L’SF6 (ESAFLUORURO DI ZOLFO) SETTORE ELETTRICO Sin dalla fine dell’Ottocento, grazie alle corrette intuizioni dello scienziato svedese Arrhenius, si capì che c’era una correlazione tra la CO2 prodotta dalla combustione dei combustibili fossili e l’aumento del riscaldamento globale terrestre ma solo un secolo dopo si arrivò, con il protocollo di Kyoto (11 dicembre 1997) sottoscritto da 160 Paesi (responsabili del 61,6% delle emissioni totali di gas serra) ed entrato in vigore nel 2005, ad un impegno complessivo per ridurre il riscaldamento globale terrestre. Il trattato prevede per i Paesi industrializzati l’impegno a ridurre le emissioni dei “gas serra” -anidride carbonica (CO2), ossido di carbonio (N2O), metano (CH4), fluoro-carburi (HFC e PFC) ed esafluoruro di zolfo (SF6) - in una misura non inferiore al 5,2% nel periodo 2008-12 rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato “anno base”. Per quanto riguarda il settore elettrico, il gas serra di maggiore interesse e sul quale si sono concentrati gli sforzi per ridurne le emissioni è l’esafluoruro di zolfo (SF6), largamente utilizzato sin dagli Anni ’60, che ha un potenziale di riscaldamento di circa 22 volte superiore a quello dell’anidride carbonica e un tempo di semivita in atmosfera pari 3.600 anni rispetto ai circa 100 anni della CO2. A fronte di questi dati va evidenziato che, in termini assoluti, il contributo dovuto alle emissioni di SF6 utilizzato negli apparati elettrici è stato stimato (EEA 2004) essere pari allo 0,05% del totale dei gas serra (2,9 milioni di tonnellate di CO2 equivalente rispetto ad un totale di 4.850 milioni di t) e, in ogni caso, le azioni correttive messe in atto nel periodo 1995-2004 ne hanno già garantito una riduzione di circa il 40%. Questi valori, già di per sé non critici, non tengono conto del fatto che l’uso dell’SF6 negli apparati elettrici, soprattutto in alta tensione e nella trasmissione, ha consentito e consente una riduzione delle perdite in rete il che significa meno emissioni di CO2 equivalente per la riduzione dei consumi di combustibili fossili. Quest’ultimo dato fa sì che si possa ritenere marginale il problema delle emissioni di SF6 legate al settore elettrico.