Lezione 7 e 8 – 4 e 5 novembre
Morfologia
• L’indicativo futuro delle coniugazioni tematiche e di sum
• Il neutro della II declinazione
• Gli aggettivi della I classe: declinazione completa
Sintassi
• Il nucleo dei verbi che reggono il dativo
• Il genitivo come complemento del nome
• Dispositio: l’iperbato
• Coesione: connettori esplicativi
L’indicativo futuro attivo delle coniugazioni tematiche
L’indicativo futuro si forma secondo due modelli diversi: uno per i verbi della prima e della
seconda coniugazione, uno per quelli della terza, della quarta e in –i breve.
Prima e seconda coniugazione
Nella prima e seconda coniugazione, il futuro è caratterizzato dal suffisso –bo- / -bi- /-bu-, cui si
aggiungono le desinenze personali.
La formula:
Tema del presente + vocale tematica + suffisso -bo/-bi/-bu + desinenze personali attive
I coniugazione
donā-bo
donerò
donā-bĭ-s
donā-bĭ-t
donā-bĭ-mus
donā-bĭ-tis
donā-bu-nt
II coniugazione
merē-bo
merē-bĭ-s
merē-bĭ-t
merē-bĭ-mus
merē-bĭ-tis
merē-bu-nt
Attenzione:
Possiamo chiaramente osservare che la vocale del suffisso subisce nella coniugazione le stesse
variazioni che caratterizzano l’indicativo presente attivo della terza coniugazione.
Terza coniugazione
Nella terza e nella quarta coniugazione l’indicativo futuro è caratterizzato due suffissi: –ā nella
prima persona singolare e –ē- per le restanti persone; ad essi si saldano le desinenze personali.
La formula:
Tema del presente + suffisso –ā / -ē + desinenze personali attive
leg-a-m
leg-ē-s
1
leg-ē-t
leg-ē-mus
leg-ē-tis
leg-ē-nt
Operativamente:
Riconoscere il futuro della terza coniugazione è più difficile, perché può essere confuso con il
presente della seconda: forme come videt e leget, che sembrano affini, sono in realtà un presente
della seconda e un futuro della terza. Per non sbagliare è sufficiente fare sempre riferimento alla
coniugazione di appartenenza: videt viene dal verbo video, es, della seconda coniugazione (il suo
futuro sarebbe dunque videbit); leget viene da lego, is, della terza (pertanto il presente sarebbe
legit).
Quarta coniugazione, coniugazione in –i breve
La formula:
Tema del presente + vocale tematica +suffisso –ā / -ē + desinenze personali attive
IV coniugazione
audi-ā-m
audi-ē-s
audi-ē-t
audi-ē-mus
audi-ē-tis
audi-ē-nt
Coniugazione in –ĭcapi-ā-m
capi-ē-s
capi-ē-t
capi-ē-mus
capi-ē-tis
capi-ē-nt
Attenzione:
•
•
Il suffisso –a- e il suffisso –e sono antichi ed erano in origine due formazioni di congiuntivo,
che il latino ha utilizzato per rendere la nozione di futuro. In effetti, come vedremo, la prima
persona singolare coincide appunto con quella del congiuntivo presente.
Nella terza coniugazione, a differenza della quarta e di quella in –i breve, manca la mediazione
della vocale tematica.
L’indicativo futuro semplice del verbo sum
L’indicativo futuro semplice di sum utilizza il tema del verbo al grado forte es-; ad esso si aggiunge
la vocale tematica e /o che subisce nella coniugazione le stesse variazioni che caratterizzano
l’indicativo presente attivo della terza coniugazione.
La –s- del tema, trovandosi in posizione intervocalica, è diventata –r- secondo il fenomeno del
rotacismo.
La formula:
Tema *es
er + vocale tematica o / e + desinenze personali attive
2
er-o sarò...
er-i-s
er-i-t
er-i-mus
er-i-tis
er-u-nt
La seconda declinazione: il neutro
Come sappiamo, il latino ha tre generi: il maschile, il femminile, il neutro; questo era in origine
riservato alle entità percepite come inanimate; nel latino storico, tuttavia, il genere è una
sopravvivenza meccanica, per cui non esistono criteri certi che permettano di prevedere quale sia il
genere di un nome.
