PERIODICO TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE 2 SAVONESE Anno X - N. 2 - Dicembre 2009 - Aut. tribunale di Savona n. 919 del 28.03.2000 - Sped. in abb. postale 70%, L. 662/96 - Direz. Comm.le di Savona La Regione Liguria nel 2008 aveva aderito al sistema di valutazione della capacità di adempienze ai suoi compiti in sanità. Sotto ossevazione il governo della domanda di ricovero e delle cure primarie per migliorare lo stato di salute della popolazione Dai primi risultati dell'indagine, l'esigenza di ridurre i tempi delle liste di attesa e la separazione dei percorsi assistenziali dei pazienti cronici da quelli ordinari. Giudizi positivi per la Chirurgia, particolarmente il Day Service del "S. Corona" e la Day Surgery del "S. Paolo" di Savona della nostra ASL. Flavio Neirotti Direttore Generale ASL2 Savonese Considerazioni e prospettive alla luce dei primi risultati provenienti dal sistema di valutazione della performance in Sanità elaborato dall'Agenzia Regionale Sanitaria per la Regione Liguria. La Regione Liguria ha aderito nel 2008 al sistema di valutazione della performance in Sanità, sviluppato dal Laboratorio MeS della Scuola Superiore S.Anna di Pisa, seguita successivamente dalle Regioni Piemonte e Umbria. Il suddetto sistema rappresenta una modalità di analisi basata su un set di indicatori che fotografano la sanità regionale da diversi punti di vista, quali, ad esempio, la capacità di governo della domanda, l'efficienza delle attività di ricovero, o l'efficacia assistenziale delle cure primarie. È un importante strumento di lavoro per migliorare e correggere dove ce ne sia la necessità anche creando specifici gruppi di lavoro. Tra gli elementi più interessanti dello studio il fatto che i risultati possono essere analizzati sia a livello regionale, sia condivisi per un confronto interregionale: in questo modo è possibile ottenere una valutazione più ampia che consenta un confronto anche con altre realtà. Il sistema di valutazione della performance che la Regione Liguria sta implementando per le proprie Aziende sanitarie si caratterizza per la multidimensionalità, ossia l'utilizzazione di una pluralità di dimensioni di sintesi, in grado di evidenziare i diversi aspetti che caratterizzano la performance di un sistema complesso come quello sanitario. Tra queste, particolare rilevanza assume la dimensione sociosanitaria, che riflette l'attività tipica di un'azienda sanitaria, identificandone gli elementi che determinano la sostenibilità economica e la capacità di rispondere al suo obiettivo primario, ossia migliorare lo stato di salute della popolazione. Tra gli obiettivi primari evidenziati dall'Ars c'è quello di riorganizzare tutta la gestione delle liste d'attesa per rendere meno lunghe le attese. Il problema dei tempi d'attesa non è solo un problema di offerta ma anche di organizzazione della domanda! Riguardo l'appropriatezza delle prescrizioni si sta lavorando da tempo con i Medici di famiglia. Una nota di merito è che dopo un periodo di crisi, per il terzo anno consecutivo la nostra Asl è restata entro il budget di finanziamento regionale Un altro importante passo sarà la separazione dei percorsi assistenziali dei pazienti affetti da patologie croniche da quelli ordinari. Dai dati emerge infatti che in Liguria ci sono circa 450 mila malati cronici, un paziente su tre. La Regione ha quindi pensato che dedicando loro una corsia preferenziale di contatto con i medici di riferimento si riuscirebbe ad alleggerire, e di molto, le liste d'attesa. Dai dati è emerso inoltre che nella nostra Asl lavora una Chirurgia di qualità che ben utilizza le risorse tecnologiche e che una sperimentazione di successo è proprio al Santa Corona con il Servizio di Day Service: il paziente grazie a questa novità può fare tutti gli esami preoperatori, per gli interventi programmati, in una sola giornata per poi venire operato entro 20-30 giorni. L'esperimento sta dando buoni risultati anche dal punto di vista del risparmio: ogni giorno di degenza costa oltre 400 euro e le liste d'attesa per tutte le Chirugie si sono già notevolmente accorciate. Anche la riorganizzazione della Chirurgia in interventi di Day Surgery con una Struttura Complessa all'Ospedale San Paolo a questo dedicata ha permesso di razionalizzare gli interventi e raggiungere gli obiettivi assegnati dalla Regione di qualità e appropriatezza nell'interesse del paziente. n. 2 • Dicembre 2009 Il centro di riferimento per le malattie cerebrovascolari Sanità Notizie Novità negli interventi sugli aneurismi intracranici. Il neurochirurgo affiancato dal neuroradiologo interventista del "Santa Corona" sconfiggono le dilatazioni delle arterie cerebrali con stent dedicati "a diversione di flusso" Riccardo Padolecchia Direttore S.C. Neuroradiologia 2 Gli aneurismi intracranici sono dilatazioni delle arterie cerebrali che in caso di rottura e di emorragia possono avere gravi conseguenze, spesso anche letali. Di fronte ad un aneurisma cerebrale, soprattutto se responsabile di emorragia cerebromeningea, oltre al trattamento chirurgico, in questi ultimi anni si è andata sempre più diffondendo la possibilità del trattamento endovascolare utilizzando differenti materiali. Il progressivo sviluppo tecnologico ha permesso al neuroradiologo interventista di poter affiancare il neurochirurgo nell'affrontare tale patologia ed offrire al paziente, in base sia alle caratteristiche dell'aneurisma che alle condizioni neurologiche del paziente, la cura più appropriata ed efficace. Negli ultimi venti anni è stato affascinante seguire l'evoluzione tecnologica nell'ambito del trattamento endovascolare degli aneurismi cerebrali, passando dai concetti teorici sino a giungere, attraverso le numerose sperimentazioni sugli animali, ai primi strumenti endovascolari come i palloncini distaccabili che venivano rilasciati all'interno della sacca aneurismatica. L'utilizzo successivo e sempre più frequente delle spirali al platino, trasportate nelle arterie del cervello attraverso piccoli cateteri, ha permesso di poter affrontare con maggiore efficacia questa patologia gravata da un alto tasso di morbilità/mortalità. Al giorno d'oggi le case produttrici dei materiali dedicati all'inter- ventistica neuroradiologica investono migliaia di euro nella ricerca di strumenti sempre più flessibili e sicuri che permettano di curare un numero sempre maggiore di aneurismi senza dover ricorrere all'intervento neurochirurgico e soprattutto di avere un risultato duraturo e stabile. Proprio in quest'ottica da alcuni mesi sono stati introdotti in commercio degli stent dedicati cosidetti “a diversione di flusso” che si sono affiancati a quelli già in uso a livello intracranico per il trattamento di dilatazioni aneurismatiche difficili per dimensioni, morfologia e sede. Gli stent a “diversione di flusso” sono stent auto-espandibili, anch'essi avanzati nelle arterie del cerebrali attraverso microcateteri inseriti e manovrati a livello dell'arteria femorale all'altezza dell'inguine, e costituiti da una stretta maglia cilindrica di microfilamenti di platino e cromo-cobalto che determina un cambiamento emodinamico all'interno della sacca aneurismatica inducendo una progressiva trombosi ed esclusione dal circolo sanguigno. Essi trovano indicazione in casi particolari come ad esempio aneurismi ad ampio colletto, larghi o giganti come dimensioni o di aspetto fusiforme, tutte situazioni cliniche dove il trattamento endovascolare standard potrebbe essere non definitivo. I dati che provengono dalle limitate casistiche dei principali centri di interventistica neuroradiologica internazionali hanno dimostrato un tasso di guarigione anatomica vicino al 100% nei controlli angiografici a sei e dodici mesi. Presso la S.C. di Neuroradiologia dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è stato utilizzato per la prima volta questo nuovo tipo di stent a “diversione di flusso” in una paziente portatrice di un aneurisma cerebrale non rotto, in sede critica per altri tipi di trattamenti terapeutici endovascolari o chirurgici. L'intervento ha permesso di rilasciare in posizione corretta lo stent ed il controllo angiografico a cinque mesi dalla procedura endovascolare ha evidenziato la già totale scomparsa dell'aneurisma, senza la necessità di ulteriori terapie invasive (Fig. 1 e 2). Questo tipo di stent rappresenta un ulteriore passo avanti nell'ambito della neuroradiologia interventistica a testimonianza delle potenzialità della ricerca tecnologica nel fornire strumenti endovascolari che possono contribuire a trattare, con risultati duraturi e stabili, aneurismi cerebrali ritenuti difficili. La possibilità di poter applicare tale tecnica accresce ulteriormente la possibilità della Neuroradiologia e del centro di Neuroscienze “E. Tartarini”, nonché dell'Ospedale Santa Corona, di essere un centro di riferimento per le malattie cerebro-vascolari con la possibilità di poter offrire al paziente portatore di aneurisma cerebrale la cura migliore, endovascolare o chirurgica. n. 2 • Dicembre 2009 Il centro di riferimento per le malattie cerebrovascolari A Sanità Notizie B Fig.1: Angiografia carotide destra laterolaterale (A,B) con immagini tridimensionali (C,D): aneurisma carotido-oftalmico a largo colletto. C E D F Fig.2: Angiografia di controllo a cinque mesi dal trattamento endovascolare in latero-laterale (E,F), con immagine tridimensionale (G) e dello stent radiopaco a maglie strette (H): esclusione totale dell'aneurisma. G H 3 n. 2 • Dicembre 2009 Il "S. Paolo" al III Congresso Nazionale SIC Sanità Notizie Una nuova metodica per curare i pazienti con metastasi epatiche di carcinoma colorettale. Con la chirurgia resettiva si ottiene la bonifica completa del fegato, colonizzato dalle metastasi in due tempi In questo modo si recupera un 25/30% di pazienti un tempo ritenuti inoperabili. Angelo Schirru Direttore S.C. Chirurgia Generale, Ospedale San Paolo di Savona Guido Griseri Resp. S.S. Chirurgia epatobiliare e pancreatica, Ospedale San Paolo di Savona Francesco Quaglia Medico in Formazione - Università di Genova La chirurgia resettiva del fegato, con la fondamentale integrazione con la chemioterapia, costituisce oggi la sola possibilità di cura per pazienti con metastasi epatiche da carcinoma colorettale. Estendere il tasso di resecabilità delle metastasi costituisce pertanto un obiettivo cruciale dell'approccio strategico a questi malati, per poter offrire loro la migliore (se non l'unica) possibilità di cura. Alcune metodiche sono state proposte in questi anni per raggiungere tale obiettivo e tra queste, l'epatectomia stadiata.introdotta dal gruppo di Bismuth negli anni 90, costituisce uno dei mezzi più efficaci a tale scopo, potendo recuperare alla chirurgia un 25-30% di pazienti un tempo ritenuti inoperabile. La metodica consiste nell'ottenere la bonifica completa del fegato (cosiddetto “clearing” epatico) colonizzato dalle metastasi in due tempi, laddove il suo espletamento in un tempo solo comporterebbe un alto rischio di insufficienza epatica post resettiva (quasi sempre letale) per l'inadeguata quantità di parenchima Materiali e metodi 1 Casistica S.S.Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica Ospedale S.Paolo Savona - 1998 / 2009 Sopravvivenza Mediana di N° N° a 5 Sopravvivenza pazienti resezioni attuariale aa (mesi) 4 CRLM 78 95 41,23 42 (2-115) Non CRLM 20 20 32.73 10 (2-99) HCC 31 34 63.61 67 (5-78) epatico che residuerebbe all'intervento. Sfruttando la ben nota capacità di rigenerazione del fegato deprivato di una parte del suo parenchima, si bonificano alternativamente (in due stadi) i due emifegati, inducendo nell'emifegato destinato a rimanere un'ipertrofia compensatoria mediante legatura o embolizzazione del ramo portale dell'emifegato destinato all'ablazione. Ecco di seguito alcune diapositive del lavoro presentato al congresso di Rimini alla fine dello scorso ottobre Materiali e metodi 2 • nel periodo 2004 – 2009 15 pazienti sincroni non resecabili d’emblée indirizzati ad un trattamento twostage n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Il "S. Paolo" al III Congresso Nazionale SIC Materiali e metodi 3 Materiali e metodi 4 Epatectomia Stadiata nei pazienti sincroni Demografica pazienti Età M–F Primitivo Colon – Retto Stadio C Metastasi epatiche alla diagnosi - Sincrone - N° > 1 - Diametro > 5 cm - CEA > 200 -N+ Fong 3 4 5 1. Gesto digestivo + 1° tempo epatico (resezione”wedge” o segmentectomia +/termoablazione : tempo “ leggero”) + eventuale legatura portale 2. Chemioterapia ponte (event. Embolizzazione portale) 3. 2° tempo epatico : tempo “pesante” Materiali e metodi 6 70 (51 - 72) 9–6 13 – 2 15 (100 %) 15 15 7 1 7 7 7 1 Risultati 1 Criteri di esclusione al secondo tempo chirurgico • Progressione di malattia • Insufficiente volume di fegato residuo Timing 1-2 stage Numero medio di cicli "ponte" Chemioterapia ponte Chemioterapia neoadiuvante 4.8 mesi (1 – 10) 7.8 (4 – 12) 13/15 0/15 12.5 mesi (5 – 27) 13 % 50 % Mortalità operatoria (90 gg) 0 6 (40 %) Epatectomia stadiata Epatectomia ds Settoriectomia lat ds Epatectomia sn 4 1 1 pz 1 pz 2 pz 3 pz 5 pz 8 pz 15 Vantaggi 18.5 mesi (2 – 60) 28.5 mesi (2– 60) Follow-up globale (OS) Follow-up pz. sottoposti a 2 stage Follow-up pz. che non completano il trattamento OS a 5 anni globale OS a 5 anni pz. sottoposti a 2 stage • • • • Pz. First stage 1 Wedge S 3 + Leg port dx FOLFOX 4 4–2 Epatectomia dx D–8 Y 2 Segmentect S3 FOLFOX 4 12 – 7 Epatectomia dx V - 60 Y 3 Segmentect S2 Leg port dx FOLFOX 4 12 – 7 Epatectomia dx D – 60 N 4 Segmentect S4 NO CHEMIO - Progressione radiologica D–8 N 5 Wedge S 2 - 3 Leg port dx FOLFOX 4 4–2 6 Segmentect S3 RFA S 4 + Leg port dx FOLFOX 4 12 7 Bisegmentect S 2 – 3 RFA S 1 + Leg port dx XELODA 8 Wedge S 2 – 3 – 4 Leg port dx 9 Bisegmentect S 5 – 6 PVE sn 10 Wedge S 2 – 3 – 4 Leg port dx 11 Wedge S 2 – 3 Leg port dx 12 Wedge S 2 – 3 Leg port dx FOLFOX + CETUXIMAB 4–3 13 Bisegmetect S 2 – 3 Leg port dx XELODA 14 Wedge S 2 – 3 – 4 Leg port dx 15 Segmet S3 Wedge S 2 – 4 + Leg port Sempre 2 soli interventi Resezioni su fegato meno trattato Trattamento sistematico del primitivo Buona compliance del paziente Chemio bridge N° cicli / Two stage Timing (mesi) Outcome (D/V mesi) DFS Epatectomia dx D – 17 N Progressione radiologica D – 15 N 12 – 7 Non resecabile V – 27 N FOLFOX 4 8–6 Epatectomia dx V – 24 Y 5FU 4–4 Non resecabile D – 11 N FOLFOX 4 12 Progressione radiologica V – 12 N XELODA + CETUXIMAB 4 Progressione radiologica D – 11 N Non resecabile D – 12 N 4 Risposta completa V–6 Y NO CHEMIO - Progressione radiologica D–5 N FOLFOX 4 4–2 Epatectomia dx V–2 Y • Chance chirurgica a TUTTI gli operabili in due tempi 5 n. 2 • Dicembre 2009 Eccellenza diagnostica al "S. Corona" Sanità Notizie La strumentazione dell'Unità Spinale è l'unica in Liguria. Con l'esame videourodinamico documentate le anomalie della vescica neurologica e precisate le situazioni a rischio Antonino Massone Direttore S.C. Unità Spinale - Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure Roberto Sergi Dirigente Medico videourodinamica S.C. Unità Spinale – Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure Paziente posizionato sul lettino per l'esame videourodinamico. 6 Cosa è l'esame videourodinamico La videourodinamica con elettromiografia sfinterica rappresenta il metodo diagnostico di scelta nello studio delle alterazioni funzionali vescicosfinteriche di più difficile inquadramento. Tale valutazione morfologica e funzionale del basso apparato urinario è particolarmente utile nel bilancio diagnostico delle disfunzioni neurologiche e dei disturbi minzionali complessi. L'esame videourodinamico prevede la registrazione simultanea delle immagini radiologiche ed urodinamiche, in modo tale da poter visualizzare contemporaneamente sia il grafico urodinamico sia l'immagine proveniente dall'amplificatore di brillanza. In questo modo si evidenziano contestualmente sia i fenomeni dinamici pressori, elettromiografici e flussometrici sia gli aspetti morfologici cistouretrografici. Possono essere osservate e documentate anomalie del contorno vescicale, la presenza e l'entità di reflussi vescico-ureterali ed uretro-prostatici, la presenza di diverticoli e di fistole uretrali. Il reflusso vescico-ureterale può essere evidenziato già all'inizio della fase di riempimento, oppure può comparire durante tale fase a volumi e pressioni variabili o nel corso di una contrazione detrusoriale, o infine soltanto durante la fase di svuotamento. Per tutti gli altri aspetti la metodica di esecuzione dell'esame videourodinamico è del tutto sovrapponibile ad una valutazione urodinamica norma- Ambulatorio di Video-Urodinamica. le. L'inconveniente principale di tale metodica consiste nella necessità di limitare il tempo di visualizzazione radiologica per non esporre sia il paziente sia l'esaminatore ad una eccessiva irradiazione, restringendo il tempo di osservazione radioscopica a brevi momenti dell'esame. L'indicazione principale è rappresentata dalle disfunzioni vescicosfinteriche neurologiche. Lo studio morfologico e funzionale della fase di raccolta e di svuotamento del basso apparato urinario è in grado di fornire l'esatta definizione del danno funzionale e l'identificazione delle "situazioni a rischio", specificando quale sia lo stato disfunzionale del detrusore, del collo e dello sfintere striato, facendo riferimento sia alla funzione di raccolta che alla funzione di svuotamento. In particolare la videourodinamica è il solo esame che consente di evidenziare una condizione di incompetenza cervicale (apertura del collo a riposo ed in assenza di contrazione detrusoriale), di dissinergia detrusore-collo e di valutare le caratteristiche di quest'ultima (mancata apertura, ritardo di apertura, difettosa apertura). Anche le caratteristiche della dissinergia detrusore-sfintere striato, già evidenziabile con l'elettromiografia, possono meglio essere valutate con la videourodinamica. Concludendo, la videourodinamica con e.m.g. sfinteriale è il solo esame che consente la contestuale valutazione morfologica e funzionale del basso apparato urina- n. 2 • Dicembre 2009 rio. Tale peculiarità rappresenta in alcune condizioni più complesse un requisito indispensabile per diagnosticare e stadiare una disfunzione. La videourodinamica è infatti considerata il “gold standard” per le disfunzioni Eccellenza diagnostica al "S. Corona" vescico-sfinteriche neurologiche ed è anche utile per alcune condizioni disfunzionali più complesse. Al momento la strumentazione in possesso dell'Unità Spinale è unica sul territorio ligure. Sanità Notizie Percorso diagnostico-terapeutico della vescica neurologica Il percorso gestionale ottimale della vescica neurologica è stato sintetizzato dalla I.C.S. (International Continence Society) nei seguenti diagrammi: Fig.1: Gestione di I livello della vescica neurologica. Fig.2: Gestione di II livello della vescica neurologica. 7 n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Eccellenza diagnostica al "S. Corona" gradi più elevati, mediante una corretta gestione della vescica neurologica. Infatti i RVU di grado elevato, inclusi quelli passivi che avvengono solitamente a basse pressioni detrusoriali, sono dannosi per la funzionalità renale e possono, di conseguenza, ridurre la qualità e l'aspettativa di vita nei pazienti affetti da vescica neurologica. Bibliografia 1. Il dottor Sergi e il dottor Massone discutono un caso clinico davanti al monitor della videourodinamica. La nostra esperienza decennale ci ha fortemente convinti della superiorità della videourodinamica rispetto alla più tradizionale urodinamica. Infatti spesso la videourodinamica ci ha permesso di evidenziare reflussi vescico-ureterali (RVU) non solo non riscontrabili con l'esame urodinamico tradizionale, ma spesso neppure immaginabili a priori. Infatti, nella nostra casistica, i RVU sono prevalentemente passivi ovvero avvengono con basse pressioni detrusoriali, per cui non è consigliabile affidarsi esclusivamente al riscontro di “Alte Pressioni Detrusoriali con Dissinergia” per invitare il paziente a sottoporsi ad un esame videourodinamico od, in mancanza di esso, alla cistografia. 8 Inoltre siamo soliti completare il percorso diagnostico della vescica neurologica nei nostri pazienti con la scintigrafia renale sequenziale eseguita presso la S.C. di Medicina Nucleare del “Santa Corona”. Il RVU è uno dei fattori più frequentemente associati all'insufficienza renale secondaria a danno mielico: esiste infatti una relazione ben definita tra la gravità del reflusso ed il danno renale. Grazie alle nuove metodiche ed allo screening periodico dei pazienti, il controllo delle complicanze renali ha migliorato notevolmente la qualità e l'aspettativa di vita dei pazienti con lesione midollare nel corso degli ultimi decenni. Ricordiamo che secondo l'International Continence Society (ICS) e l'European Association of Urology (EAU) la videourodinamica rappresenta il gold standard per la diagnostica nella vescica neurologica e quindi lo strumento più idoneo per visualizzare il reflusso vescico-ureterale; la scintigrafia renale sequenziale è invece lo studio che meglio focalizza la funzionalità . Nostro studio retrospettivo sulla relazione tra reflusso vescicoureterale e funzionalità renale In un nostro studio retrospettivo, negli ultimi 48 mesi, sono stati studiati nel nostro Ambulatorio di Videourodinamica n° 24 pazienti affetti da vescica neurologica con reflusso vescico-ureterale (il 7% circa del totale dei pazienti esaminati). In questi pazienti sono stati ricercati gli esami, svolti nel periodo considerato, che evidenziassero la funzionalità renale ovvero la scintigrafia renale sequenziale con DTPA-Tc99m o con Mag3-Tc99m ed i valori della azotemia e della creatinina sierica. Abbiamo evidenziato che la funzionalità renale è significativamente compromessa solo con RVU di grado elevato (tutti quelli di IV grado ed il 50% di quelli di III grado) e che i RVU passivi sono quattro volte più numerosi di quelli attivi. Da questo studio appare importante prevenire il RVU, soprattutto nei suoi 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. FOLEY SJ, McFARLANE JP, SHARP PJ – Vesico-ureteral reflux in adult patient with spinal injuryBr J Urol 1997 Jun; 79(6):888-91 MUNDY AR, STEPHENSON TP, WEIN AJ – Urodinamica: principi, pratica e applicazioni – Churchill Livingston/Momento Medico 1996. SERGI R, CACCAMO L. et al Importanza della contestuale associazione elettromiografica e radioscopica all'esame urodinamico nella diagnostica della vescica neurologica: la nostra esperienza di 18 mesi. Atti XXXII Congresso SIMFER, Chieti 21-25 settembre 2004, Eur Med Phis 2004; 40 suppl. 1 to n°3):637-8 SERGI R, CACCAMO L et al Complicanze della vescica neurologica visualizzabili in videourodinamica: considerazioni preliminari in 20 mesi di attività. Atti XXXII Congresso SIMFER, Chieti 21-25 settembre 2004, Eur Med Phis 2004; 40 suppl. 1 to n°3):639-40 SERGI R, MASSONE A, et al.“Considerations on the diagnostics of the neurogenic bladder with vesico-ureteral reflux”. Urodinamica 16: 244-245, 2006 SERGI R, MASSONE A; et al.