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Drammaturgia musicale
Prof. Emilio Sala
II semestre
Argomento generale del corso: Dalla “mise en scène” ottocentesca alla regìa moderna: problemi
di drammaturgia musicale
È durante il XIX secolo che si afferma la “mise en scène” come settore (parzialmente) autonomo
dell’arte teatrale. Il primo “livret de mise en scène” operistico a stampa venne pubblicato a Parigi
nel 1828. In Italia tali opuscoli, ribattezzati “disposizioni sceniche”, si diffusero nella seconda
metà del secolo su impulso di Giuseppe Verdi. Naturalmente il potenziamento della dimensione
spettacolare porta con sé un enorme sviluppo della musica funzionale alla messinscena. Fino a
Puccini compreso, i compositori d’opera tendono a inglobare lo spettacolo nella loro partitura. Le
cose cambiano con l’avvento della regìa moderna che presuppone l’autonomia estetica dello
spettacolo e la possibilità da parte del regista di una libera ricreazione del progetto originario del
compositore. Com’è noto, in Italia, il teatro di regìa venne applicato all’opera con un certo ritardo
e non senza resistenze. Solo nel secondo dopoguerra con Strehler e Visconti la funzione registica
ottenne diritto di cittadinanza nel teatro lirico. Il corso si occuperà – sia in senso storico (studiando
gli allestimenti del passato), sia in senso teorico (discutendo la drammaturgia dello spettacolo
operistico) – dei problemi connessi alla realizzazione scenica di un’opera tenendo soprattutto
presente il punto di vista della musica.
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I modulo: Drammaturgia musicale e storia dell’opera
II modulo: Nascita e sviluppi della “mise en scène”
III modulo: L’avvento della regìa moderna
Programma
Le indicazioni bibliografiche che seguono integrano gli appunti delle lezioni che vanno dunque intesi come parte
integrante del programma. Gli studenti non frequentanti sostituiranno gli appunti con le aggiunte bibliografiche che si
trovano alla fine di ogni modulo. Per i testi preceduti da un asterisco, in questo momento fuori commercio, rivolgersi
alla Segreteria didattica del Dipartimento – Karakorum 5° piano: Patrizia Bigliotto.
Per il primo modulo:
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*Emilio Sala, Dalla “mise en scène” ottocentesca alla regìa moderna: problemi di
drammaturgia musicale [dispensa che inquadra storicamente e metodologicamente tutto il
corso].
*Carl Dahlhaus, Le strutture temporali nel teatro d’opera, in La drammaturgia musicale, a
cura di Lorenzo Bianconi, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 183-193.
Integrazioni per i non frequentanti:
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Lorenzo Bianconi, Il teatro d'opera in Italia. Geografia, caratteri, storia, Bologna, Il
Mulino, 1993.
Carl Dahlhaus, Drammaturgia dell’opera italiana, Torino, EDT, 2005 (collana Risonanze).
Per il secondo modulo:
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*David Rosen, La mess’ in scena delle opere di Verdi. Introduzione alle “disposizioni
sceniche” Ricordi, in La drammaturgia musicale cit., pp. 209-222.
Gerardo Guccini, Verdi regista: una drammaturgia fra scrittura e azione, in Enciclopedia
della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, 10 voll., Torino, Einaudi, 2004, II, pp. 937950.
Per un esempio di “disposizione scenica” ottocentesca, studiare la seguente (naturalmente
ascoltando l’opera col libretto e – solo per gli iscritti al curriculum musicologico – con lo spartito o
la partitura):
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*Disposizione scenica per l’opera “Aida”, versi di A. Ghislanzoni, musica di G. Verdi,
compilata e regolata secondo la messa in scena del Teatro alla Scala da Giulio Ricordi,
Milano, Ricordi, [1872]
Integrazioni per i non frequentanti:
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Gerardo Guccini, Direzione scenica e regìa, in Storia dell’opera italiana, a cura di Lorenzo
Bianconi e Giorgio Pestelli, Torino, EDT, 1988, vol. 5 (La spettacolarità), pp. 123-174.
Per il terzo modulo:
L’opera di riferimento per il modulo dedicato alla regìa moderna sarà la Traviata di Giuseppe Verdi
di cui verranno analizzati alcuni allestimenti degli ultimi decenni (da Visconti a Zeffirelli, da
Mussbach a Carsen). Tutti gli studenti dovranno dunque ascoltare con attenzione tale opera col
libretto e – gli iscritti al curriculum musicologico – con la partitura. Inoltre bisognerà studiare il
seguente libro:
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Emilio Sala, Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella “Traviata”, Torino, EDT, 2008.
Integrazioni per i non frequentanti:
Chi non ha seguito le lezioni, dovrà studiare tre allestimenti contemporanei della Traviata (tutti in
DVD): Franco Zeffirelli (con Stefania Bonfadelli, ed. TDK), Peter Mussbach (con Mireille Delunsch,
ed. Bel Air) e Robert Carsen (con Patrizia Ciofi, ed. TDK). Tali DVD, comunque in commercio, si
trovano anche in mediateca. Oltre a ciò, i non frequentanti dovranno studiare il seguente saggio:
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Fabrizio Della Seta, “La traviata”, dal dramma alla musica, nel programma di sala del
Teatro La Fenice di Venezia (stagione 2004-2005), pp. 9-30, scaricabile dal seguente sito:
http://www.teatrolafenice.it/public/libretti/66_8929traviata_inaugura_gv.pdf
Terzo modulo (opzionale) per studenti di cinema non frequentanti:
Gli studenti di cinema non frequentanti possono sostituire il terzo modulo (L’avvento della regìa moderna) con il
programma seguente dedicato alla trasposizione cinematografica dell’opera lirica.
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*«Quaderni dell’I.R.TE.M.» nn. 5-6, 1987-1988, intitolati rispettivamente L’opera in film e
Opera e cinema. Questi due fascicoli vanno studiati integralmente, ma facendo particolare
attenzione alle parti che riguardano il Don Giovanni di Losey e La traviata di Zeffirelli.
Naturalmente, oltre alla visione (e all’ascolto) dei due film appena citati, gli studenti
dovranno anche ascoltare, col libretto, le due opere – il Don Giovanni di Mozart e La
traviata di Verdi – da cui Losey e Zeffirelli hanno tratto i loro lavori cinematografici.
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