UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria Corso di Gestione dell’Informazione Aziendale prof. Paolo Aymon Information Management GIA-L02 seconda parte Information Management UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria Corso di Gestione dell’Informazione Aziendale prof. Paolo Aymon INFORMATION MANAGEMENT (Information Management, SCM, CRM) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 2 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Sommario della lezione • Integrazione dell’Informazione Aziendale, governo della Supply Chain e creazione del valore per il Cliente – Governo della Supply Chain - Supply Chain Management – Creazione del valore per il Cliente – Customer Relationship Management AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 3 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • L’impresa, attraverso la realizzazione e la vendita del prodotto o servizio, soddisfa i bisogni del mercato. Ogni impresa per realizzare tale obiettivo deve essere approvvigionarsi di ciò che serve, nei tempi e nelle quantità e qualità corrette minimizzando i costi. • Le imprese industriali (manifatturiere) devono ottimizzare il ciclo di approvvigionamento relativamente alla catena dei fornitori di materie prime e di semilavorati, ottimizzare le giacenze i nterne dei magazzini di materia prima, semilavorati e prodotti finiti, ottimizzare i tempi di risposta delle pianificazioni, delle programmazioni e delle consegne al cliente. FORNIT ORE T approvvigionamento T attraversamento IMPRE SA MERCATO AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 4 T consegna Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM La necessità di gestire il rapporto cliente fornitore ha dato origine alla SCM (Supply Chain Management). SCM: GESTIONE DELLE ATTIVITA’ CHE SOTTENDONO AI PROCESSI SVOLTI LUNGO LA FILIERA COINVOLGENDO I VARI SOGGETTI (FLUSSI FISICI DI MATERIALE E LOGICI DI INFORMAZIONI) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 5 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM FLUSSO MONETARIO CONTRACT DESIGN IMPRESA CONTRACT MAN. DISTRIBUTORS FLUSSO FISICO SUPPLIERS WHOLESALERS RETAILS CUSTOMER FLUSSO INFORMAZIONI Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 6 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM La Supply Chain risponde alle esigenze del mercato: – Il prodotto diventa un mix di servizio/prodotto/qualità/costo (valore aggiunto percepito dal cliente) – Differenziazione e customizzazione dei prodotti – Incertezza nelle previsioni attraverso: – Flessibilità e Velocità di risposta (time to market) – Integrazione tra le attività – Collaborazione e coordinamento delle parti – Gestione dei dati e delle informazioni interne ed esterne – Ridisegno dei processi di approvvigionamento trasformazione – Investimenti in tecnologia AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 7 e Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria di Information Management – SCM • Modelli di catena di fornitura – Modello base • L’obiettivo è quello di far giungere al cliente finale il prodotto ai minor costi possibili. Non c’è integrazione tra i soggetti. – Modello delle relazioni intelligenti • I soggetti sono gli stessi ma differenti sono le relazioni intercorrono; produttore e intermediario sono interessati alla riduzione dei costi. AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 8 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM FLUSSO MONETARIO O IV T A M R FO IN SO S U FL IMPRESA PRODUTTRICE F FO LU R SS M O AT IV O FLUSSO FISICO IN FLUSSO MONETARIO FLUSSO FISICO INTERMEDIARIO FL US SO FLUSSO FISICO IN FO R M AT IV O FORNITORI FLUSSO MONETARIO CLIENTI Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 9 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Modello dell’impresa dominante • In questo modello l’impresa controlla e domina tutta la catena di fornitura in sintonia sia con i propri fornitori che con i clienti con i quali ha rapporti diretti. FLUSSO MONETARIO IMPRESA PRODUTTRICE FLUSSO MONETARIO FLUSSO FISICO FLUSSO FISICO FORNITORI CLIENTI Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 10 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Modello partnership • In questo modello si concretizza supply chain ideale. Sia i fornitori che l’impresa hanno un unico comune obiettivo: competere con un’altra supply competitor. All’interno della supply si fanno pianificazioni comuni rafforzando i singoli elementi e rafforzando, di fatto, l’intera catena da essi formata. FLUSSO MONETARIO IMPRESA PRODUTTRICE FLUSSO MONETARIO FLUSSO FISICO FLUSSO FISICO FORNITORI INTERMEDIARIO FLUSSO FISICO FLUSSO MONETARIO CLIENTI Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 11 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM vendite vendite Produzione Mktg Logistica Amministrazione acquisti Modello partnership Lo si realizza passando da un’unica interazione tra le imprese, svolta tra acquisitore e fornitore, ad una interazione tra più interfacce che consente di interagire a diverse funzioni del cliente