“Renal function in neurogenic bladder with vesico-ureteral reflux”. Urodinamica 16: 248-249, 2006 WILLEMSEN J, NUMAN RJ – Vesicoureteral reflux and videourodynamic studies: results of a prospective study – Urology, 2000 Jun; 55(6):939-43. CARONE R, VERCELLI D Videourodinamica: quando? - da "Urodinamica Clinica" -vol.2 - di Di Benedetto P, Pesce F, Tubaro A; pagg. 99-106 - McGraw-Hill 2005 A.I.M.N. (Associazione Italiana di Medicina Nucleare) – Standardizzazione delle procedure di medicina nucleare in nefrourologia – marzo 1994 n. 2 • Dicembre 2009 Eccellenza diagnostica al "S. Corona" Sanità Notizie Fig.3: Immagini radioscopiche di vescica neurologica con polidiverticolosi e reflusso vescico-ureterale di IV grado. URP Ufficio relazioni con il Pubblico Asl2 Savona Via Collodi, 13 17100 Savona Orario al pubblico: da lunedì a venerdì ore 9,00 - 12,00 Tel. 019 840 5296 Fax 019 840 5297 e-mail: [email protected] Savona Ospedale San Paolo Via Genova, 30 - 17100 Savona Orario al pubblico: da lunedì a venerdì ore 9,00 - 12,00 Tel. / Fax 019 840 4016 e-mail: [email protected] Pietra Ligure Ospedale Santa Corona Via XXV Aprile, 38 17027 Pietra Ligure Orario al pubblico: da lunedì a venerdì ore 9,00 - 12,00 Tel: 019 623 4235 Fax 019 623 4236 e-mail: [email protected] Albenga Ospedale Santa Maria di Misericordia V.le Martiri della Foce, 40 17031 Albenga Orario al pubblico: martedì e giovedì ore 9,00 - 12,00 Tel: 0182 546924 e-mail: [email protected] 9 n. 2 • Dicembre 2009 Eccellenza diagnostica al "S. Corona" Sanità Notizie Fig.4: Classificazione internazionale del reflusso vescico-ureterale. 10 Fig.5: Tracciato nefroscintigrafico: rene sin. grinzo e rene dx con ritardo di eliminazione del radiotracciante, ostacolato dalla presenza del RVU . n. 2 • Dicembre 2009 Tecnologia sofisticata Sanità Notizie Alla ricerca della minima invasività e della riproducibilità delle procedure operatorie più complesse. La chirurgia robotica rappresenta la massima espressione tecnologica della chirurgia moderna Al via il progetto di accreditamento del "S. Paolo" come centro di eccellenza regionale. Claudio Giberti Direttore S.C. Urologia- Ospedale San Paolo di Savona Claudio Giberti. La ricerca in ambito chirurgico è ormai sempre più orientata non solo al miglioramento dei risultati ma anche alla minor invasività e alla riproducibilità delle procedure operatorie più complesse. La chirurgia robotica rappresenta la massima espressione tecnologica della chirurgia moderna. Si tratta, cioè, dell'applicazione alla laparoscopia tradizionale (quella tecnica che permette di operare praticando piccoli fori sull'addome) di un vero e proprio robot, il Robot Da Vinci, i cui movimenti vengono tradotti in precisi gesti chirurgici. Il suo sviluppo, iniziato negli Stati Uniti dove la chirurgia robotica è ormai diventata una realtà consolidata, si è diffuso molto rapidamente anche in Europa con un costante aumento del numero di piattaforme robotiche installate negli ultimi anni. In Italia i centri di chirurgia robotica sono circa 30 e, tra questi, il centro di chirurgia robotica di Savona, è l'unico centro ligure. I vantaggi della chirurgia robotica per il paziente sono notevoli. Infatti, agli ormai noti aspetti positivi della laparoscopia (accesso chirurgico attraverso piccoli fori evitando ampie incisioni, minori perdite ematiche, minori tempi di degenza, rapido recupero post-operatorio, rapido ritorno all'attività lavorativa) si aggiungono quelli derivanti dall'impiego del Robot Da Vinci che, attraverso una tecnologia sofisticata, fornisce al chirurgo una reale immagine tridimensionale del campo opera- Maurizio Schenone Responsabile S.S. Chirurgia Urologica Laparoscopica e Robotica Ospedale San Paolo di Savona torio e traduce i movimenti della sua mano in precisi movimenti degli strumenti posti all'interno del corpo del paziente. La ricostruzione tridimensionale delle immagini, la visione decisamente ingrandita e la precisione del gesto chirurgico mettono il chirurgo in grado di attuare un intervento in modo mai provato prima, con un conseguente miglioramento dei risultati. Tali innovazioni permettono, inoltre, di ridurre la curva di apprendimento, cioè la fase di training necessaria per tutti i chirurghi in formazione, soprattutto del chirurgo non laparoscopista, e di estendere le indicazioni della chirurgia mini-invasiva a procedure tecnicamente molto complesse, in particolare quelle in cui siano necessarie fini dissezioni e/o il confezionamento di anastomosi endocavitarie. La chirurgia robotica garantisce quindi innanzitutto migliori risultati per il paziente ma fornisce anche nuove straordinarie opportunità tecniche al chirurgo, ponendolo in grado di eseguire rapidamente procedure molto complesse che, in assenza dell'assistenza del robot, sarebbero precluse e riservate soltanto ai cosiddetti centri “ad alto volume”. Applicazioni chirurgiche del Robot da Vinci: - Chirurgia Urologica: l'applicazione robotica é ideale nel trattamento chirurgico del tumore della prostata a basso stadio, dove si richiede una particolare accuratezza nel risparmio dei fasci vascolonervosi (preservazione della potenza sessuale) e del collo vescicale (preservazione della continenza urinaria). Si ricorda come le forme prostatiche a basso rischio siano ormai sempre più frequenti a causa della diagnosi precoce, eseguita attraverso i controlli seriati del PSA a partire dai 50 anni e come siano destinati ad aumentare in futuro. Il robot é inoltre indicato e utilizzato nella chirurgia renale d'elezione, in particolare nella plastica del giunto pieloureterale (patologia riscontrata prevalentemente in età adolescenziale), nella pielolitotomia, nella tumorectomia renale e nella surranelectomia, nella chirurgia della vescica e nella chirurgia del prolasso della cupola vaginale. - Chirurgia Generale: chirurgia colon rettale, gastrica, esofagea ed epatobiliopancreatica, dove permette di eseguire demolizioni e ricostruzioni con la massima precisione. - Chirurgia toracica: chirurgia del polmone (resezioni polmonari complesse) - Chirurgia dell'obesità: intervento di plicatura del fondo gastrico, gastrectomie parziali, diversioni biliopancreatiche - Cardiochirurgia: interventi di rivascolarizzazione cardiaca e di sostituzione valvolare. - Chirurgia Ginecologica: miomectomia uterina e isterectomia 11 n. 2 • Dicembre 2009 - Chirurgia otorinolaringoiatrica: chirurgia dei tumori della laringe e della tiroide CENTRO DI CHIRURGIA ROBOTICA DELL'OSPEDALE SAN PAOLO DI SAVONA EQUIPE ROBOTICHE Il successo di un intervento chirurgico condotto grazie all'utilizzo di una tecnologia sofisticata come quella robotica, richiede la perfetta sinergia tra numerose figure professionali. Pertanto, dal 2005 ad oggi, sono stati creati dei gruppi di lavoro composti da personale con specifiche competenze. 1) CHIRURGHI ROBOTICI L'introduzione nel 2005 e il successivo utilizzo del Robot Da Vinci ha posto l'Ospedale San Paolo di Savona all'avanguardia nel campo della chirurgia moderna. Ciò è stato possibile grazie ad un training faticoso e grazie alla creazione di un gruppo di lavoro omogeneo ed affiatato che è diventato, indubbiamente uno dei migliori in Italia, come riconosciuto da esperti robotici di fama mondiali quali Inderbir Gill e Alex Mottrie. - S.C di Urologia: 2 operatori alla consolle robotica: Claudio Giberti, Maurizio Schenone 3 assistenti: Maurizio Schenone, Pierluigi Cortese, Fabrizio Gallo - S.C. di Chirurgia: 1 operatore alla consolle robotica: Angelo Schirru, 4 assistenti: Ilario Caristo, Massimo Bianchi, Umberto Cosce, Francesco Quaglia degli anni è stato selezionato un personale infermieristico esperto, in grado di mantenere in perfetta efficienza il materiale robotico. 4) SALA OPERATORIA DEDICATA Gli interventi di chirurgia robotica vengono eseguiti presso la Sala D del Blocco Operatorio. La disponibilità di una sala dedicata permette di mantenere fissa l'apparecchiatura robotica favorendone il corretto funzionamento e la manutenzione. 2) ANESTESISTI Dal punto di vista anestesiologico, l'intervento robotico è un intervento ad alta complessità. Si tratta infatti di un intervento laparoscopico, che quindi prevede problematiche relative al pneumoperitoneo e al riassorbimento della CO2, eseguito in una marcata posizione di Trendelemburg, con conseguenti ripercussioni di tipo respiratorio ed emodinamico. La presenza di un'anestesista esperto è pertanto indispensabile per il completamento di una procedura robotica in condizioni di sicurezza. L'equipe robotica savonese si avvale di un gruppo di anestesisti che hanno ormai raggiunto una professionalità robotica che ha pochi riscontri in Italia: CASISTICA OPERATORIA Si fa presente che la casistica robotica è stata contingentata fino ad oggi, a causa degli alti costi della strumentazione, anche se l'illuminata gestione delle risorse da parte delle Direzione Generale e delle Direzione Sanitaria, ha consentito lo sforamento dei piani di spesa previsti. Dal 2005 ad oggi sono stati eseguiti complessivamente, utilizzando un Robot Da Vinci a tre braccia, 198 interventi robotica, (Tabella 1 e Figura 1). S.C. di Anestesia e Rianimazione: Anna Maria Guerrieri Paola Panizza Atonia Siri Roberto Manitto Come si evince dai dati riportati nelle Tabella 1 e dalla Figura 1, l'attività robotica dal 2005 ad oggi è stata in costante aumento. Nei primi dieci mesi del 2009, inoltre, l'attività chirurgica è risultata numericamente simile a quella eseguita in tutto il 2008 permettendo di stimare, per 3) INFERMIERI E PERSONALE DI SALA OPERATORIA: Come intuibile, la strumentazione robotica è estremamente sofisticata, delicata e costosa. Pertanto, parallelamente al training dei medici, nel corso INTERVENTI ROBOTICI S.C. UROLOGIA 2005 2006 2007 2008 2009 Totale Prostatectomie radicali Pieloplastiche Tumorectomie renali 9 1 - 30 5 - 38 1 - 42 8 2 43 5 2 162 20 4 Colposacropessia Nefroureterectomie Nefrectomie Cistectomie Totale - 2 - 2 1 3 1 2 1 2 2 7 1 198 (primi 10 mesi) Tabella 1. Interventi robotica eseguiti dalle equipe di Urologia e Chirurgia dal 2005 ad oggi. 12 Sanità Notizie Tecnologia sofisticata n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Tecnologia sofisticata l'anno in corso, un numero di circa 80 procedure. Figura 1: Interventi robotici eseguiti all'Ospedale San Paolo di Savona dal 2005 ad oggi. Anche analizzando i dati relativi alla prostatectomia robotica (RALP), l'intervento più frequentemente eseguito (162 interventi), si conferma un costante incremento del numero di procedure eseguire con un numero, nei primi 10 mesi del 2009, già superiore al 2008, e una stima di un notevole picco di prostatectomie per l'anno 2009 (circa 55) (Figure 2 e 3). Dalla Tabella 2 si evince come la popolazione di pazienti sottoposti a chirurgia robotica presso la S.C. di Urologia sia prevalentemente ligure (83%) e savonese con un tasso di mobilità attiva del 17%, in incremento nel corso degli anni. Nell'ambito della popolazione ligure operata, risulta particolarmente interessante il tasso medio di pazienti provenienti dalle altre province (34%) con un picco del 40% nei primi dieci mesi del 2009. LISTA D'ATTESA PER GLI INTERVENTI ROBOTICI Attualmente vengono eseguiti circa 2 interventi chirurgici robotici alla settimana con un tempo d'attesa di circa 2 mesi. Figura 2 e 3: Casistica delle Prostatectomie Robotiche (RALP) dal 2005 ad oggi. COLLABORAZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI CON ALTRI CENTRI ROBOTICI Dal 2005 ad oggi, il centro robotico di Savona ha collaborato con numerosi centri robotici italiani ed internazionali. Tra questi merita menzione la collaborazione col Dr. D'Annibale dell'Ospedale San Giovanni Roma, col Dr. Giulianotti, direttore del centro MOBILITA' ATTIVA RELATIVA AGLI INTERVENTI DI CHIRURGIA ROBOTICA PROVENIENZA dei PAZIENTI 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALE SV 5 (0.5) 26 (0.7) 25 (0.6) 33 (0.6) 22 (0.4) 111 LIGURIA GE-SP-IM 4 (0.4) 7 (0.2) 12 (0.3) 17 (0.3) 18 (0.4) 58 TOTALE 9 33 37 50 40 169 (83%) ALTRE REGIONI TOTALE 1 (0.1) 4 (0.1) 4 (0.1) 7 (0.1) 14 (0.2) 30 (17%) 10 37 41 57 54 198 Tabella 2. Provenienza dei pazienti sottoposti a chirurgia robotica presso la S.C. di Urologia 13 n. 2 • Dicembre 2009 di chirugia robotica di Chicago, Michigan (USA), col Dr Guazzoni Tecnologia sofisticata Urologi Italiani, 2-5 Ottobre 2007, Firenze 4) Giberti C, Cortese P, Schenone M, Gallo F. Prostatectomia radicale robot-assitita nerve sparing con conservazione del velo di Afrodite bilateralmente. 57° Convegno SUNI, 12-14 Giugno 2008. 5) Giberti C, Schenone M, Cortese P, Gallo F, Ninotta G. Prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita: risultati oncologici e funzionali dopo 90 casi. 57° Convegno SUNI, 12-14 Giugno 2008. 6) Giberti C, Schenone M, Cortese P, Gallo F. Prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita. Valutazione prospettica dei primi 120 pazienti. 8° Congresso Nazionale Associazione Italiana di Endourologia. Bologna 3-6 Marzo 2009. 7) Giberti C, Schenone M, Cortese P, Gallo F. Pieloplastica laparoscopica robot-assistita: valutazione dei risultati dopo i primi 16 casi. 8° Congresso Nazionale Associazione Italiana di Endourologia. Bologna 3-6 Marzo 2009. 8) A.Schirru MD;I.Caristo MD; D.Aiello MD; M.Bianchi MD;A.Langone MD;U.Cosce MD;F.Quaglia MD;E.Ratto MD. Robotic total mesorectal excision for rectal cancer - Experience of Savona Hospital. CSRA Chicago, 9-10 Ottobre 2009. 9)A.Schirru, I.Caristo, M.Bianchi, U.Cosce, F.Quaglia, E.Ratto. Splenectomia robotica. ACOI Conegliano, 23-25 Novembre 2009 10)A.Schirru,I.Caristo, D.Aiello, M.Bianchi,A.Langone,U.Cosce,F.Qu aglia,E.Ratto. Chirurgia robotica del retto – Esperienza dell'ospedale di Savona. ACOI Conegliano, 23-25 Novembre 2009. PUBBLICAZIONI SU RIVISTE DI SETTORE 1) Gallo F, Schenone M, Giberti C. Ureteropelvic Junction Obstruction: Which Is the Best Treatment Today? J Laparoendosc Adv Surg Tech A, 2009. 2) Giberti C, Gallo F, Schenone M, Cortese P. Robot-assisted laparoscopic pyeloplasty: outcomes reported by a centre with no previous laparoscopic experience. J Robotic Surg 2009 3:8387. PROGETTO PER L'AGGIORNAMENTO 14 Sanità Notizie TECNOLOGICO DEL CENTRO DI CHIRURGIA ROBOTICA DELL'OSPEDALE SAN PAOLO DI SAVONA ROBOT DA VINCI “S” E “Si” Come già ampiamente esposto, le novità introdotte dalla tecnologia robotica negli ultimi anni hanno radicalmente cambiato il mondo della chirurgia, favorendo il conseguimento di notevoli miglioramenti soprattutto nel caso di interventi che richiedano particolare precisione nella dissezione o nel confezionamento di suture complesse. Tuttavia, anche la tecnologia Da Vinci ha portato con se alcune limitazioni tra cui le principali sono rappresentate dalla mancanza del feed-back tattile e dalla diversità di immagine apprezzata dai chirughi al tavolo operatorio rispetto a quella tridimensionale fruita dal chirurgo alla consolle. Con l'obiettivo di colmare tali limitazioni, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole sforzo da parte delle aziende produttrici per migliorare ulteriormente le strumentazioni robotiche che ha portato allo sviluppo di due nuove piattaforme robotiche, rispettivamente il “Robot Da Vinci S” e il “Robot Da Vinci Si”. VANTAGGI TECNICI DELLE NUOVE PIATTAFORME ROBOTICHE - Sistema visivo 3D HD: l'immagine prodotta dal Robot da Vinci tradizionale è un immagine già notevolemente magnificata (fino a 7 volte quella dell'occhio nudo) e tridimensionale. Il nuovo sistema 3D HD è in grado di magnificare ulteriormente l'immagine fino a 10 volte con una visione del campo operatorio “ad immersione”. Inoltre, la visione avviene in formato 16:9 e, pertanto, più ampia del 30%. Tali aspetti garantiscono una chiarezza maggiore dei piani e dei dettagli chirurgici. - Aumento della destrezza, della precisione dei “master controls” e degli “strumenti Endowrist”: Più preciso controllo della punta delle dita nell'articolazione dello strumento endowrist in modo da superare il problema della mancanza del feed back tattile. Ulteriore riduzione dei tremori fisiologici della mano umana. Maggior range di movimenti delle n. 2 • Dicembre 2009 braccia robotiche e possibile allungamento degli strumenti in modo da migliorare l'accesso a tutti i quadranti chirurgici. Strumenti robotici più sottili e telescopici in modo da favorire l'introduzione dei trocar e facilitare il posizionamento delle porte d'accesso. Possibilità di selezionare strumenti 8 o 5 mm a seconda delle condizioni. Tecnologia sofisticata - Miglioramento dell'ergonomia: la posizione del chirurgo alla consolle, soprattutto in corso di interventi lunghi e di particolare precisione, ha causato patologie osteomuscolari. Le nuove consolle chirurgiche garantiscono un miglior allineamento “occhio-braccio”, una visione ad immersione decisamente più favorevole e una postura seduta decisamente Sanità Notizie più comoda. - Più rapido set-up della strumentazione: come tutte le procedure molto sofisticate anche le regolazioni del Robot da Vinci possono talora essere complicate determinando ritardi e ripercussioni sulla performance chirurgica. Le nuove piattaforme chirurgiche forniscono numerose innovazioni in grado di facilitare e velocizzare le procedure di set-up. Regolazione elettrica del carrello robotica: regolazione più precisa ed eseguibili con telecomando anche a distanza. Sistemi semplificati di aggancio degli strumenti sterili: maggior rapidità nei tempi di sostituzione degli strumenti Quarto braccio integrato: il quarto braccio costituisce un enorme vantaggio in quanto fornisce un ulteriore possibilità di aggancio per strumenti manovrati dalla consolle, rendendo il gesto più spontaneo e meno vincolato dalla presenza di un secondo assistente al tavolo operatorio. Configurazioni touch screen: regolazioni più intuitive ed immediate. Connessione ad alta velocità di una fibra ottica singola - Miglioramento dell'interfaccia tra chirurgo alla consolle e il resto dell'equipe: l'introduzione del multiTM input display TilePro permette anche al resto dell'equipe di apprezzare la stessa immagine tridimensionale vista alla consolle. Il display è interattivo con modalità touchscreen e ha la possibilità di muoversi per favorire la visuale dei chirurghi in caso di spostamenti delle strutture della sala operatoria. Possibilità di una doppia console: permette la collaborazione tra due chirurghi che sono in grado, come nella chirurgia tradizionale, di 15 n. 2 • Dicembre 2009 muovere gli stessi strumenti, e fornisce un importante occasione per i giovani chirurghi in formazione che possono assistere ed eventualmente intervenire in determinati momenti dell'atto chirurgico. Permette, inoltre, una collaborazione interdisciplinare, in caso di interventi complessi, tra chirurghi di specialità differenti che possono interagire col robot contemporaneamente. RIFLESSI PREVEDIBILI DELLE NUOVE PIATTAFORME ROBOTICHE SUI RISULTATI CHIRURGICI 16 - Riduzione dei tempi chirurgici: anche in mani esperte, la chirurgia robotica prevede sempre un dispendio di tempo, spesso consistente, legato al settaggio continuo degli strumenti. Le nuove tecnologie sono in grado di limitare il più possibile tale problema favorendo una riduzione dei tempi chirurgici. - Miglioramento dei risultati chirurgici: la miglior capacità e visiva e la maggior precisione degli strumenti fornita dalle nuove piattaforme robotiche si traduce in un rispetto sempre più meticoloso dei piani chirurgici e delle strutture anatomiche con miglioramento dei risultati oncologici e funzionali. - Aumento del numero di interventi eseguiti: sulla base degli attuali parametri è assolutamente realistico stimare come la semplificazione del gesto chirurgico e la riduzione dei tempi tecnici fornita dalle nuove piattaforme robotiche possano tradursi in un aumento sia del numero Tecnologia sofisticata di interventi eseguiti (fino al 50%) sia del tasso di mobilità attiva fino al 30%. L'incremento della casistica chirurgica migliorerà inoltre l'impatto dei dati scientifici presentati dal centro savonese in occasione di confronti nazionali ed internazionali. - Aumento della complessità degli interventi eseguiti: le nuove innovazioni tecniche insieme alla possibilità di un approccio interdisciplinare garantito dalla doppia consolle permetterano sicuramente di ampliare l'indicazione alla chirurgia robotica anche ad interventi attualmente eseguiti con approccio tradizionale. - Possibilità di tutoring dei giovani chirurghi robotici: la possibilità di una doppia consolle potrà essere impiegata, inoltre, in occasione dei numerosi corsi organizzati dal reparto savonese, anche per la formazione di chirurghi robotici naive permettendo l'istituzione di una vera e propria “Scuola di Robotica”. - Incremento dell'attività liberop ro f e s s i o n a l e i n t r a m o e n i a : l'adozione di strumenti che migliorino le prestazioni robotiche non potrà far altro che aumentare l'impatto positivo del già registrato da parte Robot Da Vinci sui pazienti sia liguri che provenienti da fuori regione. Va inoltre ricordato come non esista in Liguria, ad oggi, alcuna struttura privata o convenzionata in possesso di una piattaforma robotica e come quindi la chirurgia robotica possa servire da polo di attrazione per tutta l'utenza ligure disponibile ad ricovero in regime di libera professione intramoenia. Sanità Notizie n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Day surgery al "S. Corona" di Pietra Ligure E' l'unico centro a livello nazionale a praticare questa sperimentazione con la collaborazione del centro Trials dell'IST di Genova. Interventi chirurgici radicali e minimamente invasivi per la prevenzione del tumore della mammella con una anestesia locale ai nervi intercostali del torace sotto guida ecografica e l'utilizzo degli ultrasuoni per la sicurezza della manovra Brunello Brunetto Direttore S.C. Anestesia, Ospedale "Santa Corona", Pietra Ligure Andrea Mazza Dirigente Medico S.C. Anestesia, Ospedale "Santa Corona", Pietra Ligure La prevenzione del tumore della mammella ci ha portati, oggi, ad avere un numero significativo di donne sottoposte ad interventi chirurgici minimamente invasivi e, al tempo stesso, radicali da un punto di vista oncologico. L'approccio alla patologia mammaria è divenuto in questi ultimi anni multidisciplinare, coinvolgendo le divisioni di Chirurgia, di Oncologia Medica e di Anestesia. In ogni campo chirurgico, infatti, l'anestesia ha giocato sempre più in questi ultimi decenni un ruolo determinante la qualità del perioperatorio, consentendo risultati non immaginabili in termini di sicurezza e benessere del paziente, con una riduzione significativa della degenza e delle complicanze. L'anestesia loco regionale ha consentito quasi in ogni ambito chirurgico, laddove ne sia stata possibile l'esecuzione, di evitare l'anestesia generale ed ottenere una copertura antalgica superiore per le prime ore dopo l'intervento. La naturale e continua necessità di migliorare le tecniche anestesiologiche, ci ha portati negli ultimi anni all'utilizzo degli ultrasuoni per poter individuare con certezza e precisione le strutture anatomiche, nel caso specifico i nervi periferici, dove somministrare gli anestetici locali per ottenere