07-Il rilievo diretto

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Rilievo dell’architettura. Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici e modalità operative
Il rilievo diretto degli edifici: elementi teorici
e modalità operative
Per una comprensione completa dell’edificio da rilevare,
le sezioni ambientali debbono descrivere un intorno
sufficientemente significativo, e quindi riportare anche
il profilo dei fabbricati limitrofi. L’edificio da rilevare sarà,
di regola, rappresentato in prospetto e la linea di terra
(la linea di sezione tra il piano del quadro ed il terreno)
darà conto dell’andamento altimetrico dei luoghi.
Come si vede anche nel caso del rilievo diretto, come
in generale nel rilievo strumentale, viene distinta in
maniera abbastanza netta la fase del rilievo
planimetrico da quella del rilievo altimetrico. Per
entrambe le fasi, i metodi sono quelli descritti nel
capitolo precedente, ed in particolare per terreni non
troppo grandi, sono usate soprattutto rispettivamente
la trilaterazione (che in questo caso viene chiamata
“trilaterazione esterna”, perchè esterna al fabbricato)
e la poligonale chiusa (in particolare quella rettangolare)
e per il rilievo altimetrico la coltellazione.
Il prelievo delle misure potrà essere effettuato per
“misure parziali”, ossia in serie, sopratutto nella
trilaterazione, oppure per “misure progressive”, ossia
con una origine e un verso positivo, soprattutto nel
rilievo per coordinate cartesiane ortogonali.
Gli strumenti utili al prelievo delle misure in questa prima
fase sono le paline, i longimetri, le fettucce metriche, i
triplometri e i doppi metri in legno, il filo a piombo, la
livella, la squadra da muratore e per i casi più
complessi, lo squadro graduato e la bussola. Alcuni
casi notevoli sono costituiti dalle misure di angoli esterni
non rettangoli che possano risolti come evidenziato in
figura.
Avendo costruito le planimetrie si è così venuti a
conoscenza del profilo esterno dell’edificio, che a sua
volta diviene la traccia per lo schizzo di rilievo del piano
terreno. Dato che questo rappresenta l’elemento di
maggiore importanza di tutto il rilevo, in quanto è su di
esso che si incardina tutto il complesso della
rilevazione, questo dovrà essere eseguito con
particolare cura.
Per quanto riguarda le operazioni di rilievo diretto degli
edifici, dopo l’acquisizione di tutti gli elementi generali
a cui si accennava ed in particolare di tutte le cartografie
disponibili e delle documentazioni catastali, la prima
procedura da eseguire è quella della ricognizione.
L’edificio e il suo intorno devono essere accuratamente
visitati per prendere visione diretta di tutte le sue
caratteristiche spaziali e costruttive. Durante questo
sopralluogo è opportuno, per i casi più complessi,
programmare, e per quelli più semplici eseguire
direttamente, una campagna fotografica che
comprenda sia foto d’insieme che dei particolari di cui
è sempre utile tenere un’apposita registrazione.
Esaurita questa fase preliminare inizia la fase “di
campagna” del rilievo. Prima di iniziare il prelievo delle
misure occorre predisporre un eidotipo, ossia uno
schizzo proporzionale completo di dettaglio, eseguito
per ogni elaborato planimetrico e altimetrico che si
intende poi restituire. Una volta resi geometricamente
congruenti tra loro questi elaborati, quando l’intera
opera è ormai ben conosciuta si passa a progettare
l’intera sequenza delle misure da prelevare.
