UNITÀ DI APPRENDIMENTO 4 La morfologia dell’Europa: le terre PARTIAMO DALL’ESPERIENZA Il luogo in cui vivi si trova in pianura, in collina o in montagna? Prova a descrivere la morfologia del territorio prendendo in considerazione non solo il tuo centro abitato ma anche lo spazio circostante. ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... Nella regione in cui abiti prevalgono gli spazi pianeggianti o i rilievi? Scegli una località di montagna, o di collina o di pianura della tua regione e descrivine le forme del territorio e la vegetazione. ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... IL NOSTRO PERCORSO PREREQUISITI ● Saper leggere una carta fisica CONOSCENZE ● Le origini del nostro continente ● Le azioni di modellamento e di deposito degli agenti atmosferici, dei fiumi e dei ghiacci ● L’origine dei rilievi e delle pianure europee ● La localizzazione dei rilievi e delle pianure nel continente europeo ABILITÀ ● Produrre carte tematiche ● Riconoscere gli elementi di un territorio: i principali sistemi montuosi e le principali aree pianeggianti dell’Europa L1 La struttura e la forma della Terra L2 Come nascono le montagne L3 Il modellamento della Terra attualità L4 Ghiacciai in ritirata Altipiani, colline e pianure GLI SPAZI L’Europa dal satellite: il territorio GLI SPAZI Monti e pianure d’Europa L5 I rilievi d’Europa L6 Le pianure d’Europa EDUCAZIONE L’erosione del suolo e le frane Per imparare COLLEGAMENTI E PISTE INTERDISCIPLINARI 86 Scienze La formazione geologica del pianeta Ed. all’ambiente II diboscamento come causa di dissesto geologico 87 UNITÀ DI APPRENDIMENTO La morfologia dell’Europa: le terre 500-200 milioni di anni fa 1 Pangea e Pantalassa La Terra, da 500 a 200 milioni di anni fa, presentava un’unica massa di terre emerse, che galleggiavano sul magma sottostante. Questo continente primigenio, definito Pangea (“tutta terra”), era interamente circondato da un unico immenso oceano, la Pantalassa (“tutto mare”). PANTHALASSA N G E La struttura della Terra Il nostro pianeta è formato da strati concentrici differenti per densità, composizione, stato e temperatura. Se si potesse sezionare la Terra si presenterebbe come una specie di frutto. Al centro, nel suo cuore, si trova il nucleo, il “nocciolo”. Ha un raggio di circa 3400 km ed è diviso in due strati, uno più esterno, liquido, e uno più interno, reso solido dall’enorme pressione atmosferica, entrambi a temperatura elevatissima (circa 4 000 °C). Si ipotizza che sia composto di materiali pesanti quali ferro e nichel e componenti leggeri come zolfo e ossigeno. Intorno al nucleo c’è il mantello, così come in un frutto la polpa circonda il nocciolo. Ha uno spessore di circa 2900 km e anch’esso presenta uno strato interno di materiale fuso (silicio, ferro, magnesio), che via via si raffredda e solidifica procedendo verso l’esterno. La parte più esterna, molto sottile rispetto agli altri strati, è la crosta terrestre, che si distingue in crosta continentale (100 km di spessore in corrispondenza delle montagne più elevate) e crosta oceanica (5 km di spessore). La crosta terrestre unita alla parte esterna del mantello – quella solida – è detta anche litosfera. Nonostante la crosta sia dal punto di vista quantitativo la parte meno rilevante (non è altro che la “buccia” del pianeta), su essa si concentrano tutte le forme di vita e i fenomeni di trasformazione più vistosi. Essa non è tutta unita e compatta, ma si presenta come una sorta di immenso puzzle irregolare, spaccato in numerosi punti e suddiviso in circa venti “tessere”, chiamate zolle o placche. L’enorme massa di magma fluido del mantello, con i suoi movimenti, mette in tensione, spacca e mette in movimento gli strati rigidi sovrastanti della litosfera. I movimenti del magma sono simili al moto dell’aria o dell’acqua: riscaldandosi, tende a salire per poi raffreddarsi e ridiscendere. Tali movimenti modificano sia le porzioni di crosta terrestre sommerse dai mari e dagli oceani sia quelle, più spesse, rappresentate delle terre emerse, cioè i continenti, le cui forme