COMUNE DI LIVORNO INDAGINE CONOSCITIVA PER L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI REVISIONE DEL PIANO STRUTTURALE LA SICUREZZA URBANA A cura dello Staff Traffico, mobilità, protezione civile Indice - Premessa - Evoluzione della domanda sociale di sicurezza e del quadro normativo di riferimento - Composizione ed interpretazione della domanda di sicurezza - L’integrazione come paradigma delle politiche locali di sicurezza urbana - Progetti integrati di sicurezza urbana: il Progetto “Città Sicura” del Comune di Livorno - Urbanistica e sicurezza urbana Premessa La considerazione della tematica della sicurezza urbana in questo contesto, si ritiene possa trovare una connessione nell’impostazione metodologica dell'integrazione delle politiche pubbliche e delle strategie di governance del territorio recepita anche nel PIT Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana e nella nozione complessa di territorio posta alla base di tale strumento. In particolare, il presente contributo è costituito da una ricognizione sintetica di dati ed elementi di valutazione inerenti la sicurezza urbana e le politiche locali di sicurezza, che, senza pretesa di completezza per una tematica così ampia e complessa, fanno riferimento alle attività di analisi ed alle azioni sviluppate nell’ambito del Progetto “Città sicura” del Comune di Livorno. 1. Evoluzione della domanda sociale di sicurezza e del quadro normativo di riferimento Il processo di posizionamento del “bene pubblico sicurezza” al livello del governo locale, avvenuto in Italia a partire da metà degli anni ’90, può essere ricollegato a due fattori essenziali e per molti versi interconnessi, che si possono così sintetizzare: ¾ da un lato, la trasformazione profonda nei meccanismi di rappresentanza avvenuta con l’elezione diretta dei sindaci (legge n. 81 del 1993); ¾ dall’altro, l’evoluzione della domanda stessa di sicurezza, che dalla richiesta di tutela dai fenomeni criminali (in particolare la c.d. microcriminalità o criminalità diffusa), si estende, divenendo più articolata e complessa, a tutta una serie di problematiche concernenti la vivibilità delle città e classificabili come cause di “disordine fisico” (edifici abbandonati e degradati, cattiva manutenzione degli spazi urbani e dell’arredo urbano, scritte sui muri, rifiuti e veicoli abbandonati su strada, scarsa illuminazione, panchine o cabine telefoniche vandalizzate, ecc.), e cause di “disordine sociale” (comportamenti disturbanti o aggressivi verso residenti e passanti, conflitti tra gruppi connessi in talune situazioni alla concentrazione di immigrati o nomadi, presenza di senza fissa dimora, accattonaggio, prostituzione di strada, ma anche circolazione stradale pericolosa o dannosa)1. I “primi cittadini”, scelti direttamente dai loro amministrati, divengono i referenti più immediati delle esigenze e delle tensioni sociali delle comunità locali, nel cui “catalogo” si inserisce prepotentemente quello della sicurezza nella sua nuova e più complessa accezione: è in questo contesto che si inizia a parlare di sicurezza urbana2 e si sviluppa una crescente domanda sociale di sicurezza da parte dei cittadini, che, pur continuando a riguardare anche le autorità di pubblica sicurezza e le forze dell'ordine, si è indirizzata sempre più direttamente verso gli amministratori locali e soprattutto verso i sindaci. Questa trasformazione sostanziale della domanda sociale di sicurezza, ha determinato la spinta verso una progressivo riconoscimento del ruolo istituzionale degli enti locali nel governo della sicurezza e l’esigenza di avviare forme di collaborazione tra i due livelli di governo: enti locali e amministrazione statale centrale e periferica della pubblica sicurezza. Si sviluppa così la stagione dei c.d. protocolli d’intesa stipulati tra comuni e prefetture3, e successivamente la fase dei Patti per la sicurezza tra Ministero dell’Interno e città grandi e medie, con l’obiettivo della sperimentazione di nuove modalità di relazione finalizzate alla realizzazione di iniziative coordinate per un governo complessivo della sicurezza delle città. 1 In merito alla relazione tra cause di disordine fisico e sociale - le c.d. incivilities - e insicurezza, cfr. Chiesi, Le inciviltà. Degrado urbano e insicurezza, in Selmini, (a cura di) La sicurezza urbana, Bologna, Il Mulino 2004. 2 Una rappresentazione particolarmente significativa di questo processo è quella contenuta in Barbagli, Egregio Signor Sindaco. Lettere dei cittadini e risposta dell’istituzione sui problemi della sicurezza, Bologna, Il Mulino 1999. 3 Il primo Protocollo d’intesa fu sottoscritto il 9 febbraio 1998 tra la Prefettura di Modena ed il Comune di Modena. Parallelamente a tali strumenti “pattizi” intervengono varie modifiche normative; in estrema sintesi4: dall’approvazione della riforma del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con il D.Lgs. 27.7.1999, n. 279 (con l’inserimento del sindaco del comune capoluogo di provincia tra i componenti “di diritto” di tale organo), ai Piani coordinati di controllo del territorio previsti della legge n. 128 del 20015, ai vari “pacchetti sicurezza” fino a quello di più recente approvazione (c.d. pacchetto Maroni) costituito dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92 convertito con la legge di conversione 24 luglio 2008, n. 125, e dal Decreto Min. dell'Interno 5 agosto 2008, “Incolumità pubblica e sicurezza urbana: definizione e ambiti di applicazione”. Con tale recente normativa, al Sindaco viene attribuita la possibilità di adottare provvedimenti, anche contingibili e urgenti, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, intendendo per “sicurezza urbana” un “bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale” 6. Negli ultimi dieci anni è stata importante l’azione delle regioni, che sono intervenute a “sostenere” i governi locali nella promozione di nuove politiche di sicurezza urbana, con proprie disposizioni normative non solo di assegnazione di risorse finanziarie, ma anche di tipo programmatico ed organizzativo7. Si è ritenuto di poter configurare in questa legislazione regionale una sorta di “statuto” delle nuove politiche integrate di sicurezza, considerato che in tale legislazione è possibile individuare un nucleo di principi denominatori comuni, ed una serie di strumenti e criteri attuativi analoghi, con una trasversalità che - seppur con alcune specificazioni proprie delle varie realtà regionali – non risulta condizionata dalle distinzioni di schieramento politico. Nell’ambito di questa legislazione regionale si inserisce a pieno titolo la L.R. Toscana 16 agosto 2001 n.38, “Interventi regionali a favore delle politiche locali per la sicurezza della comunità toscana” di cui si ritiene utile riportare qui alcune parti essenziali8: Articolo 1 - Oggetto e finalità 1. La Regione Toscana concorre allo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale, sostiene progetti finalizzati a migliorare le condizioni di sicurezza delle persone, promuove l'integrazione delle politiche sociali e territoriali, di competenza della regione medesima e degli enti locali, con le politiche di contrasto della criminalità, di competenza degli organi statali. 2. Gli interventi nei settori della polizia locale, della sicurezza sociale, dell'educazione alla legalità, del diritto allo studio, della formazione professionale, del collocamento al lavoro, della riqualificazione urbana, dell'edilizia residenziale pubblica costituiscono strumenti per il concorso della Regione allo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale, alla prevenzione dei fenomeni e delle cause della criminalità e al sostegno alle vittime dei reati. ………………. CAPO II - INTERVENTI PER LA SICUREZZA Articolo 3 - Tipologia degli interventi 4 Si fa rinvio all’elenco allegato dei riferimenti normativi Legge 26 marzo 2001, n. 128, recante “Interventi legislativi in materia di tutela della sicurezza dei cittadini”: in cui si prevede anche (art. 17) la realizzazione, a livello provinciale e nei maggiori centri urbani di piani coordinati di controllo del territorio, con possibile partecipazione di contingenti della polizia municipale, previa richiesta al sindaco. Viene inoltre apportata (art. 16) un’ulteriore modifica all’art. 20 della legge n. 121 del 1981, con la previsione della possibilità che il prefetto, d’intesa con il sindaco, chiami a partecipare alle sedute del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche i responsabili della polizia municipale o di altri uffici delle amministrazioni locali interessate. 6 Cfr. inoltre il disegno di legge n. 733 ancora all’esame dell’aula del Senato. 7 Braghero, M. e Izzi, L. Le legislazioni regionali, in Selmini, 2004, cit., pp. 245-257. 