In dettaglio, la sequenza delle operazioni, (abbastanza
simile a quella consigliata da Docci e Maestri nel loro
“Manuale”) è la seguente:
1. schizzo e progetto di rilevamento della planimetria;
2. prelievo delle misure della planimetria;
3. schizzo e progetto delle sezioni d’ambiente;
4. prelievo delle misure delle sezioni d’ambiente;
5. schizzo e progetto delle misure della pianta del piano
terreno;
6. prelievo delle misure del piano terreno;
7. schizzo e progetto delle misure delle piante degli
altri piani;
8. prelievo delle misure degli altri piani;
9. schizzo e progetto delle misure della pianta delle
coperture;
10. prelievo delle misure della pianta delle coperture;
11. schizzo e progetto di rilevamento delle sezioni;
12. prelievo delle misure delle sezioni;
13. schizzo e progetto di rilevamento dei prospetti;
14. prelievo delle misure dei prospetti;
15. schizzo e progetto del rilevamento dei particolari
architettonici;
16. prelievo delle misure dei particolari architettonici;
17. rappresentazione grafica delle piante;
18. rappresentazione grafica delle sezioni;
19. rappresentazione grafica dei prospetti;
20. rappresentazione dei particolari architettonici.
Una volta eseguito il disegno del piano terreno, gli altri
piani vengono di seguito e conseguentemente, tenendo
presente l’ovvia avvertenza della continuità delle
murature portanti (che tuttavia possono subire delle
diminuzioni di spessore) e della continuità delle scale.
Va notato inoltre che particolare importanza riveste la
pianta della struttura della copertura perché senza di
essa non è possibile redigere correttamente le sezioni.
Per il prelievo delle misure ci si serve quasi
esclusivamente di longimetri anche se possono essere
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ancora utili la squadra da muratore, una buona livella
e un filo a piombo.
Particolare attenzione va rivolta nel concatenare gli
ambienti uno all’altro o tra esterno ed interno dell’edificio
perché, a volte, l’ipotesi, che sempre va posta in prima
istanza, che ciascun tratto di muratura abbia le due
pareti costituite da due piani paralleli fra loro può non
essere verificata, (soprattutto quando si tratta di
ambienti interrati). Perciò può essere opportuno un
collegamento tramite allineamenti e coordinate
rettangolari o il concatenamento della trilaterazione. Si
può adottare questo sistema anche per il rilievo locale
delle irregolarità.
Lo spessore delle murature viene individuato o per via
diretta, quando possibile, o per differenza.
La presenza di “ostacoli” permanenti o temporanei può
intralciare il regolare prelievo delle misure. In tal caso
non resta che procedere anche alla loro rilevazione
raffittendo le trilaterazioni.
Le sezioni sono degli elaborati del tutto uguali alla
piante, soltanto che il “quadro” su cui si disegna “taglia”
verticalmente l’edificio anziché orizzontalmente. Le
sezioni, “trasversali”, o “longitudinali” che siano,
debbono tagliare l’edificio nei suoi punti più significativi
e debbono essere configurate nel modo più esplicativo
che sia possibile: perciò dovranno attraversare porte,
finestre, scale, e non dovranno “mai” tagliare gli
elementi longitudinali nel loro sviluppo in lunghezza:
travi, pilasti, colonne, catene, murature ecc. saranno
perciò rappresentati in “vista”, anche a costo di spostare
lievemente il piano di sezione per non doverli sezionare.
Generalmente i piani di sezione vengono posti
ortogonalmente alle murature perimetrali in modo che,
se l’edificio ha forma rettangolare, non si formino vedute
di “scorcio”, ma ovviamente ciò non sempre è possibile.
E’ possibile, ma non consigliabile, che il piano di
sezione non sia continuo, e venga traslato ma non più
di una o due volte), per “incontrare” elementi di
interesse.
Si fa notare che si dovranno disegnare solo le parti
che possano essere “materialmente” viste, e quindi non
si rappresenteranno le fondazioni, l’interno delle
intercapedini inaccessibili, e come già detto, l’interno
delle murature e così via. Perciò l’attacco a terra
dell’edificio sarà costituito da un’unica linea (grossa)
che finisce sia a destra che a sinistra del disegno
coincidendo con la superficie del terreno circostante
(sezionato).
