GUYANA
Il primo febbraio 2012, il neo-eletto Presidente Donald Ramotar ha esortato i suoi connazionali
ad ascoltare l'appello dei leader religiosi volto a far proseguire il Paese nel cammino della pace,
della tolleranza e delle buone relazioni. Il Presidente ha affermato che al contrario di quei Paesi
del mondo dove c’è persecuzione per motivi religiosi «la Guyana respinge l'idea che qualunque
persona o gruppo di persone possono essere stigmatizzati o perseguitati per la loro religione
[…] Intendiamo respingere – ha affermato – ogni tentativo da parte di qualunque governo,
organizzazione o singolo individuo, nei confronti di altre persone per assoggettarle a politiche
che mirino a restringere l'esercizio della fede personale» .
Tanto in occasione della celebrazione del Natale quanto nell’anniversario della nascita del
profeta Maometto (Youman Nabi) e di una divinità indù (Shiv Raatri), Ramotar ha poi
sottolineato il ruolo delle principali religioni presenti in Guyana nel preservare gli standard
morali del Paese.
Nell’ambito del tema della libertà religiosa e nel periodo in esame, è da segnalare che
rappresentanti della Chiesa cattolica hanno partecipato a numerose iniziative di promozione
sociale volte a consolidare la partecipazione costruttiva delle religioni nei diversi contesti di vita
sociale.
Nel settembre 2010 – in considerazione del fatto che la Guyana ha una delle maggiori
popolazioni musulmane di tutta l'America Latina – la rappresentante speciale delle comunità
musulmane degli Stati Uniti d’America, Farah Anwar, si è recata nel Paese come tappa di una
visita in diversi Stati dei Caraibi; in particolare, la rappresentante si è concentrata sulla visita
delle scuole musulmane del Paese1.
Nel 2011, nel corso di una settimana di dialogo inter-religioso, il presidente dell'Organizzazione
centrale islamica della Guyana, Fazeel Ferouz, ha dichiarato che i rappresentanti delle diverse
confessioni religiose dovrebbero convergere su tre principi: 1) non incoraggiare conversioni
forzate 2) i credenti devono essere liberi di vivere secondo le proprie credenze 3) sostenere i
valori insiti nelle religioni, specialmente la pazienza, l'amore di Dio e la tolleranza, proprio quelli
che permettano tradizionalmente di coesistere pacificamente alle diverse religioni esistenti in
Guyana2.
Nel gennaio 2012, si è svolto un incontro inter-religioso internazionale a cui hanno partecipato il
Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Consiglio per la Missione di America del Nord e Caraibi, il
Consiglio per la Missione Mondiale, il Consiglio Generale per il Ministero Mondiale, la Chiesa
Metodista Unita, la Help & Shelter Guyana, il Servizio di formazione per il ministero e la
missione della Guyana.
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Blogs.state.gov, 13 ottobre 2010
Kaieteur News, 31 gennaio 2011