PERIODICO TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE 2 SAVONESE
Anno X - N. 2 - Dicembre 2009 - Aut. tribunale di Savona n. 919 del 28.03.2000 - Sped. in abb. postale 70%, L. 662/96 - Direz. Comm.le di Savona
La Regione Liguria nel 2008 aveva aderito al sistema di valutazione della capacità di adempienze
ai suoi compiti in sanità.
Sotto ossevazione il governo della domanda
di ricovero e delle cure primarie per migliorare
lo stato di salute della popolazione
Dai primi risultati dell'indagine, l'esigenza di ridurre i tempi delle liste di attesa e la separazione
dei percorsi assistenziali dei pazienti cronici da quelli ordinari.
Giudizi positivi per la Chirurgia, particolarmente il Day Service del "S. Corona" e la Day Surgery
del "S. Paolo" di Savona della nostra ASL.
Flavio Neirotti
Direttore Generale ASL2 Savonese
Considerazioni e prospettive alla luce
dei primi risultati provenienti dal
sistema di valutazione della performance in Sanità elaborato
dall'Agenzia Regionale Sanitaria per
la Regione Liguria.
La Regione Liguria ha aderito nel
2008 al sistema di valutazione della
performance in Sanità, sviluppato dal
Laboratorio MeS della Scuola
Superiore S.Anna di Pisa, seguita
successivamente dalle Regioni
Piemonte e Umbria. Il suddetto
sistema rappresenta una modalità di
analisi basata su un set di indicatori
che fotografano la sanità regionale da
diversi punti di vista, quali, ad
esempio, la capacità di governo della
domanda, l'efficienza delle attività di
ricovero, o l'efficacia assistenziale
delle cure primarie.
È un importante strumento di lavoro
per migliorare e correggere dove ce ne
sia la necessità anche creando specifici gruppi di lavoro.
Tra gli elementi più interessanti dello
studio il fatto che i risultati possono
essere analizzati sia a livello regionale, sia condivisi per un confronto interregionale: in questo modo è possibile
ottenere una valutazione più ampia
che consenta un confronto anche con
altre realtà.
Il sistema di valutazione della performance che la Regione Liguria sta
implementando per le proprie
Aziende sanitarie si caratterizza per la
multidimensionalità, ossia l'utilizzazione di una pluralità di dimensioni di sintesi, in grado di evidenziare
i diversi aspetti che caratterizzano la
performance di un sistema complesso
come quello sanitario.
Tra queste, particolare rilevanza
assume la dimensione sociosanitaria, che riflette l'attività tipica
di un'azienda sanitaria, identificandone gli elementi che determinano la
sostenibilità economica e la capacità
di rispondere al suo obiettivo primario, ossia migliorare lo stato di salute
della popolazione.
Tra gli obiettivi primari evidenziati
dall'Ars c'è quello di riorganizzare
tutta la gestione delle liste d'attesa per
rendere meno lunghe le attese.
Il problema dei tempi d'attesa non è
solo un problema di offerta ma anche
di organizzazione della domanda!
Riguardo l'appropriatezza delle
prescrizioni si sta lavorando da tempo
con i Medici di famiglia. Una nota di
merito è che dopo un periodo di crisi,
per il terzo anno consecutivo la nostra
Asl è restata entro il budget di finanziamento regionale
Un altro importante passo sarà la
separazione dei percorsi assistenziali
dei pazienti affetti da patologie
croniche da quelli ordinari.
Dai dati emerge infatti che in Liguria
ci sono circa 450 mila malati cronici,
un paziente su tre. La Regione ha
quindi pensato che dedicando loro una
corsia preferenziale di contatto con i
medici di riferimento si riuscirebbe ad
alleggerire, e di molto, le liste d'attesa.
Dai dati è emerso inoltre che nella
nostra Asl lavora una Chirurgia di
qualità che ben utilizza le risorse
tecnologiche e che una sperimentazione di successo è proprio al Santa
Corona con il Servizio di Day
Service: il paziente grazie a questa
novità può fare tutti gli esami preoperatori, per gli interventi programmati, in una sola giornata per poi
venire operato entro 20-30 giorni.
L'esperimento sta dando buoni
risultati anche dal punto di vista del
risparmio: ogni giorno di degenza
costa oltre 400 euro e le liste d'attesa
per tutte le Chirugie si sono già
notevolmente accorciate.
Anche la riorganizzazione della
Chirurgia in interventi di Day
Surgery con una Struttura Complessa
all'Ospedale San Paolo a questo
dedicata ha permesso di razionalizzare gli interventi e raggiungere gli
obiettivi assegnati dalla Regione di
qualità e appropriatezza nell'interesse
del paziente.
n. 2 • Dicembre 2009
Il centro di riferimento per le malattie cerebrovascolari
Sanità Notizie
Novità negli interventi sugli aneurismi intracranici.
Il neurochirurgo affiancato
dal neuroradiologo interventista
del "Santa Corona" sconfiggono
le dilatazioni delle arterie cerebrali con stent dedicati
"a diversione di flusso"
Riccardo Padolecchia
Direttore S.C. Neuroradiologia
2
Gli aneurismi intracranici sono
dilatazioni delle arterie cerebrali che
in caso di rottura e di emorragia
possono avere gravi conseguenze,
spesso anche letali. Di fronte ad un
aneurisma cerebrale, soprattutto se
responsabile di emorragia cerebromeningea, oltre al trattamento
chirurgico, in questi ultimi anni si è
andata sempre più diffondendo la
possibilità del trattamento endovascolare utilizzando differenti
materiali.
Il progressivo sviluppo tecnologico
ha permesso al neuroradiologo
interventista di poter affiancare il
neurochirurgo nell'affrontare tale
patologia ed offrire al paziente, in
base sia alle caratteristiche
dell'aneurisma che alle condizioni
neurologiche del paziente, la cura
più appropriata ed efficace.
Negli ultimi venti anni è stato
affascinante seguire l'evoluzione
tecnologica nell'ambito del trattamento endovascolare degli aneurismi cerebrali, passando dai concetti
teorici sino a giungere, attraverso le
numerose sperimentazioni sugli
animali, ai primi strumenti endovascolari come i palloncini distaccabili
che venivano rilasciati all'interno
della sacca aneurismatica. L'utilizzo
successivo e sempre più frequente
delle spirali al platino, trasportate
nelle arterie del cervello attraverso
piccoli cateteri, ha permesso di poter
affrontare con maggiore efficacia
questa patologia gravata da un alto
tasso di morbilità/mortalità.
Al giorno d'oggi le case produttrici
dei materiali dedicati all'inter-
ventistica neuroradiologica investono migliaia di euro nella ricerca di
strumenti sempre più flessibili e
sicuri che permettano di curare un
numero sempre maggiore di aneurismi senza dover ricorrere all'intervento neurochirurgico e
soprattutto di avere un risultato
duraturo e stabile.
Proprio in quest'ottica da alcuni
mesi sono stati introdotti in commercio degli stent dedicati cosidetti “a
diversione di flusso” che si sono
affiancati a quelli già in uso a livello
intracranico per il trattamento di
dilatazioni aneurismatiche difficili
per dimensioni, morfologia e sede.
Gli stent a “diversione di flusso”
sono stent auto-espandibili,
anch'essi avanzati nelle arterie del
cerebrali attraverso microcateteri
inseriti e manovrati a livello
dell'arteria femorale all'altezza
dell'inguine, e costituiti da una
stretta maglia cilindrica di microfilamenti di platino e cromo-cobalto
che determina un cambiamento
emodinamico all'interno della sacca
aneurismatica inducendo una
progressiva trombosi ed esclusione
dal circolo sanguigno. Essi trovano
indicazione in casi particolari come
ad esempio aneurismi ad ampio
colletto, larghi o giganti come
dimensioni o di aspetto fusiforme,
tutte situazioni cliniche dove il
trattamento endovascolare standard
potrebbe essere non definitivo. I dati
che provengono dalle limitate
casistiche dei principali centri di
interventistica neuroradiologica
internazionali hanno dimostrato un
tasso di guarigione anatomica vicino
al 100% nei controlli angiografici a
sei e dodici mesi.
Presso la S.C. di Neuroradiologia
dell'Ospedale Santa Corona di Pietra
Ligure è stato utilizzato per la prima
volta questo nuovo tipo di stent a
“diversione di flusso” in una
paziente portatrice di un aneurisma
cerebrale non rotto, in sede critica
per altri tipi di trattamenti terapeutici
endovascolari o chirurgici.
L'intervento ha permesso di rilasciare in posizione corretta lo stent ed il
controllo angiografico a cinque mesi
dalla procedura endovascolare ha
evidenziato la già totale scomparsa
dell'aneurisma, senza la necessità di
ulteriori terapie invasive (Fig. 1 e 2).
Questo tipo di stent rappresenta un
ulteriore passo avanti nell'ambito
della neuroradiologia interventistica
a testimonianza delle potenzialità
della ricerca tecnologica nel fornire
strumenti endovascolari che possono contribuire a trattare, con risultati
duraturi e stabili, aneurismi cerebrali ritenuti difficili.
La possibilità di poter applicare tale
tecnica accresce ulteriormente la
possibilità della Neuroradiologia e
del centro di Neuroscienze “E.
Tartarini”, nonché dell'Ospedale
Santa Corona, di essere un centro di
riferimento per le malattie cerebro-vascolari con la possibilità di
poter offrire al paziente portatore di
aneurisma cerebrale la cura migliore, endovascolare o chirurgica.
n. 2 • Dicembre 2009
Il centro di riferimento per le malattie cerebrovascolari
A
Sanità Notizie
B
Fig.1: Angiografia carotide destra laterolaterale (A,B) con immagini tridimensionali
(C,D): aneurisma carotido-oftalmico a largo
colletto.
C
E
D
F
Fig.2: Angiografia di controllo a cinque mesi dal
trattamento endovascolare in latero-laterale (E,F),
con immagine tridimensionale (G) e dello stent
radiopaco a maglie strette (H): esclusione totale
dell'aneurisma.
G
H
3
n. 2 • Dicembre 2009
Il "S. Paolo" al III Congresso Nazionale SIC
Sanità Notizie
Una nuova metodica per curare i pazienti con metastasi epatiche di
carcinoma colorettale.
Con la chirurgia resettiva
si ottiene la bonifica completa
del fegato, colonizzato
dalle metastasi in due tempi
In questo modo si recupera un 25/30% di pazienti
un tempo ritenuti inoperabili.
Angelo Schirru
Direttore S.C. Chirurgia Generale, Ospedale San Paolo di Savona
Guido Griseri
Resp. S.S. Chirurgia epatobiliare e pancreatica,
Ospedale San Paolo di Savona
Francesco Quaglia
Medico in Formazione - Università di Genova
La chirurgia resettiva del fegato, con la
fondamentale integrazione con la
chemioterapia, costituisce oggi la sola
possibilità di cura per pazienti con
metastasi epatiche da carcinoma colorettale. Estendere il tasso di resecabilità delle
metastasi costituisce pertanto un obiettivo
cruciale dell'approccio strategico a questi
malati, per poter offrire loro la migliore
(se non l'unica) possibilità di cura.
Alcune metodiche sono state proposte in
questi anni per raggiungere tale obiettivo
e tra queste, l'epatectomia stadiata.introdotta dal gruppo di Bismuth negli anni 90,
costituisce uno dei mezzi più efficaci a
tale scopo, potendo recuperare alla
chirurgia un 25-30% di pazienti un tempo
ritenuti inoperabile.
La metodica consiste nell'ottenere la
bonifica completa del fegato (cosiddetto
“clearing” epatico) colonizzato dalle
metastasi in due tempi, laddove il suo
espletamento in un tempo solo comporterebbe un alto rischio di insufficienza
epatica post resettiva (quasi sempre letale)
per l'inadeguata quantità di parenchima
Materiali e metodi 1
Casistica S.S.Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica
Ospedale S.Paolo Savona - 1998 / 2009
Sopravvivenza
Mediana di
N°
N°
a 5 Sopravvivenza
pazienti resezioni attuariale
aa
(mesi)
4
CRLM
78
95
41,23
42 (2-115)
Non
CRLM
20
20
32.73
10 (2-99)
HCC
31
34
63.61
67 (5-78)
epatico che residuerebbe all'intervento.
Sfruttando la ben nota capacità di
rigenerazione del fegato deprivato di una
parte del suo parenchima, si bonificano
alternativamente (in due stadi) i due
emifegati, inducendo nell'emifegato
destinato a rimanere un'ipertrofia
compensatoria mediante legatura o
embolizzazione del ramo portale
dell'emifegato destinato all'ablazione.
Ecco di seguito alcune diapositive del
lavoro presentato al congresso di Rimini
alla fine dello scorso ottobre
Materiali e metodi 2
• nel periodo 2004 – 2009
15 pazienti sincroni non resecabili
d’emblée indirizzati ad un trattamento twostage
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Il "S. Paolo" al III Congresso Nazionale SIC
Materiali e metodi 3
Materiali e metodi 4
Epatectomia Stadiata nei pazienti sincroni
Demografica pazienti
Età
M–F
Primitivo Colon – Retto
Stadio C
Metastasi epatiche alla
diagnosi
- Sincrone
- N° > 1
- Diametro > 5 cm
- CEA > 200
-N+
Fong 3
4
5
1. Gesto digestivo + 1° tempo epatico
(resezione”wedge” o segmentectomia +/termoablazione : tempo “ leggero”)
+ eventuale legatura portale
2. Chemioterapia ponte (event. Embolizzazione
portale)
3. 2° tempo epatico : tempo “pesante”
Materiali e metodi 6
70 (51 - 72)
9–6
13 – 2
15 (100 %)
15
15
7
1
7
7
7
1
Risultati 1
Criteri di esclusione al secondo tempo chirurgico
• Progressione di malattia
• Insufficiente volume di fegato residuo
Timing 1-2 stage
Numero medio di cicli "ponte"
Chemioterapia ponte
Chemioterapia neoadiuvante
4.8 mesi (1 – 10)
7.8 (4 – 12)
13/15
0/15
12.5 mesi (5 – 27)
13 %
50 %
Mortalità operatoria (90 gg)
0
6 (40 %)
Epatectomia stadiata
Epatectomia ds
Settoriectomia lat ds
Epatectomia sn
4
1
1
pz 1
pz 2
pz 3
pz 5
pz 8
pz 15
Vantaggi
18.5 mesi (2 – 60)
28.5 mesi (2– 60)
Follow-up globale (OS)
Follow-up pz. sottoposti a 2 stage
Follow-up pz. che non completano il
trattamento
OS a 5 anni globale
OS a 5 anni pz. sottoposti a 2 stage
•
•
•
•
Pz.
First stage
1
Wedge S 3 + Leg port dx
FOLFOX 4
4–2
Epatectomia dx
D–8
Y
2
Segmentect S3
FOLFOX 4
12 – 7
Epatectomia dx
V - 60
Y
3
Segmentect S2
Leg port dx
FOLFOX 4
12 – 7
Epatectomia dx
D – 60
N
4
Segmentect S4
NO CHEMIO
-
Progressione
radiologica
D–8
N
5
Wedge S 2 - 3
Leg port dx
FOLFOX 4
4–2
6
Segmentect S3
RFA S 4 + Leg port dx
FOLFOX 4
12
7
Bisegmentect S 2 – 3
RFA S 1 + Leg port dx
XELODA
8
Wedge S 2 – 3 – 4
Leg port dx
9
Bisegmentect S 5 – 6
PVE sn
10
Wedge S 2 – 3 – 4
Leg port dx
11
Wedge S 2 – 3
Leg port dx
12
Wedge S 2 – 3
Leg port dx
FOLFOX +
CETUXIMAB
4–3
13
Bisegmetect S 2 – 3
Leg port dx
XELODA
14
Wedge S 2 – 3 – 4
Leg port dx
15
Segmet S3
Wedge S 2 – 4 + Leg port
Sempre 2 soli interventi
Resezioni su fegato meno trattato
Trattamento sistematico del primitivo
Buona compliance del paziente
Chemio bridge
N° cicli /
Two stage
Timing (mesi)
Outcome
(D/V mesi)
DFS
Epatectomia dx
D – 17
N
Progressione
radiologica
D – 15
N
12 – 7
Non resecabile
V – 27
N
FOLFOX 4
8–6
Epatectomia dx
V – 24
Y
5FU
4–4
Non resecabile
D – 11
N
FOLFOX 4
12
Progressione
radiologica
V – 12
N
XELODA +
CETUXIMAB
4
Progressione
radiologica
D – 11
N
Non resecabile
D – 12
N
4
Risposta completa
V–6
Y
NO CHEMIO
-
Progressione
radiologica
D–5
N
FOLFOX 4
4–2
Epatectomia dx
V–2
Y
• Chance chirurgica a TUTTI gli operabili
in due tempi
5
n. 2 • Dicembre 2009
Eccellenza diagnostica al "S. Corona"
Sanità Notizie
La strumentazione dell'Unità Spinale è l'unica in Liguria.
Con l'esame videourodinamico
documentate le anomalie della
vescica neurologica e precisate le
situazioni a rischio
Antonino Massone
Direttore S.C. Unità Spinale - Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure
Roberto Sergi
Dirigente Medico videourodinamica
S.C. Unità Spinale – Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure
Paziente posizionato sul lettino per l'esame
videourodinamico.
6
Cosa è l'esame videourodinamico
La videourodinamica con elettromiografia sfinterica rappresenta il metodo
diagnostico di scelta nello studio delle
alterazioni funzionali vescicosfinteriche di più difficile inquadramento. Tale valutazione morfologica e
funzionale del basso apparato urinario
è particolarmente utile nel bilancio
diagnostico delle disfunzioni neurologiche e dei disturbi minzionali
complessi.
L'esame videourodinamico prevede la
registrazione simultanea delle
immagini radiologiche ed urodinamiche, in modo tale da poter visualizzare
contemporaneamente sia il grafico
urodinamico sia l'immagine proveniente dall'amplificatore di brillanza.
In questo modo si evidenziano
contestualmente sia i fenomeni
dinamici pressori, elettromiografici e
flussometrici sia gli aspetti morfologici cistouretrografici.
Possono essere osservate e documentate anomalie del contorno vescicale,
la presenza e l'entità di reflussi
vescico-ureterali ed uretro-prostatici,
la presenza di diverticoli e di fistole
uretrali.
Il reflusso vescico-ureterale può
essere evidenziato già all'inizio della
fase di riempimento, oppure può
comparire durante tale fase a volumi e
pressioni variabili o nel corso di una
contrazione detrusoriale, o infine
soltanto durante la fase di svuotamento. Per tutti gli altri aspetti la metodica
di esecuzione dell'esame videourodinamico è del tutto sovrapponibile ad
una valutazione urodinamica norma-
Ambulatorio di Video-Urodinamica.
le.
L'inconveniente principale di tale
metodica consiste nella necessità di
limitare il tempo di visualizzazione
radiologica per non esporre sia il
paziente sia l'esaminatore ad una
eccessiva irradiazione, restringendo il
tempo di osservazione radioscopica a
brevi momenti dell'esame.
L'indicazione principale è rappresentata dalle disfunzioni vescicosfinteriche neurologiche. Lo studio
morfologico e funzionale della fase di
raccolta e di svuotamento del basso
apparato urinario è in grado di fornire
l'esatta definizione del danno funzionale e l'identificazione delle "situazioni a rischio", specificando quale sia lo
stato disfunzionale del detrusore, del
collo e dello sfintere striato, facendo
riferimento sia alla funzione di
raccolta che alla funzione di svuotamento.
In particolare la videourodinamica è il
solo esame che consente di evidenziare una condizione di incompetenza
cervicale (apertura del collo a riposo
ed in assenza di contrazione detrusoriale), di dissinergia detrusore-collo e
di valutare le caratteristiche di
quest'ultima (mancata apertura,
ritardo di apertura, difettosa apertura).
Anche le caratteristiche della dissinergia detrusore-sfintere striato, già
evidenziabile con l'elettromiografia,
possono meglio essere valutate con la
videourodinamica. Concludendo, la
videourodinamica con e.m.g. sfinteriale è il solo esame che consente la
contestuale valutazione morfologica e
funzionale del basso apparato urina-
n. 2 • Dicembre 2009
rio. Tale peculiarità rappresenta in
alcune condizioni più complesse un
requisito indispensabile per diagnosticare e stadiare una disfunzione. La
videourodinamica è infatti considerata il “gold standard” per le disfunzioni
Eccellenza diagnostica al "S. Corona"
vescico-sfinteriche neurologiche ed è
anche utile per alcune condizioni
disfunzionali più complesse.
Al momento la strumentazione in
possesso dell'Unità Spinale è unica sul
territorio ligure.
Sanità Notizie
Percorso diagnostico-terapeutico
della vescica neurologica
Il percorso gestionale ottimale della
vescica neurologica è stato sintetizzato dalla I.C.S. (International
Continence Society) nei seguenti
diagrammi:
Fig.1: Gestione di I
livello della vescica
neurologica.
Fig.2: Gestione di II
livello della vescica
neurologica.
7
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Eccellenza diagnostica al "S. Corona"
gradi più elevati, mediante una
corretta gestione della vescica
neurologica. Infatti i RVU di grado
elevato, inclusi quelli passivi che
avvengono solitamente a basse
pressioni detrusoriali, sono dannosi
per la funzionalità renale e possono, di
conseguenza, ridurre la qualità e
l'aspettativa di vita nei pazienti affetti
da vescica neurologica.
Bibliografia
1.
Il dottor Sergi e il dottor Massone discutono un caso clinico davanti al monitor della videourodinamica.
La nostra esperienza decennale ci ha
fortemente convinti della superiorità
della videourodinamica rispetto alla
più tradizionale urodinamica. Infatti
spesso la videourodinamica ci ha
permesso di evidenziare reflussi
vescico-ureterali (RVU) non solo non
riscontrabili con l'esame urodinamico
tradizionale, ma spesso neppure
immaginabili a priori. Infatti, nella
nostra casistica, i RVU sono prevalentemente passivi ovvero avvengono
con basse pressioni detrusoriali, per
cui non è consigliabile affidarsi
esclusivamente al riscontro di “Alte
Pressioni Detrusoriali con Dissinergia” per invitare il paziente a
sottoporsi ad un esame videourodinamico od, in mancanza di esso, alla
cistografia.
8
Inoltre siamo soliti completare il
percorso diagnostico della vescica
neurologica nei nostri pazienti con la
scintigrafia renale sequenziale
eseguita presso la S.C. di Medicina
Nucleare del “Santa Corona”. Il
RVU è uno dei fattori più frequentemente associati all'insufficienza
renale secondaria a danno mielico:
esiste infatti una relazione ben
definita tra la gravità del reflusso ed il
danno renale. Grazie alle nuove
metodiche ed allo screening periodico
dei pazienti, il controllo delle complicanze renali ha migliorato notevolmente la qualità e l'aspettativa di vita
dei pazienti con lesione midollare nel
corso degli ultimi decenni.
Ricordiamo che secondo l'International Continence Society (ICS) e
l'European Association of Urology
(EAU) la videourodinamica rappresenta il gold standard per la diagnostica nella vescica neurologica e quindi
lo strumento più idoneo per visualizzare il reflusso vescico-ureterale; la
scintigrafia renale sequenziale è
invece lo studio che meglio focalizza
la funzionalità .
Nostro studio retrospettivo sulla
relazione tra reflusso vescicoureterale e funzionalità renale
In un nostro studio retrospettivo, negli
ultimi 48 mesi, sono stati studiati nel
nostro Ambulatorio di Videourodinamica n° 24 pazienti affetti da
vescica neurologica con reflusso
vescico-ureterale (il 7% circa del
totale dei pazienti esaminati). In
questi pazienti sono stati ricercati gli
esami, svolti nel periodo considerato,
che evidenziassero la funzionalità
renale ovvero la scintigrafia renale
sequenziale con DTPA-Tc99m o con
Mag3-Tc99m ed i valori della azotemia e della creatinina sierica.
Abbiamo evidenziato che la funzionalità renale è significativamente
compromessa solo con RVU di grado
elevato (tutti quelli di IV grado ed il
50% di quelli di III grado) e che i RVU
passivi sono quattro volte più numerosi di quelli attivi.
Da questo studio appare importante
prevenire il RVU, soprattutto nei suoi
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
FOLEY SJ, McFARLANE JP,
SHARP PJ – Vesico-ureteral reflux
in adult patient with spinal injuryBr J Urol 1997 Jun; 79(6):888-91
MUNDY AR, STEPHENSON TP,
WEIN AJ – Urodinamica: principi,
pratica e applicazioni – Churchill
Livingston/Momento Medico 1996.
SERGI R, CACCAMO L. et al Importanza della contestuale
associazione elettromiografica e
radioscopica all'esame urodinamico nella diagnostica della vescica
neurologica: la nostra esperienza di
18 mesi. Atti XXXII Congresso
SIMFER, Chieti 21-25 settembre
2004, Eur Med Phis 2004; 40 suppl.
1 to n°3):637-8
SERGI R, CACCAMO L et al Complicanze della vescica
neurologica visualizzabili in
videourodinamica: considerazioni
preliminari in 20 mesi di attività.
Atti XXXII Congresso SIMFER,
Chieti 21-25 settembre 2004, Eur
Med Phis 2004; 40 suppl. 1 to
n°3):639-40
SERGI R, MASSONE A, et
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vesico-ureteral reflux”.