e posizioni non sono stabili come a noi appaiono. Nel 1915 lo scienziato tedesco Alfred Wegener, per spiegare l’attuale disposizione delle terre emerse, formulò la teoria della deriva dei continenti. In base ad essa i continenti attuali deriverebbero dalla spaccatura di un’unica massa originaria. A L’origine del pianeta Terra La Terra è una sfera irregolare – un po’ schiacciata ai poli – la cui superficie è ricoperta per tre quarti dalle acque dei mari e degli oceani e per un quarto dalla massa delle terre emerse. Il nostro pianeta ha una lunghissima storia, durante la quale ha subito profondi e continui cambiamenti. La sua nascita risale a più di 4 miliardi e mezzo di anni fa, quando le polveri, i gas e i frammenti di ghiaccio che ruotavano attorno al Sole si accorparono, dando origine agli attuali pianeti e ai satelliti del sistema solare. I materiali che andarono a costituire la Terra formarono un’unica sfera, all’interno della quale si disposero in base alla loro diversa densità: i materiali gassosi, meno densi, formarono l’atmosfera terrestre; i materiali più pesanti andarono invece a costituire il pianeta vero e proprio. La deriva dei continenti P CONCETTI BASE La struttura e la forma della Terra Come si è formato il pianeta Terra? Da che cosa è composto? Come si sono formati i continenti? 4 A 180 milioni di anni fa Laurasia 2 La spaccatura della Pangea Mare di Tetide Gondwana Circa 180 milioni di anni fa, l’enorme massa continentale, sotto la spinta dei moti del mantello, si spaccò in due vasti frammenti, la Laurasia (corrispondente, all’incirca, alle attuali America del Nord, Europa e Asia, unite tra loro) e il Gondwana (America del Sud, Antartide, Africa, Australia e India), separati dal mare di Tetide, nucleo del futuro Mediterraneo. 65 milioni di anni fa 3 L’ulteriore frammentazione Capire facendo La Terra: dalla superficie al cuore America del Nord ................................................................................ Il disegno schematizza la struttura della Terra, dalle sue parti più esterne fino al nucleo. In base a quello che hai imparato leggendo il testo sopra, completa lo schema inserendo nei riquadri i nomi delle varie parti che costituiscono il pianeta. Successivamente, più o meno 65 milioni di anni fa, i due blocchi si divisero ulteriormente e le diverse masse continentali si allontanarono le une dalle altre: l’India e l’America del Sud si staccarono dall’Africa. Eurasia Africa America del Sud India oggi Australia Antartide America del Nord ............................................................................................. 88 ................................................................................ Circa 40 milioni di anni fa le masse continentali cominciarono a presentare l’attuale assetto. Dopo un “viaggio” di 5 000 km, l’India si congiunse con l’Asia, generando nell’impatto la catena himalayana. L’avvicinamento dell’Africa all’Europa provocò l’innalzamento degli Appennini e delle Alpi, mentre l’America del Sud arrivò a congiungersi con l’America del Nord. Asia India Africa 4 La conformazione attuale ............................................................................................. Europa America del Sud Australia Antartide 89 UNITÀ DI APPRENDIMENTO attualità La morfologia dell’Europa: le terre Ghiacciai in ritirata Espansione dei ghiacciai in Europa all’epoca dell’ultima glaciazione I ghiacciai e le aree montane delle nevi perenni sono in tutto il mondo le regioni più vulnerabili e più esposte al continuo e crescente cambiamento del clima.Alcuni studi specifici indicano che in futuro, con il riscaldamento globale, i ghiacciai continueranno a ritirarsi fino al punto di influenzare negativamente attività come il turismo e, soprattutto, la disponibilità di risorse idriche. Dove sono i ghiacciai europei Circa 18000 anni fa, all’epoca dell’ultima glaciazione, i ghiacciai giunsero a ricoprire una buona gran parte del territorio europeo, con una coltre che occupava per intero la penisola scandinava, le isole britanniche, la Russia