Pordenone Guitar Festival - Farandola Associazione Culturale

con il sostegno
e il patrocinio del
Comune
di Pordenone
con la collaborazione
della
Provincia
di Pordenone
Pordenone
Guitar
Festival
20a edizione
Pordenone
7 – 10 maggio 2015
Auditorium della Regione
Direttore artistico
Filippo Michelangeli
Farandola
Associazione Culturale
Farandola
con il sostegno
e il patrocinio del
Comune
di Pordenone
con la collaborazione
della
Provincia
di Pordenone
Farandola
Associazione Culturale
Pordenone Guitar Festival
direttore artistico Filippo Michelangeli
Centro Chitarristico “Francisco Tárrega”
direttore Giulio Tampalini
Accademia Internazionale di Clarinetto Basso
“Josef Horák”
direttore Paolo De Gaspari
Perfezionamento di Clarinetto
direttore Vincenzo Paci
Scuola di Musica “Giuseppe Lozer”
direttore Giorgio Lovato
Corsi di formazione artistica per adulti
Produzione di spettacoli
di musica, teatro, danza
DIAPASON
d’oro
2015
Concorso Internazionale
Giovani Musicisti
PORDENONE
8 - 10 maggio 2015
Auditorium della Regione Friuli-Venezia Giulia
Sergio Bolzonello
Claudio Pedrotti
Vicepresidente
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Assessore regionale alle attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e foreste.
Sindaco
del Comune di Pordenone
N
el suo linguaggio universale la
musica mescola e fonde suoni,
strumenti, voci sempre secondo
i dettati dell’armonia e riporta, a chiunque,
sia ascoltatore o spettatore, immagini di creatività e di espressione e, soprattutto, rimanda ad una dimensione di socialità e di pluralità. Proprio la musica, così trascurata nel nostro Paese tanto da essere ancora lasciata fuori dalla
scuola e dall’istruzione scolastica di base, è, forse, tra le arti quella che più
segna l’identità e l’appartenenza ad una cultura e ad un luogo e, proprio per
questo, sa generare incontri e dialoghi di voci e non solo, o esclusivamente,
di strumenti, sa accendere fantasia ed immaginazione e, infine, conduce alla
vicinanza delle persone ed a costruire comunità.
In tutti questi anni abbiamo visto come l’opera di Farandola si sia posta dentro questa grandezza della musica e sia stata condotta con costanza e pervicacia affinchè divenisse, a pieno titolo, elemento fondante di una possibilità
di formazione e di educazione aperta a tutti, per quanto nel rispetto delle
capacità e secondo le inclinazioni di ciascuno. Oggi, facendosi coartefice del
progetto COSMUS, il Coordinamento Scuole di Musica della Provincia di
Pordenone, Farandola continua quella sua opera attraverso un ripensamento
ed un riposizionamento delle singole scuole di musica portandole in un unico coordinamento perché non vadano frantumate le singole risorse e le più
specifiche peculiarità così come le esperienze didattiche e gestionali, e, nel
contempo, possano arricchirsi vicendevolmente nello scambio e nell’interazione attraverso le nuove tecnologie.
Dei grandi eventi proposti da Farandola Pordenone Guitar Festival si pone tra
gli appuntamenti più importanti nel panorama internazionale della musica e
della ricerca musicale e, in particolare, tra quelli dedicati al repertorio per chitarra. Nella programmazione del Festival, fin dalle prime edizioni, abbiamo
potuto ammirare, infatti, la presenza di concertisti di fama insieme a giovani
musicisti di molto e sicuro talento, ma, soprattutto, abbiamo visto l’attenzione
verso il pubblico, l’intento sempre puntuale di poter dare, attraverso le partiture proposte, risposta alle sue curiosità ed alle sue attese di conoscenza.
A Farandola va il grazie per l’attività culturale e per il continuo impegno,
anche sociale e non solo accademico, profuso attraverso sempre nuove proposte didattiche e, in particolare, in questo Festival, la cui dimensione internazionale è da tempo riconosciuta.
Ai concertisti protagonisti della XX edizione ed a tutti gli ospiti di Pordenone Guitar Festival voglio dare il benvenuto della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, certo che questa nostra regione, dove sono nati straordinari
musicisti e indimenticati poeti, saprà accoglierli ed ospitarli, ma, sopra ogni
cosa, sorprenderli con la bellezza dei paesi e dei borghi che ne disegnano il
paesaggio, con i saperi e con le tradizioni che si coniugano e restituiscono
ogni cosa, rigenerata, al presente.
V
ent’anni di attività sono un
significativo traguardo, soprattutto per gli organizzatori del Pordenone Guitar Festival che
dimostrano, passione, innovazione e
un solido e inamovibile legame con la musica.
Va loro riconosciuto questo merito poiché, ad ogni edizione, riescono a proporre una nuova iniziativa che valorizza ulteriormente questa rassegna chitarristica di caratura internazionale, attestando così
la dinamicità nel mantenere e nello stesso tempo mutare le formule
per arricchire di contenuti il Festival.
Questo encomiabile attivismo è importante perché è rivolto in
particolare ai giovani che dopo l’applicazione costante nello studio
dello strumento, si confrontano in un concorso internazionale per
essere valutati da autorevoli personaggi del mondo della musica, che
con la loro partecipazione avvalorano la qualità della rassega e della
città che la ospita.
Il Pordenone Guitar Festival offre ai giovani concertisti un bagaglio
di esperienze fondamentali per la maturazione professionale, ma anche personale, e mi auguro che le loro aspirazioni si concretizzino
con successo.
Filippo
Michelangeli
Pordenone Guitar Festival
20a edizione
Direttore artistico
del Pordenone Guitar Festival
7 - 10 maggio 2015
Q
uando hai voglia di chitarra,
di ascoltarne la sua inconfondibile voce – che «non suona
forte ma lontano» come diceva Stravinski – non hai scelta: cercala e
lasciati andare al piacere che solo quelle sei corde sanno darti.
Il Festival di Pordenone nasce per questo, per soddisfare la voglia di
chitarra che accompagna la nostra vita. Quattro concerti, dal 7 al 10
maggio 2015, con cinque campioni che rappresentano l’eccellenza
italiana e internazionale.
Ad inaugurare la rassegna, che quest’anno festeggia il 20° anniversario, giovedì 7 è il Virtuoso Duo, formato da Aniello Desiderio e
Lucio Matarazzo, che propongono un avvincente viaggio attraverso
tre secoli di storia, da Domenico Cimarosa, uno dei più grandi maestri della Scuola napoletana, a Leo Brouwer, il poliedrico chitarrista,
compositore e direttore d’orchestra cubano.
Venerdì 8 appuntamento imperdibile, in una delle sue rare apparizioni pubbliche, con l’affascinante virtuosa sarda Filomena Moretti
che offrirà un compendio della sua arte, da Bach alle appassionate
trascrizioni dei capolavori di De Falla e Albéniz.
Sabato 9 arriva a Pordenone il giovane chitarrista polacco, Lukasz
Kuropaczewski, pupillo del grande Manuel Barrueco, in un programma da far tremare i polsi: dalla Rossiniana n. 3 di Giuliani alla
Sonata di José.