8 Per una descrizione dettagliata dei settori e delle tipologie di intervento, si fa rinvio all’Allegato A alla deliberazione della G.R. Toscana n. 199 del 10/03/2003, attuativa della LR n. 38/2001 5 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 2, la Regione sostiene gli interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle comunità locali che riguardano in particolare: a) il rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di esposizione ad attività criminose; b) il rafforzamento della vigilanza e della presenza sul territorio degli operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza, al fine assicurare ai cittadini l'intervento tempestivo dei servizi di competenza dell'ente locale; c) l'attivazione di strumenti tecnici specifici per il tempestivo soccorso alle persone e per la sorveglianza degli spazi pubblici, nel rispetto degli obblighi derivanti dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675 (Tutela delle persone e degli altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali); d) il potenziamento della polizia locale, anche mediante: 1) l'acquisizione e la modernizzazione delle dotazioni tecniche e strumentali; 2) l'acquisizione delle dotazioni tecniche e strumentali per l'eventuale attivazione di modelli operativi di polizia locale di prossimità, come il vigile di quartiere; 3) il miglioramento dell'efficienza delle sale operative e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia di sicurezza e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini; e) lo sviluppo delle attività di prevenzione e di mediazione dei conflitti sociali e culturali e delle attività di reinserimento sociale; f) la prevenzione e la riduzione dei danni derivanti da atti incivili; g) l'assistenza e l'aiuto alle vittime dei reati. 2. Composizione ed interpretazione della domanda di sicurezza In riferimento a quanto evidenziato sopra, pur nei limiti derivanti dalla necessità di sintesi, è da ritenersi ormai condivisa l’idea che l’insicurezza urbana si riferisce ad almeno tre ordini di problemi: a. i fenomeni di aggressione o di appropriazione qualificati come reati; i reati violenti (in particolare omicidi volontari, lesioni volontarie, violenze sessuali) e i c.d. reati predatori (le diverse tipologie di furti, scippi, borseggi, truffe, estorsioni, rapine). b. i comportamenti incivili e i fenomeni di degrado/disordine urbano (sia fisico che sociale); c. i sentimenti soggettivi di insicurezza. Ognuno di questi fenomeni ha caratteristiche specifiche e si sviluppa secondo dinamiche proprie anche se certo essi si influenzano reciprocamente. In particolare abbiamo visto che la domanda sociale di sicurezza non può essere ricondotta soltanto a fenomeni criminali, ma si estende a tutta una serie di fenomeni di “disordine fisico” e di “disordine sociale”: le cosiddette incivilities, già descritte sopra. Secondo un modello interpretativo ormai consolidato9 (riconducibile in sostanza alla nota teoria delle “finestre rotte”10), la permanenza per lunghi periodi dei “segni di inciviltà” che i fenomeni suddetti “imprimono” negli spazi pubblici (o comunque visibili) della città, o in determinate zone o quartieri, compromette il senso di appartenenza e di attaccamento dei cittadini al territorio, è interpretata come segnale dell’assenza di controllo delle istituzioni e quindi - in particolare dai soggetti più deboli - come indizio di una minaccia, mentre da parte dei trasgressori come opportunità per comportamenti 9 A tale riguardo si fa ancora riferimento a Chiesi [2004]; cfr. inoltre Amendola (a cura di), “Città, criminalità, paure”, Napoli, Liguori 2008 J.Q. Wilson e G.L.Kelling, “Broken Windows: the Policy And Neighbourhood Safety”, The Atlantic Monthly 243, 29-36, 1982; W.G. Skogan “Disorder and Decline”, Free Press, New York 1990; G.L. Kelling e C.M. Coles “Fixing Broken Windows”, Simon & Schuster, New York 1996 10 illegittimi/criminosi. Ciò provoca un progressivo allontanamento dei cittadini/utenti da tali luoghi, con indebolimento dei meccanismi di controllo informale, alimentando così ulteriormente l’abbandono e il disordine. Questa teoria ha avuto il valore di mettere in evidenza l’importanza della prevenzione territoriale, intesa come manutenzione e cura degli spazi urbani e rispetto delle regole del vivere quotidiano. Uno spazio in cui le amministrazioni e le comunità locali possono giocare un ruolo determinante, per quanto difficile ed impegnativo, anche in termini di risorse necessarie. La moderna ricerca scientifica sociologica e criminologica ha peraltro evidenziato che se la presenza dei suddetti fenomeni (microcriminalità, disordine fisico e sociale) caratterizza lo scenario in cui la domanda di sicurezza si alimenta, essa risulta spesso non scindibile da una “richiesta di rassicurazione” che affonda le sue radici in molteplici fattori individuali, locali e generali: la vulnerabilità individuale connessa all’età, l’indebolimento delle relazioni sociali e dei rapporti di vicinato, l’influenza dell’informazione massmediatica, e più in generale i processi di trasformazione in atto nella società contemporanea che, mettendo in crisi i principali modelli organizzativi e di relazione su cui si erano in precedenza fondati status e legami sociali stabili (lavoro, famiglia, appartenenza di classe, radicamento territoriale), tendono ad aumentare l’isolamento dell’individuo e quindi la difficoltà ad esercitare il proprio ruolo di cittadino in una società più complessa ed eterogenea11. Sviluppando adeguatamente questa prospettiva di indagine, si può riuscire ad elaborare una interpretazione compiuta delle cause di insicurezza, comprensiva della differenza tra rischio oggettivo e percezione soggettiva di insicurezza. 3. L’integrazione come paradigma delle politiche locali di sicurezza urbana La questione della sicurezza urbana, come sopra evidenziato, è caratterizzata quindi da una complessità di fenomeni ed una molteplicità di ambiti e piani distinti ma intrecciati, che rende inadeguati approcci fondati su un’unica strategia da parte delle istituzioni locali, mediante modelli di risposta a carattere emergenziale con azioni dimostrative (blitz) di scarsa efficacia nel tempo, o che, all’opposto, si limitino a negare l’esistenza delle problematiche con il semplicistico riferimento ai dati statistici sulla criminalità registrata. Di fronte alla complessità, all’interdipendenza e alla trasversalità dei problemi, risulta invece evidente la necessità di integrare le politiche, le competenze e gli interventi. Si parla a questo riguardo di strategie e progetti di prevenzione integrata, in quanto intervengono: • sul piano della prevenzione situazionale: comprende tutti quegli interventi finalizzati a contrastare la commissione di reati e comportamenti incivili (sorveglianza formale da parte degli organi di polizia, controllo amministrativo, videosorveglianza, dispositivi di allarme, regolazione degli accessi di spazi pubblici, potenziamento dell’illuminazione pubblica, ecc.); • sul piano della prevenzione sociale: cerca di agire sulle cause sociali che generano criminalità e devianza con interventi di educazione alla legalità, di sostegno della frequenza scolastica, di rivitalizzazione ed animazione degli spazi urbani, di prevenzione e mediazione 11 Sui processi di trasformazione in atto nella società contemporanea (c.d.“società del rischio”), cfr. Beck U. [2000] e Magnier A. e Russo P. [2002, p. 185]. Al riguardo inoltre, una delle più importanti interpretazioni affermatesi nel dibattito scientifico internazionale, è quella proposta da Baumann [1999] il quale, oltre alla mancanza di sicurezza personale o incolumità che riguarda il corpo, la famiglia, la proprietà (safety), individua la mancanza di sicurezza cognitiva legata alla crescente perdita di intelligibilità e prevedibilità del sistema sociale (certainty) e la mancanza di sicurezza esistenziale legata al liberalismo economico che fa di tutti noi dei potenziali “esuberi” e comunque dei precari (security). dei conflitti sociali e culturali, di integrazione razziale, di recupero delle persone esposte ai fenomeni di devianza, di aiuto alle vittime; • sul piano della rassicurazione sociale e dello sviluppo di comunità. Una trattazione a parte sarà riservata più avanti al rapporto tra politiche di sicurezza e la pianificazione urbanistica, la progettazione e la manutenzione degli spazi urbani. Solo quando la prevenzione penale e la repressione dei reati e di comportamenti incivili si inseriscono nel contesto di questo sistema integrato di azioni, possono ottenere risultati più efficaci e duraturi per il consolidamento delle condizioni di sicurezza dei cittadini e la tutela degli spazi di libertà individuale e collettiva. Mantenendo il carattere sintetico e volutamente schematico di queste note, si possono individuare i seguenti strumenti essenziali delle politiche di prevenzione integrata: • coordinamento e collaborazione fra le varie istituzioni pubbliche competenti (Comune Provincia, Prefettura, Forze dell’Ordine, Sistema Scolastico, Università, ASL, Aziende di servizio pubblico) finalizzata alla creazione di una vera e propria partnership decisionale sulla sicurezza; • integrazione “delle competenze” interne all’ente Comune gestore degli interventi/azioni, mediante l’adozione di soluzioni organizzative che assicurino un forte coordinamento tra i vari Settori interessati, sia in fase di progettazione che di realizzazione delle azioni e delle iniziative. • per l’attuazione di questo modello innovativo di politiche di sicurezza gioca inoltre un ruolo decisivo la partecipazione dei cittadini e delle varie realtà sociali presenti sul territorio (comitati di cittadini, associazioni, volontariato, scuole, ecc.), con cui è pertanto indispensabile mantenere un dialogo costante, promuovendo percorsi (non occasioni isolate) di confronto e discussione pubblica con lo scopo di individuare una definizione condivisa dei problemi della sicurezza più rilevanti per la comunità di riferimento, favorire lo scambio di conoscenze, elaborare proposte e progetti (sicurezza partecipata). • Integrazione degli interventi da realizzare, necessità di un modello di “governo locale della sicurezza” che promuova l’attuazione di un sistema integrato di azioni e di interventi, progettato in base ad un’approfondita valutazione dei problemi specifici della comunità locale di riferimento (diagnosi locale di sicurezza); si parla a questo riguardo di “Progetti integrati di sicurezza urbana”. 