settentrionale e tutta l’area alpina. Oggi i ghiacci perenni in territorio europeo si trovano solamente in poche aree delle Alpi, dei Pirenei e soprattutto delle Alpi scandinave dove, a causa della latitudine quasi polare e quindi del clima molto più rigido, si estendono ad altitudini decisamente inferiori rispetto a quelle alpine. Le due fotografie mostrano il ghiacciaio Rutor (Val d’Aosta) nel 1895 (a sinistra) e nel 2000 (a destra): è evidente la riduzione delle sue dimensioni. Le cause del ritiro dei ghiacciai... ... e le conseguenze di questo processo La perdita di massa e volume dei ghiacciai si deve soprattutto alla mancanza di nevicate. Al crescere del riscaldamento globale, in molte aree dove nel passato nevicava con una certa abbondanza le precipitazioni nevose hanno lasciato il posto alla pioggia. Inoltre, occorre ricordare che basta l’innalzamento della temperatura di solo 1 °C per far spostare più in alto di circa 150 metri la linea delle nevi perenni. I dati riguardanti quest’ultimo aspetto sono significativi: tra il 1971 e il 1994 nel territorio compreso tra il 45° e il 75° di latitudine nord la stagione delle nevicate si è accorciata mediamente di quasi 9 giorni ogni decennio. Per il futuro si prevede che l’estensione della copertura nevosa nell’emisfero boreale si ridurrà ulteriormente, e sia sulle Alpi sia sui Pirenei si avranno inverni più miti con maggiori piogge ed estati più calde e secche. Il processo di fusione dei ghiacciai provoca la rottura dei laghi glaciali e la formazione di valanghe. Inoltre, esso influisce negativamente sul turismo e sugli sport invernali, con gravi conseguenze per l’economia delle aree montane. Nei prossimi decenni sicuramente diminuiranno le nevicate a bassa quota e circa la metà delle stazioni sciistiche di Svizzera, Germania, Austria e Pirenei avrà sempre più difficoltà ad attrarre turisti. Infine, nel lungo periodo si ridurrà anche l’acqua di scioglimento che alimenta i fiumi e il livello del mare. Ciò avrà come conseguenza davvero preoccupante una minore disponibilità di acqua da utilizzare per usi potabili, irrigui ed idroelettrici. Qui sotto, un ghiacciaio dell’Adamello. In basso, un ghiacciaio nel gruppo del monte Bianco. Lo stato di salute dei ghiacciai europei A partire dalla metà del XIX secolo, in quasi tutte le aree europee si è osservato un progressivo ritirarsi dei ghiacciai: tra il 1850 e il 1980 i ghiacciai alpini hanno perso un terzo della loro superficie e la metà della loro massa glaciale. Il fenomeno non sembra arrestarsi, anzi si è in presenza di un’accelerazione, come dimostra il fatto che i ghiacciai alpini a partire dal 1980 hanno registrato un’ulteriore perdita di volume pari quasi al 30% (nella sola caldissima estate del 2003 hanno perso un altro 10%). L’attuale ritiro dei ghiacciai alpini sta avvenendo a livelli mai raggiunti negli ultimi 5000 anni e, probabilmente, entro il 2035 buona parte di essi saranno scomparsi. Sono in espansione solo i ghiacciai della costa norvegese, essendo aumentate in questa regione le nevicate invernali. SCOPRIRE E FARE Ricostruisci quanto detto nel brano ponendo nella sequenza giusta i fenomeni elencati qui di seguito. Indica con il numero 1 l’inizio del processo e prosegui con la numerazione. 94 riduzione delle precipitazioni nevose aumento del riscaldamento del pianeta riduzione dell’acqua di scioglimento riduzione dell’accumulo nevoso minore disponibilità d’acqua innalzamento della linea delle nevi perenni minore disponibilità di energia idroelettrica 4 UNITÀ DI APPRENDIMENTO La morfologia dell’Europa: le terre Altipiani, colline e pianure CONCETTI BASE Gli altipiani Come abbiamo visto, le rocce sono rese meno compatte dai processi di disgregazione e vengono lentamente erose dai numerosi agenti attivi sulla superficie terrestre: ghiacciai, piogge, acque correnti, vento. Così, naturalmente nell’arco di moltissimo tempo, una montagna anche molto elevata può essere abbassata, livellata e spianata, fino a trasformarsi in una piattaforma pianeggiante di poco più alta (200/700 m) rispetto al