Chiude il 20° Pordenone Guitar Festival, domenica 10, uno dei
massimi virtuosi al mondo: Maurizio Colonna. Enfant prodige, allievo di Alirio Diaz – a soli sette anni ha debuttato come solista e
a 17 con orchestra con il celebre Concierto de Aranjuez di Rodrigo
alla presenza dell’autore –Colonna è noto al grande pubblico anche
per le sue frequenti apparizioni televisive, dal Festival di Sanremo ai
concerti in mondovisione trasmessi dalla Rai. Proporrà i suoi spettacolari arrangiamenti di canti popolari della tradizione mediterranea
e latino-americana e un estratto della sua produzione originale che
annovera pagine dalle trascendentali difficoltà tecniche.
Benvenuti a Pordenone e buon ascolto.
Auditorium della Regione
Concerti
Giovedì
7
maggio ore 21
Aniello Desiderio
Lucio Matarazzo
Duo di chitarra
Venerdì
8
maggio ore 21
Filomena Moretti
Chitarra
Sabato
9
maggio ore 21
Łukasz Kuropaczewski
Chitarra
“Diapason d’oro”
1° Concorso internazionale giovani musicisti
Domenica 10 maggio ore 15
Premiazione vincitori
Concerto
Domenica 10 maggio ore 18
Maurizio Colonna
Chitarra
5
Aniello Desiderio
Lucio Matarazzo
Duo di chitarra
Giovedì 7 maggio 2015 ore 21
Programma
Lucio Matarazzo e Aniello Desiderio
I
Duo di chitarra
l Virtuoso Duo, composto da Aniello Desiderio e Lucio
Matarazzo, ha debuttato nel 2010 con il Concerto op. 201 per
due chitarre e orchestra di Mario Castelnuovo-Tedesco eseguito
al Teatro Comunale di Avellino. Da allora hanno tenuto numerosi
concerti in tutta Europa. Per il VirtuosoDuo il compositore Angelo
Gilardino ha scritto il Concerto del Sepeithos (dal nome del
misterioso fiume sotterraneo di Napoli) e la Sonatina Riviera di
Chiaia.
Lucio Matarazzo è nato a Avellino il 31 luglio 1956. Dopo essersi
diplomato con lode presso il Conservatorio della sua città nella
classe di Eduardo Caliendo, ha seguito corsi di perfezionamento con
Ghiglia, Tomás e Gilardino. Ha suonato per 20 anni in duo con Mario
Fragnito vincendo numerosi concorsi internazionali (Berlino, Stresa,
Palmi, Forte dei Marmi, Trapani) e inciso 7 cd. Membro fondatore
del Quartetto GuitArt con il quale ha tenuto a battesimo il Concerto
Italiano di Gilardino, il Concierto Italico, la Gismontiana di Brouwer e il
Concerto Rapsodico di Drozd. È direttore artistico del blog Dotguitar.
it, magazine multipiattaforma dedicato alla chitarra e dell’omonima
etichetta discografica online. È docente di chitarra presso il
Conservatorio di Avellino.
Aniello Desiderio è nato a Napoli il 13 giugno 1971. Si è imposto
sulla scena internazionale vincendo ben 18 primi premi in concorsi
nazionali ed internazionali tra i quali: Cuba, “Tárrega” e “Guerrero”. Si
è esibito in tutto il mondo, Carnegie Hall di New York, Konzerthaus
di Vienna, Ravello Festival, Radio France, I Pomeriggi Musicali di
Milano, Bayerische Rundfunk, Alter Opera di Francoforte, Tonhalle
di Dusseldorf, Philharmonie di Monaco, Mozarteum di Salisburgo
e con prestigiose orchestre internazionali. Nel 1999 ha ricevuto il
premio “Artist in Residence” dalla Radio tedesca DLF. Dal 2005 al
2012 è stato professore presso l’Accademia Internazionale di Musica a
Koblenz. Nel 2010 è stato in tour con una delle leggende della chitarra
classica, Angel Romero, suonando il Concerto Madrigal di Rodrigo.
Dal 2010 è docente per il Summer International Academy presso il
Mozarteum di Salisburgo. Insegna chitarra presso il Conservatorio di
Cosenza.
8
Domenico Cimarosa (1749-1801)
Sonata in Re minore B 22 Sonata in Re minore B 1
Domenico Scarlatti (1685-1757)
Sonata in Mi minore K 9
Sonata in La maggiore K 432
Antonio Soler (1729-1783)
Sonata in Re minore n. 118
Sonata in Re maggiore n. 84
Fernando Sor (1778-1839)
Fantasia op.54b
Andante Allegro,
Andantino,
Allegro (dans le genre espagnol)
5
Enrique Granados (1867-1916) Oriental
Rondalla Aragonesa – Jota (dalle 12 Danzas Españolas)
Isaac Albéniz (1860-1909)
Cordoba (da Cantos de España op. 232)
Marlos Nobre (1939)
6 brani da “Ciclos Nordestinos”
Capoeira, Samba matuto, Cantiga de Cego,
É Lamp, Praiana, Gavião
Leo Brouwer (1939)
Musica incidental Campesina
Preludio, Interludio, Danza, Final
9
È vietato effettuare registrazioni audio o video
senza il consenso scritto degli artisti e dell’organizzazione.
Note di sala
D
omenico Scarlatti, pur senza suonare la chitarra, ne
evocò l’anima e le peculiarità ritmico-armoniche
nella sua immensa e sublime opera per clavicembalo.
Il suo soggiorno in Spagna lo portò a contatto con i chitarristi
locali e, incuriosito, egli annotò nella sua mente i loro modi di
concatenare gli accordi, di scandire i ritmi di danza, di cantare
melanconicamente nel registro superiore: trasse, da quei suoi
ascolti, una sorta di lessico popolare, sul quale elaborò fantasiose
Sonate. Molte di esse possono essere eseguite con una sola chitarra;
altre, polifonicamente più complesse, si prestano alle esecuzioni
con due chitarre. Ai tempi del suo lungo sodalizio con Mario
Fragnito, Lucio Matarazzo realizzò le trascrizioni delle due Sonate
che oggi presenta con un altro partner, del tutto eccezionale:
Aniello Desiderio.
Le Sonate per clavicembalo del padre Soler altro non sono che echi
di quelle di Scarlatti: non sprigionano uguale genialità, ma brillano
di una luce riflessa che si diffonde con vivida intensità anche nelle
versioni duochitarristiche, tanto da non far rimpiangere in alcun
modo il suono originale. Riconosciamo, in esse, quel connubio tra
musica popolare e musica di palazzo che, già realizzato da Scarlatti,
costituisce la maggior attrattiva anche in Soler.
nelle opere da concerto rispecchia un preciso orientamento
stilistico e un corrispondente valore di resa sonora che pone
composizioni come la Fantasia op. 54 bis, qui programmata, in una
prospettiva speciale e, nel repertorio duochitarristico, unica. Sor
suonava in duo con Aguado e con Napoléon Coste: doveva quindi
aver valutato, con la cura acribiosa che gli era propria, come quella
ripartizione dei ruoli fosse la più redditizia agli effetti del risultato
che si proponeva. La dedicataria, M.lle Houzé, era probabilmente
una delle allieve-ninfe la cui presenza illudeva l’amaro declino del
maestro dopo il suo rientro dalla Russia (1826): nella ritrovata
Parigi, egli trascorse il tempo rimanente della sua vita, e non fu un
riposo felice. La sua ispirazione e la sua abile mano compositiva
si riflettono in questo lavoro con una grazia, un’eleganza e, a
tratti, un’eloquenza, che lambiscono le soglie della retorica. Nello
scintillante finale, è espressamente richiesta da Sor la tecnica atta
Fernando Sor (1778-1839)
Nelle Sonate per clavicembalo di Domenico Cimarosa regna
sovrana la bellezza melodica tipica del Settecento napoletano, che
transita senza ostacoli dall’ideale modello del canto operistico alla
particolare “vocalità” degli strumenti a tastiera: nel suono elastico
e multicolore della chitarra, tale pregio si esalta in una varietà
inattingibile sia sul clavicembalo che sul fortepiano.