4. Progetti integrati di sicurezza urbana: il Progetto “Città Sicura” del Comune di Livorno Con il Progetto “Città Sicura” l’Amministrazione comunale ha dato seguito alla scelta di fondo di promuovere il miglioramento delle condizioni di sicurezza – oggettiva e percepita – dei cittadini mediante un sistema integrato di azioni e di interventi di rafforzamento della prevenzione sociale e territoriale, coerentemente ai principi contenuti nella Legge Regionale Toscana n. 38/2001 (“Interventi regionali a favore delle politiche locali per la sicurezza della comunità toscana”). Un progetto per favorire l’integrazione dell’attività di controllo e di contrasto ai fenomeni di microcriminalità posta in essere dalle Forze di Polizia statali e dalla Polizia municipale, con azioni ed interventi di educazione alla legalità, animazione riqualificazione e tutela degli spazi pubblici, sicurezza stradale, prevenzione e mediazione dei conflitti sociali e dei fenomeni di devianza. Il Progetto, affidato al coordinamento di un Ufficio appositamente costituito, viene aggiornato ed implementato ogni anno con nuovi interventi intersettoriali, individuati ed elaborati in conformità alle delibere regionali attuative della citata L.R. 38/2001, con l’apporto di vari settori dell’Amministrazione Comunale (Settore dei Servizi sociali, Attività educative, Uffici tecnici, Staff del Sindaco, URP) e delle Circoscrizioni, e valorizzando il momento della partecipazione della comunità nelle sue varie componenti (scuole, famiglie, associazioni, volontariato). Gli interventi compresi nel Progetto si avvalgono dei contributi regionali messi a bando annualmente ai sensi della L.R. n. 38/2001 ed hanno un periodo di realizzazione biennale. Nel corso di questo mandato amministrativo, con il Progetto “Città Sicura” sono stati fino ad oggi realizzati 56 interventi nelle varie aree di azione delle politiche integrate per la sicurezza urbana; a luglio 2008 è stato approvato dalla Giunta Comunale (GC n. 258 del 14 luglio 2008) e presentato alla Regione Toscana il nuovo progetto per il biennio 2008-2009, in cui sono compresi 16 interventi; per complessivi 72 interventi . E’ importante evidenziare che gli interventi compresi nel Progetto Città Sicura non esauriscono naturalmente le azioni che l’amministrazione comunale sviluppa con le proprie politiche di sicurezza urbana, ma sono progettati in modo da integrarsi con il complesso delle altre attività e servizi che il Comune di Livorno promuove per far fronte ai problemi riscontrati sul territorio e alle esigenze dei cittadini. Il Progetto “Città sicura” del Comune di Livorno è inserito in una rete di esperienze e di buone pratiche sviluppate da centinaia di enti territoriali italiani ed europei, mediante la partecipazione al FISU-Forum italiano per la sicurezza urbana ed al FESU-Forum europeo per la sicurezza urbana. A) Elaborazione del progetto: elementi di analisi del territorio • • analisi delle problematiche di sicurezza riscontrate sul territorio e monitoraggio complessivo delle azioni e degli interventi realizzati e in corso di realizzazione da parte dell’amministrazione comunale individuazione dei nuovi interventi a carattere rafforzativo e/o innovativo con cui implementare il Progetto Città Sicura, in conformità ai parametri dei provvedimenti attuativi della L.R. n. 38/2001 e dei criteri contenuti nella disciplina regionale per la concessione dei finanziamenti Le fonti di acquisizione delle informazioni e degli elementi di analisi del territorio utilizzate per l’elaborazione del Progetto sono innanzitutto quelle proprie delle varie Strutture comunali, condivise e confrontate con lo Staff di Progetto anche nell’ambito di incontri specifici, riunioni, conferenze di servizi o con sistemi tradizionali (corrispondenza, posta elettronica). Vengono prese in considerazione, in particolare, le segnalazioni, gli esposti, le richieste, pervenute dai cittadini e dagli utenti (singoli e/o organizzati in comitati od associazioni), sia direttamente alle Strutture stesse, sia alle segreterie dei vari Assessorati, dei Presidenti delle Circoscrizioni e del Difensore civico, sia mediante le comunicazioni degli appositi Uffici per le relazioni con il pubblico (URP) istituiti presso la sede del palazzo comunale e le sedi delle cinque Circoscrizioni. Particolare importanza rivestono le informazioni relative all’attività di controllo del territorio svolta dai vari Nuclei Operativi della Polizia Municipale: sia da quelli organizzati in forma decentrata (Nuclei Territoriali Circoscrizionali), sia dai Nuclei Specializzati (Polizia Giudiziaria, Ambientale, Viabilità e Pronto Intervento), nonché dalle Pattuglie del Servizio serale e notturno (20-02;02-08). Sono utilizzati inoltre i dati e gli elementi di conoscenza ricavati da incontri e colloqui con gruppi e comitati di cittadini e con attori istituzionali, in particolare: funzionari dell’Ufficio scolastico provinciale e della Azienda USL6-Dipartimento Educazione alla Salute, docenti delle scuole cittadine, Presidenti e responsabili delle cinque Circoscrizioni, responsabili dei servizi socio-educativi del comune, responsabili della Polizia Municipale, Ufficio Minori della Questura, Supporto Difensore Civico, Associazioni volontariato (si evidenzia in particolare la collaborazione con il Centro Italiano di Solidarietà – Ceis di Livorno). Una particolare attenzione viene dedicata alla raccolta sistematica – in collaborazione con l’Uff. Stampa del Comune - e all’analisi degli articoli della stampa locale dedicati alle problematiche della sicurezza urbana del territorio comunale. Da sottolineare inoltre il rilevante contributo di analisi delle problematiche di sicurezza urbana della città derivante dai lavori delle commissioni consiliari permanenti quinta “politiche sociali” e sesta “vivibilità urbana”. Al fine di una verifica diretta sul territorio di situazioni di degrado urbano e di c.d. “inciviltà ambientali”, sono stati organizzati una serie di sopralluoghi congiunti con il coinvolgimento dell’AAMPS (Azienda Ambientale di pubblico servizio) e dei vari settori competenti dell’Amministrazione comunale (Staff di Progetto “Città pulita e sicura”, Ambiente, Polizia Municipale, Uffici Tecnici) cui ha fatto seguito la redazione un report dettagliato delle varie problematiche riscontrate, per l’attivazione degli interventi necessari; a tal fine è risultata importante anche la funzione del Numero Verde-decoro urbano di AAMPS. Per quanto riguarda le problematiche dei minori e dei giovani sono stati presi in considerazione, in particolare: - la ricerca “Crescere con fatica. Comportamenti, vissuti ed emozioni a rischio nel contesto scolastico” (pubblicata nell’anno in corso a cura del Comune di Livorno), realizzata da due ricercatrici del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, che ha preso in esame gli alunni di alcune scuole medie della città di Livorno mediante la somministrazione di questionari e interviste, ed ha fornito un quadro orientante delle situazioni di vita dei minori relativamente alle difficoltà emotive e relazionali, ai fenomeni di disagio, ai comportamenti sopraffattori e di marginalizzazione (bullismo), nonché alla rilevanza delle figure adulte di riferimento. - la ricerca “Adolescenza – Devianza” realizzata dalla Regione Toscana - Osservatorio regionale sulle politiche per la sicurezza, e le iniziative di approfondimento sviluppate dalla Regione Toscana anche in collaborazione con il FISU. - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, Comportamenti a rischio e stili di vita dei giovani toscani, 2008. Oltre a quanto sopra indicato, sono inoltre state prese in considerazione, anche in funzione comparativa: - Regione Toscana: Relazioni generali annuali 2002-2008 sullo stato della sicurezza in Toscana; Aggiornamento politiche per la sicurezza della Regione Toscana 2007/2010; Osservatorio regionale sulle politiche per la sicurezza, ricerche “La gestione delle politiche locali per la sicurezza in Toscana” e “La fenomenologia dell’insicurezza in Toscana”, pubblicate sul sito web; - “Rapporto Sociale 2008” realizzato dall’Osservatorio per le politiche sociali della Provincia di Livorno; - Relazione 2007 sullo “Stato della sicurezza in Italia” a cura del Ministero dell’Interno; - approfondimento regionale della ricerca “Città da vivere” commissionato da Anci Toscana a Publica ReS SWG, pubblicato a gennaio 2007; - CENSIS, Rapporto annuale 2007 (in particolare analisi “Sicurezza e cittadinanza”); - Osservatorio sulla cultura civica in Italia: VI rapporto nazionale 2001-2007, Comieco-Legambiente - ISTAT, Indagine su “indicatori di disagio sociale”, in particolare i problemi della zona di residenza (pubblicazione novembre 2007); “Statistiche giudiziarie penali” (pubblicazione 2006); “La sicurezza dei cittadini” Indagine multiscopo sulle famiglie 2002 (pubblicazione 2004) - altri resoconti di statistiche ed indagini pubblicati sulla stampa nazionale e locale. Una precisazione da fare riguarda i dati delle statistiche dei reati. Infatti i dati statistici della criminalità elaborati da fonti ufficiali (Istat, Min. Interno, Regione, ecc.) e resi pubblici sono aggregati a livello provinciale e non di singolo comune. Allo stato attuale è la Prefettura l'ente che può disporre dei dati dei reati a livello cittadino, ricevendo con aggiornamento costante tali dati dalle Forze dell'Ordine per l'implementazione della Banca Dati Interforze del Ministero dell'Interno (cosiddetto SDI, acronimo per Sistema di indagine). Al Dipartimento