Urodinamica 16: 244-245, 2006
SERGI R, MASSONE A; et
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Urodinamica 16: 248-249, 2006
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Vesicoureteral reflux and videourodynamic studies: results of a
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CARONE R, VERCELLI D Videourodinamica: quando? - da
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A.I.M.N. (Associazione Italiana di
Medicina Nucleare) –
Standardizzazione delle procedure
di medicina nucleare in nefrourologia – marzo 1994
n. 2 • Dicembre 2009
Eccellenza diagnostica al "S. Corona"
Sanità Notizie
Fig.3: Immagini radioscopiche di vescica neurologica con polidiverticolosi e reflusso vescico-ureterale di IV grado.
URP Ufficio relazioni con il Pubblico Asl2
Savona
Via Collodi, 13
17100 Savona
Orario al pubblico:
da lunedì a venerdì
ore 9,00 - 12,00
Tel. 019 840 5296
Fax 019 840 5297
e-mail: [email protected]
Savona
Ospedale San Paolo Via Genova,
30 - 17100 Savona
Orario al pubblico:
da lunedì a venerdì
ore 9,00 - 12,00
Tel. / Fax 019 840 4016
e-mail: [email protected]
Pietra Ligure
Ospedale Santa Corona
Via XXV Aprile, 38
17027 Pietra Ligure
Orario al pubblico:
da lunedì a venerdì
ore 9,00 - 12,00
Tel: 019 623 4235
Fax 019 623 4236
e-mail: [email protected]
Albenga
Ospedale Santa Maria
di Misericordia
V.le Martiri della Foce, 40 17031
Albenga
Orario al pubblico:
martedì e giovedì
ore 9,00 - 12,00
Tel: 0182 546924
e-mail: [email protected]
9
n. 2 • Dicembre 2009
Eccellenza diagnostica al "S. Corona"
Sanità Notizie
Fig.4: Classificazione internazionale del reflusso vescico-ureterale.
10
Fig.5: Tracciato nefroscintigrafico: rene sin. grinzo e rene dx con ritardo di eliminazione del radiotracciante, ostacolato dalla presenza del RVU .
n. 2 • Dicembre 2009
Tecnologia sofisticata
Sanità Notizie
Alla ricerca della minima invasività e della riproducibilità
delle procedure operatorie più complesse.
La chirurgia robotica rappresenta
la massima espressione tecnologica
della chirurgia moderna
Al via il progetto di accreditamento del "S. Paolo"
come centro di eccellenza regionale.
Claudio Giberti
Direttore S.C. Urologia- Ospedale San Paolo di Savona
Claudio Giberti.
La ricerca in ambito chirurgico è
ormai sempre più orientata non solo al
miglioramento dei risultati ma anche
alla minor invasività e alla riproducibilità delle procedure operatorie più
complesse.
La chirurgia robotica rappresenta la
massima espressione tecnologica
della chirurgia moderna. Si tratta,
cioè, dell'applicazione alla laparoscopia tradizionale (quella tecnica che
permette di operare praticando piccoli
fori sull'addome) di un vero e proprio
robot, il Robot Da Vinci, i cui movimenti vengono tradotti in precisi gesti
chirurgici. Il suo sviluppo, iniziato
negli Stati Uniti dove la chirurgia
robotica è ormai diventata una realtà
consolidata, si è diffuso molto
rapidamente anche in Europa con un
costante aumento del numero di
piattaforme robotiche installate negli
ultimi anni. In Italia i centri di chirurgia robotica sono circa 30 e, tra questi,
il centro di chirurgia robotica di
Savona, è l'unico centro ligure.
I vantaggi della chirurgia robotica per
il paziente sono notevoli. Infatti, agli
ormai noti aspetti positivi della
laparoscopia (accesso chirurgico
attraverso piccoli fori evitando ampie
incisioni, minori perdite ematiche,
minori tempi di degenza, rapido
recupero post-operatorio, rapido
ritorno all'attività lavorativa) si
aggiungono quelli derivanti
dall'impiego del Robot Da Vinci che,
attraverso una tecnologia sofisticata,
fornisce al chirurgo una reale immagine tridimensionale del campo opera-
Maurizio Schenone
Responsabile S.S. Chirurgia Urologica Laparoscopica e Robotica Ospedale San Paolo di Savona
torio e traduce i movimenti della sua
mano in precisi movimenti degli
strumenti posti all'interno del corpo
del paziente. La ricostruzione
tridimensionale delle immagini, la
visione decisamente ingrandita e la
precisione del gesto chirurgico
mettono il chirurgo in grado di attuare
un intervento in modo mai provato
prima, con un conseguente miglioramento dei risultati.
Tali innovazioni permettono, inoltre,
di ridurre la curva di apprendimento,
cioè la fase di training necessaria per
tutti i chirurghi in formazione,
soprattutto del chirurgo non laparoscopista, e di estendere le indicazioni
della chirurgia mini-invasiva a
procedure tecnicamente molto
complesse, in particolare quelle in cui
siano necessarie fini dissezioni e/o il
confezionamento di anastomosi
endocavitarie.
La chirurgia robotica garantisce
quindi innanzitutto migliori risultati
per il paziente ma fornisce anche
nuove straordinarie opportunità
tecniche al chirurgo, ponendolo in
grado di eseguire rapidamente
procedure molto complesse che, in
assenza dell'assistenza del robot,
sarebbero precluse e riservate soltanto
ai cosiddetti centri “ad alto volume”.
Applicazioni chirurgiche
del Robot da Vinci:
- Chirurgia Urologica:
l'applicazione robotica é ideale nel
trattamento chirurgico del tumore
della prostata a basso stadio, dove si
richiede una particolare accuratezza
nel risparmio dei fasci vascolonervosi
(preservazione della potenza sessuale) e del collo vescicale (preservazione della continenza urinaria). Si
ricorda come le forme prostatiche a
basso rischio siano ormai sempre più
frequenti a causa della diagnosi
precoce, eseguita attraverso i controlli
seriati del PSA a partire dai 50 anni e
come siano destinati ad aumentare in
futuro. Il robot é inoltre indicato e
utilizzato nella chirurgia renale
d'elezione, in particolare
nella
plastica del giunto pieloureterale
(patologia riscontrata prevalentemente in età adolescenziale), nella
pielolitotomia, nella tumorectomia
renale e nella surranelectomia, nella
chirurgia della vescica e nella chirurgia del prolasso della cupola vaginale.
- Chirurgia Generale:
chirurgia colon rettale, gastrica,
esofagea ed epatobiliopancreatica,
dove permette di eseguire demolizioni
e ricostruzioni con la massima
precisione.
- Chirurgia toracica:
chirurgia del polmone (resezioni
polmonari complesse)
- Chirurgia dell'obesità:
intervento di plicatura del fondo
gastrico, gastrectomie parziali,
diversioni biliopancreatiche
- Cardiochirurgia:
interventi di rivascolarizzazione
cardiaca e di sostituzione valvolare.
- Chirurgia Ginecologica:
miomectomia uterina e isterectomia
11
n. 2 • Dicembre 2009
- Chirurgia
otorinolaringoiatrica:
chirurgia dei tumori della laringe e
della tiroide
CENTRO DI CHIRURGIA
ROBOTICA DELL'OSPEDALE
SAN PAOLO DI SAVONA
EQUIPE ROBOTICHE
Il successo di un intervento chirurgico
condotto grazie all'utilizzo di una
tecnologia sofisticata come quella
robotica, richiede la perfetta sinergia
tra numerose figure professionali.
Pertanto, dal 2005 ad oggi, sono stati
creati dei gruppi di lavoro composti da
personale con specifiche competenze.
1) CHIRURGHI ROBOTICI
L'introduzione nel 2005 e il successivo utilizzo del Robot Da Vinci ha
posto l'Ospedale San Paolo di Savona
all'avanguardia nel campo della
chirurgia moderna. Ciò è stato
possibile grazie ad un training faticoso
e grazie alla creazione di un gruppo di
lavoro omogeneo ed affiatato che è
diventato, indubbiamente uno dei
migliori in Italia, come riconosciuto
da esperti robotici di fama mondiali
quali Inderbir Gill e Alex Mottrie.
- S.C di Urologia:
2 operatori alla consolle robotica:
Claudio Giberti, Maurizio Schenone
3 assistenti: Maurizio Schenone,
Pierluigi Cortese, Fabrizio Gallo
- S.C. di Chirurgia:
1 operatore alla consolle robotica:
Angelo Schirru,
4 assistenti: Ilario Caristo, Massimo
Bianchi, Umberto Cosce, Francesco
Quaglia
degli anni è stato selezionato un
personale infermieristico esperto, in
grado di mantenere in perfetta
efficienza il materiale robotico.
4) SALA OPERATORIA
DEDICATA
Gli interventi di chirurgia robotica
vengono eseguiti presso la Sala D del
Blocco Operatorio.
La disponibilità di una sala dedicata
permette di mantenere fissa
l'apparecchiatura robotica favorendone il corretto funzionamento e la
manutenzione.
2) ANESTESISTI
Dal punto di vista anestesiologico,
l'intervento robotico è un intervento
ad alta complessità. Si tratta infatti di
un intervento laparoscopico, che
quindi prevede problematiche relative
al pneumoperitoneo e al riassorbimento della CO2, eseguito in una
marcata posizione di Trendelemburg,
con conseguenti ripercussioni di tipo
respiratorio ed emodinamico. La
presenza di un'anestesista esperto è
pertanto indispensabile per il completamento di una procedura robotica in
condizioni di sicurezza. L'equipe
robotica savonese si avvale di un
gruppo di anestesisti che hanno ormai
raggiunto una professionalità robotica
che ha pochi riscontri in Italia:
CASISTICA OPERATORIA
Si fa presente che la casistica
robotica è stata contingentata fino ad
oggi, a causa degli alti costi della
strumentazione, anche se l'illuminata
gestione delle risorse da parte delle
Direzione Generale e delle Direzione
Sanitaria, ha consentito lo sforamento dei piani di spesa previsti.
Dal 2005 ad oggi sono stati eseguiti
complessivamente, utilizzando un
Robot Da Vinci a tre braccia, 198
interventi robotica, (Tabella 1 e
Figura 1).
S.C. di Anestesia e Rianimazione:
Anna Maria Guerrieri
Paola Panizza
Atonia Siri
Roberto Manitto
Come si evince dai dati riportati nelle
Tabella 1 e dalla Figura 1, l'attività
robotica dal 2005 ad oggi è stata in
costante aumento. Nei primi dieci
mesi del 2009, inoltre, l'attività
chirurgica è risultata numericamente
simile a quella eseguita in tutto il
2008 permettendo di stimare, per
3) INFERMIERI E PERSONALE
DI SALA OPERATORIA:
Come intuibile, la strumentazione
robotica è estremamente sofisticata,
delicata e costosa. Pertanto, parallelamente al training dei medici, nel corso
INTERVENTI ROBOTICI
S.C. UROLOGIA
2005
2006
2007
2008
2009
Totale
Prostatectomie radicali
Pieloplastiche
Tumorectomie renali
9
1
-
30
5
-
38
1
-
42
8
2
43
5
2
162
20
4
Colposacropessia
Nefroureterectomie
Nefrectomie
Cistectomie
Totale
-
2
-
2
1
3
1
2
1
2
2
7
1
198
(primi
10 mesi)
Tabella 1. Interventi robotica eseguiti dalle equipe di Urologia e Chirurgia dal 2005 ad oggi.
12
Sanità Notizie
Tecnologia sofisticata
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Tecnologia sofisticata
l'anno in corso, un numero di circa 80
procedure.
Figura 1: Interventi robotici eseguiti all'Ospedale San Paolo di Savona dal 2005 ad oggi.
Anche analizzando i dati relativi alla
prostatectomia robotica (RALP),
l'intervento più frequentemente
eseguito (162 interventi), si conferma
un costante incremento del numero di
procedure eseguire con un numero,
nei primi 10 mesi del 2009, già
superiore al 2008, e una stima di un
notevole picco di prostatectomie per
l'anno 2009 (circa 55) (Figure 2 e 3).
Dalla Tabella 2 si evince come la
popolazione di pazienti sottoposti a
chirurgia robotica presso la S.C. di
Urologia sia prevalentemente ligure
(83%) e savonese con un tasso di
mobilità attiva del 17%, in incremento
nel corso degli anni. Nell'ambito della
popolazione ligure operata, risulta
particolarmente interessante il tasso
medio di pazienti provenienti dalle
altre province (34%) con un picco del
40% nei primi dieci mesi del 2009.
LISTA D'ATTESA PER GLI
INTERVENTI ROBOTICI
Attualmente vengono eseguiti circa 2
interventi chirurgici robotici alla
settimana con un tempo d'attesa di
circa 2 mesi.
Figura 2 e 3: Casistica delle Prostatectomie Robotiche (RALP) dal 2005 ad oggi.
COLLABORAZIONI NAZIONALI
ED INTERNAZIONALI CON ALTRI
CENTRI ROBOTICI
Dal 2005 ad oggi, il centro robotico di
Savona ha collaborato con numerosi
centri robotici italiani ed internazionali. Tra questi merita menzione la
collaborazione col Dr. D'Annibale
dell'Ospedale San Giovanni Roma,
col Dr. Giulianotti, direttore del centro
MOBILITA' ATTIVA RELATIVA AGLI INTERVENTI DI CHIRURGIA ROBOTICA
PROVENIENZA
dei PAZIENTI
2005
2006
2007
2008
2009
TOTALE
SV
5 (0.5)
26 (0.7)
25 (0.6)
33 (0.6)
22 (0.4)
111
LIGURIA
GE-SP-IM
4 (0.4)
7 (0.2)
12 (0.3)
17 (0.3)
18 (0.4)
58
TOTALE
9
33
37
50
40
169 (83%)
ALTRE REGIONI
TOTALE
1 (0.1)
4 (0.1)
4 (0.1)
7 (0.1)
14 (0.2)
30 (17%)
10
37
41
57
54
198
Tabella 2. Provenienza dei pazienti sottoposti a chirurgia robotica presso la S.C. di Urologia
13
n. 2 • Dicembre 2009
di chirugia robotica di Chicago,
Michigan (USA), col Dr Guazzoni
Tecnologia sofisticata
Urologi Italiani, 2-5 Ottobre 2007,
Firenze
4) Giberti C, Cortese P, Schenone M,
Gallo F. Prostatectomia radicale
robot-assitita nerve sparing con
conservazione del velo di Afrodite
bilateralmente. 57° Convegno SUNI,
12-14 Giugno 2008.
5) Giberti C, Schenone M, Cortese P,
Gallo F, Ninotta G. Prostatectomia
radicale laparoscopica robot-assistita:
risultati oncologici e funzionali dopo
90 casi. 57° Convegno SUNI, 12-14
Giugno 2008.
6) Giberti C, Schenone M, Cortese P,
Gallo F. Prostatectomia radicale
laparoscopica robot-assistita.
Valutazione prospettica dei primi 120
pazienti. 8° Congresso Nazionale
Associazione Italiana di
Endourologia. Bologna 3-6 Marzo
2009.
7) Giberti C, Schenone M, Cortese P,
Gallo F. Pieloplastica laparoscopica
robot-assistita: valutazione dei
risultati dopo i primi 16 casi. 8°
Congresso Nazionale Associazione
Italiana di Endourologia. Bologna 3-6
Marzo 2009.
8) A.Schirru MD;I.Caristo MD;
D.Aiello MD; M.Bianchi
MD;A.Langone MD;U.Cosce
MD;F.Quaglia MD;E.Ratto MD.
Robotic total mesorectal excision for
rectal cancer - Experience of Savona
Hospital. CSRA Chicago, 9-10
Ottobre 2009.
9)A.Schirru, I.Caristo, M.Bianchi,
U.Cosce, F.Quaglia, E.Ratto.
Splenectomia robotica. ACOI
Conegliano, 23-25 Novembre 2009
10)A.Schirru,I.Caristo, D.Aiello,
M.Bianchi,A.Langone,U.Cosce,F.Qu
aglia,E.Ratto. Chirurgia robotica del
retto – Esperienza dell'ospedale di
Savona. ACOI Conegliano, 23-25
Novembre 2009.
PUBBLICAZIONI SU RIVISTE
DI SETTORE
1) Gallo F, Schenone M, Giberti C.
Ureteropelvic Junction Obstruction:
Which Is the Best Treatment Today? J
Laparoendosc Adv Surg Tech A,
2009.
2) Giberti C, Gallo F, Schenone M,
Cortese P. Robot-assisted laparoscopic pyeloplasty: outcomes reported by
a centre with no previous laparoscopic
experience. J Robotic Surg 2009 3:8387.
PROGETTO PER
L'AGGIORNAMENTO
14
Sanità Notizie
TECNOLOGICO DEL CENTRO
DI CHIRURGIA ROBOTICA
DELL'OSPEDALE SAN PAOLO
DI SAVONA
ROBOT DA VINCI “S” E “Si”
Come già ampiamente esposto, le
novità introdotte dalla tecnologia
robotica negli ultimi anni hanno
radicalmente cambiato il mondo della
chirurgia, favorendo il conseguimento di notevoli miglioramenti soprattutto nel caso di interventi che
richiedano particolare precisione
nella dissezione o nel confezionamento di suture complesse. Tuttavia,
anche la tecnologia Da Vinci ha
portato con se alcune limitazioni tra
cui le principali sono rappresentate
dalla mancanza del feed-back tattile e
dalla diversità di immagine apprezzata dai chirughi al tavolo operatorio
rispetto a quella tridimensionale fruita
dal chirurgo alla consolle.
Con l'obiettivo di colmare tali
limitazioni, negli ultimi anni si è
assistito ad un notevole sforzo da
parte delle aziende produttrici per
migliorare ulteriormente le strumentazioni robotiche che ha portato allo
sviluppo di due nuove piattaforme
robotiche, rispettivamente il “Robot
Da Vinci S” e il “Robot Da Vinci Si”.
VANTAGGI TECNICI DELLE
NUOVE PIATTAFORME
ROBOTICHE
- Sistema visivo 3D HD: l'immagine
prodotta dal Robot da Vinci tradizionale è un immagine già notevolemente magnificata (fino a 7 volte quella
dell'occhio nudo) e tridimensionale.
Il nuovo sistema 3D HD è in grado
di magnificare ulteriormente
l'immagine fino a 10 volte con una
visione del campo operatorio “ad
immersione”. Inoltre, la visione
avviene in formato 16:9 e, pertanto,
più ampia del 30%. Tali aspetti
garantiscono una chiarezza maggiore
dei piani e dei dettagli chirurgici.
- Aumento della destrezza, della
precisione dei “master controls” e
degli “strumenti Endowrist”:
Più preciso controllo della punta
delle dita nell'articolazione dello
strumento endowrist in modo da
superare il problema della mancanza
del feed back tattile.
Ulteriore riduzione dei tremori
fisiologici della mano umana.
Maggior range di movimenti delle
n. 2 • Dicembre 2009
braccia robotiche e possibile allungamento degli strumenti in modo da
migliorare l'accesso a tutti i quadranti
chirurgici.
Strumenti robotici più sottili e
telescopici in modo da favorire
l'introduzione dei trocar e facilitare il
posizionamento delle porte d'accesso.
Possibilità di selezionare strumenti 8
o 5 mm a seconda delle condizioni.
Tecnologia sofisticata
- Miglioramento dell'ergonomia: la
posizione del chirurgo alla consolle,
soprattutto in corso di interventi
lunghi e di particolare precisione, ha
causato patologie osteomuscolari. Le
nuove consolle chirurgiche garantiscono un miglior allineamento
“occhio-braccio”, una visione ad
immersione decisamente più favorevole e una postura seduta decisamente
Sanità Notizie
più comoda.
- Più rapido set-up della strumentazione: come tutte le procedure molto
sofisticate anche le regolazioni del
Robot da Vinci possono talora essere
complicate determinando ritardi e
ripercussioni sulla performance
chirurgica. Le nuove piattaforme
chirurgiche forniscono numerose
innovazioni in grado di facilitare e
velocizzare le procedure di set-up.
Regolazione elettrica del carrello
robotica: regolazione più precisa ed
eseguibili con telecomando anche a
distanza.
Sistemi semplificati di aggancio degli
strumenti sterili: maggior rapidità nei
tempi di sostituzione degli strumenti
Quarto braccio integrato: il quarto
braccio costituisce un enorme
vantaggio in quanto fornisce un
ulteriore possibilità di aggancio per
strumenti manovrati dalla consolle,
rendendo il gesto più spontaneo e
meno vincolato dalla presenza di un
secondo assistente al tavolo operatorio.
Configurazioni touch screen:
regolazioni più intuitive ed immediate.
Connessione ad alta velocità di una
fibra ottica singola
- Miglioramento dell'interfaccia tra
chirurgo alla consolle e il resto
dell'equipe: l'introduzione del multiTM
input display TilePro permette anche
al resto dell'equipe di apprezzare la
stessa immagine tridimensionale vista
alla consolle. Il display è interattivo
con modalità touchscreen e ha la
possibilità di muoversi per favorire la
visuale dei chirurghi in caso di
spostamenti delle strutture della sala
operatoria.
Possibilità di una doppia console:
permette la collaborazione tra due
chirurghi che sono in grado, come
nella chirurgia tradizionale, di
15
n. 2 • Dicembre 2009
muovere gli stessi strumenti, e
fornisce un importante occasione per i
giovani chirurghi in formazione che
possono assistere ed eventualmente
intervenire in determinati momenti
dell'atto chirurgico. Permette, inoltre,
una collaborazione interdisciplinare,
in caso di interventi complessi, tra
chirurghi di specialità differenti che
possono interagire col robot contemporaneamente.
RIFLESSI PREVEDIBILI DELLE
NUOVE PIATTAFORME
ROBOTICHE SUI RISULTATI
CHIRURGICI
16
- Riduzione dei tempi chirurgici:
anche in mani esperte, la chirurgia
robotica prevede sempre un dispendio
di tempo, spesso consistente, legato al
settaggio continuo degli strumenti. Le
nuove tecnologie sono in grado di
limitare il più possibile tale problema
favorendo una riduzione dei tempi
chirurgici.
- Miglioramento dei risultati
chirurgici: la miglior capacità e visiva
e la maggior precisione degli
strumenti fornita dalle nuove
piattaforme robotiche si traduce in un
rispetto sempre più meticoloso dei
piani chirurgici e delle strutture
anatomiche con miglioramento dei
risultati oncologici e funzionali.
- Aumento del numero di interventi
eseguiti: sulla base degli attuali
parametri è assolutamente realistico
stimare come la semplificazione del
gesto chirurgico e la riduzione dei
tempi tecnici fornita dalle nuove
piattaforme robotiche possano
tradursi in un aumento sia del numero
Tecnologia sofisticata
di interventi eseguiti (fino al 50%) sia
del tasso di mobilità attiva fino al
30%. L'incremento della casistica
chirurgica migliorerà inoltre l'impatto
dei dati scientifici presentati dal
centro savonese in occasione di
confronti nazionali ed internazionali.
- Aumento della complessità degli
interventi eseguiti: le nuove
innovazioni tecniche insieme alla
possibilità di un approccio
interdisciplinare garantito dalla
doppia consolle permetterano
sicuramente di ampliare l'indicazione
alla chirurgia robotica anche ad
interventi attualmente eseguiti con
approccio tradizionale.
- Possibilità di tutoring dei giovani
chirurghi robotici: la possibilità di
una doppia consolle potrà essere
impiegata, inoltre, in occasione dei
numerosi corsi organizzati dal reparto
savonese, anche per la formazione di
chirurghi robotici naive permettendo
l'istituzione di una vera e propria
“Scuola di Robotica”.
- Incremento dell'attività liberop ro f e s s i o n a l e i n t r a m o e n i a :
l'adozione di strumenti che migliorino
le prestazioni robotiche non potrà far
altro che aumentare l'impatto positivo
del già registrato da parte Robot Da
Vinci sui pazienti sia liguri che
provenienti da fuori regione. Va
inoltre ricordato come non esista in
Liguria, ad oggi, alcuna struttura
privata o convenzionata in possesso di
una piattaforma robotica e come
quindi la chirurgia robotica possa
servire da polo di attrazione per tutta
l'utenza ligure disponibile ad ricovero
in regime di libera professione intramoenia.
Sanità Notizie
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Day surgery al "S. Corona" di Pietra Ligure
E' l'unico centro a livello nazionale a praticare questa sperimentazione
con la collaborazione del centro Trials dell'IST di Genova.
Interventi chirurgici radicali e minimamente invasivi
per la prevenzione del tumore della mammella con una
anestesia locale ai nervi intercostali del torace
sotto guida ecografica e l'utilizzo degli ultrasuoni
per la sicurezza della manovra
Brunello Brunetto
Direttore S.C. Anestesia, Ospedale "Santa Corona", Pietra Ligure
Andrea Mazza
Dirigente Medico S.C. Anestesia, Ospedale "Santa Corona", Pietra Ligure
La prevenzione del tumore della mammella ci ha portati, oggi, ad avere un
numero significativo di donne sottoposte
ad interventi chirurgici minimamente
invasivi e, al tempo stesso, radicali da un
punto di vista oncologico.
L'approccio alla patologia mammaria è
divenuto in questi ultimi anni multidisciplinare, coinvolgendo le divisioni di
Chirurgia, di Oncologia Medica e di
Anestesia.
In ogni campo chirurgico, infatti,
l'anestesia ha giocato sempre più in questi
ultimi decenni un ruolo determinante la
qualità del perioperatorio, consentendo
risultati non immaginabili in termini di
sicurezza e benessere del paziente, con
una riduzione significativa della degenza
e delle complicanze.
