Star bene a scuola
intervento del Dirigente Scolastico dell’IC Strigno e Tesino
prof. Romano Nesler
I soggetti dello star bene a scuola
“Star bene a scuola” è un tema di una certa complessità perché coinvolge soggetti
diversi:
• studenti,
• genitori,
• docenti,
• personale ATA,
• dirigente scolastico.
Ciascuno di questi soggetti ha percezioni e sensibilità diverse e vede la scuola da un
proprio punto di vista unico e diverso.
In un Istituto comprensivo anche le aggregazioni di questi soggetti avvengono a livelli
diversi perché esistono:
• ambienti di classe,
• ambienti di scuola (i singoli plessi)
• ambienti di aggregazione spontanea
• ambiente di istituto comprensivo.
La complessità dello star bene a scuola
Ambienti:
Ambiente di classe
Ambiente di plesso
Ambiente di Istituto
Ambiente di comunità
Ambiente di aggregazione
spontanea
Com unità educ ante
Ambiente
Famiglie
Fam iglie
Plesso
Aula
Istituto c omprensivo
Dirigente sc olastic o
Plesso
Aula
Studenti
doc enti
Studenti
doc enti
Personale ATA
Personale ATA
Plesso
Aula
Plesso
Aula
Studenti
doc enti
Studenti
doc enti
Personale ATA
Personale ATA
Gruppi di
aggregazione
spontanea
Soggetti:
Studenti
Genitori
Doc enti
Personale ATA
Dirigente sc olastico
Personale ATA
Famiglie
Famiglie
Famiglie
Ambienti caratterizzati ciasc uno da un proprio clima e da una identità : in presenza di gruppi composti
da persone diverse si hanno anche differenti relazioni interpersonali fra singoli e gruppi o fra gruppi
e gruppi. Vi sono due ambienti particolarmente importanti per motivazioni diverse: l’aula (apprendimento)
e la famiglia (educ azione)
Figura 1: La complessità dello star bene a scuola nelle sue dimensioni di soggetti ed ambienti diversi
Le dimensioni dello star bene a scuola
Lo star bene in un Istituto comprensivo tocca anche dimensioni diverse:
• la comunicazione,
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•
•
•
•
l’organizzazione
la formazione del personale
la ricerca e la sperimentazione
l’apprendimento (non dobbiamo dimenticare che l’apprendimento è il risultato di
una rete di relazioni interpersonali finalizzate a scopi precisi.)
La scuola come punto di incontro: trovare un’identità
La scuola come istituzione è un punto di incontro fra tanti soggetti, ciascuno di essi
porta i propri valori, aspettative, fragilità e punti di forza, competenze, voglia di fare e
di mettersi in discussione, resistenze, debolezze, sentimenti, esperienze. Parliamo
però di centinaia o più spesso di migliaia di persone considerando genitori e studenti.
Questa situazione porta subito in primo piano il problema dello “star bene” e dei climi
di lavoro perché la scuola è occasione di coesione di tantissime sinergie positive, ma
anche punto di raccolta e di evidenziazione di grandi contraddizioni e incoerenze sul
piano della promozione, assieme con le famiglie, di valori condivisi e di comportamenti
con essi coerenti.
Se la scuola è davvero un punto di incontro e di confronto fra tanti soggetti che
agiscono per uno scopo comune allora certamente l’Istituzione scolastica sta cercando
attivamente una propria identità che la caratterizzi. Lo “star bene a scuola” di tutti i
soggetti coinvolti può essere una delle misure della capacità di un istituto di costruire
una propria identità.
Lo star bene di tutti i soggetti coinvolti nei diversi ambienti di lavoro merita qualche
riflessione in più:
1. Il clima e l’ambiente di classe sono particolarmente importanti perché è
all’interno dell’aula che si promuove apprendimento e quindi è in questo
contesto che la scuola gioca la sua partita decisiva. Si potrebbe affermare che
più del 90% della qualità del servizio offerto da un istituto si costruisce
all’interno delle classi. Questo dato di fatto deve portare con sé conseguenze
operative sul piano dell’attenzione dell’Istituto verso la problematica della
qualità della didattica d’aula e della promozione di climi di classe favorevoli
all’apprendimento. Il processo di insegnamento-apprendimento si basa sulla
relazione fra studenti e docente e i suoi risultati sono fortemente influenzati
dalla qualità di questa relazione.