scrivente pervengono informazioni in materia, ma relative a situazioni specifiche o periodi temporali limitati, comunque difficilmente comparabili, mentre manca allo stato attuale un canale costante e strutturato di comunicazione dei dati in questione. Altre informazioni sono ricavate dalla raccolta sistematica degli articoli della stampa locale in cui sono riportate dichiarazioni e informazioni sui dati dei reati rilasciate dai vertici delle Forze dell’Ordine anche in occasioni istituzionali: tali informazioni hanno sicuramente il pregio di essere riferite a periodi recenti, ma, per come sono strutturati, consentono di ricavare indicazioni sui trend di tendenza, ma non consentono una vera e propria "valutazione statistica". L'argomento della comunicazione dei dati statistici ufficiali sull'andamento della criminalità in città è stato posto all’attenzione dell’amministrazione (Assessore al ramo) affinché sia inoltrata una richiesta al Prefetto. La tematica potrà quindi essere oggetto di ulteriori approfondimenti. B) Problematiche inerenti la sicurezza del territorio comunale Tenuto conto di quanto sopra specificato, da parte della Prefettura e della Questura non sono state evidenziate nel periodo recente tendenze rilevanti in aumento nei dati delle tipologie di reato più significative per la sicurezza urbana. Tuttavia, dall’analisi complessiva delle fonti di informazione e documentazione, risultano confermate alcune problematiche che alimentano fortemente la percezione di insicurezza dei cittadini livornesi, fra cui i furti in abitazione ed i fenomeni che abbiamo sopra definito di disordine urbano (inciviltà) sia fisico/ambientale che relazionale. FENOMENI DI INCIVILTA’, VANDALISMO E DEVIANZA GIOVANILE Una problematica che continua ad alimentare fortemente la percezione di insicurezza dei cittadini livornesi è quella costituita dai fenomeni di inciviltà e vandalismo: danneggiamento di elementi di arredo urbano ed attrezzature in aree e parchi pubblici (segnaletica stradale, panchine, cassonetti e cestini di raccolta rifiuti, pensiline bus, ecc.), scritte su edifici e monumenti, incendio e danneggiamento di veicoli in sosta, comportamenti disturbanti o aggressivi; inoltre particolare allarme hanno suscitato alcuni episodi di rissa tra gruppi di giovani sfociati in atti violenti e lesioni. Anche durante il biennio 2007/2008 le problematiche connesse a tali fenomeni, con concentrazione maggiore in alcune zone (Viali e spazi pubblici del lungomare-in particolare Viale Italia e relativi controviali-, Piazza Attias, Piazza della Vittoria, Piazza Grande, Quartieri Nord), sono state oggetto di numerose segnalazioni e proteste da parte dei cittadini (commercianti e residenti, anche organizzati in comitati) in particolare nei confronti di gruppi di giovani ritenuti responsabili; numerosi sono stati anche gli articoli della stampa locale dedicati a tali problematiche (frequente in tali articoli l’utilizzo dell’espressione “baby-gang”). Le attività di controllo esperite dalle Forze dell’ordine e dalla Polizia Municipale confermano il coinvolgimento di giovani livornesi nelle suddette azioni illegali e la presenza di alcuni gruppi, che peraltro non esprimono segni e/o simboli marcati di comunanza, spesso limitata al luogo di ritrovo. Si sono poi verificati alcuni episodi – rimasti isolati - di conflitto con atti violenti tra gruppi di ragazzi livornesi e stranieri nei pressi di luoghi e locali di ritrovo ed alcune situazioni analoghe di conflitto sono state segnalate anche presso alcune scuole. Dal complesso degli elementi di conoscenza e dei dati disponibili emergono inoltre indicatori significativi riguardanti altre tipologie di comportamenti a rischio da parte di minori e giovani, quali in particolare: consumo di alcool e droghe (sono in aumento i minori entrati in contatto con i servizi del SERT dell’ASL 6); imprudenza e comportamenti stradali pericolosi; dispersione scolastica; bullismo (sia all’interno che fuori dalla scuola). CONFLITTUALITA’ NEGLI SPAZI PUBBLICI E QUARTIERI, AREE/STRUTTURE DEGRADATE Un altro fenomeno che provoca allarme sociale è quello delle occupazioni abusive di edifici e strutture pubbliche e private in stato di abbandono da parte di soggetti senza fissa dimora con episodi anche gravi di conflittualità. Il fenomeno risulta spesso collegato, anche nella percezione dei cittadini come causa di insicurezza e preoccupazione, alla presenza sul territorio cittadino di extracomunitari e gruppi di nomadi di etnia Rom; questi ultimi oltre ad occupazioni di edifici in stato di abbandono tendono a porre in essere accampamenti (peraltro di limitate dimensioni) in aree periferiche (in particolare aree limitrofe a Via di Levante – Viale Boccaccio), costituiti da veicoli fuori uso, roulotte e strutture precarie; gli appartenenti a tali gruppi svolgono poi attività di lavavetri e richiesta di elemosine nelle zone limitrofe. Tali situazioni hanno determinato da parte dei cittadini la richiesta di intervento all’amministrazione comunale ed alle Forze dell’ordine, in particolare per l’eliminazione degli elementi di degrado nelle aree occupate (rifiuti, veicoli fuori uso e roulotte, presenza di animali, ecc.), ma anche per maggiori controlli rispetto a fenomeni di microcriminalità (furti, borseggi) ritenuti connessi alla presenza dei gruppi suddetti. Si segnalano in particolare: • Aree limitrofe a Via di Levante – Viale Boccaccio • Via della Meridiana – edifici ex Pirelli • Comparto Stazione Centrale: Piazza Dante, complesso ex Coca-Cola e Terme Corallo, ex deposito via Masi • Complesso ex Stazione San Marco e Immobili ex TG5 Via La Marmora • Villa Pendola Altre zone presentano criticità specifiche di tipo diverso: • Quartiere Scopaia: quartiere residenziale di nuova costruzione, in cui permangono allo stato attuale alcune urbanizzazioni da completare e limitate aree - di proprietà privata- in condizioni di abbandono e/o uso improprio. • Area mercatale Piazza Cavallotti-Buontalenti: fenomeno del commercio abusivo da parte di venditori ambulanti extracomunitari. • Zona Via Grande – P.zza Grande: bivacco e accattonaggio anche con animali Un valutazione a parte, va riservata ai cosiddetti QUARTIERI NORD e alla zona SANT’ANDREA- TERRAZZINI-PIAZZA REPUBBLICA: • I quartieri di “Shangay” e “Corea”, ubicati nel settore Nord del territorio comunale a ridosso della zona Industriale (compresi nella Circoscrizione n. 1), furono realizzati rispettivamente negli anni ’30 e negli anni ’50 come insediamenti di prevalente edilizia residenziale pubblica, caratterizzati da unità abitative di bassa qualità, ridotte dimensioni e scarsi servizi. Per far fronte alla complessa situazione di degrado strutturale/ambientale e di disagio sociale che caratterizzava questi due quartieri, nella seconda metà degli anni ’90 sono stati avviati dall’Amministrazione Comunale due specifici e complessi Piani di Recupero Urbano (con finanziamenti statali), che prevedono la realizzazione di interventi di edilizia residenziale più adeguata alle esigenze di vivibilità (con il sistema dello spostamento per singolo edificio, abbattimento, ricostruzione e ricollocazione dei residenti originari) e la realizzazione di una rete di servizi (centro commerciale, centri civici di quartiere, aree a verde pubblico attrezzato e aree pedonali), in modo da attivare un processo di radicamento al quartiere da parte dei residenti e contrastare il fenomeno di perdita dell’identità territoriale che spesso segue ad interventi radicali di ristrutturazione urbanistico-edilizia. Il progressivo avanzamento dello stato di attuazione dei Piani di Recupero sta certamente producendo effetti positivi sulle condizioni socio-ambientali di questi due quartieri, ma continuano a permanere situazioni di criticità per la sicurezza delle persone, oggettiva e percepita, che si possono così sintetizzare: fenomeni connessi alla presenza ancora numerosa tra i residenti di soggetti a rischio di marginalizzazione e coinvolgimento in attività criminose come autori o vittime (tossicodipendenti, minori non adeguatamente seguiti dalle famiglie, anziani che vivono soli); situazioni di conflittualità tra i residenti “storici”, partecipi e interessati al processo di riqualificazione del quartiere, e gli altri soggetti ritenuti “estranei” a tale processo e dannosi per lo stesso (in particolare: tossicodipendenti, occupanti abusivi di alloggi); per motivi analoghi in questa fase risulta aumentata la percezione di insicurezza da parte dei residenti nei confronti del permanere di alcune situazioni di disordine “fisico”: strade dissestate e pericolose, edifici ancora in costruzione o non ancora ristrutturati, aree abbandonate, non illuminate, dove si svolgono attività di spaccio ed uso di stupefacenti, abbandono di rifiuti o carcasse di veicoli, ecc. • La zona SANT’ANDREA-TERRAZZINI-PIAZZA REPUBBLICA ( compresa nella Circoscrizione n. 2) è una zona popolare situata in una fascia del territorio del comune di Livorno (parte di quella storicamente sorta come zona dei borghi urbani – XVIII sec.) intermedia tra il centro storico costituito dal c.d. Pentagono del Buontalenti ed i quartieri vicini alla ex zona industriale a nord. Non sono presenti edifici di edilizia residenziale pubblica, né altri immobili di proprietà pubblica, a parte il complesso costituito dall’edificio del Vescovado e dalla chiesa di Sant’Andrea. Non sono presenti parchi urbani, né aree attrezzate a verde pubblico, se si esclude la parte a verde della Piazza Garibaldi, che peraltro la mattina dal lunedì al sabato è sede di un mercato, e che è stata di recente oggetto