un blocco periferico selettivo e scevro da complicanze. Ad oggi l'intervento di quadrantectomia viene condotto in anestesia generale, in regime di one day surgery, ovvero con ingresso il giorno dell'intervento e dimissione il giorno successivo, a 24 ore dall'uscita dalla sala operatoria. Nel nostro Servizio, da ormai più di un anno, abbiamo perfezionato il blocco dei nervi intercostali toracici sotto guida ecografica, questo inizialmente per poter avere un'alternativa all'anestesia generale in quelle pazienti le cui comorbidità potessero rappresentare una controindicazione, relativa o assoluta alla narcosi e alle manovre ad essa inevitabilmente associate e per poter dimettere le donne dopo solo 6 ore, in regime, quindi, di Day Surgery. Questo tipo di anestesia veniva utilizzato alcuni decenni or sono, ma venne poi abbandonato nella routine clinica per l'alta incidenza di blocchi non riusciti e di puntura della pleura (pneumotorace). Oggi, l'utilizzo degli ultrasuoni ci mette al sicuro da queste eventualità, consentendoci di visualizzare l'ago nel suo tragitto attraverso i tessuti e di eseguire con semplicità l'infiltrazione dei nervi intercostali che conducono la sensibilità della parete anteriore del torace, restando a debita distanza dalla pleura e garantendo, in questo modo, la sicurezza della manovra. La possibilità di “vedere” la diffusione dell'anestetico intorno alle strutture nervose ci permette di eseguire blocchi efficaci nella totalità dei casi e di somministrare quantità esigue di farmaco. La tecnica viene eseguita in meno di tre minuti, a paziente prona. Vengono praticate 5 punture, una per ogni spazio intercostale da T2 a T6, previa blanda sedazione per ottenere il massimo comfort. L'anestesia è subito efficace e un'ulteriore sedazione è necessaria solo se richiesta dalla paziente per vincere la naturale tensione emotiva legata alla situazione. L'ecografia ci ha, inoltre, permesso di utilizzare con semplicità la tecnica anche su pazienti sovrappeso o francamente obese, le quali, anzi, in considerazione delle problematiche di intubazione, ventilazione e gestione cardiocircolatoria, sono diventate le migliori candidate a questo tipo di anestesia. Abbiamo ottenuto ottimi risultati anche nella gestione di persone anziane con problemi cognitivi. E' dato di letteratura che la narcosi e l'ospedalizzazione nell'anziano, soprattutto se gravato da patologie neurologiche (demenza senile e S. di Alzheimer su tutte), possano condurre a stati di delirium postoperatorio, con ripercussioni importanti nelle settimane successive. L'anestesia loco regionale diventa di scelta in queste situazioni, in considerazione di una cura globale del malato che non si limiti strettamente all'intervento, ma che ne consideri la sua portata anche a medio e lungo termine. Oggi il nostro Centro, primo e ad oggi unico a livello nazionale ad eseguire questi blocchi avanzati, ha iniziato, con l'approvazione del Comitato Etico e la collaborazione del Centro Trials dell'IST di Genova, uno studio randomizzato e controllato per valutare quale anestesia, se la loco regionale o la generale, sia migliore in chirurgia oncologica mammaria. I risultati forniranno i dati necessari a (segue a pag.18 - colonna 1) 17 n. 2 • Dicembre 2009 Day surgery al "S. Corona" di Pietra Ligure (segue da pag.17 - colonna 3) questo per valutare l'eventuale dolore al seno post quadrantectomia, verranno seguite con una terapia adeguata e raccoglieremo dati che ci indicheranno se esiste o meno una differenza in termini di dolore cronico a seconda della condotta anestesiologica al momento dell'intervento, con un meccanismo, la preemptive analgesia, analogo a quello ormai accettato per l'arto fantasma, che potrebbe riconoscerne la stessa fisiopatologia. cambiare o a mantenere i comportamenti attuali, senza dimenticare che ogni paziente è unico e presenta caratteristiche cliniche devono essere valutate prima di decidere quale trattamento sia maggiormente indicato. Le pazienti che avranno dato il consenso alla sperimentazione, potranno poi beneficiare di visite periodiche gratuite per due anni presso il nostro Ambulatorio, 18 Sanità Notizie L'anestesia loco regionale potrebbe, cioè, prevenire l'inizio di quelle modificazioni che sono alla base del dolore o delle sensazioni sgradevoli alla parete toracica che, negli anni successivi, riscontriamo in una percentuale delle donne operate, riducendone l'intensità e la durata. Se questo fosse vero, i risultati sarebbero importanti per la comunità scientifica e migliorerebbero l'outcome della paziente affetta da tumore al seno. n. 2 • Dicembre 2008 Sanità Notizie Iniziativa formativa Al "S. Corona" di Pietra Ligure su attribuzione della Regione Liguria. Con la legge n.449/1997 art 36 comma 14, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, ha assegnato alle Regioni ed alle Province autonome di Trento e Bolzano, delle somme per iniziative di informazione agli Operatori Sanitari sulle proprietà, sull'impiego e sugli effetti indesiderati dei medicinali e di altri prodotti di interesse sanitario, nonché per le campagne di educazione sanitaria. La Regione Liguria ha ritenuto di attribuire all'ASL 2 Savonese il compito di programmare, organizzare e gestire l'azione informativa in tema di “Sostituzione delle protesi in campo ortopedico”, richiamando l'attenzione sui componenti delle protesi impiantabili contenenti polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE). Il progetto ha previsto le seguenti attività: - l' organizzazione ed effettuazione di un evento formativo sul tema indicato (con accreditamento ECM regionale) rivolto a Medici e Fisioterapisti, mirato alla crescita culturale degli operatori sanitari, che si è svolto lo scorso 24 ottobre presso il Salone Congressi dell'Ospedale S.Corona di Pietra Ligure. L'iniziativa formativa si è posta la finalità di approfondire ed aggiornare le competenze degli Operatori Sanitari in tema di sostituzione delle protesi in campo ortopedico, attraverso la descrizione delle caratteristiche delle protesi in polietilene, l'identificazione dei segni clinici e della diagnostica nell'usura del polietilene, nonché di descrivere gli interventi da adottare in caso di fallimento delle protesi. Il fine ultimo dell'evento è stato di migliorare le competenze professio- Medici e fisioterapisti a convegno per studiare le caratteristiche delle protesi in polietilene da utilizzare nella chirurgia dell'anca e del ginocchio I relatori appartengono alla scuola del Prof. Lorenzo Spotorno. Arturo De Michieli Direttore Dipartimento di Ortopedia Andrea Camera Direttore S.C. Chirurgia Protesica Ospedale "S. Corona" di Pietra Ligure Nicoletta Sacco Responsabile Centro Formazione e Aggiornamento sede di Pietra Ligure nali in tema di gestione del paziente protesizzato, dalla fase preoperatoria alla fase riabilitativa, al fine di erogare prestazioni sanitarie efficaci, in considerazione della rilevanza sanitaria e sociale della tematica (nel mondo si impiantano circa due milioni di artroprotesi di anca e di ginocchio). I relatori coinvolti appartengono alla “scuola” del Prof. Lorenzo Spotorno, i cui insegnamenti hanno consentito il raggiungimento di alti livelli profes- sionali, riconosciuti a livello internazionale. - la produzione di una brochure informativa sul tema indicato, per garantire una maggior diffusione dei contenuti scientifici a livello di territorio regionale. La brochure informativa è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione “Livio Sciutto” che ha fornito il supporto scientifico per la sua stesura. 19 n. 2 • Dicembre 2009 È possibile operare una rieducazione respiratoria a fronte di deficit ventilatori? A questa semplice domanda si può rispondere soltanto in maniera articolata. In primo luogo si osserva che vi sono certamente tre circostanze nelle quali la ginnastica d'incremento ventilatorio è necessaria per superare i deficit respiratori nei tempi e nei modi migliori e per evitare complicazioni. Tali situazioni ricorrono allorché ci si trovi dinanzi a: - pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia toracica ed addominale; - pazienti che devono essere svezzati dalla ventilazione meccanica; - pazienti affetti da obesità. 20 In questi casi la fisioterapia respiratoria mira alla riabilitazione della ventilazione, attraverso la presa di coscienza del respiro e l'educazione al controllo dei muscoli della ventilazione stessa. Le manovre e gli esercizi proposti si concentrano direttamente sulla gabbia toracica e sul diaframma. Si tratta, perciò, di fisioterapia specifica e diretta. A rigor di termini, dunque, la riabilitazione respiratoria non consiste nella rieducazione funzionale della ventilazione, bensì nell'educazione a prendere coscienza del respiro e a controllarlo secondo i criteri indicati. La riabilitazione respiratoria si può attuare altrimenti in forma indiretta, inducendo l'incremento respiratorio con l'aumento della richiesta di ossigeno e della necessità di eliminare anidride carbonica. In questo modo si giunge a riabilitare il paziente affetto da problemi ventilatori attraverso una fisioterapia “aspecifica”. L'altra importante area d'intervento della fisioterapia è quella della disostruzione bronchiale dall'ingombro secretivo. Anche in questa circostanza il paziente deve imparare a respirare in maniera opportuna e controllata, in modo da creare flussi respiratori atti a rimuovere le secrezioni bronchiali eccessive. La tecnica del drenaggio posturale, infatti, è stata da tempo abbandonata a favore di tecniche di ventilazione che inducano la risalita del catarro e l'es- Sanità Notizie Riflessioni terapeutiche Quale rieducazione respiratoria a fronte di deficit ventilatori? Quando non è possibile la fisioterapia specifica e diretta si ricorre all'aumento della richiesta di ossigeno per eliminare anidride carbonica e in altri casi si interviene con la disostruzione bronchiale dell'ingombro secretivo. Vito De Giglio Direttore S. C. RRF, Ospedale "San Paolo" di Savona Fabio Tanghetti Fisioterapista S. C. RRF, Ospedale "S. Paolo" di Savona pettorazione. Alle manovre del drenaggio posturale è riconosciuta una certa validità soltanto in presenza d'ingombro dei bronchi principali, qualora le secrezioni siano sufficientemente fluide. In ogni altro caso la pulizia delle vie aeree è affidata ad opportune manovre d'incremento espiratorio. Attraverso queste ultime l'aria in uscita arriva ad avere un'energia cinetica sufficiente a rimuovere l'ingombro bronchiale. Si aggiunga, per inciso, che pure le manovre del clapping sono cadute da tempo in disuso, non essendone dimostrata la validità. I polmoni sono circondati da un campo di pressione negativa che, in stazione eretta, è più negativa agli apici che alle basi. Il tessuto polmonare, procedendo dalle basi agli apici, si presenta dunque sempre più espanso. Per tale motivo la compliance basale è maggiore e, sempre in stazione eretta, le basi polmonari ventilano assai più che gli apici. In generale, normalmente, le zone declivi, per il fatto di essere poco espanse, a volumi prossimi alla capacità funzionale residua (CFR = VR + VRE, corrispondente alla posizione della gabbia toracica al termine dell'espirazione tranquilla a riposo) ventilano più delle zone antideclivi, semplicemente perché possono essere maggiormente distese o, in altre parole, hanno una compliance maggiore. In decubito laterale il polmone sottostante ventila più di quello soprastante, in decubito supino i flussi aerei maggiori sono a carico delle regione posteriori dei polmoni. Queste differenze regionali sono Eolo re dei venti (immagine tratta da Wikipedia, voce Eolo) n. 2 • Dicembre 2009 sfruttate, in tutti i casi in cui sia necessario, vuoi per la disostruzione bronchiale, vuoi per l'espansione del tessuto polmonare. Le zone declivi del polmone, tuttavia, sono le più esposte all'atelectasia, proprio per la minor negatività della pressione intrapleurica che le circonda. Tale pressione, infatti, può aumentare fino a divenire positiva e fino a comprimere le vie aeree che vanno dai bronchioli respiratori agli alveoli, impedendo la ventilazione di queste stesse aree. Questo, tipicamente, è quanto accade alle basi polmonari nell'immediato periodo postoperatorio in chirurgia addominale alta. Di qui la necessità di iniziare precocemente la ginnastica d'incremento ventilatorio, mirata all'espansione delle basi polmonari stesse. In questa situazione la fisioterapia respiratoria si avvale con evidente giovamento di ausili atti ad incentivare l'inspirazione, chiamati appunto Spirometri Incentivatori dell'Inspirazione (SII). Gli SII si dividono in incentivatori di flusso ed incentivatori di volume. I primi richiedono rapide ed energiche contrazioni dei muscoli dell'inspirazione, mentre i secondi aiutano a raggiungere un certo volume aereo prestabilito, in maniera dolce e graduale. Evidentemente nel decorso postoperatorio sono più adatti i secondi, sia per le ridotte possibilità ventilatorie dei pazienti, sia per la presenza del dolore. Dopo l'operazione chirurgica, per affrontare la fisioterapia, il dolore deve essere controllato con terapia antalgica. Gli SII di flusso trovano migliore impiego nelle fasi preoperatorie o a distanza di tempo dall'atto chirurgico, quando siano venuti meno gli ostacoli meccanici alla discesa del diaframma ed il dolore. Si riserva un'ultima breve considerazione al trattamento dei malati affetti da sindromi di tipo ostruttivo. Essi non trovano nessun giovamento nella fisioterapia specifica1 (men che meno dall'incremento ventilatorio, che sarebbe un'azione scellerata). I loro polmoni sono soggetti a precoce collasso delle piccole vie aeree, con Riflessioni terapeutiche Sanità Notizie conseguente aumento del volume residuo. Tali pazienti sono obbligati a 21 n. 2 • Dicembre 2009 Scopo del lavoro: Nell'interesse del paziente, è auspicabile un continuo dialogo tra i professionisti che, a vario titolo, intervengono nel processo di diagnosi e cura. Purtroppo, non essere presenti in una stessa sede nello stesso momento rende spesso difficoltosa una tempestiva comunicazione tra i responsabili della cura del paziente e i responsabili della diagnostica. A tale scopo il Laboratorio Analisi ha predisposto una procedura che ritiene di far conoscere. Procedura per la comunicazione tempestiva di valori critici I risultati di esami di laboratorio costituiscono parte integrante del processo decisionale clinico perché forniscono informazioni insostituibili nell'ambito della diagnosi e del monitoraggio diagnostico-terapeutico delle malattie. Le evidenze della letteratura riportano che il 70% delle diagnosi mediche si giovano delle indagini di Laboratorio. Nella maggior parte dei casi i risultati degli esami di laboratorio non evidenziano quadri clinici tali da richiedere l'intervento tempestivo del clinico. A volte, invece, sono associati ad un quadro potenziale di grave compromissione della salute del paziente tale da richiedere la notifica tempestiva dei dati al clinico, il quale metterà in atto interventi efficaci ed improcrastinabili per superare lo stato di criticità del paziente. E' il caso dei valori critici, risultati oltre il range di accettabilità oppure oltre il range terapeutico. Presso i Laboratori Analisi della ASL2Savonese i valori critici sono stati definiti sulla base di evidenza ed esperienza clinica e dedotti dalla letteratura scientifica, facendo riferimento a raccomandazioni della JCAHO (Joint Commision on Accreditation of Healthcare Organizations), IFCC (International Federation of Clinical Chemistry and Laboratori Medicine), CAP (College of American Pathologists), RCP (Royal College of Pathologists) o all'esperienza professionale. 22 Sanità Notizie Valori ematici critici I risultati di esami di laboratorio sono insostituibili per una tempestiva e corretta diagnosi della malattia del paziente. Nuova procedura per un dialogo continuo tra il laboratorio di analisi e tutti i professionisti degli ospedali e del territorio Il ruolo del dirigente di settore che valida un dato altamente patologico verificato fra quelli "richiesti" per routine. Franca Minetti Direttore Dipartimento Patologia Clinica ASL2 LIVELLO CRITICO ALTO Secondo raccomandazione ANALITA BASSO Hb ? 6.5 gr/dl PLT ? 20.000 ìL >1.000.000 WBC e/oNeutrofili prima determinazione ? 2.000 ìL > 30.000 ìL JCAHO INR < 1.5 CAP IFCC ? 200 ìL ? 4.5 Secondo esperienza e criteri di prudenza APTT >140’’ CAP Amilasi > 500 mg/dl Calcio ? 6,0 mg/dl ? 13,0 mg/dl JCAHO CPK > 1000 U/l Creatinina ? 7,40mg/dl Digossina Fibrinogeno ? 80mg/dl Fosforo < 1.3 mg/dl Glicemia ? 40 mg/dl GOT e/o GPT K ? 2,5 mg/dl JCAHO ? 500 mg/dl IFCC > 500 mg/dl ? 2,5 mEq/L Lattato ? 6.50 mEq/L RCP > 5 mmol/l ? 1,5 mEq/L Litio Magnesio < 1.0 mg/dl Na ? 120mEq/L Troponina ? 160Eq/L JCAHO > I.R. Urea > 200 mg/dl CO2 < 10 mmol/l > 40 mmol/l pH ematico < 7.20 > 7.60 pCO2 < 20 mmHg > 65 mmHg pO2 < 45 mmHg Carbamazepina < 4 ìg/ml JCAHO > 12 ìg/ml JCAHO Ciclosporina > 400 ìg/ml JCAHO Etanolo > 350 mg/dl IFCC Fenobarbitale > 60 ìg/ml JCAHO > 25 ìg/ml JCAHO Teofillina > 25 ìg/ml JCAHO Valproato > 150 ìg/ml IFCC Liquor esame chimico-fisico sempre Liquor batteriologico Ricerca plasmodio malariae positivo positivo Emocoltura positivo Ricerca micobatteri Ricerca salmonella positivo positivo Ricerca clostridium positivo Fenitoina < 10 ìg/ml n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Valori ematici critici Nel momento in cui il dirigente di settore valida un dato altamente patologico, per richieste effettuate in ruotine, previa verifica della messa in sicurezza di tutte le fasi del processo in modo da minimizzare gli errori e valutate tutte le informazioni anamnestiche possedute, si attiva per comunicarlo nel minor tempo possibile a: 1. Personale medico di reparti chirurgici ed internistici, 2. Personale medico ed infermieristico di reparti d'urgenza (rianimazione, blocco operatorio, pronto soccorso), 3. Medico curante che ha compilato la richiesta di esami per i pazienti che accedono ai Centri Prelievi Territoriali Per il paziente domiciliare si preferisce contattare il medico curante, in quanto ricevere una chiamata dall'Ospedale, può generare nei pazienti uno stato di agitazione psicologica (spesso si tratta di persone anziane), con il rischio fattivo che non siano ben compresi i risultati. Occorre inoltre porsi il problema di quali decisioni deve prendere il paziente: chiamare il curante? recarsi al Pronto Soccorso? È ovvio che la decisione dovrebbe essere mediata da un Medico. Solo nel caso in cui non si riesca a rintracciare il curante, pur provando ripetutamente, si cerca di comunicare con il diretto interessato (in fase di accettazione viene sempre richiesto al paziente di fornire un recapito telefonico autorizzato per eventuali comunicazioni urgenti) oppure comunicare a collaboratori o segreteria telefonica la necessità di contattare con urgenza il Laboratorio Analisi. A scopo precauzionale viene comunque richiesto a chi effettua la comunicazione di specificare chiaramente: nome e cognome del paziente, nome per esteso dell'esame di cui è stato riscontrato il valore critico, il risultato numerico dell'esame e relativa unità di misura, intervallo di riferimento relativo ed eventuali dati precedenti se disponibili. Il dirigente che effettua la comunicazione deve verificare che tutte le informazioni siano state recepite correttamente dal destinatario, facendosi ripetere i dati appena notificati. E' fondamentale che gli operatori dei CUP e dei Centri Prelievi richiedano, al momento dell'accettazione degli esami, dati precisi ai pazienti sul proprio indirizzo e recapito telefonico. A tale scopo sono state attivate procedure per l'inserimento dei dati necessari. Tali dati afferiscono al laboratorio che può , a sua volta, metterli a disposizione del Medico di medicina generale in un clima di fattiva collaborazione. Il colloquio con il curante resta pertanto l'obiettivo privilegiato della comunicazione del DATO CRITICO. Il medico che segue il paziente domiciliare conosce profondamente le sue problematiche di salute e familiari, la terapia in atto e le eventuali complicanze. Per tale motivo il Laboratorio Analisi dell'ASL chiede di poter avere i numeri telefonici di tutti i medici interessati, compresi quelli del territorio (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali) e coglie l'occasione per ringraziare quanti hanno già fornito il loro recapito e chi lo farà nell'esclusivo interesse del paziente. L'indirizzo e-mail a cui comunicare i recapiti telefonici è il seguente: [email protected] Risultati del monitoraggio delle comunicazioni di valori critici effettuate nel corso degli ultimi 2 anni: COMUNICAZIONE VALORI CRITICI - LABORATORIO ANALISI - OSPEDALE SAN PAOLO - SAVONA 200 180 NUMERO COMUNICAZIONI 160 140 120 100 80 60 40 20 0 gen-mar07 apr-giu07 lug-set07 COMUNICAZIONE AL MEDICO ott-dic07 gen-mar08 apr-giu08 lug-set08 COMUNICAZIONE ALL'INTERESSATO ott-dic08 gen-mar09 IMPOSSIBILE COMUNICARE apr-giu09 23 n. 2 • Dicembre 2009 24 Grazie alle nuove tecnologie chirurgiche ed informatiche a nostra disposizione abbiamo eseguito presso il nostro centro negli ultimi anni 97 interventi con l'utilizzo del navigatore computerizzato. La navigazione computer assistita nella protesica di anca e di ginocchio storicamente inizia alla fine degli anni '80 con l'avvento di sistemi di pianificazione basati su studi pre operatori con ricostruzioni TAC multistrato. Tali sistemi erano di difficile utilizzo poiché troppo dipendenti dalla posizione del paziente sul letto operatorio e dal rilevamento dei sistemi di tracciamento ottico, oltre che dall' impossibilità di interfacciare informaticamente e direttamente la TAC al navigatore. L'ingente esposizione a radiazioni ionizzanti, la poca attendibilità del sistema e la difficoltà di interpretazione dei dati a disposizione del chirurgo hanno portato al progressivo abbandono di questo tipo di sistemi. Con il passare degli anni e con lo sviluppo di nuove tecnologie nascono sistemi di navigazione TAC – free, ovvero telecamere che utilizzano punti di repere fissati direttamente sull'arto del paziente le quali sono in grado di riconoscere e ricreare tridimensionalmente, su parametri standardizzati, sia la posizione dell'arto nello spazio che la morfologia anatomica dell' articolazione. Questi sistemi si affiancano a nuovi strumentari dedicati anch'essi letti e riconosciuti dal sistema otticoinformatico che in tempo reale guidano la mano del chirurgo durante l'esecuzione delle varie fasi dell'intervento. Attualmente, dopo aver abbandonato il navigatore computerizzato elettromagnetico, troppo soggetto ad interferenze ambientali, il quale non permetteva spesso di concludere l'intervento, stiamo utilizzando con successo il nuovo strumento “Navitracker” come centro di riferimento per la navigazione di ginocchio in Italia . Ospitiamo settimanalmente chirur- Sanità Notizie Innovazioni tecnologiche chirurgiche Abbandonato il navigatore computerizzato elettromagnetico, troppo soggetto ad interferenze ambientali per concludere l'intervento. Al "S. Corona" si sta utilizzando con successo il nuovo strumento "navitracker" come centro di