I nomi neutri appartengono prevalentemente alla seconda e alla terza declinazione; un numero
esiguo appartiene alla quarta.
La flessione del neutro presenta alcuni tratti caratteristici:
• i casi retti (nominativo, accusativo e vocativo) sono uguali fra loro;
• i casi retti del plurale, in più, hanno in tutte le declinazioni la desinenza –ă, che del resto
caratterizzava il neutro plurale anche nell’indoeuropeo.
A parte questi casi, la flessione segue il modello della declinazione di appartenenza.
bellum, i, “la guerra”
N.
G.
D.
Acc.
V.
Abl.
•
Singolare
bell -um
bell –i
bell –o
bell –um
bell –um
bell –o
Plurale
bell –ă
bell –orum
bell –is
bell –ă
bell –ă
bell –is
Ci sono tre sostantivi neutri che hanno il nominativo (e quindi anche l’accusativo e il vocativo)
in -us. Sono termini frequenti, che è bene imparare a memoria: vulgus, che vuol dire “popolo”,
ma in senso dispregiativo (“plebaglia, massa”); virus, che vuol dire “veleno”; pelagus, che vuol
dire “mare”.
Questi sostantivi hanno solo il singolare : vulgus, vulgi, vulgo, vulgus, vulgus, vulgo.
Gli aggettivi della prima classe: la declinazione completa
Ricordiamo che gli aggettivi della prima classe hanno tre uscite, cioè si declinano secondo modelli
differenti per il maschile, il femminile e il neutro: il maschile e il neutro seguono la seconda
declinazione, il femminile la prima.
clarus, a, um, “splendente, illustre”
N.
maschile
singolare
clar-us
femminile
neutro
clar –a
clar –um
3
G.
D.
Acc.
V.
Ab.
clar –i
clar –o
clar –um
clar –e
clar –o
clar –ae
clar –ae
clar –am
clar –a
clar –a
clar –i
clar –o
clar –um
clar –um
clar –o
N.
G.
D.
Acc.
V.
Ab.
plurale
clar –i
clar –orum
clar –is
clar –os
clar –i
clar –is
clar –ae
clar –arum
clar –is
clar –as
clar –ae
clar –is
clar -a
clar -orum
clar -is
clar -a
clar -a
clar -is
Sul dizionario viene fornito per primo sempre il nominativo maschile. Pertanto, anche se troviamo
una forma femminile o neutra, per controllare il significato dovremo ricostruire il nominativo
maschile.
Esercizio 1
Traduci le seguenti frasi.
1. Pericula non amo. 2. Animos languidos desiderium lacerat. 3. Bellum longum et asperum erit. 4.
Bonus tribunus pericula fugit. 5. Argentum et aurum pretiosa metalla sunt. 6. Malum exemplum
non praebebo. 7. Nubila ventus agebat. 8. Unde («Da dove») auxilium petam? 9. Litterarum
studium meum solacium est. 10. Antiquitus («nell’antichità») oracula obscura erant. 11. Vir
vulneratus auxilium petebat. 12. Barbari nostra pulchra templa non capient. 13. Amici parum fidi
vana stultaque consilia dant. 14. Bucină signum dabit et proelium initium habebit. 15. Desiderium
tuum libenter exaudiam. 16. Oppidum locum munitum est et solidos muros habet. 17. Volumnius
multa secunda proelia facit. 18. Vulgus stultum atque imperitum servos contemnit. 19. Filius meus
litterarum studium semper colit: studiosus puer est. 20. Longum pericolosumque bellum pavidos
incolas terrebat. 21. Nuntio vobis («a voi» / «vi») gaudium magnum: habemus Papam. 22. Sedulus
agricola frumentum spargit, postea metit, postremo vendit. 23. Antiqui Romani deos pie colebant et
templa arasque sincere venerabant. 24. Pigri discipuli magistrae praecepta contemnunt. 25. Galli
Italicos campos laetos vastabant et multa validaque oppida maritima expugnabant, obsidebant et
postremo capiebant.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Predicato verbale a due e tre argomenti col dativo / Il complemento del nome in
genitivo
Osserviamo le seguenti frasi:
a1. Regulus populo exemplum praebet.
a2. Strenuus Regulus Romanorum populo constantiae exemplum praebet.
b1. Sumptuosa spectacula vulgo placent.
b2. Sumptuosa spectacula harenae vulgo Romanorum placent.
a1. La struttura portante della frase è il verbo praebet, “offrire” alla terza persona singolare.