e del fornitore (farfalla diamante) Filtro Informativo Produzione Mktg Logistica Amministrazione Condivisione Informazioni Produzione Mktg Logistica Amministrazione Fonte Supply Chain Management AA 2010 / 2011 Produzione Mktg Logistica Amministrazione Cooper GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 12 acquisti La,bert Pagh Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain Frn I liv Frn II liv Cl I liv Cl II liv Impresa Logistica Gestione materiali Logistica integrata Gestione fornitori Network a monte Fonte Supply Chain Management AA 2010 / 2011 Distribuzione GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 13 Network a valle Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain La Supply Chain è intesa come insieme di strumenti e processi trasversali all’organizzazione che si adopera per centrare l’obiettivo inteso come riduzione scorte ed ottimizzazione dei costi e delle risorse coinvolte • Modello Slack – Come integrazione tra l’area approvvigionamento e l’area logistica – Due prospettive • A monte integrazione con i fornitori (approvvigionamento e ciclo passivo) • A valle integrazione del sistema logistico (produzione, distribuzione, flussi informativi, trasporti, ciclo attivo) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 14 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain • Modello Stevens – Percorso evolutivo all’interno dell’impresa (e di una rete di imprese) che, a partire da entità autonome (commerciali, acquisti, produzione), conduce ad una integrazione intra-aziendale ed interaziendale • Modello Cooper – Individuazione dei processi coinvolti (business processes, management components, supply chain structure) • Relazione con il cliente • Servizio ai clienti • Gestione della domanda • Evasione dell’ordine • Flusso produttivo • Approvvigionamento • Sviluppo prodotto • Logistica inversa AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 15 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain (Slack) Frn I livello Frn II livello Clienti I livello Clienti II livello IMPRESA Fonte: Supply Chain Management AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 16 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain (Stevens) Fornitori Acquisti Fornitori Acquisti Fornitori Acquisti Produzione Produzione Produzione Vendite Vendite Vendite Clienti Indipendenza Clienti Integrazione int. Clienti Integrazione SC Fonte: Supply Chain Management AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 17 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain (Cooper) flusso delle informazioni FRN I LIV. FRN II LIV. ACQ MAT PROD DISTR MKT CLIENTI END USER CRM - GESTIONE RELAZIONE CON IL CLIENTE CUSTOMER SERVICE DEMAND EVASIONE ORDINI FLUSSO PRODUTTIVO APPROVVIGIONAMENTO SVILUPPO PRODOTTO LOGISTICA INVERSA flusso dei prodotti Fonte: Supply Chain Management AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 18 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Modelli per processi della Supply Chain (Cooper) • Management components (leve d’azione per modificare i processi e la struttura del supply network) – – – – – – – – – Pianificazione e controllo delle attività Organizzazione delle attività/risorse Struttura delle unità operative Flussi dei materiali e dei prodotti Sistema Informativo Ingegnerizzazione di prodotto Sistemi di controllo (manageriale e direzionale) Incentivazione (MBO) Cultura d’impresa Struttura del supply network AA 2010 / 2011 Management components Business process GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 19 Prestazioni Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • L’organizzazione, la gestione e l’integrazione dei flussi delle informazioni della Supply Chain rispondono alle esigenze di : – Razionalizzazione dei processi – Miglioramento della soddisfazione del cliente (riduzione del time to market, consegna in tempi ridotti, riduzione del prezzo di vendita, recupero dei costi aumento del valore del prodotto/servizio) – Riduzione del livello delle scorte – Riduzione dei costi di produzione – Riduzione dei costi di distribuzione AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 20 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Ottimizzazione della Supply – Integrazione (supply network clienti fornitori) – Flessibilità (per rispondere alla variabilità del mercato) – Dinamicità (evoluzione nel tempo delle dinamiche di mercato e relazionali) Value Stream Customer End User AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 21 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Integrazione. La Supply Chain va intesa come insieme di informazioni e strumenti mirati a integrare in modo efficiente la filiera produttiva per migliorare il livello di servizio (produrre le quantità giuste, ove occorre, al momento giusto e al costo giusto attraverso il controllo dei fattori tempo, qualità e costo). Centralità dei dati. • Flessibilità. La determinazione di un’unica strategia (minimizzare i costi massimizzando il servizio) diventa complessa nello scenario variabile del mercato