riferimento per la navigazione di ginocchio in Italia Avviati i corsi di formazione per chirurghi italiani ed esteri. Andrea Camera Direttore S.C. Chirurgia Protesica Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure Michele Gramazio, Stefano Tornago, Lucio Romano, Giuseppe Santoro, Gabriele Cattaneo Dirigenti Medici S.C. Chirurgia Protesica Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure ghi italiani ed esteri per corsi di formazione su tale device e siamo inoltre soci della CAOS (Computer Assisted Orthopaedics Surgery) dunque spesso relatori a congressi su tale tecnologia. Il sistema ottico “Navitracker” è composto da una telecamera ad infrarossi esterna montata su supporto portatile che identifica degli strumenti riflettenti detti “Tracker” che vengono posizionati intraoperatoriamente sull'arto del paziente che sugli strumenti guida chirurgici. Il sistema ha permesso, grazie alle sue caratteristiche di visibilità dei tracciatori, un'ottima accuratezza, affidabilità, facilità di impiego con il raggiungimento di una conseguente precisione e riproducibilità nel tempo degli interventi. I passaggi principali di questo tipo di intervento sono: la possibilità di impostare le calibrazioni della macchina in base al tipo di protesi e all'operatore, la personalizzazione per ogni paziente con la registrazione su supporto informatico DVD di tutte le fasi dell'intervento e la guida tridimensionale di tutti i tagli ossei per un ottimale posizionamento e bilanciamento della protesi impiantata. Questi vantaggi sono in ultimo importanti sotto un profilo medico legale Abbiamo trattato complessivamente 97 pazienti con i vari navigatori. L'intervento chirurgico è stato in 7 pazienti per posizionamento di protesi mono compartimentale nei restanti 90 casi protesi totale. L'età media è stata di 65,4 anni nella maggioranza donne. In 15 casi l'intervento è stato concluso convenzionalmente per una normale curva di apprendimento legata soprattutto al software. In tutti i casi i tempi dell'intervento hanno subito un incremento medio di 25 minuti rimanendo tuttavia nel range di tempo standard senza complicanze di rilievo. Il costo aggiuntivo è stato in media di 593 euro per kit monouso dei puntatori. Gli indubbi vantaggi sono stati: un perfetto allineamento dell'asse meccanico dell'arto, un corretto posizionamento dei componenti protesici ed un ottimo bilanciamento capsulo legamentoso. Il recupero funzionale è stato in tutti i casi ottimo con raggiungimento di un R.O.M (Range of Motion) post operatorio fisiologico. n. 2 • Dicembre 2009 Innovazioni tecnologiche chirurgiche Figura 1 Sistema NAVITRACKER Sanità Notizie Figura 2 Sistema di puntatori (Trackers) Figura 3 Digitalizzazione tridimensionale di simulazione dei tagli ossei di preparazione 25 n. 2 • Dicembre 2009 Background La struttura complessa di Anestesia e terapia del dolore (Direttore Dott. Brunello Brunetto) la divisione di chirurgia protesica (Direttore Dott. Andrea Camera) e la divisione di riabilitazione e recupero funzionale (Direttore Dott. Giovanni Antonio Checchia) dell'ospedale S. Corona di Pietra ligure collaborano ad un ambizioso progetto, nato come studio scientifico e divenuto realtà clinica, allo scopo di migliorare il comfort perioperatorio dei pazienti ma soprattutto di influenzarne positivamente l'outcome. Sia a livello italiano che internazionale la deambulazione del paziente sottoposto ad intervento di “total hip replacement (anca, THR)” o “total knee replacement (ginocchio, TKR)” avviene, in media, rispettivamente dopo 48 ore o 72 ore; presso il nostro centro avviene di norma in caso di THR dopo 24 ore o in caso di TKR dopo 48 ore. L'originalità e la rivoluzionarietà del nostro progetto è stata quella di avere quale obiettivo, in entrambi gli interventi, la possibilità di rendere il paziente autonomo nella deambulazione dopo sole 4 – 6 ore dall'uscita dalla sala operatoria, nell'ambito della stessa giornata dell'intervento. A livello mondiale questa situazione è presente solo in pochi centri degli Stati Uniti ed in alcuni centri in Svezia, ma è indubbio che nella realtà italiana il S. Corona è precursore in questa esperienza rappresentando un buon esempio di sanità efficace in ambito pubblico ed attualmente senza eguali nelle modalità e tempi. Le implicazioni di una deambulazione precocissima sono molteplici e trascendono l'obiettivo minimo di rendere il paziente autonomo in tempi rapidi. L'ovvio beneficio e comfort del paziente si traduce in una più adeguata compliance per tutto il percorso fisioterapico con significativo impatto positivo psicologico in modo da determinare una efficace riabilitazione ed un buon recupero funzionale articolare. A ciò vanno aggiunti altri importanti aspetti clinici quali la riduzione del rischio trombo embolico (sempre reale e presente nella chirurgia ortopedica), ottenuto con la pronta riattivazione della pompa muscolare degli arti inferiori garantita dalla 26 Sinergie professionali al "S. Corona" Sanità Notizie Dal progetto alla realtà clinica attraverso la collaborazione di tre strutture dell'Ospedale. Migliorato il comfort perioperatorio dei pazienti e il risultato complessivo dopo gli interventi su anca o ginocchio Deambulazione autonoma già dopo 4-6 ore dall'uscita dalla sala operatoria. Brunello Brunetto Direttore S.C. Anestesia, Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure Stefano Quaini Responsabile Struttura Semplice Acute Pain Service S.C. Anestesia Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure deambulazione ed inoltre l'ottimale controllo del dolore acuto in fase perioperatoria garantisce la prevenzione del dolore cronico, problema sempre incombente in una chirurgia che presenta dolore misto, nocicettivo e neuropatico. Il gruppo di studio formato dal Dott. Quaini Stefano (responsabile Struttura Semplice Acute Pain Service), dai medici anestesisti Dott.essa Laura Ricci (titolare modulo anestesia in chirurgia protesica) e Dott.essa Sara Bersano, dagli ortopedici Michele Gramazio (responsabile Struttura Semplice Chirurgia Protesica), Giuseppe Santoro, Stefano Tornago, Lucio Romano e Gabriele Cattaneo con la collaborazione dei terapisti della riabilitazione composto da Lella Carioti ed Andrea Maggioni ha intrapreso lo studio in oggetto a partire dall'anno 2007, previa autorizzazione del Comitato Etico ospedaliero. La divisione di Chirurgia Protesica del Santa Corona nell'anno 2008 ha eseguito in elezione (escludendo le protesizzazioni eseguite dopo frattura) 1148 interventi di cui: ? 632 interventi di protesizzazione di anca (primo impianto) ? 105 interventi di revisione di anca ? 384 interventi di protesizzazione di ginocchio (primo impianto) ? 27 interventi di revisione di ginocchio Materiali e metodi Lo studio ha riguardato l'arruolamento, nell'anno 2008, di 70 pazienti sottoposti a protesizzazione di anca (primo impianto) appartenenti alle classi ASA I-II nella fascia di età 30-70 anni che non presentassero controindicazioni all'anestesia loco regionale e che accettassero la tecnica proposta; per ragioni organizzative l'arruolamento ha riguardato il primo o il secondo paziente della seduta operatoria. L'anestesia praticata è stata in 42 pazienti la combinata spino epidurale (CSE), mentre 28 pazienti hanno beneficiato della peridurale . Nel gruppo CSE è stato utilizzato quale anestetico locale la levobupivacaina 0,5 % al dosaggio di 0,15 mg/kg, mentre nel gruppo peridurale si è utilizzata una miscela di mepivacaina 2% (3 mg/kg) e levobupivacaina 0,5% (0,35 mg/Kg). L'analgesia postoperatoria in entrambi i gruppi è stata la medesima, trattandosi di un'analgesia multimodale (anestetico locale epidurale continuo ed analgesia oppiacea orale ), allo scopo di realizzare una significativa copertura sia del target algogeno neuropatico che nocicettivo. La scelta di ricorrere ad un oppiaceo agonista puro in formulazione lento rilascio per via orale è stata dettata dalla possibilità di avere meno effetti collaterali rispetto alla somministrazione intratecale degli oppiacei stessi, essendo infatti il PONV (postoperative nausea and vomiting) uno degli aspetti più insidiosi per la deambulazione n. 2 • Dicembre 2009 precoce. La terapia antalgica postoperatoria si e' quindi avvalsa del blocco epidurale continuo mediante levobupivacaina 0,125% alla velocita di 5-7 ml/h (terapia della durata di 48 ore), mentre la somministrazione di ossicodone per via orale ( 10 mg ogni 12 ore per una settimana ) e' avvenuta a partire dall'arrivo in reparto del paziente .Ogni paziente nel postoperatorio e' stato seguito presso la recovery room con monitoraggio multiparametrico e con possibilità di emorecupero dalla ferita chirurgica. L'end point primario del nostro studio è stata la verifica della superiorità di una tecnica anestesiologica rispetto all'altra in merito alla deambulazione a sei ore dal termine dell'intervento (spinale vs peridurale); gli end points secondari hanno riguardato la presenza di effetti collaterali imputabili alla tecnica adottata (brivido, ponv, prurito, diaforesi, blocco motorio residuo, parestesie, ritenzione urinaria, ipotensione e bradicardia). Dal punto di vista chirurgico si è fatto ricorso a tecnica mini invasiva preservando quindi al massimo le strutture anatomiche muscolari. La massima attenzione e' stata dedicata all'omeotermia intraoperatoria del paziente ricorrendo a riscaldamento attivo ed utilizzo di infusioni endovenose riscaldate, mentre si è messo in atto ogni strategia per il risparmio di sangue, predisponendo di una unità (400 ml) di sangue intero autologo, il recupero intraoperatorio dal campo chirurgico e la somministrazione routinaria ev ad inizio intervento di acido tranexamico (10 mg/kg). Risultati e conclusioni Non sono emerse differenze statisticamente significative nei due gruppi in studio, infatti entrambe le tecniche anestesiologiche si sono mostrate valide ai fini della deambulazione precoce. A nostro giudizio la scelta di ricorrere a dosaggi mediamente bassi di levobupivacaina in anestesia sub aracnoidea e la scelta di privilegiare la mepivacaina in peridurale hanno consentito un valido onset ed una cessazione del blocco motorio molto precoce, che non ha disturbato i chirurghi nel corso dell'intervento di protesizzazione ( il tempo medio di Sanità Notizie Sinergie professionali al "S. Corona" GRUPPO COMBINATA Sesso N° Pazienti Media Età F M Media Pressione Arteriosa Postoperatoria max min Media Valori Valutazione a 6 h PONV VAS Presente Assente 42 53 anni 13 29 120,9 72,6 0,8 4 38 Analgesico rescue 17% GRUPPO PERIDURALE Sesso N° Pazienti Media Età F M Media Pressione Arteriosa Postoperatoria max min Media Valori Valutazione a 6 h PONV VAS Presente Assente 28 57 anni 16 12 117,7 71,6 intervento e' di 50 minuti ); l'abbandono degli oppiacei per via intratecale ha certamente contribuito a circoscrivere effetti indesiderati. Nel gruppo peridurale ha potuto deambulare il 79% dei pazienti (22 pz. vs 6) rispetto al 76% del gruppo spinale (32 pz. vs 10) mentre una considerazione merita il ricorso ad analgesici rescue (fentanyl 0,1 mg epidurale e paracetamolo 1 g ev) che e' stata superiore nel gruppo peridurale (36% dei casi vs 17% ), da cui si può intuire (considerando comunque la limitatezza del campione) come l'anestesia spinale garantisca una efficace e protratta analgesia grazie ad un blocco sensitivo più intenso , come prevedibile dall'azione midollare diretta dell'anestetico. Le cause di mancata deambulazione sono ascrivibili in entrambi i gruppi ad episodi ipotensivi insorti nel postoperatorio e solo in 1,2 6 22 Analgesico rescue 36% alcuni casi a ponv. Riteniamo pertanto il nostro risultato globale molto positivo e tutti i test eseguiti dai fisioterapisti in prima e seconda giornata invariabilmente mostrano una miglior performance dei pazienti arruolati nello studio , anche per le implicazioni psicologiche di una deambulazione tanto precoce, tale da creare nei pazienti stessi la sensazione, riferita da molti di loro, “di non avere neanche subito un intervento di ortopedia maggiore”. Il Santa Corona è stato storicamente centro di riferimento nell'utilizzo delle tecniche di anestesia locoregionale essendo uno dei primi ospedali in Italia a poter vantare l'utilizzo estensivo di tali metodiche ed a far scuola in tale ambito e tale grande tradizione continua, tanto da avere propri medici tra i membri del board scientifico del prossimo (segue a pag.28 - colonna 1) 27 n. 2 • Dicembre 2009 (segue da pag.28 - colonna 3) 28 congresso italiano ESRA 2010 (European Society of Regional Anesthesia ); inoltre il servizio di Anestesia ha partecipato con importanti relazioni ai principali congressi nazionali degli ultimi anni, sia di Anestesia che Algologia che Ortopedia, divenendo opinion leader in numerosi ambiti della materia, sia che si tratti di tecniche di anestesia loco-regionale che per ciò che riguarda la gestione del dolore acuto postoperatorio e la medicina perioperatoria. Il lavoro relativo alla deambulazione precocissima in chirurgia protesica e' infatti stato presentato in esclusiva al congresso internazionale “Masterclass”, svoltosi a Pietra Ligure nel 2006 (in cui sono intervenuti i maggiori chirurghi protesici di fama mondiale, tra cui il compianto Prof. Lorenzo Spotorno) ed in seguito ai congressi nazionali di Ortopedia (SIOT-Societa' italiana ortopedia e traumatologia-2007, Bologna), Anestesia (SIAARTI-Societa' italiana di anestesia rianimazione e terapia intensiva-2007, Torino), Algologia (ACD-Area critica doloreSIAARTI2007, Genova; AISD Associazione italiana studio dolore2007 Assisi, 2009 Teramo), Day Surgery (Firenze 2008) ed al corso “La gestione del paziente in chirurgia protesica d'avanguardia” (2009,Milano, Pietra L.). In ogni occasione congressuale è stato mostrato il massimo interesse aprendo un dibattito attualissimo in merito alla chirurgia a ciclo breve e molti ortopedici ed anestesisti italiani e di tutto il mondo sono stati ospiti presso la sala operatoria della chirurgia protesica complimentandosi per l'innovazione e la competenza riscontrata al momento della loro visita a scopo scientifico. Inoltre l'esperienza accumulata relativamente alla deambulazione precoce e le sue peculiarità ed intuizioni nella gestione perioperatoria dei pazienti, dato l'interesse suscitato, verrà raccolta in un libro che avrà diffusione a livello nazionale, il che ancora una volta testimonia la validità del cammino intrapreso dal gruppo di studio interdisciplinare del Santa Corona. La veterinaria ASL2 in Europa Sanità Notizie Con comunicazione da parte dell'EFSA. Gualtiero Fazio nominato fra gli esperti esterni dell'autorità europea in materia di sicurezza alimentare Elisa Di Padova S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing Il Dott. Gualtiero Fazio, Responsabile della S.S. Ispezione dei Prodotti della Pesca e dell'Acquicoltura il 27 agosto scorso ha avuto comunicazione da parte dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) di essere stato nominato fra gli esperti esterni che collaborano con Autorità Europea in materia di sicurezza alimentare. L'incarico di esponente scientifico esterno è stato conferito al Dott. Fazio dopo una selezione particolarmente severa, basata sulla valutazione, da parte dell'Autorità Europea, dei titoli di studio, delle esperienze professionali (in particolare nel campo della valutazione del rischio e della raccolta dati relativi ai pericoli biologici o chimici), di articoli scientifici in riviste dotate di processo di revisione tra pari, di relazioni tecniche e di altre pubblicazioni pertinenti, dell'attività di docenza e della capacità di comunicare e di lavorare nelle lingue comunitarie. Tale posizione darà una favorevole visibilità all'ASL2 che potrà così partecipare direttamente alle decisioni comunitarie ed usufruire di un costante e tempestivo aggiornamento degli indirizzi della politica comunitaria inerenti la sicurezza alimentare. Che cosa è L'EFSA: L'EFSA è un organismo comunitario, con sede in Parma, istituito nel 2002 a seguito dell'emanazione del Reg. (CE) n. 178 del 28 gennaio 2002. L'Autorità offre consulenza e assistenza scientifica e tecnica per la normativa e le politiche della Comunità in tutti i campi che hanno un'incidenza sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi, costituisce una fonte di informazioni e pareri scientifici e rappresenta la chiave di volta dell'Unione Europea per la valutazione e la comunicazione dei rischi relativi alla sicurezza di alimenti e mangimi. Le informazioni tecniche ed i pareri scientifici elaborati dall'EFSA costituiscono uno dei principali fondamenti per l'attività legislativa e la definizione delle politiche in Europa e permette alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo e agli Stati membri dell'UE di assumere decisioni tempestive ed efficaci nella gestione del rischio. La sua organizzazione comprende un Comitato Scientifico e si avvale dell'attività e dell'esperienza di un gruppo di Esperti interni e di un gruppo di Esperti scientifici esterni. Per maggior informazioni sull'EFSA: http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efs a_locale-1178620753820_home.htm n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Sorveglianza nutrizionale Attualmente la prevalenza di obesità giovanile in Europa è 10 volte maggiore rispetto agli anni '70: il 20% dei bambini è in sovrappeso con un picco del 34% nei bambini tra i 6 e i 9 anni. Ecco i risultati del progetto "Okkio alla salute" realizzato dalla nostra ASL in collaborazione con le scuole Anche nella nostra Provincia è rilevante la percentuale di alunni in sovrappeso e obesi all'attenzione della Rete di collaborazione fra il Dipartimento di Prevenzione, i Servizi Consultoriali, la Pediatria territoriale e le istituzioni Scolastiche. Marina Scotto Direttore Dipartimento Prevenzione PREMESSA In Italia, come in altri Paesi europei, l'obesità rappresenta un problema prioritario di salute pubblica; dati recenti dell'OMS ne sottolineano l'incremento, particolarmente in età evolutiva. Attualmente, la prevalenza di obesità giovanile in Europa è 10 volte maggiore rispetto agli anni '70; il 20% dei bambini europei è in sovrappeso/obeso, con un picco del 34% nei bambini tra i 6 e i 9 anni (1 su 3 è sovrappeso o obeso). L'obesità infantile assume dunque importanza notevole sia per le dirette implicazioni sulla salute del bambino sia perché rappresenta un fattore di rischio per l'insorgenza di patologie cronicodegenerative, nonché un fattore predittivo di obesità in età adulta. finalizzato alla realizzazione di un sistema di indagine sui rischi comportamentali relativi alle abitudini alimentari e motorie dei bambini in età scolare (6-10 anni), parte di un più ampio progetto del CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie), “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione. Tale iniziativa è collegata al programma europeo “Guadagnare Salute” ed al Piano Nazionale di Prevenzione 2005-07 (PNP). La realizzazione del progetto è stata affidata alle Regioni ed alle AA.SS.LL. diffuse sull'intero territorio nazionale, in collaborazione con il mondo della Scuola, mediante il coordinamento del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La sorveglianza dello stato nutrizionale è stata realizzata mediante estrazione di un campione rappresentativo della popolazione in esame, che consente di conoscere prevalenza ed andamento nel tempo dei due fenomeni “sovrappeso ed obesità” e dei comportamenti ad essi associati; inoltre, consentirà di monitorare, attraverso indagini ripetute, l'efficacia di eventuali interventi mirati realizzati. ( S O RV E G L I A N Z A - N O N SCREENING: i suoi risultati non vanno utilizzati per la diagnosi e l'assunzione di misure sanitarie nel singolo individuo, ma per meglio inquadrare la situazione nella popolazione di partenza e stabilire le conseguenti strategie d'azione) “OKkio alla Salute – promozione della salute e della crescita sana dei bambini della scuola primaria” è un progetto Il progetto prevede la registrazione delle misure antropometriche (peso ed altezza) e la raccolta di informazioni sulle abitudini relative all'alimentazione, all'attività fisica ed alla sedentarietà di un campione di bambini delle terze classi primarie (di circa 8 anni), rappresentativo della situazione media dei bambini di tutte le classi delle scuole primarie, come raccomandato dall'OMS. OKkio NEL SAVONESE Il progetto “OKkio alla salute” è stato realizzato dalla Asl 2 nel trimestre aprilegiugno 2008. Il campionamento adottato è stato quello “a grappolo”, utilizzando la classe terza come unità di campionamento; la Regione Liguria, attraverso l' ASL 2 Savonese, ha partecipato a tale progetto nazionale mediante campionamento di tipo regionale (rappresentativo a livello di regione), ossia attraverso la valutazione di 10 classi terze (v. scheda riassuntiva) per un totale di 179 bambini COMUNE DENOMINAZIONE INDIRIZZO ALASSIO ALASSIO CAPOLUOGO VIA NEGHELLI 26 Classe e Sezione campionata 3B ALBENGA ALBENGA 2 - PACCINI LUNGOCENTA D. ALIGHIERI, 1 3C ARNASCO CERIALE/ARNASCO PIAZZA DEL MUNICIPIO 3 unica CALICE L. FINALE - CALICE LIGURE PIAZZA MASSA 3 unica DEGO CAIRO M.TTE - DEGO CAP. VIA CAMPO SPORTIVO 3 unica LOANO LOANO CAP. "MONS.VALERGA" CORSO EUROPA 3C QUILIANO DON N.PELUFFO - QUILIANO VIA ROMA 3A SAVONA SV – COLOMBO/MAMELI VIA TAGLIATA 2 3B SAVONA SV - VILLAPIANA/MAZZINI VIA VERDI 15 3C VADO L. VADO LIGURE - VALLE VIA P. SACCO 12/A 3 unica Sono stati inclusi nella sorveglianza tutti i bambini presenti il giorno della visita degli operatori nelle classi selezionate, i cui genitori non hanno negato per iscritto il consenso (170 alunni misurati = 95%degli alunni iscritti). Ai genitori è stata richiesta la compilazione di un breve questionario (13 domande), in merito alle abitudini (motorie/sedentarie, alimentari) dei propri figli ed alle proprie competenze di genitori - educatori. Il giorno dell'indagine, gli operatori hanno rilevato peso ed altezza dei bambini utilizzando bilance digitali da terra (± 50 g) e stadiometri portatili (± 1 mm). Gli alunni sono stati pesati vestiti senza scarpe o maglioni, con annotazione 29 n. 2 • Dicembre 2009 dei capi di abbigliamento indossati (la tara è stata poi fatta in sede di analisi centrale). Per la raccolta delle informazioni sulle abitudini alimentari e motorie dei bambini, è stato utilizzato un questionario anonimo standardizzato di 15 semplici domande, a cui gli stessi hanno risposto autonomamente barrando le opportune caselle o descrivendo altre opzioni. Le informazioni riguardanti le abitudini degli alunni sono state raccolte tramite questionari brevi, appositamente predisposti dall'ISS, somministrati ai bambini in classe, ai loro insegnanti ed ai loro genitori; tale attività è stata svolta dagli operatori sanitari dell'ASL 2 Savonese, in stretta collaborazione con gli insegnanti delle classi interessate e con adeguata informazione ed attivo coinvolgimento delle famiglie, nella garanzia dell'anonimato per gli alunni partecipanti. All'insegnante di riferimento di ciascuna classe sono stati illustrati gli obiettivi, le modalità dell'indagine ed i termini della sua