Pannelli solari nei nuclei storici

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Linee guida
Pannelli solari nei nuclei storici
Criteri di posa
e di valutazione paesaggistica
Febbraio 2010
Dipartimento del territorio
Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità
1 Sezione dello sviluppo territoriale
Ufficio della natura e del paesaggio
Commissione del paesaggio
Editore:
Dipartimento del territorio
Autore:
Ufficio della natura e del paesaggio
Commissione del paesaggio
Per ulteriori informazioni
Ufficio della natura e del paesaggio,
viale Stefano Franscini 17, 6500 Bellinzona
tel. +41 91 814 37 67, fax +41 91 814 44 43
e-mail [email protected]
La direttiva può essere scaricata al seguente indirizzo:
www.ti.ch/direttive
Iconografia e Fotografie
Fonte (quando non segnalato):
Sezione dello sviluppo territoriale
Altre fonti:
punti 3.1.a / 3.2.a / 3.5.a : ISAAC
punto 3.5.b : SSES
pag. 8 impianto di Coldrerio: C. Crivelli
Stampa
Tipografia Torriani SA,
6500 Bellinzona
Tiratura
1’000 copie
Finito di stampare nel mese di febbraio 2010
© Dipartimento del territorio, 2010
Indice principale
Premessa
5
1
I nuclei storici e il valore della testimonianza
6
2
Criteri generali
7
3
Criteri specifici d’integrazione
9
3.1) La posizione dei pannelli
9
3.2) La complanarità tra la falda ed il pannello
9
4
3.3) La forma rettangolare e pannelli raggruppati
10
3.4) Il rispetto delle proporzioni
10
3.5) La cura nei dettagli degli elementi tecnici di raccordo
10
3.6) Il colore
11
Documentazione per la domanda di costruzione
11
4
Premessa
Foto aerea di Meride,
villaggio iscritto all’ISOS.
È nell’interesse della nostra società ridurre l’utilizzo delle energie fossili e, con ciò,
contribuire attivamente alla riduzione della produzione di CO2. Il diffondersi di
tecnologie atte a captare l’energia solare è dunque un fatto senza dubbio positivo, da
incentivare, ancor più in un Cantone che dal profilo climatico gode di condizioni
d’insolazione del tutto favorevoli.
La posa di pannelli solari termici e fotovoltaici è tuttavia suscettibile di modificare in
modo significativo il nostro paesaggio, soprattutto in quelle sue componenti
antropiche che presentano contenuti di particolare valore storico-monumentale.
Occorre infatti ricordare che la tutela del paesaggio e dei beni culturali persegue
anch’essa un obiettivo di carattere pubblico: quello di conservare, per noi e per le
future generazioni, le testimonianze materiali della nostra cultura nel tempo e dei
valori ad essa associati. Tali valori sono d’altra parte riconosciuti anche a livello
giuridico come elementi di ponderazione nelle procedure di autorizzazione di questi
impianti che, globalmente, vanno di certo promossi in modo convinto.
Il rispetto del nostro patrimonio storico, la tutela del paesaggio e l’uso di energie
rinnovabili possono e devono essere conciliati, anche in contesti particolari come i
nuclei dei nostri paesi. È necessario dunque elaborare delle strategie articolate che,
globalmente, evitino facili semplificazioni e inutili estremismi, permettendo così di
perseguire entrambi gli obiettivi, senza che l’uno o l’altro debba essere sacrificato. In
ogni caso la politica cantonale di sostegno alle energie rinnovabili non viene di certo
pregiudicata dalle esigenze di rispetto del patrimonio monumentale e paesaggistico,
che, nel suo insieme, interessa una superficie alquanto esigua del nostro territorio.
Allo scopo di conservare le specificità dei nuclei ma, parimenti, di sostenere l’uso di
energie rinnovabili, sono state dunque elaborate queste linee guida. Esse prendono
spunto da un rapporto elaborato nel 2008 dalla SUPSI (ISAAC, Istituto di Sostenibilità
applicata all’Ambiente Costruito) su mandato dell’Ufficio natura e paesaggio. Nel
contempo intendono fornire un contributo all’applicazione delle normative di legge
che, nel promuovere l’installazione di impianti solari, richiamano l’irrinunciabilità di
una loro corretta integrazione nel costruito, nonché l’obbligo di non pregiudicare il
patrimonio monumentale del nostro paesaggio.