L'anestesia loco regionale ha consentito
quasi in ogni ambito chirurgico, laddove
ne sia stata possibile l'esecuzione, di
evitare l'anestesia generale ed ottenere
una copertura antalgica superiore per le
prime ore dopo l'intervento.
La naturale e continua necessità di
migliorare le tecniche anestesiologiche,
ci ha portati negli ultimi anni all'utilizzo
degli ultrasuoni per poter individuare con
certezza e precisione le strutture anatomiche, nel caso specifico i nervi periferici,
dove somministrare gli anestetici locali
per ottenere un blocco periferico selettivo
e scevro da complicanze.
Ad oggi l'intervento di quadrantectomia
viene condotto in anestesia generale, in
regime di one day surgery, ovvero con
ingresso il giorno dell'intervento e
dimissione il giorno successivo, a 24 ore
dall'uscita dalla sala operatoria.
Nel nostro Servizio, da ormai più di un
anno, abbiamo perfezionato il blocco dei
nervi intercostali toracici sotto guida
ecografica, questo inizialmente per poter
avere un'alternativa all'anestesia generale
in quelle pazienti le cui comorbidità
potessero rappresentare una controindicazione, relativa o assoluta alla narcosi e
alle manovre ad essa inevitabilmente
associate e per poter dimettere le donne
dopo solo 6 ore, in regime, quindi, di Day
Surgery.
Questo tipo di anestesia veniva utilizzato
alcuni decenni or sono, ma venne poi
abbandonato nella routine clinica per
l'alta incidenza di blocchi non riusciti e di
puntura della pleura (pneumotorace).
Oggi, l'utilizzo degli ultrasuoni ci mette al
sicuro da queste eventualità, consentendoci di visualizzare l'ago nel suo tragitto
attraverso i tessuti e di eseguire con
semplicità l'infiltrazione dei nervi
intercostali che conducono la sensibilità
della parete anteriore del torace, restando
a debita distanza dalla pleura e garantendo, in questo modo, la sicurezza della
manovra. La possibilità di “vedere” la
diffusione dell'anestetico intorno alle
strutture nervose ci permette di eseguire
blocchi efficaci nella totalità dei casi e di
somministrare quantità esigue di
farmaco.
La tecnica viene eseguita in meno di tre
minuti, a paziente prona. Vengono
praticate 5 punture, una per ogni spazio
intercostale da T2 a T6, previa blanda
sedazione per ottenere il massimo
comfort. L'anestesia è subito efficace e
un'ulteriore sedazione è necessaria solo se
richiesta dalla paziente per vincere la
naturale tensione emotiva legata alla
situazione.
L'ecografia ci ha, inoltre, permesso di
utilizzare con semplicità la tecnica anche
su pazienti sovrappeso o francamente
obese, le quali, anzi, in considerazione
delle problematiche di intubazione,
ventilazione e gestione cardiocircolatoria, sono diventate le migliori candidate a
questo tipo di anestesia.
Abbiamo ottenuto ottimi risultati anche
nella gestione di persone anziane con
problemi cognitivi. E' dato di letteratura
che la narcosi e l'ospedalizzazione
nell'anziano, soprattutto se gravato da
patologie neurologiche (demenza senile e
S. di Alzheimer su tutte), possano
condurre a stati di delirium postoperatorio, con ripercussioni importanti nelle
settimane successive. L'anestesia loco
regionale diventa di scelta in queste
situazioni, in considerazione di una cura
globale del malato che non si limiti
strettamente all'intervento, ma che ne
consideri la sua portata anche a medio e
lungo termine.
Oggi il nostro Centro, primo e ad oggi
unico a livello nazionale ad eseguire
questi blocchi avanzati, ha iniziato, con
l'approvazione del Comitato Etico e la
collaborazione del Centro Trials dell'IST
di Genova, uno studio randomizzato e
controllato per valutare quale anestesia,
se la loco regionale o la generale, sia
migliore in chirurgia oncologica mammaria. I risultati forniranno i dati necessari a
(segue a pag.18 - colonna 1)
17
n. 2 • Dicembre 2009
Day surgery al "S. Corona" di Pietra Ligure
(segue da pag.17 - colonna 3)
questo per valutare l'eventuale dolore al
seno post quadrantectomia, verranno
seguite con una terapia adeguata e
raccoglieremo dati che ci indicheranno se
esiste o meno una differenza in termini di
dolore cronico a seconda della condotta
anestesiologica al momento dell'intervento, con un meccanismo, la preemptive analgesia, analogo a quello ormai
accettato per l'arto fantasma, che potrebbe
riconoscerne la stessa fisiopatologia.
cambiare o a mantenere i comportamenti
attuali, senza dimenticare che ogni
paziente è unico e presenta caratteristiche
cliniche devono essere valutate prima di
decidere quale trattamento sia maggiormente indicato.
Le pazienti che avranno dato il consenso
alla sperimentazione, potranno poi
beneficiare di visite periodiche gratuite
per due anni presso il nostro Ambulatorio,
18
Sanità Notizie
L'anestesia loco regionale potrebbe, cioè,
prevenire l'inizio di quelle modificazioni
che sono alla base del dolore o delle
sensazioni sgradevoli alla parete toracica
che, negli anni successivi, riscontriamo in
una percentuale delle donne operate,
riducendone l'intensità e la durata.
Se questo fosse vero, i risultati sarebbero
importanti per la comunità scientifica e
migliorerebbero l'outcome della paziente
affetta da tumore al seno.
n. 2 • Dicembre 2008
Sanità Notizie
Iniziativa formativa
Al "S. Corona" di Pietra Ligure su attribuzione
della Regione Liguria.
Con la legge n.449/1997 art 36
comma 14, il Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali,
ha assegnato alle Regioni ed alle
Province autonome di Trento e
Bolzano, delle somme per iniziative
di informazione agli Operatori
Sanitari sulle proprietà, sull'impiego e
sugli effetti indesiderati dei medicinali e di altri prodotti di interesse
sanitario, nonché per le campagne di
educazione sanitaria.
La Regione Liguria ha ritenuto di
attribuire all'ASL 2 Savonese il
compito di programmare, organizzare
e gestire l'azione informativa in tema
di “Sostituzione delle protesi in
campo ortopedico”, richiamando
l'attenzione sui componenti delle
protesi impiantabili contenenti
polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE).
Il progetto ha previsto le seguenti
attività:
- l' organizzazione ed effettuazione di
un evento formativo sul tema indicato
(con accreditamento ECM regionale)
rivolto a Medici e Fisioterapisti,
mirato alla crescita culturale degli
operatori sanitari, che si è svolto lo
scorso 24 ottobre presso il Salone
Congressi dell'Ospedale S.Corona di
Pietra Ligure.
L'iniziativa formativa si è posta la
finalità di approfondire ed aggiornare
le competenze degli Operatori
Sanitari in tema di sostituzione delle
protesi in campo ortopedico, attraverso la descrizione delle caratteristiche
delle protesi in polietilene,
l'identificazione dei segni clinici e
della diagnostica nell'usura del
polietilene, nonché di descrivere gli
interventi da adottare in caso di
fallimento delle protesi.
Il fine ultimo dell'evento è stato di
migliorare le competenze professio-
Medici e fisioterapisti a convegno
per studiare le caratteristiche delle
protesi in polietilene da utilizzare
nella chirurgia dell'anca
e del ginocchio
I relatori appartengono alla scuola del Prof. Lorenzo Spotorno.
Arturo De Michieli
Direttore Dipartimento di Ortopedia
Andrea Camera
Direttore S.C. Chirurgia Protesica
Ospedale "S. Corona" di Pietra Ligure
Nicoletta Sacco
Responsabile Centro Formazione e Aggiornamento
sede di Pietra Ligure
nali in tema di gestione del paziente
protesizzato, dalla fase preoperatoria
alla fase riabilitativa, al fine di erogare
prestazioni sanitarie efficaci, in
considerazione della rilevanza
sanitaria e sociale della tematica (nel
mondo si impiantano circa due
milioni di artroprotesi di anca e di
ginocchio).
I relatori coinvolti appartengono alla
“scuola” del Prof. Lorenzo Spotorno, i
cui insegnamenti hanno consentito il
raggiungimento di alti livelli profes-
sionali, riconosciuti a livello internazionale.
- la produzione di una brochure
informativa sul tema indicato, per
garantire una maggior diffusione dei
contenuti scientifici a livello di
territorio regionale.
La brochure informativa è stata
realizzata con la collaborazione della
Fondazione “Livio Sciutto” che ha
fornito il supporto scientifico per la
sua stesura.
19
n. 2 • Dicembre 2009
È possibile operare una rieducazione
respiratoria a fronte di deficit ventilatori? A questa semplice domanda si
può rispondere soltanto in maniera
articolata. In primo luogo si osserva
che vi sono certamente tre circostanze
nelle quali la ginnastica d'incremento
ventilatorio è necessaria per superare i
deficit respiratori nei tempi e nei modi
migliori e per evitare complicazioni.
Tali situazioni ricorrono allorché ci si
trovi dinanzi a:
- pazienti sottoposti ad interventi di
chirurgia toracica ed addominale;
- pazienti che devono essere
svezzati dalla ventilazione
meccanica;
- pazienti affetti da obesità.
20
In questi casi la fisioterapia respiratoria mira alla riabilitazione della
ventilazione, attraverso la presa di
coscienza del respiro e l'educazione al
controllo dei muscoli della ventilazione stessa. Le manovre e gli esercizi
proposti si concentrano direttamente
sulla gabbia toracica e sul diaframma.
Si tratta, perciò, di fisioterapia
specifica e diretta.
A rigor di termini, dunque, la riabilitazione respiratoria non consiste nella
rieducazione funzionale della
ventilazione, bensì nell'educazione a
prendere coscienza del respiro e a
controllarlo secondo i criteri indicati.
La riabilitazione respiratoria si può
attuare altrimenti in forma indiretta,
inducendo l'incremento respiratorio
con l'aumento della richiesta di
ossigeno e della necessità di eliminare
anidride carbonica. In questo modo si
giunge a riabilitare il paziente affetto
da problemi ventilatori attraverso una
fisioterapia “aspecifica”.
L'altra importante area d'intervento
della fisioterapia è quella della
disostruzione bronchiale dall'ingombro secretivo. Anche in questa
circostanza il paziente deve imparare
a respirare in maniera opportuna e
controllata, in modo da creare flussi
respiratori atti a rimuovere le secrezioni bronchiali eccessive. La tecnica
del drenaggio posturale, infatti, è stata
da tempo abbandonata a favore di
tecniche di ventilazione che inducano
la risalita del catarro e l'es-
Sanità Notizie
Riflessioni terapeutiche
Quale rieducazione respiratoria
a fronte di deficit ventilatori?
Quando non è possibile la fisioterapia specifica e diretta si ricorre
all'aumento della richiesta di ossigeno per eliminare anidride
carbonica e in altri casi si interviene
con la disostruzione bronchiale dell'ingombro secretivo.
Vito De Giglio
Direttore S. C. RRF, Ospedale "San Paolo" di Savona
Fabio Tanghetti
Fisioterapista S. C. RRF, Ospedale "S. Paolo" di Savona
pettorazione. Alle manovre del
drenaggio posturale è riconosciuta
una certa validità soltanto in presenza
d'ingombro dei bronchi principali,
qualora le secrezioni siano sufficientemente fluide. In ogni altro caso la
pulizia delle vie aeree è affidata ad
opportune manovre d'incremento
espiratorio. Attraverso queste ultime
l'aria in uscita arriva ad avere
un'energia cinetica sufficiente a
rimuovere l'ingombro bronchiale. Si
aggiunga, per inciso, che pure le
manovre del clapping sono cadute da
tempo in disuso, non essendone
dimostrata la validità.
I polmoni sono circondati da un
campo di pressione negativa che, in
stazione eretta, è più negativa agli
apici che alle basi. Il tessuto polmonare, procedendo dalle basi agli apici, si
presenta dunque sempre più espanso.
Per tale motivo la compliance basale è
maggiore e, sempre in stazione eretta,
le basi polmonari ventilano assai più
che gli apici. In generale, normalmente, le zone declivi, per il fatto di essere
poco espanse, a volumi prossimi alla
capacità funzionale residua (CFR =
VR + VRE, corrispondente alla
posizione della gabbia toracica al
termine dell'espirazione tranquilla a
riposo) ventilano più delle zone
antideclivi, semplicemente perché
possono essere maggiormente distese
o, in altre parole, hanno una compliance maggiore. In decubito laterale il
polmone sottostante ventila più di
quello soprastante, in decubito supino
i flussi aerei maggiori sono a carico
delle regione posteriori dei polmoni.
Queste differenze regionali sono
Eolo re dei venti (immagine tratta da Wikipedia, voce Eolo)
n. 2 • Dicembre 2009
sfruttate, in tutti i casi in cui sia
necessario, vuoi per la disostruzione
bronchiale, vuoi per l'espansione del
tessuto polmonare.
Le zone declivi del polmone, tuttavia,
sono le più esposte all'atelectasia,
proprio per la minor negatività della
pressione intrapleurica che le circonda. Tale pressione, infatti, può
aumentare fino a divenire positiva e
fino a comprimere le vie aeree che
vanno dai bronchioli respiratori agli
alveoli, impedendo la ventilazione di
queste stesse aree. Questo, tipicamente, è quanto accade alle basi polmonari
nell'immediato periodo postoperatorio in chirurgia addominale alta. Di
qui la necessità di iniziare precocemente la ginnastica d'incremento
ventilatorio, mirata all'espansione
delle basi polmonari stesse. In questa
situazione la fisioterapia respiratoria
si avvale con evidente giovamento di
ausili atti ad incentivare
l'inspirazione, chiamati appunto
Spirometri Incentivatori dell'Inspirazione (SII).
Gli SII si dividono in incentivatori di
flusso ed incentivatori di volume. I
primi richiedono rapide ed energiche
contrazioni dei muscoli dell'inspirazione, mentre i secondi aiutano a
raggiungere un certo volume aereo
prestabilito, in maniera dolce e
graduale. Evidentemente nel decorso
postoperatorio sono più adatti i
secondi, sia per le ridotte possibilità
ventilatorie dei pazienti, sia per la
presenza del dolore.
Dopo l'operazione chirurgica, per
affrontare la fisioterapia, il dolore
deve essere controllato con terapia
antalgica. Gli SII di flusso trovano
migliore impiego nelle fasi preoperatorie o a distanza di tempo dall'atto
chirurgico, quando siano venuti meno
gli ostacoli meccanici alla discesa del
diaframma ed il dolore.
Si riserva un'ultima breve considerazione al trattamento dei malati affetti
da sindromi di tipo ostruttivo. Essi
non trovano nessun giovamento nella
fisioterapia specifica1 (men che meno
dall'incremento ventilatorio, che
sarebbe un'azione scellerata). I loro
polmoni sono soggetti a precoce
collasso delle piccole vie aeree, con
Riflessioni terapeutiche
Sanità Notizie
conseguente aumento del volume
residuo. Tali pazienti sono obbligati a
21
n. 2 • Dicembre 2009
Scopo del lavoro:
Nell'interesse del paziente, è auspicabile un continuo dialogo tra i professionisti che, a vario titolo, intervengono nel processo di diagnosi e cura.
Purtroppo, non essere presenti in una
stessa sede nello stesso momento
rende spesso difficoltosa una tempestiva comunicazione tra i responsabili
della cura del paziente e i responsabili
della diagnostica. A tale scopo il
Laboratorio Analisi ha predisposto
una procedura che ritiene di far
conoscere.
Procedura per la comunicazione
tempestiva di valori critici
I risultati di esami di laboratorio
costituiscono parte integrante del
processo decisionale clinico perché
forniscono informazioni insostituibili
nell'ambito della diagnosi e del
monitoraggio diagnostico-terapeutico
delle malattie. Le evidenze della
letteratura riportano che il 70% delle
diagnosi mediche si giovano delle
indagini di Laboratorio. Nella
maggior parte dei casi i risultati degli
esami di laboratorio non evidenziano
quadri clinici tali da richiedere
l'intervento tempestivo del clinico. A
volte, invece, sono associati ad un
quadro potenziale di grave compromissione della salute del paziente tale
da richiedere la notifica tempestiva
dei dati al clinico, il quale metterà in
atto interventi efficaci ed improcrastinabili per superare lo stato di criticità
del paziente. E' il caso dei valori
critici, risultati oltre il range di
accettabilità oppure oltre il range
terapeutico. Presso i Laboratori
Analisi della ASL2Savonese i valori
critici sono stati definiti sulla base di
evidenza ed esperienza clinica e
dedotti dalla letteratura scientifica,
facendo riferimento a raccomandazioni della JCAHO (Joint Commision
on Accreditation of Healthcare
Organizations), IFCC (International
Federation of Clinical Chemistry and
Laboratori Medicine), CAP (College
of American Pathologists), RCP
(Royal College of Pathologists) o
all'esperienza professionale.
22
Sanità Notizie
Valori ematici critici
I risultati di esami di laboratorio sono insostituibili per una
tempestiva e corretta diagnosi della malattia del paziente.
Nuova procedura per un dialogo
continuo tra il laboratorio di analisi
e tutti i professionisti degli ospedali
e del territorio
Il ruolo del dirigente di settore che valida un dato altamente
patologico verificato fra quelli "richiesti" per routine.
Franca Minetti
Direttore Dipartimento Patologia Clinica ASL2
LIVELLO CRITICO
ALTO
Secondo
raccomandazione
ANALITA
BASSO
Hb
?
6.5 gr/dl
PLT
?
20.000 ìL
>1.000.000
WBC e/oNeutrofili
prima determinazione
?
2.000 ìL
> 30.000 ìL JCAHO
INR
< 1.5
CAP
IFCC
?
200 ìL
?
4.5
Secondo esperienza e criteri
di prudenza
APTT
>140’’
CAP
Amilasi
> 500 mg/dl
Calcio
?
6,0 mg/dl
?
13,0 mg/dl JCAHO
CPK
> 1000 U/l
Creatinina
?
7,40mg/dl
Digossina
Fibrinogeno
?
80mg/dl
Fosforo
< 1.3 mg/dl
Glicemia
?
40 mg/dl
GOT e/o GPT
K
?
2,5 mg/dl
JCAHO
?
500 mg/dl
IFCC
> 500 mg/dl
?
2,5 mEq/L
Lattato
?
6.50
mEq/L
RCP
> 5 mmol/l
?
1,5 mEq/L
Litio
Magnesio
< 1.0 mg/dl
Na
?
120mEq/L
Troponina
?
160Eq/L
JCAHO
> I.R.
Urea
> 200 mg/dl
CO2
< 10 mmol/l
> 40 mmol/l
pH ematico
< 7.20
> 7.60
pCO2
< 20 mmHg
> 65 mmHg
pO2
< 45 mmHg
Carbamazepina
< 4 ìg/ml
JCAHO
> 12 ìg/ml
JCAHO
Ciclosporina
> 400 ìg/ml
JCAHO
Etanolo
> 350 mg/dl
IFCC
Fenobarbitale
> 60 ìg/ml
JCAHO
> 25 ìg/ml
JCAHO
Teofillina
> 25 ìg/ml
JCAHO
Valproato
> 150 ìg/ml
IFCC
Liquor esame chimico-fisico
sempre
Liquor batteriologico
Ricerca plasmodio malariae
positivo
positivo
Emocoltura
positivo
Ricerca micobatteri
Ricerca salmonella
positivo
positivo
Ricerca clostridium
positivo
Fenitoina
< 10 ìg/ml
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Valori ematici critici
Nel momento in cui il dirigente di
settore valida un dato altamente
patologico, per richieste effettuate in
ruotine, previa verifica della messa
in sicurezza di tutte le fasi del processo in modo da minimizzare gli errori e
valutate tutte le informazioni anamnestiche possedute, si attiva per
comunicarlo nel minor tempo
possibile a:
1. Personale medico di reparti
chirurgici ed internistici,
2. Personale medico ed infermieristico di reparti d'urgenza (rianimazione, blocco operatorio,
pronto soccorso),
3. Medico curante che ha compilato
la richiesta di esami per i pazienti
che accedono ai Centri Prelievi
Territoriali
Per il paziente domiciliare si preferisce contattare il medico curante, in
quanto ricevere una chiamata
dall'Ospedale, può generare nei
pazienti uno stato di agitazione
psicologica (spesso si tratta di persone
anziane), con il rischio fattivo che non
siano ben compresi i risultati. Occorre
inoltre porsi il problema di quali
decisioni deve prendere il paziente:
chiamare il curante? recarsi al Pronto
Soccorso? È ovvio che la decisione
dovrebbe essere mediata da un
Medico. Solo nel caso in cui non si
riesca a rintracciare il curante, pur
provando ripetutamente, si cerca di
comunicare con il diretto interessato
(in fase di accettazione viene sempre
richiesto al paziente di fornire un
recapito telefonico autorizzato per
eventuali comunicazioni urgenti)
oppure comunicare a collaboratori o
segreteria telefonica la necessità di
contattare con urgenza il Laboratorio
Analisi. A scopo precauzionale viene
comunque richiesto a chi effettua la
comunicazione di
specificare
chiaramente: nome e cognome del
paziente, nome per esteso dell'esame
di cui è stato riscontrato il valore
critico, il risultato numerico
dell'esame e relativa unità di misura,
intervallo di riferimento relativo ed
eventuali dati precedenti se disponibili. Il dirigente che effettua la comunicazione deve verificare che tutte le
informazioni siano state recepite
correttamente dal destinatario,
facendosi ripetere i dati appena
notificati.
E' fondamentale che gli operatori dei
CUP e dei Centri Prelievi richiedano,
al momento dell'accettazione degli
esami, dati precisi ai pazienti sul
proprio indirizzo e recapito telefonico. A tale scopo sono state attivate
procedure per l'inserimento dei dati
necessari.
Tali dati afferiscono al laboratorio che
può , a sua volta, metterli a disposizione del Medico di medicina generale in
un clima di fattiva collaborazione.
Il colloquio con il curante resta
pertanto l'obiettivo privilegiato della
comunicazione del DATO CRITICO.
Il medico che segue il paziente
domiciliare conosce profondamente
le sue problematiche di salute e
familiari, la terapia in atto e le eventuali complicanze.
Per tale motivo il Laboratorio Analisi
dell'ASL chiede di poter avere i
numeri telefonici di tutti i medici
interessati, compresi quelli del
territorio (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti
ambulatoriali) e coglie l'occasione per
ringraziare quanti hanno già fornito il
loro recapito e chi lo farà
nell'esclusivo interesse del paziente.
L'indirizzo e-mail a cui comunicare i
recapiti telefonici è il seguente:
[email protected]
Risultati del monitoraggio delle
comunicazioni di valori critici
effettuate nel corso degli ultimi 2
anni:
COMUNICAZIONE VALORI CRITICI - LABORATORIO ANALISI - OSPEDALE SAN PAOLO - SAVONA
200
180
NUMERO COMUNICAZIONI
160
140
120
100
80
60
40
20
0
gen-mar07
apr-giu07
lug-set07
COMUNICAZIONE AL MEDICO
ott-dic07
gen-mar08
apr-giu08
lug-set08
COMUNICAZIONE ALL'INTERESSATO
ott-dic08
gen-mar09
IMPOSSIBILE COMUNICARE
apr-giu09
23
n. 2 • Dicembre 2009
24
Grazie alle nuove tecnologie
chirurgiche ed informatiche a nostra
disposizione abbiamo eseguito
presso il nostro centro negli ultimi
anni 97 interventi con l'utilizzo del
navigatore computerizzato.
La navigazione computer assistita
nella protesica di anca e di ginocchio
storicamente inizia alla fine degli
anni '80 con l'avvento di sistemi di
pianificazione basati su studi pre operatori con ricostruzioni TAC
multistrato.
Tali sistemi erano di difficile utilizzo
poiché troppo dipendenti dalla
posizione del paziente sul letto
operatorio e dal rilevamento dei
sistemi di tracciamento ottico, oltre
che dall' impossibilità di interfacciare informaticamente e direttamente
la TAC al navigatore.
L'ingente esposizione a radiazioni
ionizzanti, la poca attendibilità del
sistema e la difficoltà di interpretazione dei dati a disposizione del
chirurgo hanno portato al progressivo abbandono di questo tipo di
sistemi.
Con il passare degli anni e con lo
sviluppo di nuove tecnologie
nascono sistemi di navigazione TAC
– free, ovvero telecamere che
utilizzano punti di repere fissati
direttamente sull'arto del paziente le
quali sono in grado di riconoscere e
ricreare tridimensionalmente, su
parametri standardizzati, sia la
posizione dell'arto nello spazio che
la morfologia anatomica dell'
articolazione.
Questi sistemi si affiancano a nuovi
strumentari dedicati anch'essi letti e
riconosciuti dal sistema otticoinformatico che in tempo reale
guidano la mano del chirurgo
durante l'esecuzione delle varie fasi
dell'intervento.
Attualmente, dopo aver abbandonato il navigatore computerizzato
elettromagnetico, troppo soggetto
ad interferenze ambientali, il quale
non permetteva spesso di concludere
l'intervento, stiamo utilizzando con
successo il nuovo strumento “Navitracker” come centro di riferimento
per la navigazione di ginocchio in
Italia .
Ospitiamo settimanalmente chirur-
Sanità Notizie
Innovazioni tecnologiche chirurgiche
Abbandonato il navigatore computerizzato elettromagnetico, troppo
soggetto ad interferenze ambientali per concludere l'intervento.