4
Esso sottende le informazioni fondamentali della frase nucleare:
• il soggetto, cioè Regulus in nominativo singolare,
• l’oggetto, cioè exemplum in accusativo singolare
• e inoltre una nuova funzione, il destinatario (o termine), che è espresso dal caso dativo populo.
Dunque il verbo praebet, come molti altri, costituisce un nucleo a tre argomenti (nominativo,
accusativo e dativo).
Ecco l’albero:
exemplum
Regulus
praebet
populo
Traduzione: “Regolo offre un esempio al popolo”.
a2. Notiamo innanzitutto che questa frase ha lo stesso nucleo di quella dell’esempio a).
In più, oltre all'attributo strenuus, riferito a Regolo, due sostantivi al caso genitivo, cioè
constantiae e Romanorum.
La funzione fondamentale di questo caso è quella di esprimere espansioni del nome, che cioè
specificano caratteristiche relative al nome a cui si riferiscono. Corrisponde cioè, nella maggior
parte dei casi, al complemento di specificazione.
Constantiae risulta dunque un’espansione di exemplum, mentre Romanorum è un’espansione di
populo.
Ecco l’albero:
exemplum
constantiae
Regulus + strenuus
praebet
populo
Romanorum
Traduzione: “Il coraggioso Regolo offre un esempio di coerenza al popolo dei Romani”.
b1. Riconosciamo il verbo placent (piacere), concordato con il soggetto al Nominativo plurale
neutro spectacula; c'è poi sumptuosa, che è un attributo di spectacula.
Resta da definire il dativo vulgo.
Evidentemente, il verbo, per costituire il nucleo della frase, richiede solo un dativo, cioè il
destinatario dell’azione.
Il verbo costituisce dunque un nucleo a due argomenti (nominativo e dativo).
Ecco l’albero:
Spectacula + sumptuosa
placent
vulgo
Traduzione: “Gli splendidi spettacoli piacciono alla plebe”.
5
b2. Anche in questa frase il nucleo è il medesimo di quella precedente; gli elementi aggiuntivi sono
anche in questo caso i genitivi harenae e Romanorum, riferiti rispettivamente a spectacula e vulgo;
nell’albero li collocheremo dunque sotto ai nomi da cui dipendono:
Spectacula + sumptuosa
|
harenae
placent
vulgo
|
Romanorum
Traduzione: “Gli splendidi spettacoli del circo piacciono alla plebe dei Romani”.
Esercizio 2
Analizza con l’albero le seguenti frasi, collocando i dativi nel nucleo a destra del verbo e i genitivi
sotto il nome di riferimento; quindi traduci.
1. Pudicitiam puellarum laudant matronae. 2. Sedulis agricolis non semper favet fortuna. 3. Iustitiae
exempla magistri tradebant discipulis. 4. Latii campos Aeneas videbit. 5. Universis populis Europae
Asiaeque Romani bella parabant. 6. Romae incolis circi spectacula placebant. 7. Templa et aras dii
protegunt. 8. Aesculapius medicinae deus erat. 9. Seneca Lucilio suo epistularum magnum
numerum mittebat. 10. Catilina magnam ruinam patriae parabat. 11. Puellae placent fabulae. 12.
Fabularum libros Aesopus scribit. 13. Incolis Siciliae Verres (nominativo singolare: “Verre”)
iustitiam non reddebat. 14. Latonae filia Diana erat. 15. Antiqui victimas deis deabusque
praebebant.
Il dativo come argomento del verbo
La funzione di destinatario, che caratterizza il dativo, si esprime in primo luogo rispetto ad azioni
verbali: dunque il dativo è eminentemente un argomento del verbo.