Le linee guida sono infine uno strumento d’aiuto a proprietari, progettisti e
installatori di pannelli, affinché possano sviluppare dei progetti in sintonia con gli
obbiettivi di carattere storico, culturale e architettonico che il legislatore si è posto a
tutela dei nostri nuclei.
I nuclei storici e il valore della testimonianza
Lo sviluppo territoriale nel nostro Cantone ha subito un’importante accelerazione
nella metà del secolo passato. La straordinaria evoluzione economica e sociale
avvenuta in quegli anni ha traghettato il Ticino da una società prevalentemente rurale
ad una società del tutto diversa, caratterizzata per lo più dalle attività del terziario. In
questa veloce trasformazione, ai nuclei storici vennero ben presto riconosciuti dei
valori di testimonianza materiale di una cultura che stava scomparendo e che, in
quanto minacciata, andava preservata quale segno tangibile delle nostre radici e delle
nostre tradizioni.
Con questi presupposti, da allora, il Cantone, i Comuni e i patriziati si impegnano nel
conservare il patrimonio edilizio dei nostri nuclei. Una scelta, quella della
conservazione, non finalizzata a fermare il tempo, ma ad orientare lo sviluppo futuro
di questi insediamenti – che sono vivi e abitati – nel pieno rispetto delle caratte ristiche che li costituiscono: la densità edilizia, i volumi, gli spazi comuni, il ritmo delle
costruzioni, l’unità dei materiali, l’intrecciarsi dei percorsi ecc. Ogni abitante di un
nucleo storico è co-attore nel delicato lavoro di rispetto e di evoluzione del contesto
in cui vive. Spesso, dunque, l’intervento del privato sul proprio edificio diventa
facilmente un fatto pubblico, che ha delle conseguenze per tutti: positive, quando
esso è coerente con i valori del nucleo, negative quando questi sono disattesi. Da
queste considerazioni nasce l’importanza di agire, a fronte di nuove esigenze quali
l’approvvigionamento di energie rinnovabili, con la dovuta attenzione verso un
patrimonio collettivo che merita di essere rispettato.
1.
Veduta di Roseto,
Valle Bavona
6
2.
Criteri generali
Il valore architettonico del disegno dei tetti dei nuclei e la loro rilevanza nel paesaggio
sono particolarmente importanti nel Cantone Ticino, la cui morfologia segnata da valli,
colline e monti li rende spesso visibili nel paesaggio. La “quinta facciata” degli edifici, il
tetto, è un bene di grande importanza che occorre salvaguardare e valorizzare.
La posa di pannelli solari è quindi particolarmente problematica su:
- singoli edifici di particolare valore storico-architettonico e monumenti storici (edifici
e zone di rispetto);
- nuclei storici che presentano un’immagine dei tetti particolarmente intatta, alla
quale corrisponde un valore monumentale e paesaggistico d’importanza cantonale
o nazionale.
Alcuni nuclei hanno un valore così straordinario per il loro carattere monumentale e
paesaggistico – dovuto all’integrità che ancora presentano – che meritano di essere
rigorosamente preservati nel loro stato attuale. In tali casi la salvaguardia deve essere
rigorosa: si pensi a Bordei, a Brontallo, Linescio o Bosco Gurin dove il nucleo è
caratterizzato in modo determinante dall’uniformità dei tetti in piode che conferiscono
a questi villaggi un aspetto unico. Ma anche a nuclei che, per posizione e valore
simbolico, sono ormai parte del nostro patrimonio collettivo: Gandria, Meride e
Morcote, per citare alcuni esempi.
In questi casi la posa di pannelli solari resta un intervento di principio pregiudizievole.
Bosco Gurin, villaggio ISOS d’importanza
nazionale, è un esempio di un nucleo che,
per il valore complessivo presentato, è
inadatto ad accogliere la posa di pannelli
solari. Il valore monumentale ne verrebbe
infatti pregiudicato.
La posa di pannelli solari mal si concilierebbe con i valori monumentali di Gandria,
ISOS nazionale, insediamento simbolo del
paesaggio lacustre del Ceresio.