della concorrenza (politica dei prezzi, trend fluttuazioni stagionali, pubblicità). L’aumento della flessibilità aumenta la complessità della catena. AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 22 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Dinamicità. Dal modello fordiano di fabbrica integrata al modello di fabbrica delocalizzata (outsourcing). La Supply Chain è in continuo adattamento tra la domanda e la capability produttiva con nuova concezione della gestione scorte (Bullwip Effect o Forrester Effect). – – – – – – – Punto di riordino (look back) Lotto ordinabile (lotto economico,minimo ordinabile) Gestione safety stock Lead time (approvvigionamento e trasformazione) Fluttuazione dei prezzi Previsionali (LT><p) (look ahead) Decentralità e Centralità delle informazioni AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 23 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Coordinamento del flusso informativo e dei materiali esteso all’intero supply network secondo il principio di integrazione Una corretta gestione del flusso dei materiali lungo la catena deve tener conto del corretto flusso delle informazioni evitando oscillazioni ed amplifacazioni tra gli attori della supply (effetto Forrester) L’effetto Forrester è frutto sia di errori di comunicazione che della volontà di ogni attore della supply di ottimizzare il proprio network immediato e i propri processi inter aziendali 700 600 500 ORDINI FABBRICA DISTRIBUTORE 400 GROSSISTA 300 DETTAGLIO CLIENTE 200 100 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 SETTIMANE AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 24 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Fornitore Produzione 100 Sorte Si = 100 Sf = 100 Produttore Produzione Sf - Si + D 100 Grossista Sorte Si = 100 Sf = 100 Acquisti 100 Scorte Si = 100 Sf = 100 Dettaglio Acquisti Sf - Si + D 100 Periodo Scorte Si = 100 Sf = 100 Domanda Periodo 1 100 Periodo 2 20 Si = 100 Sf = 60 60 Si = 100 Sf = 80 80 Si = 100 Sf = 90 90 95 Si = 100 Sf = 95 Periodo 3 180 Si = 60 Sf = 120 120 Si = 80 Sf = 100 100 Si = 90 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 Periodo 4 60 Si = 120 Sf = 90 90 Si = 100 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 Periodo 5 100 Si = 90 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 95 Si = 95 Sf = 95 Periodo 6 95 Si = 95 Sf = 95 AA 2010 / 2011 95 Si = 95 Sf = 95 95 Si = 95 Sf = 95 95 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 25 Si = 95 Sf = 95 95 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM 200 180 160 140 120 Fornitore 100 Produttiore Grossista Dettaglio 80 60 40 20 0 Periodo 1 AA 2010 / 2011 Periodo 2 Periodo 3 Periodo 4 Periodo 5 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 26 Periodo 6 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM L’effetto Forrester è quindi funzione delle oscillazioni delle amplificazioni nella gestione dei fabbisogni e dello sfasamento temporale nella gestione degli ordini a monte e a valle. Da qui la condivisione delle informazioni e l’allineamento dei canali Visione globale e condivisione delle informazioni lungo tutta la catena, sono aspetti essenziali per l’ottimizzazione del flusso dei materiali I sistemi informativi giocano un ruolo fondamentale rendendo disponibili a tutti gli attori i dati di sell-in (vendite del cliente immediato) e di sell-out (domanda del mercato finale) (DRP, MRPII, ERP) Coordinamento all’interno di tutta la supply chain per i piani di produzione, movimentazione dei materiali, gestione delle scorte e strategie commerciali. (VMI, CPFR) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 27 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Fattori determinanti l’effetto Forrester: (Hau lee 1992) Mancanza di coordinamento del flusso delle informazioni tra gli elementi del network Mancanza o insufficienti indicatori delle prestazioni (rottura di stock / scorte) Aggiornamento delle previsioni riparametrizzato e scorte conseguenti) della domanda (storico Ordini per accorpamento dei lotti (informazione disotrta del sell-out) Fluttuazione dei prezzi (acquisti in momenti favorevoli di mercato ma non coerenti con i fabbisogni) Politiche commerciali di sell-out promozionali Sbilanciamento domanda / offerta (amplificazione degli ordini per assicurarsi il prodotto) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 28 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Le tecniche di gestione: VMI (vendor managed inventory) il fornitore gestisce il magazzino del cliente decidendo il livello di scorte per garantire il servizio CPFR (collaborative planning, forecasting and replenishment) collaborazione all’interno del network nella gestione delle previsioni, dei piani di vendita, dei piani di produzione e di spedizione Look Back (tecniche reattive) definizione del lotto economico (LE) di acquisto (quanto?) e del punto di riordino (quando?) con la determinazione delle scorte di sicurezza (safety stock) costo di mantenimento scorte e livello massimo delle scorte) Look Ahead (tecniche