Troviamo il dativo in due tipi di nucleo:
- in un nucleo a tre argomenti composto dal verbo + nominativo, accusativo, dativo (la stessa
struttura dell’italiano “regalare”: “Paola regala un libro a Luca”.)
- in un nucleo a due argomenti composto dal verbo + nominativo e dativo, in cui è assente la
determinazione oggetto (la struttura dell’italiano “piacere”: “A me piacciono i film comici”.)
I verbi che possono essere costruiti con il dativo non necessariamente l’hanno espresso:
anche in italiano possiamo dire “regalo un libro a Marco”, ma anche, semplicemente “Di solito a
Natale regalo dei libri”, lasciando sottinteso il termine dell’azione.
Occorre fare molta attenzione a un gruppo di verbi che in latino sono costruiti col dativo, mentre
in italiano sono transitivi o intransitivi con altre costruzioni: ad esempio, l’italiano “invidiare” è
transitivo (“Marco invidia Mario”), mentre in latino invideo regge il dativo (Marcus invidet Mario).
Alcuni di essi (come accido, che vuol dire accadere) hanno in latino e in italiano una costruzione
analoga (col dativo che corrisponde al complemento di termine); altri invece (come invideo, che
vuol dire invidiare) possono corrispondere a verbi italiani costruiti in modo diverso (col
complemento oggetto).
Per tradurre correttamente bisognerà dunque:
1. individuare il nucleo della frase latina;
6
2. capire il significato in latino;
3. scegliere per il verbo il significato italiano adatto al contesto;
4. tradurre in italiano rispettando la costruzione italiana del verbo scelto.
Ecco l’elenco dei verbi più frequenti che si costruiscono con il dativo in latino e che hanno invece
una costruzione differente in italiano:
Fido, is, ere : “avere fiducia” (verso qualcuno), “fidarsi” (di qualcuno); suo contrario è diffido, che
anche in italiano mantiene lo stesso significato. In italiano è intransitivo, e si costruisce con la
preposizione “di”.
Ignosco, is, ere: alla lettera, significa “non riconoscere”: dall’idea di “non riconoscere”, “far finta di
non vedere” (un errore) si sviluppa il significato di “perdonare”. In italiano è transitivo.
Insulto, as, are: alla lettera, “saltare sopra” (a qualcuno), da cui “insultare”. In italiano è
transitivo.
Invideo, es, ere: originariamente significa “dare il malocchio” a qualcuno, da cui i valori derivati di
“essere maldisposto” (verso qualcuno) e “invidiare” (qualcuno). In italiano è transitivo.
Nubo, is, ere: deriva da nubes, che vuol dire “nuvola”, metaforicamente “mettersi il velo”, da cui il
valore di “sposare”; e usato assolutamente significa “sposarsi”. Si usa solo in riferimento alla
donna (che metteva il giorno del matrimonio un velo rosso, il flammeus: la velatura del capo è
segno di sottomissione). In italiano è transitivo.
Studeo, es, ere: “applicarsi, interessarsi (a qualcuno o a qualcosa), desiderare, studiare”. Il verbo
si trova inoltre costruito con l’infinito: Galli Romam vastare studebant. “I Galli desideravano
devastare Roma”. In italiano il suo derivato “studio” è transitivo.
Suadeo, es, ere: il suo significato originario è “dare un consiglio” (a qualcuno); ha poi assunto
anche il valore di “persuadere” (dare un consiglio persuasivo).
La costruzione del verbo è un po’ complessa: la persona che viene persuasa si trova in dativo; la
cosa che costituisce l’oggetto della persuasione si trova in accusativo: Marcus Attico suadet.
“Marco persuade Attico.” Ira vindictam suadet. “L’ira persuade alla vendetta.” Come possiamo
osservare, la costruzione italiana del verbo “persuadere” è esattamente opposta.