2. La scuola ha scopi di istruzione e di educazione. Il piano educativo non è di
competenza esclusiva della scuola e si può arrivare a buoni risultati solo in
presenza di una forte sinergia fra docenti, genitori e comunità educante (altri
soggetti esterni che possono dare un proprio contributo). In questo ambito
diventano quindi di cruciale importanza i rapporti fra scuola e genitori:
• Capacità di ascolto e di confronto costruttivo
• Comunicazione tempestiva ed efficace
• Assunzione reciproca delle rispettive responsabilità
• Attività di formazione rivolte ai genitori capaci di informare, ma anche di
promuovere il confronto sui temi che rappresentano evidenti criticità.
• Coinvolgimento dei genitori in alcune attività scolastiche.
La didattica d’aula al centro di tutto
Per valutare la qualità del lavoro svolto è necessario affidarsi sia a rilevazioni
quantitative sia ad elementi qualitativi (osservazioni, ascolto, focus group, incontri di
confronto e approfondimento…)
La didattica d’aula nel nostro istituto è monitorata attraverso un percorso di ricercaazione finalizzato alla crescita professionale dei docenti, alla documentazione delle
buone pratiche e al consolidamento di climi di lavoro adeguati. Il meccanismo prevede
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visite del dirigente scolastico in classe come osservatore che avvengono in base ad un
meccanismo casuale e senza preavviso. In seguito alla visita il docente riceve un
feedback scritto ed ha la possibilità di confrontarsi con il dirigente sull’andamento
della lezione. Molte lezioni vengono documentate nelle buone pratiche di istituto e
discusse dai docenti negli incontri collegiali. Il monitoraggio prevede anche
osservazioni sistematiche su elementi interessanti per l’analisi del clima di classe:
1. Interazione verbale rilevata con le categorie di N. Fanders
2. Osservazioni non sistematiche
3. Monitoraggio dei livelli cognitivi delle domande (Monitoring Cognitive Levels in
Questioning)
4. Monitoraggio dei livelli cognitivi delle risposte (Monitoring Cognitive Levels in
Answering)
5. Compiti degli studenti (Time on Task)
6. Movimenti del docente e degli studenti (Teacher Movement, Student Movement)
Come accennato gli elementi più significativi del monitoraggio vanno ad alimentare un
repertorio dell’istituto così organizzato:
1. Le pratiche osservate che funzionano meglio (organizzate per temi)
2. I punti più comuni di criticità, cioè le cose da migliorare
3. Le pratiche più coerenti con le linee guida dei piani di studio provinciali
4. Esempi di tipologie diverse di lezioni ben riuscite
Il repertorio si trova sul sito Web della scuola ( ic.strigno-tesino.eu ) e viene
costantemente aggiornato.
Nel corso dell’anno scolastico vi sono momenti a fine quadrimestre in cui il repertorio
è oggetto di attività di formazione dei docenti con lavori di gruppo.
Tutto questo nell’ottica di condividere le parti migliori dei lavori degli altri docenti
aprendo il confronto su elementi precisi e concreti della professionalità docente;
nell’ottica di una scuola vista come comunità di pratiche, capace di condividere e
mettere in circolo le cose migliori, ma anche le criticità allo scopo di riflettere sul
proprio lavoro per migliorare. Questo è un passo indispensabile per una vera identità
di scuola che porti a conoscersi, a credere negli stessi valori per condividere mete
educative del Progetto di istituto finalmente chiare perché tradotte anche in prassi
didattica quotidiana.
