La conoscenza del mondo microscopico e le sue implicazioni alla luce della meccanica quantistica GianCarlo Ghirardi Dipartimento di Fisica Teorica The Abdus Salam I.C.T.P., Trieste, Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 1 Di fatto, il secolo scorso ha visto la nascita di due delle più rilevanti rivoluzioni nella storia del pensiero scientifico: La relatività e la Meccanica quantistica The twentieth century is one of the golden ages of metaphysics …. It is legitimate, in view of all these rich results, to speak of the enterprise of experimental metaphysics … Abner Shimony Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 2 Il quadro concettuale alla fine del XIX0 sec. Newton Lagrange Hamilton Faraday Meccanica Classica Maxwell Elettromagnetismo Caratteristiche essenziali: • Determinismo • Proprietà oggettivamente possedute • Continuità: natura non facit saltus Il locus classicus di questo punto di vista è un famoso passo di Laplace (1766) che va ricordato, non solo perché in esso si asserisce che la meccanica newtoniana è deterministica, ma perché in esso il determinismo viene formulato prima in termini di causalità e poi di previsione. Ricordiamolo: Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 3 Dobbiamo dunque raffigurarci lo stato presente dell’universo come l’effetto del suo stato anteriore, e come la causa di quello che seguirà. Un’intelligenza che per un dato istante conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se d’altra parte fosse così vasta da sottoporre questi dati all’analisi, abbraccerebbe in un’unica e medesima formula i movimenti dei più grandi corpi dell’universo e quelli del più lieve atomo: niente sarebbe incerto per essa, e l’avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi. Lo spirito umano offre, nella perfezione che ha saputo procurare all’astronomia, una pallida immagine di questa intelligenza. Anche a livello classico va presa in conto l’impossibilità di fare previsioni certe e quindi si deve introdurre una descrizione probabilistica degli eventi, ma, e questo va assolutamente tenuto presente, le probabilità classiche sono fondamentalmente “epistemiche” (cioè dovute a ignoranza) Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 4 Questo vale sia con riferimento a casi tradizionali che alla moderna teoria del caos (deterministico) Termodinamica Boltzmann Gibbs Estrema dipendenza dalle condizioni iniziali Poincaré Mandelbrot Lorenz Una causa piccolissima che sfugga alla nostra attenzione determina un effetto considerevole che non possiamo mancare di vedere, e allora diciamo che l’effetto è dovuto al caso. Se conoscessimo esattamente le leggi della natura e la situazione dell’universo all’istante iniziale, potremmo prevedere esattamente la situazione dello stesso universo in un istante successivo. Ma se pure accadesse che le leggi naturali non avessero più alcun segreto per noi, anche in tal caso potremmo conoscere la siutazione iniziale solo approssimativamente. Se questo ci permettesse di prevedere la situazione successiva con la stessa approssimazione non ci occorrerebbe di più e dovremmo dire che il fenomeno è stato previsto, che è governato da leggi. Ma non sempre è così, può accadere che piccole differenze nelle condizioni iniziali ne producano di grandissime nei fenomeni finali. Un piccolo errore nelle prime produce un errore enorme nei secondi. La previsione diventa impossibile e si ha un fenomeno fortuito. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 5 Estrema sensibilità alle condizioni iniziali Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 6 Il quadro concettuale della nuova teoria Caratteristiche essenziali: • Quantizzazione • Indeterminismo (onde-corpuscoli) • Probabilità non epistemiche – Potenzialità Planck Heisenberg Roma, Dicembre 2013 Einstein Bohr Schroedinger GianCarlo Ghirardi 7 Dualismo onde-corpuscoli Diffrazione e interferenza di una particella o, equivalentemente, di un fotone Roma, Dicembre 2013 Ma io mando una particella alla volta: come si forma la figura? I punti si distribuiscono a caso ma …. GianCarlo Ghirardi 8 Il punto cruciale: il principio di sovrapposizione Tutte le implicazioni del formalismo trovano la loro origine nel suo più caratteristico tratto formale: il principio di sovrapposizione degli enti matematici (vettori) associati agli stati di un sistema fisico individuale. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi a|A1>+b|B1> 1> |A1> b|B Essi possono sommarsi come i vettori dello spazio: se |A1> e |B1> sono stati possibili per un sistema, allora anche [a |A1> + b |B1>] (se ha lunghezza 1) è uno stato possibile. L’evoluzione preserva le sovrapposizioni. |B1> 1> a|A 9 Produzione e comportamento della luce con polarizzazione piana Q Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 10 Tuttavia la luce è quantizzata: come appare l’effetto di Malus in una prospettiva quantistica? Solo metà passano, a caso ! Nota che poiché ogni fotone porta un’energia hn e il loro colore non muta, il solo modo per ridurre l’energia trasmessa è quello di ridurre il numero di fotoni trasmessi. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 11 Proprietà – Probabilità – Effetti delle misure – Indeterminismo Se avessi | ⇥ = |45 ⇥ 0 Ψ 1 ⇤ [|H⇥ + |V ⇥] 2 sarei certo dell’esito di una misura 450/1350 ma perfettamente ignorante su H/V. b g € INDETERMINISMO! d a Se misuro H/V e trovo H (il che accade con probabilità |a|2) il vettore cambia istantaneamente: | ⇥ = |H⇥ + ⇥|V ⇥ |H⇥ | ⇥ = |H⇥ + ⇥|V ⇥ |V ⇥ Ovviamente, se avessi trovato V allora avrei: Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 12 Dalle variabili discrete a quelle continue: le posizioni. Lo stato del sistema si può descrivere in termini di una funzione Y(x) delle coordinate (per semplicità considero il caso di una Z particella in una dimensione) tale che esista | (x)|2 dx . La regola di Born: il quadrato del modulo della funzione d’onda in un punto, dà la densità di probabilità di trovare la particella in quel punto. Ne consegue che nella figura l’area in rosso dà la probabilità di trovare la particella nell’intervallo sottostante. La trasformata di Fourier Y(p) della funzione Y(x) dà invece la densità di probabilità dell’impulso. Un altro aspetto dell’indeterminazione. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 13 Si noti la peculiare struttura della teoria: • Essa fa previsioni probabilistiche (non epistemiche) per qualsiasi concepibile osservabile. • Le probabilità di cui parla non sono oggettive; esse sono probabilità di esiti condizionate al fatto che una misura venga eseguita. • La misura cambia istantaneamente lo stato del sistema. E’ di importanza fondamentale capire che il + che corrisponde alla sovrapposizione di due stati non corrisponde in alcun modo all’alternativa logica “o – oppure” ! Infatti, si osservi la seguente situazione sperimentale: Nel caso dello stato |Y1>, si verifica il seguente processo: Roma, Dicembre 2013 Invece, per lo stato |Y2>, si verifica il seguente processo: GianCarlo Ghirardi Ma, se lo stato è Y2>] si ha: (1/√2) [|Y1>+ | 14 Puntualizziamo: La concezione deterministica classica configura che: Per un’intelligenza che a un dato istante conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, abbraccerebbe in un’unica e medesima formula i movimenti dei più grandi corpi dell’universo e quelli del più lieve atomo: niente sarebbe incerto per essa, e l’avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi. L’indeterminismo quantistico cambia il quadro filosofico: Gli eventi fisici sono genuinamente casuali (indeterminismo della concezione ortodossa), oppure (Meccanica di Bohm) alcuni parametri non sono, in linea di principio, gestibili né conoscibili. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 15 Si apre il dibattito del primo livello: La scuola di Copenaghen assume atteggiamenti neo-positivistici di vario tipo circa il mondo microscopico e quello macroscopico: There is no quantum word. There is only an abstract physical description. It is wrong to think that the task of physics is to find out how nature is. Physics concerns what we can say about nature. Classical concepts are a prerequisite for the very formulation of Q.M. The functioning of classical systems and apparata is unanalyzable. In the experiments about atomic events we have to do with things and facts, with phenomena that are just as real as any phenomenon in the daily life. But the atoms or the elementary particles are not as real: they form a world of potentialities or possibilities rather than one of things or facts. The electron and the atom possess not any degree of direct physical reality as the objects of daily experience … what the word wave or particle mean, we know not any more. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 16 The modulus square of the wavefunction gives the probability of position. Probability of what, exactly? Not of the electron being there but of being found there if its position is measured. Born The electron is forced to a decision. We compel it to assume a definite position; previously it was, in general, neither here nor there; it had not made its decision for a definite position. If, by another experiment, the velocity of the electron is being measured, this means: the electron is compelled to decide itself for some exactly defined value of the velocity. We ourselves produce the results of the measurement. Jordan As O. Stern said recently, one should no more rack one’s brain about the problem of whether something one cannot know anything about exists all the same, than about the ancient question of how many angels are able to sit on the point of a needle. But it seems to me that Einstein’s questions are ultimately always of this kind. Pauli Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 17 La nuova ortodossia: il mondo come informazione. Recentemente, soprattutto nella comunità di coloro che si occupano di computazione quantistica sono emersi atteggiamenti singolari. Bell a chi gli proponeva la posizione di tipo “informazione” chiedeva innanzitutto di rispondere a due domande: Information by whom e Information about what? Vediamo come gli risponde D. Mermin Information about what and by whom are fundamentally metaphysical questions that ought not to distract though-minded physicists D. Mermin Anche con riferimento al teorema di Bell sono emerse alcune posizioni peculiari: The distinction between reality and our knowledge of reality, between reality and information, cannot be made. Experiments on Q-nonlocality prove that it is the very concept of reality which is at stake! A. Zeilinger Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 18 Il dissenso It is wrong to abandon the classical idea of the trajectory of material particles. The quantum wave plays an important role in determining the trajectories but their reality is not to be doubted. de Broglie It has even been doubted whether what goes on in an atom can be described within the scheme of space and time. From a philosophical standpoint I should consider a conclusive decision in this sense as equivalent to a complete surrender. For we cannot really avoid our thinking in terms of space and time, and what we cannot comprehend within it we cannot comprehend at all. If we have to go with these damned quantum jumps then I’m sorry I ever got involved. Schroedinger Once we have discarded our rooted predilection for absolute Causality, we shall succeed in overcoming the difficulties. Quantum mechanics is certainly imposing, but an inner voice tells me that it is not yet the real thing. The theory says a lot, but does not really bring us any closer to the secret of the ‘old one’. I, at any rate, am convinced that He is not playing dice. I must admit that I lack the courage of a conviction. However I would be very unhappy to renounce complete causality. Einstein … the following requirement for a complete theory seems to be a necessary one: every element of physical reality must have a counterpart in the physical theory”. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 19 The Bohr-Einstein debate – Solvay Conferences Non vi è dubbio che, fino al 1935, l’obiettivo principale degli attacchi di Einstein sia stato l’indeterminismo quantistico. Rivediamo alcuni momenti. Bohr insiste a segnalare che gli aspetti ondulatori o corpuscolari (e variabili quali posizioni impulso), sono complementari: ogni tentativo di metterne in luce uno, inevitabilmente distrugge l’altro. Einstein sostiene che i sistemi devono possedere proprietà precise anche se a noi ignote. In particolare una particella nell’ “only mistery of Q.M., the two slit experiment (Feynman)” deve seguire uno dei due cammini. L’idea di Einstein Complementarietà di Bohr Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 20 Il significato e la confutazione dell’idea di Einstein MA ALLORA ....... Einstein: misurando il rinculo di S2 si sa da dove è passata la particella senza distruggere l’interferenza. Bohr: per determinarne il rinculo si deve conoscere perfettamente l’impulso trasverso della fenditura ma allora la sua posizione è indeterminata. Se si media sulle posizioni possibili si cancella l’interferenza e si ha un grigio uniforme. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 21 Il secondo livello. 1935: L’incompletezza e la svolta einsteniana Per cogliere uno dei momenti cruciali del dibattito si deve focalizzare un altro dei punti problematici del formalismo: l’entanglement. Entanglement is not one, but THE characteristic trait of Quantum Mechanics, the one requiring its most radical departure from all classical lines of thought. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 22 Sistemi composti Y Supponiamo S=S1+S2 Primo caso: Stati fattorizzati. |F>=|1,V>|2,V > Tutto va come se avessi due fotoni con le caratteristiche indicate Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 23 Entanglement Abbiamo considerato lo stato |1,V>|2,V> di 2 fotoni polarizzati V. Avremmo potuto considerare 2 fotoni polarizzati H, |1,H>|2,H>. Ma la meccanica quantistica è lineare, quindi 1 Ψ(1,2) = [ V ,1 V ,2 + H,1 H,2 2 ] E’ ancora uno stato possibile di S=S1+S2 € Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 24 Quali sono le sue proprietà rispetto a processi di misura? Si misuri la polarizzazione del fotone 1: supponiamo di ottenere V. Allora Ψ(1,2) = (1/ 2 )[ 1,V 2,V + 1, H 2, H € ] 1,V 2,V La Particella 2, che, prima della misura aveva uguali probabilità di dare l’esito H o V ha acquistato istantaneamente una polarizzazione precisa, cioè V !!!! Roma, Dicembre 2013 € GianCarlo Ghirardi 25 Una disposizione tipica Ψ = (1/ 2 )[ V ,V + H, H = (1/ 2 )[ 45, 45 ] + 135,135 ] € Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 26 L’argomento di incompletezza di EPR in sintesi. √ Y Y Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 27 Un interludio da Music hall – D. Mermin La prestazione -Due persona, Alice e Bob -Due gruppi che gli danno un foglietto con i numeri 1 o 2 o 3 -Alice a Bob non possono comunicare e devono scrivere sì o no sul loro biglietto Fenomenologia -La sequenza delle risposte è del tutto casuale ma con in media tanti sì quanti no. -Tuttavia, quando ricevono biglietti con lo stesso numero le loro risposte sono sempre uguali (e distribuite a caso 50-50%) Conclusione -Loro asseriscono di essere telepatici. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 28 Reazioni degli spettatori • Ingenui: Alice e Bob sono realmente telepatici! • Intelligenti=Einstein : Alice e Bob usano un banale trucco, si accordano in precedenza sul come rispondere per ogni numero cambiando l’accordo in modo da dare l’impressione della casualità. La teoria non dice tutto, come possono accordarsi? Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 29 Reazioni degli spettatori • Pedanti ma profondi=Bell: Hanno registrato tutte le risposte (anche per coppie di numeri diversi) e hanno scoperto che le risposte concordi e discordi sono praticamente uguali, cioè 50-50%. Essi possono concludere che: Alice e Bob soni di fatto telepatici! Vediamo perchè Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 30 Let us recall Einstein’s explanation 5>4 rispetto a 5/5 è una forma della diseguaglianza di Bell Se si accordassero in precedenza si avrebbero almeno 5 risposte concordi e 4 discordi Poichè su un campione vastissimo le risposte concordi e discordi si presentano nel 50% dei casi non possono essersi accordati: telepatia! Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 31 Relazioni con EPR e le regole quantistiche Ψ = (1/ 2 )[ V ,V + H, H = (1/ 2 )[ 45, 45 ] + 135,135 ] € • Alice e Bob hanno una sorgente standard di coppie di fotoni, e ricevono un fotone subito dopo che gli è stato presentato il foglio coi numeri. Regole: Numero1 Polarizzazione H Numero 2 Polarizazione a 600 Numero 3 Polarizzazione a 1200 • A seconda del numero che essi ricevono si accordano di eseguire un certo tipo di misura come indicato. Passa • Se il fotone supera il test scrivono sì sul foglio, se non lo supera scrivono no. Roma, Dicembre 2013 Sì Non passa No GianCarlo Ghirardi 32 Le predizioni quantistiche Ricordiamo Ne segue: 1 [ V,V + H , H ] = 2 1 0 0 0 0 60 , 60 + 150 ,150 = [ ] 2 1 0 0 0 0 120 ,120 + 210 , 210 [ ] 2 • Se ricevono numeri uguali fanno la stessa misura e ottengono risultati uguali € (a caso). • Se ottengono numeri diversi si ha riduzione dello stato. La probabilità di risposte concordi in questo caso è data dal quadrato del coseno di 600 o 1200 vale a dire 1/4. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 33 Conclusioni • Gli esiti sono distribuiti a caso tra sì e no. • Se ricevono numeri uguali eseguono la stessa misura e ottengono lo stesso risultato (casuale). • Se ricevono numeri diversi c’è una probabilità ¼ che diano risposte concordi. Poichè in 3/9 dei casi ricevono numeri uguali e in 6/9 ottengono numeri diversi, la probabilità globale di risposte concordi è: (1/3)x1+(2/3)x(1/4)=(1/3+1/6)=1/2. Le risposte risultano concordi precisamente nel 50% dei casi!! Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 34 Un’importante nota di sociologia della scienza L’argomento di EPR e il relativo set-up sperimentale, unanimente considerato, ai suoi tempi, come ispirato dai suoi pregiudizi filosofici è diventato, negli anni recenti, lo strumento di base per rivoluzionarie innovazioni tecnologiche già realizzate o attese: il teletrasporto quantistico, la crittografia quantistica (inviolabile) e la computazione quantistica. Ma ben più significativo è stato il suo impatto per la nostra comprensione del mondo. Mentre Einstein intendeva usarlo per mostrare l’incompletezza della teoria, esso ha condotto all’identificazione di una delle più sorprendenti ed inpreviste (sia da Einstein che dai suoi detrattori) caratteristiche dei processi fisici: LA NONLOCALITA’ Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 35 Einstein, assumendo la località, è portato a concludere che la teoria è incompleta: essa non ci dice tutto sullo stato dei sistemi fisici individuali. Negli stessi anni, “L’ultimo grande matematico”, come è stato chiamato, deriva un teorema circa l’impossibilità di un completamento deterministico della teoria. Ovviamente il teorema è giusto, ma si basa su un’ipotesi logicamente non necessaria. Von Neumann Nel 1952, D. Bohm elabora la “Teoria dell’onda pilota” che rappresenta un esplicito completamento deterministico della teoria quantistica. Come dirà J.S. Bell: In 1952 I saw the impossible done. Bohm showed explicitly how parameters could indeed be introduced into nonrelativistic quantum mechanics, with the help of which the indeterministic description could be transformed into a deterministic one. Bohm La teoria di Bohm rende epistemiche (ma non gestibili) le probabilità quantistiche. La teoria è fondamentalmente nonlocale. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 36 La terza fase: la nonlocalità - entra J. S. Bell (1964). Egli è assolutamente insoddisfatto dello stato concettuale della teoria, in particolare per quanto concerne il ruolo che attribuisce all’osservazione e per la sua non professionale vaghezza. • Esordisce identificando in modo chiaro l’irrilevanza del teorema di von Neumann • Si concentra sulla teoria di Bohm e ne evidenzia la nonlocalità. • Restio, come tutti, ad accettare questo rivoluzionario aspetto tenta di elaborare un modello locale analogo a quello di Bohm, ma non ci riesce. • Concepisce allora l’idea che forse il progetto risulta impossibile e deriva la famosissima diseguaglianza che porta il suo nome. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 37 La reale portata del risultato di Bell B-Loc : le probabilità degli esiti (correlazioni) di due processi di misura sui costituenti di un sistema composto che si svolgono in regioni separate da una distanza di tipo spazio devono risultare il prodotto delle probabilità degli stessi esiti, se una sola delle misure viene eseguita. Getto un dado qui e una moneta là: la probabilità che si diano gli esiti 2 e testa è uguale al prodotto che venga 2 (1/6) per quella (1/2) che venga testa, cioè 1/12. Il vero, rivoluzionario risultato di Bell, che ben pochi sembrano aver capito ancor oggi, è che qualsiasi teoria che soddisfi B-Loc deve contraddire le verificatissime previsioni quantistiche. I processi naturali, indipendentemente da qualsiasi schema concettuale o dalle possibili interpretazioni, risultano NONLOCALI! Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 38 Un’osservazione importante: a dispetto del fatto che, in una qualche misura, un’azione che ha luogo QUI muta istantaneamente qualcosa LA’ (cambiano le probabilità), l’effetto non può venir usato per inviare segnali superluminali! Un esempio di metafisica sperimentale (A. Aspect) SA Collimators Collimatori L’idea; SB Pa Pb Sorgente Source A B Pc Pd • Si usa il solito stato, • In SA e SB due interrutori sono controllati da un generatore di numeri casuali i quali determinano se il fotone viene lasciato proseguire o deviato, e conseguentemente se esso sarà sottoposto a uno o un altro test di polarizzazione. • Un generatore di numeri casuali innesca gli interrutori a tempi t1 e t2 tali che un segnale alla velocità della luce non ha il tempo per propagarsi da L a R nell’intervallo tra le due misure. Questo chiude la catena logica. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 39 Quarta fase: il problema della macro-oggettivazione. Si è visto come la teoria contenga essenzialmente due meccanismi per l’evoluzione degli stati, quello usuale, lineare e deterministico e quello che si dà in connessione coi processi di misura, nonlineare e stocastico. Essi risultano fondamentalmente contradditori. La richiesta minimale che si può fare è quella che risulti precisamente specificato quando si deve usare un tipo di dinamica e quando l’altro. There is a fundamental ambiguity in quantum mechanics, in that nobody knows exactly what it says about any particular situation, for nobody knows exactly where the boundary between the wavy quantum world and the world of particular events is located. … every time we put that boundary – we must put it somewhere – we are arbitrarily dividing the world into two pieces, using two quite different descriptions .. Il problema è stato posto in modo colorito e drammatico da Schrödinger stesso ricorrendo a uno stato entangled di un micro e un macrosistema (il famoso Gatto). Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 40 Arricchiamo un “apparato” atto a verificare lo stato di polarizzazione di un fotone con l’aggiunta di un diabolico marchingegno, ma, per ora, sollecitiamolo con uno dei due stati di polarizzazione che esso deve identificare. Avremo : Vertically polarized photon Horizontally polarized photon Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 41 Se ora si stimola l’apparecchio con uno stato sovrapposizione, si produrrà la sovrapposizione degli stati macroscopici finali: Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 42 Proposte per superare il problema della macro-oggettivazione. Passiamo rapidamente in rassegna le più importanti soluzioni che sono state proposte, facendo riferimento all’imbarazzante sovrapposizione del |Gatto vivo> + |Gatto Morto>. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 43 Mi sembra opportuno analizzare questo problema perchè condivido pienamente la frase conclusiva di un lavoro di Crease e Mann sulla rivista della N.Y. Academy of Sciences: It is surely inevitable that, given man’s hunger for ultimate realities, if physicists do not make the meaning of quantum mechanics clear, others will take up the challenge. Indeed, the extent to which physics, through its own conceptual confusion, encourages the misguided search for mystical insight can be taken as an indication of how much work physicists and philosophers still have before them. In un certo senso è stato proprio un convincimento di questo tipo che mi ha guidato nei lunghi anni del mio lavoro scientifico, come spero di illustrarvi. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 44 1. Incompletezza: lo stato quantistico non è tutto (un caso paradigmatico è rappresentato dalla meccanica di Bohm). |Ψ>=(1/√2) Y Y Zanghì Dürr Goldstein Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi Questo dipende dal fatto che, in questa teoria, il fotone non percorre “entrambi i cammini”, ma uno solo di essi, il quale è determinato dal valore delle variabili nascoste. 45 2. Si limita l’osservabilità, o per ragioni di principio oppure per motivi pratici. Griffiths Nella storia della scienza non si è mai dato il caso che una teoria “corretta” porti a risultati insensati e che, facendo ricorso ad un’ approssimazione le asser-zioni della teoria acquistino un significato Gell-Mann Hartle Zurek Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 46 3. Si arricchisce la realtà: l’interpretazione a molti mondi Tutti gli eventi possibili si attualizzano in diversi universi In generale si dà un’infinita multiforcazione degli universi, senza alcuna relazione tra essi. Everett III Quando si verifica questo splitting? De Witt Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 47 4. Si arrichisce la realtà: l’interpretazione a molte menti Tutte le potenzialmente possibili percezioni si danno di fatto in appropriati e sincronizzati “strati” delle nostre menti. {|Live cat>+|Dead cat>} Albert Loewer Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 48 5. La riduzione da parte della coscienza secondo Von Neumann e Wigner. Wigner Questa è la situazione che descrive lo stato del nostro “sistema fisico”(?). Ma l’atto di presa di coscienza non è un processo fisico nel senso che non ubbidisce alle leggi lineari della meccanica quantistica. Quindi, se si “osserva il sistema” si induce un “salto” o allo stato di “Gatto vivo”, oppure a quello di “Gatto Morto”. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 49 6. Si modifica la legge di evoluzione:La Riduzione Dinamica (GRW) Ghirardi Rimini Weber C’è un solo principio dinamico che governa qualsiasi processo Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 50 Alcuni suggerimenti importanti • Mentre l’evoluzione standard è lineare e deterministica, la riduzione è nonlineare e stocastica • Si aggiungeranno quindi termini nonlineari e stocastici all’equazione dinamica. • Si devono scegliere le proprietà da rendere oggettive. A macro-body must always have a quasi-sharply defined position in the objective description of reality. A. Einstein Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 51 QMSL: il modello originale Le ipotesi fondamentali : Ogni costituente elementare di ogni sistema fisico è soggetto, oltre che alla evoluzione standard a processi casuali (nello spazio e nel tempo) di localizzazione spontanea attorno ad appropriate posizioni. Domande Come, quando e dove questi processi influenzano la funzione d’onda? Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 52 Nota: H le localizzazioni avvengono 1. Stati. Uno spazio di Hilbert è associato a ogni sistema fisico e lo stato del con probabilità più alta dove ci sistema è rappresentato da sarebbe un vettore di lunghezza unitaria in t probabilità una più| alta di Tipicamente si consideri unatrovare funzione a quadrato sommabile Y(x,t). la particella in una misura H . standard di posizione. 2. Dinamica. L’evoluzione del sistema ubbidisce all’equazione di Schrödinger. Inoltre, a tempi a caso, con una distribuzione Poissoniana con frequenza media l, ogni particella di ogni sistema subisce un processo di localizzazione spontanea del tipo: (x, t) ! C ↵ ↵ = ( )3/4 exp[ (x ⇡ 2 x̄)2 ] (x, t) e la densità di probabilità per una localizzazione in x̄ risulta Z | C (x, t)|2 dx Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 53 3. Ontologia. Sia posizioni. Allora: N m(x, t) ⇥ mn n=1 t (x1 , ..., xN ) la funzione d’onda nello spazio delle ⇥ (3) d3 x1 ...d3 xN (xn x)|⇥t (x1 , ..., xN )|2 descrive la distribuzione di densità di massa del sistema nello spazio 3dimansionale, come funzione del tempo. G.C. Ghirardi, R, Grassi, F. Benatti, Found. Phys 25, 5 (1995). Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 54 Localizzazione di u n s i s t e m a microscopico + Here Il fodamentale processo di amplificazione delle localizzazioni There Here + Una visualizzazione diretta della + localizzazioneHitnel caso this individual here di micro e atom macrooggetti. There Localization function Hit here Here + There Ensuing situation + Here There Hittings where indicated are practically impossible and would, if they occur, leave essentially unaltered the wavefunction (after normalization) Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 55 Ora possiamo sccegliere le costanti della teoria La scelta originale è stata (per un nucleone) (⇥ 10 16 sec 1 , 1010 cm 2 ) Un sistema microscopico subisce una localizzazione circa ogni 107 anni ! Uno macroscopico circa ogni 10-7 sec. ! Bell (all’ ICTP-1989): These numbers are new constant of nature like the fine structure constant. That's, in my opinion a very good solution for these problems in the context of nonrelativistic Q.M. And if I were teaching nonrelativistic quantum mechanics that is the line that I would take. … Instead of all that talk I would have this new equation and you would see that big objects have definite configurations … and you would see that little objects like hydrogen atoms are fully represented by the Schrödinger wavefunction. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 56 L’emergere dinamico delle proprietà delle parti dell’Universo c |!" >|A > ! ! # c |!" >|A > ! ! ! ! Allora + + c |!" >|A # > " " c |!" >|A > " " " " + + " ..................................... E si finisce, con le corrette probabilità quantistiche nelle stato : + + ..................................... # + + c |!" >|A > ! ! # + Si assuma che una localizzazione spontanea si verifichi in questo punto c !|!"!>|A! > + Roma, Dicembre 2013 ! | r⇥ |Ar ⇥ che, “in pratica”, è uno stato estremamente ben localizzato e non entangled del sistema-apparecchio : l’indice si trova in una precisa posizione oggettiva. GianCarlo Ghirardi 57 Alcune osservazioni importanti. • La fisica è determinata essenzialmente dal prodotto al, con l’unica restrizione che l’accuratezza delle localizzazioni deve essere notevolmente maggiore delle dimensioni atomiche. • Un cambiamento di questo prodotto di alcuni ordini (?) di grandezza contraddice fatti ben noti o richiede rilevanti modifiche come l’introduzione di una funzione di taglio nelle frequenze. • Il modello si qualifica come una teoria rivale della MQ e suggerisce dove potrebbe emergere la rottura del principio di sovrapposizione. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 58 Poichè la teoria non è una reinterpretazione ma una teoria alternativa alla MQ Standard risulta interessante ottenere indicazioni circa la rottura del principio di sovrapposizione. Domanda cruciale: esistono test dirimenti tra le due? Nella letteratura si possono trovare vari suggerimenti circa tests siffatti. Sembra che le nuove tecnologie rendano l’obiettivo più vicino. Potrei farvi un elenco che coinvolge la temperatura media dell’universo, cambiamenti della resistività di un superconduttore, cambiamenti nei rates di decadimento e quindi di emissione di raggi X, tests di tipo gravitazionale, ecc. ecc. Tuttavia qui mi limiterò a concentrarmi su quanto modelli siffatti potrebbero dirci circa il processo di percezione. Oserò perfino suggerire un siffatto test. Per chiarire questo punto devo riconsiderare un dibattito che si è svolto molti anni fa (immediatamente dopo la formulazione della GRW). Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 59 Modelli di collasso e percezioni coscienti Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 60 Il processo percettivo: la critica di Albert e Vaidman. Si consideri un atomo neutro di spin 1/2 che attraversa un apparato alla Stern-Gerlach, e va poi a colpire uno schermo fluorescente. Il processo, dopo l’urto, comporta l’eccitazione di circa 10 atomi, i quali, a loro volta, decadono immediatamente emettendo 10 fotoni. La situazione è illustrata nella figura. Albert Vaidman Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 61 L’argomento è allora il seguente: • L’atomo finisce in una sovrapposizione di colpire lo schermo in A e in B. • A causa del decadimento si finisce con l’aver la sovrapposizione di 10 fotoni provenienti da A a da B. • La teoria di GRW non comporta la riduzione ad uno dei due stati. • L’estrema sensibilità dell’apparato visivo porta (si pensa) a una percezione definita per quanto concerne l’emissione di un lampo da A oppure di uno da B. Domanda: quali sono le modalità precise dell’emergere di una percezione definita? Conclusione (D. Albert): Suppose we want to stick with the GRW theory anyway. What would that entail? Well, we would have to deny that the measurement described above is over even once a recording exists. We would have to insist (and certainly this is an ineluctable fact, when you come right down to it) that no measurement is absolutely over, no measurement absolutely requires an otcome, until there is a sentient observer who is actually aware of that outcome. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 62 Un primo commento: non c’è dubbio che se invece di un osservatore io ponessi alla fine un contatore Geiger o un apparecchio con un indice macroscopico, la riduzione avverrebbe, come ben sappiamo. Ma l’argomento rappresenta una sfida sottile che va affrontata e che mi ha stimolato ad avventurarmi in un’analisi del processo percettivo da un punto di vista alla GRW. Con la collaborazione dei Proff. Borsellino, F. Aicardi, e R. Grassi ho affrontato il problema in grande generalità. Lasciatemi abbozzare l’argomento ed elencarne le conclusioni. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 63 Il processo di percezione implica i seguenti passi • Trasmissione dello stimulo dalla retina al lateral geniculate body e, da questa, all higher visual cortex. La trasmissione avviene lungo gli assoni. • Il meccanismo di trasmissione implica il passaggio di ioni Na e K dall’assone alla regione esterna attraverso i nodi di Ranvier. L’assone è rivestito da uno strato di mielina (di spessore 10-5 cm!). • Anche assumendo un atteggiamento estremamente conservativo circa il processo si verifica che, durante il processo, e, nei tempi di percezione, viene coinvolto un numero di particelle tale che la teoria di GRW comporta la soppressione di uno dei segnali. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 64 Questa analisi è soddisfacente o deve essere migliorata? s 8±2 ⇠ 10 QUANTUM S. Adler: si richiede che la riduzione si verifichi nell’occhio quando i bastoncelli registrano il segnale (~ 104 105 particles) CLASICAL CLASSICAL ⇠ 10 16 s 1 1 QUANTUM Mondo microscopico (poche particelle) Mondo macroscopico: più di 1013 particelle Nel modello originale di GRW il collasso non può essere causato dall’attivazione di un bastoncello ma si verifica durante la trasmissione del segnale nervoso. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 65 Un’osservazione importante Nella GRW (per macrosistemi): il tempo caratteristico t durante il quale l’evoluzione hamiltoniana può cambiare apprezzabilmente lo stato del sistema è estremamente maggiore dell’intervallo 1/l tra due localizzazioni. Nella GRW (per le percezioni): i due processi diventano temporalmente competitivi Lo spread del pacchetto di un corpo macroscopici e la frequenza delle localizzioni. s Poichè, nel caso dell’evoluzione libera q(t) = q(0) ~ 2 t2 1+ 4[ q(0)]4 m2 un indice (diciamo un oggetto di 1 gr), con uno spread iniziale (cdm) di 10-5 cm, ci vogliono 3x1017 sec per raddopiarne lo spread e 3x1021 sec per portare lo spread a 10-1 cm. Questo comporta che durante il tempo nel quale l’evoluzione hamiltoniana cambia apprezzabilmente lo stato dell’oggetto (poichè un corpo di 1 gr subisce 108 localizzazioni al secondo – GRW) l’oggetto stesso subisce da 1025 a 1029 localizzazioni (un fattore maggiore di 8 ordini di grandezza nel caso di Adler). Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 66 Anche nel caso di Adler, poichè il modello vuole indurre la riduzione a livello dei bastoncelli, con i parametri scelti gli intervalli temporali risultano molto simili. In considerazione dell’analisi precedente, val la pena di studiare esplicitamente un caso (che non ha nulla a che fare con le percezioni) in cui i due tempi differiscono molto meno che nel caso dei modelli di collasso standard. Non intendiamo attribuire all’analisi un ruolo profondo ma ci sembra che studiarla presenti qualche interesse. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 67 Una proposta per un test sperimentale che coinvolge le percezioni (una speculazione). Per rifarci alla proposta di Albert & Vaidman consideriamo un modello giocattolo in 2 dimensioni nel quale lo spin di una particella di spin 1/2 ruota nel tempo (l’analogo del processo di percezione o di cambiamento del sistema) ed è soggetto a riduzioni sugli autostati di sz (i quali correspondono alla percezione di un segnale luminoso da A o da B ). H = ~! ✓ 0 1 1 0 ◆ a & b real, a = d⇢ = dt Roma, Dicembre 2013 p ⇢(t) = 0, 48, b = ✓ ⇢1 (t) ⇢⇤3 (t) p 0, 52 ⇢3 (t) (1 ⇢1 (t)) P+ = ✓ ◆ 1 0 i [H, ⇢(t)] + P+ ⇢(t)P+ + P ⇢(t)P ~ GianCarlo Ghirardi (0) = 0 0 ◆ P = ✓ ✓ a ib 0 0 ◆ 0 1 ⇢(t) 68 ◆ Il tempo caratteristico dell’evoluzione hamiltoniana è: t = p/2w Il tempo caratteristico tra due riduzione è: 1/l Pretendiamo di avere la riduzione in tempi dell’ordine di quelli percettivi, vale a dire 10-2 sec, cosicchè: l ≃ 102 sec-1 Il passo cruciale è di scegliere il rapporto tra i due e = w/l. Abbiamo risolto le equazioni di evoluzione per due valori essenzialmente diversi di e, nel primo caso con riduzioni molto più frequenti dei tempi di evoluzione libera, per riprodurre una situazione alla GRW: per ottenere questo è sufficiente scegliere e = 10-6. Alternativamente abbiamo studiato il caso in cui e = 10-2 che corrisponde a 100 localizzazioni nel tempo in cui lo spin fa un giro completo attorno a z. Come vedremo, succede qualcosa di interessante.. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 69 Un’osservazione. Nella GRW, nel caso di un macro-oggetto la riduzione avviene in 10-7 sec. Poi si rimane nello stato correttamente ridotto per un tempo lunghissimo (varie volte l’età dell’universo) ma, per t→∞, il vettore di stato non tende a un limite preciso. Nel nostro modello giocattolo emerge un altro comportamento. Infatti, poichè l’equazione di SGDQ ha la soluzione stazionaria r(t)=(1/2)I, un teorema generale asserisce che ogni soluzione tende ad essa per t→∞, in modo che a lunghi termini le probabilità quantistiche non vengono riprodotte. Questo è irrilevante purchè l’operatore statistico rifotto rimanga diagonale per un tempo sufficientemente lungo (≃10 sec), perchè se il modello corrisponde al processo di percezione durante tempi siffatti altri cambiamenti macroscopici avvengono (sia nel cervello o, per fare un esempio, si potrebbe chiedere all’individuo sottoposto al test percettivo di scrivere Si o No su una foglio a seconda del punto (A o B) da cui ha percepito il lampo. Queste diverse situazioni macroscopiche sono poi congelate dal meccanismo generale della GRW. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 70 Discutiamo i vari casi trappresentando l’elemento diagonale r1(t) dell’operatore statistico – che ci da’ la probabilità dell’esito SU’ – e l’elemento fuori diagonale r3(t) che, quando si annulla, ci dice che la riduzione ha avuto effettivamente luogo. Primo caso: una situazione alla GRW. 0.01 0.1 Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 71 Aumentiamo notevolmente il valore di e per rendere competitivi i due processi. 