territorio circostante: questo è uno dei modi in cui si originano i vasti altipiani presenti in tutti i continenti della Terra. Le colline Possiamo dire che le colline (generalmente poste in una fascia altimetrica tra i 300 e i 600 m) sono montagne antichissime. In questo caso l’erosione non ha spianato il rilievo, ma lo ha solo arrotondato, addolcendone i versanti. Oltre all’erosione, però, vi possono essere altre origini di un territorio collinare: può derivare da un leggero corrugamento della crosta terrestre (colline tettoniche), che si presenta come una successione ondulata di modeste e tondeggianti creste e avvallamenti; oppure può essere la conseguenza di un deposito morenico ai piedi di un antico ghiacciaio (colline moreniche). Come si formano gli altipiani? E le colline? Che cos’è una pianura alluvionale? Le pianure alluvionali Se gli altipiani sono il principale risultato dell’erosione alla quale gli agenti esogeni sottopongono le rocce delle montagne, le pianure sono il risultato più evidente della successiva azione di deposito del materiale eroso. Le piccole particelle in cui è stata sminuzzata e sbriciolata la roccia possono essere trasportate e depositate sul fondo di mari e oceani, dove si accumulano in strati tanto spessi da emergere dalle acque: si è formata in questo modo la maggior parte delle pianure del pianeta. Particolarmente efficace è il lavoro di erosione effettuato dalle acque veloci dei fiumi nella parte alta e ripida del loro corso. Nel loro primo tratto, i fiumi strappano dal suolo e trascinano a valle non solo frammenti di roccia, fango, sabbia e argille, ma anche ciottoli, sassi e ghiaia. Quando le acque giungono ai piedi delle montagne e rallentano il proprio corso, avviene l’azione di deposito: i materiali più pesanti si accumulano e vanno a costituire le cosiddette pianure alluvionali. Sono necessari millenni per formare una pianura di questo genere, ma i risultati assumono un’importanza straordinaria, perché le pianure alluvionali sono estremamente fertili e favorevoli agli insediamenti umani. Tipi di altipiani e tipi di pianure 4 1 Si distinguono diversi tipi di altipiani: ■ i tavolati tettonici, come la penisola Arabica e la Meseta spagnola, formati dalle spinte verticali di strati profondi della Terra; ■ gli altipiani intramontani, circoscritti da catene montuose, come gli altopiani del Tibet, dell’Armenia, della Bolivia; ■ le piattaforme vulcaniche, generate dalla fuoriuscita di grandi colate laviche. 2 1 L’ampia spianata della Meseta spagnola. 2 Un altopiano circondato dalle montagne in Tibet. 3 Una pianura costiera in Irlanda. 4 La conca interna di Castelluccio, nei monti Sibillini (Umbria). Capire facendo Le grandi pianure alluvionali Le principali pianure del mondo hanno avuto un’origine alluvionale: la pianura formata dal corso del Mississippi-Missouri negli Stati Uniti; quella originata dal Rio Paraguay e dal Paraná in Argentina; quella, immensa, formata dal Rio delle Amazzoni in Brasile; le pianure createsi grazie al Fiume Giallo e al Fiume Azzurro in Cina e all’Indo e al Gange in India. Dopo aver consultato un atlante, localizza sul planisfero muto le aree delle grandi pianure alluvionali del mondo e colorale in verde. 96 3 Le pianure, in base alla loro collocazione geografica e alla relativa pendenza, si possono distinguere in: ■ pianure costiere: si formano nei pressi del mare, per il deposito dei detriti trasportati da un fiume che forma dapprima cordoni sabbiosi e laghi costieri e successivamente, con la continua e lenta azione di deposito, ne riempie i bacini, trasformandoli in pianure vere e proprie; ■ pianure pedemontane: sono situate ai piedi dei rilievi, con pendenza maggiore rispetto alle pianure costiere; ■ pianure vallive: si trovano al centro dei fondovalle, scavate da fiumi o ghiacciai; ■ conche interne: sono interamente circondate da rilievi montuosi e hanno pendenze convergenti verso il centro; Le pianure tettoniche sono originate dall’emersione di fondali marini. 