di una completa riqualificazione. In tale zona, vi è stato in questi ultimi anni un forte e costante incremento della presenza di immigrati extracomunitari che hanno preso in locazione numerose abitazioni (o ex fondi) lasciate libere dai residenti “storici” ed acquisito la gestione di numerosi esercizi commerciali con mutamento della loro tipologia originaria; è alto anche il flusso di coloro che comunque frequentano gli esercizi pubblici del quartiere gestiti dagli extracomunitari stessi.. A ciò si accompagna il progressivo invecchiamento dei residenti “storici” rimasti (fra cui numerosi ultra75enni che vivono da soli). Inoltre, nel quartiere Garibaldi-Sant’Andrea il livello di conflittualità sociale e di tensione tra i cittadini autoctoni e gli immigrati si è acuito nel corso degli ultimi anni a causa del verificarsi di numerosi episodi di risse tra extracomunitari sfociate anche in episodi di sangue, nonché del ripetersi di schiamazzi ed altri comportamenti disturbanti posti in essere – in particolare nella stagione estiva - dai frequentatori di locali gestiti da extracomunitari. PROBLEMATICHE DI SICUREZZA STRADALE Dall’analisi del complesso di informazioni ricavabili dalle varie “fonti” che fanno riferimento alla realtà cittadina (Stampa locale, TV locali, Uffici Comunali e Circoscrizionali per le relazioni con il pubblico, Difensore civico comunale, Prefettura) e delle segnalazioni che pervengono al Comando di Polizia Municipale, emerge che una vasta area di cittadini livornesi indica le problematiche connesse alla sicurezza della circolazione stradale tra le cause “non criminali” che maggiormente alimentano la percezione di insicurezza o comunque di disagio.Tale aspetto risulta confermato anche: dalla Ricerca svolta dalla Provincia di Livorno in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pisa “Adulti a Livorno” pubblicata nel 2003 (cfr. Cap. 5, Tabella 8: “traffico e caos stradale” 45,8%). Un riscontro oggettivo delle problematiche sopra indicate si ricava dai dati relativi agli incidenti stradali rilevati dalla Polizia Municipale di Livorno; il fenomeno degli incidenti stradali si mantiene numericamente alto (anche rispetto ad altre città medio-grandi italiane) e sostanzialmente costante, nonostante il rafforzamento dell’attività di controllo da parte della Polizia Municipale: Incidenti rilevati 2.142 Incidenti con feriti 1.211 Incidenti mortali anno 2002 n. 2.486 anno 2003 n. 2.517 n. 1.281 n. 1.455 n. 10 n. 11 anno 2004 n. 2.328 anno 2005 n. 2.459 n. 1.277 n. 7 anno 2006 anno 2007 n. 2.177 n. n. 1.308 n. 7 n. 1.276 n. 15 n. n. 10 Tra i vari elementi significativi evidenziati nella ricerca, risulta confermato l’elevato numero di incidenti stradali con feriti con il coinvolgimento di ciclomotori (tipologia di veicoli particolarmente diffusa tra i minori) e pedoni. C) Sintesi delle azioni ed interventi attivati in materia di sicurezza Con il Progetto Città Sicura viene confermata ed ulteriormente sviluppata la scelta di fondo di attuare politiche per la sicurezza dei cittadini mediante un sistema integrato di azioni e di interventi di rafforzamento della prevenzione sociale e situazionale; e proprio per questo, nella valutazione e nella scelta dei nuovi interventi con cui implementare il Progetto ai sensi della L.R. n. 38/2001 (si fa rinvio all’Allegato 1. Elenco interventi Progetto Città Sicura 2008-2009, allegato alla delibera GC n. 258 del 14 luglio 2008), si è tenuto conto del complesso delle attività, dei servizi e degli interventi che il Comune, in stretta collaborazione con le cinque Circoscrizioni cittadine, ha attivato e sta attuando (ed a cui qui faremo solo alcuni cenni, per necessità di sintesi). PREVENZIONE GIOVANILE DEI FENOMENI DI INCIVILTA’, VANDALISMO E DEVIANZA A fronte della complessità delle problematiche sopra descritte, l’amministrazione comunale ha inteso sviluppare una risposta integrata, anche in collaborazione con altri enti ed istituzioni pubbliche, che si articola in una serie di azioni ed interventi, sia confermando ed implementando servizi ed attività già in essere, sia attivando nuove iniziative; in estrema sintesi, si segnalano in particolare: A fronte della complessità delle problematiche sopra descritte, l’amministrazione comunale ha inteso sviluppare una risposta integrata, anche in collaborazione con altri enti ed istituzioni pubbliche ed organizzazioni private, che si articola in una serie di azioni ed interventi, sia confermando ed implementando servizi ed attività già in essere, sia attivando nuove iniziative; in sintesi, si segnalano in particolare: - Controlli specifici e coordinati delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale, anche nelle ore notturne, anche con impiego di stazioni mobili e pattuglie automontate e motomontate; le azioni e gli interventi coordinati sono valutati e decisi nell’ambito di riunioni tecnico-operative settimanali cui partecipano i responsabili operativi delle Forze dell’ordine e della Polizia Municipale . In particolare sul Lungomare cittadino (intensamente frequentato dai giovani durante tutto l’anno e non solo nel periodo estivo), per rafforzare la prevenzione di comportamenti antisociali e facilitare i controlli, migliorando quindi le condizioni di sicurezza per gli utenti, oltre alla intensificazione della vigilanza interforze si è stabilito di procedere ad un potenziamento dell’illuminazione (v. intervento n. 11), congiuntamente a provvedimenti di divieto della circolazione veicolare nel tratto di controviale durante i week end, in orario notturno; è stato inoltre disposto con apposita ordinanza sindacale il divieto di vendita di alcolici da asporto in contenitori in vetro ed in lattine su tutto il lungomare per il periodo estivo. - Percorsi di educazione alla legalità e prevenzione del vandalismo, interventi per la promozione della crescita delle relazioni personali e di gruppo e lo sviluppo del vivere in comunità, in funzione di prevenzione e mediazione di conflitti sociali e culturali, che coinvolgono le scuole, i giovani e le famiglie, sono stati attivati in particolare a cura del Centro comunale Risorse Educative e Didattiche (C.R.E.D.) nell’ambito del programma complessivo “Scuola-Città”, del Centro comunale Infanzia, adolescenza e famiglie (C.I.A.F.), e delle Circoscrizioni. Nel Progetto Città Sicura 2008 sono compresi gli interventi: n. 3 “Le LIBER-Regole del bosco” – percorso di educazione alla legalità per alunni scuole elementari; 4 “InterSpazio” - percorso di educazione alla legalità per alunni scuole medie inferiori; 6 “Per le vie del mio quartiere” – laboratori di educazione alla legalità; 7 Insieme per una Città più Sicura; 12 Una città pulita è motivo di allegria: percorsi contro il vandalismo; 13 La Costituzione raccontata ai bambini: affermare e diffondere una cultura civica della legalità, della tolleranza, della serena convivenza civile; 14 “Insieme nella città”– progetto di educazione alla legalita”; 15 “Bulli e pupe” laboratorio per la prevenzione di comportamenti vessatori/violenti ; “Regole in …scena” progetto per lo sviluppo della consapevolezza della necessità delle regole, e della relazionalità nei figli e nei genitori. - Il Comune di Livorno, con i propri uffici e attraverso la Fondazione Teatro Goldoni e l’Azienda di trasporto locale, partecipa al "Progetto sulla Responsabilità” promosso dalla Questura di Livorno, di concerto con altre componenti istituzionali presenti sul territorio, e finalizzato ad affermare il principio della responsabilità in particolare nel mondo dei giovani. Fra le principali iniziative si evidenziano: 1"Percorrendo le strade della legalità" rivolto agli studenti medi e superiori sui temi legati alla realtà livornese che vengono affrontati attraverso incontri a bordo di un "Pullman" della locale azienda trasporti addobbato con una grafica pubblicizzante il progetto, che percorre le strade cittadine dirigendosi nei luoghi oggetto delle tematiche affrontate. 2 Incontro tra rappresentative studentesche delle province di Livorno ed Agrigento sul tema: "Mafia". 3 Protocollo d'intesa con la Fondazione Teatro Goldoni (che costituisce il principale riferimento culturale della città di Livorno e diverrà la sede stabile della celebrazione dell'Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato) per promuovere, nel corso del prossimo biennio, una serie di iniziative a carattere culturali rivolte ai giovani per esaltare la loro centralità nel contesto sociale. 