Nell’opera di Fernando Sor – secondo molti, il più grande
chitarrista-compositore della prima metà dell’Ottocento – i brani
per due chitarre occupano uno spazio di grande rilievo e rivelano
un aspetto singolare: ben di rado essi sviluppano un dialogo
paritetico, e affidano invece ai due strumenti ruoli distinti di
melodia e di accompagnamento. Se questa scelta sembra motivata
da scopi didattici – come nel lavoro intitolato L’Encouragement op.
34, destinato a un duo con maestro e allievo –, la sua persistenza
10
11
a infondere all’A llegro un carattere “dans le genre Espagnol”, e
non manca, nella partitura, l’ammonizione cattedratica: «Da
questa battuta fino alla fine è impossibile rendere bene l’effetto,
e nemmeno suonare semplicemente le note, senza essere iniziato
nella maniera spagnola di condurre la mano destra nel genere
chiamato rasgueado». Non ci si aspetti, con ciò, un clima sonoro
da taverna flamenca: quella di Sor è una Spagna evocata dal
suo appartamento parigino di Marché St. Honoré, e destinata
all’apprezzamento di un’aristocrazia e di una borghesia che
coltivavano la chitarra come un esotico piacere, non come un’arte.
E lui era un esule afrancesado che invano sperava nella grazia della
monarchia restauratrice per poter rivedere la sua Barcelona…
La musica per pianoforte di Albéniz e di Granados nacque dalla
mente musicale di insigni virtuosi della tastiera: tra le mille fogge
del loro guardaroba pianistico, c’era anche quella del travestimento
da chitarra, sicché si può ben dire che suonare certi loro brani con
una chitarra non significa imitare un pianoforte che imita una
chitarra, ma suonare musica chitarristica nello spirito e pianistica
nella lettera. Affidato a due chitarre, il compito diviene più agevole
e più ricco di frutti sonori. L’elegiaca Oriental, la solare Rondalla di
Granados, e ancor più la spiritata Córdoba di Albéniz, recuperano,
nel suono delle corde toccate da dita umane anziché da martelletti,
l’arcano potere delle memorie remote, e parlano una lingua che
sembra provenire da “prima”. Il pianoforte è esaustivo e potente,
la chitarra allusiva e sommessa: entrambi dicono la stessa verità
musicale.
Il programma si conclude aprendo una finestra sulla musica latinoamericana e caraibica: il brasiliano Marlos Nobre e il cubano Leo
Brouwer sono figure araldiche della musica dei rispettivi paesi,
e sono accomunati da almeno un aspetto che segna la loro ricca
e variata produzione: un eclettismo vitalistico che ha permesso
loro di accedere all’incontro con le avanguardie europee senza
minimamente recidere i viscerali legami con le tradizioni popolari
da cui sono stati originati. Anzi, rinvigorendoli.
I Ciclos Nordestinos consistono in tre suites per pianoforte, ciascuna
formata da cinque brevi composizioni, che Nobre ha elaborato
attingendo al folclore della vasta regione brasiliana. Il compositore
ha approvato la versione per due chitarre realizzata dai fratelli
Sergio e Odair Assad, dalla quale il duo Desiderio-Matarazzo
ha a sua volta attinto per confezionare la suite di sei pezzi offerta
12
Leo Brouwer (1939)
in questo programma. L’immediatezza delle composizioni è
travolgente, e non richiede commenti: le melodie, i ritmi, la
raffinata armonizzazione, sono gli ingredienti sicuri di questa
sapida ricetta musicale, vincente su qualunque tavola.
Come si evince dal titolo, la Música incidental campesina (1964) fu
composta inizialmente per il teatro, per commentare una pièce
intitolata El fantasma. In origine, era affidata a gruppi di due, tre
e quattro chitarre. Successivamente, il compositore ne ricavò
la versione duochitarristica di questo programma. L’aggettivo
campesina rivela l’origine della composizione, basata sul ritmo
popolare della “guajira” cubana, il che non ha impedito all’autore
di forgiare una salda struttura formale ben occultata nel fluido
discorso dei quattro, aforistici brani.
13
Angelo Gilardino
Filomena Moretti
14
15
chitarra
Venerdì 8 maggio 2015 ore 21
Programma
Filomena Moretti
chitarra
F
lilomena Moretti è nata a Sassari l’11 giugno 1973. Ha compiuto
gli studi musicali con Roberto Masala e Ruggero Chiesa,
diplomandosi in chitarra a diciotto anni con il massimo dei
voti e la lode presso il Conservatorio di Musica “Canepa” di Sassari.
Contemporaneamente ha frequentato il Liceo Classico della sua città,
conseguendo la maturità con il massimo dei voti.
Si è perfezionata con Alirio Diaz, Julian Bream, José Tomás, David
Russell e Manuel Barrueco. Ha frequentato i corsi di Oscar Ghiglia
presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena ottenendo borse di
studio e il diploma di merito.
Dopo aver vinto due volte il Concorso nazionale di Mondovì,
il Premio Golfo degli Angeli di Cagliari, seconda classificata al
Concorso internazionale di chitarra “Pujol” di Sassari e al Concorso
internazionale di chitarra “Sor” di Roma, nel 1995 trionfa al
prestigioso Concorso “Pittaluga” di Alessandria e l’anno dopo al
Concours de l’A ram in Canada.
Da allora ha intrapreso una brillante carriera concertistica che l’ha
portata ad esibirsi nelle sale più importanti delle maggiori capitali
europee, come solista o accompagnata dall’orchestra (Ente musicale
di Cagliari, Solisti Aquilani, Opera de Nice, Opera de Rennes, Opera
de Bordeaux, Opera deLille, Festival de Montpellier, Solisti Veneti).
Le sue esibizioni sono state trasmesse da importanti network televisivi
(France 2, Arté, Muzzic, Telecinco, Rete 4).
Ha registrato numerosi cd: Sonate di Sor (premiato con la Chitarra
d’oro nel 1998), “Poesia e virtuosismo”, l’opera omnia di Bach per liuto,
l’opera omnia per chitarra sola di Rodrigo, tre cd live (Preludi e Studi
di Villa-lobos, un recital e una raccolta di bis) sempre accolti dalla
critica musicale con entusiastici apprezzamenti.
16
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Suite n. 3 in La minore BWV 995 Prélude
Allemande
Courante
Sarabande
Gavotte I et II
Gigue
Joaquín Rodrigo (1901-1999) Invocación y Danza (Homenaje a Manuel de Falla)
5
Manuel de Falla (1876-1946) Homenaje pour Le Tombeau de Debussy
Danza del molinero (da El sombrero de tres picos)
Danza del fuego fatuo (da El amor brujo)
Agustín Barrios (1885-1944)
Un sueño en la floresta
Isaac Albéniz (1860-1909)
Sevilla
Asturias
(dalla Suite española)
Francisco Tárrega (1852-1909)
Gran Jota de Concierto
17
È vietato effettuare registrazioni audio o video
senza il consenso scritto degli artisti e dell’organizzazione.
