Rilievo dell’architettura. Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative Per una comprensione completa dell’edificio da rilevare, le sezioni ambientali debbono descrivere un intorno sufficientemente significativo, e quindi riportare anche il profilo dei fabbricati limitrofi. L’edificio da rilevare sarà, di regola, rappresentato in prospetto e la linea di terra (la linea di sezione tra il piano del quadro ed il terreno) darà conto dell’andamento altimetrico dei luoghi. Come si vede anche nel caso del rilievo diretto, come in generale nel rilievo strumentale, viene distinta in maniera abbastanza netta la fase del rilievo planimetrico da quella del rilievo altimetrico. Per entrambe le fasi, i metodi sono quelli descritti nel capitolo precedente, ed in particolare per terreni non troppo grandi, sono usate soprattutto rispettivamente la trilaterazione (che in questo caso viene chiamata “trilaterazione esterna”, perchè esterna al fabbricato) e la poligonale chiusa (in particolare quella rettangolare) e per il rilievo altimetrico la coltellazione. Il prelievo delle misure potrà essere effettuato per “misure parziali”, ossia in serie, sopratutto nella trilaterazione, oppure per “misure progressive”, ossia con una origine e un verso positivo, soprattutto nel rilievo per coordinate cartesiane ortogonali. Gli strumenti utili al prelievo delle misure in questa prima fase sono le paline, i longimetri, le fettucce metriche, i triplometri e i doppi metri in legno, il filo a piombo, la livella, la squadra da muratore e per i casi più complessi, lo squadro graduato e la bussola. Alcuni casi notevoli sono costituiti dalle misure di angoli esterni non rettangoli che possano risolti come evidenziato in figura. Avendo costruito le planimetrie si è così venuti a conoscenza del profilo esterno dell’edificio, che a sua volta diviene la traccia per lo schizzo di rilievo del piano terreno. Dato che questo rappresenta l’elemento di maggiore importanza di tutto il rilevo, in quanto è su di esso che si incardina tutto il complesso della rilevazione, questo dovrà essere eseguito con particolare cura. Per quanto riguarda le operazioni di rilievo diretto degli edifici, dopo l’acquisizione di tutti gli elementi generali a cui si accennava ed in particolare di tutte le cartografie disponibili e delle documentazioni catastali, la prima procedura da eseguire è quella della ricognizione. L’edificio e il suo intorno devono essere accuratamente visitati per prendere visione diretta di tutte le sue caratteristiche spaziali e costruttive. Durante questo sopralluogo è opportuno, per i casi più complessi, programmare, e per quelli più semplici eseguire direttamente, una campagna fotografica che comprenda sia foto d’insieme che dei particolari di cui è sempre utile tenere un’apposita registrazione. Esaurita questa fase preliminare inizia la fase “di campagna” del rilievo. Prima di iniziare il prelievo delle misure occorre predisporre un eidotipo, ossia uno schizzo proporzionale completo di dettaglio, eseguito per ogni elaborato planimetrico e altimetrico che si intende poi restituire. Una volta resi geometricamente congruenti tra loro questi elaborati, quando l’intera opera è ormai ben conosciuta si passa a progettare l’intera sequenza delle misure da prelevare. In dettaglio, la sequenza delle operazioni, (abbastanza simile a quella consigliata da Docci e Maestri nel loro “Manuale”) è la seguente: 1. schizzo e progetto di rilevamento della planimetria; 2. prelievo delle misure della planimetria; 3. schizzo e progetto delle sezioni d’ambiente; 4. prelievo delle misure delle sezioni d’ambiente; 5. schizzo e progetto delle misure della pianta del piano terreno; 6. prelievo delle misure del piano terreno; 7. schizzo e progetto delle misure delle piante degli altri piani; 8. prelievo delle misure degli altri piani; 9. schizzo e progetto delle misure della pianta delle coperture; 10. prelievo delle misure della pianta delle coperture; 11. schizzo e progetto di rilevamento delle sezioni; 12. prelievo delle misure delle sezioni; 13. schizzo e progetto di rilevamento dei prospetti; 14. prelievo delle misure dei prospetti; 15. schizzo e progetto del rilevamento dei particolari architettonici; 16. prelievo delle misure dei particolari architettonici; 17. rappresentazione grafica delle piante; 18. rappresentazione grafica delle sezioni; 19. rappresentazione grafica dei prospetti; 20. rappresentazione dei particolari architettonici. Una volta eseguito il disegno del piano terreno, gli altri piani vengono di seguito e conseguentemente, tenendo presente l’ovvia avvertenza della continuità delle murature portanti (che tuttavia possono subire delle diminuzioni di spessore) e della continuità delle scale. Va notato inoltre che particolare importanza riveste la pianta della struttura della copertura perché senza di essa non è possibile redigere correttamente le sezioni. Per il prelievo delle misure ci si serve quasi esclusivamente di longimetri anche se possono essere 41 Rilievo dell’architettura. Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative ancora utili la squadra da muratore, una buona livella e un filo a piombo. Particolare attenzione va rivolta nel concatenare gli ambienti uno all’altro o tra esterno ed interno dell’edificio perché, a volte, l’ipotesi, che sempre va posta in prima istanza, che ciascun tratto di muratura abbia le due pareti costituite da due piani paralleli fra loro può non essere verificata, (soprattutto quando si tratta di ambienti interrati). Perciò può essere opportuno un collegamento tramite allineamenti e coordinate rettangolari o il concatenamento della trilaterazione. Si può adottare questo sistema anche per il rilievo locale delle irregolarità. Lo spessore delle murature viene individuato o per via diretta, quando possibile, o per differenza. La presenza di “ostacoli” permanenti o temporanei può intralciare il regolare prelievo delle misure. In tal caso non resta che procedere anche alla loro rilevazione raffittendo le trilaterazioni. Le sezioni sono degli elaborati del tutto uguali alla piante, soltanto che il “quadro” su cui si disegna “taglia” verticalmente l’edificio anziché orizzontalmente. Le sezioni, “trasversali”, o “longitudinali” che siano, debbono tagliare l’edificio nei suoi punti più significativi e debbono essere configurate nel modo più esplicativo che sia possibile: perciò dovranno attraversare porte, finestre, scale, e non dovranno “mai” tagliare gli elementi longitudinali nel loro sviluppo in lunghezza: travi, pilasti, colonne, catene, murature ecc. saranno perciò rappresentati in “vista”, anche a costo di spostare lievemente il piano di sezione per non doverli sezionare. Generalmente i piani di sezione vengono posti ortogonalmente alle murature perimetrali in modo che, se l’edificio ha forma rettangolare, non si formino vedute di “scorcio”, ma ovviamente ciò non sempre è possibile. E’ possibile, ma non consigliabile, che il piano di sezione non sia continuo, e venga traslato ma non più di una o due volte), per “incontrare” elementi di interesse. Si fa notare che si dovranno disegnare solo le parti che possano essere “materialmente” viste, e quindi non si rappresenteranno le fondazioni, l’interno delle intercapedini inaccessibili, e come già detto, l’interno delle murature e così via. Perciò l’attacco a terra dell’edificio sarà costituito da un’unica linea (grossa) che finisce sia a destra che a sinistra del disegno coincidendo con la superficie del terreno circostante (sezionato). Il progetto del rilievo delle misure è più semplice rispetto a quello delle piante in quanto generalmente la misurazione si effettua per coordinate cartesiane ortogonali (orizzontali e verticali) con quasi esclusivo ricorso a misurazioni parziali e con un’origine o meglio con una quota di riferimento convenzionale (facilmente individuabile tramite un caposaldo) rispetto alla quale misurare tutti i dislivelli. Saranno perciò utili, oltre che longimetri (canne metriche, telescopiche, triplometri con livella e rotella metrica) anche i fili a piombo, le livelle ed anche i semplici livelli ad acqua. Particolare cura andrà posta nelle misurazioni dello spessore dei solai che generalmente avverrà per differenza, nell’individuazione del profilo degli archi e delle volte, che conviene rilevare per ascisse ed ordinate più che per trilaterazione, del profilo esterno del fabbricato che può presentare sporgenze e decorazioni o strapiombi che debbano essere riferite, tramite il filo e il piombo, ad una fondamentale verticale, ed infine nella rilevazione delle scale, di cui andrà misurata ciascun alzata e pedata che saranno numerate progressivamente. I prospetti non differiscono in nulla dalle sezioni se non per la posizione del piano di riferimento che è posto, verticalmente, di fronte al prospetto da rappresentare. Nel caso di terreno in pendenza e in presenza di avancorpi allora conviene traslare il piano di rappresentazione davanti all’avancorpo e proiettare in vista il rimanente terreno di fronte all’edificio. Nel caso di prospetti dall’impronta a terra “rettilinea” non vi sono incertezze: il piano di rappresentazione viene posto parallelamente al prospetto, ma nel caso si tratti di una linea spezzata, si può optare per mantenere un unico piano parallelo alla linea prevalente, e disegnare di “scorcio” le altre parti, o scomporre il prospetto in tanti prospetti separati ma contigui, tutti ribaltati sul piano di rappresentazione. In quest’ultimo caso deve essere chiaramente indicato nel prospetto che si tratta di uno “sviluppo”. La scala della restituzione del rilievo Per quanto riguarda il disegno di rilievo architettonico sarà sostanzialmente la pratica che ci indicherà quale scala adoperare per la rappresentazione: si tratta comunque di seguire un criterio che tenga presente che il disegno deve essere ben chiaro e leggibile per cui, in relazione agli scopi che ci si prefigge, dovremo usare dei rapporti tali da individuare agevolmente tutte le notizie che dovremo comunicare. Va notato comunque che nella progettazione e nel rilievo, la scala 1:500 viene usualmente adoperata per 42 Rilievo dell’architettura. Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative planimetrie d’insieme, mentre per la descrizione dettagliata degli edifici si usa il rapporto 1:200 e 1:100. La scala dei progetti esecutivi è generalmente 1:50 con particolari costruttivi 1:20 e 1:10; scale ancora più grandi vengono usate più raramente per descrizioni di dettagli minuti (quali parti di arredi o infissi o particolari di impianti tecnologici). E’ importante rimarcare che ogni salto di scala comporta un ulteriore approfondimento descrittivo, non già un semplice ingrandimento del disegno. Si potrà ad esempio eseguire la pianta di un appartamento in scala 1:50 quando siamo in possesso di una tale quantità di informazioni che non ci sarebbe possibile trasferirle con chiarezza in scala 1:100, come nel caso in cui si vogliano disegnare non solo le forme e le dimensioni di ciascuna stanza, gli spessori e la qualità delle murature, ma anche le misure e la forma delle finestre e delle porte, i tipi di rivestimento e dei pavimenti, la disposizione e lo schema dei vari impianti ecc.. Se invece conosciamo soltanto la dimensione dei vani la proiezione delle aperture e lo spessore dei muri, sarà sufficiente dare dell’appartamento una rappresentazione in scala 1:200. In questa pagina e alle seguenti, restituzione di rilievi di edifici e/o complessi architettonici 52 43 Rilievo dell’architettura. Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative 53 54 44 Rilievo dell’architettura. 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