collaborazione, mediante l'offerta della formazione necessaria alla realizzazione di alcune attività propedeutiche alla raccolta dei dati e funzionali alla diffusione ed all'utilizzo delle informazioni successivamente emergenti (risultati dell'indagine). Queste ultime sono state condivise ad ogni livello – provinciale, regionale, nazionale - per permettere agli operatori dell'istruzione e della salute d'identificare i comportamenti a rischio più diffusi e le modalità per prevenirli e contrastarli. Poiché l'Asl 2 Savonese ha scelto di partecipare mediante campionamento di tipo regionale (rappresentativo a livello di regione), i risultati emersi, qui riportati, si riferiscono ai dati regionali – non provinciali - a cui hanno perciò contribuito anche le altre Asl, confrontati con quelli nazionali, desunti da una media delle 18 regioni partecipanti allo studio. I RISULTATI: DESCRIZIONE DELLA POPOLAZIONE 30 Nella Regione Liguria hanno partecipato all'indagine 118 scuole e 134 classi, pari al 100% di quelle campionate, per le quali solo il 2% dei genitori ha negato il permesso per la misurazione dei propri figli (valore inferiore a quello nazionale: 3%). Nella giornata della misurazione erano assenti solo l'8% del totale di quelli iscritti (generalmente la percentuale di assenti è pari al 5-10%), con una proporzione simile tra maschi e di femmine. I bambini arruolati nell'indagine, misurati ed ai quali è stato possibile somministrare Sanità Notizie Sorveglianza nutrizionale il questionario, sono stati il 90% degli iscritti negli elenchi delle classi. Hanno infatti risposto al questionario dei genitori il 90% delle famiglie: l'alta percentuale di partecipazione assicura una rappresentatività del campione molto soddisfacente. Lo scarso numero di rifiuti alla misurazione (1) è stato anche conseguente ad un lavoro propedeutico accurato da parte degli operatori sanitari in sinergia con gli insegnanti, questi ultimi veri mediatori tra l'Azienda sanitaria e le famiglie. La scolarità dei genitori è stata usata come indicatore socio-economico della famiglia, come in altri studi sulla salute del bambino. Il questionario è stato compilato più spesso dalla madre del bambino (89%), con grado di istruzione elevato (69%); meno frequentemente dal padre (10%) o da altra persona (1%). Il 32% delle madri lavora a tempo pieno e il 40% part-time. LA SITUAZIONE NUTRIZIONALE DEI BAMBINI L'indice di massa corporea (IMC) è un indicatore indiretto dello stato di adiposità, semplice da misurare e comunemente utilizzato. Tra i bambini liguri: il 6,6% risulta obeso, il 22,2% soprappeso, il 71,2% sotto e normopeso Complessivamente il 29% dei bambini presenta un eccesso ponderale, che comprende sia la situazione di sovrappeso che di obesità. In alcune realtà, sesso del bambino, zona geografica di abitazione e livello di scolarità della madre sono associati alla situazione di sovrappeso o obesità del bambino. Le prevalenze di obesità e di sovrappeso sono lievemente maggiori tra i bambini di 8 anni rispetto a quelli di 9, e tra i maschi rispetto alle femmine. I bambini liguri che frequentano scuole in centri con più di 50.000 abitanti, in area non metropolitana, sono in genere meno sovrappeso. Il rischio di obesità diminuisce con il crescere della scolarità della madre, da 9,1% per titolo di scuola elementare o media, a 5,6% per diploma di scuola superiore, a 4% per la laurea. Valore assunto usando mediana di riferimento* Valore regionale Valore nazionale Prevalenza di bambini sottonormopeso 84% 71% 64% Prevalenza di bambini sovrappeso 11% 22% 24% Prevalenza di bambini obesi 5% 7% 12% Mediana di IMC nella popolazione in studio 15,8 17,2 17,6 * Per ottenere un valore di riferimento con cui confrontare la prevalenza di sovrappeso e obesità della popolazione in studio, sono stati calcolati i valori che la popolazione nazionale avrebbe se la mediana dell'IMC fosse pari a quella della popolazione di riferimento utilizzata dalla IOTF (International Obesity Task Force) per calcolare le soglie di sovrappeso e obesità. LE ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI Molti studi scientifici dimostrano l'associazione tra l'abitudine a non consumare la prima colazione e l'insorgenza di soprappeso; in accordo a quanto indicato dall'INRAN, è stata considerata adeguata la prima colazione che fornisca un apporto di calorie e proteine, per esempio: latte (proteine) e cereali (carboidrati), o succo di frutta (carboidrati) e yogurt (proteine). Nella nostra Regione solo il 62% dei bambini fa una colazione qualitativamente adeguata. Il 9% non fa per niente colazione e il 29% non la fa qualitativamente adeguata. La prevalenza del non fare colazione è più alta nei bambini di mamme con titolo di studio più basso (elementare o media). Viene inoltre raccomandato il consumo a metà mattina di una merenda contenente circa 100 calorie, che corrispondono ad uno yogurt, o un frutto, o un succo di frutta senza zuccheri aggiunti. Solo una piccola parte di bambini, intorno al 22%, consuma una merenda adeguata di metà mattina. La maggior parte dei bambini, circa il 74%, la fa inadeguata e il 4% non la fa per niente. Le femmine fanno una merenda di metà mattina più frequentemente dei maschi, ma meno adeguata. Non sono emerse differenze per livello di istruzione della madre. Le “Linee guida INRAN sulla sana alimentazione” prevedono l'assunzione di almeno cinque porzioni al giorno di frutta o verdura, che, nell'arco della giornata, garantiscono un adeguato apporto di fibre e sali minerali e consentono di limitare la quantità di calorie introdotte. In Liguria, i genitori riferiscono che solo il 2% dei bambini consuma 5 o più porzioni di frutta e verdura ogni giorno, il 33% una sola porzione. Il 17% dei bambini mangia frutta e verdura meno di una volta al giorno o mai nell'intera settimana. Non sono emerse differenze per sesso del bambino; si osserva però un'associazione positiva tra consumo di frutta e verdura ed elevato livello d'istruzione della madre. In una lattina di bevanda zuccherata (33 cc) è contenuta una quantità di zuccheri aggiunti pari a circa 40-50 grammi, fra 5 e 8 cucchiaini, con l'apporto calorico che ne consegue. Esiste dunque una forte associazione tra il consumo di bevande zuccherate e l'obesità. n. 2 • Dicembre 2009 In Liguria, solo il 64% dei bambini consuma meno di una volta al giorno o mai delle bevande zuccherate. Il 23% dei bambini assume bevande zuccherate una volta e il 13% più volte al giorno. Il consumo di bibite zuccherate almeno una volta al giorno ha maggior prevalenza nei maschi rispetto alle femmine (comunque non significativa, a livello 5%); inoltre, essa diminuisce con il crescere della scolarità della madre, da 45% per titolo di scuola elementare o media, a 35% per diploma di scuola superiore, a 25% per la laurea. Valore desiderabile per i bambini Valore regionale Valore nazionale hanno assunto la colazione il mattino dell’indagine 100% 91% 89% hanno assunto una colazione adeguata il mattino dell’indagine 100% 62% 60% hanno assunto una merenda adeguata a metà mattina 100% 22% 14% assumono 5 porzioni di frutta e verdura giornaliere 100% 2% 2% 0% 36% 41% Prevalenza di bambini che… assumono bibite zuccherate almeno una volta al giorno Sanità Notizie Sorveglianza nutrizionale LA PERCEZIONE DELLE MADRI SULLA SITUAZIONE NUTRIZIONALE E SULL'ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI maniera leggermente superiore per le figlie femmine rispetto ai maschi (61% vs Madri che percepiscono… in modo adeguato lo stato ponderale del proprio figlio quando questo è sovrappeso Premessa per il cambiamento e per la soluzione di un problema è la presa di coscienza della sua esistenza. In realtà, la cognizione che comportamenti alimentari inadeguati siano causa del problema sovrappeso/obesità non è ancora diffusa nella collettività; a tutto ciò, si aggiunge la mancata consapevolezza da parte delle madri dello stato di sovrappeso/obesità e del fatto che il bambino mangi troppo: in tale situazione, la probabilità di riuscita di misure preventive e correttive risulta limitata. Valore desiderabile Valore regionale Valore nazionale 80% 52% 51% in modo adeguato lo stato ponderale del proprio figlio quando questo è obeso 100% 93% 90% l’assunzione di cibo del proprio figlio come adeguata, quando questo è sovrappeso o obeso da ridurre 72% 69% correlate: malattie cardiovascolari e diabete tra le principali. Valore desiderato per i bambini Valore regionale Valore nazionale Bambini definiti fisicamente attivi 100% 76% 74% Bambini che hanno giocato all’aperto il pomeriggio prima dell’indagine 100% 54% 55% 100% 34% 38% 100% 8% 9% Bambini che hanno svolto attività sportiva strutturata il pomeriggio prima dell’indagine Bambini che svolgono attività fisica almeno un’ora al giorno per 5-7 giorni alla settimana I genitori possono non avere un quadro corretto dello stato ponderale del proprio figlio. Ciò è particolarmente rilevante nei bambini sovrappeso/obesi che vengono al contrario percepiti come normopeso. Infatti, ben il 48% delle madri di bambini sovrappeso e il 7% delle madri di bambini obesi ritiene che il proprio bambino sia normopeso o sottopeso. Nelle famiglie con bambini in sovrappeso, questa condizione viene percepita in 31 n. 2 • Dicembre 2009 Madri che percepiscono… l’attività fisica del proprio figlio come scarsa, quando questo risulta inattivo Figura 2. Bambini che usano TV e videogiochi per più di 2 ore al giorno e hanno la TV in camera 32 Sanità Notizie Sorveglianza nutrizionale Valore desiderabile per i bambini Valore regionale Valore nazionale Bambini che passano al televisore o ai videogiochi più di 2 ore al giorno 0% 33% 48% Bambini con televisore in camera 0% 45% 49% Valore desiderabile Valore regionale Valore nazionale da aumentare 40% 48% n. 2 • Dicembre 2008 Sanità Notizie Robot e umanizzazione Dibattito approfondito al Convegno organizzato al Teatro Chiabrera. Quale alleanza possibile fra medico e paziente nell'era della chirurgia tecnologica generalizzata? Informazione e comunicazione per instaurare un vero rapporto umano fra chirurgo e malato. Angelo Schirru Direttore S.C. Chirurgia Generale, Ospedale "S. Paolo" di Savona Angelo Schirru. La moderna chirurgia tecnologica, e la robotica in particolare, possono generare nell'opinione pubblica l'equivoco e l'erronea associazione: chirurgo = robot, alimentando aspettative nei confronti di una medicina considerata mitica ma anche e proprio per questo “lontana dalla realtà”. Questo è uno dei punti cruciali della nuova e m o d e r n a C h i r u rg i a tecnologica che è stato affrontato nel Convegno Chirurgia tecnologica e rapporto umano, organizzato in due sessioni (al mattino presso la Sala Rossa del Comune di Savona, al pomeriggio p r e s s o i l Te a t r o G.Chiabrera aperto a tutta la cittadinanza) il 19 settembre scorso. Ecco quindi la nuova centralità del paziente come soggetto attivo che condivide e discute con gli Specialisti la situazione clinica e affronta, in seguito, una riabilitazione non solo fisica ma soprattutto sociale e “umanologica”. In particolare, nella sessione p o m e r i d i a n a d e l Te a t r o Chiabrera, è stata presentata la Carta della Qualità in Chirurgia, nata un anno fa e ispirata ai 14 Diritti della Carta Europea dei diritti del Malato. Gli approfondimenti hanno riguardato i temi dell'informazione, poiché tutti i cittadini devono essere ben informati per instaurare un corretto rapporto medico-paziente ed essere coinvolti nel percorso di cura, e dell'innovazione, poiché tutti i cittadini possano contare su una struttura che garantisca l'aggiornamento del personale e l'utilizzo di tecnologie innovative. Chirurgia tecnologica e rapporto umano Insieme al Medico di Medicina Generale e agli altri Specialisti, il chirurgo deve diventare necessariamente anche un comunicatore: per fare ciò deve recuperare tutte le risorse tecniche e psicologiche per instaurare col paziente un vero rapporto umano. La tavola rotonda, condotta dal Dott. Carlo Gargiulo, Medico di Medicina Generale e conosciutissimo volto della televisione al fianco di Michele Mirabella nella trasmissione Elisir, ha chiuso il Convegno a cui ha partecipato, con nostra grande soddisfazione, oltre che illustri professionisti anche una buona parte della popolazione. 33 n. 2 • Dicembre 2009 I racconti di pazienti sottoposti ad interventi chirurgici sono spesso pittoreschi e suggestivi: le sensazioni, la memoria di alcuni particolari, la tensione, ma una costante è sempre presente ed è il “grande freddo”; i pazienti operati ricordano molto bene il terribile freddo a cui sono stati sottoposti. Perché fa così tanto freddo in sala operatoria? Nel servizio di Anestesia e Terapia del Dolore dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, diretto dal Dott. Brunello Brunetto, la risposta è molto precisa e dettagliata, perché alcuni anestesisti rianimatori hanno preso molto a cuore il problema e si sono dedicati a studi ed organizzato convegni e progetti. Nel 1956 R.W. Pickering scrisse: “il metodo migliore per raffreddare un paziente è sottoporlo ad anestesia”, ed è proprio così, i sistemi adibiti al controllo della termoregolazione che sono coordinati dall'ipotalamo, durante l'anestesia, sia generale che loco-regionale centrale, subiscono importanti alterazioni; le risposte che l'organismo mette in atto fisiologicamente in seguito a variazioni di temperatura corporea, durante l'anestesia, sono ritardate e ridotte. La temperatura del paziente in sala operatoria e nel perioperatorio è un parametro molto importante che merita attenzione, in quanto può essere responsabile di complicanze anche molto gravi; purtroppo questo parametro è molto poco valorizzato, e non solo nel nostro paese, al punto che la cronaca alcuni anni fa venne alla ribalta per un caso di morte di una sedicenne per ipotermia in sala operatoria (La Repubblica — 06 dicembre 1996 pagina 19). In sala operatoria l'anestesista ha diverse possibilità per agire sul controllo della temperatura corporea, ad iniziare dal monitoraggio: come tutti i parametri vitali deve essere misurata con l'inserimento di una sonda (di solito esofagea o timpanica) o con rilevatori cutanei, e sulla base dei valori si può decidere come procedere. 34 Tanti fattori influiscono sulle variazioni della temperatura corporea durante l'intervento chirurgico e la Normotermia perioperatoria Sanità Notizie La temperatura ambientale ha un'influenza rilevante. Poco valorizzato il parametro relativo alla temperatura del paziente in sala operatoria con rischio di complicanze Il freddo corporeo, contrariamente a ciò che si pensa, aumenta il rischio di infezioni durante gli interventi. Brunello Brunetto Direttore S.C. di Anestesia Ospedale "Santa Corona" Pietra Ligure Walter Belcio Dirigente Medico S.C. Anestesia Ospedale "Santa Corona" Pietra Ligure temperatura ambientale è uno dei principali: bisogna ricordare che è presente un decreto del Presidente della Repubblica 14.01.97 (supplemento della Gazzetta Ufficiale n.42) che regolamenta i requisiti strutturali ed ambientali delle sale operatorie (tab 1) L'ipotermia può dare luogo a manifestazioni cliniche di rilevante importanza a carico di diversi apparati, determinando complicazioni che influiscono sull' outcome del paziente.(tab.2) Contrariamente a ciò che erroneamente si pensa, la bassa temperatura corporea in sala operatoria non riduce le infezioni, ma anzi le aumenta; altro punto fondamentale riguarda il sanguinamento che nei casi di ipotermia aumenta notevolmente, rendendo necessarie maggiori trasfusioni e tutte le complicanze ad esse connesse. Senza dimenticare la riduzione della soglia del dolore. Come si evince dai numerosi ed importanti effetti che l'ipotermia determina sull'organismo, si rende necessario che tutti gli operatori diano la giusta importanza a questo problema, che può essere prevenuto e trattato in modo tempestivo ed efficace; in questo modo si può ottenere un beneficio per il paziente, in termini di riduzione del disagio post operatorio e di tempi di ricovero. In condizioni di emergenza-urgenza l'impatto dell'ipotermia sul paziente è ancora maggiore; Gentilello e al. nel 2001 scrive: “Il paziente politrauma- tizzato che giunge in ospedale con una temperatura interna di 32°C o inferiore, ha una mortalità prevista del 100%..”; questa affermazione forte e sostenuta dalla letteratura scientifica, è emblematica di come sia necessario intervenire tempestivamente per prevenire una condizione che una volta innescata difficilmente si riesce a recuperare. Oltre alla correzione delle condizioni ambientali, è necessario utilizzare presidi in grado di trasmettere calore al paziente per prevenire e/o trattare l'ipotermia; nel nostro servizio, divenuto centro di riferimento per le aziende del settore, abbiamo testato tutti i presidi di riscaldamento attualmente in commercio, analizzando le capacità di ognuno ed individuando i campi di applicazione più idonei. Esistono tre categorie principali di strumenti, in base al loro meccanismo di azione: A convezione: riscaldatori che utilizzano aria forzata diretta sul paziente attraverso copertine che ne distribuiscono il flusso; (fig.1) A conduzione: trasmettono calore per contatto diretto col paziente, sono per lo più materassini che svolgono anche un azione antidecubito se posizionati sotto al paziente; (fig.2) Sistemi scaldaliquidi, durante l'intervento vengono infusi in vena al paziente liquidi di soluzioni fisiologiche e/o emoderivati che n. 2 • Dicembre 2009 “..La sala operatoria deve essere dotata di condizionamento ambientale che assicuri le seguenti caratteristiche igrometriche:..” – temperatura interna invernale e estiva compresa tra 20-24°C; – umidità relativa estiva e invernale 40-60%; – ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) 15 v/h; – filtraggio aria 99.97%; ..” Tab. 1 App. Cardiovascolare App. Respiratorio Sist. Nervoso Centrale Sistema Immunitario Sistema Ematologico Metabolismo Sanità Notizie Normotermia perioperatoria Aumento delle pressioni, aritmie, ed ischemie se si giunge a 32°C o inferiore Ridotta ossigenazione per vasocostrizione polmonare Risveglio ritardato dall’anestesia, coma se T a 30°C Ridotta funzionalità e maggior rischio di infezioni Ridotta funzione dei fattori della coagulazione e delle piastrine Aumento della glicemia, ridotto smaltimento dei farmaci, brivido Tab. 2 devono essere riscaldati e non utilizzati a temperatura “ambiente”(fig.3) Ognuno di questi presidi ha un campo di applicazione specifico e i risultati migliori si ottengono con la combinazione tra più strumenti. Quest'anno abbiamo organizzato, in collaborazione con il Prof. Franco Maria Bobbio Pallavicini, l'Accademia di Medicina, e l'Università di Genova un convegno che si è svolto il 29 Maggio presso l'Ospedale San Martino sull'argomento della temperatura nel periodo perioperatorio che ha visto numerosa affluenza e ha permesso una tavola rotonda tra tutti gli esponenti della disciplina anestesiologica in Liguria, al fine di stipulare un documento ufficiale che regolamenti il comportamento in sala operatoria per ottimizzare la gestione termica del paziente. Inoltre è fortemente necessaria la realizzazione di un dialogo comune tra il Sistema di Emergenza 118 , il Pronto Soccorso e la Rianimazione per definire un “percorso caldo” per il politraumatizzato per cui abbiamo in cantiere un “gruppo di lavoro” che coinvolgerà i vari rappresentanti clinici, per definire una strategia d'azione comune. Per il prossimo anno abbiamo in programma diversi corsi e convegni, che realizzeremo con il Prof. F.M. Bobbio Pallavicini (San MartinoGenova), il Dott.A. De Gasperi (Niguarda-Milano), ed il Dott. Dei Poli (San Donato-Milano) con cui porteremo in giro per l'Italia l'argomento grazie alla collaborazione di diverse aziende del settore. In conclusione si può affermare, quindi, che una corretta prevenzione dell'ipotermia accidentale può sicuramente evitare conseguenze spiacevoli per il paziente, e migliorare l'intero sistema di cura. La prevenzione dell'ipotermia perioperatoria è un “dovere” di ogni operatore sanitario, medico e paramedico; se un tempo vi erano poche evidenze che testimoniavano le drammatiche conseguenze a questo evento, ai tempi odierni non è più così. Tanti infatti i sintomi, presenti in forma subdola, che hanno alimentato la ricerca scientifica con risultati sorprendenti, pertanto non possiamo “nasconderci” dietro tali evidenze. fig.1 Bibliografia 1) Sessler DI. Current concepts: mild perioperative hypothermia. New England Journal of Medicine 1997. 2) Montanini S, Martinelli G, Torri G, Praltono R, Borzonati E, Proietti R, Barboncini S, Bestini L, Berti M, Consensus Conference sull'ipotermia perioperatoria, S.I.A.A.R.T.I. 2000. 3) TEMMP (Thermoregulation in Europe, Monitoring and Managing Patient Temperature) Study Group (2004) Survey on intraoperative temperature management in Europe 4) ASA: Standards, Guidelines, and Statements. Park Ridge, IL, ASA, 1999 15. AANA: Scope and Standards for Nurse Anesthetists. Park Ridge, IL, AANA, 1998 5) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 gennaio 1997 (pubbl. sul supplemento ordinario alla G.U. n. 42 del 20 febbraio 1997) 6) Kurz a, Sessler D, Narzt E, Lenhart R. Morphometric influences on intraoperative core temperature changes 1995. El Gamal N, El Kassambany N, frank S. Et coll. Age related thermoregulatory differences in a warm operating room enviroment 2000. Delibera Giunta Regionale lombardia: definizione dei requisiti minimi 22/01/1998. 7) Ouelette R: Comparison of four intraoperative warming devices. AANA J 1993: 61:394-396, 1993. 