0.04 Il grafico ricorda il precedente, a meno del fatto che la transizione da 0,48 a 0,50 (il valore inevitabilmente asintotico) di r1(t) ha luogo molto prima nel caso presente. E’ interessante studiare più in dettaglio la differenza tra le due situazioni amplificando notevolmente la scala verticale. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 72 In questo caso la riduzione porta, immediatamente a un operatore che corrisponde precisamente alla probabilità quantistica 48% dell’esito SU’. Così, la riduzione risulta quella desiderata. Solo dopo circa 109 sec, si innescherebbe il processo asintotico non fisico. In questo caso, come già segnalato il regime asintotico si innesca in tempi più brevi, ma si verifica un fatto peculiare: dopo il processo di riduzione (in circa 10-2 sec) c’è un plateaux, che dura fino a 6-7 sec nel quale lo stato è ridotto, ma la probabilità dell’esito SU’, ammonta a più del 49%, che diverge da quella quantistica del 48%. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 73 L’indicazione dell’analisi è che stimolare l’apparecchio visivo con stati che corrispondono a percezioni definite, distribuiti a caso (48%-52%) tra “un lampo da A” e “ un lampo da B”, porterebbe effettivamente a percezioni che riproducono le probabilità quantistiche. Al contrario,, se l’apparato visivo è stimolato per mezzo della sovrapposizione “[a |lampo da A>+b|lampo da B>]” alcuni errori sistematici emergerebbero, i quali violerebbero le probabilità quantistiche. In un certo senso uno potrebbe asserire che nel secondo caso, il cervello, o i bastoncelli, dovendo fare l’ulteriore lavoro di ridurre lo stato a uno solo dei due della sovrapposizione, potrebbe in qualche modo portare a un esito non sempre distribuito correttamente. Il nostro esempio dà una qualche forma di vago supporto a questa possibilità. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 74 Si deve anche verificare che il processo non consenta segnali superluminali. Infatti se uno considerasse lo stato entangled degli stati dei fotoni con un altro grado di libertà, 1 | i = p {| 2 | 1i ⌦ [a|up > +b|down >] + | 2i ⌦ [a|up > b|down >]} 1i | 2due i stati di un sistema vicino a Bob. Allora Bob può decidere se e indurre una riduzione a [a|up>+b|down>] o [a|up>-b|down>] oppure a |up> o |down> ottenendo per questi stati la composizione 48-52% dell’insieme. Alice in una serie di misure potrebbe capire che misure lui fa. Ma la GRW non consente segnali superluminali: l’effetto di stimolare Alice con [a|up>-b|down>] deve compensare quello di stimolarla con [a|up>+b|down>]. Questo è illustrato nella prossima figura. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 75 La seconda linea corrisponde a cambiare il segno di b e, il plateaux, invece di corrispondere al 49% di esiti SU’, corrisponde solo al 47%. La media dei due rispecchia la statistica di una miscela di 48% stati “SU’” e 52% di stati “Giu’”. Non ci sono effetti superluminali. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 76 Spero di essere riuscito, anche se richiedendovi uno sforzo forse eccessivo, a fornirvi un quadro dei temi più rilevanti, sia accertati, come il carattere nonlocale dei processi naturali, che ancora aperti e che richiedono ulteriori e più profonde investigazioni teoriche nonchè la capacità di ideare ed eseguire cruciali tests sperimentali. Malgrado il suo carattere rivoluzionario e i suoi ineguagliati successi, la visione Quantistica del Mondo non può certo rappresentare l’ultima parola circa la sua conoscibilità. Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 77 Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 78 For myself, I see the GRW model as a very nice illustration of how quantum mechanics, to become rational, requires only a change which is very small (on some measures!). And I am particularly struck by the fact that the model is as Lorentz invariant as it could be in the nonrelativistic version: It takes away the grounds of my fear that any exact formulation of quantum mechanics must conflict with fundamental Lorentz invariance. Penrose In the GRW scheme, an object as a cat, which would involve 1027 particles, would almost instantaneously have one of its particles hit, and, since this particle state would be entangled with the other particles in the cat, the reduction of that particle would drag the others with it causing the entire cat to find itself in the state of either life or death. In this way the mystery of Schrödinger’s cat – and of the measurement problem in general – is resolved. … I have divided the serious people into different categories. The people whom I regard as being really serious, and I include myself among them, are those (Pearle, Ghirardi et al.) who believe … Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 79 van Fraassen If Epicurus’s atoms did nothing but fall straight down, there would be no collisions or interactions of any sort at all. If quantum mechanical systems do nothing but obey Schrödinger’s equation, it has been argued, then there are no measurement outcomes, or indeed any macroscopically definite events at all. Cats do not die, neither do they stay alive - the most ordinary facts in the world around us are unaccountable. Enter the new Lucretius: GRW. Postulate a very slight sverve, being now a departure from the evolution described by Schrödinger’s equation. In consequence, macroscopically definite events become possible. In: A Philosopher looks at quantum mechanics (Again) 2005. When I wrote it, I had not seen Bell, nor (of course) had I seen Ghirardi et al. … However – as GRW has taught us – there is another possibility: the collapse could be spontaneous. Putnam Roma, Dicembre 2013 GianCarlo Ghirardi 80