proattive) definizione dei piani aggregati e tecniche di approvvigionamento (MRP, MRPII e DRP) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 29 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Mappatura del supply network: – Flow mapping • Configurazione dei flussi materiali e informazioni all’interno della supply chain • Flow chart degli eventi – Pipeline mapping • Definizione lunghezza (∑ tempi attraversamento) e volume della supply chain (∑ tempi di attraversamento e tempi giacenza) • Definizione dei tempi e dei costi associati alla supply • Identificazione dei colli di bottiglia AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 30 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • La Supply Chain viene intesa come insieme di strumenti e processi trasversali all’organizzazione che si adopera per centrare l’obiettivo considerando i vincoli, attraverso: – Gestione ordini (in relazione al budget commerciale definisce i processi di accettazione ordine) – Pianificazione (materiale e risorse) (è la componente più strategica del SCM) Supply Chain Planning SCP – Acquisizione materiali (selezione fornitori, che comprende politiche dei prezzi, consegne, vendor rating e definisce i processi logistici) – Programmazione (che traduce la pianificazione ordini in programmazione di fabbrica) – Produzione (fase produttiva che definisce gli standard di qualità e di controllo definendo le specifiche di processo e di prodotto) Supply Chain Execution SCE – Consegne (comprende l’aspetto logistico della fornitura e la gestione dei magazzini) – Gestione resi (gestione reclami e feedback sui processi) AA 2010 / 2011 – GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 31 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Pianificazione Prg. Pianif. Mat Program. Contr. Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 TEMPO GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 32 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Supply Chain Planning SCP – – – – Pianificazione della Supply Progettazione ed industrializzazione Pianificazione materiali e capacità produttiva Programmazione operativa e controllo della produzione • Con la pianificazione della Supply Chain si definiscono gli elementi fondamentali della produzione e della catena di fornitura. • Definizione del layout • Definizione dei magazzini • Selezione dei partner • Pianificazione degli investimenti necessari per il sistema informativo integrato • Nella progettazione e l’industrializzazione del prodotto (il prodotto non è ancora realizzato e commercializzato) la collaborazione ed il coinvolgimento dei fornitori è determinante nella riduzione del time-to-market (co-desing di prodotto e di processo). AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 33 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Supply Chain Planning SCP • La pianificazione dei materiali e delle capacità produttive è la previsione dei materiali necessari alla produzione e la previsione delle risorse necessarie (impianti e risorse umane). • La pianificazione dei materiali diventa determinante per le imprese che lavorano a Make to Stock (MTS), queste imprese non possono attendere l’ordine del cliente per attivare la produzione. • Per le imprese Make to Order (MTO) il processo produttivo viene attivato in seguito all’ordine del cliente. In questa categoria rientrano le imprese che lavorano su commessa assemblando sull’ordine (Make to Assemble). • Per prevedere il fabbisogno di risorse l’impresa deve innanzitutto partire dalla previsione della domanda del prodotto finito da parte dei clienti e a ritroso giungere alla previsione della domanda delle materiale prime e di servizi da richiedere ai fornitori (MRP, MRPII, ERP). AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 34 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Variety tunnel – Individuazione dei punti critici della supply chain in cui la varietà diventa fattore dominante – Implicazione di analisi di standardizzazione/postponement (differimento strategico) che mantenga le specifiche di prodotto le più generiche possibili rimandando la personalizzazione alle ultime fasi operative – Punto di disaccoppiamento: Pd = Tp/TD FRN PRO CLI BTO MTO ATO MTS STS AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 35 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Supply Chain Planning SCP (le fasi) piano commerciale (PO) • attraverso il piano commerciale si individua la domanda. La previsione della domanda consente all’impresa di pianificare i fabbisogni e le risorse, tramite il piano aggregato di produzione. Orizzonte temporale di medio/lungo periodo PIANO DELLA DOMANDA AA 2010 / 2011 PREVISIONE DOMANDA DI FAMIGLIE DI PRODOTTI (MEDIO LUNGO TERMINE) COINVOLGIMENTO COMMERCIALE, LOGISTICA, PRODUZIONE GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 36 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM piano aggregato di produzione (PdP) • la previsione della domanda del piano della domanda deve essere trasformata nella pianificazione della produzione attraverso il