I problemi più rilevanti:
Fragilità di studenti e genitori
Molti studenti, già da quando iniziano il percorso del primo ciclo, manifestano fin da
subito fragilità e difficoltà evidenti dovute ad una scarsissima autonomia, tempi di
concentrazione brevissimi, incapacità di affrontare i compiti affidati con tenacia e
perseveranza, abitudine radicata a comportamenti incompatibili con il lavoro in un
gruppo. Questa fragilità degli alunni è oggi il problema più grande anche perché ormai
le generazioni “fragili” sono arrivate alla maturità e ci ritroviamo con una certa parte
di genitori in grande difficoltà nello svolgere il proprio ruolo e che quindi tendono a
scaricare sulla scuola ogni responsabilità. In questo senso, le tante separazioni difficili
con conseguenze negative rilevanti per gli studenti, sono solo uno dei tanti aspetti
negativi di questa problematica. I genitori iperprotettivi con la tendenza ad essere i
sindacalisti dei propri figli sono in netto aumento e si nota anche una sempre
maggiore difficoltà da parte di molti nell’interpretare in modo efficace e corretto il
proprio ruolo genitoriale.
Quando l’unica sponda adulta è la scuola
Nelle situazioni in cui i genitori non sono in grado di svolgere bene il proprio ruolo (e
questa casistica è in netto aumento) la scuola diventa l’unica sponda adulta a cui lo
studente possa fare riferimento. Tuttavia è fin troppo evidente che la scuola non può
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in nessun modo sostituire la famiglia e viene a cadere quell’equilibrio che
normalmente permette allo studente, ai genitori e ai docenti di vivere bene e in
armonia il proprio ruolo.
La soluzione più facile: “Se ne occuperà la scuola”
La scuola viene in qualche modo oggi caricata di ogni fardello come se famiglie e
società non avessero responsabilità di sorta sul piano educativo. Anche le richieste
provenienti dall’esterno: stato, province, comuni, amministrazione scolastica centrale,
tendono a portare dentro gli Istituti scolastici anche problematiche marginali o poco
attinenti con l’istruzione perché tutto sommato si fa presto ed è facile dire: “Se ne
occuperà la scuola” (educazione stradale, patentino del ciclomotore, educazione alla
legalità, educazione sanitaria...) anche l’educazione alla cittadinanza dovrebbe essere
una problematica non delegata in toto alla scuola, ma sviluppata in sinergia con la
famiglia e la comunità educante. Siamo arrivati ad una situazione in cui istituzioni
esterne vedono nella scuola il mezzo più facile, diretto ed economico per comunicare
con i genitori come se le poste, i telefoni, le tecnologie e tutti gli altri mezzi di
comunicazione non esistessero più.
Anche la scuola ha le sue responsabilità
Sarebbe però semplicistico e riduttivo dire che la scuola si trova stretta fra incudine e
martello e non può svolgere bene il ruolo che le è stato affidato a causa di vincoli
esclusivamente esterni. Anche le Istituzioni scolastiche hanno le loro responsabilità:
• Società e studenti sono molto cambiati, ma la scuola nei suoi aspetti essenziali
che riguardano la didattica d’aula, le metodologie, i materiali utilizzati è
cambiata poco e non ha saputo dare risposte credibili ed efficaci.
• Non vi sono strumenti adeguati a livello normativo per poter tutelare anche i
diritti degli studenti quando le vicende legate ai diritti contrattuali dei docenti
penalizzano troppo una certa classe
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I problemi dello sta r bene a scuola
Superficialità
del c onfronto
fra soggetti
Dida ttica e clima d’aula:
autonomia
Una didattica d’aula
sfrondare e semplificare
non più adeguata
tipi di apprendimento
mettere in difficoltà
prove formative
metodo interrogativo
metac ognizione
Ascolto
learning by dooing
riflettere sul proprio lavoro ed autovalutarsi
Scaricamento di
responsabilità:
sulla sc uola
La delega
Fragilità di studenti
e genitori
Le priorità di dirigente
e collaboratori
Rispetto delle regole
Il ruolo dei genitori si gioca princ ipalmente sul piano educativo e su quello dei va lori e dei c omportamenti
c on essi coerenti. Responsabilità educative dei genitori che causano fragilità degli studenti.
Le responsabilità dei docenti riguardano princ ipalmente la qualità della didattica d’aula e la coerenza
con il la vora re per competenze .