Note di sala
N
ella prima metà del secolo XVIII il liuto era ormai in fase di
agonia ovunque, salvo che in Germania, dove un virtuoso-compositore di alto ingegno, qual era Silvius Leopold
Weiss (1686-1750) seppe, con la sua presenza e con la sua monumentale opera, mantenerlo vivo nell’apprezzamento dei musicisti.
All’attrattiva esercitata dallo strumento non si sottrasse nemmeno
Johann Sebastian Bach – quasi coetaneo del liutista – e, anche se non
esiste la minima evidenza che egli abbia mai imbracciato un liuto, è
dato per certo che incontrò Weiss e che impartì lezioni (verosimilmente di composizione) al liutista Johann Ludwig Krebs (1713-1780).
La musica “per liuto” di Bach è stata – e non ha smesso di essere –
oggetto di discussione proprio riguardo alla sua vera destinazione
strumentale: si sa che il compositore si era fatto costruire una sorta
di clavicembalo armato con corde di liuto, e l’ipotesi che egli abbia
concepito la sua musica liutistica per tale arnese, piuttosto che per il
liuto vero e proprio, trova oggi vasto consenso. La Suite in Sol minore
BWV 995, composta tra il 1727 e il 1731, è in realtà una trascrizione,
effettuata dallo stesso Bach, della Suite per violoncello BWV 1001,
rispetto alla quale presenta un più ricco assetto armonico. La chitarra
ha presa facile e diretta su questo tipo di polifonia lineare, e basta,
al chitarrista, trasporre la musica un tono sopra (in La minore) per
ottenere un testo del tutto accessibile.
Nel catalogo dell’opera di Joaquín Rodrigo il brano Invocación y
Danza è datato 1962. Fu tuttavia scritto in precedenza: infatti, vinse il
primo premio al concorso di composizione bandito dalla radio francese nel 1961, e sembra che, proprio per l’occasione, il compositore
avesse portato a compimento un lavoro giacente da tempo in forma
di abbozzo. Il sottotitolo (Homenaje a Manuel de Falla) si motiva nel
fatto che, fin dall’introduzione, appare un motivo tratto da El amor
brujo, e comunque, in generale, nel carattere andaluso della composizione, nella quale spunta anche una sorta di parafrasi de El Polo, uno
dei brani della suite pianistica Iberia di Isaac Albéniz. Nell’opera per
chitarra sola di Rodrigo, Invocación y Danza si colloca al vertice, non
soltanto per la sua drammatica eloquenza e per la forza dei contrasti
che spiega tra le fasi eteree e quelle infuocate, ma anche per la sua
felicità idiomatica, con effetti originali e avvincenti.
18
Joaquín Rodrigo (1901-1999)
Manuel de Falla scrisse un solo brano originale per chitarra, ma una
presenza chitarristica virtuale aleggia in quasi tutte le sue partiture
d’orchestra. Del resto, fu lui stesso a svelare, nei suoi scritti, l’essenza
della chitarra latente nelle composizioni di Domenico Scarlatti, di
Glinka e di Debussy. In questo programma, è data la possibilità di
ascoltare sia l’Homenaje composto per chitarra sia due danze per orchestra tratte dai balletti che resero celebre l’autore in tutto il mondo.
L’Homenaje fu scritto a Granada nell’agosto del 1920 e destinato a un
numero unico nel quale la Revue Musicale di Parigi avrebbe celebrato
la memoria di Claude Debussy, mancato due anni prima. Henri Prunières, il direttore del periodico, chiamò tale pubblicazione Tombeau
de Claude Debussy, rievocando, con il nome Tombeau, gli epicedi che
19
i compositori antichi scrivevano in occasione della scomparsa di
grandi personaggi. Agli autori da lui convocati, Prunières chiese un
articolo al quale Falla aggiunse però anche il pezzo nel quale ripensava e riscriveva, a modo suo, i pezzi pianistici debussiani ispirati alla
musica dei chitarristi di cante jondo: La soirée dans Grenade, La puerta
del vino, etc. Scandito nel tempo di una habanera, il pezzo si dipana in
nella dimensione intimistica della chitarra il pathos delle incandescenti partiture orchestrali senza disperderne il duende: il loro fascino
si rende volatile, ma non meno avvolgente.
Anche un buon numero di brani pianistici di Isaac Albéniz furono
concepiti secondo un modello chitarristico e, tra di essi, quello intitolato Asturias (non dall’autore, ma da un suo editore tedesco), è ormai
considerato come uno dei pilastri del repertorio ispanico per chitarra,
grazie alla celebrazione che, a partire dagli anni Venti, ne fece Andrés
Segovia. Fu invece Francisco Tárrega, ben prima, a trascrivere per
chitarra la lepida e appassionata Sevilla.
Compositore di raffinati brani salottieri, Tárrega dovette alimentare
anche il suo repertorio di concertista che doveva spesso esibirsi per
il pubblico ingenuo dei pueblos spagnoli, e i brani che egli confezionò
per rispondere a tale esigenza furono comunque concepiti all’insegna
del buon gusto e di una ricerca effettistica immune da ogni sorta di
volgarità. La Gran Jota con cui termina questo programma non è in
realtà opera sua, o lo è soltanto in picccola parte, come adattamento
di una composizione di Julián Arcas, il grande chitarrista andaluso
che Tárrega aveva ascoltato in tenera età, mentre la grandiosa introduzione in modo minore è stata copiata pari pari da una composizione del chitarrista catalano José Viñas: un astuto collage, insomma,
che non manca mai il suo obiettivo, quello di mandare a casa gli
ascoltatori felici e contenti.
Barrios (1885-1944)
un misterioso melisma delineato con intervalli di seconda (raramente
di terza), con segmenti di frasi asimmetriche, e si dissolve nel nulla,
dopo aver evocato un tema dalla debussiana Soirée. Capolavoro di
sintesi e di magia timbrica, l’Homenaje inaugura il tenebrismo chitarristico del Novecento, e ne costituisce uno degli apici. La trascrizioni
della Danza del molinero e della Danza del fuego fatuo comprimono
20
La seconda parte del recital, oltre alle opere degli autori spagnoli,
offre anche un brano del geniale maestro paraguayano Agustín
Barrios – detto Mangoré –, da molti considerato il più grande chitarrista-compositore latino-americano di tutti i tempi. Vissuto come
bohémien, ma con frequentazioni teosofiche e aspirazioni sapienziali,
Barrios scrisse musica per chitarra ispirata al folclore latino-americano, al romanticismo pianistico europeo, a Bach, sorretto da un’immaginazione feconda e da una concezione originale della scrittura
chitarristica. Un sueño en la floresta – il pezzo in cui più ampiamente si
spiega la sua vena melodica, con una linea di canto affidata alle note
ribattute – è un brano a programma, che sottende la narrazione di
una mistica investitura scesa su di lui dalle divinità della stirpe india,
alla quale sentiva di appartenere: non per vanità esibizionistica giunse
al punto di presentarsi al pubblico – in un periodo della sua errabonda vita di concertista – con il capo adorno di piume…
Angelo Gilardino
21
Łukasz
Kuropaczewski
22
23
chitarra
Sabato 9 maggio 2015 ore 21
Programma
Łukasz Kuropaczewski
chitarra
Ł
ukasz Kuropaczewski è nato a Gniezno, in Polonia, il 20 agosto
1981. Ha iniziato a suonare la chitarra relativamente tardi, a 13
anni. Del suo eccezionale talento si è accorto il suo insegnante,
Piotr Zaleski, con il quale ha studiato dal 1994 al 2003.