8) Perioperative normothermia to reduce the incidence of surgical-wound infection and shorten hospitalization. Study of Wound Infection and Temperature Group. Kurz A, Sessler DI, Lenhardt R. Thermoregulation Research Laboratory, University of California, San Francisco 94143-0648, USA, 9 May 1996, N England J Med fig.2 fig.3 35 n. 2 • Dicembre 2009 Coesistenza malattie croniche Invecchiamento avanzato Ridotta autonomia funzionale Rapporto ospedale - territorio Paziente fragile Stato socioambientale critico polifarmacoterapia Fig 1. Il paziente fragile accolto in Cure Intermedie Nell'ottobre 2004 nasce la struttura complessa Medicina Interna per le Cure Intermedie (M.I.C.I.) con l'intento di proseguire un processo di riorganizzazione delle degenze in Medicina sulla base dell'Intensità di cura, anche sulla scorta dell'esperienza maturata da più di due decenni con la l'Unità di Terapia Intensiva Medica. Il nome deriva dalla terminologia inglese “Intermediate health care” e la missione è quella di garantire una continuità di cure al “paziente fragile” che, superata la fase acuta della malattia, necessita ancora di una fase di osservazione e continuità terapeutica e riabilitativa prima della dimissione. La necessità di istituire una struttura di Cure Intermedie in ambito Internistico deriva dai cambiamenti che stanno modificando la domanda di salute della popolazione italiana. L''invecchiamento della popolazione, l'aumento delle patologie cronico-degenerative e l'evoluzione tecnologica hanno un forte impatto sulla richiesta di cure e sulla sostenibilità economica di tutto il sistema salute. Le Cure Intermedie si inseriscono nella moderna rete di assistenza che, dall'acuzie gestita nelle Unità di Cure Intensive, attraverso la Riabilitazione e l'Assistenza Domiciliare, cerca di garantire continuità, sostenibilità e qualità delle cure. 36 Dalla sua creazione la S. C. Medicina Interna e Cure Intermedie è gradualmente cresciuta meglio precisando il suo ruolo all'interno dell'Ospedale, del territorio savonese e della rete socio-assistenziale. Attualmente consta di due settori di degenza, uno per malati acuti di Medicina Interna (26 posti letto) e uno propriamente di “Cure Intermedie” chiamato anche RIAMED (Riabilitazione in Medicina) per sottolineare l'inquadramento riabilitativo dei pazienti (19 posti letto). La sezione per acuti riceve i pazienti Internistici dal Pronto Soccorso e raccoglie competenze internistiche generali dei medici e degli infermieri e Sanità Notizie L'invecchiamento della popolazione, l'aumento delle patologie cronico - degenerative e l'evoluzione tecnologica aumentano la richiesta di assistenza. La missione della struttura complessa per le cure intermedie è quella di garantire al "paziente fragile" una continuità di cure una volta superata la fase acuta della malattia Necessario dialogare con le famiglie per una risposta condivisa sui bisogni del paziente malato. Lionello Parodi Direttore S.C. Medicina Interna e Cure Intermedie, Ospedale San Paolo Savona Sandra Buscaglia, Giovanni Carta, Alessandro Cattana, Paola Gnerre, Valentina Sguerso Dirigenti Medici S.C. Medicina Interna e Cure Intermedie, Ospedale San Paolo Savona una specifica conoscenza in campo endocrino-metabolico. La sezione di Cure Intermedie ha l'obbiettivo di identificare e accogliere, curare e riabilitare il paziente fragile. Stiamo cercando di meglio definire le caratteristiche dei pazienti qui accolti in modo da presentare all'Amministrazione e all'Agenzia Regionale i nostri risultati e poterli così confrontare con le altre realtà liguri (poche per adesso) in corso di sperimentazione. I pazienti su cui abbiamo puntato i maggiori sforzi, sfruttando le nostre competenze, quelle del team nutrizionale, dei fisiatri e fisioterapisti, logopedisti e infermieri sono quelli che hanno bisogno di: ? Riabilitazione motoria complessa in soggetti di competenza internistica: si tratta di pazienti allettati a causa di patologia internistica complessa e/o protratta, e/o con riacutizzazione di patologia cronica, durante la degenza, per i quali, superata la fase di indagine e/o di terapia iniziale, sia previsto un percorso di riabilitazione fisica ? Riabilitazione della disfagia e/o necessità di avviare nutrizione artificiale: si tratta di pazienti con patologia degenerativa, neoplastica o vascolare, che ha causato disfagia, nella fase di recupero e rieducazione alla nutrizione naturale, oppure nella fase in cui sia necessario intraprendere una nutrizione alternativa a quella naturale (per via enterale e/o parenterale), includendo la fase di formazione e addestramento, qualora necessario, dei familiari o similari, coinvolti nell'accudimento del paziente a domicilio, o del personale della struttura protetta idonea che accoglierà il paziente. Non trovano indicazione i pazienti giunti alla fase terminale, come pure quelli in attesa di trasferimento c/o Hospice. Non è una lungodegenza e non è adatta alle persone con demenza di grado avanzato. Il tempo medio di ricovero dei nostri pazienti è di circa 20 giorni. Le caratteristiche di maggior evidenza e criticità che abbiamo osservato nelle persone accolte sono: ? elevata suscettibilità a sviluppare malattie acute che si possono esprimere con quadri clinici atipici (confusione mentale, instabilità posturale e cadute) ? ridotta capacità motoria fino alla immobilità per astenia, fino all'adinamia non completamente giustificate dalle patologie presenti ? possibili oscillazioni rapide ed imprevedibili dello stato di salute anche nell'ambito della stessa giornata, con spiccata tendenza a sviluppare complicanze ? lenta capacità di recupero, talora parziale ? continua richiesta di intervento medico, necessità di assistenza n. 2 • Dicembre 2009 Convivere con l'alzheimer continuativa ? elevato rischio iatrogeno e di eventi avversi L'attivazione ed il potenziamento delle Cure Intermedie ha l'obbiettivo inoltre di migliorare la comunicazione ed i rapporti con i cittadini e le loro famiglie attraverso una risposta condivisa sui bisogni. Grande interesse scientifico al convegno organizzato al Campus Universitario di Savona sul tema "Nell'ombra della mente". La continuità assistenziale è assicurata dalla organizzazione dipartimentale e interdipartimentale, che deve prevedere una stretta interazione con le Strutture Complesse dello stesso Dipartimento e di altre discipline di altri Dipartimenti. Il profilo assistenziale del paziente prevede che, finita la fase acuta e di postacuzie in ambito strettamente ospedaliero, possa realizzarsi una stretta collaborazione ed integrazione operativa con le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), le case protette, le strutture territoriali (ADI, Ospedalizzazione Domiciliare) ed il medico di famiglia onde migliorare appunto la delicata fase della dimissione. Infine l'attività della S.C. Medicina Interna e Cure Intermedie include - Day Hospital: in collaborazione con la Medicina Interna, è dedicato principalmente ai pazienti con patologie internistiche, endocrinometaboliche e pazienti iponutriti. - Ambulatorio per la Malnutrizione (email: [email protected]), nel quale operano in collaborazione i componenti del Team Nutrizionale, in staff alla Direzione Medica del presidio ospedaliero di Savona e Cairo. L'ambulatorio è dedicato alla valutazione nutrizionale e al follow-up dei soggetti in nutrizione artificiale domiciliare, e di soggetti inviati dai medici curanti per malnutrizione in difetto. Ambulatorio Endocrinometabolico e di prevenzione Cardio-Vascolare, in collaborazione con la S.C. Medicina Interna Ambulatorio di Medicina Interna Sanità Notizie Affrontate le tematiche inerenti la diagnosi, i trattamenti, l'assistenza e la tutela delle persone malate Antonio Maria Ferro Direttore Dipartimento di Salute Mentale Si è svolto presso il Campus Universitario di Savona, venerdì 23 ottobre, la IV edizione del Convegno Nell'ombra della mente, organizzato dal ”Coordinamento Alzheimer Liguria”, gruppo formato da specialisti neurologi, psichiatri e geriatri, appartenenti a diverse ASL liguri, e patrocinato, oltre che dall'Asl2 Savonese, anche dall'Università degli Studi di Genova, la Regione Liguria, l'Agenzia Regionale Sanitaria e il Comune di Savona. La giornata era dedicata alla malattia di Alzheimer e alle demenze ed era rivolta a medici, psicologi, operatori sanitari, famigliari di persone affette da demenza, gruppi di sostegno e volontariato. Durante il convegno sono state affrontate tematiche inerenti la diagnosi, i trattamenti, l'assistenza e la tutela delle persone affetta da tale malattia. In Liguria il problema è molto sentito dato che la popolazione che supera i 65 anni rappresenta mediamente più del 25 % della popolazione totale della regione. Le persone che in Liguria assumono farmaci anticolinesteraci per la cura della Malattia di Alzheimer, nel 2008 erano 5208, per una spesa complessiva di 3.904.605,34 Euro. Negli ultimi cinque anni sono state effettuate presso gli ambulatori U.V.A (Unità Valutativa Alzheimer) ben 63.483 prestazioni sanitarie. Il costo per l'assistenza è elevato sia in termini umani che economici e le famiglie ne sono pesantemente coinvolte sommando così al dramma i problemi economico-gestionali per i quali l'Asl interviene a sostegno della famiglia con i servizi disponibili. Bibliografia essenziale Bagarolo R, Sgarbi L. Progetto per unità di cure intermedie tra Ospedale e Territorio, Tesi finale Corso di Formazione Manageriale per Dirigenti di Struttura Complessa - Area Ospedaliera SDS IReF Regione Lombardia, 2008. Il Distretto e le “Cure Intermedie”. Atti del 2° Congresso Nazionale Card -2003. Quaderni CARD 2. Ed. Iniziative sanitarie, 2003. LEA - Livelli Essenziali di Assistenza, e Mattoni SSN, www.ministerosalute.it. Libro Verde Ministero Welfare 2008, www.ministerosalute.it. Ringraziamenti Si ringrazia tutto il personale di Reparto, lo staff della fisiatria e, per l'attiva collaborazione, i Coordinatori Infermieristici Roberta Rapetti e Nora Trivelli e le infermiere Nicoletta Acierno e Simona Visca 37 n. 2 • Dicembre 2009 Attualità scientifica Sanità Notizie Progetto regionale di Lavoro scientifico standardizzazione delle sulla colonscopia virtuale diagnosi istopatologiche Duccio Buccicardi Dirigente medico S.C. Radiologia per lo screening dei tumori Ospedale "S. Paolo" di Savona del colon-retto Il servizio di Radiodiagnostica di screening per una malattia (in Morena Scurani S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing L'Assessorato alla Salute, in osservanza del piano di prevenzione oncologica della Regione Liguria, aderendo all'invito dell'Osservatorio Nazionale Screening ha individuato nel mese di novembre del 2008 due patologi rappresentanti. La scelta è avvenuta di concerto con la Società Scientifica di Anatomia Patologica (SIAPEC)sez. ligure e con l'IST di Genova che svolge attività di coordinamento degli screening oncologici (DGR 855/2007). La scelta è ricaduta sul dott. Ezio Venturino, Direttore della S.C. Anatomia Patologica dell'Ospedale San Paolo di Savona e sulla dottoressa Beatrice Gatteschi, Dirigente Medico dell'Anatomia Patologica dell'IST di Genova. Essi hanno così partecipato attivamente al Corso nazionale per patologi referenti dei programmi di screening dei tumori colorettali svoltosi a Torino nei giorni 20 e 21 novembre 2008 in analogia con il corso effettuato nel 2007 per gli endoscopisti. Successivamente il dott. Venturino e la dott.ssa Gatteschi, in collaborazione con la dott.ssa Luigina Bonelli, epidemiologa dell'IST di Genova, hanno invitato i Direttori delle S.S.C.C. di Anatomia Patologica facenti capo ad una ASL territoriale e quindi coinvolte nei programmi di screening oncologici, a nominare un patologo referente per ciascuna struttura. Hanno aderito all'iniziativa le Anatomie Patologiche della ASL5 Spezzina (Ospedale S. Andrea di La Spezia), della ASL4 Chiavarese (ospedale di Sestri levante-Chiavari), della ASL3 Genovese (Ospedale Villa Scassi e Ospedale P. Antero 38 Micone) e ASL2 Savonese (Ospedale S. Paolo di Savona). In particolare è opportuno ricordare che il patologo referente per l'ASL2 Savonese è la dott.ssa Monica Peresi mentre l'endoscopista referente è il dott. Hugo Martines. Si è così costituito, sotto il coordinamento del dott. Ezio Venturino e della dott.ssa Beatrice Gatteschi, il Gruppo Regionale dei Patologi impegnati nello screening per il carcinoma colo rettale. Gli incontri del gruppo di lavoro tra aprile e maggio hanno affrontato la discussione e la revisione della casistica e hanno contribuito alla promozione dell'adozione di criteri diagnostici omogenei e riproducibili con la metodologia del Train the trainers. È stato raggiunto inoltre l'importante obbiettivo di redigere una ceck-list condivisa per la guida alla refertazione anatomo-patologica. Altro passaggio fondamentale, nel mese di ottobre, è stato quello dell'incontro del gruppo di lavoro degli anatomopatologi con il gruppo di lavoro degli endoscopisti dove si sono gettate le basi per un consensus interdisciplinare tra Patologi e Endoscopisti che andrà ad emendare le linee guida della Rete Oncologica Ligure. L'obbiettivo finale del progetto è il raggiungimento di un consensus multidisciplinare, in particolare tra AnatomoPatologi e Endoscopisti, che consentirà di standardizzare approccio diagnostico, refertazione anatomo-patologica, modalità di prelievo endoscopico, invio dei campioni nonchè tempi e modi del follow-up nello screening colorettale in Liguria. del nostro ospedale ha elaborato un lavoro scientifico sulla colonscopia virtuale che è stato inserito all'interno del programma del 10° Congresso mondiale sulla colonscopia virtuale che si è tenuto a Reston, negli Stati Uniti dal 26 al 28 Ottobre 2009, un traguardo ragguardevole sotto il profilo scientifico per i radiologi e per tutta l'Asl2 Savonese. La colonscopia virtuale si sta sempre più affermando come metodica di screening per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto ed è stato ampiamente dimostrato nella letteratura scientifica internazionale che, per le lesioni potenzialmente neoplastiche, essa ha un grado di accuratezza diagnostica sostanzialmente sovrapponibile alla colonscopia ottica. La colonscopia ottica è purtroppo gravata da un'incidenza di complicazioni relativamente elevata, pari a circa 1 su 100 indagini effettuate; tali complicazioni vengono definite maggiori o minori (a seconda che necessitino o non necessitino di ospedalizzazione per la loro risoluzione) e risultano connesse sia alla preparazione all'indagine (è necessario rimuovere le feci presenti all' interno dell' intestino assumendo una serie di farmaci) che alla narcosi (l'esame viene solitamente effettuato sotto anestesia), nonchè all' introduzione fisica dello strumento nell' intestino del paziente attraverso l'ano. La colonscopia virtuale presenta invece un tasso di complicazioni sostanzialmente nullo (0,000...%): solo 6 casi di complicazioni minori su oltre 3 milioni di indagini effettuate nel mondo e nessun caso di complicazioni maggiori. Tale indagine è pertanto da prediligere per la diagnosi precoce del cancro del colonretto nelle persone con rischio nella media della popolazione di riferimento. Affinché un esame possa essere proposto come efficace metodo questo caso il cancro del colonretto), esso deve essere in primis ben tollerato dal paziente il quale altrimenti non si sottoporrà all'indagine vanificandone l'utilità. Il nostro lavoro dimostra che il protocollo di preparazione alla colonscopia virtuale, cosiddetto faecal Tagging, risulta molto meglio tollerato dai pazienti rispetto al protocollo di preparazione standard (comune sia alla colonscopia ottica che virtuale). Il protocollo di preparazione faecal tagging consiste nel seguire una dieta povera di fibre e nell'assumere uno sciroppo che "colora" ed "ammorbidisce" le feci residue all' interno dell' intestino; tale procedura risulta ben tollerata dai pazienti i quali non hanno lamentato alcun disturbo o dolore di significativa entità. Il protocollo di preparazione standard consiste invece, oltre che nel seguire una dieta povera di scorie, nell'as-sumere una serie di farmaci ad effetto marcatamente lassativo che inducono diarrea profusa e dolori addominali di tipo crampiforme nella maggior parte dei pazienti (esso risulta inoltre controindicato in caso di insufficienza epatica o renale o in soggetti con scompenso cardiaco). In conclusione: si è ottenuta una differenza statisticamente significativa tra 2 diversi gruppi di pazienti che hanno seguito i 2 differenti schemi di preparazione all'indagine. - emerge una netta predilezione dei pazienti nei confronti del protocollo "faecal tagging" poichè sostanzialmente non doloroso nè fastidioso nè limitante le normali attività della vita quotidiana durante i giorni antecedenti l'indagine. Un paziente che non sente fastidio e dolore presenta una compliance maggiore, ovvero si sottopone e si sottoporrà agli accertamenti in modo metodico, determinando così il successo del programma di prevenzione. n. 2 • Dicembre 2009 Giornate formative al "S. Giuseppe" di Cairo Sanità Notizie Un anno di quadri clinici in medicina interna Elisa Di Padova S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing Con il tema Osas e aritmie, è terminato il ciclo di giornate formative organizzato e promosso dalla Struttura Complessa di Medicina Interna dell'Ospedale San Giuseppe di Cairo diretta dal Dott. Egidio Di Pede. «Abbiamo voluto realizzare un corso dedicato alla medicina “clinica”, quella dei segni e dei sintomi, quella dei ragionamenti diagnostici che portano a diagnosi e terapie ogni giorno, seguendo linee guida e protocolli internazionali, ma con il buon senso “clinico” a far da filtro a formule ed innovazioni, al fine di erogare un'assistenza al cittadino che risponda ai criteri di efficacia, efficienza ed appropriatezza. Così che nella pratica clinica quotidiana non si perda il filo conduttore dell'aggiornamento alle novità, ma che possa diventare un supporto al ragionamento medico», spiega Egidio Di Pede, Responsabile scientifico del ciclo di incontri. Il corso si è svolto in 12 giornate con cadenza mensile per tutto il 2009 con l'obiettivo di aggiornare il personale che vi ha partecipato sulle principali tematiche riguardanti le patologie inerenti la medicina interna: la gestione del paziente acuto ospedaliero, l'infezione da HIV, i nuovi approcci al diabete di tipo II, l'insufficienza respiratoria, le dispnee, l'Epatite HCV, le malattie tiroidee, la tubercolosi, l'ipertensione secondaria, la febbre da origine sconosciuta, il reflusso gastoesofageo, osas e aritmie. Gli incontri, svolti presso la Biblioteca del Palazzo di Città a Cairo Montenotte, sono stati organizzati secondo una modalità che prevedeva la presentazione di casi clinici succeduta da un momento di confronto e dibattito, al fine di stimolare il processo di apprendimento. Docenti degli incontri sono stati i dirigenti medici della S.C. Medicina Interna dell'Ospedale San Giuseppe di Cairo, tutti illustri professionisti che si sono dimostrati elementi indispensabili nei processi di stabilizzazione e guarigione dei pazienti giunti presso l'Ospedale di Cairo Montenotte e che si sono sempre dedicati all'approfon-dimento delle tematiche della Medicina d'Urgenza. 39 n. 2 • Dicembre 2009 Al "S. Paolo" di Savona da diverse regioni per studiare la diagnostica delle micosi Rita Scarso Tecnico di laboratorio S.C. Laboratorio Analisi, Ospedale San Paolo di Savona 40 Il laboratorio Analisi dell'Ospedale San Paolo ha ospitato alla fine di settembre Microbiologi di diverse regioni per il Corso Nazionale sulla Diagnostica delle Micosi, tenuto dai Componenti del Comitato di Studio di Micologia della Società Scientifica AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani). La Micologia Clinica, un tempo, era soprattutto limitata a casi di infezioni superficiali (cutanee e mucose) sostenute essenzialmente da dermatofiti e lieviti. I progressi diagnostici e terapeutici in medicina quali trapianti (di midollo osseo o di organi), l'HIV, la chemioterapia, l'antibioticoterapia, pratiche intensivistiche, alimentazione parenterale, ventilazione assistita ed altre ancora, hanno portato oggi il medico a scontrarsi sempre più frequentemente in infezioni gravi sostenute da miceti potenzialmente molto aggressivi soprattutto nei soggetti immunodepressi. Un Corso che formi adeguatamente chi, nei Laboratori di Analisi, è impegnato nella loro ricerca nei materiali biologici esaminati è quindi più che mai attuale. Diagnostica micologica Box... dall'ASL1 Pier Andrea Dusi Responsaible S.S. Microbiologia, ASL 1 Imperiese Prendete un gruppetto dei migliori Micologi clinici italiani, aggiungete un manipolo agguerrito di microbiologi interessati ai funghi rilevanti in patologia umana, condite il tutto con l'ospitalità dell'ASL 2 (personale, aule, laboratori) ed ecco creato il mix alla base del corso Nazionale “Aspetti generali delle Micosi” che si è svolto dal 29/9 al 3/10 presso l'Ospedale San Paolo. Il corso, articolato come percorso teorico-pratico, ha consentito a Microbiologi provenienti da varie realtà ospedaliere liguri e non, di verificare ed approfondire le proprie conoscenze sui funghi patogeni per l'uomo ma soprattutto di affrontare il loro riconoscimento sotto l'occhio attento dei membri del Comitato di studio per la Micologia dell'AMCLI, veri esperti del settore. Oltre ad una sostanziosa parte teorica dedicata alla tassonomia ed alle caratteristiche delle varie specie rilevanti in patologia umana, si è infatti lavorato su ceppi fungini reali ed ogni allievo ha avuto la possibilità di esercitarsi e migliorare ed elevare le proprie capacità tecniche. Non succede molto spesso di poter combinare teoria e pratica, ma quando ciò è possibile le ricadute sull'attività di tutti i giorni sono enormi. In definitiva quindi un corso ben bilanciato, che ho potuto apprezzare anche in qualità di allievo. Come delegato regionale AMCLI (Associazione Italiana Microbiologi Clinici), approfitto di questo spazio per ringraziare il Dr. Farina e tutti i membri del Comitato per la loro estrema chiarezza e disponibilità e la Dr.ssa Minetti e la ASL 2 Savonese per la eccellente ospitalità. Mi auguro che questa sinergia tra AMCLI e ASL 2 non resti un episodio isolato ma bensì sia l'inizio di un fruttuoso percorso formativo. Sanità Notizie Micosi cutanee e superficiali Coinvolti nella grande varietà di malattie cute, unghie, capelli. Rosalba Bona Dirigente biologo S.C. Laboratorio Analisi, ospedale "S. Paolo" di Savona Le infezioni da miceti localizzate alla cute ed alle mucose costituiscono un gruppo di affezioni molto frequenti ed includono una grande varietà di malattie a differente eziologia in cui il tegumento ed i suoi annessi, peli e unghie, sono variamente interessati. La cute, inoltre, partecipa frequentemente all'espressione clinica di micosi del sottocute e di forme sistemiche. Si ritiene pertanto utile puntualizzare le modalità più idonee all'esecuzione del prelievo per la ricerca di lieviti e dermatofiti dagli annessi cutanei, ricordando che il Laboratorio fornisce l'apposito “SLIDE per Lieviti e Dermatofiti” sul quale il Medico può direttamente depositare, all'atto del prelievo, il materiale da esaminare, in modo da ottimizzare l'esecuzione dell'indagine. Cute Disinfettare con alcool al 70% e prelevare il materiale dal bordo della lesione con un bisturi sterile. Unghie Onicomicosi subungueale distale e laterale: disinfettare con alcool e raccogliere il materiale dopo rimozione della parte dell'unghia “scollata” raschiando a fondo l'unghia nella zona a contatto con la porzione sana; Onicomicosi superficiale: raschiare le zone biancastre dello strato dorsale della lamina ungueale; Onicomicosi subungueale prossimale: bisogna raggiungere la porzione ventrale della lamina. Solitamente in anestesia locale; Onicomicosi endonix e nell'onicomicosi totale distrofica: asportare una parte qualsiasi della lamina. Capelli Usando pinzette sterili, prelevare un congruo numero di capelli dal bordo della lesione (può essere utile una lampada a raggi UV perché alcuni dermatofiti risultano fluorescenti quando esposti alla luce ultravioletta). n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Progetto formativo con gli istituti per geometri A scuola di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro specie nei cantieri edili della nostra Provincia Molti gli infortuni in Italia spesso con esiti gravi e mortali per i lavoratori. Il tema della sicurezza sul lavoro, in particolare nel settore edile, è di grande attualità visto purtroppo i numerosi e recenti infortuni sul lavoro che spesso hanno avuto gravi se non mortali esiti per i lavoratori. La Regione Liguria, sensibile a questo argomento, anche per i suoi compiti istituzionali, ha fatto suo già dal 2006, un progetto formativo, finanziato dall'INAIL dal titolo “SALUTE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO – ISTITUTI TECNICI PER GEOMETRI”. Il progetto si è ripetuto nel corso di 3 anni scolastici (2006/2007, 2007/2008, 2008/2009) e ha trovato attuazione presso gli Istituti Tecnici per Geometri della Regione Liguria che vi hanno aderito. Per la Provincia di Savona esso è stato realizzato nelle classi 4e e 5e dell' Istituto “Patetta” di Cairo Montenotte, dell' Istituto “Alberti - Da Vinci” di Savona e dell' Istituto “Falcone” di Loano. L'attività è stata svolta da alcuni Tecnici della Prevenzione della Struttura Complessa P.S.A.L. (Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro), organo individuato dalla normativa della vigilanza della salute e sicurezza dei lavoratori, con un impegno, al di fuori dell'orario di lavoro. Gli obiettivi del progetto sono stati: ? Promuovere l'attenzione ai temi della prevenzione sul lavoro del comparto edile nel corpo docente in modo che essi possano trasferire la “cultura della sicurezza” agli allievi quali futuri operatori del settore; ? Fornire ai futuri geometri i concetti generali di salute e prevenzione, con le conoscenze: ? sui principali rischi e danni da lavoro, ? sul ruolo dei servizi di prevenzione, ? delle principali norme di sicurezza relative alle attività di costruzione, ? sui soggetti che intervengono nell'attività di cantiere in relazione ai temi della salute e sicurezza sul lavoro, ? sull' acquisizione delle nozioni per redigere un POS - piano operativo di sicurezza (documento di valutazione dei rischi, riferito allo specifico e singolo cantiere, che ogni datore di lavoro deve redigere ogni volta che opera in un cantiere) e del PIMUS (piano di montaggio, uso e smontaggio di un ponteggio), Angelo Sergi Direttore S.C. Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro Pierangelo Bruno Coordinatore Tecnici della Prevenzione, S.C. Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro ? ma soprattutto stimolare i ragazzi in atteggiamenti positivi nei confronti della prevenzione. Nell'anno scolastico 2008/2009 il progetto si è articolato in: Una prima fase di preparazione che ha coinvolto i Tecnici della Prevenzione e i Docenti, in cui sono state preparate le 2007 Istituti Alberti Da Vinci - Savona G. Falcone – Loano Patetta – Cairo Montenotte TOTALE lezioni sviluppando gli argomenti con elaborati grafici e slide; Una seconda fase di didattica vera e propria con percorsi formativi differenziati per le classi IV e V, ad esempio: ? È stato realizzato un POS relativo alla realizzazione di un muro di sostegno e di un box interrato, (segue a pag.42 - colonna 1) N° classi 2 3 2 7 Discenti 30 50 30 110 N° classi 4 6 4 14 Discenti 60 85 57 202 N° classi 4 6 4 14 Discenti 62 78 60 200 2008 Istituti Alberti Da Vinci - Savona G. Falcone – Loano Patetta – Cairo Montenotte TOTALE 2009 Istituti Alberti Da Vinci - Savona G. Falcone – Loano Patetta – Cairo Montenotte TOTALE 41 n. 2 • Dicembre 2009 (segue da pag.41 - colonna 3) ? Sono state presentate agli studenti immagini di cantiere sui contenuti tecnico-normativi oggetto dell'attività formativa. Le immagini sono state raccolte ed accorpate per temi e rappresentano le diverse fasi di costruzione di un immobile a partire dall' allestimento del cantiere fino al suo completamento oltre ad alcune lavorazioni speciali quali il montaggio di prefabbricati e la demolizione di impianti, ? Sono state visionate delle immagini di cantiere, dove gli studenti immedesimandosi nei ruoli di preposto/capo cantiere e coordinatore in fase di esecuzione, dovevano evidenziare gli errori valutando lo stato di sicurezza delle opere, delle attrezzature e sul loro corretto utilizzo, in particolar modo dei lavori che espongono a rischio di cadute dall'alto, ? Sono stati analizzati tre casi di infortuni gravi o mortali sul lavoro. Gli argomenti sono stati sviluppati in: - otto ore per ogni classe quarta, le prime due tenute da un docente della scuola su elementi generali in materia di sicurezza e salute, le restanti sei tenute in contemporanea da due tecnici della prevenzione e un docente della scuola che hanno previsto esercitazioni pratiche con gli allievi divisi in gruppi di lavoro. - quattro ore per ogni classe quinta, con la compresenza di due tecnici della prevenzione e un docente, che hanno sviluppato sviluppato il programma dell'anno 2008/2009, recuperando aspetti già trattati nell'anno scolastico precedente. Una terza fase conclusiva in cui sono stati esaminati gli elaborati prodotti dai singoli gruppi dei tre Istituti. Ciò ha permesso di predisporre dei documenti tecnici informativi da distribuire agli alunni e ad altri soggetti interessati. Nel 2007 è stato prodotto un Cd, nel 2008 un depliant ed un opuscolo informativo nel 2009 è in corso di redazione una raccolta dei migliori elaborati prodotti dagli allievi. Questi tre elaborati contengono, in modo approfondito, le regole e i comportamenti da tenere nei cantiere per un “cantiere edile sicuro”, le figure di cantiere, i dispositivi di protezione individuale, la documentazione, i ponteggi, le attrezzature, l'organizzazione e i servizi di cantiere . 42 Disabilità e sport Sanità Notizie Presentato presso l'Unità Spinale del "S. Corona". Nasce l'ambulatorio di idoneità sportiva agonistica per disabili Antonino Massone Direttore S.C. Unità Spinale - Ospedale "S. Corona", Pietra Ligure Il 5 Ottobre presso l'Unità Spinale dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, alla presenza di molte autorità locali ed enti sportivi liguri, è stato ufficialmente presentato l'Ambulatorio di idoneità sportiva agonistica per disabili. L'ambulatorio vuole diventare un punto di riferimento in Liguria e nel Nord Italia per le persone disabili che intendono iniziare a praticare un'attività sportiva a livello agonistico. Il Dott. Manlio Milanese, medico dello sport, esegue le visite specialistiche del caso al fine di rilasciare i certificati medici richiesti e tutte le attestazioni sanitarie necessarie. L'Ambulatorio offre comunque consulenza medica anche a quei disabili che intendono praticare sport semplicemente a livello amatoriale. Il servizio, operativo all'interno dell'Unità Spinale Unipolare, va ad affiancare tutte iniziative e attività che da sempre la nostra struttura porta avanti per favorire il reinserimento sociale del paziente ricoverato. Il basket in carrozzina, le immersioni subacquee, la pallamano, sono solo alcune delle iniziative proposte dallo staff dell'Unità Spinale per riavvicinare il disabile alla dimensione sportiva. Sicuramente disabilità e sport sono due parole e due ambiti oggigiorno sempre più vicini. Le Paralimpiadi, che da anni riscuotono grande successo e che oggi suscitano l'interesse di un pubblico sempre più nutrito di persone, sono l'esempio di quanto l'ambito sportivo possa tranquillamente coniugarsi con il mondo della disabilità realizzando un pieno reinserimento nel tessuto sociale e spezzando lo iato fra meno dotati e non. A conclusione di questi tre anni di progetto si può ragionevolmente confermare la validità dello stesso in quanto si è potuto constatare l'interesse per gli argomenti trattati, l' acquisizione di buona parte degli elementi essenziali della sicurezza e salute nel lavoro e l'elaborazione di prodotti tecnici di buon livello. Alcuni momenti dell'inaugurazione dell'ambulatorio che si è svolta al "S. Corona" di Pietra Ligure. n. 2 • Dicembre 2009 Rapporto ASL - territorio L'Area pediatrica Il ruolo del consultorio familiare di Albenga per consulenze e prevenzione in età pediatrica Il Pediatra, l'Assistente sanitaria e l'infermiera Pediatrica offrono consulenze individuali e di gruppo su temi riguardanti la salute e la prevenzione in età pediatrica. A integrazione del percorso nascita: consulenze per sostegno allattamento e puericultura. Appuntamento previa telefonata, presso le sedi consultoriali. GRUPPO per neogenitori “Mi prendo cura del mio bambino”: una serie di incontri multidisciplinari che hanno l'obiettivo di accompagnare i neo genitori nel non facile compito della crescita del loro bambino. Il primo lunedì e il secondo giovedì del mese dalle ore 10.30 presso la sede di Albenga in integrazione con Ostetrica, Psicologa, Psicomotricista (il programma degli incontri può essere richiesto all' Ostetrica e all'Assistente sanitaria). CORSO MASSAGGIO DEL BAMBINO Corso di massaggio al bambino per favorire l'attaccamento e rafforzare la relazione genitore-bambino. Il corso, svolto presso la sede di Albenga, è gratuito e prevede cinque incontri complessivi a cadenza settimanale, è tenuto da docente A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio Infantile); per iscrizioni rivolgersi all'Ostetrica o Ass. Sanitaria. E-mail: [email protected] L'Area ostetrico-ginecologica Il ginecologo e l'ostetrica seguono la donna in tutto il percorso nascita: gravidanza, puerperio, allattamento e corsi correlati. Si occupano anche di consulenza e informazioni su: contraccezione, sessualità del singolo e della coppia, malattie sessualmente trasmesse, menopausa e prevenzione dei tumori dell'apparato genitale femminile. Appuntamento, previa telefonata, presso le sedi consultoriali. GRUPPI DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA NASCITA Spazi per la coppia e futuri genitori in cui poter ricevere informazioni, strumenti, competenze adeguate al ruolo che li attende. L'accesso è gratuito. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi o telefonare all'Ostetrica e Ass.Sanitaria presso la sede di Albenga. AREA PSICOLOGICA Sostegno psicologico e counseling individuale, familiare, per adolescenti. Interventi individuali e su gruppi a sostegno e supporto della genitorialità. SPAZIO GENITORI consulenza per i genitori. Su appuntamento, presso la sede di Albenga e quella di Alassio. Incontri pre - parto: di sostegno alla coppia o alla donna in gravidanza, su appuntamento, sede di Albenga Incontri post - parto: individuali e di coppia per la prevenzione della depressione post partum e a sostegno della nuova famiglia e del diventare genitori. Su appuntamento, sede di Albenga. SERVIZIO DI CONSULENZA E MEDIAZIONE FAMILIARE indirizzato alle coppie che stanno attraversando una fase di crisi e che intendono separarsi, su appuntamento, presso la sede di Albenga. CONSULENZA FAMILIARE su appuntamento, sede di Alassio e Andora. Sanità Notizie Maria Chiara Goslino Responsabile S.S. Assistenza Consultoriale, Distretto Albenganese CONSULENZA ALLA SCUOLA, COMUNITÁ EDUCATIVE E OPERATORI SERVIZI: su appuntamento, sedi di Albenga e di Alassio. SPAZIO ADOLESCENTI Accoglienza, ascolto e consulenza dedicata ai ragazzi (preferibilmente su appuntamento). Il Ginecologo, l'Ostetrica e lo Psicologo accolgono gli adolescenti in momenti a loro dedicati, il lunedì e il martedì dopo le ore 16.00, presso la sede di Albenga. Presso la sede di Alassio sempre su appuntamento. E' attiva una e-mail dove gli operatori rispondono ai ragazzi: [email protected] INCONTRI DI EDUCAZIONE ALLA SESSUALITÀ Sia nelle scuole che in consultorio, questi incontri sono rivolti ai ragazzi per una corretta informazione e un approccio empatico all'espressione della propria emotività. AREA SOCIALE Interventi di: - Segretariato sociale (informazione, consulenza legislativa) - Attività di consultazione psicosociale - Sostegno alla persona e alla coppia - Attività di consulenza al Tribunale per Minorenni (minori a rischio sociale, situazione di abbandono e di grave pregiudizio) ed al Tribunale Ordinario (separazioni e divorzi) - Interventi di rete con servizi sociali ed enti pubblici - Interventi in casi di violenza, maltrattamento, abuso - Adozioni – affidi consulenza, valutazione, monitoraggio coppie e minori adottati e affidati - Attività finalizzate all'attestazione dell'handicap e all'integrazione scolastica e sociale ai sensi della L. 104 neurologiche e psichiatriche - Follow up neurocom-portamentale del neonato a rischio - Presa in carico psicoterapeutica e/o riabilitativa del minore e della famiglia - Interventi di consulenza e supervisione ad altri Enti, Istituzioni, Servizi, Agenzie esterne Modalità di accesso: preferibilmente su appuntamento, preso telefonicamente o di persona, senza necessità di richiesta da parte del medico curante. L'accesso è gratuito, trattandosi di prestazioni a carattere preventivo. Sede Albenga. E-mail: [email protected] SEDI CONSULTORIALI SUL TERRITORIO Albenga tel. 0182 541200 - 542287 Fax. 0182 53440 Ambulatorio Ostetricia e Ginecologia: tel. 0182 269202 Segreteria: [email protected] [email protected] Andora Via Dante tel. 0182 87292 Alassio P.zza Paccini tel. 0182 –660046 [email protected] Villanova d'Albenga Via Martiri tel. 0182 – 582959 [email protected] Ceriale Lungomare Diaz tel. 0182 930118 L'Assistente Sociale riceve previa telefonata presso le sedi di Albenga, Ceriale e Alassio. E-mail: [email protected] AREA DI NEUROPSICOPATOLOGIA DELL'ETÀ EVOLUTIVA È un'èquipe multidisciplinare composta da: Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Educatore, Terapisti della Riabilitazione (Psicomotricista, Logopedista). Si occupa di: - Attività ambulatoriale multidisciplinare rivolta in particolare a minori con disturbo dello sviluppo affettivo e relazionale, dell'apprendimento, della comunicazione e delle funzioni neuropsicologiche. - Inquadramento clinico-diagnostico: diagnosi precoce delle patologie 43 44 n. 2 • Dicembre 2009 Relazioni internazionali Sanità Notizie Dai dati disponibili emerge in modo evidente la crescita del fenomeno dell'immigrazione nella nostra provincia costituito in particolare dalle comunità: albanese, marocchina, rumena ed egiziana. Nello specifico (dati al 21 luglio 2009) i cittadini stranieri iscritti al Servizio Sanitario Nazionale nell'Asl 2 Savonese erano 15mila e 600. Di questi, 4mila e 600 (quasi il 30%) appartengono alla comunità albanese, 2mila e 200 (circa il 15%) alla comunità marocchina e 1900 (12% circa) a quella rumena. Seguono, con percentuali a scalare, la comunità ecuadoregna, quella egiziana, l'ucraina, la peruviana e la cinese. Il personale sanitario si trova di conseguenza ad interagire con persone di nazionalità, lingua e consuetudini diverse. I professionisti hanno necessità di utilizzare facili strumenti per una corretta comunicazione con i cittadini stranieri per evitare incomprensioni sia nel comprendere i sintomi presentati, sia nelle indicazioni terapeutiche da fornire. Per risolvere questa necessità l'Asl2 Savonese ha deciso di avviare, dal 1 novembre, un sistema di mediazione linguistica telefonica denominato SOS Infomondo in via sperimentale per tre mesi presso i Pronto Soccorso dei quattro ospedali dell'Asl2. La sperimentazione prevede la disponibilità di 10 lingue straniere: inglese, spagnolo, francese, tedesco, arabo, cinese, albanese, rumeno, portoghese e ucraino, 7 giorni su 7, durante le 24 ore. SOS Infomondo è un servizio di interpretariato telefonico utilizzato già in molte strutture pubbliche e private per risolvere i problemi di comunicazione faccia a faccia tra medici e pazienti stranieri. Il sistema è costituito da due cordless con base collegata alla rete telefonica standard e con una ricezione che spazia nell'arco di 50 metri in mobilità. I due telefoni, uno per il medico e uno per il paziente, sono opportunamente programmati per la scelta delle lingue. Il traduttore simultaneo è dotato di un collegamento telefonico 24 ore su 24 con una società specializzata di Milano presso la quale opera una squadra di interpreti. Se il paziente non è in grado di spiegare i suoi sintomi il personale alza il telefono e si mette in contatto con la Sala Operativa di Milano, premendo un tasto seleziona la lingua prescelta e in ogni momento della giornata un interprete consente uno scambio informativo corretto ed esauriente per l'iter clinico e diagnostico del paziente. Il servizio si rende necessario soprattutto nei Pronto Soccorso dove si presentano i casi di emergenza quando aspettare l'arrivo di un interprete potrebbe procurare danni al paziente. I cittadini stranieri iscritti all'ASL 2 savonese sono 15.600. Istituito un sistema di mediazione linguistica telefonica denominato "SOS infomondo" nei quattro Pronto soccorso dei nostri ospedali L'esperimento della durata di tre mesi prevede la disponibilità di 10 lingue straniere 24 ore al giorno. Elisa Di Padova S.C. Comunicazione sanitaria e Marketing Il personale medico del Pronto Soccorso, superato l'ostacolo della lingua può dare inizio all'indagine diagnostica per poi somministrare le necessarie terapie o procedere al ricovero. Si tratta di uno strumento importante specialmente in un territorio come il nostro ad alta vocazione turistica e dove i cittadini stranieri residenti e iscritti al Sistema Sanitario Nazionale nella nostra Asl sono in costante crescita. Il Triage Multilingue, di cui gli utenti stranieri sono informati attraverso cartelli contenenti il messaggio scritto nelle diverse lingue (in allegato), va ad affiancarsi ad altre iniziative rivolte all'utenza straniera come la presenza di mediatrici culturali all'interno della Struttura Complessa Ostetricia e Ginecologia del San Paolo di Savona diretta dal Dott. Salvatore Garzarelli e in fase di attuazione anche nelle altre Strutture del'Asl. Questa risorsa è comunque a disposizione anche dei medici e degli operatori degli altri reparti ospedalieri, per le stesse finalità. n. 2 • Dicembre 2009 Pubbliche relazioni Sanità Notizie Per venire incontro alle esigenze dei cittadini della nostra Provincia. Farmacie aperte per prenotazioni e riscossione di ticket per visite specialistiche ed esami mediante il sistema CUP web Valorizzato con questo accordo con l'ASL2 il loro ruolo per un servizio pubblico sociale essenziale. È stato siglato un nuovo accordo tra ASL 2 Savonese e le Farmacie della Provincia. Si tratta di un'intesa volta ad estendere al canale delle farmacie, il sistema di prenotazione e riscossione ticket per viste ed esami specialistici, mediante il sistema CUP WEB. Dino Dessì Direttore S.C. Medicina di Base e Specialistica - ASL 2 Savonese Gianluigi Figini Direttore Area Farmaceutica - ASL 2 Savonese Chi deve prenotare una visita o un esame ha infatti nuove opportunità: oltre che al Call-center o ai diversi punti CUP sparsi sul territorio, si può rivolgere anche alla farmacia sotto casa ed al proprio farmacista di fiducia. Si tratta di un bel passo avanti, per venire incontro alle esigenze dei cittadini: soprattutto per coloro che, per difficoltà logistiche o problemi di deambulazione (disabili, anziani, etc…), hanno difficoltà a raggiungere le altre sedi ASL. Il progetto è stato avviato anche in considerazione delle recenti direttive nazionali e della Delibera di Giunta Regionale dell'agosto 2009 che prevedono un rinnovato rapporto di collaborazione tra le Aziende del Servizio Sanitario Nazionale e le farmacie aperte al pubblico, con l'obiettivo di offrire al cittadino un servizio sempre più ricco, completo, qualificato ed efficiente. L'attivazione di questo nuovo servizio parte dalla considerazione che il farmacista ha un ruolo importante nell'ambito del nuovo sistema sanitario, in quanto portatore di esperienze valide e consolidate per il soddisfacimento delle nuove esigenze, assicurando un servizio pubblico sociale ed essenziale. Già in altri ambiti è chiamato a collaborare nella cura e nella salvaguardia della salute del cittadino attraverso attività di informazione in materia di prevenzione ed educazione sanitaria, attraverso il monitoraggio dei consumi farmaceutici, attraverso l'erogazione di ausilii, presidi e prodotti dietetici, attraverso piccoli servizi di assistenza sanitaria. È ormai superata la vecchia e limitata considerazione della Farmacia come punto vendita esclusivo per farmaci e/o prodotti sanitari: la recente legislazione restituisce alle Farmacie un'immagina molto più ricca di significato, riconoscendo e valorizzando il loro ruolo di sportelli polifunzionali capaci di erogare una moltitudine di prestazioni e servizi, maggiormente in linea con le rinnovate esigenze e le nuove aspettative del cittadino. Le Farmacie hanno dunque firmato l'accordo con l'ASL 2 savonese, impegnandosi ad offrire questo nuovo servizio. Il nuovo servizio, già operativo in alcune farmacie ed esteso con gradualità alle altre che hanno aderito all'iniziativa, permette di effettuare le prenotazioni per visite ed esami, escluse inizialmente le prestazioni di laboratorio, con possibilità di riscuotere l'eventuale ticket previsto. 45 n. 2 • Dicembre 2009 Sono stati inaugurati giovedì 22 ottobre i nuovi ambulatori di Piazza del Popolo 7 a Savona. Il servizio di assistenza sanitaria, fortemente voluto dall'ASL2 Savonese e organizzato in collaborazione con i Medici di Medicina Generale di Saona Sanità, garantisce una copertura medica 7 giorni su 7. Da inizio ottobre presso i nuovi locali, siti al piano terreno di Piazza del Popolo 7, sono state trasferite le attività di prenotazione CUP (operativo da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 20.00) e il Centro Prelievi (operativo da lunedì a venerdì dalle ore 8.00alle 10.00) prima svolti in Via Paleocapa. A queste attività si è aggiunto un servizio medico di Assistenza territoriale integrata attivo da lunedì a venerdì dalle 10.30 alle 13.00, il mattino e dalle 17.30 alle 20.00, la sera. Il servizio è gratuito per residenti o con domicilio sanitario nell'ASL2 Savonese. Per gli altri utenti è invece prevista una tariffa di 25€. Nei giorni di sabato, domenica e festivi negli stessi locali verrà gestito l' Ambulatorio Continuità assistenziale con orario continuato dalle ore 9.00 alle ore 19.00. In questo caso il servizio è a pagamento per tutti (25€). Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione con Omnia Medica ed i 16 medici di Saona sanità, si inserisce in una politica di gestione dei servizi sanitari dedicati ai cittadini che vuole essere sempre più vicina alle esigenze ed alle necessità degli assistiti sia in termini di comodità e accessibilità logistica che di reperibilità e disponibilità oraria. La scelta dei locali al piano terreno è stata fatta per facilitare e semplificare l'accesso da parte di quelle categorie di assistiti con difficoltà motorie o di deambulazione (disabili, anziani, etc..). 