Le responsabilità del dirigente sc olastico riguardano la capac ità di innovare , la guida e il coordinamento
sul piano della dida ttica , la capacità di valorizzare le competenze del persona le , la gestione delle
deleghe. Anc he la capacità di asc olto del dirigente e dei collaboratori e fiduciari di plesso è un elemento
importante per la gestione dei conflitti e dei problemi.
Figura 2: I problemi dello star bene a scuola, in colore rosso due problematiche di particolare rilievo, la fragilità degli
studenti e la necessità di rendere la didattica d’aula più efficace e più coerente con il lavorare per competenze
Cosa può fare il dirigente scolastico
Valorizzazione delle competenze e dei talenti dei docenti
Il dirigente scolastico può avvalersi della delega come strumento per valorizzare e far
crescere le competenze dei docenti. E’ logico aspettarsi che fra tanti insegnanti ve ne
siano alcuni, in alcuni specifici campi, più preparati e competenti del loro dirigente. In
questi casi un dirigente che sa fare il proprio lavoro delega, perché chi sa fare un certo
lavoro meglio di lui diminuisce il rischio di insuccesso. Delegare molto a persone
capaci e competenti è un segno di saggezza e anche indice di sano realismo perché il
dirigente è uno e le risorse di tempo sono limitate e fortemente vincolanti.
Ovviamente si delegano le attività, ma le responsabilità restano in capo al dirigente
che dovrà sostenere i processi aiutando i propri collaboratori e mantenendo un
controllo dei processi nei loro snodi più importanti. La delega è un atto di fiducia e un
riconoscimento di professionalità. Coniando uno slogan un po’ provocatorio si
potrebbe dire che “un buon dirigente lavora per la propria inutilità” perché i progetti e
gli aspetti organizzativi facciano capo a molte persone (non solo i collaboratori) e tutta
la comunità di scuola si possa fare carico dei problemi da risolvere. In queste
condizioni un cambio di dirigenza non sarebbe certo troppo traumatico…
Ascolto
Essere ascoltati è un elemento importante dello star bene. Mediamente un dirigente
ha relazioni con più di un centinaio di docenti, con 20-30 dipendenti fra personale di
segreteria e collaboratori scolastici e con i genitori di circa 800 alunni. Si capisce che
l’ascolto può rappresentare una criticità importante per ragioni di tempo. Se la
comunità dei docenti e del personale ATA sa gestire bene le relazioni con gli altri
soggetti le situazioni di malcontento e criticità calano e molti potenziali conflitti sono
ricomposti senza arrivare ad interessare il dirigente scolastico. Anche in una situazione
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ideale come questa però l’ascolto assorbe una fetta importante di tempo ed è
opportuno tenere conto che:
1. se ci viene posta una situazione di conflitto la parte che conosciamo e che ci
viene descritta è solo una minima porzione del problema reale;
2. se dal punto di vista del dirigente una questione non è un problema, ma lo è
per chi ce la sottopone dobbiamo prendere ugualmente in considerazione il caso
perché per il nostro interlocutore c’è una situazione di disagio;
3. l’ascolto genera altro ascolto, perché chi è ascoltato ne trae beneficio e tende
ad avvalersi ancora di questa opportunità;
4. ritardare l’ascolto per mancanza di tempo fino a scoraggiare chi ci vuole parlare
significa rifiutare un aiuto e indirettamente rifiutare come persona anche chi ce
lo ha chiesto.
Le regole
Ogni ambiente ha le proprie regole, ma non sono le regole in se stesse a rendere un
ambiente più tranquillo e vivibile quanto piuttosto la coerenza e la costanza con cui
esse vengono rispettate. Contrariamente a quanto si dice l’eccezione non conferma la
regola, anzi… bastano poche eccezioni lasciate passare senza che nulla accada perché
una regola sia demolita.
Le regole non possono riguardare solo i soggetti a status sociale più basso (gli
studenti ad esempio) esse devono esserci per tutte le componenti anche i docenti, il
personale ATA, il dirigente ed è importante che esistano meccanismi di controllo non
solo per gli alunni, ma anche per tutti gli altri soggetti. Dato che siamo educatori e
rappresentiamo un modello dobbiamo prima di tutto rispettare tutte le regole che
pretendiamo siano rispettate dagli studenti. Servono però regole precise per ciascuna
categoria, un collegio dei docenti deve assumersi la responsabilità di fissare alcune
“buone pratiche del docente” che possano essere puntualmente verificate dal dirigente
scolastico. Bastano poche regole, solo quelle che servono, purché poi l’attenzione sia
puntata sulla coerenza e la continuità con cui esse vengono rispettate.