L’inventario degli insediamenti d’interesse nazionale (ISOS), consultabile presso il sito
http://www.isos.ch/it/, rappresenta il principale strumento per l’identificazione dei nuclei
di elevato pregio monumentale e paesaggistico. Ogni oggetto iscritto nell’inventario va
tuttavia ulteriormente valutato in relazione al potenziale effetto pregiudizievole che
l’intervento potrebbe provocare. Tale valutazione avviene, da parte dell’autorità
cantonale, sia nell’ambito delle procedure pianificatorie sia in quelle, caso per caso,
legate alle singole domande di costruzione.
La posa di pannelli risulta inoltre particolarmente delicata quando:
- il tetto è molto visibile e prominente, ossia quando è posto in una posizione
privilegiata nel paesaggio;
- il tetto è molto visibile da uno spazio pubblico interno al nucleo, come una piazza o
una strada, di cui costituisce una scenografia importante;
7
- il tetto appartiene ad una parte unitaria del nucleo (per esempio nelle città);
- il tetto è posto su di un edificio basso, molto visibile dalle abitazioni vicine;
- le dimensioni della falda del tetto sono inadeguate per contenere in modo
equilibrato la superficie di pannelli necessari.
Nell’affrontare situazioni delicate è opportuno a volte ricercare soluzioni alternative, che
possono rivelarsi interessanti dal punto di vista economico, da quello architettonico e da
quello paesaggistico. Una possibilità è quella di realizzare impianti di produzione di
energia (termica o elettrica) decentralizzati rispetto alle aree sensibili, utilizzando come
supporto edifici pubblici nuovi o esistenti. L’energia così prodotta va poi veicolata verso
i comparti sensibili mediante una rete di teleriscaldamento. Un’altra soluzione può
essere quella di utilizzare costruzioni accessorie, come nel caso di Bordei, nucleo che ha
saputo preservare la sua integrità pur introducendo un elemento di modernità come un
impianto fotovoltaico a sostituzione della copertura di una legnaia periferica.
Citiamo quale altro esempio Coldrerio, la cui Municipalità ha installato un impianto
fotovoltaico sul tetto della cancelleria immettendo in rete la corrente elettrica così
ottenuta. L’impianto assume una valenza dimostrativa e didattica essendo visibile dalle
finestre dell’attigua scuola. Un altro edificio pubblico, la palestra, funge da supporto ai
pannelli solari termici che sopperiscono al fabbisogno di acqua calda del centro sportivo.
Questi interventi non sono stati eseguiti appositamente per salvaguardare il nucleo ma
illustrano ugualmente la possibilità di sfruttare superfici pubbliche meno pregiate come
supporto per la produzione di interessanti quantità di energia, eventualmente da
destinarsi ad abitazioni che non possono munire i propri tetti di tali tecnologie.
Impianto fotovoltaico sulla
Cancelleria di Coldrerio.
Veduta di Bordei (Palagnedra,
Centovalli), nucleo ISOS.
8
3.
Criteri specifici d’integrazione
Nei numerosi casi in cui la posa di pannelli solari non pregiudica, di principio, il valore
monumentale e storico dei nuclei, occorre promuovere interventi che, dal profilo
architettonico, siano particolarmente curati.
Di seguito sono elencati i criteri di progettazione e di valutazione specifici, atti a
garantire un inserimento armonioso e ordinato dei pannelli nei nuclei storici.
Il rispetto di tali criteri anche nelle altre zone edificabili porta indubbiamente a risultati
esteticamente apprezzabili.
3.1 La posizione dei pannelli
I pannelli solari possono essere posati solo sui tetti degli edifici, siano essi principali o
annessi. Essi non possono venire posati sulle facciate: queste ultime in genere sono
poco adatte ad accogliere i pannelli, ad eccezione di quelle rivolte a sud sul limite del
nucleo. In questi casi, tuttavia, un’integrazione adeguata non è possibile a fronte del
grave impatto sulla qualità storica e architettonica degli edifici, nonché sul paesaggio.
I pannelli devono essere inseriti o appoggiati sul tetto rispettando gli elementi che
conferiscono allo stabile l’individualità della sua forma e del suo carattere
architettonico, in particolare le linee che disegnano il contorno della costruzione –
colmo, cantonali, gronde – nonché i comignoli e i lucernari.
I moduli non devono superare i limiti dati
dalle linee che delimitano la forma del
tetto (gronda, colmo, ecc). In questo caso
i moduli fotovoltaici conferiscono al tetto
una forma irregolare.
L’inserimento di un pannello dalle
dimensioni regolari e ridotte permette
la leggibilità del tetto a quattro falde.