46 Impegno decisivo della nostra ASL Sanità Notizie In collaborazione con "Omnia Medica" e "Saona Sanità". Aperti i nuovi ambulatori di Piazza del Popolo 7 a Savona per i servizi CUP, centro prelievi e assistenza territoriale integrata, gratuiti per i residenti con domicilio sanitario nell'ASL 2 In questo modo migliora la gestione della domanda da parte dei cittadini. Marta Pescetto S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing L'allungamento degli orari di attività è invece legata alla volontà di garantire tutti i giorni della settimana una risposta adeguata ai bisogni di salute dei cittadini, qualora non sia possibile rivolgersi al proprio medico di base. Rimane fermo che le urgenze e le emergenze eventualmente registrate verranno immediatamente dirottate verso il Servizio 118 Savona soccorso e il Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Paolo sulla base di un rapporto di sinergia e collaborazione. Dopo il trasferimento del Pronto Soccorso dell'Ospedale San Paolo in Valloria, avvenuto il 28 Ottobre 1990, ritorna in pieno centro città un servizio di prima assistenza medica utile a migliorare l'appro- priatezza degli accessi al Pronto soccorso ospedaliero e capace di dare un'immediata risposta ai bisogni sanitari di primo livello dei cittadini. Un servizio che si augura di diventare un utile punto di riferimento anche per i turisti in transito a Savona o per quanti vengono in città considerato il recente sviluppo di alcuni suoi importanti comparti (Scalo Crocere; Campus Universitario, Circuito artisticoculturale). L'ambulatorio è stato dedicatro alla memoria del Dott. Giovanni Maria Selis, noto medico savonese del Pronto Soccorso e del mondo dello sport. Da sinistra: Claudia Agosti, Monsignor Vittorio Lupi, Flavio Neirotti, Federico Berruti, Isabella Sorgini, Andrea Addis, Renato Giusto. n. 2 • Dicembre 2009 L'Associazione Italiana Donne Medico, in collaborazione con l'Asl2 Savonese, sempre attenta alle problematiche attuali che interessano la famiglia e la società ha scelto, come tema del convegno organizzato dalla Dott.ssa Maria Paola Briata, Direttore della S.C. Igiene e Sanità Pubblica, sabato 21 novembre 2009 presso la Sala Rossa del Comune di Savona, la pubblicità e la sua influenza sulle dinamiche familiari. Il titolo “de-generazione” si riferisce infatti, a una generazione cresciuta con l'influsso dei messaggi televisivi e dei media in generale che però hanno finito col creare un'immagine distorta della famiglia e nello specifico della donna che si trova a vivere la sua quotidianità con il modello sullo schermo della mammamoglie-donna in carriera incredibilmente sempre curata, bella e sorridente. Attualità culturale Sanità Notizie Successo del convegno organizzato dall'Associazione Italiane Donne Medico in collaboraizone con l'ASL 2 Savonese. I messaggi televisivi e gli altri media hanno creato presso le nuove generazioni un'immagine distorta della famiglia e del ruolo virtuale della mamma - moglie - donna in carriera Elisa di Padova S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing all'interno della famiglia, come la comunicazione mediatica influenzi la società e come imparare ad interpretare i messaggi divulgati dai mezzi di comunicazione di massa. Per la natura educativa della tematica sono state invitate anche rappresentanze di studenti delle scuole. Durante la mattinata si è affrontata la tematica da punti di vista diversi e multidisciplinari: come i mezzi di comunicazione e in particolare la pubblicità presentano la famiglia e come questo agisca a livello sociale; come la presentazione pubblicitaria possa veicolare diversi significati e come sia facile cadere vittima di obiettivi commerciali e non; come sviluppare una coscienza critica nella visione dei messaggi pubblicitari. Il convegno, che ha visto un buon afflusso di pubblico, era aperto all'intera popolazione. A moderare era presente il Dott. Giampiero Storti, Direttore della S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing dell'ASL2 Savonese. Sono poi intervenute la Dott.ssa Rachele Donini, Psicologa Psicoterapeuta e Responsabile delle attività di prevenzione -Area Dipendenze Ser.T e la Dott.ssa Marina Calissi, PsicologaPsicoterapeuta e Responsabile del Centro Giovani per l'ASL2 Savonese. Tra i relatori esterni, la Dott. Carla Costanzi, Sociologa e docente all'Università Cattolica di Milano e il Dott. Michele Marangi, Media Educator. L'obiettivo era proprio far conoscere alla popolazione savonese quali siano stati i cambiamenti causati dai media 47 n. 2 • Dicembre 2009 Gli studenti delle scuole superiori di Savona al "S. Paolo" con l'AVO Elisa Di Padova S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing 48 Per il terzo anno consecutivo l'Associazione Volontari Ospedalieri di Savona (AVO), in collaborazione con l'ASL2 Savonese, ha attivato un progetto socio-sanitario presso il presidio ospedaliero S.Paolo e alla R.S.A. di Varazze, rivolto agli studenti maggiorenni delle scuole superiori. Il primo anno il progetto ha coinvolto 30 studenti del liceo scientifico “O.Grassi” di Savona per annoverarne 65 nel secondo anno con la partecipazione sia del liceo scientifico “O.Grassi” sia del liceo “G.Della Rovere”. Quest'anno l'iniziativa è continuata estendendo il progetto anche al liceo classico “G.Chiabrera” per un totale di 90 studenti. Le ragioni che ci hanno spinto ad intraprendere questo progetto è che, in un'epoca che ha accelerato i ritmi della competizione e nella quale i valori morali sembrano dimenticati, crediamo che si senta il bisogno di rifondare una società basata sul rispetto dell'uomo. L'esperienza del confronto con la sofferenza ed il disagio può contribuire a fare riflettere sul valore della solidarietà, promuovendone la cultura e sviluppando nei giovani una coscienza sociale. Si realizza, inoltre, un incontro con una specifica realtà lavorativa, quella degli operatori ospedalieri, favorendo una conoscenza che potrà essere utile agli studenti nel momento dell'orientamento per le scelte future. Dopo la fase progettuale nei mesi di Aprile e di Maggio 2008, nell'anno scolastico 2008-2009 si è sviluppata la fase dell'accoglienza, che ha avuto inizio con un incontro preliminare cui hanno partecipato il Direttore Sanitario della ASL2 Dott.ssa Claudia Agosti, i Referenti scolastici dei tre Istituti, il Personale medico dei reparti individuati: il Direttore della S.C. di Chirurgia generale Dott. Angelo Schirru, il Direttore Dipartimento di Medicina Dott. Rodolfo Tassara, il Direttore della S.C. Pronto Soccorso e Osservazione Breve Dott. Roberto Lerza, il Direttore della S.C. di Ortopedia e Traumatologia Dott. Stefano Bosio, il Direttore della S.C. di Medicina Interna per le cure intermedie Dott. Lionello Parodi, il Direttore della S.C. di Madicina interna e gastroenterologia Dott. Giorgio Menardo, il Direttore f.f. della S.C. di Neurologia Dott. Aurelio Torazza ed i Dirigenti dell'Associazione Volontari Ospedalieri di Savona. Gli studenti, accompagnati da un tutor, saranno presenti in corsia un pomeriggio alla settimana, da Ottobre a Dicembre, per un impegno complessivo di 25 ore. Al termine dell'esperienza, oltre ad una certificazione che potrà valere come credito formativo, verrà ripetuto l'incontro con i ragazzi, i referenti scolastici, i dirigenti medici della ASL2 ed i referenti AVO per analizzare insieme la loro esperienza ed ascoltare le loro opinioni. Sanità Notizie Solidarietà sociale L'AVO di Savona celebra il 30° anniversario di fondazione Ha portato esperienza, solidarietà, conforto agli ammalati, spesso soli negli ospedali e nelle case di riposo. L'Associazione Volontari Ospedalieri di Savona costituita nel 1979, è iscritta all'albo regionale delle associazioni di volontariato ed è un'associazione senza scopo di lucro. L'AVO è nata per dare una possibilità concreta ed organizzata a quanti vogliono portare conforto agli ammalati, spesso soli, nelle corsie degli Ospedali e delle Case di riposo. L'Avo di Savona quest'anno ha festeggiato i 30 anni e al fine di ringraziare i Volontari, che da così tanto prestano la loro opera, e sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi al volontariato, ha organizzato un evento aperto alla cittadinanza. Alla manifestazione, che si è svolta il 13 novembre presso il complesso monumentale del Priamar, ha partecipato come ospite d'onore il dott. Luigi Pelazza, artista del programma televisivo “Le Iene”. Lettera da una volontaria…. Ho letto con interesse un articolo del professor Michele Raja riguardo l'importanza della presenza dei volontari nel reparto di emergenza psichiatrica. Essendo io stessa volontaria A.V.O. e coordinatrice del gruppo che opera presso l'Unità Operativa di S.P.D.C. (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) dell'ospedale S. Paolo - ASL 2 SAVONESE desidero rispondere con alcune riflessioni. Chi opera all'intemo di una tale realtà dovrebbe riuscire ad essere immune dal percepire il dolore altrui... è Diffìcile!!... Ci aiuta la consapevolezza che i nostri pazienti ci considerano persone "normali" vedendo nella nostra presenza un' "occasione diversa" da quella offerta dallo staff medico - infermieristico. Noi portiamo una parte della realtà estema, la quotidianità, all'intemo della loro realtà attuale confinata in quel momento al reparto. Abbiamo imparato a giocare e a svolgere attività Iudiche diverse oltre che a dialogare. I pazienti ci fanno partecipare al loro mondo, spesso si sfogano con noi raccontando problemi e talvolta anche quei piccoli "segreti" che agli altri vengono celati. Il nostro gruppo è formato da Kiki, Salvatore, Rossella, Domenico e Simone... poco tempo fa ci ha lasciato un amico e validissimo collaboratore: Antonio, chi dei pazienti lo ha conosciuto chiede ancora oggi di LUI! Corrado, Elio e Maria Rosa invece, al momento, per motivi personali, purtroppo non possono essere presenti in servizio. Il nostro è quindi un piccolo insieme nell'individualità del reparto e ci riteniamo privilegiati ad avere la possibilità di operare in questo luogo difficile e talvolta angosciarne come può essere l'S.P.D.C. Spesso ci interroghiamo su cosa ci spinge a voler trascorrere un po' del nostro tempo in questo luogo; durante gli incontri mensili dei volontari con il medico psichiatra – nostro coordinatore - parliamo della nostra scelta ed affiora sempre la voglia di dare qualcosa a chi vive in uno stato di sofferenza e si sente stigmatizzato per essere ricoverato lì! Ciò che ci motiva maggiormente è il disagio giovanile... molti sono infatti i Giovani che incontriamo in S.P.D.C. Oltre ad offrire loro la nostra disponibilità al dialogo e all'ascolto , quando si può, organizziamo partite a ping-pong, calcetto, carte, tombola nell'intento di rendere meno monotone le ore pomeridiane. L'A.V.O. è un dare e avere. Solo chi non prova non può rendersi conto di quanto siano gratificanti un grazie, un sorriso, un gesto di amicizia sincera che è tutto quello che noi riceviamo dai nostri pazienti. Termino, infine, con una frase che è un po' il nostro cavallo di battaglia: Chi da 10, anche se apparentemente non riceve nulla, ma in realtà riceve 1000, perché diventa un sordo a cui torna l'udito, un cieco a cui finalmente, dopo tanto tempo trascorso al buio, viene concesso di poter vedere i colori del mondo. Patrizia Chiola n. 2 • Dicembre 2009 Professionalità sanitaria Sanità Notizie Medici di medicina generale che svolgono l'ambulatorio di continuità assistenziale INDIRIZZO COMUNE VIA DELLA CHIUSETTA 14 ALASSIO ASSOCIAZIONE MEDICI N. TELEFONO ALASSIO SALUTE 0182 648631 ALBENGA VIA MEDAGLIE D’ORO 40 ALBENGA SALUTE 0182 555872 LOANO VIALE LIBERTÀ 2 LOANO SALUTE 019 676001 PIETRA LIGURE V. LE DELLA REPUBBLICA 10 PIETRA MEDICA 019 613252 019 617525 FINALE VIA GHIGLIERI 7 FINALE SALUTE 019 695050 CAIRO VIA BERIO 1 CAIRO SALUTE 019 505491 019 506181 SAVONA P.Z ZA DEL POPOLO 7 R SAONA SANITÀ 019 829999 019 802497 Riceviamo e pubblichiamo la simpatica poesia di un paziente della nostra struttura Corrado Marziano Direttore S.C. Radioterapia Ospedale "S. Paolo" di Savona La bacheca della Radioterapia è piena di lettere di ringraziamento da parte dei pazienti che oltre alla nostra professionalità trovano degli interlocutori che li trattano come “persone” e sono disponibili alle loro esigenze. Tra le tante, credo che sia meritevole i ringraziamenti di un paziente espressi in poesia dialettale e tradotta in italiano perché il Primario siciliano potesse capirla. Au Staff de Radiuterapia du San Paulù de Sannà Allo Staff di Radioterapia S. Paolo Savona Au Primaiù Au Vice All'Equipe Medica Au Persunale Tecnicu Ai Infermè Au Persunale de Segreteria Prima de tuttù grazie de coeù A tutti quanti P'è l'amù chi ghe mettì int'à voscià prufexùn Sempre disponibili e sorridenti Cun i voxì pazienti Cun e vosciè belle meneè I ne fei sentì A nosciù agiù In stu percursù travaglion A tutti i calurusù abbrassù Grazie ancuà L'ò scrita in dialettù de Löa Ma ve l'ò miscia in Italian Cuxi i me capii tutti Le Coq Al Primario Al Vice Primario All'Equipe Medica Al Personale Tecnico Agli Infermieri Al Personale di Segreteria Prima di tutto grazie di cuore A tutti quanti Per l'amore che mettete Nella vostra professione Sempre disponibili e sorridenti Con i vostri pazienti Con le vostre belle maniere Ci fate sentire A nostro agio In questo percorso travagliato A tutti in caloroso abbraccio Grazie ancora L'ho scritta in dialetto Loanese Ma ve l'ho messa in Italiano Così mi capite tutti Gallo Sanna 17/08/09 Savona 17/08/09 49 n. 2 • Dicembre 2009 Dalla Fondazione "A. De Mari" un grande impegno a favore della sanità dell'ASL 2 Da sin. l'avv. Roberto Romani, Presidente della Fondazione De Mari, insieme conil Dott. Giulio Tarasco e il Dott. Michele Olivieri rispettivamente Segretario generale e Consigliere della fondazione e il Direttore generale dell'ASL2 Flavio Neirotti. Giovedì 1 ottobre 2009 erano presenti: Dott. Flavio Neirotti Direttore Generale ASL 2 Savonese Avv. Roberto Romani, Presidente Fondazione A. De Mari Dott. Giulio Tarasco, Segretario generale Fondazione A. De Mari Dott. Michele Oliveri, Consigliere Fondazione A. De Mari Dott. Paolo Bellotti, Direttore S.C. Cardiologia Ospedale S. Paolo di Savona Dott. Massimiliano Boccardo, Direttore S.C. Neurochirurgia Ospedale S. Corona di Pietra L. Dott.ssa Tiziana Tassinari , Direttore S.C. Neurologia Ospedale S. Corona di Pietra L. Arch. Cesare Branchetti, Direttore Dipartimento tecnologico ASL 2 Savonese 50 Microscopio operatorio donato alla Neurochirurgia dell'Ospedale "S. Corona" di Pietra Ligure. Solidarietà socio - sanitaria Sanità Notizie PRINCIPALI DONAZIONI FONDAZIONE A. DE MARI ANNO 2005 - 2009 n. 2 • Dicembre 2009 Evento al "S. Corona" Sanità Notizie Alla presenza di Claudio Burlando, Presidente della Regione Liguria e di Claudio Montaldo, Assessore alla salute. Claudio Montaldo, Claudio Burlando e Flavio Neirotti durante la presentazione. Giovedì 19 Novembre, alla presenza del Presidente della Regione Claudio Burlando e dell'Assessore alla salute, Claudio Montaldo e di fronte ad altre importanti autorità istituzionali sia locali che regionali, la Direzione dell'ASL 2 Savonese ha presentato ufficialmente il Trauma Center. Assegnato dalla regione come uno degli obiettivi aziendali della nuova ASL2 Savonese, il Centro Traumatologico ad Alta Specializzazione (è questa l'esatta definizione), dispone di tutte le risorse necessarie per identificare e trattare in modo definitivo qualsiasi tipo di lesione ed è capace di fornire cure intensive al paziente politraumatizzato data la compresenza di tutti i professionisti e di tutte le specialità mediche necessarie alla presa in carico e alla cura di questo tipo di pazienti. Parti integranti ed elementi fondamentali di questo imponente ed impegnativo progetto sono: Il Comitato Operativo rete Emergenza (CORE), cha ha funzioni di coordinamento delle attività specifiche dei due Dipartimenti di Emergenza dell'ASL 2 Savonese (Dipartimento Emergenza Levante e Dipar-timento Emergenza Ponente) La Commissione Traumi, con il compito di organizzare in maniera corretta un sistema strutturato capace di affrontare con la massima efficacia ed efficienza la gestione dei pazienti traumatizzati Il registro Traumi, che raccoglie dati su tutto il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti traumatizzati dall'ammissione alla dimissione, analizza quanto prodotto in termini di outcome rispetto alla gravità delle lesioni e all'impegno delle risorse, controlla la qualità del processo tramite audit intra-inter-dipar- La direzione dell'ASL 2 Savonese presenta il "trauma center" ad alta specializzazione per curare i pazienti politraumatizzati delle province di Savona e Imperia Gli ospedali dei due capoluoghi definiti Centri Spoke collaborano con il Centro Hub (nucleo centrale) di Pietra ligure, classificato, per questa struttura di II livello. Marta Pescetto S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing timentali ed interospedalieri, utilizza i dati raccolti per il confronto con altri Centri Hub. Il Trauma team la gestione del paziente traumatizzato all'arrivo in Ospedale è affidata ad un “Trauma Team” rappresentato da una equipe di professionisti, stabilita in base a rotocolli stilati dalla Commissione Traumi Intra-ospedaliera, con a capo un “Trauma Leader”, variabile in base alla gravità e al tipo di trauma. I Percorsi Formativi/ Informativi, il percorso formativo/informativo del personale è un elemento fondamentale per il corretto sviluppo e l'ottimale funzionamento della rete del trauma. E' predisposto dalla Commissione Traumi, inserito nel Piano Formativo Aziendale, previo parere favorevole del Comitato Operativo Rete Emergenza. Tutte le strutture della rete di Emergenza dell'ASL 2 Savonese ed altre specialità mediche faranno sistema: percorsi diagnostico assistenziali predefiniti e controllati guideranno tutti gli operatori coinvolti nelle varie situazioni di emergenza che di volta in volta di presenteranno. Un sistema che fa della collaborazione, della sinergia e della comunicazione i punti chiave di successo. Naturalmente l'alta qualità delle professionalità è sottintesa a questo articolato programma di intervento. Nel contesto di questo sistema integrato di assistenza al trauma è stato identificato come centro Hub (nucleo centrale) - Centro Traumatologico ad Alta Specializzazione (CTS) - adulti di 2° livello,l'Ospedale Santa Corona e come Centri Spoke (nodi periferici) – Centri Traumatologici Zonali (CTZ) di 1° livello identificati, l'Ospedale S. Paolo di Savona e l'Ospedale di Imperia. 51 n. 2 • Dicembre 2009 Sanità Notizie Eccellenza chirurgica al "S. Paolo" Un nuovo riconoscimento per la sanità savonese. Il direttore Igor Rossello eletto Presidente della Società italiana di chirurgia della Mano Il 30% dei pazienti del Centro Regionale del "S. Paolo" proviene da fuori Liguria. Morena Scurani S.C. Comunicazione Sanitaria e Marketing Igor Rossello È arrivata, per Igor Rossello, la nomina a Presidente della Società Italiana di C h i r u rg i a d e l l a M a n o ( S I C M ) , l'Associazione che da oltre 50 anni riunisce i più illustri esperti italiani di questo settore. È il terzo nome del Centro regionale di Chirurgia della Mano ad essere investito di questo prestigioso ruolo: prima di lui fu presidente Renzo Mantero – erano gli anni 70 - e poi Piero Bertolotti, negli anni 90. Grande soddisfazione per il Dott. Rossello, dal 2001 direttore della S.C. Chirurgia della mano dell'Ospedale S. Paolo di Savona, ma motivo di vanto ed orgoglio anche per tutta l'ASL2 Savonese che, ancora una volta, raccoglie positive conferme e riconoscimenti ufficiali in merito al prestigio della sua squadra di professionisti. La sezione di Chirurgia della mano nasce ufficialmente al S. Paolo di Savona nel 1972, grazie all'impegno del Prof. Renzo Mantero. La Sezione ha vissuto, dal momento della sua istituzione ad oggi, uno sviluppo crescente, fino a diventare, sia sotto il profilo scientifico sia operativo, punto di riferimento nazionale ed internazionale e ad ottenere, nel 1996, la trasformazione in Centro Regionale e, ultimamente il riconoscimento europeo come Hand Trauma Center. Fino al 1999 il Centro è stato diretto dal suo fondatore, prof. Renzo Mantero, dal dicembre 1999 al luglio 2001 dal dott. Piero Bertolotti. All'interno della SICM è stato, insieme a Modena e Firenze, una delle poche realtà ad aderire con costanza e continuità, dando anche in questo modo, un'ottima prova di affidabilità, serietà, professionalità. L'equipe del Dott. Rossello, direttore della struttura dall'agosto 2001, conta 8 medici chirurghi; tra loro 5 giovani brillanti professionisti introdotti dopo il progressivo pensionamento di nomi storici (Ferrari, Vitali, Moretti, Priano, Bertolotti) che hanno nel tempo contribuito alla crescita ed al consolidamento della struttura. L'amministrazione ha sostenuto questo cambio generazionale in un'ottica di continuità e di sviluppo, continuando a puntare su qualità ed innovazione. Obiettivo del Centro, che conta molti pazienti provenienti da fuori Regione (circa il 30% dei pazienti sul totale) è da sempre evolversi, rinnovarsi, migliorarsi: oggi gran attenzione è rivolta allo EDITORE Periodico trimestrale di informazione dell’ASL 2 del Savonese I dati riferiti ai destinatari di “Sanità Notizie” vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo 52 DIREZIONE Direttore generale Flavio Neirotti Direttore amministrativo Graziella Baldinotti Tizzoni Direttore sanitario Claudia Agosti © Copyright ASL 2 Savonese Via Manzoni, 14 - 17100 Savona Tel. 019 84041 - C.F. e P. IVA 01062990096 Stampa: Coop Tipograf C.so Viglienzoni, 78 r. - 17100 Savona Tel. 019 804947 - Fax 019 806657 e-mail: [email protected] Questo numero è stato stampato e distribuito gratuitamente in 12.500 copie e inviato alle abitazioni degli oltre 4.600 dipendenti dell’A.S.L. 2 Savonese e alle oltre 100 farmacie per la distribuzione diretta ai pazienti. Viene inviato alle Istituzioni, ai Comuni e alle Parrocchie, alle Associazioni di Tutela e Volontariato, ai Sindacati. Una parte viene distribuita gratuitamente presso i nostri ambulatori provinciali e all'Ordine dei Medici. Si ringrazia per la distribuzione interna l’ufficio postale ASL 2 Savonese. Copie stampate n. 12.500. sviluppo di tecniche artroscopiche, al ricorso agli ultrasuoni e all'utilizzo della robotica in microchirurgia. La nomina di Rossello è importante per l'ASL2 Savonese, ma non solo; questo riconoscimento rappresenta sicuramente motivo di lustro anche per la Città di Savona, che il prossimo anno metterà a disposizione il prestigioso complesso del Priamar per ospitare il 48° Congresso Nazionale SICM, in programma per la fine Settembre e Ottobre (29 Settembre /2 Ottobre). Per maggiori dettagli sul 48° Congresso Nazionale SICM è possibile far riferimento al sito www.sicm.it; maggiori informazioni sul centro di Chirurgia della mano sono reperibili alla pagina www.chirurgiamanosavona.it. REDAZIONE Direttore editoriale: Giampiero Storti e-mail: [email protected] Direttore responsabile: Mario Lorenzo Paggi Segretaria di redazione: Elisa Di Padova Hanno collaborato a questo numero: Flavio Neirotti, Riccardo Padolecchia, Angelo Schirru, Guido Griseri, Francesco Quaglia, Antonino Massone, Roberto Sergi, Claudio Giberti, Maurizio Schenone, Brunello Brunetto, Andrea Mazza, Arturo De Michieli, Andrea Camera, Nicoletta Sacco, Vito De Giglio, Fabio Tanghetti, Franca Minetti, Andrea Camera, Michele Gramazio, Stefano Tornago, Lucio Romano, Giuseppe Santoro, Gabriele Cattaneo, Stefano Quaini, Marina Scotto, Walter Belcio, Lionello Parodi, Sandra Buscaglia, Giovanni Carta, Alessandro Cattana, Paola Gnerre, Valentina Sguerso, Antonio Maria Ferro, Morena Scurani, Duccio Buccicardi, Rita Scarso, Pier Andrea Dusi, Rosalba Bona, Angelo Sergi, Pierangelo Bruno, Maria Chiara Goslino, Dino Dessì, Gianluigi Figini, Marta Pescetto, Corrado Marziano.