Dopo aver ottenuto un Master presso l’Accademia di Musica di
Wroclaw, in Polonia, grazie a una borsa di studio va negli Stati Uniti
per perfezionarsi con Manuel Barrueco presso il Peabody Institute di
Baltimora, nel Maryland, dove nel 2008 consegue l’A rtist Diplome.
Da allora intraprende una brillante carriera che lo porta a suonare
in Polonia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria, Slovacchia,
Repubblica Ceca, Islanda, Grecia, Bulgaria, Giappone, Canada,
Messico, Panama e Stati Uniti, raccogliendo ovunque grandi successi
di pubblico e di critica. Debutta nelle più prestigiose sale e festival di
musica classica mondiali: Londra Royal Festival Hall, Concertgebouw
di Amsterdam, Varsavia National Philharmonic Hall, Ciaikovsky
Hall di Mosca e Carnegie Hall di New York. Collabora con altri
solisti e con importanti orchestre, come la Cleveland Orchestra, Los
Angeles Symphony Orchestra e la San Antonio Symphony.
I commenti della critica sono sempre stati entusiastici: «Il tocco
veloce e preciso di questo giovane musicista polacco ha elettrizzato il
pubblico». (International Guitar Festival, Ameria, Spagna), «Lukasz
ha dato il recital più drammatico, dinamico ed emotivo che io abbia
mai visto» (Manuel Barrueco, Peabody Institute, Baltimora, Usa);
«Kuropaczewski capisce la musica come nessun altro fa amare ciò che
suona» (Gazeta Wyborcza, Polonia).
Mauro Giuliani (1781-1929)
Rossiniana n. 3 op. 121 Manuel Maria Ponce (1882-1948) 10 Preludios (dai 24 Preludios)
Krzysztof Penderecki (1933)
Cadenza 5
Alexandre Tansman (1897-1986)
Prelude et Interlude
Hommage à Chopin
Prélude
Nocturne
Vals romantique
Antonio José (1902-1936)
Sonata para guitarra Allegro moderato
Minuetto
Pavana triste: Lento
Final: Allegro con brio
Ha insegnato chitarra presso l’Università della Pennsylvania a
Philadelphia (Stati Uniti) dal 2008 al 2010. Attualmente è docente
presso l’Accademia di Musica di Poznan, in Polonia e direttore
artistico del Guitar Academy Festival di Poznam. Ha al suo attivo 6 cd
e suona su una chitarra del liutaio americano Ross Gutmeier.
24
25
È vietato effettuare registrazioni audio o video
senza il consenso scritto degli artisti e dell’organizzazione.
Note di sala
L
’imponente raccolta delle sei Rossiniane (op.119-124) costituisce il raccolto più ricco dell’u ltimo periodo dell’avventurosa
esistenza di Mauro Giuliani, quello trascorso in Italia dal 1819
fino alla sua scomparsa (1829). Fuggito dalla Vienna imperiale, che
l’aveva glorificato e infine abbandonato alla cattiva sorte, il celebre
virtuoso-compositore tentò invano di conquistare anche in patria
allori e ricompense e, per ottenere il plauso della borghesia italiana
dedita ai piaceri dell’opera, forgiò le Rossiniane, fantasie costruite con
una forma molto semplice e condite di magnifici effetti strumentali.
Esse consistono nell’esposizione di alcuni temi tratti dalle opere del
maestro pesarese, sui quali Giuliani elaborò ardite variazioni, inventando transizioni modulanti che collegano i vari episodi. Se il genere
Mauro Giuliani (1781-1929)
non era nuovo, innovativo fu il modo con cui Giuliani lo sviluppò in
veste chitarristica, creando un perfetto equilibrio tra la virtuosità più
audace e una misura formale sempre contenuta nell’ambito del più
puro classicismo. La Rossiniana n. 3, introdotta da un ampio preambolo, è basata su temi tratti da La donna del lago, Il turco in Italia, Zelmira,
Ricciardo e Zoraide. È manifesta, in tutto il pezzo, la ricerca di effetti
evocativi dell’orchestra, e felicissime sono le trovate idiomatiche che
insaporiscono il discorso musicale.
I 24 Preludios furono composti da Manuel María Ponce nel 1929 su
specifica richiesta di Andrés Segovia, il committente-padrone che
dominava la musa del compositore messicano prescrivendo fino
ai dettagli le musiche per chitarra da inventare. Ponce andò molto
oltre le aspettative di Segovia, che gli aveva chiesto dei pezzetti facili
a corredo di un metodo per chitarra che intendeva scrivere. Non
essendo chitarrista, l’autore non seppe misurare il grado di difficoltà
dei Preludios, che risultarono inadatti allo scopo: et pour cause, visto
che, invitato alla brevità, il compositore realizzò una splendida sintesi
di pensiero e di forma, dando vita a una serie di momenti magici che
si elevano ai vertici della sua opera, e che esigono – altro che la decifrazione dei principianti!– il raffinato acume degli interpreti più maturi.
Concepita come un corpus unitario, la raccolta si presta anche a
compilazioni parziali, e in questo programma ne viene presentata una
selezione basata sul principio del massimo contrasto interno.
Grande risalto assume, nel programma, il brano intitolato Cadenza
di Krzysztof Penderecki, uno dei più importanti compositori della
seconda metà del Novecento. Anche se non si tratta di un brano
originale per chitarra, non lo si può definire una trascrizione ma, più
propriamente, una seconda versione, elaborata in stretta concordia
tra il compositore e il chitarrista che egli ha scelto e con cui ha lavorato a diretto contatto: Łukasz Kuropaczewski. Cadenza è un brano
per viola sola scritto nel 1984. Esso deriva dal Concerto per viola
dell’anno precedente, del quale non fa tuttavia parte, essendone una
sorta di riflesso differito. Ha un profilo fusiforme: iniziando con un
sommesso motivo recitante – carico del pathos tipico del maestro polacco – si infoltisce e si fino a raggiungere la rovente densità centrale,
fitta di gesti virtuosistici audacissimi e al tempo stesso estremamente
26
27
drammatica; da lì, si spoglia gradualmente della sua potenza e della
sua tensione e si esaurisce ritirandosi nel silenzio.
Tra le musiche composte da Alexandre Tansman per Segovia, pubblicate come opere postume e mai eseguite dall’illustre dedicatario, al
dittico Prélude et Interlude (1955) spetta una posizione di alto rilievo. Si
tratta di due pagine di una sorta di diario intimo del maestro polacco,
che sembra essersi dimenticato del suo ruolo di poeta della corte
segoviana ed essersi invece rivolto a sé stesso, in perfetto soliloquio.