Al "S. Corona" si sta utilizzando
con successo il nuovo strumento
"navitracker" come centro
di riferimento per la navigazione
di ginocchio in Italia
Avviati i corsi di formazione per chirurghi italiani ed esteri.
Andrea Camera
Direttore S.C. Chirurgia Protesica
Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure
Michele Gramazio, Stefano Tornago, Lucio Romano,
Giuseppe Santoro, Gabriele Cattaneo
Dirigenti Medici S.C. Chirurgia Protesica
Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure
ghi italiani ed esteri per corsi di
formazione su tale device e siamo
inoltre soci della CAOS (Computer
Assisted Orthopaedics Surgery)
dunque spesso relatori a congressi su
tale tecnologia.
Il sistema ottico “Navitracker” è
composto da una telecamera ad
infrarossi esterna montata su
supporto portatile che identifica
degli strumenti riflettenti detti
“Tracker” che vengono posizionati
intraoperatoriamente sull'arto del
paziente che sugli strumenti guida
chirurgici.
Il sistema ha permesso, grazie alle
sue caratteristiche di visibilità dei
tracciatori, un'ottima accuratezza,
affidabilità, facilità di impiego con il
raggiungimento di una conseguente
precisione e riproducibilità nel
tempo degli interventi.
I passaggi principali di questo tipo di
intervento sono: la possibilità di
impostare le calibrazioni della
macchina in base al tipo di protesi e
all'operatore, la personalizzazione
per ogni paziente con la registrazione su supporto informatico DVD di
tutte le fasi dell'intervento e la guida
tridimensionale di tutti i tagli ossei
per un ottimale posizionamento e
bilanciamento della protesi impiantata.
Questi vantaggi sono in ultimo
importanti sotto un profilo medico
legale
Abbiamo trattato complessivamente
97 pazienti con i vari navigatori.
L'intervento chirurgico è stato in 7
pazienti per posizionamento di
protesi mono compartimentale nei
restanti 90 casi protesi totale.
L'età media è stata di 65,4 anni nella
maggioranza donne.
In 15 casi l'intervento è stato
concluso convenzionalmente per
una normale curva di apprendimento
legata soprattutto al software.
In tutti i casi i tempi dell'intervento
hanno subito un incremento medio
di 25 minuti rimanendo tuttavia nel
range di tempo standard senza
complicanze di rilievo.
Il costo aggiuntivo è stato in media
di 593 euro per kit monouso dei
puntatori.
Gli indubbi vantaggi sono stati: un
perfetto allineamento dell'asse
meccanico dell'arto, un corretto
posizionamento dei componenti
protesici ed un ottimo bilanciamento
capsulo legamentoso.
Il recupero funzionale è stato in tutti
i casi ottimo con raggiungimento di
un R.O.M (Range of Motion) post
operatorio fisiologico.
n. 2 • Dicembre 2009
Innovazioni tecnologiche chirurgiche
Figura 1 Sistema NAVITRACKER
Sanità Notizie
Figura 2 Sistema di puntatori (Trackers)
Figura 3
Digitalizzazione tridimensionale di simulazione dei tagli ossei di preparazione
25
n. 2 • Dicembre 2009
Background
La struttura complessa di Anestesia e
terapia del dolore (Direttore Dott.
Brunello Brunetto) la divisione di
chirurgia protesica (Direttore Dott.
Andrea Camera) e la divisione di
riabilitazione e recupero funzionale
(Direttore Dott. Giovanni Antonio
Checchia) dell'ospedale S. Corona di
Pietra ligure collaborano
ad un
ambizioso progetto, nato come studio
scientifico e divenuto realtà clinica,
allo scopo di migliorare il comfort
perioperatorio dei pazienti ma
soprattutto di influenzarne positivamente l'outcome. Sia a livello italiano
che internazionale la deambulazione
del paziente sottoposto ad intervento
di “total hip replacement (anca,
THR)” o “total knee replacement
(ginocchio, TKR)” avviene, in media,
rispettivamente dopo 48 ore o 72 ore;
presso il nostro centro avviene di
norma in caso di THR dopo 24 ore o in
caso di TKR dopo 48 ore. L'originalità
e la rivoluzionarietà del nostro
progetto è stata quella di avere quale
obiettivo, in entrambi gli interventi, la
possibilità di rendere il paziente
autonomo nella deambulazione dopo
sole 4 – 6 ore dall'uscita dalla sala
operatoria, nell'ambito della stessa
giornata dell'intervento. A livello
mondiale questa situazione è presente
solo in pochi centri degli Stati Uniti ed
in alcuni centri in Svezia, ma è
indubbio che nella realtà italiana il S.
Corona è precursore in questa esperienza
rappresentando un buon
esempio di sanità efficace in ambito
pubblico ed attualmente senza eguali
nelle modalità e tempi. Le implicazioni di una deambulazione precocissima
sono molteplici e trascendono
l'obiettivo minimo di rendere il
paziente autonomo in tempi rapidi.
L'ovvio beneficio e comfort del
paziente si traduce in una più adeguata
compliance per tutto il percorso
fisioterapico con significativo impatto
positivo psicologico in modo da
determinare una efficace riabilitazione ed un buon recupero funzionale
articolare. A ciò vanno aggiunti altri
importanti aspetti clinici quali la
riduzione del rischio trombo embolico
(sempre reale e presente nella chirurgia ortopedica), ottenuto con la pronta
riattivazione della pompa muscolare
degli arti inferiori garantita dalla
26
Sinergie professionali al "S. Corona"
Sanità Notizie
Dal progetto alla realtà clinica attraverso la collaborazione
di tre strutture dell'Ospedale.
Migliorato il comfort perioperatorio
dei pazienti e il risultato
complessivo dopo gli interventi
su anca o ginocchio
Deambulazione autonoma già dopo 4-6 ore
dall'uscita dalla sala operatoria.
Brunello Brunetto
Direttore S.C. Anestesia, Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure
Stefano Quaini
Responsabile Struttura Semplice Acute Pain Service
S.C. Anestesia Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure
deambulazione ed inoltre l'ottimale
controllo del dolore acuto in fase
perioperatoria garantisce la prevenzione del dolore cronico, problema
sempre incombente in una chirurgia
che presenta dolore misto, nocicettivo
e neuropatico.
Il gruppo di studio formato dal Dott.
Quaini Stefano (responsabile
Struttura Semplice Acute Pain
Service), dai medici anestesisti
Dott.essa Laura Ricci (titolare modulo
anestesia in chirurgia protesica) e
Dott.essa Sara Bersano, dagli ortopedici Michele Gramazio (responsabile
Struttura Semplice Chirurgia
Protesica), Giuseppe Santoro, Stefano
Tornago, Lucio Romano e Gabriele
Cattaneo con la collaborazione dei
terapisti della riabilitazione composto
da Lella Carioti ed Andrea Maggioni
ha intrapreso lo studio in oggetto a
partire dall'anno 2007, previa autorizzazione del Comitato Etico ospedaliero.
La divisione di Chirurgia Protesica del
Santa Corona nell'anno 2008 ha
eseguito in elezione (escludendo le
protesizzazioni eseguite dopo
frattura) 1148 interventi di cui:
? 632 interventi di protesizzazione
di anca (primo impianto)
? 105 interventi di revisione di
anca
? 384 interventi di protesizzazione
di ginocchio (primo impianto)
? 27 interventi di revisione di
ginocchio
Materiali e metodi
Lo studio ha riguardato
l'arruolamento, nell'anno 2008, di 70
pazienti sottoposti a protesizzazione
di anca (primo impianto) appartenenti
alle classi ASA I-II nella fascia di età
30-70 anni che non presentassero
controindicazioni all'anestesia loco
regionale e che accettassero la tecnica
proposta; per ragioni organizzative
l'arruolamento ha riguardato il primo
o il secondo paziente della seduta
operatoria. L'anestesia praticata è
stata in 42 pazienti la combinata spino
epidurale (CSE), mentre 28 pazienti
hanno beneficiato della peridurale .
Nel gruppo CSE è stato utilizzato
quale anestetico locale la levobupivacaina 0,5 % al dosaggio di 0,15
mg/kg, mentre nel gruppo peridurale
si è utilizzata una miscela di mepivacaina 2% (3 mg/kg) e levobupivacaina 0,5% (0,35 mg/Kg). L'analgesia
postoperatoria in entrambi i gruppi è
stata la medesima, trattandosi di
un'analgesia multimodale (anestetico
locale epidurale continuo ed analgesia oppiacea orale ), allo scopo di
realizzare una significativa copertura
sia del target algogeno neuropatico
che nocicettivo. La scelta di ricorrere
ad un oppiaceo agonista puro in
formulazione lento rilascio per via
orale è stata dettata dalla possibilità di
avere meno effetti collaterali rispetto
alla somministrazione intratecale
degli oppiacei stessi, essendo infatti il
PONV (postoperative nausea and
vomiting) uno degli aspetti più
insidiosi per la deambulazione
n. 2 • Dicembre 2009
precoce.
La terapia antalgica postoperatoria si
e' quindi avvalsa del blocco epidurale
continuo mediante levobupivacaina
0,125% alla velocita di 5-7 ml/h
(terapia della durata di 48 ore), mentre
la somministrazione di ossicodone
per via orale ( 10 mg ogni 12 ore per
una settimana ) e' avvenuta a partire
dall'arrivo in reparto del paziente
.Ogni paziente nel postoperatorio e'
stato seguito presso la recovery room
con monitoraggio multiparametrico e
con possibilità di emorecupero dalla
ferita chirurgica. L'end point primario
del nostro studio è stata la verifica
della superiorità di una tecnica
anestesiologica rispetto all'altra in
merito alla deambulazione a sei ore
dal termine dell'intervento (spinale vs
peridurale); gli end points secondari
hanno riguardato la presenza di effetti
collaterali imputabili alla tecnica
adottata (brivido, ponv, prurito,
diaforesi, blocco motorio residuo,
parestesie, ritenzione urinaria,
ipotensione e bradicardia). Dal punto
di vista chirurgico si è fatto ricorso a
tecnica mini invasiva preservando
quindi al massimo le strutture anatomiche muscolari. La massima
attenzione e' stata dedicata
all'omeotermia intraoperatoria del
paziente ricorrendo a riscaldamento
attivo ed utilizzo di infusioni endovenose riscaldate, mentre si è messo in
atto ogni strategia per il risparmio di
sangue, predisponendo di una unità
(400 ml) di sangue intero autologo, il
recupero intraoperatorio dal campo
chirurgico e la somministrazione
routinaria ev ad inizio intervento di
acido tranexamico (10 mg/kg).
Risultati e conclusioni
Non sono emerse differenze statisticamente significative nei due gruppi in
studio, infatti entrambe le tecniche
anestesiologiche si sono mostrate
valide ai fini della deambulazione
precoce. A nostro giudizio la scelta di
ricorrere a dosaggi mediamente bassi
di levobupivacaina in anestesia sub
aracnoidea e la scelta di privilegiare la
mepivacaina in peridurale hanno
consentito un valido onset ed una
cessazione del blocco motorio molto
precoce, che non ha disturbato i
chirurghi nel corso dell'intervento di
protesizzazione ( il tempo medio di
Sanità Notizie
Sinergie professionali al "S. Corona"
GRUPPO COMBINATA
Sesso
N°
Pazienti
Media
Età
F
M
Media
Pressione
Arteriosa
Postoperatoria
max
min
Media Valori Valutazione a 6 h
PONV
VAS
Presente Assente
42
53 anni
13
29
120,9
72,6
0,8
4
38
Analgesico
rescue
17%
GRUPPO PERIDURALE
Sesso
N°
Pazienti
Media
Età
F
M
Media
Pressione
Arteriosa
Postoperatoria
max
min
Media Valori Valutazione a 6 h
PONV
VAS
Presente Assente
28
57 anni
16
12
117,7
71,6
intervento e' di 50 minuti );
l'abbandono degli oppiacei per via
intratecale ha certamente contribuito a
circoscrivere effetti indesiderati. Nel
gruppo peridurale ha potuto deambulare il 79% dei pazienti (22 pz. vs 6)
rispetto al 76% del gruppo spinale (32
pz. vs 10) mentre una considerazione
merita il ricorso ad analgesici rescue
(fentanyl 0,1 mg epidurale e paracetamolo 1 g ev) che e' stata superiore nel
gruppo peridurale (36% dei casi vs
17% ), da cui si può intuire (considerando comunque la limitatezza del
campione) come l'anestesia spinale
garantisca una efficace e protratta
analgesia grazie ad un blocco sensitivo più intenso , come prevedibile
dall'azione midollare diretta
dell'anestetico. Le cause di mancata
deambulazione sono ascrivibili in
entrambi i gruppi ad episodi ipotensivi insorti nel postoperatorio e solo in
1,2
6
22
Analgesico
rescue
36%
alcuni casi a ponv. Riteniamo pertanto
il nostro risultato globale molto
positivo e tutti i test eseguiti dai
fisioterapisti in prima e seconda
giornata invariabilmente mostrano
una miglior performance dei pazienti
arruolati nello studio , anche per le
implicazioni psicologiche di una
deambulazione tanto precoce, tale da
creare nei pazienti stessi la sensazione, riferita da molti di loro, “di non
avere neanche subito un intervento di
ortopedia maggiore”.
Il Santa Corona è stato storicamente
centro di riferimento nell'utilizzo
delle tecniche di anestesia locoregionale essendo uno dei primi
ospedali in Italia a poter vantare
l'utilizzo estensivo di tali metodiche
ed a far scuola in tale ambito e tale
grande tradizione continua, tanto da
avere propri medici tra i membri del
board scientifico del prossimo
(segue a pag.28 - colonna 1)
27
n. 2 • Dicembre 2009
(segue da pag.28 - colonna 3)
28
congresso italiano ESRA 2010
(European Society of Regional
Anesthesia ); inoltre il servizio di
Anestesia ha partecipato con importanti relazioni ai principali congressi
nazionali degli ultimi anni, sia di
Anestesia che Algologia che
Ortopedia, divenendo opinion leader
in numerosi ambiti della materia, sia
che si tratti di tecniche di anestesia
loco-regionale che per ciò che
riguarda la gestione del dolore acuto
postoperatorio e la medicina perioperatoria.
Il lavoro relativo alla deambulazione
precocissima in chirurgia protesica e'
infatti stato presentato in esclusiva al
congresso internazionale “Masterclass”, svoltosi a Pietra Ligure nel
2006 (in cui sono intervenuti i
maggiori chirurghi protesici di fama
mondiale, tra cui il compianto Prof.
Lorenzo Spotorno) ed in seguito ai
congressi nazionali di Ortopedia
(SIOT-Societa' italiana ortopedia e
traumatologia-2007, Bologna),
Anestesia (SIAARTI-Societa' italiana
di anestesia rianimazione e terapia
intensiva-2007, Torino), Algologia
(ACD-Area critica doloreSIAARTI2007, Genova; AISD Associazione italiana studio dolore2007 Assisi, 2009 Teramo), Day
Surgery (Firenze 2008) ed al corso
“La gestione del paziente in chirurgia
protesica d'avanguardia” (2009,Milano, Pietra L.). In ogni occasione
congressuale è stato mostrato il
massimo interesse aprendo un
dibattito attualissimo in merito alla
chirurgia a ciclo breve e molti ortopedici ed anestesisti italiani e di tutto il
mondo sono stati ospiti presso la sala
operatoria della chirurgia protesica
complimentandosi per l'innovazione e
la competenza riscontrata al momento
della loro visita a scopo scientifico.
Inoltre l'esperienza accumulata
relativamente alla deambulazione
precoce e le sue peculiarità ed
intuizioni nella gestione perioperatoria dei pazienti, dato l'interesse
suscitato, verrà raccolta in un libro che
avrà diffusione a livello nazionale, il
che ancora una volta testimonia la
validità del cammino intrapreso dal
gruppo di studio interdisciplinare del
Santa Corona.
La veterinaria ASL2 in Europa
Sanità Notizie
Con comunicazione da parte dell'EFSA.
Gualtiero Fazio nominato fra gli
esperti esterni dell'autorità europea
in materia di sicurezza alimentare
Elisa Di Padova
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
Il Dott. Gualtiero Fazio, Responsabile
della S.S. Ispezione dei Prodotti della
Pesca e dell'Acquicoltura il 27 agosto
scorso ha avuto comunicazione da
parte dell'EFSA (Autorità Europea
per la Sicurezza Alimentare) di essere
stato nominato fra gli esperti esterni
che collaborano con Autorità Europea
in materia di sicurezza alimentare.
L'incarico di esponente scientifico
esterno è stato conferito al Dott. Fazio
dopo una selezione particolarmente
severa, basata sulla valutazione, da
parte dell'Autorità Europea, dei titoli
di studio, delle esperienze professionali (in particolare nel campo della
valutazione del rischio e
della
raccolta dati relativi ai pericoli
biologici o chimici), di articoli
scientifici in riviste dotate di processo
di revisione tra pari, di relazioni
tecniche e di altre pubblicazioni
pertinenti, dell'attività di docenza e
della capacità di comunicare e di
lavorare nelle lingue comunitarie.
Tale posizione darà una favorevole
visibilità all'ASL2 che potrà così
partecipare direttamente alle decisioni comunitarie ed usufruire di un
costante e tempestivo aggiornamento
degli indirizzi della politica comunitaria inerenti la sicurezza alimentare.
Che cosa è L'EFSA:
L'EFSA è un organismo comunitario,
con sede in Parma, istituito nel 2002 a
seguito dell'emanazione del Reg.
(CE) n. 178 del 28 gennaio 2002.
L'Autorità offre consulenza e assistenza scientifica e tecnica per la
normativa e le politiche della
Comunità in tutti i campi che hanno
un'incidenza sulla sicurezza degli
alimenti e dei mangimi, costituisce
una fonte di informazioni e pareri
scientifici e rappresenta la chiave di
volta dell'Unione Europea per la
valutazione e la comunicazione dei
rischi relativi alla sicurezza di
alimenti e mangimi.
Le informazioni tecniche ed i pareri
scientifici elaborati dall'EFSA
costituiscono uno dei principali
fondamenti per l'attività legislativa e
la definizione delle politiche in
Europa e permette alla Commissione
Europea, al Parlamento Europeo e
agli Stati membri dell'UE di
assumere decisioni tempestive ed
efficaci nella gestione del rischio.
La sua organizzazione comprende un
Comitato Scientifico e si avvale
dell'attività e dell'esperienza di un
gruppo di Esperti interni e di un
gruppo di Esperti scientifici esterni.
Per maggior informazioni sull'EFSA:
http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efs
a_locale-1178620753820_home.htm
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Sorveglianza nutrizionale
Attualmente la prevalenza di obesità giovanile in Europa è 10 volte maggiore rispetto agli anni '70:
il 20% dei bambini è in sovrappeso con un picco del 34% nei bambini tra i 6 e i 9 anni.
Ecco i risultati del progetto "Okkio alla salute"
realizzato dalla nostra ASL
in collaborazione con le scuole
Anche nella nostra Provincia è rilevante la percentuale di alunni in sovrappeso e obesi all'attenzione
della Rete di collaborazione fra il Dipartimento di Prevenzione, i Servizi Consultoriali,
la Pediatria territoriale e le istituzioni Scolastiche.
Marina Scotto
Direttore Dipartimento Prevenzione
PREMESSA
In Italia, come in altri Paesi europei,
l'obesità rappresenta un problema
prioritario di salute pubblica; dati recenti
dell'OMS ne sottolineano l'incremento,
particolarmente in età evolutiva.
Attualmente, la prevalenza di obesità
giovanile in Europa è 10 volte maggiore
rispetto agli anni '70; il 20% dei bambini
europei è in sovrappeso/obeso, con un
picco del 34% nei bambini tra i 6 e i 9 anni
(1 su 3 è sovrappeso o obeso).
L'obesità infantile assume dunque
importanza notevole sia per le dirette
implicazioni sulla salute del bambino sia
perché rappresenta un fattore di rischio
per l'insorgenza di patologie cronicodegenerative, nonché un fattore predittivo
di obesità in età adulta.
finalizzato alla realizzazione di un
sistema di indagine sui rischi comportamentali relativi alle abitudini alimentari e
motorie dei bambini in età scolare (6-10
anni), parte di un più ampio progetto del
CCM (Centro Nazionale per la
Prevenzione ed il Controllo delle
Malattie), “Sistema di indagini sui rischi
comportamentali in età 6-17 anni”,
promosso dal Ministero della Salute in
collaborazione col Ministero della
Pubblica Istruzione. Tale iniziativa è
collegata al programma europeo “Guadagnare Salute” ed al Piano Nazionale di
Prevenzione 2005-07 (PNP).
La realizzazione del progetto è stata
affidata alle Regioni ed alle AA.SS.LL.
diffuse sull'intero territorio nazionale, in
collaborazione con il mondo della Scuola,
mediante il coordinamento del Centro
Nazionale di Epidemiologia,
Sorveglianza e Promozione della Salute
(CNESPS) dell'Istituto Superiore di
Sanità (ISS).
La sorveglianza dello stato nutrizionale è
stata realizzata mediante estrazione di un
campione rappresentativo della popolazione in esame, che consente di conoscere
prevalenza ed andamento nel tempo dei
due fenomeni “sovrappeso ed obesità” e
dei comportamenti ad essi associati;
inoltre, consentirà di monitorare,
attraverso indagini ripetute, l'efficacia di
eventuali interventi mirati realizzati.
( S O RV E G L I A N Z A - N O N
SCREENING: i suoi risultati non vanno
utilizzati per la diagnosi e l'assunzione di
misure sanitarie nel singolo individuo, ma
per meglio inquadrare la situazione nella
popolazione di partenza e stabilire le
conseguenti strategie d'azione)
“OKkio alla Salute – promozione della
salute e della crescita sana dei bambini
della scuola primaria” è un progetto
Il progetto prevede la registrazione delle
misure antropometriche (peso ed altezza)
e la raccolta di informazioni sulle
abitudini relative all'alimentazione,
all'attività fisica ed alla sedentarietà di un
campione di bambini delle terze classi
primarie (di circa 8 anni), rappresentativo
della situazione media dei bambini di tutte
le classi delle scuole primarie, come
raccomandato dall'OMS.
OKkio NEL SAVONESE
Il progetto “OKkio alla salute” è stato
realizzato dalla Asl 2 nel trimestre aprilegiugno 2008.
Il campionamento adottato è stato quello
“a grappolo”, utilizzando la classe terza
come unità di campionamento; la Regione
Liguria, attraverso l' ASL 2 Savonese, ha
partecipato a tale progetto nazionale
mediante campionamento di tipo
regionale (rappresentativo a livello di
regione), ossia attraverso la valutazione di
10 classi terze (v. scheda riassuntiva) per
un totale di 179 bambini
COMUNE
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
ALASSIO
ALASSIO CAPOLUOGO
VIA NEGHELLI 26
Classe e Sezione campionata
3B
ALBENGA
ALBENGA 2 - PACCINI
LUNGOCENTA D. ALIGHIERI, 1
3C
ARNASCO
CERIALE/ARNASCO
PIAZZA DEL MUNICIPIO
3 unica
CALICE L.
FINALE - CALICE LIGURE
PIAZZA MASSA
3 unica
DEGO
CAIRO M.TTE - DEGO CAP.
VIA CAMPO SPORTIVO
3 unica
LOANO
LOANO CAP.
"MONS.VALERGA"
CORSO EUROPA
3C
QUILIANO
DON N.PELUFFO - QUILIANO
VIA ROMA
3A
SAVONA
SV – COLOMBO/MAMELI
VIA TAGLIATA 2
3B
SAVONA
SV - VILLAPIANA/MAZZINI
VIA VERDI 15
3C
VADO L.
VADO LIGURE - VALLE
VIA P. SACCO 12/A
3 unica
Sono stati inclusi nella sorveglianza tutti i
bambini presenti il giorno della visita
degli operatori nelle classi selezionate, i
cui genitori non hanno negato per iscritto
il consenso (170 alunni misurati =
95%degli alunni iscritti). Ai genitori è
stata richiesta la compilazione di un breve
questionario (13 domande), in merito alle
abitudini (motorie/sedentarie, alimentari)
dei propri figli ed alle proprie competenze
di genitori - educatori.
Il giorno dell'indagine, gli operatori
hanno rilevato peso ed altezza dei
bambini utilizzando bilance digitali da
terra (± 50 g) e stadiometri portatili (± 1
mm). Gli alunni sono stati pesati vestiti
senza scarpe o maglioni, con annotazione
29
n. 2 • Dicembre 2009
dei capi di abbigliamento indossati (la tara
è stata poi fatta in sede di analisi centrale).
Per la raccolta delle informazioni sulle
abitudini alimentari e motorie dei
bambini, è stato utilizzato un questionario anonimo standardizzato di 15 semplici
domande, a cui gli stessi hanno risposto
autonomamente barrando le opportune
caselle o descrivendo altre opzioni.
Le informazioni riguardanti le
abitudini degli alunni sono state raccolte
tramite questionari brevi, appositamente
predisposti dall'ISS, somministrati ai
bambini in classe, ai loro insegnanti ed
ai loro genitori; tale attività è stata svolta
dagli operatori sanitari dell'ASL 2
Savonese, in stretta collaborazione con gli
insegnanti delle classi interessate e con
adeguata informazione ed attivo coinvolgimento delle famiglie, nella garanzia
dell'anonimato per gli alunni partecipanti.
