Psicologi che fronteggiano la crisi: nuovi setting e nuove formule di Rosella De Leonibus “Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere un grande bene per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. … La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le grandi strategie. … Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo bonaccia. … l’unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.” Albert Einstein, 1935 Contratti che non vengono rinnovati, agende vuote di appuntamenti, incarichi di supervisione e corsi di formazione che saltano per mancanza di finanziamenti… la crisi morde duro la nostra professione di psicologi e taglia i nostri redditi. Più ancora rischia di tagliare le nostre prospettive professionali e la fiducia nell’investire sulle possibilità future. Ma come facciamo ogni giorno con i nostri pazienti, anche noi possiamo sviluppare un atteggiamento che ci permetta di far fronte alla crisi. In epoca di crisi, la psicologia ha l’occasione di interrogarsi sulla possibilità di proporsi come risorsa. Risorsa preziosa, anche in una fase storica di decurtazione dei redditi delle famiglie, anche e soprattutto in un momento di cambiamento così complesso e articolato all'interno dei sistemi sanitari e delle normative che riguardano la salute. Stakeholder della psicologia Questo è un grande momento di cambiamento e come tale chiede a tutti noi l’attivazione delle nostre risorse. Innanzitutto è indispensabile una grande presenza sul piano dello sviluppo della cultura psicologica. Questo sviluppo costruisce la possibilità per gli psicologi di diventare stakeholder. Se non si è stakeholder non si è inclusi nelle progettazioni istituzionali, poiché in tali progetti sono presenti le categorie che sono portatrici di interessi. E allora qual è la posizione di stakeholder possibile per lo psicologo? Noi immaginiamo che possa essere lo stakeholder del benessere psicologico. In epoca di crisi, la posizione dello psicologo può essere quella di facilitatore nel rapporto tra il cittadino e la sua condizione di disease, cioè di disagio non necessariamente patologico. Quella di disease è una condizione complementare a quella di illness, cioè di vera e propria patologia. Sono le due angolature secondo cui possiamo approcciare la condizione di malattia, come ci insegna la cultura anglosassone. Nuovi setting Altra possibilità che si apre, in relazione alla decurtazione dei servizi pubblici e all’abbassamento dei livelli di reddito delle famiglie, è il setting diffuso. In alcune regioni si stanno attivando nuove forme di servizi psicologici, molto vicini alla popolazione, di facile accesso sul territorio. “Consultazioni di prossimità”, possiamo chiamarle così, per diventare, come psicologi, interlocutori del benessere psichico delle persone. E’ giunto il momento poi di proporre con più convinzione nuove formule di lavoro, accanto e anche in luogo della formula di lavoro individuale: molte forme di disease, ma anche parecchie forme di illness, traggono notevole beneficio dal lavoro di gruppo. In epoche di riduzione delle risorse economiche dei cittadini, e di fronte a un’offerta di servizi pubblici sempre più ristretta e più concentrata sulle situazioni gravi, c’è spazio per noi psicologi per creare formule di lavoro in grande gruppo, fino a poter pensare a setting di comunità con bisogni omogenei. Accanto a questo, possiamo recuperare la nostra funzione di facilitatori o di supervisori per i gruppi di selfhelp, e anche proporre e costituire gruppi che possano sostenere le persone nei passaggi del ciclo di vita. Possiamo proporre e condurre gruppi di educazione alla salute psicologica in tutte le diverse dimensioni in cui si esprime lo psichismo: dalla dimensione corporea – è stato rilevato da molti studi negli ultimi anni un aumento notevole delle somatizzazioni –, poi c’è ancora il campo della cronicità, sia nell’ambito psicopatologico che nell’ambito delle malattie somatiche. C’è poi l’educazione alla salute, fino ad arrivare a dimensioni più prettamente “mentali” – i disturbi della memoria, i disturbi dell’ apprendimento, la gestione delle emozioni –, e alle dimensioni relazionali – coppia, genitorialità, elaborazione del lutto –, per finire con le dimensioni di appartenenza e di collocazione nella comunità sociale – scuola, lavoro, aggregazioni del tempo libero. Questi ambiti di lavoro, attraverso nuove forme di setting e nuove forme di collaborazione professionale, possono essere i campi nei quali la psicologia si propone come risorsa viva. Sostenere l’idea di futuro Inoltre, nell’attuale contesto socio-culturale, ci preme sottolineare ancora quanto è importante fare cultura su alcuni aspetti precipui della psicologia. In frangenti storici che evidenziano crisi dell’identità, identità liquide di difficile costruzione e fragile tenuta, la psicologia è risorsa preziosa nella ricognizione narrativa della propria storia. E ancor più preziosa risorsa è la psicologia nella ricomposizione della progettualità per il futuro a vantaggio di tutte le persone che attraversano condizioni di perdita del lavoro o di buio sulle possibilità di collocazione professionale. Le questioni focali sulle quali collocare oggi l'attenzione allo sviluppo professionale come psicologi sono oggi queste: - farsi interlocutori attivi rispetto alle altre professioni e alle istituzioni pubbliche, creare linguaggi-ponte con altre discipline, con altre forme di intervento professionale nel campo della salute, sviluppare e promuovere nuovi setting, - e, soprattutto, costruire sinergie tra colleghi, lavorare insieme, coordinarsi e condividere progetti e iniziative, sia tra psicologi che appartengono alla stessa area, sia tra psicologi che possiedono diverse specializzazioni. Allora, possiamo cominciare a costruire queste nuove occasioni e possibilità. Ci sono le parole per costruirle: c'è la resilienza, c’è l’ empowerment, c’è la capacità di fronteggiamento, da parte nostra, soprattutto, per superare il difficile passaggio della crisi, poi c'è il nostro focus sul benessere globale del cittadino e della comunità. All’interno di queste sinergie, cooperando tra colleghi e proponendo anche alle altre professioni forme di collaborazione dinamica, come psicologi possiamo offrire l’apporto di una disciplina che, in questo momento storico e in queste contingenze economiche, è più che mai preziosa risorsa di salute.