I rapporti interpersonali e il terreno di confronto
Spesso purtroppo il terreno di confronto su cui si fondano i rapporti interpersonali
legati all’ambiente di scuola si basa su chiacchiere o su questioni espresse così
genericamente e superficialmente che chiunque potrebbe riconoscersi a pieno in esse.
Un vero confronto serio e culturalmente significativo si ha solo quando le questioni
ampie e generiche vengono tradotte e declinate in una serie di comportamenti
professionali semplici, concreti e precisamente verificabili. Quando scendiamo su
questo piano finalmente si capiscono fino in fondo le posizioni di ciascuno e fatalmente
non si è più in accordo su tutto. Spesso i gruppi di aggregazione spontanea fra docenti
non si basano su reali e solide basi comuni, ma semplicemente su luoghi comuni
piuttosto superficiali. Un vero confronto e una vera condivisione richiedono un salto
qualitativo importante: lavorare su dati concreti, confrontarsi, approfondire,
sperimentare, condividere, mettersi in discussione per cambiare e migliorare
professionalmente. E’ un processo lungo e difficile, ma anche estremamente
interessante.
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Le attività e i progetti di istituto con impatto diretto su questa tematica
Progetti ed attività
Orientamento
Uso corretto
dei farmaci
Educazione
alla sessualità
Educazione
socio affettiva-emotiva
Sportello di consulenza
per docenti e genitori
Dipendenza
informatica
Monitoraggio
della didattica
Formazione e progetti
per genitori
Alcool fumo sostanze
stupefacenti
Peer education
Progetti
ponte
Sportello psicologico
per i ragazzi
Consulenza
logopedica
Progetti: Mense, cooperative
sc olastiche, percorso didattico
in Val Campelle,
consiglio degli studenti
Giornate acc oglienza
Prevenzione
docenti e ATA
dentale
Formazione Life Skills
education
Le a ttività più inconsuete :
Giornata accoglienza in montagna. Monitoraggio della didattic a d’aula. Sportello di consulenza per
docenti e genitori.
Coinvolgendo i genitori: educazione socio affettiva - emotiva ed educazione alla sessualità
Per i genitori: “Prendersi cura di noi, dei nostri figli, delle loro domande e delle emozioni”.
Figura 3: progetti ed attività dello “star bene a scuola” o riguardanti in particolare l’educazione alla salute
I progetti e le attività presentate di seguito sono diventati nel tempo prassi nel nostro istituto e
costituiscono le proposte sulle quali da anni si crede e si lavora con i ragazzi, gli insegnanti e i
genitori. Essi sono nati con l’obiettivo di realizzare dei comportamenti in modo tale che diventino
dei valori capaci di migliorare gli stili di vita di ciascuno.
Percorsi formativi soprattutto per studenti, ma anche per docenti e genitori.
• Alcool, fumo, sostanze stupefacenti: interventi del Sert con famiglie e docenti, sui
rispettivi temi
• Uso corretto dei farmaci: è un progetto annuale rivolto agli studenti delle classi seconde
della SSPG in collaborazione con i farmacisti della zona, i quali insegnano ai ragazzi come e
quando utilizzare un farmaco.
• Dipendenza informatica: gli interventi tenuti da un funzionario della Polizia postale dott.
Berti e dal dott. Disnan psicologo dell’APSS sono indirizzati ai genitori, agli alunni e ai
docenti, in momenti diversi, proprio per rispondere a bisogni reali dei ragazzi e delle
famiglie.
• Promozione della cultura della sicurezza a casa, a scuola, sulla strada; sono percorsi
formativi svolti in sinergia con i vigili della Polizia locale che intervengono nelle classi 2ª –
4ª della SP e nella 2ª della SSPG per formare i ragazzi alla cultura della sicurezza stradale,
anche con attività pratiche su percorsi appositamente preparati.