Il Prélude, è una inquieta fantasticheria in cui si muovono incalzanti e
volubili arpeggi, che sostano in una quieta sezione accordale, prima
di rialzarsi con le loro folate. Sembrerebbe, in questo brano, delinearsi
una vena scriabiniana, la cui energia visionaria si distende poi nell’introversa cantabilità dell’Interludio, una meditazione che si dissolve nel
nulla (Tansman non amava i finali da gran concerto).
Sebbene fosse del tutto naturale, da parte di Tansman, nutrire una
devota ammirazione per la musica del suo grande compatriota Fryderyk Chopin, fu Segovia a prendere l’iniziativa che avrebbe indotto
il compositore a versare i suoi affetti chopiniani in forme chitarristiche. Dapprima, nel 1965, gli commissionò una Ballade, e poi, non
contento, gli chiese di espandere tale Hommage à Chopin aggiungendo
un trittico le cui caratteristiche descrisse con precisione. Terminate
nel 1966, le tre composizioni, perfettamente collegate tra di loro,
mostrarono una certa alterità rispetto alla Ballade, e le due opere furono infatti pubblicate separatamente. Non si profila nessun rischio,
per Tansman, di cadere nell’epigonismo di maniera: il suo omaggio a
Chopin non mostra la minima traccia di imitazione, e rivela le matrici
stilistiche tansmaniane volte a evocare (ma non a mimare) le dense
successioni accordali, l’intreccio tra melodia e arpeggi e le movenze
del valzer pianistico da concerto comde luoghi sacri dell’arte chopiniana guardati da lontano, sognati più che descritti.
La Sonata para guitarra di Antonio José [Martinez Palacios] fu composta nel 1933 e giacque nel silenzio per quasi sessant’anni. La tacitava
una rimozione originata, nel 1936, dall’assassinio del giovane autore.
Il crimine era stato coperto, nei primi mesi della guerra civile spagnola, da false motivazioni politiche. La Sonata era stata scritta, non per
Segovia – che l’avrebbe immediatamente glorificata – ma per Regino
Sainz de la Maza che, spenti i furori bellici, seppellì il manoscritto
nel suo archivio. Pubblicata in Italia da Bèrben nel 1990, la Sonata ha
subito occupato il posto che le spettava nella storia della musica per
chitarra, collocandosi tra i capolavori della prima metà del Novecento. Antonio José, castigliano di Burgos, sostanzialmente autodidatta,
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non solo non cadde nel tranello del folclorismo di maniera ispanica,
ma si elevò sulla sua generazione con uno stile che assorbiva gli influssi della musica francese (Ravel in particolare) e persino suggestioni
stravinskiane: nella provincia spagnola di allora, un miracolo. Articolata in quattro movimenti, la composizione spiega un’elegante vena
discorsiva nel primo movimento (bitematico e tripartito, ma con lo
sviluppo sostituito da una diversione episodica), una graziosa ironia
nel Minuetto, una malinconica dolcezza nella Pavana triste e un brio
spiritato nel Rondò conclusivo, che recupera elementi tematici del
primo tempo e che adopera l’effetto del rasgueado non per ricordare il
flamenco, ma per sprigionare una schumanniana agitazione.
Angelo Gilardino
Manuel Maria Ponce (1882-1948)
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Maurizio Colonna
30
31
chitarra
Domenica 10 maggio 2015 ore 18
Programma
Maurizio Colonna
chitarra
M
aurizio Colonna è nato a Torino il 2 dicembre 1959. È
considerato uno dei più grandi chitarristi classici del nostro
tempo. Ha iniziato a suonare la chitarra a cinque anni, a
sette ha debuttato come solista e a diciassette ha suonato il Concierto
de Aranjuez per chitarra e orchestra, accompagnato dall’Orchestra
dell’A ngelicum di Milano alla presenza di Joaquín Rodrigo.
Chitarrista-compositore, Colonna è autore di libri storico-musicali
e di tecnica chitarristica (Muzzio). Ha scritto composizioni per
chitarra (Bèrben, Kramer-Emi, Panarecord, Playgame-Carisch),
per chitarra e pianoforte insieme alla pianista-compositrice Luciana
Bigazzi e ha realizzato musiche da film (Los Angeles, Hollywood,
Roma, Torino). Ha collaborato con formazioni orchestrali e solisti
internazionali come l’ex Weather Report Alex Acuña, Paulinho Da
Costa, Abraham Laboriel, la sezione fiati degli Earth, Wind & Fire e
Frank Gambale.
Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti nella sua carriera il Premio
Speciale dall’Ente Nazionale dello Spettacolo (1991) e il Premio
Internazionale dello Spettacolo di Fiuggi (1991). Ha suonato per
il Presidente della Repubblica Italiana, nella Sala Consiliare del
Quirinale (1995). Nel 1996 è il primo chitarrista classico ad essere
ospite del Festival di Sanremo, facendo conoscere a milioni di
telespettatori la spettacolarità del suo chitarrismo. Il 30 marzo
2013 suona nel Duomo di Torino, in mondovisione su RaiUno,
in occasione dell’Ostensione Straordinaria della Sindone per la
Televisione. Nel 1997 la Bmg-Ricordi pubblica un libro su di lui,
intitolato “Oltre la tecnica”, in cui l’autrice, Lorenza Cristina Sianesi,
esplora sociologicamente l’idea che Colonna ha del musicista classico
contemporaneo.
Dal 2000 tiene regolarmente masterclass in numerose accademie
musicali. Ha pubblicato una ventina di album distribuiti in tutto il
mondo.
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Anonimi del XX secolo
Tre canti popolari latinoamericani Orazione
Milonga
Valzer criollo
Anonimi del XIX e XX secolo
Cinque canti popolari della cultura mediterranea Aria della mietitura
Taranta
Canto d’amore
Aria delle tabaccaie
Rumba gitana
5
Maurizio Colonna (1959) Movimenti sincronici (da Sincronie)
Adagio (da Concerto veneziano)
Dance (da Moments live in my memory)
Corners of the memory (da The Secrets of the Soul)
Simple Study n. 1, 4, 5, 6, 7, 8, 11, 12 (da 12 Simple Studies)
Aria mediterrranea N. 5 (da Sei Arie mediterranee)
The last Spring (da The Secrets of the Soul)
Guernica – Homage to Pablo Picasso
33
È vietato effettuare registrazioni audio o video
senza il consenso scritto degli artisti e dell’organizzazione.
Note di sala
U
n recital di Maurizio Colonna richiede una presentazione
diversa dalle note che si scrivono per un concerto di musica
classica. Inquadrare la singolarità dell’artista e tracciare velocemente un suo profilo, senza pretendere di potervelo rinchiudere,
è più importante che tentare di descrivere le musiche di cui è autore e
che egli stesso esegue.
