Giuseppe Alvino del 1601, un San Bartolomeo scorticato, testimonianza esemplare di quell'epoca. Lo fa seguire, nel corpus di illustrazioni in coda al volume, ad un'altra opera dello Zumbo, una testa scorticata, riversa come in una deposizione. Qui, il discrimine tra il sentimento di pietà e pratica da teatro anatomico si elide quasi del tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA S. Anna protegge le partorienti S. Filippo i posseduti S. Apollonia raffigurata con una tenaglia preserva dal mal di denti LA CERA Un'opera del ceroplasta siracusano Zumbo che raffigura la peste e conservata a Firenze 27 settembre 2014 sez. Fai di Repubblica la tua homepage Mappa del sito Redazione Scriveteci Per inviare foto e video Servizio Clienti Aiuto Pubblicità Divisione Stam pa Nazionale — Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 00906801006 Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di CIR SpA open in browser PRO version Are you a developer? Try out the HTML to PDF API pdfcrowd.com open in browser PRO version Are you a developer? Try out the HTML to PDF API pdfcrowd.com