piano aggregato di produzione (PdP). Non vengono considerati i singoli ma famiglie di prodotti con orizzonte temporale di lungo periodo. PIANO AGGREGATO AA 2010 / 2011 PREVISIONE PRODUZIONE DI FAMIGLIE DI PRODOTTI (MEDIO LUNGO TERMINE) FATTIBILITA' RISORSE E CAPACITA' GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 37 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM piano principale di produzione (MPS) • Con il piano principale di produzione MPS, l’impresa programma la produzione con il lancio degli ordini interni pianificati. MPS è su medio periodo e fa riferimento ai singoli prodotti. PIANO PRINCIPALE DI PRODUZIONE AA 2010 / 2011 PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE DI PRODOTTI (MEDIO TERMINE) PROGRAMMAZIONE RISORSE E CAPACITA' GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 38 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM pianificazione del fabbisogno di materiale (MRP) e pianificazione del fabbisogno di capacità produttive (CRP) • dopo il PO, PdP e il MPS l’impresa determina il fabbisogno specifico delle materie prime, dei componenti e degli assiemi. (fabb. lordo, fabb. netto, piano ordini) PIANIFICAZIONE DEI FABBISOGNI MATERIALI E CAPACITA' AA 2010 / 2011 FABBISOGNO DEI MATERIALI ESPLOSIONE DISTINTE BASE (MEDIO TERMINE) VERIFICA DISPONIBILITA' CAPACITA' GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 39 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM Supply Chain Execution SCE La programmazione operativa traduce in programmi operativi le pianificazioni a medio/lungo termine. L’obiettivo è il monitoraggio dell’assemblaggio, dell’avanzamento della produzione e dell’acquisizione dei materiali facendo fronte a tutti gli imprevisti interni ed esterni. SUPPLY CHAIN EXECUTION GESTIONE DEI PF magazzini PF GESTIONE DELLA PRODUZIONE ESECUZIONE DEGLI ORDINI programmazione della produzione gestione magazzini e stock calcolo costi comemssa (materiali e risorse) generazione della picking list GESTIONE TRASPORTI gestione trasporti traking e tracing gestione ordini interni tenendo conto delle scorte, della capacità produttiva, dei piani di produzione verifica disponibilità materiali gestione dei fornitori di semilavorati AA 2010 / 2011 generazione documenti di trasporto gestione logistica GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 40 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM LUNGO PERIODO Piano strategico commerciale Gestione delle risorse (impianti, materiali, capacità) Gestione tipo ordini (PV, AE, OC) MEDIO PERIODO Piano strategico di produzione Piano aggregato Piano principale BREVE PERIODO Pianificazione dei materiali Schedulazione lavorazioni MATERIALI AA 2010 / 2011 Pianificazione delle capacità Schedulazione capacità CAPACITA' PRODUTTIVE GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 41 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • Aspetti conflittuali di una SCM: – Flessibilità della domanda Rigidità dell’offerta – Volumi di produzioni Controllo dei magazzini – Livello di magazzino Costi di trasporto Mercato Competitività • Tecnologia e cicli di vita breve dei • Varianti e mix di prodotto prodotti • Customizzazione • Adattamento progetto/prodotto/processo • Variazione veloce del portafoglio • Adattamento offerta processi produttivi (bullwip effect) • Incertezza e mancanza di forecast AA 2010 / 2011 • Servizio (tempo, costo, qualità) GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 42 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM • SCM significa: – Comunicare a tutti i livelli dell’organizzazione e tra i vari partners della filiera – Organizzare i dati (corretti, oggettivi e tempestivi) – Gestire l’informazione dai dati all’informazione, dall’informazione al controllo – Integrazione le organizzazioni non hanno scelta e sono costrette ad integrare sempre di più le parti della filiera, lo strumento aggregante è un sistema informativo condiviso e standardizzato su cui basare le informazioni. – Individuare i canali adeguati per la connessione tra le informazioni a monte (business partner) e a valle (clienti). “GARBAGE IN GARBAGE OUT”. – Passare dalle funzioni ai processi organizzare per processi, coordinare le risorse, gestire i flussi (lean manufactuting, real time enterprise) AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 43 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – SCM – Produzione globale plant produttivi dislocati geograficamente che servono network di punti di stoccaggio (multistabilimento, produzione vicino ai clienti) – Controllo dei magazzini per prevenire la domanda la storicità dei dati per poter organizzare le scorte, mancanza di forecast – Impatto dei risultati ogni parte della catena deve considerare l’impatto sull’intera filiera stabilendo le regole di controllo (es: contratto di fornitura tra acquisitore e fornitore) – Strategie dei magazzini magazzini centrali che raccolgono le forniture (es. organizzazione della grande distribuzione) – Make or buy la supply non solo è coordinamento delle varie parti che la compongono ma è anche