4 97 L’Europa dal satellite: il territorio 98 UNITÀ DI APPRENDIMENTO La morfologia dell’Europa: le terre 4 99 UNITÀ DI APPRENDIMENTO Monti e pianure d’Europa 60° 30° 20° La morfologia dell’Europa: le terre 10° MARE DI 0° 70° 10° 20° 30° 70° 40° 50° 60° 4 70° M A R GROENLANDIA B A R E N T S lo Po lar E V R ico O A N I R U A O N I C R S C 30° La diversa conformazione fisica dell’Europa si spiega con la diversa origine delle varie parti che compongono il continente. In età arcaica, circa 500 milioni di anni fa, solo la penisola baltica e la grande pianura russa costituivano l’embrione della futura Europa; a ovest e a sud si trovava il grande mare Tetide, primitiva formazione del futuro mar Mediterraneo. In età successiva, intorno a 180 milioni di anni fa, il progressivo incontro, a oriente, dello scudo baltico con quello siberiano e, a meridione, l’avvicinamento della zolla europea a quella africana determinarono i primi corrugamenti. Durante l’era ancora successiva, iniziata circa 65 milioni di anni fa, l’Europa ha vissuto i più grandi sconvolgimenti. La zolla africana ha continuato il suo spostamento verso quella europea, dando origine alla catena alpina. Contemporaneamente, in Asia, la zolla indiana ha continuato il suo spostamento verso quella asiatica: così si è formato il grande sistema “alpino-himalayano”. D A B T M R MA N I D O N Come si è formata l’Europa M e A rt NC O co IA Cir 200 E SCALA 1 : 16 000 000 0 V km G I A D I P I L I A N A T L I A I S B S A ll Ju Ri A R A al M B to I I I I I I I I I I I I A MARE D’IRLANDIA P d O O N O R D an T D E L N Ce MAR CELTICO nt N A E SG Se Ne lv r VO GI NE N I I I I I D de a A A N D R N IA T I M A R R E O EG M A R I O N I O D I T E R R N E R O I PRINCIPALI MONTI EUROPEI Monte Bianco (Italia / Francia) 4807 m Monte Rosa (Italia / Svizzera) 4637 m Cervino (Italia / Svizzera) 4478 m Finsteraarhorn (Svizzera) 4274 m Jungfrau (Svizzera) 4158 m Massif des Ecrins 4102 m Gran Paradiso (Italia) 4061 m Bernina (Italia / Svizzera) 4050 m Monviso (Italia) 3841 m Grossglockner (Austria) 3797 m 101 R A 0° CANI O A O E A M M ND R M 30° AL O PI A e I T I R R E N O M IC B ia N el Gu a dal qui vir le d Va l ch S O R o ri A I in M br M A R L I G U R E E ll’ E I ch ac Val C P le P I U S I i CE A A I I C I I I I Alpi C I R TA L I I A EN ld fö Al lp I I M Z RI Grossglockner 3797 A I I E A O U C RP I O CA a I l Va N o I I I C A R PA Z I em Finsteraarhorn Jungfrau 4274 4158 Monte Bernina Monte Rosa 4050 Massiccio Bianco 4807 4637 P L Centrale Gran 4061 4478 Monte Paradiso A Cervino Pianura Padana 4102 Massif 3841 A E des Ecrins P Monviso V Puy de Sancy 1885 P I R E RA ss I aa Ru I I nti eri Mo allif S t UD e M ET I Se lv a Bo S e I r al TA U N U 10° M R A I L M A R E I O L T I C O S 40° 100 A T I In Europa esistono tre principali gruppi di rilievi: le giovani catene montuose meridionali; le 50° antiche montagne dell’Europa centrale; i rilievi ancora più antichi dell’Europa settentrionale. La fascia centro-orientale è occupata da pianure e basse colline. Nelle regioni meridionali, invece, gli spazi pianeggianti si trovano solo lungo le fasce costiere 20° o in alcune zone comprese tra le catene montuose. A O I I I I I rilievi europei I C N E O UNITÀ DI APPRENDIMENTO La morfologia dell’Europa: le terre Le pianure d’Europa Poche pianure a sud Nelle regioni meridionali gli spazi pianeggianti si incontrano quasi esclusivamente lungo le fasce costiere o in rare zone circoscritte da catene montuose. Le pianure più significative sono quelle spagnole (le vallate del Guadalquivir e dell’Ebro) e, nell’Italia settentrionale, la pianura padana. La fertile area centrale Il territorio francese affacciato sulla costa atlantica è occupato da un’unica grande e fertile area pianeggiante che si apre a ventaglio procedendo verso est. Questa pianura, che nel bassopiano francese è larga un centinaio di chilometri,prosegue in Belgio,nei Paesi Bassi, e si allarga in modo consistente in territorio tedesco e polacco (bassopiano germanico). Ha poi un prolungamento settentrionale nella penisola completamente pianeggiante dello Jutland, in Danimarca, e nelle campagne dell’Inghilterra meridionale. Una caratteristica particolare dell’area pianeggiante che si trova in corrispondenza dei Paesi Bassi è la sua condizione di depressione assoluta; si tratta cioè di un’area situata sotto il livello del mare, da cui è separata per mezzo di sottili cordoni di dune costiere. Dove sono le pianure europee più estese? E le meno estese? Dove si trova l’Alföld? 