Influenza 2016-2017 Influenza anno 2016 quali i sintomi e i rimedi L

Influenza 2016-2017
Influenza anno 2016 quali i sintomi e i rimedi
L’influenza 2016-2017 ha preso il via con oltre centomila casi segnalati tra
metà ottobre e metà novembre. E siamo solo all’inizio. Il virus influenzale,
infatti, avrà il suo picco tra gennaio e febbraio ma nelle ultime settimane,
complici gli sbalzi di temperatura, stiamo già assistendo ad un’alta incidenza
di ammalati. Secondo i dati Influnet, da metà ottobre sono stati registrati circa
120mila casi di contagi, soprattutto tra bambini e adolescenti. Solo nella
prima settimana di novembre sono risultati quasi 50mila ammalati ma
bisogna considerare che tra i tanti casi per molti si tratta dei cosiddetti sintomi
parainfluenzali. Ma quali sono i sintomi della nuova influenza e come guarire
il prima possibile?
Sintomi influenza e rimedi
Mentre per tutto il mese di novembre ci sarà il tempo per fare il vaccino
antinfluenzale, la maggior parte dei casi osservati nelle ultime settimane
appartengono ai virus cugini della classica influenza (oltre 260 tipi diversi),
che si caratterizzano per una sintomatologia simile ma più lieve e spesso
accompagnata da problemi gastrointestinali. Il virus vero e proprio si farà
sentire tra dicembre e l’inizio di gennaio 2017 mentre il picco è atteso entro la
fine del mese suddetto. Quest’anno l’influenza sarà molto più aggressiva
rispetto all’anno scorso; si stima che i malati potrebbero arrivare a 7 milioni,
mentre i virus ‘colpevoli’ saranno 3 rispettivamente l’A/California/7/2009, l’
A/Hong Kong/4801/2014 e il B/Brisbane/60/2008. Per quanto riguarda i
sintomi, nulla di troppo differente rispetto a quelli degli anni passati: febbre,
malessere, spossatezza, dolori articolari e muscolari, tosse, mal di gola e
raffreddore sono tra i più comuni. In alcuni casi si potrebbero presentare
anche nausea, vomito e diarrea, in questo caso si parla di influenza
intestinale.
Molto importante è sapere affrontare il virus in maniera corretta per guarire
prima e non avere ricadute. Come sempre, vale la regola di non prendere
medicinali ‘fai da te’ ed evitare antibiotici se non prescritti dal medico di base.
Per abbassare la febbre si può fare riferimento al classico antipiretico, mentre
altri consigli ottimali sono: restare il più possibile a riposo, evitando di uscire
se il virus non è passato del tutto, bere molti liquidi caldi, nutrirsi di alimenti
benefici come banane, carote, peperoni e mirtilli, fare gargarismi per
disinfettare le vie aree e degli impacchi caldi per il raffreddore.
Una ricerca dell’University of California e University of Arizona ha messo in
luce che potrebbe esserci un legame tra data di nascita e tipo di virus a cui si
può essere soggetti. I soggetti nati prima del 1968, ad esempio, sono risultati
immuni dal ceppo H5N1 perché durante l’infanzia avevano sperimentato
proprio quel tipo di virus, diventandone immuni da adulti. I nati dopo il 1968,
invece, sembrano immuni al ceppo H7N9 per lo stesso meccanismo spiegato
poco fa.
Sono già quasi 2 milioni i casi di contagio del virus dell'influenza
stagionale 2017: maggiormente a rischio sono bambini ed anziani.
Dati da record per l'epidemia influenzale che sta caratterizzando questo
2017 (ma anche la fine del 2016), con quasi 2 milioni di italiani già contagiati
dal virus, dei quali 614.000 solo nella settimana che va dal 26 dicembre al 1°
gennaio. L'incidenza media è risultata essere di 10,12 casi ogni 1.000
assistiti, ossia di poco superiore all'1%. Sono questi i dati, piuttosto
preoccupanti, del rapporto Influnet dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel
quale si sottolinea come ormai il periodo epidemico per l'Influenza 2017 sia
ormai iniziato in ogni regione d'Italia.
Casi più numerosi fra i più giovani, ma i maggiori rischi sono per gli
anziani
"Quest'anno l'influenza è in anticipo di tre settimane sulle precedenti
stagioni", spiega Caterina Rizzo, epidemiologa dell'ISS. "L'altro aspetto
importante da mettere in evidenza è che il virus quest'anno colpisce in
maniera severa soprattutto la popolazione anziana. Bisogna fare molta
attenzione agli anziani, evitare di contagiarli, perché sono particolarmente a
rischio". I dati dell'ISS evidenziano come le persone più a rischio siano i più
giovani: nelle fasce di età 0-4 e 5-14 anni l’incidenza dell'influenza 2017 è
stata rispettivamente pari a 27,60 ed a 14,19 casi ogni 1.000 assistiti. Tra
coloro i quali hanno un'età compresa fra i 15 ed i 64 anni sono stati registrati
9,28 casi ogni 1.000, mentre tra i più anziani, verosimilmente grazie ad una
copertura vaccinale più capillare, l'incidenza scende ulteriormente fino a 6,34
casi ogni 1.000 assistiti.
I sintomi sono i soliti, ma c'è il rischio complicazioni
I sintomi più diffusi dell'influenza stagionale 2017 non sono molto diversi
dal solito: si parte con uno stato febbrile con temperature generalmente
superiori ai 38°C, generalmente accompagnato da inappetenza e nausea,
con contorno di mal di testa, vomito, diarrea, spossatezza, dolori articolari.
Generalmente si riesce ad avere la meglio sul virus dopo aver trascorso
qualche giorno a letto ma, avvertono dall'ISS, sfortunatamente ogni anno le
complicazioni dell'influenza mietono qualcosa come 8.000 vittime nel nostro
paese e circa 40.000 in tutta Europa.
Calo delle vaccinazioni porterà ad aumento dei casi
Nonostante un grande sforzo "promozionale" per le campagne condotte
finora, il tasso di vaccinazioni nella popolazione sembra inferiore rispetto a
quello fatto registrare negli anni scorsi, cosa che inevitabilmente porta ad una
maggiore diffusione del virus dell'influenza 2017 e, ovviamente, ad un
maggiore numero di casi. Un ruolo nel numero di contagi potrebbe essere
giocato anche dalle temperature che saranno registrate in questo inverno,
sebbene i dati dell'ISS mostrino come questo non sia un parametro sempre
decisivo: ad esempio, le regioni maggiormente colpite (incidenza superiore a
15,58 casi su 1.000 assistiti) risultano ad oggi essere le settentrionali Val
d'Aosta e Liguria, ma anche le Marche e persino la Campania. Invece, tra le
più "sane" (sotto i 6,54 casi ogni 1.000 assistiti) ci sono aree del Nord Italia
come Veneto, Friuli e provincia di Bolzano.