All'insegnante di riferimento di ciascuna
classe sono stati illustrati gli obiettivi, le
modalità dell'indagine ed i termini della
sua collaborazione, mediante l'offerta
della formazione necessaria alla realizzazione di alcune attività propedeutiche alla
raccolta dei dati e funzionali alla diffusione ed all'utilizzo delle informazioni
successivamente emergenti (risultati
dell'indagine).
Queste ultime sono state condivise ad
ogni livello – provinciale, regionale,
nazionale - per permettere agli operatori
dell'istruzione e della salute d'identificare
i comportamenti a rischio più diffusi e le
modalità per prevenirli e contrastarli.
Poiché l'Asl 2 Savonese ha scelto di
partecipare mediante campionamento di
tipo regionale (rappresentativo a livello di
regione), i risultati emersi, qui riportati, si
riferiscono ai dati regionali – non
provinciali - a cui hanno perciò contribuito anche le altre Asl, confrontati con quelli
nazionali, desunti da una media delle 18
regioni partecipanti allo studio.
I RISULTATI: DESCRIZIONE
DELLA POPOLAZIONE
30
Nella Regione Liguria hanno partecipato
all'indagine 118 scuole e 134 classi, pari al
100% di quelle campionate, per le quali
solo il 2% dei genitori ha negato il
permesso per la misurazione dei propri
figli (valore inferiore a quello nazionale:
3%). Nella giornata della misurazione
erano assenti solo l'8% del totale di quelli
iscritti (generalmente la percentuale di
assenti è pari al 5-10%), con una proporzione simile tra maschi e di femmine. I
bambini arruolati nell'indagine, misurati
ed ai quali è stato possibile somministrare
Sanità Notizie
Sorveglianza nutrizionale
il questionario, sono stati il 90% degli
iscritti negli elenchi delle classi.
Hanno infatti risposto al questionario dei
genitori il 90% delle famiglie: l'alta
percentuale di partecipazione assicura
una rappresentatività del campione molto
soddisfacente. Lo scarso numero di rifiuti
alla misurazione (1) è stato anche
conseguente ad un lavoro propedeutico
accurato da parte degli operatori sanitari
in sinergia con gli insegnanti, questi
ultimi veri mediatori tra l'Azienda
sanitaria e le famiglie.
La scolarità dei genitori è stata usata come
indicatore socio-economico della
famiglia, come in altri studi sulla salute
del bambino.
Il questionario è stato compilato più
spesso dalla madre del bambino (89%),
con grado di istruzione elevato (69%);
meno frequentemente dal padre (10%) o
da altra persona (1%). Il 32% delle madri
lavora a tempo pieno e il 40% part-time.
LA SITUAZIONE NUTRIZIONALE
DEI BAMBINI
L'indice di massa corporea (IMC) è un
indicatore indiretto dello stato di adiposità, semplice da misurare e comunemente
utilizzato. Tra i bambini liguri:
il 6,6% risulta obeso, il 22,2% soprappeso, il 71,2% sotto e normopeso
Complessivamente il 29% dei bambini
presenta un eccesso ponderale, che
comprende sia la situazione di sovrappeso
che di obesità.
In alcune realtà, sesso del bambino, zona
geografica di abitazione e livello di
scolarità della madre sono associati alla
situazione di sovrappeso o obesità del
bambino.
Le prevalenze di obesità e di sovrappeso
sono lievemente maggiori tra i bambini di
8 anni rispetto a quelli di 9, e tra i maschi
rispetto alle femmine.
I bambini liguri che frequentano scuole in
centri con più di 50.000 abitanti, in area
non metropolitana, sono in genere meno
sovrappeso. Il rischio di obesità diminuisce con il crescere della scolarità della
madre, da 9,1% per titolo di scuola
elementare o media, a 5,6% per diploma
di scuola superiore, a 4% per la laurea.
Valore assunto usando
mediana di riferimento*
Valore
regionale
Valore
nazionale
Prevalenza di bambini sottonormopeso
84%
71%
64%
Prevalenza di bambini
sovrappeso
11%
22%
24%
Prevalenza di bambini obesi
5%
7%
12%
Mediana di IMC nella
popolazione in studio
15,8
17,2
17,6
* Per ottenere un valore di riferimento con cui confrontare
la prevalenza di sovrappeso e obesità della popolazione in
studio, sono stati calcolati i valori che la popolazione
nazionale avrebbe se la mediana dell'IMC fosse pari a
quella della popolazione di riferimento utilizzata dalla
IOTF (International Obesity Task Force) per calcolare le
soglie di sovrappeso e obesità.
LE ABITUDINI ALIMENTARI
DEI BAMBINI
Molti studi scientifici dimostrano
l'associazione tra l'abitudine a non
consumare la prima colazione e
l'insorgenza di soprappeso; in accordo a
quanto indicato dall'INRAN, è stata
considerata adeguata la prima colazione
che fornisca un apporto di calorie e
proteine, per esempio: latte (proteine) e
cereali (carboidrati), o succo di frutta
(carboidrati) e yogurt (proteine).
Nella nostra Regione solo il 62% dei
bambini fa una colazione qualitativamente adeguata.
Il 9% non fa per niente colazione e il 29%
non la fa qualitativamente adeguata.
La prevalenza del non fare colazione è più
alta nei bambini di mamme con titolo di
studio più basso (elementare o media).
Viene inoltre raccomandato il consumo
a metà mattina di una merenda
contenente circa 100 calorie, che
corrispondono ad uno yogurt, o un
frutto, o un succo di frutta senza
zuccheri aggiunti.
Solo una piccola parte di bambini, intorno
al 22%, consuma una merenda adeguata
di metà mattina.
La maggior parte dei bambini, circa il
74%, la fa inadeguata e il 4% non la fa per
niente.
Le femmine fanno una merenda di metà
mattina più frequentemente dei maschi,
ma meno adeguata. Non sono emerse
differenze per livello di istruzione della
madre.
Le “Linee guida INRAN sulla sana
alimentazione” prevedono l'assunzione
di almeno cinque porzioni al giorno di
frutta o verdura, che, nell'arco della
giornata, garantiscono un adeguato
apporto di fibre e sali minerali e consentono di limitare la quantità di calorie
introdotte.
In Liguria, i genitori riferiscono che solo il
2% dei bambini consuma 5 o più porzioni
di frutta e verdura ogni giorno, il 33% una
sola porzione.
Il 17% dei bambini mangia frutta e
verdura meno di una volta al giorno o mai
nell'intera settimana.
Non sono emerse differenze per sesso del
bambino; si osserva però un'associazione
positiva tra consumo di frutta e verdura ed
elevato livello d'istruzione della madre.
In una lattina di bevanda zuccherata (33
cc) è contenuta una quantità di zuccheri
aggiunti pari a circa 40-50 grammi, fra 5 e
8 cucchiaini, con l'apporto calorico che ne
consegue. Esiste dunque una forte
associazione tra il consumo di bevande
zuccherate e l'obesità.
n. 2 • Dicembre 2009
In Liguria, solo il 64% dei bambini
consuma meno di una volta al giorno o
mai delle bevande zuccherate.
Il 23% dei bambini assume bevande
zuccherate una volta e il 13% più volte al
giorno.
Il consumo di bibite zuccherate almeno
una volta al giorno ha maggior prevalenza
nei maschi rispetto alle femmine
(comunque non significativa, a livello
5%); inoltre, essa diminuisce con il
crescere della scolarità della madre, da
45% per titolo di scuola elementare o
media, a 35% per diploma di scuola
superiore, a 25% per la laurea.
Valore desiderabile
per i bambini
Valore
regionale
Valore
nazionale
hanno assunto la colazione il mattino
dell’indagine
100%
91%
89%
hanno assunto una colazione adeguata il
mattino dell’indagine
100%
62%
60%
hanno assunto una merenda adeguata a
metà mattina
100%
22%
14%
assumono 5 porzioni di frutta e verdura
giornaliere
100%
2%
2%
0%
36%
41%
Prevalenza di bambini che…
assumono bibite zuccherate almeno una
volta al giorno
Sanità Notizie
Sorveglianza nutrizionale
LA PERCEZIONE DELLE MADRI
SULLA SITUAZIONE
NUTRIZIONALE E
SULL'ALIMENTAZIONE DEI
BAMBINI
maniera leggermente superiore per le
figlie femmine rispetto ai maschi (61% vs
Madri che percepiscono…
in modo adeguato lo stato ponderale del proprio
figlio quando questo è sovrappeso
Premessa per il cambiamento e per la
soluzione di un problema è la presa di
coscienza della sua esistenza. In realtà, la
cognizione che comportamenti alimentari
inadeguati siano causa del problema
sovrappeso/obesità non è ancora diffusa
nella collettività; a tutto ciò, si aggiunge la
mancata consapevolezza da parte delle
madri dello stato di sovrappeso/obesità e
del fatto che il bambino mangi troppo: in
tale situazione, la probabilità di riuscita di
misure preventive e correttive risulta
limitata.
Valore
desiderabile
Valore
regionale
Valore
nazionale
80%
52%
51%
in modo adeguato lo stato ponderale del proprio
figlio quando questo è obeso
100%
93%
90%
l’assunzione di cibo del proprio figlio come
adeguata, quando questo è sovrappeso o obeso
da ridurre
72%
69%
correlate: malattie cardiovascolari e
diabete tra le principali.
Valore desiderato
per i bambini
Valore
regionale
Valore
nazionale
Bambini definiti fisicamente attivi
100%
76%
74%
Bambini che hanno giocato all’aperto il
pomeriggio prima dell’indagine
100%
54%
55%
100%
34%
38%
100%
8%
9%
Bambini che hanno svolto attività sportiva
strutturata il pomeriggio prima
dell’indagine
Bambini che svolgono attività fisica almeno
un’ora al giorno per 5-7 giorni alla
settimana
I genitori possono non avere un quadro
corretto dello stato ponderale del
proprio figlio. Ciò è particolarmente
rilevante nei bambini sovrappeso/obesi
che vengono al contrario percepiti come
normopeso.
Infatti, ben il 48% delle madri di bambini
sovrappeso e il 7% delle madri di bambini
obesi ritiene che il proprio bambino sia
normopeso o sottopeso.
Nelle famiglie con bambini in sovrappeso, questa condizione viene percepita in
31
n. 2 • Dicembre 2009
Madri che percepiscono…
l’attività fisica del proprio figlio come
scarsa, quando questo risulta inattivo
Figura 2. Bambini che usano TV e videogiochi per
più di 2 ore al giorno e hanno la TV in camera
32
Sanità Notizie
Sorveglianza nutrizionale
Valore desiderabile
per i bambini
Valore
regionale
Valore
nazionale
Bambini che passano al televisore o ai
videogiochi più di 2 ore al giorno
0%
33%
48%
Bambini con televisore in camera
0%
45%
49%
Valore desiderabile
Valore
regionale
Valore
nazionale
da aumentare
40%
48%
n. 2 • Dicembre 2008
Sanità Notizie
Robot e umanizzazione
Dibattito approfondito al Convegno organizzato al Teatro Chiabrera.
Quale alleanza possibile fra medico
e paziente nell'era della chirurgia
tecnologica generalizzata?
Informazione e comunicazione per instaurare un vero rapporto
umano fra chirurgo e malato.
Angelo Schirru
Direttore S.C. Chirurgia Generale, Ospedale "S. Paolo" di Savona
Angelo Schirru.
La moderna chirurgia tecnologica, e la robotica in particolare,
possono generare nell'opinione
pubblica l'equivoco e l'erronea
associazione: chirurgo = robot,
alimentando aspettative nei
confronti di una medicina
considerata mitica ma anche e
proprio per questo
“lontana dalla realtà”.
Questo è uno dei punti
cruciali della nuova e
m o d e r n a C h i r u rg i a
tecnologica che è stato
affrontato nel Convegno
Chirurgia tecnologica e
rapporto umano, organizzato in due sessioni
(al mattino presso la Sala
Rossa del Comune di
Savona, al pomeriggio
p r e s s o i l Te a t r o
G.Chiabrera aperto a
tutta la cittadinanza) il
19 settembre scorso.
Ecco quindi la nuova
centralità del paziente
come soggetto attivo che
condivide e discute con
gli Specialisti la situazione clinica e affronta,
in seguito, una riabilitazione non solo fisica ma
soprattutto sociale e
“umanologica”.
In particolare, nella sessione
p o m e r i d i a n a d e l Te a t r o
Chiabrera, è stata presentata la
Carta della Qualità in
Chirurgia, nata un anno fa e
ispirata ai 14 Diritti della Carta
Europea dei diritti del Malato.
Gli approfondimenti hanno
riguardato i temi dell'informazione, poiché tutti i cittadini
devono essere ben informati per
instaurare un corretto rapporto
medico-paziente ed essere coinvolti nel percorso di cura, e
dell'innovazione, poiché tutti i
cittadini possano contare su una
struttura che garantisca l'aggiornamento del personale e
l'utilizzo di tecnologie innovative.
Chirurgia tecnologica
e
rapporto umano
Insieme al Medico di
Medicina Generale e
agli altri Specialisti, il
chirurgo deve diventare
necessariamente anche
un comunicatore: per
fare ciò deve recuperare
tutte le risorse tecniche
e psicologiche per
instaurare col paziente
un vero rapporto
umano.
La tavola rotonda,
condotta dal Dott.
Carlo Gargiulo,
Medico di Medicina
Generale e conosciutissimo volto della televisione al fianco di
Michele Mirabella nella
trasmissione Elisir, ha
chiuso il Convegno a
cui ha partecipato, con
nostra grande soddisfazione, oltre che illustri
professionisti anche una
buona parte della
popolazione.
33
n. 2 • Dicembre 2009
I racconti di pazienti sottoposti ad
interventi chirurgici sono spesso
pittoreschi e suggestivi: le sensazioni,
la memoria di alcuni particolari, la
tensione, ma una costante è sempre
presente ed è il “grande freddo”; i
pazienti operati ricordano molto bene
il terribile freddo a cui sono stati
sottoposti.
Perché fa così tanto freddo in sala
operatoria?
Nel servizio di Anestesia e Terapia del
Dolore dell'Ospedale Santa Corona di
Pietra Ligure, diretto dal Dott.
Brunello Brunetto, la risposta è molto
precisa e dettagliata, perché alcuni
anestesisti rianimatori hanno preso
molto a cuore il problema e si sono
dedicati a studi ed organizzato
convegni e progetti.
Nel 1956 R.W. Pickering scrisse: “il
metodo migliore per raffreddare un
paziente è sottoporlo ad anestesia”, ed
è proprio così, i sistemi adibiti al
controllo della termoregolazione che
sono coordinati dall'ipotalamo,
durante l'anestesia, sia generale che
loco-regionale centrale, subiscono
importanti alterazioni; le risposte che
l'organismo mette in atto fisiologicamente in seguito a variazioni di
temperatura corporea, durante
l'anestesia, sono ritardate e ridotte.
La temperatura del paziente in sala
operatoria e nel perioperatorio è un
parametro molto importante che
merita attenzione, in quanto può
essere responsabile di complicanze
anche molto gravi; purtroppo questo
parametro è molto poco valorizzato, e
non solo nel nostro paese, al punto che
la cronaca alcuni anni fa venne alla
ribalta per un caso di morte di una
sedicenne per ipotermia in sala
operatoria (La Repubblica — 06
dicembre 1996 pagina 19).
In sala operatoria l'anestesista ha
diverse possibilità per agire sul
controllo della temperatura corporea,
ad iniziare dal monitoraggio: come
tutti i parametri vitali deve essere
misurata con l'inserimento di una
sonda (di solito esofagea o timpanica)
o con rilevatori cutanei, e sulla base
dei valori si può decidere come
procedere.
34
Tanti fattori influiscono sulle variazioni della temperatura corporea
durante l'intervento chirurgico e la
Normotermia perioperatoria
Sanità Notizie
La temperatura ambientale ha un'influenza rilevante.
Poco valorizzato il parametro
relativo alla temperatura del
paziente in sala operatoria con
rischio di complicanze
Il freddo corporeo, contrariamente a ciò che si pensa, aumenta il
rischio di infezioni durante gli interventi.
Brunello Brunetto
Direttore S.C. di Anestesia
Ospedale "Santa Corona" Pietra Ligure
Walter Belcio
Dirigente Medico S.C. Anestesia
Ospedale "Santa Corona" Pietra Ligure
temperatura ambientale è uno dei
principali: bisogna ricordare che è
presente un decreto del Presidente
della Repubblica 14.01.97 (supplemento della Gazzetta Ufficiale n.42)
che regolamenta i requisiti strutturali
ed ambientali delle sale operatorie
(tab 1)
L'ipotermia può dare luogo a manifestazioni cliniche di rilevante importanza a carico di diversi apparati,
determinando complicazioni che
influiscono sull' outcome del paziente.(tab.2)
Contrariamente a ciò che erroneamente si pensa, la bassa temperatura
corporea in sala operatoria non riduce
le infezioni, ma anzi le aumenta; altro
punto fondamentale riguarda il
sanguinamento che nei casi di
ipotermia aumenta notevolmente,
rendendo necessarie maggiori
trasfusioni e tutte le complicanze ad
esse connesse. Senza dimenticare la
riduzione della soglia del dolore.
Come si evince dai numerosi ed
importanti effetti che l'ipotermia
determina sull'organismo, si rende
necessario che tutti gli operatori diano
la giusta importanza a questo problema, che può essere prevenuto e
trattato in modo tempestivo ed
efficace; in questo modo si può
ottenere un beneficio per il paziente,
in termini di riduzione del disagio post
operatorio e di tempi di ricovero.
In condizioni di emergenza-urgenza
l'impatto dell'ipotermia sul paziente è
ancora maggiore; Gentilello e al. nel
2001 scrive: “Il paziente politrauma-
tizzato che giunge in ospedale con una
temperatura interna di 32°C o inferiore, ha una mortalità prevista del
100%..”; questa affermazione forte e
sostenuta dalla letteratura scientifica,
è emblematica di come sia necessario
intervenire tempestivamente per
prevenire una condizione che una
volta innescata difficilmente si riesce
a recuperare.
Oltre alla correzione delle condizioni
ambientali, è necessario utilizzare
presidi in grado di trasmettere calore
al paziente per prevenire e/o trattare
l'ipotermia; nel nostro servizio,
divenuto centro di riferimento per le
aziende del settore, abbiamo testato
tutti i presidi di riscaldamento
attualmente in commercio, analizzando le capacità di ognuno ed individuando i campi di applicazione più
idonei.
Esistono tre categorie principali di
strumenti, in base al loro meccanismo
di azione:
A convezione: riscaldatori
che utilizzano aria forzata diretta sul
paziente attraverso copertine che ne
distribuiscono il flusso; (fig.1)
A conduzione: trasmettono
calore per contatto diretto col paziente, sono per lo più materassini che
svolgono anche un azione antidecubito se posizionati sotto al paziente;
(fig.2)
Sistemi scaldaliquidi,
durante l'intervento vengono infusi in
vena al paziente liquidi di soluzioni
fisiologiche e/o emoderivati che
n. 2 • Dicembre 2009
“..La sala operatoria deve essere dotata di condizionamento ambientale che assicuri le
seguenti caratteristiche igrometriche:..”
– temperatura interna invernale e estiva compresa tra 20-24°C;
– umidità relativa estiva e invernale 40-60%;
– ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) 15 v/h;
– filtraggio aria 99.97%; ..”
Tab. 1
App.
Cardiovascolare
App. Respiratorio
Sist. Nervoso
Centrale
Sistema
Immunitario
Sistema
Ematologico
Metabolismo
Sanità Notizie
Normotermia perioperatoria
Aumento delle pressioni, aritmie, ed ischemie se si giunge a 32°C
o inferiore
Ridotta ossigenazione per vasocostrizione polmonare
Risveglio ritardato dall’anestesia, coma se T a 30°C
Ridotta funzionalità e maggior rischio di infezioni
Ridotta funzione dei fattori della coagulazione e delle piastrine
Aumento della glicemia, ridotto smaltimento dei farmaci, brivido
Tab. 2
devono essere riscaldati e non
utilizzati a temperatura “ambiente”(fig.3)
Ognuno di questi presidi ha un campo
di applicazione specifico e i risultati
migliori si ottengono con la combinazione tra più strumenti.
Quest'anno abbiamo organizzato, in
collaborazione con il Prof. Franco
Maria Bobbio Pallavicini, l'Accademia di Medicina, e l'Università di
Genova un convegno che si è svolto il
29 Maggio presso l'Ospedale San
Martino sull'argomento della temperatura nel periodo perioperatorio che
ha visto numerosa affluenza e ha
permesso una tavola rotonda tra tutti
gli esponenti della disciplina anestesiologica in Liguria, al fine di stipulare un documento ufficiale che
regolamenti il comportamento in sala
operatoria per ottimizzare la gestione
termica del paziente.
Inoltre è fortemente necessaria la
realizzazione di un dialogo comune
tra il Sistema di Emergenza 118 , il
Pronto Soccorso e la Rianimazione
per definire un “percorso caldo” per il
politraumatizzato per cui abbiamo in
cantiere un “gruppo di lavoro” che
coinvolgerà i vari rappresentanti
clinici, per definire una strategia
d'azione comune.
Per il prossimo anno abbiamo in
programma diversi corsi e convegni,
che realizzeremo con il Prof. F.M.
Bobbio Pallavicini (San MartinoGenova), il Dott.A. De Gasperi
(Niguarda-Milano), ed il Dott. Dei
Poli (San Donato-Milano) con cui
porteremo in giro per l'Italia
l'argomento grazie alla collaborazione di diverse aziende del settore.
In conclusione si può affermare,
quindi, che una corretta prevenzione
dell'ipotermia accidentale può
sicuramente evitare conseguenze
spiacevoli per il paziente, e migliorare
l'intero sistema di cura.
La prevenzione dell'ipotermia perioperatoria è un “dovere” di ogni
operatore sanitario, medico e paramedico; se un tempo vi erano poche
evidenze che testimoniavano le
drammatiche conseguenze a questo
evento, ai tempi odierni non è più così.
Tanti infatti i sintomi, presenti in
forma subdola, che hanno alimentato
la ricerca scientifica con risultati
sorprendenti, pertanto non possiamo
“nasconderci” dietro tali evidenze.
fig.1
Bibliografia
1) Sessler DI. Current concepts: mild perioperative hypothermia. New England Journal of
Medicine 1997.
2) Montanini S, Martinelli G, Torri G, Praltono R,
Borzonati E, Proietti R, Barboncini S, Bestini L,
Berti M, Consensus Conference sull'ipotermia
perioperatoria, S.I.A.A.R.T.I. 2000.
3) TEMMP (Thermoregulation in Europe,
Monitoring and Managing Patient Temperature)
Study Group (2004) Survey on intraoperative
temperature management in Europe
4) ASA: Standards, Guidelines, and Statements.
Park Ridge, IL, ASA, 1999 15. AANA: Scope
and Standards for Nurse Anesthetists. Park
Ridge, IL, AANA, 1998
5) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA 14 gennaio 1997
(pubbl. sul supplemento ordinario alla G.U. n. 42
del 20 febbraio 1997)
6)
Kurz a, Sessler D, Narzt E, Lenhart R.
Morphometric influences on intraoperative core
temperature changes 1995. El Gamal N, El
Kassambany N, frank S. Et coll. Age related
thermoregulatory differences in a warm
operating room enviroment 2000. Delibera
Giunta Regionale lombardia: definizione dei
requisiti minimi 22/01/1998.
7)
Ouelette R: Comparison of four
intraoperative warming devices. AANA J 1993:
61:394-396, 1993.
8)
Perioperative normothermia to reduce
the incidence of surgical-wound infection and
shorten hospitalization. Study of Wound
Infection and Temperature Group. Kurz A,
Sessler DI, Lenhardt R. Thermoregulation
Research Laboratory, University of California,
San Francisco 94143-0648, USA, 9 May 1996,
N England J Med
fig.2
fig.3
35
n. 2 • Dicembre 2009
Coesistenza
malattie
croniche
Invecchiamento
avanzato
Ridotta
autonomia
funzionale
Rapporto ospedale - territorio
Paziente
fragile
Stato socioambientale critico
polifarmacoterapia
Fig 1. Il paziente fragile accolto in Cure Intermedie
Nell'ottobre 2004 nasce la struttura
complessa Medicina Interna per le Cure
Intermedie (M.I.C.I.) con l'intento di
proseguire un processo di riorganizzazione delle degenze in Medicina sulla base
dell'Intensità di cura, anche sulla scorta
dell'esperienza maturata da più di due
decenni con la l'Unità di Terapia Intensiva
Medica.
Il nome deriva dalla terminologia inglese
“Intermediate health care” e la missione è
quella di garantire una continuità di cure
al “paziente fragile” che, superata la fase
acuta della malattia, necessita ancora di
una fase di osservazione e continuità
terapeutica e riabilitativa prima della
dimissione.
La necessità di istituire una struttura di
Cure Intermedie in ambito Internistico
deriva dai cambiamenti che stanno
modificando la domanda di salute della
popolazione italiana. L''invecchiamento
della popolazione, l'aumento delle
patologie cronico-degenerative e
l'evoluzione tecnologica hanno un forte
impatto sulla richiesta di cure e sulla
sostenibilità economica di tutto il sistema
salute. Le Cure Intermedie si inseriscono
nella moderna rete di assistenza che,
dall'acuzie gestita nelle Unità di Cure
Intensive, attraverso la Riabilitazione e
l'Assistenza Domiciliare, cerca di
garantire continuità, sostenibilità e qualità
delle cure.