4 Capire facendo I bassipiani orientali Nella sua parte orientale, oltre il confine polacco, il territorio europeo si estende nelle sterminate pianure russe; si tratta del cosiddetto bassopiano sarmatico, un’immensa distesa di terre pianeggianti particolarmente fertili che dal mar Baltico arriva fino alle coste del mar Nero e del mar Caspio. Qui forma la grande depressione caspica, un’altra area situata ben al di sotto del livello del mare (–26 metri). Lo stesso mar Caspio, un mare chiuso che non comunica con altri bacini, si trova al di sotto del livello degli altri mari aperti. Pianure importanti per gli insediamenti umani e per l’agricoltura, ma di più modesta estensione, si trovano anche nella regione rumena lungo il basso Danubio (Valacchia) e in corrispondenza del tratto centrale danubiano. Quest’ultima pianura, denominata Alföld, interessa alcuni stati europei come la Slovenia, la Repubblica Slovacca, l’Ungheria, la Croazia, la Serbia, ma si estende soprattutto in Ungheria, dove viene chiamata puszta. Dove sono le pianure europee? “Localizza” le immagini sulla carta, inserendo nell’area di appartenenza il numero che le contraddistingue. 1 2 I polder I polder sono zone costiere più basse del livello del mare, prosciugate e protette da dighe per renderle coltivabili. Il disegno mostra il procedimento per creare un polder: intorno allo specchio d’acqua da prosciugare si scava un canale circolare. La terra ricavata dallo scavo viene utilizzata per erigere un terrapieno, che farà da argine. Una batteria di mulini a vento solleva l’acqua dal bacino da prosciugare e, mediante un canalino, la convoglia al canale circolare che la porta al mare. Con questo sistema gli olandesi hanno strappato al mare più di 4000 km 2 di territorio. In particolare, intorno al 1930 fu realizzata la diga di sbarramento che ha permesso di isolare dal resto dell’oceano lo Zuiderzee, un mare interno alla linea delle isole Frisone. Quel nuovo bacino è stato poi in parte prosciugato, permettendo la creazione quattro ampi polder. canale circolare terrapieno 3 Appezzamenti di terreno, canali e mulini a vento in un polder olandese. mulini a vento canale circolare 1 Pianura lombarda, con le Alpi sullo sfondo. 2 Veduta della pianura ungherese. 104 canalino 3 Campagna nel nord-ovest della Francia. 105 UNITÀ DI APPRENDIMENTO EDUCAZIONE ALL’AMBIENTE Il suolo è una risorsa rinnovabile, ma i suoi processi naturali di rigenerazione e di ricostruzione sono lentissimi. Il completo risanamento dei danni causati dall’eccessivo sfruttamento del suolo può richiedere anche migliaia di anni. L’erosione del suolo e le frane L’erosione Nel continente europeo circa il 12% del suolo agrario totale (115 milioni di ettari) è soggetto a erosione idrica, cioè causata dallo scorrimento delle acque, e il 4% è soggetto a erosione eolica, provocata dall’azione del vento. Il problema, aggravato dall’abbandono dei terreni e dagli incendi nei boschi, è sentito con più forza nell’area mediterranea, ma interessa anche la maggior parte degli altri paesi europei. 106 Le frane Le montagne di recente formazione, soprattutto se sono composte da rocce poco compatte come le argille o le arenarie tenere, sono più vulnerabili all’azione degli elementi atmosferici che aggredisce le rocce, provoca il loro disfacimento e determina la formazione di frane. L’erosione diventa particolarmente forte nelle zone in cui le precipitazioni sono concen- trate in un periodo dell’anno che fa seguito a un periodo di forte siccità: durante la stagione estiva i terreni argillosi si seccano e si spaccano; nei periodi autunnali e invernali le piogge violente entrano nelle spaccature provocando frane e smottamenti. A