Il progetto del rilievo delle misure è più semplice rispetto
a quello delle piante in quanto generalmente la
misurazione si effettua per coordinate cartesiane
ortogonali (orizzontali e verticali) con quasi esclusivo
ricorso a misurazioni parziali e con un’origine o meglio
con una quota di riferimento convenzionale (facilmente
individuabile tramite un caposaldo) rispetto alla quale
misurare tutti i dislivelli. Saranno perciò utili, oltre che
longimetri (canne metriche, telescopiche, triplometri
con livella e rotella metrica) anche i fili a piombo, le
livelle ed anche i semplici livelli ad acqua.
Particolare cura andrà posta nelle misurazioni dello
spessore dei solai che generalmente avverrà per
differenza, nell’individuazione del profilo degli archi e
delle volte, che conviene rilevare per ascisse ed
ordinate più che per trilaterazione, del profilo esterno
del fabbricato che può presentare sporgenze e
decorazioni o strapiombi che debbano essere riferite,
tramite il filo e il piombo, ad una fondamentale verticale,
ed infine nella rilevazione delle scale, di cui andrà
misurata ciascun alzata e pedata che saranno
numerate progressivamente.
I prospetti non differiscono in nulla dalle sezioni se non
per la posizione del piano di riferimento che è posto,
verticalmente, di fronte al prospetto da rappresentare.
Nel caso di terreno in pendenza e in presenza di
avancorpi allora conviene traslare il piano di
rappresentazione davanti all’avancorpo e proiettare in
vista il rimanente terreno di fronte all’edificio.
Nel caso di prospetti dall’impronta a terra “rettilinea”
non vi sono incertezze: il piano di rappresentazione
viene posto parallelamente al prospetto, ma nel caso
si tratti di una linea spezzata, si può optare per
mantenere un unico piano parallelo alla linea
prevalente, e disegnare di “scorcio” le altre parti, o
scomporre il prospetto in tanti prospetti separati ma
contigui, tutti ribaltati sul piano di rappresentazione. In
quest’ultimo caso deve essere chiaramente indicato
nel prospetto che si tratta di uno “sviluppo”.
La scala della restituzione del rilievo
Per quanto riguarda il disegno di rilievo architettonico
sarà sostanzialmente la pratica che ci indicherà quale
scala adoperare per la rappresentazione: si tratta
comunque di seguire un criterio che tenga presente che
il disegno deve essere ben chiaro e leggibile per cui, in
relazione agli scopi che ci si prefigge, dovremo usare
dei rapporti tali da individuare agevolmente tutte le
notizie che dovremo comunicare.
Va notato comunque che nella progettazione e nel
rilievo, la scala 1:500 viene usualmente adoperata per
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planimetrie d’insieme, mentre per la descrizione
dettagliata degli edifici si usa il rapporto 1:200 e 1:100.
La scala dei progetti esecutivi è generalmente 1:50 con
particolari costruttivi 1:20 e 1:10; scale ancora più
grandi vengono usate più raramente per descrizioni di
dettagli minuti (quali parti di arredi o infissi o particolari
di impianti tecnologici).
E’ importante rimarcare che ogni salto di scala
comporta un ulteriore approfondimento descrittivo, non
già un semplice ingrandimento del disegno. Si potrà
ad esempio eseguire la pianta di un appartamento in
scala 1:50 quando siamo in possesso di una tale
quantità di informazioni che non ci sarebbe possibile
trasferirle con chiarezza in scala 1:100, come nel caso
in cui si vogliano disegnare non solo le forme e le
dimensioni di ciascuna stanza, gli spessori e la qualità
delle murature, ma anche le misure e la forma delle
finestre e delle porte, i tipi di rivestimento e dei
pavimenti, la disposizione e lo schema dei vari impianti
ecc.. Se invece conosciamo soltanto la dimensione dei
vani la proiezione delle aperture e lo spessore dei muri,
sarà sufficiente dare dell’appartamento una
rappresentazione in scala 1:200.
In questa pagina e alle seguenti, restituzione di rilievi
di edifici e/o complessi architettonici
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