Colonna viene dalla chitarra classica, dal suo mondo, dalla sua cultura, dalla sua storia, dai suoi miti e dalle sue liturgie: fin da adolescente,
viene individuato (per esempio da Alirio Diaz) come uno dei futuri
protagonisti dell’arte chitarristica, e ne mostra in effetti, in misura
straordinaria, i segni particolari. Ben presto, però, manifesta una
sorta di insofferenza nei riguardi del concerto con repertorio storico
e non accetta la separazione della figura dell’interprete da quella del
34
compositore. Eppure, i bei tempi di Giuliani e di Regondi sono remoti,
e lo stesso Segovia coltivò una modesta aiuola da compositore nei
pochi ritagli di tempo lasciatigli dalla sua divorante attività concertistica, nei cui programmi si guardò bene dall’includere un proprio
pezzo. Anche nella generazione che precede quella di Colonna, i casi
di concertisti di chitarra che, volendo dedicarsi alla composizione,
hanno dovuto rinunciare a esibirsi in pubblico, non sono pochi, né
minimi: il nome di Leo Brouwer è il primo, in ordine cronologico, di
un elenco che non potrebbe terminare senza essersi allungato in una
dozzina di nomi. Colonna è ancora giovanissimo quando, non soltanto rompe con il protocollo, ma incomincia a incarnarne il più radicale
contrario: nei suoi concerti, sospinge il repertorio ai margini, fino a
eliminarlo del tutto, e suona solo le proprie composizioni. Lo ispira
e lo sorregge, in questa sua avventura, la certezza di volere, dovere
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e poter fare musica scavalcando tutte le barriere: non esiste, nel suo
mondo, l’idea musicale separata dal gesto chitarristico, un pensiero
che, per materializzarsi in suono, dovrà essere mediato dalla mente e
dalle mani di un altro interprete. Per lui, pensare e suonare sono un
processo unico e non frazionabile in segmenti.
Lo abbiamo ascoltato e visto, quindi, nell’atto di offrire ai suoi ascoltatori i frutti della sua ricerca musicale con la perentoria, esaustiva
corporeità della sua presenza sulla scena. Si tratta di un fenomeno che
non lascia il minimo spiraglio alla supposizione che altri potrebbe
fare propria quella musica e “interpretarla”: chi ci ha provato, ne è
uscito a mani vuote.
Non è nemmeno il caso di procedere all’elencazione degli influssi
che egli ha fatto convergere nel crogiuolo del suo stile: musica “colta”,
flamenco, jazz, rock... Conviene invece sottolineare il sentimento
36
bruciante dell’immediato che “bussa alla porta”, dell’immanente che
non lascia alternativa all’obbligo dell’espressione più fervida e vorace:
è questo che Colonna trasmette nei suoi concerti. La chitarra è, per
lui e con lui, suono e voce del tempo presente, nella sua certezza e
nella sua consumazione: non è un poeta della memoria o uno scalatore di cieli, ma un captatore di quel che gli scorre dinanzi, dotato
di antenne inesorabili e di fulminee capacità di decodificazione e di
trasmissione. Soffermarsi sulle caratteristiche ritmiche, armoniche,
formali, dei suoi pezzi, sarebbe come descrivere il getto d’acqua che
scende a cascata sulla roccia: lo può vedere chiunque, non occorre
“spiegarlo”, ed talmente “contemporaneo” da non potersi riproporre
allo stesso modo nel concerto del giorno dopo. Quindi, chi viene ad
ascoltarlo stasera, sappia che farà parte di un hic et nunc irripetibile, e
che tutto potrà accadergli, nella sfera musicale, meno che il rimanere
indifferente.
Angelo Gilardino
37
Pordenone Guitar Festival
20a edizione
7 - 10 maggio 2015
Auditorium
della
Regione F.V.G.
Via Roma 2
Auditorium della Regione
Via Roma, 2
Informazioni
Prezzi dei biglietti
Giovedì
7 maggio ore 21
Venerdì
8 maggio ore 21
Sabato
9 maggio ore 21
Domenica 10 maggio ore 18
Ingresso ridotto per soci Farandola,
Cosmus, Pass giovani, studenti fino a
26 anni e abbonati alla rivista “Seicorde”
€ 12
€ 12
€ 12
€ 12
€ 8
Prezzi degli abbonamenti
Abbonamento
ai 4 concerti
Intero
Ridotto
€ 28
€ 18
Domenica 10 maggio ore 15 Ingresso libero
Farandola Associazione Culturale
Via Roggiuzzole, 6/a – Pordenone – Tel 0434 363339
www.farandola.eu - e-mail: [email protected]
Esercizi convenzionati
Best Westwrn Park Hotel
Via Mazzini, 43 - tel. 0434 27901
Ristorante alla Catina
Piazza Cavour, 10 - tel. 0434 520358
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39
Pordenone Guitar Festival
Il nostro albo d’oro dal 1995
SOLISTI
Luigi Attademo (2005)
Giulia Ballarè (2011)
Giampaolo Bandini (2008, 2011)
Eduardo Baranzano (1999)
Manuel Barrueco (1999, 2007)
Vladislav Blàha (2003)
Marco Bonfanti 2001
Rèmi Boucher (1995, 1999)
Emanuele Buono (2007, 2014)
Elena Càsoli (2003, 2012)
Maurizio Colonna (1998, 2015)
Alejandro Cordova (2009, 2010)
Marco De Biasi (2000, 2011)
Adriano Del Sal (2000, 2002, 2005, 2008)
Aniello Desiderio (1996, 2015)
Andrea De Vitis (2013)
Marcos Díaz (2002)
Marcin Dylla (2002, 2005, 2009)
Zoran Dukic (1996, 2010)
Massimo Felici (1997)
Marko Feri (1996, 2009)
Paul Galbraith (2012)
Margarita Garcia Escarpa (2000)
Pablo Garibay (2009)
Alex Garrobé (2000)
Oscar Ghiglia (2005)
Elena Gonzalez (2003)
Stefano Grondona (2005)
Andrzej Heimowski (2007, 2008)
Tilman Hoppstock (2001, 2002)
Nicola Jappelli (2004)
Dimitri Illarionov (2011)
Jaka Klun (2012)
Goran Krivokapic (2007)
Lukasz Kuropaczewski (2015)
Jacob Lindberg (2009)
Goran Listes (1995)
Pietro Locatto (2013)
Carlo Marchione (2000, 2002)
Claudio Marcotulli (1997)
Pablo Marquez (2008, 2010)
Matteo Mela (2003, 2011)
Alberto Mesirca (2014)
Lorenzo Micheli (1996, 2003, 2011)
Aldo Minella (2005)
Fabio Montomoli (2007)
Francisco Morais Franco (2012)
Filomena Moretti (2003, 2015)
Thomas Müller Pering (1996)
Raul Olmos (1997)
Andrey Ostapenko (2001)
Juan Francisco Padilla (2001)
Paolo Pegoraro (1995, 1997)
Cecilio Perera (2008)
Alvaro Pierri (2001)
Petra Polackova (2009, 2011)
Gerhard Reichenbach (1999)
Bernardino Rodriguez (2014)
David Russell (1994, 1995, 1996, 1997, 1998)
Flavio Sala (2005)
Sean Shibe (2013)
Marco Socias (1996, 1997)
Pavel Steidl (2003, 2007)