Esercizio 3
Fai l’albero e traduci
1. Dominus servis suis non subvenit. 2. Ancillis ignoscit domina. 3. Tullus Attico epistulas mittebat.
4. Discipuli seduli bono magistro oboediunt. 5. Catilina malum exemplum bonis Romanis praebet.
6. Livia Iuliae invidebat. 7. Livia Iuliae clara dona mittebat. 8. Agricolis bonus dominus iustitiam
reddet. 9. Victis parcebat Augustus. 10. Agrippae Iulia nubit. 11. Rosae violaeque ancillis placent.
12. Prabebimus deis opimas victimas. 13. Antonio semper Tullus mala verba dicebat. 14. Latinae
linguae libenter studebimus. 15. Privilegia propinquis tribuere non debemus. 16. Non semper
sedulis agricolis fortuna favet. 17. Amicis meis scribam. 18. Magnum gaudium victoria Romanis
parat. 19. Matrimonium magnum vinculum matronis erat. 20. Cedunt arma togae.
Il genitivo come complemento del nome
La funzione fondamentale del genitivo è quella di complemento del nome; esso cioè dipende
prevalentemente da sostantivi, di cui indica caratteristiche che permettono di definirli in modo
più specifico.
Tale funzione corrisponde:
al complemento di specificazione: filius Marci, “il figlio di Marco”, gloria patriae, “la gloria
della patria”;
al complemento partitivo, indicando l’ambito generale di cui si considera una parte o un
individuo: primus liberorum, “il primo dei figli”;
7
al complemento di qualità: magnae audaciae tribunus, “un tribuno di grande coraggio”.
Possiamo osservare che, per fornire gli esempi non c’è stato bisogno di formulare una proposizione
completa, cioè di usare un verbo, perché la funzione del genitivo si esaurisce nella relazione col
nome di riferimento.
Esercizio 4
sottolinea e analizza i complementi del nome. Segnala quelli che in latino troveresti al genitivo
(specificazione, partitivo, qualità)
1. Siamo di Roma. 2. Il livello del Po non desta preoccupazione. 3. Abbiamo discusso di politica. 4.
I monumenti di Roma sono famosi in tutto il mondo. 5. Di Alberto non si può dire niente di male. 6.
Marisa è una donna di gran classe. 7. Qualcuno di voi ha sentito un rumore strano? 8. L’isola d’Elba
è molto bella in primavera. 9. Sei del tutto privo di iniziativa. 10. Di questi tempi molti preferiscono
non uscire la sera. 11. Uno dei miei fratelli verrà a prendermi alla stazione. 12. Il giornale di ieri è
sul tavolo della cucina. 13. Non ho mai visto nessuno più di lui dotato di spirito. 14. E’ un uomo di
spirito. 15. Con te non si può parlare di niente di serio. 16 Ho visto un film di spionaggio. 17 La
bontà della torta aumentò l'appetito dei ragazzi. 18 Mi serve un sacchetto di plastica. 19 Nessuno
degli accusati si dichiarò colpevole. 20 Il signor Cesare è un uomo di grande ingegno. 21 I Greci
ingannarono i Troiani con il cavallo di legno. 22 Ci parlarono di lui con simpatia. 23 Amo la città di
Firenze per la bellezza dei suoi monumenti. 24 Quell'uomo è di umile origine. 25 Il campo era
coperto di sassi. 26 Le case dei pastori erano costruite con frasche e fango. 27 Giulio era il
prediletto dei nipoti. 28 E' molto volonteroso, ma manca di buon senso. 29 Parlami dei tuoi progetti.
30 Chi ha rotto il piatto di ceramica?
Esercizio 5
Fai l’albero e traduci, prestando particolare attenzione alle dipendenze del nome (attributi e
genitivi )
1. Servorum licentia iram domini movet. 2. Insularum aedificia parva sordidaque erant. 3.
Divitiarum magna copia saepe patriciis erat. 4. Mirificum exemplum pudicitiae Lucretia praebet. 5.
Exemplum mirificae pudicitiae Lucretia praebet. 6. Tullus lepidi ingenii patronus erat. 7. Tullus
valde unum servorum suorum diligebat. 8. Vulgi verba non audiemus. 9. Saevi diuturnique belli
causa Helenae forma est. 10. Longe primus advocatorum Romae Tullus erat. 11. Strepitus viarum
somnum insularum incolis tollebat. 12. Saepe gaudia initia futurae tristitiae sunt. (Sen.) 13. Famam
audaciae Catilinae cognoscimus. 14. Aesopi fabulae agnus improvidi ingenii erat. 15. Padus est
primus rivorum Italiae.