• Sportello di ascolto psicologico per i ragazzi della scuola secondaria; l’obiettivo è quello
di promuovere il benessere e prevenire il disagio; lo specialista, il dott. Damianis, fornisce
consulenze sui metodi di studio, per creare anche metodi personalizzati, ascolta e risolve
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problemi di relazione con i compagni e disagi psicologici legati alla delicata fase di
passaggio verso l’adolescenza e l’età adulta.
Percorsi di educazione socio affettiva- emotiva, rivolti agli alunni delle classi quarta e
quinta della SP; sono finanziati con il bilancio di Istituto, condivisi da insegnanti e genitori
ormai da una decina di anni e condotti con grande sensibilità da una psicologa o da una
pedagogista. Come citato dalla normativa, l’ed. socio-affettiva va costruita a partire dai
primi anni del bambino per imparare a riconoscere le emozioni, ad esprimere correttamente
la propria affettività, a gestire i conflitti, ad accogliere le diversità, ad acquisire competenze
comunicative e relazionali.
Progetti di educazione alla sessualità indirizzati ai ragazzi della terza media, finanziati
dall’APSS portati avanti da molti anni con grande competenza da una psicologa e da una
ostetrica.
Entrambi i percorsi di educazione affettiva si sono evoluti nel tempo e hanno assunto una
connotazione rilevante.
Nel corso del corrente anno scolastico in alcuni plessi della SP si sta realizzando l’esperienza
del circle time: si tratta di un laboratorio organizzato in un momento settimanale,
dedicato allo scambio in gruppo e finalizzato all’ arricchimento delle competenze relazionali
e riflessive di ognuno e al consolidamento della percezione della scuola come realtà
accogliente. Le insegnanti sono supportate dalla consulenza esterna
di una
psicopedagogista.
Progetto “Star bene a scuola” ideato per gli alunni della SSPG: due rappresentanti di
ciascuna classe periodicamente si incontrano con il dirigente e con alcuni insegnanti, per
mettere in evidenza situazioni di malessere / benessere, per condividere le regole, per
proporre modifiche all’organizzazione scolastica.
Per favorire il passaggio di informazioni fra i docenti dei diversi ordini di scuola e per
promuovere una scelta adeguata e un graduale inserimento degli alunni nelle nuove scuole,
si attuano ogni anno vari percorsi di continuità fra la SP e la scuola dell’Infanzia e fra SP
e SSPG con visite e attività tra bambini dei due ordini di Scuole. In questo ambito è
previsto, per il prossimo anno, una formazione tra le insegnanti della scuola dell’infanzia e i
colleghi della primaria per stabilire i criteri minimi nell’ambito dell’autonomia dei bambini; il
documento che verrà a costituirsi sarà oggetto di riflessione per i genitori in apposite serate
formative.
All’inizio di ogni anno scolastico viene steso un contratto formativo tra le parti: docenti,
insegnanti e genitori, nel quale vengono elencati gli impegni che ogni componente intende
assumere. È un momento di confronto e di riflessione sul ruolo di ciascuno.
Progetto orientamento strutturato in alcune fasi: nei piani di lavoro dei docenti che fin
dalla classe prima della SSPG si attivano per far conoscere le realtà produttive del territorio
anche con visite alle strutture; nei momenti di visita alle SSSG e di conoscenza delle offerte
attraverso apposite riunioni, negli sportelli aperti presso la stessa scuola secondaria (in due
giornate diverse una per le scuole professionali l’altra per le altre scuola) e tenuti dai
docenti delle scuola superiori i quali offrono consulenza, materiali e risposte alle molteplici
domande degli studenti.
Progetto orientamento alunni BES: per alcuni alunni di seconda della SSPG, in
difficoltà di apprendimento, è stato predisposto in collaborazione con il servizio sociale un
progetto orientamento che contempla attente riflessioni sul mondo del lavoro, visite
guidate ad aziende e a diverse realtà lavorative, la preparazione di schede e cartelloni e la
conclusiva presentazione dell’attività nelle classi.