3.2 La complanarità tra la falda ed il pannello
I pannelli possono essere integrati nella falda oppure poggiare direttamente sopra la
copertura del tetto. In questi casi devono presentare la stessa pendenza della falda,
senza strutture di appoggio visibili.
Dalle analisi effettuate emerge come nella nostra regione, sui tetti ben esposti
all’insolamento, i pannelli possono avere la stessa pendenza e lo stesso orientamento
della falda del tetto senza significative perdite di rendimento dovute alle diverse
inclinazioni.
I collettori sono stati montati senza valutare
l’architettura e l’aspetto del tetto. Una modifica dell’angolazione ottimale non avrebbe
avuto un grande influsso sulla produzione.
È possibile nascondere le condutture.
Un pannello solare che rispetta
l’inclinazione e l’orientamento della falda
ha un aspetto più equilibrato e naturale.
9
3.3 La forma rettangolare e i pannelli raggruppati
I pannelli nel loro insieme devono formare una superficie regolare, generalmente rettangolare. Sullo stesso tetto non è inoltre ammesso scorporare i pannelli in più gruppi.
La presenza di due gruppi di pannelli
conferisce un aspetto casuale, disordinato
e poco armonioso alla copertura.
Un solo pannello rettangolare e per
di più integrato non pregiudica il disegno
del tetto.
3.4 Il rispetto delle proporzioni
I pannelli devono essere inseriti sul tetto in modo attento alle proporzioni della falda.
Per ottenere un buon inserimento, è importante che la superficie coperta non
diventi l’elemento predominante. Almeno il 60% della superficie delle singole
falde deve presentare la copertura d’origine.
La superficie dei pannelli si sostituisce
in modo eccessivo alla copertura
originaria del tetto. In un nucleo storico
l’immagine prodotta assume una connotazione fortemente negativa.
Esempio di collettori che rispettano
il rapporto tra pannello e copertura
originaria del tetto.
3.5 La cura nei dettagli degli elementi tecnici di raccordo
All’esterno devono essere visibili solo i pannelli solari, tutte le tubazioni e le condotte
devono essere posate all’interno dell’edificio. Le strutture di appoggio non devono
essere visibili.
Esempio con strutture d’appoggio visibili,
inoltre la collocazione irrispettosa della
forma del tetto (fino a coprirne il colmo) e
la scarsa cura nella sistemazione degli
elementi di supporto, producono effetti
negativi sul paesaggio.
Le strutture d’appoggio e le tubazioni sono
nascoste. L’immagine che ne scaturisce è
lineare e permette un’integrazione ottimale
del pannello.
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3.6 Il colore
Esistono vari tipi di pannelli e differenti modelli sono disponibili con colorazioni
diverse del telaio, della cornice, della superficie del modulo. Viene pertanto richiesta
l’adozione di pannelli che si adattano meglio al contesto in cui si inseriscono: ciò
dipende in particolare dal colore del tetto, legato a sua volta ai materiali (coppi,
tegole o pietre naturali).
Approccio errato: accostare due colori
che contrastano eccessivamente rendono
l’impatto visivo dell’impianto particolarmente forte. Nel caso specifico, inoltre,
la posa del pannello sulla facciata crea
un'alterazione inaccettabile.
Approccio corretto: il colore dei pannelli
permette un’integrazione ottimale anche
a livello cromatico nel tetto.
4.
Documentazione per la domanda di costruzione
Le richieste per la posa di pannelli solari avvengono di norma attraverso le
procedure fissate dalla Legge edilizia (domanda di costruzione o notifica). L’esame
delle richieste avviene dunque caso per caso: risulta pertanto fondamentale che la
documentazione fornita dall’istante sia completa e permetta di comprendere
l’effetto dell’intervento sia sul singolo edificio sia sull’immagine complessiva del
nucleo. A tale scopo è indispensabile presentare la seguente documentazione:
- un piano in scala adeguata e una relazione tecnica che indichino la posizione dei
pannelli e tutti gli elementi tecnici correlati all’intervento (pianta, sezione e facciata
del tetto, particolari costruttivi, colore e tipo del pannello, ecc.);
- fotografie dell’edificio e del tetto, con particolare attenzione ai punti di visibilità dello
stesso;
- fotografie dell’insieme del nucleo storico interessato, da più punti di vista;
- fotomontaggi che illustrano la situazione futura.
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