creare situazioni di instabilità del terreno contribuisce anche il diboscamento. Infatti, la copertura boschiva costituisce un naturale ostacolo all’azione degli agenti atmosferici e le radici degli alberi, soprattutto, fanno da collante per il terreno ed asnicchia o fronte di distacco La morfologia dell’Europa: le terre 4 sorbono l’acqua in eccesso. Fra le cause di frane e smottamenti vanno ricordati poi fattori come scavi, forti prelievi di terreno o appesantimenti di versanti che possono provocare un’alterazione degli equilibri naturali. Le conseguenze Secondo uno studio dell’Unesco, su 100 persone che perdono la vita a causa di catastrofi naturali 15 sono vittime delle frane. Nel XX secolo ammontarono a quasi 6000 (in media 59 per anno) i morti e i dispersi in seguito a frane in Italia. Nell’arco di soli 50 anni, si sono succeduti ben otto fenomeni franosi,che hanno causato la morte di oltre 2500 persone. L’Italia è al primo posto in Europa e il quarto nel mondo tra i paesi con il maggior numero di dissesti idrogeologici, preceduta solo da Giappone, Cina e paesi Andini. Come prevenire le frane La prevenzione dei fenomeni franosi è naturalmente legata all’individuazione delle cause che sono all’origine di tali fenomeni. Se si tratta di cause naturali, come le piogge prolungate che si abbattono su terreni già fragili, si può intervenire con la costruzione di strutture per drenare l’acqua o di fossi di scolo che allontanino l’acqua dai terreni più instabili. Se invece le cause sono fattori umani, come la combinazione di costruzioni stradali e di rimozione della vegetazione, si può intervenire con misure di compensazione: la creazione di strade a ridosso di pendii deve essere accompagnata dalla costruzione di muri di sostegno lungo il percorso; nel caso di diboscamento è invece necessario piantare nuovi alberi e cespugli, che garantiscano stabilità al terreno. E noi cosa possiamo fare? MISURE DI COMPENSAZIONE L’uomo ha la necessità e il diritto di intervenire sul territorio e di utilizzare le sue risorse. Dovrebbe sempre farlo, però, in modo da garantire questo medesimo diritto alle generazioni future. Nel testo vengono indicati alcuni interventi di “compensazione” per far sì che l’azione dell’uomo, pur modificando l’assetto del territorio, non si traduca in un intervento distruttivo e non rompa gli equilibri ambientali e naturali. Si può fare a patto che... Individuateli e trascriveteli. ...................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................... pendio zona di accumulo Nella foto in alto, il desolante paesaggio di un terreno franato. Sotto, reti di protezione installate su un terreno a rischio di frana, per proteggere dall’eventuale caduta di massi. ...................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................... Provate poi voi, in un confronto guidato dal vostro insegnante, a vedere se riuscite a indicarne altri. UNITÀ DI APPRENDIMENTO La morfologia dell’Europa: le terre 4 Completa il testo, che descrive la mappa riassuntiva dell’unità. FACCIAMO IL PUNTO Il nostro pianeta ha cominciato a formarsi ....... ..... ..... ......................... di anni fa e da allora ha subito profondi e continui cambiamenti fino ad assumere la struttura e l’aspetto attuali. È formato da una serie di strati sovrapposti e concentrici, differenti per ........................, composizione, stato e temperatura; quello più esterno prende il nome di STRUTTURA DELLA TERRA • nucleo • mantello • crosta terrestre .................................. e funge da supporto alla .................... .............................. vera e propria. La crosta terrestre è suddivisa in una ventina di “tessere”, chiamate ..................... o ......................, soggette a continui movimenti che producono modificazioni sia nelle porzioni di crosta terrestre che sono sommerse dai mari e dagli oceani, sia nelle porzioni, più spesse, rappresentate delle terre emerse, cioè i ................................. . LITOSFERA E MOVIMENTI DELLE PLACCHE MODELLAMENTO DELLA CROSTA TERRESTRE (processo esogeno) • sole • vento • gelo • ghiacciai • pioggia • fiumi deriva dei continenti OROGENESI creazione dei rilievi (processo endogeno) Gli spostamenti delle placche o zolle hanno determinato la formazione dei ........................ . L’aspetto della crosta terrestre è dovuto, oltre che ai processi ................................., anche a processi di modellamento esterni (processi ..................................) da parte degli .................... ................................, delle acque e dei ghiacciai. L’insieme di questi processi ha determinato l’aspetto attuale del continente Europa. I rilievi si trovano soprattutto nel ............ e nel ............ del continente e si possono distinguere tre principali raggruppamenti : le ................. ..................... ................................., dove si raggiungono le massime altezze, le meno recenti montagne dell’Europa ........................, con altezze ......................., e, infine, i ..................... ................................. dell’Europa settentrionale. FORMA DELLE TERRE EMERSE altipiani, colline (tettoniche, moreniche), pianure alluvionali Le pianure occupano la fascia ......................... e .............................................; nelle regioni ...................................... gli spazi pianeggianti sono estremamente limitati e si trovano solo lungo le ............... .......................... . Il processo di disgregazione e di erosione delle rocce da parte di ghiacciai, vento, piogge ecc. provoca la formazione degli ................................ . Se l’erosione non spiana il terreno, ma lo arrotonda soltanto, si formano le ....................... . Le pianure ..................................., invece, sono il risultato del deposito del .................................. .......................... . FORMA DELL’EUROPA VERIFICHIAMO LE CONOSCENZE RILIEVI PIANURE E DEPRESSIONI LEZIONE 1 sud SISTEMA ALPINO • Pirenei • Alpi • Appennini • Alpi dinariche • Pindo centro centro • Selva nera • Taunus • Sudeti • Selva boema • Monti metalliferi nord ALPI SCANDINAVE est URALI, RIALTO CENTRALE RUSSO est Come nascono le montagne PIANURE COSTIERE • Pianura padana • Valle del Guadalquivir • Valle dell’Ebro ALTIPIANI CENTRALI • Massiccio centrale francese • Cevenne • Giura • Vosgi 108 • Carpazi • Alpi transilvaniche • Balcani • Caucaso sud LEZIONE 2 La struttura e la forma della terra BASSOPIANO FRANCESE, BASSOPIANO GERMANICO, JUTLAND BASSOPIANO SARMATICO, VALACCHIA, ALFÖLD, DEPRESSIONE CASPICA 1. Vero o falso? Rispondi, dopo aver riletto il testo della lezione. a. La struttura del nostro pianeta prevede diversi strati concentrici, di diversa densità. V F b. La temperatura del pianeta aumenta avvicinandosi al nucleo. V F c. Il mantello è una parte interna solida. V F d. I movimenti del magma nella parte interna del pianeta possono determinare grandi sconvolgimenti sulla superficie terrestre. 2. Completa, inserendo i termini di seguito indicati alla rinfusa (attenzione: non devono essere utilizzati tutti). I rilievi hanno avuto origini diverse. Si sono formati a seguito dello scontro di due placche continentali le seguenti catene europee: ........................ , ......................... , ............................. , .............................. , ............................... Hanno ........................ .................................. molti sistemi V F montuosi dell’estremo oriente; le cordigliere andine sono nate invece in seguito allo sprofondamento della e. L’attuale conformazione della Terra ha finalmente raggiunto un grado di assoluta stabilità. V F f. I continenti attuali potrebbero in futuro modificare la loro forma. V F g. I continenti attuali potrebbero in futuro modificare la loro posizione. V F ...................... sotto la ....................................................... . placca continentale, origine vulcanica, Alpi, Appennini, Kilimangiaro, Carpazi, Balcani, cordigliere, Pirenei, origine antica, placca oceanica, dorsali oceaniche 109