36
Dalla sua creazione la S. C. Medicina
Interna e Cure Intermedie è gradualmente
cresciuta meglio precisando il suo ruolo
all'interno dell'Ospedale, del territorio
savonese e della rete socio-assistenziale.
Attualmente consta di due settori di
degenza, uno per malati acuti di Medicina
Interna (26 posti letto) e uno propriamente
di “Cure Intermedie” chiamato anche
RIAMED (Riabilitazione in Medicina)
per sottolineare l'inquadramento
riabilitativo dei pazienti (19 posti letto).
La sezione per acuti riceve i pazienti
Internistici dal Pronto Soccorso e
raccoglie competenze internistiche
generali dei medici e degli infermieri e
Sanità Notizie
L'invecchiamento della popolazione, l'aumento delle patologie
cronico - degenerative e l'evoluzione tecnologica
aumentano la richiesta di assistenza.
La missione della struttura
complessa per le cure intermedie
è quella di garantire al "paziente
fragile" una continuità di cure
una volta superata la fase acuta
della malattia
Necessario dialogare con le famiglie per una risposta condivisa
sui bisogni del paziente malato.
Lionello Parodi
Direttore S.C. Medicina Interna e Cure Intermedie,
Ospedale San Paolo Savona
Sandra Buscaglia, Giovanni Carta, Alessandro Cattana,
Paola Gnerre, Valentina Sguerso
Dirigenti Medici S.C. Medicina Interna e Cure Intermedie,
Ospedale San Paolo Savona
una specifica conoscenza in campo
endocrino-metabolico.
La sezione di Cure Intermedie ha
l'obbiettivo di identificare e accogliere,
curare e riabilitare il paziente fragile.
Stiamo cercando di meglio definire le
caratteristiche dei pazienti qui accolti in
modo da presentare all'Amministrazione
e all'Agenzia Regionale i nostri risultati e
poterli così confrontare con le altre realtà
liguri (poche per adesso) in corso di
sperimentazione.
I pazienti su cui abbiamo puntato i
maggiori sforzi, sfruttando le nostre
competenze, quelle del team nutrizionale,
dei fisiatri e fisioterapisti, logopedisti e
infermieri sono quelli che hanno bisogno
di:
? Riabilitazione motoria complessa in
soggetti di competenza internistica: si
tratta di pazienti allettati a causa di
patologia internistica complessa e/o
protratta, e/o con riacutizzazione di
patologia cronica, durante la degenza,
per i quali, superata la fase di indagine
e/o di terapia iniziale, sia previsto un
percorso di riabilitazione fisica
? Riabilitazione della disfagia e/o
necessità di avviare nutrizione
artificiale: si tratta di pazienti con
patologia degenerativa, neoplastica o
vascolare, che ha causato disfagia,
nella fase di recupero e rieducazione
alla nutrizione naturale, oppure nella
fase in cui sia necessario intraprendere
una nutrizione alternativa a quella
naturale (per via enterale e/o parenterale), includendo la fase di formazione
e addestramento, qualora necessario,
dei familiari o similari, coinvolti
nell'accudimento del paziente a
domicilio, o del personale della
struttura protetta idonea che accoglierà
il paziente.
Non trovano indicazione i pazienti giunti
alla fase terminale, come pure quelli in
attesa di trasferimento c/o Hospice. Non è
una lungodegenza e non è adatta alle
persone con demenza di grado avanzato.
Il tempo medio di ricovero dei nostri
pazienti è di circa 20 giorni.
Le caratteristiche di maggior evidenza e
criticità che abbiamo osservato nelle
persone accolte sono:
? elevata suscettibilità a sviluppare
malattie acute che si possono esprimere con quadri clinici atipici (confusione mentale, instabilità posturale e
cadute)
? ridotta capacità motoria fino alla
immobilità per astenia, fino
all'adinamia non completamente
giustificate dalle patologie presenti
? possibili oscillazioni rapide ed
imprevedibili dello stato di salute
anche nell'ambito della stessa
giornata, con spiccata tendenza a
sviluppare complicanze
? lenta capacità di recupero, talora
parziale
? continua richiesta di intervento
medico, necessità di assistenza
n. 2 • Dicembre 2009
Convivere con l'alzheimer
continuativa
? elevato rischio iatrogeno e di eventi
avversi
L'attivazione ed il potenziamento delle
Cure Intermedie ha l'obbiettivo inoltre di
migliorare la comunicazione ed i rapporti
con i cittadini e le loro famiglie attraverso
una risposta condivisa sui bisogni.
Grande interesse scientifico al convegno organizzato al Campus
Universitario di Savona sul tema "Nell'ombra della mente".
La continuità assistenziale è assicurata
dalla organizzazione dipartimentale e
interdipartimentale, che deve prevedere
una stretta interazione con le Strutture
Complesse dello stesso Dipartimento e di
altre discipline di altri Dipartimenti. Il
profilo assistenziale del paziente prevede
che, finita la fase acuta e di postacuzie in
ambito strettamente ospedaliero, possa
realizzarsi una stretta collaborazione ed
integrazione operativa con le RSA
(Residenze Sanitarie Assistenziali), le
case protette, le strutture territoriali (ADI,
Ospedalizzazione Domiciliare) ed il
medico di famiglia onde migliorare
appunto la delicata fase della dimissione.
Infine l'attività della S.C. Medicina
Interna e Cure Intermedie include
- Day Hospital: in collaborazione
con la Medicina Interna, è dedicato
principalmente ai pazienti con
patologie internistiche, endocrinometaboliche e pazienti iponutriti.
- Ambulatorio per la Malnutrizione
(email: [email protected]), nel quale
operano in collaborazione i
componenti del Team Nutrizionale,
in staff alla Direzione Medica del
presidio ospedaliero di Savona e
Cairo. L'ambulatorio è dedicato
alla valutazione nutrizionale e al
follow-up dei soggetti in nutrizione
artificiale domiciliare, e di soggetti
inviati dai medici curanti per
malnutrizione in difetto.
Ambulatorio Endocrinometabolico e di prevenzione
Cardio-Vascolare, in collaborazione con la S.C. Medicina Interna
Ambulatorio di Medicina Interna
Sanità Notizie
Affrontate le tematiche inerenti
la diagnosi, i trattamenti,
l'assistenza e la tutela
delle persone malate
Antonio Maria Ferro
Direttore Dipartimento di Salute Mentale
Si è svolto presso il Campus
Universitario di Savona, venerdì 23
ottobre, la IV edizione del Convegno
Nell'ombra della mente, organizzato
dal ”Coordinamento Alzheimer
Liguria”, gruppo formato da
specialisti neurologi, psichiatri e
geriatri, appartenenti a diverse ASL
liguri, e patrocinato, oltre che
dall'Asl2 Savonese, anche
dall'Università degli Studi di Genova,
la Regione Liguria, l'Agenzia
Regionale Sanitaria e il Comune di
Savona.
La giornata era dedicata alla malattia
di Alzheimer e alle demenze ed era
rivolta a medici, psicologi, operatori
sanitari, famigliari di persone affette
da demenza, gruppi di sostegno e
volontariato.
Durante il convegno sono state
affrontate tematiche inerenti la
diagnosi, i trattamenti, l'assistenza e
la tutela delle persone affetta da tale
malattia.
In Liguria il problema è molto sentito
dato che la popolazione che supera i
65 anni rappresenta mediamente più
del 25 % della popolazione totale
della regione.
Le persone che in Liguria assumono
farmaci anticolinesteraci per la cura
della Malattia di Alzheimer, nel 2008
erano 5208, per una spesa
complessiva di 3.904.605,34 Euro.
Negli ultimi cinque anni sono state
effettuate presso gli ambulatori
U.V.A (Unità Valutativa Alzheimer)
ben 63.483 prestazioni sanitarie.
Il costo per l'assistenza è elevato sia
in termini umani che economici e le
famiglie ne sono pesantemente
coinvolte sommando così al dramma
i problemi economico-gestionali per i
quali l'Asl interviene a sostegno della
famiglia con i servizi disponibili.
Bibliografia essenziale
Bagarolo R, Sgarbi L. Progetto per unità di cure
intermedie tra Ospedale e Territorio, Tesi finale
Corso di Formazione Manageriale per Dirigenti di
Struttura Complessa - Area Ospedaliera SDS IReF Regione Lombardia, 2008.
Il Distretto e le “Cure Intermedie”. Atti del 2°
Congresso Nazionale Card -2003. Quaderni
CARD 2. Ed. Iniziative sanitarie, 2003.
LEA - Livelli Essenziali di Assistenza, e Mattoni
SSN, www.ministerosalute.it.
Libro Verde Ministero Welfare 2008, www.ministerosalute.it.
Ringraziamenti
Si ringrazia tutto il personale di Reparto, lo staff
della fisiatria e, per l'attiva collaborazione, i
Coordinatori Infermieristici Roberta Rapetti e
Nora Trivelli e le infermiere Nicoletta Acierno e
Simona Visca
37
n. 2 • Dicembre 2009
Attualità scientifica
Sanità Notizie
Progetto regionale di
Lavoro scientifico
standardizzazione delle
sulla colonscopia virtuale
diagnosi istopatologiche
Duccio Buccicardi
Dirigente medico S.C. Radiologia
per lo screening dei tumori
Ospedale "S. Paolo" di Savona
del colon-retto
Il servizio di Radiodiagnostica di screening per una malattia (in
Morena Scurani
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
L'Assessorato alla Salute, in
osservanza del piano di
prevenzione oncologica della
Regione Liguria, aderendo
all'invito dell'Osservatorio
Nazionale Screening ha
individuato nel mese di
novembre del 2008 due patologi
rappresentanti. La scelta è
avvenuta di concerto con la
Società Scientifica di Anatomia
Patologica (SIAPEC)sez. ligure
e con l'IST di Genova che svolge
attività di coordinamento degli
screening oncologici (DGR
855/2007).
La scelta è ricaduta sul dott. Ezio
Venturino, Direttore della S.C.
Anatomia Patologica dell'Ospedale San Paolo di Savona e
sulla dottoressa Beatrice
Gatteschi, Dirigente Medico
dell'Anatomia Patologica
dell'IST di Genova. Essi hanno
così partecipato attivamente al
Corso nazionale per patologi
referenti dei programmi di
screening dei tumori colorettali
svoltosi a Torino nei giorni 20 e
21 novembre 2008 in analogia
con il corso effettuato nel 2007
per gli endoscopisti.
Successivamente il dott.
Venturino e la dott.ssa Gatteschi,
in collaborazione con la dott.ssa
Luigina Bonelli, epidemiologa
dell'IST di Genova, hanno
invitato i Direttori delle S.S.C.C.
di Anatomia Patologica facenti
capo ad una ASL territoriale e
quindi coinvolte nei programmi
di screening oncologici, a
nominare un patologo referente
per ciascuna struttura.
Hanno aderito all'iniziativa le
Anatomie Patologiche della
ASL5 Spezzina (Ospedale S.
Andrea di La Spezia), della
ASL4 Chiavarese (ospedale di
Sestri levante-Chiavari), della
ASL3 Genovese (Ospedale Villa
Scassi e Ospedale P. Antero
38
Micone) e ASL2 Savonese
(Ospedale S. Paolo di Savona).
In particolare è opportuno
ricordare che il patologo
referente per l'ASL2 Savonese è
la dott.ssa Monica Peresi mentre
l'endoscopista referente è il dott.
Hugo Martines.
Si è così costituito, sotto il
coordinamento del dott. Ezio
Venturino e della dott.ssa
Beatrice Gatteschi, il Gruppo
Regionale dei Patologi
impegnati nello screening per il
carcinoma colo rettale.
Gli incontri del gruppo di lavoro
tra aprile e maggio hanno
affrontato la discussione e la
revisione della casistica e hanno
contribuito alla promozione
dell'adozione di criteri diagnostici omogenei e riproducibili
con la metodologia del Train the
trainers. È stato raggiunto
inoltre l'importante obbiettivo di
redigere una ceck-list condivisa
per la guida alla refertazione
anatomo-patologica.
Altro passaggio fondamentale,
nel mese di ottobre, è stato
quello dell'incontro del gruppo
di lavoro degli anatomopatologi con il gruppo di lavoro
degli endoscopisti dove si sono
gettate le basi per un consensus
interdisciplinare tra Patologi e
Endoscopisti che andrà ad
emendare le linee guida della
Rete Oncologica Ligure.
L'obbiettivo finale del progetto è
il raggiungimento di un
consensus multidisciplinare, in
particolare tra AnatomoPatologi e Endoscopisti, che
consentirà di standardizzare
approccio diagnostico, refertazione anatomo-patologica,
modalità di prelievo endoscopico, invio dei campioni nonchè
tempi e modi del follow-up nello
screening colorettale in Liguria.
del nostro ospedale ha elaborato
un lavoro scientifico sulla
colonscopia virtuale che è stato
inserito all'interno del programma del 10° Congresso mondiale
sulla colonscopia virtuale che si è
tenuto a Reston, negli Stati Uniti
dal 26 al 28 Ottobre 2009, un
traguardo ragguardevole sotto il
profilo scientifico per i radiologi
e per tutta l'Asl2 Savonese.
La colonscopia virtuale si sta
sempre più affermando come
metodica di screening per la
diagnosi precoce del cancro del
colon-retto ed è stato ampiamente dimostrato nella letteratura
scientifica internazionale che,
per le lesioni potenzialmente
neoplastiche, essa ha un grado di
accuratezza diagnostica
sostanzialmente sovrapponibile
alla colonscopia ottica. La
colonscopia ottica è purtroppo
gravata da un'incidenza di
complicazioni relativamente
elevata, pari a circa 1 su 100
indagini effettuate; tali complicazioni vengono definite
maggiori o minori (a seconda che
necessitino o non necessitino di
ospedalizzazione per la loro
risoluzione) e risultano connesse
sia alla preparazione all'indagine
(è necessario rimuovere le feci
presenti all' interno dell' intestino
assumendo una serie di farmaci)
che alla narcosi (l'esame viene
solitamente effettuato sotto
anestesia), nonchè all' introduzione fisica dello strumento nell'
intestino del paziente attraverso
l'ano.
La colonscopia virtuale presenta
invece un tasso di complicazioni
sostanzialmente nullo
(0,000...%): solo 6 casi di
complicazioni minori su oltre 3
milioni di indagini effettuate nel
mondo e nessun caso di
complicazioni maggiori.
Tale indagine è pertanto da
prediligere per la diagnosi
precoce del cancro del colonretto nelle persone con rischio
nella media della popolazione di
riferimento.
Affinché un esame possa essere
proposto come efficace metodo
questo caso il cancro del colonretto), esso deve essere in primis
ben tollerato dal paziente il quale
altrimenti non si sottoporrà
all'indagine vanificandone
l'utilità.
Il nostro lavoro dimostra che il
protocollo di preparazione alla
colonscopia virtuale, cosiddetto
faecal Tagging, risulta molto
meglio tollerato dai pazienti
rispetto al protocollo di
preparazione standard (comune
sia alla colonscopia ottica che
virtuale).
Il protocollo di preparazione
faecal tagging consiste nel
seguire una dieta povera di fibre
e nell'assumere uno sciroppo che
"colora" ed "ammorbidisce" le
feci residue all' interno dell'
intestino; tale procedura risulta
ben tollerata dai pazienti i quali
non hanno lamentato alcun
disturbo o dolore di significativa
entità. Il protocollo di preparazione standard consiste invece,
oltre che nel seguire una dieta
povera di scorie, nell'as-sumere
una serie di farmaci ad effetto
marcatamente lassativo che
inducono diarrea profusa e dolori
addominali di tipo crampiforme
nella maggior parte dei pazienti
(esso risulta inoltre controindicato in caso di insufficienza epatica
o renale o in soggetti con
scompenso cardiaco).
In conclusione: si è ottenuta una
differenza statisticamente significativa tra 2 diversi gruppi di
pazienti che hanno seguito i 2
differenti schemi di preparazione
all'indagine.
- emerge una netta predilezione
dei pazienti nei confronti del
protocollo "faecal tagging"
poichè sostanzialmente non
doloroso nè fastidioso nè
limitante le normali attività della
vita quotidiana durante i giorni
antecedenti l'indagine.
Un paziente che non sente
fastidio e dolore presenta una
compliance maggiore, ovvero si
sottopone e si sottoporrà agli
accertamenti in modo metodico,
determinando così il successo del
programma di prevenzione.
n. 2 • Dicembre 2009
Giornate formative al "S. Giuseppe" di Cairo
Sanità Notizie
Un anno di quadri clinici in medicina interna
Elisa Di Padova
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
Con il tema Osas e aritmie, è
terminato il ciclo di giornate
formative organizzato e
promosso dalla Struttura
Complessa di Medicina Interna
dell'Ospedale San Giuseppe di
Cairo diretta dal Dott. Egidio
Di Pede.
«Abbiamo voluto realizzare un
corso dedicato alla medicina
“clinica”, quella dei segni e dei
sintomi, quella dei ragionamenti diagnostici che portano a
diagnosi e terapie ogni giorno,
seguendo linee guida e
protocolli internazionali, ma
con il buon senso “clinico” a
far da filtro a formule ed
innovazioni, al fine di erogare
un'assistenza al cittadino che
risponda ai criteri di efficacia,
efficienza ed appropriatezza.
Così che nella pratica clinica
quotidiana non si perda il filo
conduttore dell'aggiornamento
alle novità, ma che possa
diventare un supporto al
ragionamento medico», spiega
Egidio Di Pede, Responsabile
scientifico del ciclo di incontri.
Il corso si è svolto in 12
giornate con cadenza mensile
per tutto il 2009 con l'obiettivo
di aggiornare il personale che
vi ha partecipato sulle principali tematiche riguardanti le
patologie inerenti la medicina
interna: la gestione del
paziente acuto ospedaliero,
l'infezione da HIV, i nuovi
approcci al diabete di tipo II,
l'insufficienza respiratoria, le
dispnee, l'Epatite HCV, le
malattie tiroidee, la tubercolosi, l'ipertensione secondaria, la
febbre da origine sconosciuta,
il reflusso gastoesofageo, osas
e aritmie.
Gli incontri, svolti presso la
Biblioteca del Palazzo di Città
a Cairo Montenotte, sono stati
organizzati secondo una
modalità che prevedeva la
presentazione di casi clinici
succeduta da un momento di
confronto e dibattito, al fine di
stimolare il processo di
apprendimento.
Docenti degli incontri sono
stati i dirigenti medici della
S.C. Medicina Interna dell'Ospedale San Giuseppe di Cairo,
tutti illustri professionisti che
si sono dimostrati elementi
indispensabili nei processi di
stabilizzazione e guarigione
dei pazienti giunti presso
l'Ospedale di Cairo Montenotte
e che si sono sempre dedicati
all'approfon-dimento delle
tematiche della Medicina
d'Urgenza.
39
n. 2 • Dicembre 2009
Al "S. Paolo"
di Savona da
diverse regioni
per studiare la
diagnostica delle
micosi
Rita Scarso
Tecnico di laboratorio
S.C. Laboratorio Analisi,
Ospedale San Paolo di Savona
40
Il laboratorio Analisi dell'Ospedale San Paolo ha ospitato
alla fine di settembre
Microbiologi di diverse regioni
per il Corso Nazionale sulla
Diagnostica delle Micosi,
tenuto dai Componenti del
Comitato di Studio di
Micologia della Società
Scientifica AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici
Italiani).
La Micologia Clinica, un
tempo, era soprattutto limitata a
casi di infezioni superficiali
(cutanee e mucose) sostenute
essenzialmente da dermatofiti e
lieviti. I progressi diagnostici e
terapeutici in medicina quali
trapianti (di midollo osseo o di
organi), l'HIV, la chemioterapia, l'antibioticoterapia, pratiche intensivistiche, alimentazione parenterale, ventilazione
assistita ed altre ancora, hanno
portato oggi il medico a scontrarsi sempre più frequentemente in infezioni gravi sostenute
da miceti potenzialmente molto
aggressivi soprattutto nei
soggetti immunodepressi.
Un Corso che formi adeguatamente chi, nei Laboratori di
Analisi, è impegnato nella loro
ricerca nei materiali biologici
esaminati è quindi più che mai
attuale.
Diagnostica micologica
Box... dall'ASL1
Pier Andrea Dusi
Responsaible S.S. Microbiologia,
ASL 1 Imperiese
Prendete un gruppetto dei migliori
Micologi clinici italiani, aggiungete
un manipolo agguerrito di microbiologi interessati ai funghi rilevanti in
patologia umana, condite il tutto con
l'ospitalità dell'ASL 2 (personale,
aule, laboratori) ed ecco creato il
mix alla base del corso Nazionale
“Aspetti generali delle Micosi” che
si è svolto dal 29/9 al 3/10 presso
l'Ospedale San Paolo.
Il corso, articolato come percorso
teorico-pratico, ha consentito a
Microbiologi provenienti da varie
realtà ospedaliere liguri e non, di
verificare ed approfondire le proprie
conoscenze sui funghi patogeni per
l'uomo ma soprattutto di affrontare il
loro riconoscimento sotto l'occhio
attento dei membri del Comitato di
studio per la Micologia
dell'AMCLI, veri esperti del settore.
Oltre ad una sostanziosa parte
teorica dedicata alla tassonomia ed
alle caratteristiche delle varie specie
rilevanti in patologia umana, si è
infatti lavorato su ceppi fungini reali
ed ogni allievo ha avuto la possibilità di esercitarsi e migliorare ed
elevare le proprie capacità tecniche.
Non succede molto spesso di poter
combinare teoria e pratica, ma
quando ciò è possibile le ricadute
sull'attività di tutti i giorni sono
enormi.
In definitiva quindi un corso ben
bilanciato, che ho potuto apprezzare
anche in qualità di allievo. Come
delegato regionale AMCLI (Associazione Italiana Microbiologi
Clinici), approfitto di questo spazio
per ringraziare il Dr. Farina e tutti i
membri del Comitato per la loro
estrema chiarezza e disponibilità e la
Dr.ssa Minetti e la ASL 2 Savonese
per la eccellente ospitalità. Mi
auguro che questa sinergia tra
AMCLI e ASL 2 non resti un
episodio isolato ma bensì sia l'inizio
di un fruttuoso percorso formativo.
Sanità Notizie
Micosi cutanee
e superficiali
Coinvolti nella grande varietà
di malattie cute, unghie, capelli.
Rosalba Bona
Dirigente biologo
S.C. Laboratorio Analisi,
ospedale "S. Paolo" di Savona
Le infezioni da miceti localizzate alla cute
ed alle mucose costituiscono un gruppo di
affezioni molto frequenti ed includono una
grande varietà di malattie a differente
eziologia in cui il tegumento ed i suoi
annessi, peli e unghie, sono variamente
interessati.
La cute, inoltre, partecipa frequentemente
all'espressione clinica di micosi del
sottocute e di forme sistemiche.
Si ritiene pertanto utile puntualizzare le
modalità più idonee all'esecuzione del
prelievo per la ricerca di lieviti e dermatofiti dagli annessi cutanei, ricordando che il
Laboratorio fornisce l'apposito “SLIDE per
Lieviti e Dermatofiti” sul quale il Medico
può direttamente depositare, all'atto del
prelievo, il materiale da esaminare, in
modo da ottimizzare l'esecuzione
dell'indagine.
Cute
Disinfettare con alcool al 70% e prelevare il
materiale dal bordo della lesione con un
bisturi sterile.
Unghie
Onicomicosi subungueale distale e
laterale: disinfettare con alcool e raccogliere il materiale dopo rimozione della parte
dell'unghia “scollata” raschiando a fondo
l'unghia nella zona a contatto con la
porzione sana;
Onicomicosi superficiale: raschiare le zone
biancastre dello strato dorsale della lamina
ungueale;
Onicomicosi subungueale prossimale:
bisogna raggiungere la porzione ventrale
della lamina. Solitamente in anestesia
locale;
Onicomicosi endonix e nell'onicomicosi
totale distrofica: asportare una parte
qualsiasi della lamina.
Capelli
Usando pinzette sterili, prelevare un
congruo numero di capelli dal bordo della
lesione (può essere utile una lampada a
raggi UV perché alcuni dermatofiti
risultano fluorescenti quando esposti alla
luce ultravioletta).
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Progetto formativo con gli istituti per geometri
A scuola di salute e sicurezza negli
ambienti di lavoro specie nei
cantieri edili della nostra Provincia
Molti gli infortuni in Italia spesso
con esiti gravi e mortali per i lavoratori.
Il tema della sicurezza sul lavoro, in
particolare nel settore edile, è di grande
attualità visto purtroppo i numerosi e
recenti infortuni sul lavoro che spesso
hanno avuto gravi se non mortali esiti per i
lavoratori.
La Regione Liguria, sensibile a questo
argomento, anche per i suoi compiti
istituzionali, ha fatto suo già dal 2006, un
progetto formativo, finanziato dall'INAIL
dal titolo “SALUTE E SICUREZZA
DEGLI AMBIENTI DI LAVORO –
ISTITUTI TECNICI PER GEOMETRI”.
Il progetto si è ripetuto nel corso di 3 anni
scolastici (2006/2007, 2007/2008,
2008/2009) e ha trovato attuazione presso
gli Istituti Tecnici per Geometri della
Regione Liguria che vi hanno aderito. Per
la Provincia di Savona esso è stato
realizzato nelle classi 4e e 5e dell' Istituto
“Patetta” di Cairo Montenotte, dell'
Istituto “Alberti - Da Vinci” di Savona e
dell' Istituto “Falcone” di Loano.