4 Progetto indirizzato agli anziani, attraverso incontri in Centri per anziani con il Poliziotto di Quartiere, finalizzati, oltre che a far meglio conoscere il servizio, anche ad illustrare i reati di cui sono maggiormente oggetto e a dare loro elementi di autotutela. - - - Un ruolo essenziale nello sviluppo delle politiche integrate per la sicurezza rivolte ai minori ed alle famiglie viene svolto dal suddetto Centro Infanzia, adolescenza e famiglie (C.I.A.F.), in quanto anche sede di riferimento dell’Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni (Centro Giustizia Minorile di Firenze). Tra le varie azioni ed interventi promossi dal C.I.A.F. si evidenziano: l’implementazione dell’Osservatorio sulla dispersione scolastica in collaborazione con la Provincia di Livorno e gli altri soggetti istituzionali competenti; l’attività svolta in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto dal “Tavolo dei minori della Zona Nord”, in collaborazione con le Istituzioni scolastiche e la Circoscrizione 1; il rapporto di collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, cui è stato commissionato nell’anno in corso un approfondimento della ricerca “Crescere con fatica. Comportamenti, vissuti ed emozioni a rischio nel contesto scolastico” sui fenomeni del disagio relazionale e del bullismo. Tra gli interventi gestiti per il Comune dalla Istituzione per i Servizi alla Persona si evidenziano: I Centri di aggregazione giovanile - Sono attivi 3 centri dislocati sul territorio (di cui uno nel quartiere “Salviano” ed uno nel quartiere Nord “Shangay”) e gestiti mediante operatori specializzati, finalizzati a favorire rapporti di socializzazione positiva e relazione informale, mediante la partecipazione a laboratori e percorsi di espressività (musica, teatro, video, fotografia, ecc.). I “Sostegni Educativi Individuali” - interventi a carattere scolastico/ludici e ricreativi rivolti a minori a supporto di progetti socio educativi e finalizzati ad una interazione delle attività volte sia al superamento delle difficoltà del minore stesso (scolastiche e sociali) sia a supporto della funzione della genitorialità. L’animazione e la frequentazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini non solo produce sorveglianza spontanea, ma riduce in maniera sensibile spazi morti, nascosti, indefiniti dove il degrado ed i comportamenti antisociali tendono a concentrarsi; a tale riguardo si evidenziano le numerose iniziative culturali, ricreative, sportive, ecc. sviluppate dalle cinque circoscrizioni e finalizzate a coinvolgere la cittadinanza nel riappropriarsi del proprio territorio ed incrementare momenti di relazione sociale positiva. In questa annualità del Progetto si segnalano gli interventi n. 1, 6, 7 e 14. CONFLITTUALITA’ DEGRADATE NEGLI SPAZI PUBBLICI E QUARTIERI, AREE/STRUTTURE L’Amministrazione comunale, attraverso i propri uffici (Polizia Municipale, Ufficio Manutenzioni, Ufficio Ambiente, Servizi Sociali), le proprie Aziende di servizio (AAMPS, ASL) e in collaborazione con la Prefettura ha posto in essere una serie di interventi finalizzati alla individuazione sul territorio cittadino delle aree e degli edifici occupati abusivamente e ad affrontare le problematiche connesse per ripristinare le condizioni di sicurezza (allontanamento abusivi, chiusura accessi e finestre, ecc.), ma anche igienico-ambientali (pulizia, disinfestazione, rimozione rifiuti e veicoli abbandonati, ecc.). Per i senza fissa dimora gli operatori dei servizi sociali hanno proposto alloggio presso i centri comunali o convenzionati; a tale riguardo si segnala che il Comune di Livorno attraverso l’Istituzione per i servizi alla persona ha incrementato i servizi per l’emergenza abitativa con allestimento di un ulteriore centro di accoglienza ed ha implementato azioni finalizzate ad incrementare la conoscenza del “diverso” (in particolare i Rom) e a favorire percorsi di inserimento e la costruzione di relazioni sociali basati su un sistema di regole condivise. Inoltre il Comune di Livorno in collaborazione con le Circoscrizioni, con l’Azienda dei servizi ambientali AAMPS e con Ditte private specializzate, ha ulteriormente sviluppato lo specifico monitoraggio sul territorio cittadino mediante una “task force” coordinata dallo Staff di progetto “Città sicura” e dalla Polizia Municipale, per individuare le varie situazioni di degrado su cui intervenire in modo programmato e sistematico: rimozione dei rifiuti ingombranti e veicoli abbandonati su suolo pubblico (v. in questa annualità del Progetto, l’intervento n. 9), arredo urbano danneggiato, scritte e affissioni abusive, ecc. Anche le problematiche connesse al fenomeno dell’incremento della presenza di extracomunitari nel tessuto cittadino, come sopra specificato sono state affrontate di recente in varie sedi istituzionali e di confronto (Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, Consiglio Comunale e Commissioni Consiliari, Consigli Circoscrizionali aperti alla cittadinanza). Ne è scaturita l’organizzazione di un’attività di controllo coordinata da parte delle Forze dell’ordine e della Polizia Municipale, non limitata a blitz isolati e prevalentemente dimostrativi, diretta a contrastare i fenomeni di spaccio di stupefacenti, gli schiamazzi e gli altri comportamenti disturbanti, a verificare il rispetto delle normative nel settore commerciale e degli esercizi pubblici, ma anche il fenomeno degli affitti irregolari. Per altro verso, delle problematiche in questione sono stati interessati i vari servizi specifici rivolti agli extracomunitari che il Comune di Livorno ha istituito da tempo, anche in collaborazione con le associazioni del volontariato sociale, fra cui, in particolare: il Centro servizi “Oltrefrontiera”, finalizzato a prevenire l’emarginazione sociale ed a promuovere l’integrazione degli stranieri, anche mediante un servizio di primo orientamento nelle seguenti aree: consulenza legale, aiuto nella ricerca del lavoro, intermediazione immobiliare; il Ce.S.D.I. (Centro servizi donne immigrate), struttura polivalente costituita con il supporto dell’Istituzione per i Servizi alla persona da un gruppo di donne immigrate, le cui funzioni spaziano dalle più generali attività di aggregazione e di ascolto reciproco fino a quelle più specifiche relative ad interventi di consulenza, intermediazione culturale, accompagnamento nella ricerca del lavoro. E’ stata intensificata la collaborazione con la Consulta elettiva dei cittadini stranieri extraUE (istituita con deliberazione C.C. 23.7.2003, n. 137 ed effettivamente operante con l’inizio di questo mandato amministrativo). Come ulteriore sviluppo di questa risposta complessiva a carattere integrato, si segnala il progetto “Voglia di dialogo nel rione S.Andrea”, che ha portato all’apertura di un servizio di riferimento e mediazione nella zona in questione. Una serie di interventi coinvolgono direttamente numerose scuole cittadine di vario livello, fra cui si evidenziano la prosecuzione di: “Sguardi in ascolto” realizzato dal Centro Risorse Educative e Didattiche nelle scuole medie e superiori; “RAZZISTA IO?!?” promosso dalla Circoscrizione 2. INTERVENTI PER LA SICUREZZA STRADALE E POTENZIAMENTO DELLA POLIZIA MUNICIPALE Nel settore della sicurezza stradale si è inteso implementare il sistema integrato di interventi strutturali e di educazione-prevenzione-controllo-repressione, adottato come modello di azione dall’amministrazione comunale e costituente uno dei fondamentali settori di azione del Progetto Città Sicura. • Educazione stradale, prevenzione degli incidenti ed educazione alla guida sicura In questo ambito di azione si segnalano innanzitutto le varie attività di educazione stradale e di sensibilizzazione alla sicurezza stradale svolte dalla Polizia Municipale di Livorno: il programma di corsi svolti nelle scuole per il conseguimento del patentino per la guida dei ciclomotori coordinamento della Prefettura; il programma di educazione stradale attivato in collaborazione con l'Azienda USL 6 - Dipartimento Educazione alla Salute (attraverso la stipula di uno specifico protocollo d'intesa) in attuazione del quale è stata realizzata un' articolata serie di percorsi formativi ed iniziative presso le scuole cittadine, a partire dalle scuole d’infanzia fino alle superiori (interessando circa 3.000 alunni), che si è conclusa con la manifestazione “La settimana della sicurezza stradale”. A questo campo di azione è stata inoltre dedicata la Rassegna teatrale “Dicembre la scuola fa teatro” promossa dall’Ufficio Cultura e spettacolo; infatti il tema sul quale quest’anno le scuole sono state invitate a produrre un lavoro era rappresentato da una riflessione sull’educazione stradale dal titolo “www.sicurezza.it : e come dice il proverbio “chi va piano va sano (e sicuro) e va lontano”. Si segnala infine la manifestazione “Operazione vita, Rottama il tuo Padellino”. In tutte queste iniziative e manifestazioni è proseguita la diffusione della “Campagna di sensibilizzazione per l’uso del casco e la sicurezza stradale” (intervento n. 15 del Progetto Città Sicura annualità 2005). Il video “Non ci casco!” e lo spot connesso sono stati proiettati alla presenza di giovani, alunni ed insegnanti, cui sono stata distribuite anche numerose copie del DVD. • Interventi a tutela degli utenti deboli (pedoni anziani, bambini, portatori di handicap) Viene ulteriormente sviluppato uno dei fondamentali settori di azione del Progetto Città Sicura, quello volto a migliorare le condizioni di sicurezza della circolazione stradale intesa non solo come tutela della incolumità degli utenti della strada, ma in senso più ampio di estensione della libertà di movimento delle persone e quindi come strumento per garantire una città percepita come più fruibile e più vivibile (e pertanto più sicura) da parte dei cittadini, ed in particolare dai cosiddetti soggetti deboli (pedoni anziani, bambini, disabili). Tra gli interventi attuati con il progetto Città Sicura si segnalano: Anno 2001: Intervento n. 2.1 denominato:“Realizzazione itinerari protetti zona ospedale ed altre”; Intervento n. 5.1, anno 2001, “Vado a scuola a piedi”; anno 2002 Intervento n. 4, “Itinerari protetti per l’utenza debole”; anno 2004: intervento n. 1 denominato “Realizzazione di percorsi pedonali protetti per soggetti deboli: adeguamento fermate bus lungo i percorsi delle Linee 2-6-8R e attraversamento pedonale rialzato Via Don Bosco”; intervento n. 2 Messa in sicurezza dell’area di Viale Carducci/altezza Via della Meridiana; intervento n. 3 “Percorso protetto per ipovedenti e non vedenti dalle fermate-bus di Viale Italia alla sede della Circoscrizione 3”; anno 2006: intervento n. 10 “realizzazione di percorsi pedonali protetti per l’utenza