Progetto di peer education, che prevedono l’intervento di studenti delle SSSG nelle
classi terze della SSPG per trattare argomenti di interesse condiviso allo scopo di veicolare,
attraverso un linguaggio comune, comportamenti corretti e buone pratiche
Progetto consiglio degli studenti in collaborazione con l’Amministrazione comunale di
Strigno che ha visto coinvolti gli alunni di quarta e quinta della SP e i compagni della
secondaria, in una vera e propria campagna elettore su temi concernenti il benessere dei
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cittadini più giovani, all’interno di una comunità e l’elezione di un Consiglio dei ragazzi che
in diverse occasioni si è confrontato con l’Amministrazione comunale su temi concreti
(ristrutturazione edificio scolastico, individuazione e messa in opera di un parcogiochi con
relative attrezzature…)
Progetto cooperative scolastiche: in alcune scuole primarie e nelle due scuole
secondarie sono nate e cresciute le cooperative scolastiche che prevedono la stesura di un
progetto, l’elezione delle cariche sociali a cui fanno seguito le assemblee dei soci, la
confezione di prodotti finiti, la relativa loro vendita e la conclusiva destinazione dei
guadagni. Una di queste cooperative ha aderito al progetto radiofonico “Mi illumino di
meno” durante il quale si è parlato di risparmio energetico e si sono costruiti strumenti
musicali con materiale di recupero. La stessa cooperativa si è mostrata attenta e sensibile
alle tematiche del rispetto ambientale, del consumo consapevole e dello sviluppo
sostenibile ed ha affrontato temi quali: le ccoperative di consumo, i valori irrinunciabili dei
prodotti alimentari, le caratteristiche dei marchi (es marchio COOP) la lettura delle etichette
traducendo la teoria in un laboratorio didattico presso il punto vendita della Famiglia
Cooperativa di Strigno per una spesa consapevole: lettura di etichette, marchi, ingredienti.
I ragazzi hanno quindi parlato della pianta del cacao e del processo di trasformazione della
materia prima in cioccolata, hanno analizzato i meccanismi che regolano la produzione di
cioccolato e fatto una ricerca sulla sua commercializzazione nel mercato tradizionale e in
quello equo e solidale; hanno quindi visionato e commentato un film documentario sulla
tematica oggetto di studio.
Progetto ponte che prevede l’inserimento degli alunni segnalati dagli insegnanti di classe,
in percorsi ideati con le scuole professionali, organizzati per dar modo ai ragazzi di entrare
nella futura sede scolastica e verificarne l’adeguatezza.
Progetto sport: considerato il numero elevato delle ore trascorse a scuola va garantito
che in ciascuna classe si rispetti il tempo del gioco libero e dell’attività motoria
organizzata. In molti plessi è consuetudine organizzare corsi di nuoto, di pattinaggio, di
sci…
Progetto costruzione di un percorso didattico in località Campelle viene svolto da
alcune classi della SSPG. Il progetto, a carattere pluriennale, prevede, in sinergia con il
Corpo forestale locale e con il museo di Scienze naturali di Trento, l’ideazione di un
percorso didattico che fiancheggi un ruscello d’acqua in una località montana nel comune di
Scurelle. Gli alunni saranno chiamati a svolgere ricerche sui diversi e svariati argomenti che
il tema “acqua” offre, ma anche a costruire cartelloni informativi e a ideare zone didattiche
strutturate da offrire ai futuri visitatori e fruitori del circuito.
Organizzazione della giornata dell’accoglienza per i ragazzi della classe prima della
SSPG durante la quale si incontrano studenti delle tre classi prima e docenti in un parco per
giocare, socializzare e conoscere i compagni.
Mense: la presenza di insegnanti durante il servizio garantisce un controllo della qualità
del servizio e del cibo, ma anche della quantità (obesità – cattivo rapporto con il cibo si
sono organizzate nel passato serate con esperti in questo settore).
Buona l’attenzione alla prima colazione come sana abitudine con progetti nelle classi,
corsi di cucina per genitori e insegnanti. Durante il momento della mensa in molti plessi, i
docenti pranzano al tavolo con gli alunni, i grandi diventano tutor dei più piccoli; tutti
vengono sollecitati ad assaggiare ogni pietanza e a non lasciare resti nel piatto.