Alexander Swete (2001)
Giulio Tampalini (2014)
Emanuela Valmaggi (2000)
Roman Viazovskiy (2007)
Alberto Vingiano (1995)
Sabrina Vlaskalic (2009)
Marcos Victora Wagner (2012)
Laura Young (1997)
Mauro Zanatta (2001, 2005, 2009)
ENSEMBLE
Alberto Milani Live Trio (2009)
Artis Guitar Duo; Julia Hechler e Christian Zielinski (2013)
Duetto Giocondo; Caterina Lichtenberg
e Mirko Schrader, chitarre (2006)
Duo Michele Ambrosi, Andrea Monarda, chitarre (2013)
Duo Giampaolo Bandini e Matteo Mela,
chitarre (1997)
Duo Marco e Stefano Bonfanti, chitarre
(2004-2006)
Duo Cesare Chiacchieretta, bandoneon,
Giampaolo Bandini, chitarra (2004,
2008, 2011)
Duo Christian Gruber e Peter Maklar,
chitarre (2000, 2006)
Duo Ivo e Sofia Kaltchev, chitarre (2006)
Duo Claudio Maccari e Paolo Pugliese,
chitarre (2010)
Duo Melis; Alexis Mazurakis e Susana
Prieto, chitarre (2006)
Duo MM; Mak Grgic e Mirko Ferlan,
chitarre (2006)
Duo Melis; Alexis Muzurakis e Susana
Prieto, chitarre (2007)
Duo Sinergie; Tania Camargo-Guarnieri,
violino; Francesco Biraghi, chitarra (2004)
Duo Rainer Zipperling, viola da gamba e violoncello; Tilman Hoppstock, chitarra (2004)
40
Guitar4mation (2009)
Guitart Quartet; Lucio Matarazzo, Maria
Giovanna Siciliano Iengo, Gianvito
Pulzone, Gianluca Allocca (2004)
HexacordEnsemble; Thomas Offermann,
direttore (2009)
HexacordEnsemble; Pablo Marquez,
direttore (2010)
HexacordEnsemble Junior; Vito Nicola
Paradiso, direttore (2009)
Quartetto d’archi Strehler (2011)
SoloDuo; Matteo Mela e Lorenzo
Micheli, chitarre (2011)
Trio di Colonia; Pablo Marquez, Laura
Young, Zoran Dukic, chitarre (1998)
Trio Nahual, chitarre (2003, 2008, 2012)
Vivaldi Guitar Consort (1998)
Zagreb Guitar Trio; Darko Petrinjak,
István Römer, Goran Listes (2008)
ORCHESTRE
Orchestra Accademia Musicale Naonis;
Alberto Pollesel, direttore (2007, 2008,
2009, 2010)
Orchestra Regionale del Friuli-Venezia
Giulia; Romolo Gessi, direttore (2005,
2006)
MASTERCLASS E CONFERENZE
Massimo Agostinelli (2006)
Giampaolo Bandini (1999)
Eduardo Baranzano (1999)
Manuel Barrueco (1999)
Francesco Biraghi (2003)
Rèmi Boucher (1999)
Vladislav Bláha (2003)
Ante Cagalj (2006)
Roberto Calabretto (1999, 2000)
Elena Càsoli (2003)
Maurizio Colonna (1997)
Betho Davezach (2003)
Adriano Del Sal (2013)
Marcos Díaz (2002)
Marcin Dylla (2009)
Zoran Dukic (2010)
Margarita Garcia Escarpa (2000)
Guido Fichtner (2013)
Alex Garrobé (2000)
Angelo Gilardino (2002, 2005)
Oscar Ghiglia (2005)
Stefano Grondona (2006)
Gruber & Maklar (2000)
Tilman Hoppstock (2001, 2002)
Lena Kokkaliari (2011)
Jakob Lindberg (2009)
Maria Linnemann (2010)
41
Carlo Marchione (2000, 2002)
Claudio Marcotulli (2003)
Pablo Marquez (2008, 2010)
Evangelina Mascardi (2013)
Matteo Mela (2003)
Lorenzo Micheli (2013)
Thomas Offermann (2009)
Francisco Padilla (2001)
Stefano Palamidessi (2003)
Vito Nicola Paradiso (2009)
Giuseppe Pepicelli (2001)
Alvaro Pierri (2001)
Lucia Pizzutel (1999)
Alberto Ponce (2004)
Amalia Ramirez (2005)
Bosko Radojkovic (2007)
Gerhard Reichenbach (1999)
Carlos Andrés Segovia (2005)
Marco Socias (1998)
Pavel Steidl (2003-2007)
Alexander Swete (2001)
Luciano Valerio (2003)
Stefano Viola (1999, 2010)
Walter Wuerdinger (2003)
Walter Zanetti (2001)
Duo G. Bandini, M. Mela (1998)
Trio Di Colonia (1998)
Trio Di Zagabria (2008)
LIUTAI
Renato Barone (1999)
Franco Barsali (1998)
Enrico Bottelli 2001
Ceccon & Foti (1998)
Paolo Coriani (1996-1999-2001)
Matthias Dammann (2000)
Michele Della Giustina (1997-2000)
Roberto De Miranda (1999)
Lorenzo Frignani (1995)
Mario Garrone (1997)
Gioachino Giussani (1998)
Bernd Holzgruber (2002)
Luciano Lovadina (2000)
Alessandro Marseglia (2003)
Dieter Muller (2004)
Mario Novelli (1995)
Heidi Pulfer (1997)
Fabio Ragghianti (2000)
Antonino Scandurra (1996)
Andrea Tacchi (1997-2000)
Gernot Wagner (2004)
Luca Waldner (1996)
Alan Wilcox (1999)
ALTRI ARTISTI
Amanda Sandrelli, attrice (2011)
Pordenone
via Roveredo, 2/E
www.qucinando.com
[email protected]
Tel. 0434.536016
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Tel. 0434/524411 - Fax 0434/524301
E.mail: [email protected]
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Pordenone Guitar Festival
20a edizione
7 - 10 maggio 2015
Medaglia del Presidente
della Repubblica Italiana
Team organizzativo
Farandola
Associazione Culturale
Presidente: Valentina Gerometta
Gabriella Bassignano
Francesco Carone
Antonio D’Alessandro
Gioia Grigoletti
Giorgio Lovato
Rosalia Scarlata
Coordinamento Scuole di Musica
–– Accademia Musicale Pordenone – Pordenone
–– Associazione “Albino Gagno” – Villorba (TV)
–– Associazione Amici della Musica “Arcangelo Corelli” – Vittorio Veneto (Tv)
–– Associazione Amici della Musica “Salvador Gandino” – Porcia (PN)
–– Associazione Culturale “Altoliventina XX Secolo”
– Prata di Pordenone (PN)
–– Associazione Culturale Istituto Musicale “Giuseppe Verdi” – Brugnera (PN)
–– Associazione “Ensemble Serenissima” Accademia
Musicale – Sacile (PN)
–– Associazione Filarmonica Maniago – Maniago
(PN)
–– Associazione Musicale “Bertrando di Aquileia” –
San Giorgio della Richinvelda (PN)
–– Associazione Musicale “Vincenzo Ruffo” – Sacile
(PN)
–– Farandola – Pordenone
–– Fondazione “Santa Cecilia” – Portogruaro (VE)
–– Istituto Musicale “Arnaldo Benvenuti” – Conegliano (TV)
–– Istituto Musicale “Guido Alberto Fano” – Spilimbergo (PN)
Nel 2014 il Cosmus ha raccolto oltre 2000 iscritti,
impegnando 250 insegnanti, in un percorso formativo
nell’ambito della musica classica e moderna, sia a livello
amatoriale che professionale.
È per questo che la rete ha stretto un accordo di partenariato con i Conservatori regionali, al fine di certificare la
qualità dei percorsi formativi.
Le scuole aggregate, nella loro storia, possono vantare più
di 300 premi vinti dagli allievi che hanno partecipato a
vari concorsi musicali nazionali e internazionali.
Direttore artistico
Filippo Michelangeli
Collaborazioni esterne
MP Musica
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