strategia di attività outsourcing. – Creare valore percepito dal cliente che lo riconosce al prodotto/servizio che la filiera è in grado di offrire. AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 44 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • Obiettivo primario di una impresa è creare profitto soddisfacendo i bisogni del mercato. Soddisfare i bisogni del mercato significa creare una rete di informazioni e di contatti con i propri clienti per percepire per tempo le necessità adattandosi ed implementando risposte rapide. Ciò deve avvenire salvaguardando la redditività dell’impresa. • L’avvento delle tecnologie ha avuto forti impatti sulle caratteristiche della domanda e le imprese si trovano a soddisfare desideri dei clienti – sempre meno definiti e pianificabili – con modelli di soddisfazione non chiari – con esigenze che mutano velocemente AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 45 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • La tecnologia ha cambiato le regole della competitività – Velocità e flessibilità delle strutture decisionali ed operative – Interconnessione tra l’impresa ed il mercato, all’interno dell’impresa e tra imprese diverse – Limiti geografici annullati – Accesso ad un maggior numero di informazioni e quindi maggiori alternative possibili (cliente /fornitore) – Maggiori opzioni e alternative di acquisto riducono la fidelizzazione del cliente – Maggior disponibilità di informazioni aumenta le attese del mercato AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 46 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • Gestione integrata di tutti i processi aziendali che coinvolgono il cliente (marketing, sales, order desk e after sales). Il processo di integrazione riguarda le funzioni di back-office (contabilità, acquisti, produzione e logistica) e le funzioni front-office come marketing, vendite e after sales. • Il CRM è strategia di business finalizzata ad ottimizzare la redditività e la soddisfazione del cliente gestendo le relazioni tra differenti aspetti – Strategie • Valutare le strategie d’impresa per raggiungere gli obiettivi in relazione alla pianificazione strategica decisa – Processi • Analisi dei processi interni coinvolti nella gestione del cliente – Operatività • Operazioni quotidiane per attuare le strategie – Competenze • Competenze interne e dei clienti – Tecnologie • Strumenti per implementare metodologie CRM AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 47 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • L’obiettivo primario dell’approccio CRM è rappresentato dalla creazione del valore per l’impresa ed il cliente raggiunto attraverso le seguenti azioni: – – – – – – massimizzare il valore delle vendite (cross selling, up selling) migliorare il servizio post vendita fidelizzare il cliente aumentare il ciclo di vita del prodotto ridurre l’investimento commerciale (campagne promozionali) ridurre il ciclo di vendita (tempo tra il ricevimento dell’ordine e la consegna del prodotto) – ciclo di vita del cliente (SAMC) cross selling up selling valore ridurre il ciclo di vendita massimizzare il valore delle vendite tempo massimizzare ciclo di vita del prodotto Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 48 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • Marketing relazionale – L’obiettivo del marketing relazionale è la costruzione di un rapporto di lungo periodo con il cliente. I clienti possono essere classificati in termini di valore per l’impresa. La differenziazione consiste nel distinguere i clienti ABC dell’impresa in: • clienti più importanti • clienti che presentano un valore strategico in termini di potenzialità di fatturato • clienti che non hanno valore per l’impresa in considerazione del rapporto fatturato espresso / costi di gestione AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 49 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM • Produzione – Sulla base delle informazioni che giungono dall’attività di marketing la produzione si occupa dei piani operativi per la realizzazione dei prodotti. La produzione deve ricercare un’elevata flessibilità. • Customer Service – La risposta al cliente e la qualità dei servizi assumono un ruolo fondamentale nel vantaggio competitivo che l’impresa è in grado di offrire al cliente. • La logistica – In un mercato globalizzato la gestione del flusso dei beni gioca un ruolo fondamentale nell’ottica di dare valore aggiunto al prodotto con il servizio della puntualità delle consegne. • La finanza – La finanza assume un ruolo nel CRM in termini di politica degli investimenti AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 50 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Information Management – CRM PRODUZIONE MARKETING INFORMAZIONI LOGISTICA SALES CONTATTI CON I CLIENTI CUSTOMER SERVICE FINANZA CRM Fonte Management Information System AA 2010 / 2011 GESTIONE DELL’INFORMAZIONE AZIENDALE GIA-L02 pagina 51 Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria Information Management GIA-L02 seconda parte