L'attività è stata svolta da alcuni Tecnici
della Prevenzione della Struttura
Complessa P.S.A.L. (Prevenzione e
Sicurezza degli Ambienti di Lavoro),
organo individuato dalla normativa della
vigilanza della salute e sicurezza dei
lavoratori, con un impegno, al di fuori
dell'orario di lavoro.
Gli obiettivi del progetto sono stati:
? Promuovere l'attenzione ai temi della
prevenzione sul lavoro del comparto
edile nel corpo docente in modo che
essi possano trasferire la “cultura della
sicurezza” agli allievi quali futuri
operatori del settore;
? Fornire ai futuri geometri i concetti
generali di salute e prevenzione, con le
conoscenze:
? sui principali rischi e danni da lavoro,
? sul ruolo dei servizi di prevenzione,
? delle principali norme di sicurezza
relative alle attività di costruzione,
? sui soggetti che intervengono
nell'attività di cantiere in relazione ai
temi della salute e sicurezza sul lavoro,
? sull' acquisizione delle nozioni per
redigere un POS - piano operativo di
sicurezza (documento di valutazione
dei rischi, riferito allo specifico e
singolo cantiere, che ogni datore di
lavoro deve redigere ogni volta che
opera in un cantiere) e del PIMUS
(piano di montaggio, uso e smontaggio
di un ponteggio),
Angelo Sergi
Direttore S.C. Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro
Pierangelo Bruno
Coordinatore Tecnici della Prevenzione,
S.C. Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro
?
ma soprattutto stimolare i ragazzi in
atteggiamenti positivi nei confronti
della prevenzione.
Nell'anno scolastico 2008/2009 il
progetto si è articolato in:
Una prima fase di preparazione che ha
coinvolto i Tecnici della Prevenzione e
i Docenti, in cui sono state preparate le
2007
Istituti
Alberti Da Vinci - Savona
G. Falcone – Loano
Patetta – Cairo Montenotte
TOTALE
lezioni sviluppando gli argomenti con
elaborati grafici e slide;
Una seconda fase di didattica vera e
propria con percorsi formativi
differenziati per le classi IV e V, ad
esempio:
? È stato realizzato un POS relativo alla
realizzazione di un muro di sostegno e
di un box interrato,
(segue a pag.42 - colonna 1)
N° classi
2
3
2
7
Discenti
30
50
30
110
N° classi
4
6
4
14
Discenti
60
85
57
202
N° classi
4
6
4
14
Discenti
62
78
60
200
2008
Istituti
Alberti Da Vinci - Savona
G. Falcone – Loano
Patetta – Cairo Montenotte
TOTALE
2009
Istituti
Alberti Da Vinci - Savona
G. Falcone – Loano
Patetta – Cairo Montenotte
TOTALE
41
n. 2 • Dicembre 2009
(segue da pag.41 - colonna 3)
? Sono state presentate agli studenti
immagini di cantiere sui contenuti
tecnico-normativi oggetto dell'attività
formativa. Le immagini sono state
raccolte ed accorpate per temi e
rappresentano le diverse fasi di
costruzione di un immobile a partire
dall' allestimento del cantiere fino al
suo completamento oltre ad alcune
lavorazioni speciali quali il montaggio
di prefabbricati e la demolizione di
impianti,
? Sono state visionate delle immagini di
cantiere, dove gli studenti immedesimandosi nei ruoli di preposto/capo
cantiere e coordinatore in fase di
esecuzione, dovevano evidenziare gli
errori valutando lo stato di sicurezza
delle opere, delle attrezzature e sul
loro corretto utilizzo, in particolar
modo dei lavori che espongono a
rischio di cadute dall'alto,
? Sono stati analizzati tre casi di
infortuni gravi o mortali sul lavoro.
Gli argomenti sono stati sviluppati in:
- otto ore per ogni classe quarta, le prime
due tenute da un docente della scuola su
elementi generali in materia di sicurezza e
salute, le restanti sei tenute in contemporanea da due tecnici della prevenzione e
un docente della scuola che hanno
previsto esercitazioni pratiche con gli
allievi divisi in gruppi di lavoro.
- quattro ore per ogni classe quinta, con la
compresenza di due tecnici della prevenzione e un docente, che hanno sviluppato
sviluppato il programma dell'anno
2008/2009, recuperando aspetti già
trattati nell'anno scolastico precedente.
Una terza fase conclusiva in cui sono
stati esaminati gli elaborati prodotti dai
singoli gruppi dei tre Istituti. Ciò ha
permesso di predisporre dei documenti
tecnici informativi da distribuire agli
alunni e ad altri soggetti interessati. Nel
2007 è stato prodotto un Cd, nel 2008 un
depliant ed un opuscolo informativo nel
2009 è in corso di redazione una raccolta
dei migliori elaborati prodotti dagli
allievi. Questi tre elaborati contengono, in
modo approfondito, le regole e i comportamenti da tenere nei cantiere per un
“cantiere edile sicuro”, le figure di
cantiere, i dispositivi di protezione
individuale, la documentazione, i
ponteggi, le attrezzature, l'organizzazione
e i servizi di cantiere .
42
Disabilità e sport
Sanità Notizie
Presentato presso l'Unità Spinale del "S. Corona".
Nasce l'ambulatorio di idoneità
sportiva agonistica per disabili
Antonino Massone
Direttore S.C. Unità Spinale - Ospedale "S. Corona", Pietra Ligure
Il 5 Ottobre presso l'Unità Spinale
dell'Ospedale Santa Corona di Pietra
Ligure, alla presenza di molte autorità
locali ed enti sportivi liguri, è stato
ufficialmente presentato l'Ambulatorio di idoneità sportiva agonistica
per disabili.
L'ambulatorio vuole diventare un
punto di riferimento in Liguria e nel
Nord Italia per le persone disabili che
intendono iniziare a praticare
un'attività sportiva a livello agonistico.
Il Dott. Manlio Milanese, medico
dello sport, esegue le visite specialistiche del caso al fine di rilasciare i
certificati medici richiesti e tutte le
attestazioni sanitarie necessarie.
L'Ambulatorio offre comunque
consulenza medica anche a quei
disabili che intendono praticare sport
semplicemente a livello amatoriale.
Il servizio, operativo all'interno
dell'Unità Spinale Unipolare, va ad
affiancare tutte iniziative e attività che
da sempre la nostra struttura porta
avanti per favorire il reinserimento
sociale del paziente ricoverato. Il
basket in carrozzina, le immersioni
subacquee, la pallamano, sono solo
alcune delle iniziative proposte dallo
staff dell'Unità Spinale per riavvicinare il disabile alla dimensione sportiva.
Sicuramente disabilità e sport sono
due parole e due ambiti oggigiorno
sempre più vicini. Le Paralimpiadi,
che da anni riscuotono grande
successo e
che oggi suscitano
l'interesse di un pubblico sempre più
nutrito di persone, sono l'esempio di
quanto l'ambito sportivo possa
tranquillamente coniugarsi con il
mondo della disabilità realizzando un
pieno reinserimento nel tessuto
sociale e spezzando lo iato fra meno
dotati e non.
A conclusione di questi tre anni di
progetto si può ragionevolmente confermare la validità dello stesso in quanto si è
potuto constatare l'interesse per gli
argomenti trattati, l' acquisizione di buona
parte degli elementi essenziali della
sicurezza e salute nel lavoro e
l'elaborazione di prodotti tecnici di buon
livello.
Alcuni momenti dell'inaugurazione dell'ambulatorio che si è svolta al "S. Corona" di Pietra Ligure.
n. 2 • Dicembre 2009
Rapporto ASL - territorio
L'Area pediatrica
Il ruolo del consultorio familiare
di Albenga per consulenze
e prevenzione in età pediatrica
Il Pediatra, l'Assistente sanitaria e
l'infermiera Pediatrica offrono consulenze
individuali e di gruppo su temi riguardanti la
salute e la prevenzione in età pediatrica.
A integrazione del percorso nascita:
consulenze per sostegno allattamento e
puericultura.
Appuntamento previa telefonata, presso le
sedi consultoriali.
GRUPPO per neogenitori
“Mi prendo cura del mio bambino”: una serie
di incontri multidisciplinari che hanno
l'obiettivo di accompagnare i neo genitori nel
non facile compito della crescita del loro
bambino. Il primo lunedì e il secondo
giovedì del mese dalle ore 10.30 presso la
sede di Albenga in integrazione con Ostetrica,
Psicologa, Psicomotricista (il programma
degli incontri può essere richiesto all'
Ostetrica e all'Assistente sanitaria).
CORSO MASSAGGIO DEL BAMBINO
Corso di massaggio al bambino per favorire
l'attaccamento e rafforzare la relazione
genitore-bambino. Il corso, svolto presso la
sede di Albenga, è gratuito e prevede cinque
incontri complessivi a cadenza settimanale, è
tenuto da docente A.I.M.I. (Associazione
Italiana Massaggio Infantile); per iscrizioni
rivolgersi all'Ostetrica o Ass. Sanitaria.
E-mail: [email protected]
L'Area ostetrico-ginecologica
Il ginecologo e l'ostetrica seguono la donna in
tutto il percorso nascita: gravidanza,
puerperio, allattamento e corsi correlati. Si
occupano anche di consulenza e informazioni
su: contraccezione, sessualità del singolo e
della coppia, malattie sessualmente
trasmesse, menopausa e prevenzione dei
tumori dell'apparato genitale femminile.
Appuntamento, previa telefonata, presso le
sedi consultoriali.
GRUPPI DI ACCOMPAGNAMENTO
ALLA NASCITA
Spazi per la coppia e futuri genitori in cui
poter ricevere informazioni, strumenti,
competenze adeguate al ruolo che li attende.
L'accesso è gratuito. Per informazioni e
iscrizioni rivolgersi o telefonare all'Ostetrica
e Ass.Sanitaria presso la sede di Albenga.
AREA PSICOLOGICA
Sostegno psicologico e counseling
individuale, familiare, per adolescenti.
Interventi individuali e su gruppi a sostegno e
supporto della genitorialità.
SPAZIO GENITORI
consulenza per i genitori. Su appuntamento,
presso la sede di Albenga e quella di Alassio.
Incontri pre - parto: di sostegno alla coppia o
alla donna in gravidanza, su appuntamento,
sede di Albenga
Incontri post - parto: individuali e di coppia
per la prevenzione della depressione post
partum e a sostegno della nuova famiglia e del
diventare genitori. Su appuntamento, sede di
Albenga.
SERVIZIO DI CONSULENZA E
MEDIAZIONE FAMILIARE
indirizzato alle coppie che stanno
attraversando una fase di crisi e che intendono
separarsi, su appuntamento, presso la sede di
Albenga.
CONSULENZA FAMILIARE
su appuntamento, sede di Alassio e Andora.
Sanità Notizie
Maria Chiara Goslino
Responsabile S.S. Assistenza Consultoriale, Distretto Albenganese
CONSULENZA ALLA SCUOLA,
COMUNITÁ EDUCATIVE
E OPERATORI SERVIZI:
su appuntamento, sedi di Albenga e di
Alassio.
SPAZIO ADOLESCENTI
Accoglienza, ascolto e consulenza dedicata ai
ragazzi (preferibilmente su appuntamento). Il
Ginecologo, l'Ostetrica e lo Psicologo
accolgono gli adolescenti in momenti a loro
dedicati, il lunedì e il martedì dopo le ore
16.00, presso la sede di Albenga. Presso la
sede di Alassio sempre su appuntamento. E'
attiva una e-mail dove gli operatori
rispondono ai ragazzi:
[email protected]
INCONTRI DI EDUCAZIONE ALLA
SESSUALITÀ
Sia nelle scuole che in consultorio, questi
incontri sono rivolti ai ragazzi per una
corretta informazione e un approccio
empatico all'espressione della propria
emotività.
AREA SOCIALE
Interventi di:
- Segretariato sociale (informazione,
consulenza legislativa)
- Attività di consultazione psicosociale
- Sostegno alla persona e alla coppia
- Attività di consulenza al Tribunale per
Minorenni (minori a rischio sociale,
situazione di abbandono e di grave
pregiudizio) ed al Tribunale Ordinario
(separazioni e divorzi)
- Interventi di rete con servizi sociali ed
enti pubblici
- Interventi in casi di violenza,
maltrattamento, abuso
- Adozioni – affidi consulenza, valutazione,
monitoraggio coppie e minori adottati e
affidati
- Attività finalizzate all'attestazione
dell'handicap e all'integrazione scolastica
e sociale ai sensi della L. 104
neurologiche e psichiatriche - Follow up
neurocom-portamentale del neonato a rischio
- Presa in carico psicoterapeutica e/o
riabilitativa del minore e della famiglia
- Interventi di consulenza e supervisione ad
altri Enti, Istituzioni, Servizi, Agenzie esterne
Modalità di accesso:
preferibilmente su appuntamento, preso
telefonicamente o di persona, senza necessità
di richiesta da parte del medico curante.
L'accesso è gratuito, trattandosi di prestazioni
a carattere preventivo. Sede Albenga.
E-mail: [email protected]
SEDI CONSULTORIALI
SUL TERRITORIO
Albenga
tel. 0182 541200 - 542287 Fax. 0182 53440
Ambulatorio Ostetricia e Ginecologia:
tel. 0182 269202
Segreteria: [email protected]
[email protected]
Andora
Via Dante tel. 0182 87292
Alassio
P.zza Paccini tel. 0182 –660046
[email protected]
Villanova d'Albenga
Via Martiri tel. 0182 – 582959
[email protected]
Ceriale
Lungomare Diaz tel. 0182 930118
L'Assistente Sociale riceve previa telefonata
presso le sedi di Albenga, Ceriale e Alassio.
E-mail: [email protected]
AREA DI NEUROPSICOPATOLOGIA
DELL'ETÀ EVOLUTIVA
È un'èquipe multidisciplinare composta da:
Neuropsichiatra Infantile, Psicologo,
Educatore, Terapisti della Riabilitazione
(Psicomotricista, Logopedista).
Si occupa di:
- Attività ambulatoriale multidisciplinare
rivolta in particolare a minori con disturbo
dello sviluppo affettivo e relazionale,
dell'apprendimento, della comunicazione e
delle funzioni neuropsicologiche.
- Inquadramento clinico-diagnostico:
diagnosi precoce delle patologie
43
44
n. 2 • Dicembre 2009
Relazioni internazionali
Sanità Notizie
Dai dati disponibili emerge in modo
evidente la crescita del fenomeno
dell'immigrazione nella nostra provincia
costituito in particolare dalle comunità:
albanese, marocchina, rumena ed
egiziana. Nello specifico (dati al 21 luglio
2009) i cittadini stranieri iscritti al
Servizio Sanitario Nazionale nell'Asl 2
Savonese erano 15mila e 600. Di questi,
4mila e 600 (quasi il 30%) appartengono
alla comunità albanese, 2mila e 200 (circa
il 15%) alla comunità marocchina e 1900
(12% circa) a quella rumena. Seguono,
con percentuali a scalare, la comunità
ecuadoregna, quella egiziana, l'ucraina, la
peruviana e la cinese.
Il personale sanitario si trova di conseguenza ad interagire con persone di
nazionalità, lingua e consuetudini
diverse. I professionisti hanno necessità
di utilizzare facili strumenti per una
corretta comunicazione con i cittadini
stranieri per evitare incomprensioni sia
nel comprendere i sintomi presentati, sia
nelle indicazioni terapeutiche da fornire.
Per risolvere questa necessità l'Asl2
Savonese ha deciso di avviare, dal 1
novembre, un sistema di mediazione
linguistica telefonica denominato SOS
Infomondo in via sperimentale per tre
mesi presso i Pronto Soccorso dei quattro
ospedali dell'Asl2. La sperimentazione
prevede la disponibilità di 10 lingue
straniere: inglese, spagnolo, francese,
tedesco, arabo, cinese, albanese, rumeno,
portoghese e ucraino, 7 giorni su 7,
durante le 24 ore.
SOS Infomondo è un servizio di interpretariato telefonico utilizzato già in molte
strutture pubbliche e private per risolvere
i problemi di comunicazione faccia a
faccia tra medici e pazienti stranieri.
Il sistema è costituito da due cordless con
base collegata alla rete telefonica standard
e con una ricezione che spazia nell'arco di
50 metri in mobilità. I due telefoni, uno
per il medico e uno per il paziente, sono
opportunamente programmati per la
scelta delle lingue.
Il traduttore simultaneo è dotato di un
collegamento telefonico 24 ore su 24 con
una società specializzata di Milano presso
la quale opera una squadra di interpreti. Se
il paziente non è in grado di spiegare i suoi
sintomi il personale alza il telefono e si
mette in contatto con la Sala Operativa di
Milano, premendo un tasto seleziona la
lingua prescelta e in ogni momento della
giornata un interprete consente uno
scambio informativo corretto ed esauriente per l'iter clinico e diagnostico del
paziente.
Il servizio si rende necessario soprattutto
nei Pronto Soccorso dove si presentano i
casi di emergenza quando aspettare
l'arrivo di un interprete potrebbe procurare danni al paziente.
I cittadini stranieri iscritti all'ASL 2 savonese sono 15.600.
Istituito un sistema di mediazione
linguistica telefonica denominato
"SOS infomondo" nei quattro
Pronto soccorso dei nostri ospedali
L'esperimento della durata di tre mesi prevede la disponibilità di 10
lingue straniere 24 ore al giorno.
Elisa Di Padova
S.C. Comunicazione sanitaria e Marketing
Il personale medico del Pronto Soccorso,
superato l'ostacolo della lingua può dare
inizio all'indagine diagnostica per poi
somministrare le necessarie terapie o
procedere al ricovero.
Si tratta di uno strumento importante
specialmente in un territorio come il
nostro ad alta vocazione turistica e dove i
cittadini stranieri residenti e iscritti al
Sistema Sanitario Nazionale nella nostra
Asl sono in costante crescita.
Il Triage Multilingue, di cui gli utenti
stranieri sono informati attraverso cartelli
contenenti il messaggio scritto nelle
diverse lingue (in allegato), va ad
affiancarsi ad altre iniziative rivolte
all'utenza straniera come la presenza di
mediatrici culturali all'interno della
Struttura Complessa Ostetricia e
Ginecologia del San Paolo di Savona
diretta dal Dott. Salvatore Garzarelli e in
fase di attuazione anche nelle altre
Strutture del'Asl.
Questa risorsa è comunque a disposizione
anche dei medici e degli operatori degli
altri reparti ospedalieri, per le stesse
finalità.
n. 2 • Dicembre 2009
Pubbliche relazioni
Sanità Notizie
Per venire incontro alle esigenze dei cittadini della nostra Provincia.
Farmacie aperte per prenotazioni e
riscossione di ticket per visite
specialistiche ed esami mediante
il sistema CUP web
Valorizzato con questo accordo con l'ASL2 il loro ruolo
per un servizio pubblico sociale essenziale.
È stato siglato un nuovo accordo
tra ASL 2 Savonese e le Farmacie
della Provincia. Si tratta di un'intesa
volta ad estendere al canale delle
farmacie, il sistema di prenotazione e
riscossione ticket per viste ed esami
specialistici, mediante il sistema
CUP WEB.
Dino Dessì
Direttore S.C. Medicina di Base e Specialistica - ASL 2 Savonese
Gianluigi Figini
Direttore Area Farmaceutica - ASL 2 Savonese
Chi deve prenotare una visita o un
esame ha infatti nuove opportunità:
oltre che al Call-center o ai diversi
punti CUP sparsi sul territorio, si può
rivolgere anche alla farmacia sotto
casa ed al proprio farmacista di
fiducia. Si tratta di un bel passo
avanti, per venire incontro alle
esigenze dei cittadini: soprattutto per
coloro che, per difficoltà logistiche o
problemi di deambulazione (disabili,
anziani, etc…), hanno difficoltà a
raggiungere le altre sedi ASL.
Il progetto è stato avviato anche in
considerazione delle recenti direttive
nazionali e della Delibera di Giunta
Regionale dell'agosto 2009 che
prevedono un rinnovato rapporto
di collaborazione tra le Aziende del
Servizio Sanitario Nazionale e le
farmacie aperte al pubblico, con
l'obiettivo di offrire al cittadino un
servizio sempre più ricco, completo,
qualificato ed efficiente.
L'attivazione di questo nuovo
servizio parte dalla considerazione
che il farmacista ha un ruolo
importante nell'ambito del nuovo
sistema sanitario, in quanto portatore
di esperienze valide e consolidate per
il soddisfacimento delle nuove
esigenze, assicurando un servizio
pubblico sociale ed essenziale. Già
in altri ambiti è chiamato a
collaborare nella cura e nella
salvaguardia della salute del
cittadino attraverso attività di
informazione in materia di
prevenzione ed educazione sanitaria,
attraverso il monitoraggio dei
consumi farmaceutici, attraverso
l'erogazione di ausilii, presidi e
prodotti dietetici, attraverso piccoli
servizi di assistenza sanitaria.
È ormai superata la vecchia e limitata
considerazione della Farmacia come
punto vendita esclusivo per farmaci
e/o prodotti sanitari: la recente
legislazione restituisce alle
Farmacie un'immagina molto più
ricca di significato, riconoscendo e
valorizzando il loro ruolo di
sportelli polifunzionali capaci di
erogare una moltitudine di
prestazioni e servizi, maggiormente
in linea con le rinnovate esigenze e le
nuove aspettative del cittadino.
Le Farmacie hanno dunque firmato
l'accordo con l'ASL 2 savonese,
impegnandosi ad offrire questo
nuovo servizio.
Il nuovo servizio, già operativo in
alcune farmacie ed esteso con
gradualità alle altre che hanno
aderito all'iniziativa, permette di
effettuare le prenotazioni per visite
ed esami, escluse inizialmente le
prestazioni di laboratorio, con
possibilità di riscuotere l'eventuale
ticket previsto.
45
n. 2 • Dicembre 2009
Sono stati inaugurati giovedì 22
ottobre i nuovi ambulatori di
Piazza del Popolo 7 a Savona. Il
servizio di assistenza sanitaria,
fortemente voluto dall'ASL2
Savonese e organizzato in collaborazione con i Medici di Medicina
Generale di Saona Sanità, garantisce una copertura medica 7 giorni
su 7.
Da inizio ottobre presso i nuovi
locali, siti al piano terreno di
Piazza del Popolo 7, sono state
trasferite le attività di prenotazione CUP (operativo da lunedì a
venerdì dalle ore 10.00 alle 20.00)
e il Centro Prelievi (operativo da
lunedì a venerdì dalle ore 8.00alle
10.00) prima svolti in Via
Paleocapa.
A queste attività si è aggiunto un
servizio medico di Assistenza
territoriale integrata attivo da
lunedì a venerdì dalle 10.30 alle
13.00, il mattino e dalle 17.30 alle
20.00, la sera. Il servizio è gratuito
per residenti o con domicilio
sanitario nell'ASL2 Savonese.
Per gli altri utenti è invece prevista
una tariffa di 25€. Nei giorni di
sabato, domenica e festivi negli
stessi locali verrà gestito l'
Ambulatorio Continuità assistenziale con orario continuato dalle
ore 9.00 alle ore 19.00. In questo
caso il servizio è a pagamento per
tutti (25€).
Il progetto, realizzato grazie alla
collaborazione con Omnia Medica
ed i 16 medici di Saona sanità, si
inserisce in una politica di gestione
dei servizi sanitari dedicati ai
cittadini che vuole essere sempre
più vicina alle esigenze ed alle
necessità degli assistiti sia in
termini di comodità e accessibilità
logistica che di reperibilità e
disponibilità oraria.
La scelta dei locali al piano terreno
è stata fatta per facilitare e semplificare l'accesso da parte di quelle
categorie di assistiti con difficoltà
motorie o di deambulazione
(disabili, anziani, etc..).
46
Impegno decisivo della nostra ASL
Sanità Notizie
In collaborazione con "Omnia Medica" e "Saona Sanità".
Aperti i nuovi ambulatori di Piazza
del Popolo 7 a Savona per i servizi
CUP, centro prelievi e assistenza
territoriale integrata, gratuiti
per i residenti con domicilio
sanitario nell'ASL 2
In questo modo migliora
la gestione della domanda da parte dei cittadini.
Marta Pescetto
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
L'allungamento degli orari di
attività è invece legata alla volontà
di garantire tutti i giorni della
settimana una risposta adeguata ai
bisogni di salute dei cittadini,
qualora non sia possibile rivolgersi
al proprio medico di base.
Rimane fermo che le urgenze e le
emergenze eventualmente
registrate verranno immediatamente dirottate verso il Servizio
118 Savona soccorso e il Pronto
Soccorso dell'Ospedale S. Paolo
sulla base di un rapporto di
sinergia e collaborazione.
Dopo il trasferimento del Pronto
Soccorso dell'Ospedale San Paolo
in Valloria, avvenuto il 28 Ottobre
1990, ritorna in pieno centro città
un servizio di prima assistenza
medica utile a migliorare l'appro-
priatezza degli accessi al Pronto
soccorso ospedaliero e capace di
dare un'immediata risposta ai
bisogni sanitari di primo livello dei
cittadini.
Un servizio che si augura di
diventare un utile punto di riferimento anche per i turisti in transito
a Savona o per quanti vengono in
città considerato il recente sviluppo di alcuni suoi importanti
comparti (Scalo Crocere; Campus
Universitario, Circuito artisticoculturale).
L'ambulatorio è stato dedicatro
alla memoria del Dott. Giovanni
Maria Selis, noto medico savonese
del Pronto Soccorso e del mondo
dello sport.