debole in via della Bassata e via Lambruschini”; anno 2007: intervento n. 9 messa in sicurezza della circolazione veicolare e pedonale nel tratto del viale Italia antistante l’Accademia Navale; intervento n. 10 messa in sicurezza del passaggio pedonale in Piazza Mazzini lato ovest. Nell’anno 2008 l’amministrazione comunale ha previsto l’ulteriore sviluppo del Programma di abbattimento delle barriere architettoniche sulla viabilità. Al riguardo si segnala in particolare la progettazione di un intervento riguardante un tipo specifico di disabilità, quella visiva, particolarmente limitativo della libertà di movimento delle persone: è stato progettato infatti l’adeguamento con eliminazione delle barriere percettive dell'impianto semaforico di viale Carducci-viale I. Nievo. Occorre inoltre considerare che la insufficiente illuminazione stradale costituisce un elemento negativo per la sicurezza della circolazione stradale veicolare e pedonale (oltre che un ulteriore presupposto per la proliferazione di fenomeni criminosi). In quest’ottica si evidenziano gli interventi mirati di potenziamento dell’illuminazione pubblica in questa annualità del Progetto (v interventi n.5 e 11), che si inseriscono comunque in programma più ampio sviluppato dall’amministrazione comunale. • Attività di prevenzione e controllo Tra le azioni di prevenzione rivolte in particolare al fenomeno della guida sotto l’effetto dell’alcool e degli stupefacenti si sottolinea l’ulteriore sviluppo del Progetto “Occhio bimbi!”, organizzato in collaborazione tra il Comune di Livorno, il SERT dell’ASL n. 6 e due associazioni di volontariato; il progetto, consiste nell’attività di prevenzione (mediante test volontari) ed informazione sui comportamenti a rischio di incidente stradale legati all’uso di alcool e droghe, svolta da operatori professionali a bordo di un camper che si sposta presso discoteche e vari locali di ritrovo cittadini frequentati da giovani; ogni anno sono diverse migliaia i giovani che entrano in contatto con gli operatori del camper del Progetto.Tale settore di intervento risulta inoltre potenziato dall’integrazione della strumentazione in dotazione alla Polizia Municipale con tre nuovi etilometri “precursori” ( v. Progetto Città sicura 2007, intervento n. 7) che consentono di sottoporre i conducenti di veicoli ad accertamenti qualitativi non invasivi, anche al di fuori dei casi di incidente stradale o evidente stato di ebbrezza del conducente, in conformità alle recenti modifiche dell’art. 186 comma 3 del Codice della Strada; tale strumentazione può quindi essere utilizzata in modo diffuso, anche in azioni programmate per il contrasto del fenomeno delle “stragi del sabato sera”. La Polizia Municipale nel corso del 2007 ha accertato e contestato n° 28 infrazioni per guida sotto l’effetto di alcool e stupefacenti. Per aumentare l’efficacia dell’attività di prevenzione e controllo sui comportamenti pericolosi per la sicurezza stradale, e più in generale dei servizi svolti sul territorio dalla Polizia Municipale, nel Progetto Città Sicura 2008 sono previsti due interventi di potenziamento delle dotazioni tecniche e strumentali della Polizia Municipale: l’acquisto di un Sistema fotogrammetrico digitale di rilevamento degli incidenti stradali (v. intervento n. 8) che elimina la necessità di rilievo di misure a terra da parte degli agenti, per cui i tempi di rilievo di un sinistro e del ripristino della circolazione si riducono notevolmente, aumentando sia la sicurezza stradale che la sicurezza e il potenziale operativo delle pattuglie; il potenziamento del parco veicoli della Polizia Municipale con l’acquisto di una nuova Unità Mobile - una prima Unità Mobile era già stata acquistata con l’intervento n. 13 del Progetto Città Sicura-annualità 2006 - che consente il pieno e costante impiego di tale tipologia di veicolo in entrambe le attività operative specifiche: servizi di prevenzione nelle aree mercatali e nei quartieri della città (come punto di ascolto e per ricevere denunce di scippi e borseggi); servizi di pronto intervento ed infortunistica stradale. In tale ottica si evidenzia infine che il Corpo di Polizia Municipale è impegnato in un progetto complessivo denominato “Miglioramento qualitativo dei servizi della Polizia Municipale” a cui si è accompagnata anche una riorganizzazione complessiva del Corpo, con potenziamento dei Nuclei operativi dedicati ai controlli di polizia stradale e pronto intervento, e attivazione di altri Nuclei operativi che svolgono invece servizio prevalentemente a piedi, in modo da incrementare, anche nella percezione diffusa, la vicinanza al cittadino. 5. Urbanistica e sicurezza urbana Lo studio sulla relazione tra la struttura dell’ambiente urbano e la sicurezza è stato sviluppato in particolare nell’ambito dell’approccio alla prevenzione della criminalità, che prende il nome di CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design), per il quale - in estrema sintesi nella complessa serie di fattori che incidono sulla sicurezza nelle città, rientrano anche il modo in cui le città sono pianificate, progettate e costruite, il modo in cui le persone si identificano nell’ambiente in cui vivono e il modo in cui gli spazi urbani sono curati e gestiti; la pianificazione, la progettazione e la manutenzione degli spazi urbani possono quindi contribuire in modo rilevante alla sicurezza delle città, oggettiva e percepita. Questa impostazione scientifica trova un primo riferimento nell’opera dell’antropologa Jane Jacobs (nel suo famoso libro “Vita e morte delle grandi città” - Death and Life of Great American Cities pubblicato nel 1961) e poi di Oscar Newman, Professore di architettura alla Columbia University (che nel 1972 pubblica “Spazio difendibile" - Defensible Space, crime prevention through urban design); viene quindi sostenuta negli Stati Uniti da autorevoli istituti quali il Dipartimento della Giustizia e il Dipartimento per l’edilizia popolare e lo sviluppo urbano, e produce, negli anni ’80 e ’90, una serie di interessanti sperimentazioni in tutto il paese. Successivamente anche in Europa l’approccio del “Crime prevention through environmental design” viene riconosciuto ufficialmente come utile e necessario tra le strategie possibili per la sicurezza e la prevenzione della criminalità. Nel 2001, il Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’Unione Europea, nelle conclusioni di una conferenza di esperti UE, dichiara che tale approccio “ha dimostrato essere una strategia efficace, molto concreta e fattibile per prevenire il crimine e la sensazione di insicurezza, che va integrata in un approccio multidisciplinare. Esperienze di buone pratiche su CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design) e DOC (Designing out Crime) dovrebbero essere raccolte, valutate e disseminate tra i portatori di interesse. Questo processo dovrebbe utilizzare una comune griglia concettuale di riferimento e dovrebbe definire principi che possano essere trasferiti da una realtà all’altra.”12 Dando seguito a questa raccomandazione, il Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN) ha avviato un gruppo di lavoro internazionale, per stabilire criteri di “Prevenzione della criminalità attraverso la pianificazione urbana e la progettazione degli edifici”, allo scopo di fornire a tutti i paesi l’opportunità di mettere a confronto le diverse esperienze, ed orientare la loro azione armonizzando le procedure. 12 Towards a knowledge based strategy to crime prevention, Sundsvall, Sweden, 21-23 February 2001 L’attività del gruppo di lavoro “Prevention of Crime by Urban Planning” si è chiusa nel 2006 con l’emanazione del Technical Report TC 14383-2, che è stato adottato dal CEN nel 2007. Il documento ha lo status di “Technical Report” (manuale di buone pratiche), dunque è da intendere come supporto per buone pratiche e non quale standard dalla portata vincolante. Il Technical Report si basa su due concetti fondamentali: 1. la progettazione urbana ha un impatto sulla criminalità e sulla paura della criminalità; 2. i criteri di prevenzione della criminalità si devono applicare ai diversi livelli e alle diverse scale della progettazione: la città nel suo insieme, le infrastrutture, il disegno urbano, gli spazi pubblici, la gestione. Quale contributo derivante dall’impostazione scientifica sopra evidenziata, si allega a questa relazione la pubblicazione dal titolo “Pianificazione, Disegno Urbano, Gestione degli spazi per la sicurezza - Manuale” (e relativo CD), che costituisce un documento esplicativo del suddetto Technical Report TC 14383-2 “Prevenzione della criminalità attraverso la pianificazione urbana”, ed è il risultato finale del progetto denominato SAFEPOLIS coordinato dal Laboratorio Qualità Urbana e Sicurezza del Politecnico di Milano in collaborazione con la Mission Etudes Sécurité de l'Institut d'aménagement et d'urbanisme de la région d'Ile-de-France e i Servizi Politiche per la sicurezza e Riqualificazione Urbana della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del programma europeo AGIS; una particolare attenzione agli sviluppi del progetto ed alla sua diffusione è stata prestata da parte del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana. ************** *************** ************** ********* ALLEGATO 1. ELENCO INTERVENTI PROGETTO CITTÀ SICURA 2008-2009; (vedi ALLEGATO DELIBERA GC n. 258 del 14 LUGLIO 2008) 1) Animazione e vigilanza parchi Circoscrizione 1 Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 1 2) Messa in sicurezza attraversamenti pedonali in Via