Dispositio : l’iperbato e la posizione del genitivo
Nautis grata liberorum patriaeque memoria occurrit.
Notiamo che i due genitivi liberorum patriaeque, legati dalla congiunzione –que, sono collocati tra
l’aggettivo grata e il sostantivo memoria, che concordano tra loro e costituiscono in questo caso un
sintagma nome + attributo:
Facciamo l’albero:
Memoria + grata ------ occurrit ------ nautis
|
liberorum patriaeque
Traduciamo: “Il gradito ricordo dei figli e della patria torna in mente ai marinai”.
8
Il genitivo, così come, in generale, tutti i complementi del nome, si trova spesso collocato in mezzo
a due elementi che costituiscono un unico sintagma, per esempio un sostantivo e l’aggettivo ad esso
concordato (memoria + grata).
Questa collocazione, che ci può sembrare strana, in realtà ci consente di individuare con estrema
sicurezza a chi è riferito il termine che sta in mezzo (liberorum patriaeque), perché questo si trova
“inscatolato” nella struttura da cui dipende.
Questa posizione si chiama iperbato.
Esercizio 6
Analizza le seguenti frasi sottolineando gli iperbati (non sono presenti in tutte le frasi). Poi fai
l’albero e infine traduci.
1. Magna agricolarum industria frumentum auget. 2. Miram Sullae saevitiam Romani timebant. 3.
Clara Phidiae opera maxime excellunt. 4. Patriae memoria magnum incitamentum erat nautis. 5.
Romanorum copiae vasta rivi vada obtinebant. 6. Ancillae lucidam convivarum comam ornabant. 7.
Gratam amicorum benivolentiam divitiis deliciisque antepono. 8. Subitae victoriae nuntium
magnum gaudium Romanis praebet. 9. Gratam beneficiorum memoriam semper servate, pueri. 10.
Miram Italiae oram conspicite, nautae. 11. Vaccae proceras campi herbas proculcant. 12. Remota
silvarum loca Diana tenebat. 13. Tulli honestam sententiam valde probamus. 14. Extrema sed
operosa Porci senecta mira est. 15. Inconsultum imperii desiderium semper causa belli est.
I connettori esplicativi nam e enim
I connettori coordinanti esplicativi nam e enim significano “infatti” e spiegano, ampliano o
indicano la motivazione di quanto detto in precedenza; a differenza dei connettori copulativi,
avversativi e disgiuntivi, essi non coordinano sintagmi nominali, ma solo frasi o periodi.
Folia cadunt: nam autumnus est.
“Cadono le foglie: infatti è autunno”.
Enim si usa posposto.
Folia cadunt: autumnus enim est.
Esercizio 7
Fai l’albero e traduci
1. Nulla vitia debent esse, non parva: nam parva crescent et interim impedient. (Sen.) 2. Iulius
subsidia comparabat. Nam frumentum ex campis cotidie in castris conferebat. (da Caes.). 3. Druidis
magnus discipulorum numerus concurrit. Nam Druidae magnam gloriam habent: decernunt
controversias publicas privatasque, et praemia poenasque constituunt. (da Caes.) 4. Caesariani pila
mittunt celeriterque gladios stringunt. Sed Pompeiani animose pugnant: nam et tela excipiunt et pila
mittunt et gladios depromunt. 5. Antiqui avaritiam vitabant: suos enim campos studiose colebant,
non alienos cupide appetebant. (da Cic.) 6. Tullus Attico non dicet mala verba: est enim Tullo et
Attico iam antea amicitia. 7. In oppido crescit strepitus: nam novum nuntium vias percurrit. 8.
Tyrannus multos timet: nam multos inimicos habet. 9. Catullus Cornelio libellum suum dicat: valde
enim Cornelium diligit. 10. Augustus Vergilium honorabat: clarus enim mirificusque poeta erat.
9