Da sinistra: Claudia Agosti, Monsignor Vittorio Lupi, Flavio Neirotti, Federico Berruti, Isabella Sorgini,
Andrea Addis, Renato Giusto.
n. 2 • Dicembre 2009
L'Associazione Italiana Donne
Medico, in collaborazione con l'Asl2
Savonese, sempre attenta alle problematiche attuali che interessano la
famiglia e la società ha scelto, come
tema del convegno organizzato dalla
Dott.ssa Maria Paola Briata, Direttore
della S.C. Igiene e Sanità Pubblica,
sabato 21 novembre 2009 presso la
Sala Rossa del Comune di Savona, la
pubblicità e la sua influenza sulle
dinamiche familiari.
Il titolo “de-generazione” si riferisce
infatti, a una generazione cresciuta
con l'influsso dei messaggi televisivi e
dei media in generale che però hanno
finito col creare un'immagine
distorta della famiglia e nello
specifico della donna che si trova a
vivere la sua quotidianità con il
modello sullo schermo della mammamoglie-donna in carriera incredibilmente sempre curata, bella e sorridente.
Attualità culturale
Sanità Notizie
Successo del convegno organizzato dall'Associazione Italiane Donne
Medico in collaboraizone con l'ASL 2 Savonese.
I messaggi televisivi e gli altri media
hanno creato presso le nuove
generazioni un'immagine distorta
della famiglia e del ruolo virtuale
della mamma - moglie - donna
in carriera
Elisa di Padova
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
all'interno della famiglia, come la
comunicazione mediatica influenzi la
società e come imparare ad interpretare i messaggi divulgati dai mezzi di
comunicazione di massa. Per la natura
educativa della tematica sono state
invitate anche rappresentanze di
studenti delle scuole.
Durante la mattinata si è affrontata la
tematica da punti di vista diversi e
multidisciplinari:
come i mezzi di comunicazione e in
particolare la pubblicità presentano la
famiglia e come questo agisca a
livello sociale; come la presentazione
pubblicitaria possa veicolare diversi
significati e come sia facile cadere
vittima di obiettivi commerciali e non;
come sviluppare una coscienza critica
nella visione dei messaggi pubblicitari. Il convegno, che ha visto un buon
afflusso di pubblico, era aperto
all'intera popolazione. A moderare era
presente il Dott. Giampiero Storti,
Direttore della S.C. Comunicazione
Sanitaria e Marketing dell'ASL2
Savonese. Sono poi intervenute la
Dott.ssa Rachele Donini, Psicologa Psicoterapeuta e Responsabile delle
attività di prevenzione -Area
Dipendenze Ser.T e la Dott.ssa
Marina Calissi, PsicologaPsicoterapeuta e Responsabile del
Centro Giovani per l'ASL2 Savonese.
Tra i relatori esterni, la Dott. Carla
Costanzi, Sociologa e docente
all'Università Cattolica di Milano e il
Dott. Michele Marangi, Media
Educator.
L'obiettivo era proprio far conoscere
alla popolazione savonese quali siano
stati i cambiamenti causati dai media
47
n. 2 • Dicembre 2009
Gli studenti delle
scuole superiori
di Savona
al "S. Paolo"
con l'AVO
Elisa Di Padova
S.C. Comunicazione
Sanitaria e Marketing
48
Per il terzo anno consecutivo l'Associazione
Volontari Ospedalieri di Savona (AVO), in
collaborazione con l'ASL2 Savonese, ha attivato
un progetto socio-sanitario presso il presidio
ospedaliero S.Paolo e alla R.S.A. di Varazze,
rivolto agli studenti maggiorenni delle scuole
superiori.
Il primo anno il progetto ha coinvolto 30 studenti
del liceo scientifico “O.Grassi” di Savona per
annoverarne 65 nel secondo anno con la
partecipazione sia del liceo scientifico
“O.Grassi” sia del liceo “G.Della Rovere”.
Quest'anno l'iniziativa è continuata estendendo
il progetto anche al liceo classico “G.Chiabrera”
per un totale di 90 studenti.
Le ragioni che ci hanno spinto ad intraprendere
questo progetto è che, in un'epoca che ha
accelerato i ritmi della competizione e nella
quale i valori morali sembrano dimenticati,
crediamo che si senta il bisogno di rifondare una
società basata sul rispetto dell'uomo.
L'esperienza del confronto con la sofferenza ed il
disagio può contribuire a fare riflettere sul valore
della solidarietà, promuovendone la cultura e
sviluppando nei giovani una coscienza sociale.
Si realizza, inoltre, un incontro con una specifica
realtà lavorativa, quella degli operatori
ospedalieri, favorendo una conoscenza che potrà
essere utile agli studenti nel momento
dell'orientamento per le scelte future.
Dopo la fase progettuale nei mesi di Aprile e di
Maggio 2008, nell'anno scolastico 2008-2009 si
è sviluppata la fase dell'accoglienza, che ha
avuto inizio con un incontro preliminare cui
hanno partecipato il Direttore Sanitario della
ASL2 Dott.ssa Claudia Agosti, i Referenti
scolastici dei tre Istituti, il Personale medico dei
reparti individuati: il Direttore della S.C. di
Chirurgia generale Dott. Angelo Schirru, il
Direttore Dipartimento di Medicina Dott.
Rodolfo Tassara, il Direttore della S.C. Pronto
Soccorso e Osservazione Breve Dott. Roberto
Lerza, il Direttore della S.C. di Ortopedia e
Traumatologia Dott. Stefano Bosio, il Direttore
della S.C. di Medicina Interna per le cure
intermedie Dott. Lionello Parodi, il Direttore
della S.C. di Madicina interna e gastroenterologia Dott. Giorgio Menardo, il Direttore f.f. della
S.C. di Neurologia Dott. Aurelio Torazza ed i
Dirigenti dell'Associazione Volontari
Ospedalieri di Savona.
Gli studenti, accompagnati da un tutor, saranno
presenti in corsia un pomeriggio alla settimana,
da Ottobre a Dicembre, per un impegno
complessivo di 25 ore.
Al termine dell'esperienza, oltre ad una
certificazione che potrà valere come credito
formativo, verrà ripetuto l'incontro con i ragazzi,
i referenti scolastici, i dirigenti medici della
ASL2 ed i referenti AVO per analizzare insieme
la loro esperienza ed ascoltare le loro opinioni.
Sanità Notizie
Solidarietà sociale
L'AVO di Savona celebra il 30°
anniversario di fondazione
Ha portato esperienza, solidarietà, conforto agli ammalati,
spesso soli negli ospedali e nelle case di riposo.
L'Associazione Volontari Ospedalieri
di Savona costituita nel 1979, è iscritta
all'albo regionale delle associazioni di
volontariato ed è un'associazione
senza scopo di lucro. L'AVO è nata per
dare una possibilità concreta ed
organizzata a quanti vogliono portare
conforto agli ammalati, spesso soli,
nelle corsie degli Ospedali e delle
Case di riposo.
L'Avo di Savona quest'anno ha
festeggiato i 30 anni e al fine di
ringraziare i Volontari, che da così
tanto prestano la loro opera, e
sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi
al volontariato, ha organizzato un
evento aperto alla cittadinanza.
Alla manifestazione, che si è svolta il
13 novembre presso il complesso
monumentale del Priamar, ha
partecipato come ospite d'onore il
dott. Luigi Pelazza, artista del
programma televisivo “Le Iene”.
Lettera da una volontaria….
Ho letto con interesse un articolo del
professor Michele Raja riguardo
l'importanza della presenza dei volontari
nel reparto di emergenza psichiatrica.
Essendo io stessa volontaria A.V.O. e
coordinatrice del gruppo che opera
presso l'Unità Operativa di S.P.D.C.
(Servizio Psichiatrico di Diagnosi e
Cura) dell'ospedale S. Paolo - ASL 2
SAVONESE desidero rispondere con
alcune riflessioni.
Chi opera all'intemo di una tale realtà
dovrebbe riuscire ad essere immune dal
percepire il dolore altrui... è Diffìcile!!...
Ci aiuta la consapevolezza che i nostri
pazienti ci considerano persone
"normali" vedendo nella nostra presenza
un' "occasione diversa" da quella offerta
dallo staff medico - infermieristico. Noi
portiamo una parte della realtà estema, la
quotidianità, all'intemo della loro realtà
attuale confinata in quel momento al
reparto. Abbiamo imparato a giocare e a
svolgere attività Iudiche diverse oltre che
a dialogare. I pazienti ci fanno
partecipare al loro mondo, spesso si
sfogano con noi raccontando problemi e
talvolta anche quei piccoli "segreti" che
agli altri vengono celati.
Il nostro gruppo è formato da Kiki,
Salvatore, Rossella, Domenico e
Simone... poco tempo fa ci ha lasciato un
amico e validissimo collaboratore:
Antonio, chi dei pazienti lo ha conosciuto
chiede ancora oggi di LUI! Corrado, Elio
e Maria Rosa invece, al momento, per
motivi personali, purtroppo non possono
essere presenti in servizio.
Il nostro è quindi un piccolo insieme
nell'individualità del reparto e ci
riteniamo privilegiati ad avere la
possibilità di operare in questo luogo
difficile e talvolta angosciarne come può
essere l'S.P.D.C. Spesso ci interroghiamo
su cosa ci spinge a voler trascorrere un
po' del nostro tempo in questo luogo;
durante gli incontri mensili dei volontari
con il medico psichiatra – nostro
coordinatore - parliamo della nostra
scelta ed affiora sempre la voglia di dare
qualcosa a chi vive in uno stato di
sofferenza e si sente stigmatizzato per
essere ricoverato lì! Ciò che ci motiva
maggiormente è il disagio giovanile...
molti sono infatti i Giovani che
incontriamo in S.P.D.C. Oltre ad offrire
loro la nostra disponibilità al dialogo e
all'ascolto , quando si può, organizziamo
partite a ping-pong, calcetto, carte,
tombola nell'intento di rendere meno
monotone le ore pomeridiane. L'A.V.O. è
un dare e avere.
Solo chi non prova non può rendersi conto
di quanto siano gratificanti un grazie, un
sorriso, un gesto di amicizia sincera che è
tutto quello che noi riceviamo dai nostri
pazienti. Termino, infine, con una frase
che è un po' il nostro cavallo di battaglia:
Chi da 10, anche se apparentemente non
riceve nulla, ma in realtà riceve 1000,
perché diventa un sordo a cui torna
l'udito, un cieco a cui finalmente, dopo
tanto tempo trascorso al buio, viene
concesso di poter vedere i colori del
mondo.
Patrizia Chiola
n. 2 • Dicembre 2009
Professionalità sanitaria
Sanità Notizie
Medici di medicina generale
che svolgono l'ambulatorio di continuità assistenziale
INDIRIZZO
COMUNE
VIA DELLA CHIUSETTA 14
ALASSIO
ASSOCIAZIONE
MEDICI
N. TELEFONO
ALASSIO SALUTE
0182 648631
ALBENGA
VIA MEDAGLIE D’ORO 40
ALBENGA SALUTE
0182 555872
LOANO
VIALE LIBERTÀ 2
LOANO SALUTE
019 676001
PIETRA LIGURE
V. LE DELLA REPUBBLICA 10
PIETRA MEDICA
019 613252
019 617525
FINALE
VIA GHIGLIERI 7
FINALE SALUTE
019 695050
CAIRO
VIA BERIO 1
CAIRO SALUTE
019 505491
019 506181
SAVONA
P.Z ZA DEL POPOLO 7 R
SAONA SANITÀ
019 829999
019 802497
Riceviamo e pubblichiamo la simpatica poesia
di un paziente della nostra struttura
Corrado Marziano
Direttore S.C. Radioterapia Ospedale "S. Paolo" di Savona
La bacheca della Radioterapia è piena di lettere di ringraziamento da parte dei pazienti che oltre alla nostra professionalità trovano
degli interlocutori che li trattano come “persone” e sono disponibili alle loro esigenze.
Tra le tante, credo che sia meritevole i ringraziamenti di un paziente espressi in poesia dialettale e tradotta in italiano perché il
Primario siciliano potesse capirla.
Au Staff de Radiuterapia du San Paulù de Sannà
Allo Staff di Radioterapia S. Paolo Savona
Au Primaiù
Au Vice
All'Equipe Medica
Au Persunale Tecnicu
Ai Infermè
Au Persunale de Segreteria
Prima de tuttù grazie de coeù
A tutti quanti
P'è l'amù chi ghe mettì
int'à voscià prufexùn
Sempre disponibili e sorridenti
Cun i voxì pazienti
Cun e vosciè belle meneè
I ne fei sentì
A nosciù agiù
In stu percursù travaglion
A tutti i calurusù abbrassù
Grazie ancuà
L'ò scrita in dialettù de Löa
Ma ve l'ò miscia in Italian
Cuxi i me capii tutti
Le Coq
Al Primario
Al Vice Primario
All'Equipe Medica
Al Personale Tecnico
Agli Infermieri
Al Personale di Segreteria
Prima di tutto grazie di cuore
A tutti quanti
Per l'amore che mettete
Nella vostra professione
Sempre disponibili e sorridenti
Con i vostri pazienti
Con le vostre belle maniere
Ci fate sentire
A nostro agio
In questo percorso travagliato
A tutti in caloroso abbraccio
Grazie ancora
L'ho scritta in dialetto Loanese
Ma ve l'ho messa in Italiano
Così mi capite tutti
Gallo
Sanna 17/08/09
Savona 17/08/09
49
n. 2 • Dicembre 2009
Dalla Fondazione
"A. De Mari"
un grande
impegno a favore
della sanità
dell'ASL 2
Da sin. l'avv. Roberto Romani, Presidente della
Fondazione De Mari, insieme conil Dott. Giulio
Tarasco e il Dott. Michele Olivieri rispettivamente
Segretario generale e Consigliere della fondazione
e il Direttore generale dell'ASL2 Flavio Neirotti.
Giovedì 1 ottobre 2009
erano presenti:
Dott. Flavio Neirotti
Direttore Generale ASL 2 Savonese
Avv. Roberto Romani,
Presidente Fondazione A. De Mari
Dott. Giulio Tarasco,
Segretario generale Fondazione
A. De Mari
Dott. Michele Oliveri,
Consigliere Fondazione A. De Mari
Dott. Paolo Bellotti,
Direttore S.C. Cardiologia
Ospedale S. Paolo di Savona
Dott. Massimiliano Boccardo,
Direttore S.C. Neurochirurgia Ospedale S. Corona di Pietra L.
Dott.ssa Tiziana Tassinari ,
Direttore S.C. Neurologia
Ospedale S. Corona di Pietra L.
Arch. Cesare Branchetti,
Direttore Dipartimento tecnologico
ASL 2 Savonese
50
Microscopio operatorio donato alla
Neurochirurgia dell'Ospedale "S. Corona"
di Pietra Ligure.
Solidarietà socio - sanitaria
Sanità Notizie
PRINCIPALI DONAZIONI
FONDAZIONE A. DE MARI
ANNO 2005 - 2009
n. 2 • Dicembre 2009
Evento al "S. Corona"
Sanità Notizie
Alla presenza di Claudio Burlando, Presidente della Regione
Liguria e di Claudio Montaldo, Assessore alla salute.
Claudio Montaldo, Claudio Burlando e Flavio
Neirotti durante la presentazione.
Giovedì 19 Novembre, alla presenza
del Presidente della Regione
Claudio Burlando e dell'Assessore
alla salute, Claudio Montaldo e di
fronte ad altre importanti autorità
istituzionali sia locali che regionali,
la Direzione dell'ASL 2 Savonese ha
presentato ufficialmente il Trauma
Center.
Assegnato dalla regione come uno
degli obiettivi aziendali della nuova
ASL2 Savonese, il Centro
Traumatologico ad Alta Specializzazione (è questa l'esatta definizione), dispone di tutte le risorse
necessarie per identificare e
trattare in modo definitivo qualsiasi tipo di lesione ed è capace di
fornire cure intensive al paziente
politraumatizzato data la compresenza di tutti i professionisti e di tutte
le specialità mediche necessarie alla
presa in carico e alla cura di questo
tipo di pazienti.
Parti integranti ed elementi fondamentali di questo imponente ed
impegnativo progetto sono:
Il Comitato Operativo rete
Emergenza (CORE), cha ha
funzioni di coordinamento delle
attività specifiche dei due
Dipartimenti di Emergenza dell'ASL
2 Savonese (Dipartimento
Emergenza Levante e Dipar-timento
Emergenza Ponente)
La Commissione Traumi, con il
compito di organizzare in maniera
corretta un sistema strutturato
capace di affrontare con la massima
efficacia ed efficienza la gestione dei
pazienti traumatizzati
Il registro Traumi, che raccoglie
dati su tutto il percorso diagnostico e
terapeutico dei pazienti traumatizzati dall'ammissione alla dimissione,
analizza quanto prodotto in termini
di outcome rispetto alla gravità delle
lesioni e all'impegno delle risorse,
controlla la qualità del processo
tramite audit intra-inter-dipar-
La direzione dell'ASL 2 Savonese
presenta il "trauma center" ad alta
specializzazione per curare i
pazienti politraumatizzati delle
province di Savona e Imperia
Gli ospedali dei due capoluoghi definiti Centri Spoke collaborano
con il Centro Hub (nucleo centrale) di Pietra ligure, classificato, per
questa struttura di II livello.
Marta Pescetto
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
timentali ed interospedalieri, utilizza
i dati raccolti per il confronto con
altri Centri Hub.
Il Trauma team la gestione del
paziente traumatizzato all'arrivo in
Ospedale è affidata ad un “Trauma
Team” rappresentato da una equipe
di professionisti, stabilita in base a
rotocolli stilati dalla Commissione
Traumi Intra-ospedaliera, con a capo
un “Trauma Leader”, variabile in
base alla gravità e al tipo di trauma.
I Percorsi Formativi/ Informativi,
il percorso formativo/informativo del personale è un
elemento fondamentale per il
corretto sviluppo e l'ottimale
funzionamento
della rete del trauma. E' predisposto
dalla Commissione Traumi,
inserito nel Piano Formativo
Aziendale, previo parere favorevole
del Comitato Operativo Rete
Emergenza.
Tutte le strutture della rete di
Emergenza dell'ASL 2 Savonese ed
altre specialità mediche faranno
sistema: percorsi diagnostico
assistenziali predefiniti e controllati
guideranno tutti gli operatori
coinvolti nelle varie situazioni di
emergenza che di volta in volta di
presenteranno.
Un sistema che fa della collaborazione, della sinergia e della comunicazione i punti chiave di successo.
Naturalmente l'alta qualità delle
professionalità è sottintesa a questo
articolato programma di intervento.
Nel contesto di questo sistema
integrato di assistenza al trauma è
stato identificato come centro Hub
(nucleo centrale) - Centro
Traumatologico ad Alta Specializzazione (CTS) - adulti di 2°
livello,l'Ospedale Santa Corona e
come Centri Spoke (nodi periferici)
– Centri Traumatologici Zonali
(CTZ) di 1° livello identificati,
l'Ospedale S. Paolo di Savona e
l'Ospedale di Imperia.
51
n. 2 • Dicembre 2009
Sanità Notizie
Eccellenza chirurgica al "S. Paolo"
Un nuovo riconoscimento per la sanità savonese.
Il direttore Igor Rossello
eletto Presidente della Società
italiana di chirurgia della Mano
Il 30% dei pazienti del Centro Regionale del "S. Paolo"
proviene da fuori Liguria.
Morena Scurani
S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing
Igor Rossello
È arrivata, per Igor Rossello, la nomina a
Presidente della Società Italiana di
C h i r u rg i a d e l l a M a n o ( S I C M ) ,
l'Associazione che da oltre 50 anni
riunisce i più illustri esperti italiani di
questo settore. È il terzo nome del Centro
regionale di Chirurgia della Mano ad
essere investito di questo prestigioso
ruolo: prima di lui fu presidente Renzo
Mantero – erano gli anni 70 - e poi Piero
Bertolotti, negli anni 90.
Grande soddisfazione per il Dott.
Rossello, dal 2001 direttore della S.C.
Chirurgia della mano dell'Ospedale S.
Paolo di Savona, ma motivo di vanto ed
orgoglio anche per tutta l'ASL2 Savonese
che, ancora una volta, raccoglie positive
conferme e riconoscimenti ufficiali in
merito al prestigio della sua squadra di
professionisti. La sezione di Chirurgia
della mano nasce ufficialmente al S.
Paolo di Savona nel 1972, grazie
all'impegno del Prof. Renzo Mantero. La
Sezione ha vissuto, dal momento della
sua istituzione ad oggi, uno sviluppo
crescente, fino a diventare, sia sotto il
profilo scientifico sia operativo, punto di
riferimento nazionale ed internazionale e
ad ottenere, nel 1996, la trasformazione
in Centro Regionale e, ultimamente il
riconoscimento europeo come Hand
Trauma Center.
Fino al 1999 il Centro è stato diretto dal
suo fondatore, prof. Renzo Mantero, dal
dicembre 1999 al luglio 2001 dal dott.
Piero Bertolotti. All'interno della SICM è
stato, insieme a Modena e Firenze, una
delle poche realtà ad aderire con costanza
e continuità, dando anche in questo
modo, un'ottima prova di affidabilità,
serietà, professionalità.
L'equipe del Dott. Rossello, direttore
della struttura dall'agosto 2001, conta 8
medici chirurghi; tra loro 5 giovani
brillanti professionisti introdotti dopo il
progressivo pensionamento di nomi
storici (Ferrari, Vitali, Moretti, Priano,
Bertolotti) che hanno nel tempo contribuito alla crescita ed al consolidamento
della struttura.
L'amministrazione ha sostenuto questo
cambio generazionale in un'ottica di
continuità e di sviluppo, continuando a
puntare su qualità ed innovazione.
Obiettivo del Centro, che conta molti
pazienti provenienti da fuori Regione
(circa il 30% dei pazienti sul totale) è da
sempre evolversi, rinnovarsi, migliorarsi:
oggi gran attenzione è rivolta allo
EDITORE
Periodico trimestrale
di informazione dell’ASL 2
del Savonese
I dati riferiti ai destinatari di
“Sanità Notizie”
vengono utilizzati esclusivamente per
l’invio della pubblicazione
e non vengono ceduti a terzi
per nessun motivo
52
DIREZIONE
Direttore generale Flavio Neirotti
Direttore amministrativo Graziella Baldinotti Tizzoni
Direttore sanitario Claudia Agosti
© Copyright ASL 2 Savonese
Via Manzoni, 14 - 17100 Savona
Tel. 019 84041 - C.F. e P. IVA 01062990096
Stampa: Coop Tipograf
C.so Viglienzoni, 78 r. - 17100 Savona
Tel. 019 804947 - Fax 019 806657
e-mail: [email protected]
Questo numero è stato stampato e distribuito gratuitamente in
12.500 copie e inviato alle abitazioni degli oltre 4.600 dipendenti
dell’A.S.L. 2 Savonese e alle oltre 100 farmacie per la
distribuzione diretta ai pazienti. Viene inviato alle Istituzioni, ai
Comuni e alle Parrocchie, alle Associazioni di Tutela e
Volontariato, ai Sindacati. Una parte viene distribuita
gratuitamente presso i nostri ambulatori provinciali e all'Ordine
dei Medici.
Si ringrazia per la distribuzione interna l’ufficio postale ASL 2
Savonese.
Copie stampate n. 12.500.
sviluppo di tecniche artroscopiche, al
ricorso agli ultrasuoni e all'utilizzo della
robotica in microchirurgia.
La nomina di Rossello è importante per
l'ASL2 Savonese, ma non solo; questo
riconoscimento rappresenta sicuramente
motivo di lustro anche per la Città di
Savona, che il prossimo anno metterà a
disposizione il prestigioso complesso del
Priamar per ospitare il 48° Congresso
Nazionale SICM, in programma per la
fine Settembre e Ottobre (29 Settembre /2
Ottobre).
Per maggiori dettagli sul 48° Congresso
Nazionale SICM è possibile far riferimento al sito www.sicm.it; maggiori
informazioni sul centro di Chirurgia della
mano sono reperibili alla pagina
www.chirurgiamanosavona.it.
REDAZIONE
Direttore editoriale: Giampiero Storti
e-mail: [email protected]
Direttore responsabile: Mario Lorenzo Paggi
Segretaria di redazione: Elisa Di Padova
Hanno collaborato a questo numero:
Flavio Neirotti, Riccardo Padolecchia, Angelo
Schirru, Guido Griseri, Francesco Quaglia, Antonino
Massone, Roberto Sergi, Claudio Giberti, Maurizio
Schenone, Brunello Brunetto, Andrea Mazza, Arturo
De Michieli, Andrea Camera, Nicoletta Sacco, Vito
De Giglio, Fabio Tanghetti, Franca Minetti, Andrea
Camera, Michele Gramazio, Stefano Tornago, Lucio
Romano, Giuseppe Santoro, Gabriele Cattaneo,
Stefano Quaini, Marina Scotto, Walter Belcio,
Lionello Parodi, Sandra Buscaglia, Giovanni Carta,
Alessandro Cattana, Paola Gnerre, Valentina Sguerso,
Antonio Maria Ferro, Morena Scurani, Duccio
Buccicardi, Rita Scarso, Pier Andrea Dusi, Rosalba
Bona, Angelo Sergi, Pierangelo Bruno, Maria Chiara
Goslino, Dino Dessì, Gianluigi Figini, Marta
Pescetto, Corrado Marziano.