Da rilevare il progetto “ 15.000 passi + 5 colori= la matematica dei sapori”
finanziato dall’azienda sanitaria a cui ha aderito un consistente gruppo di docenti, svolto in
due giornate complete, comprensive di prima colazione e pranzo con innumerevoli spunti di
lavoro per la classe. Tra questi una giornata in cui la prima colazione viene proposta in
classe con diverse pietanze dolci e salate offerte ai bambini.
Qualche anno fa il progetto continuità tra SP e SSPG ha avuto come tema
“L’alimentazione” con una ricerca da parte degli studenti di quinta sulla propria
alimentazione e una seguente rielaborazione dei dati da parte degli studenti della SSPG che
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hanno infine restituito le loro considerazioni ai compagni in appositi incontri. I bambini di
quinta, in quell’occasione hanno costruito dei Memory sul tema esaminato
Frutta a ricreazione: in alcuni plessi la frutta che normalmente viene distribuita in
mensa, a fine pasto, viene invece distribuita durante l’intervallo del mattino, mentre in altri
plessi è stato concordato con i genitori il divieto di consumare a scuola brioches, patatine
….come merenda di metà mattina.
Prevenzione dentale non solo legata all’intervento annuale delle igieniste, ma alla
quotidianità con più attenzione ai cibi e all’uso più consapevole dell’acqua e delle bibite che
i ragazzi/bambini consumano a scuola durante le pause e all’uso degli spazzolini dopo i
pasti . In diversi plessi c’è l’abitudine di far lavare i denti dopo il pranzo ai bambini i quali
conservano il loro spazzolino ed eventuale dentifricio in apposite buste.
Percorsi formativi per docenti
• Sportello consulenza per docenti e in questi ultimi due anni anche per genitori … Le
due esperte che si occupano dello sportello, offrono il loro aiuto ai docenti dell’Istituto che
si trovano ad avere in classe situazioni problematiche, alunni con bisogni educativi speciali
o in difficoltà di apprendimento, per i quali è necessaria una specifica programmazione.
• Consulenza logopedica per insegnanti con alunni con disturbi specifici.
• Progetto di formazione “Life Skills education” per gruppi misti di insegnanti di SP e
SSPG , organizzato nell’Istituto con gli esperti del Centro “Villa S.Ignazio” di Trento.
• Organizzazione della giornata dell’Accoglienza ad inizio e/o fine anno scolastico,
durante la quale gli insegnanti della SP e SSPG che lo desiderano, si incontrano per fare
un’escursione, un pranzo, una chiacchierata all’aperto con colleghi, dirigente, personale
ATA
Percorsi formativi per genitori
Progetto per i genitori della SP e della SSPG
• Il progetto: “ Prendersi cura di noi, dei nostri figli , delle loro domande e delle
emozioni.” È finanziato dall’Azienda sanitaria di Trento ed è rivolto ai genitori dei bambini
delle classi quarte della SP e separatamente ai genitori dei ragazzi di 3ª della SSPG.Lo
scopo è quello di fornire ai genitori uno spazio e un tempo in cui pensare e confrontarsi sul
loro ruolo e per aiutarli ad affinare loro competenze relazionali da utilizzare per conoscere
meglio se stessi e per aiutare i figli nel loro percorso di vita.
• Un’altra proposta rivolta a tutti i genitori della SP prevede cinque incontri serali durante i
quali vengono affrontati temi di interesse generale, come ad es. “ La comunicazione e le
relazioni, il cibo, le emozioni, lo sviluppo psico-sessuale… L’iniziativa ha visto
l’iscrizione di oltre un centinaio di genitori provenienti da tutti i plessi dell’Istituto.
• All’inizio di ogni anno scolastico viene steso un contratto formativo tra le parti: docenti,
insegnanti e genitori, nel quale vengono elencati gli impegni che ogni componente intende
assumere. È un momento di confronto e di riflessione sul ruolo di ciascuno.
• Negli ultimi anni si organizzano frequenti corsi di lingua italiana per alunni e per genitori
stranieri, ci si prende cura di tradurre le schede di valutazione, di preparare qualche
modulo nella lingua madre.
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