L. Russo Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 1 3) “Le LIBER-Regole del bosco” – percorso di educazione alla legalità per alunni scuole elementari Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 2 4) “InterSpazio” - percorso di educazione alla legalità per alunni scuole medie inferiori Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 2 5) Potenziamento dell’illuminazione pubblica in via della Bassata Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 3 6) “Per le vie del mio quartiere” – laboratori di educazione alla legalità Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 4 7) Insieme per una Città più Sicura Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Circoscrizione 5 8) Acquisto di un Sistema fotogrammetrico digitale di rilevamento degli incidenti stradali per la Polizia Municipale Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Polizia Municipale 9) Vigilanza ambientale e rimozione veicoli fuori uso abbandonati sul suolo pubblico Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Polizia Municipale 10) Potenziamento parco veicoli in dotazione alla polizia municipale – acquisto Unità Mobile Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Polizia Municipale 11) Potenziamento illuminazione pubblica di un tratto del controviale del viale Italia e di un passaggio pedonale sul Viale Italia Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: U.Org,va Urbanizzazioni 12) Una città pulita è motivo di allegria: percorsi contro il vandalismo Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: U. Org.va Servizi Bibliotecari, museali e culturali 13) La Costituzione raccontata ai bambini: affermare e diffondere una cultura civica della legalità, della tolleranza, della serena convivenza civile. Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Supporto Difensore Civico 14) “Insieme nella città”– progetto di educazione alla legalita’ Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: Centro Risorse educative didattiche CRED “Il satellite” 15) “Bulli e pupe” laboratorio per la prevenzione di comportamenti vessatori/violenti Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: C.I.A.F. (Centro, Infanzia, Adolescenza, Famiglie) “Edda Fagni” 16) “Regole in …scena” progetto per lo sviluppo della consapevolezza della necessità delle regole, e della relazionalità nei figli e nei genitori Struttura dell’ente individuata quale principale responsabile dell’intervento: C.I.A.F. (Centro, Infanzia, Adolescenza, Famiglie) “Edda Fagni” ALLEGATO 2. INFORMAZIONI SULLA STRUTTURA DI POLIZIA MUNICIPALE DEL Comune di Livorno (Quanto segue deve intendersi riferito alla data del 01/03/2009) 1) Caratteristiche organizzative della struttura e dell’attività: 1.1 organizzazione: Corpo di Polizia Municipale 1.2 sede: Comando centrale, Piazza del Municipio n. 50 1.3 sedi decentrate sul territorio: n. 7 1.4 la struttura è articolata in Unità operative e Uffici (descrizione): Strutture decentrate: n. 5 unità operative circoscrizionali con un proprio territorio di competenza, n. 2 unità operative Pronto Intervento (NOPS e NOPI), Autoreparto - depositeria. Uffici Interni: U.Violazioni Amm.ve, controllo telecamere e veicoli rimossi, Uff. Supporto Unità Organizzativa, U. Personale e Gestione Servizi, U. Economato, Formazione e gestione P.E.G., U.Coord. Servizi Speciali, U. Incidenti, U. PG/Ambiente, U.Controllo Edilizia, U. Controllo Commercio, U. Contenzioso, U. Formazione Ruolo, U. Centrale Operativa 1.5 numero complessivo degli operatori di polizia municipale: in servizio categoria C categoria D 174 22 con funzioni porto donne di p.s. dell’arma 173 173 83 22 22 3 uomini 91 19 dotazione organica prevista 180 27 dirigenti totali 1.6 1 197 1 196 1 196 86 1 111 1 208 personale amministrativo inquadrate nella struttura13: n. 23 unità 1.7 ausiliari del traffico: n .4 1.8 giorni di servizio settimanali: 7; turni di presidio territoriale giornaliero effettuati ordinariamente: 4, per complessive N° 24 ore di presidio sull’arco delle 24 ore; in orario 20-02 sono in servizio n. 2 pattuglie (6 operatori); in orario 02-08: n. 1 pattuglia (3 operatori). Centrale operativa, attiva H24 1.9 attività svolte in collaborazione e/o in coordinamento con le altre forze di polizia (descrizione): Manifestazioni sportive, politiche, culturali ed eventi speciali (visita autorità, celebrazioni ricorrenze ecc.) Controllo congiunto di particolari zone della città Controllo demanio marittimo con Capitaneria di Porto 2) dotazioni tecniche della struttura: 2.1 Centrale operativa, attiva H24 2.2 la centrale operativa gestisce un sistema di videosorveglianza 2.3 le telecamere dislocate sul territorio sono: n. 9 2.4 il sistema di videosorveglianza è destinato a: controllo circolazione stradale/traffico SI prevenzione/repressione reati SI prevenzione atti vandalici SI 2.5 veicoli a disposizione del Corpo di Polizia Municipale : velocipedi n. 2 motoveicoli n. (di cui 15 scooter) 51 autovetture n. 36 uffici mobili 1 Imbarcazione 1 2.6 le sanzioni amministrative vengono gestite con procedure informatizzate 2.7 le altre procedure d’ufficio che utilizzano sistemi informatici sono le seguenti: Gestione del personale; protocollo; vari database di archivio (Polizia Giudiziaria, Incidenti, controllo commercio, centrale operativa, controllo abusi edilizi) 3) altre dotazioni disponibili: 13 Si intende il personale di supporto non facente parte della polizia municipale. 3.1 la struttura è dotata di: strumenti rilevazione velocità fissi n. strumenti rilevazione velocità mobili n. sistemi per rilevazione incidenti stradali n. etilometri n. (di cui 3 pre-test) opacimetri n. fonometri n. apparecchi radio n. telefoni cellulari n. palmari n. defibrillatori n. 0 3 0 5 1 122 6 60 3 ALLEGATO 3. RIFERIMENTI NORMATIVI FONTI STATALI (in ordine cronologico) • • • • • • R.D. 31 agosto 1907, n. 690 “Approvazione del Testo unico della legge sugli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza” R.D. 4 febbraio 1915, n. 148 “Approvazione del Testo unico delle leggi comunali e provinciali” (abrogato) R.D. 18 giugno 1931, n. 773 “Approvazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza” R.D. 3 marzo 1934, n. 334 “Approvazione del Testo unico delle leggi comunali e provinciali” (abrogato) R.D. 14 giugno 1934, n. 1169 “Approvazione del regolamento organico per l’arma dei carabinieri Reali” R.D. 6 maggio 1940, n. 635 “Regolamento per l’esecuzione del t.u. 18 giugno 1931, n. 773, delle leggi di pubblica sicurezza” • Costituzione della Repubblica Italiana (artt. ) • • • • L. 1 aprile 1981, n. 121 “Nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza” L. 7 marzo 1986, n. 65 “Legge-quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale” L. 8 giugno 1990, n.142 “Nuovo ordinamento degli enti locali” (abrogata dal D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267) L. 25 marzo 1993, n. 81 “Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del consiglio comunale e del consiglio provinciale” • L. 15 marzo 1997, n. 59 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa” • • • • • • • • • D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59” D.Lgs. 27 luglio 1999, n. 279 “Disposizioni integrative del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in materia di composizione e funzionamento del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica” D.P.C.M. 12 settembre 2000, recante individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative, da trasferire alle regioni ed agli enti locali per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di polizia amministrativa. D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” L. 26 marzo 2001, n. 128 “Interventi legislativi in materia di tutela della sicurezza dei cittadini” L. costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione” L. 5 giugno 2003, n. 131 “Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3” Decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92 convertito con la legge di conversione 24 luglio 2008, n. 125 Decreto Min. dell'Interno 5 agosto 2008, “Incolumità pubblica e sicurezza urbana: definizione e ambiti di applicazione.” FONTI REGIONALI • L.R. Toscana 16 agosto 2001 n.38, Interventi regionali a favore delle politiche locali per la sicurezza della comunità toscana. • L.R. Toscana 3 aprile 2006, n. 12, Norme in materia di polizia comunale e provinciale. ALLEGATO 4. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO AA.VV. 2002 Università, ricerca, amministrazioni locali e regioni. Migliorare la sicurezza nelle città, Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, Bologna. AMENDOLA, G. 2003a (a cura di), Una città senza paure, Firenze, Comune Network. 2003b (a cura di), Il governo della città sicura. Politiche, esperienze e luoghi comuni, Napoli, Liguori. 2008 (a cura di), “Città, criminalità, paure”, Napoli, Liguori ANCI, UPI e CONFERENZA DELLE REGIONI 2003 Disposizioni per il coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale, e per la realizzazione di politiche integrate di sicurezza, in “Quaderni di Città sicure”, 28, pp. 243-257. BARBAGLI, M. 1999 (a cura di) Egregio Signor Sindaco. Lettere dei cittadini e risposta dell’istituzione sui problemi della sicurezza, Bologna, Il Mulino. BAUMAN, Z. 1999 La società dell’incertezza, Bologna, Il Mulino. 2003 Voglia di comunità, Bari, Laterza. 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E KELLING G.L., 1982 “Broken Windows: the Policy And Neighbourhood Safety”, The Atlantic Monthly 243, 2936, ALLEGATO 5. “Pianificazione, Disegno Urbano, Gestione degli spazi per la sicurezza” - Manuale e relativo CD (consegnati a mano).