Le grandi questioni

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Le grandi questioni
Strumenti per lo studio della storia
La religione
medievale
• Forte impronta comunitaria
e funzione pubblica della
fede
• La confessione era un rito
pubblico con funzione
riconciliatrice e
affratellante
• Erano più gravi i peccati
contro il prossimo che
quelli legati alla «carne».
Cattolici e Protestanti, due percorsi
con punti di contatto e di contrasto
 1517 affissione delle 95 tesi di Martin Lutero
 Punti di contatto:
 interiorizzazione della fede religiosa
 distinzione tra Stato e Chiesa
 Superamento della concezione religiosa medievale
 In contrasto:
 Disciplina e autodisciplina del cristiano
 La moderna libertà religiosa fuori dai dogmi
I mutamenti religiosi in età moderna
(comuni a cattolici e protestanti)
 Maggiore pervasività dello Stato e separazione tra questo e la Chiesa
 Maggiore interesse per la disciplina, l’obbedienza e il rispetto dell’autorità
 Ossessione verso la sfera sessuale, intima
 Repressione degli istinti e radicale confessionalizzazione della società
 Dimensione etica predominante
I punti di contrasto
 Rapporto diretto con Dio per i protestanti: Il sacerdozio universale dei credenti
a) la lettura diretta della bibbia;
b) responsabilità individuale
 La critica del cattolicesimo: nicolaismo, simonia, indulgenze etc…
 Cattolicesimo legato all’intermediazione del clero: subordinazione a un’autorità
esterna
 Non è convincente l’identificazione tra protestantesimo e modernità,
soprattutto riferendosi al luteranesimo
 Weber individua nell’etica calvinista un elemento favorevole per l’ascesa del
capitalismo
 Ma la tolleranza religiosa non caratterizzò nessuna delle esperienze
Il faticoso percorso della tolleranza religiosa
 Erasmo da Rotterdam e l’adiaphora: la centralità della parola di Dio e il
rifiuto della cose inessenziali per la fede
 Essenziale è il messaggio di salvezza in Cristo e di amore fra i cristiani
contenuto nel nuovo testamento, non la teologia o le dispute dottrinali
 I seguaci di Erasmo vennero perseguiti in tutta Europa
 Dal dubbio, dai fermenti intellettuali, e dalle peregrinazioni degli esuli
crebbero le piante della libertà religiosa
 Nel 1670 Spinoza pubblicò il trattato teologico-politico in cui sulla base
della negazione del valore assoluto della bibbia teorizzava l’esistenza di
uno spazio intellettuale per la libertà di opinione
L’epoca delle scoperte e il mondo
nuovo
 La modernità come inizio di una prima globalizzazione, di una maggiore
relazione tra le varie aree del mondo
 Motivazione spirituale (evangelizzazione) e materiale (oro e spezie) e non
legata al moderno spirito scientifico di scoperta
 Il processo di espansione fu graduale, legato alla superiorità bellica degli
europei sfociando
 Un primo sistema integrato globale fondato su scambi e rapporti e sullo
sviluppo di un’economia di mercato che coinvolgeva regioni anche molto
lontane (commercio triangolare degli schiavi)
Nuove e vecchie potenze
 L’afflusso di argento non impedì il declino della Spagna
 Tracollo spagnolo durante la guerra dei 30 anni (1640) avvenne in una
dimensione atlantica per l’incapacità di governare i mari
 Ne approfittò l’Olanda, ex provincia ribelle dell’impero fra metà ‘500 e
metà ‘600
 L’ascesa inglese fu tutt’uno con una politica finalizzata a sfruttare i traffici
transoceanici e il rafforzamento della marina
 La crisi del ‘600 è la crisi dell’Europa meridionale legata ala
rimescolamento prodotto dalla globalizzazione
I nuovi mondi: barbari e popoli inferiori
 L’approccio che gli europei ebbero con i popoli dell’Africa e dell’America
fu incentrato al recupero del concetto di barbaro e di popolo superiore
 Gli spagnoli erano animati da intenti missionari: legittimazione delle
violenze dei conquistadores
 Bartolomeo de Las Casas rigettò l’idea che queste popolazioni fossero sub
umane. Erano uomini seppur a un grado infimo di sviluppo e quindi
meritevoli di educazione.
 Opera di evangelizzazione ed educazione dei gesuiti nel nuovo mondo
 Le comunità si mescolarono, si contaminarono
 I protestanti, in particolare i calvinisti, erano meno interessati
all’evangelizzazione
 Erano portatori di una visione meno aperta a contaminazioni con le nuove
popolazioni
 In America del Nord, in particolare i puritani, identificavano i popoli
autoctoni con entità demoniache. I bianchi erano predestinati da Dio a
occupare la terra verso cui la Provvidenza li aveva condotti
 Gli europei continuavano a considerare la propria civiltà come l’unica
possibile
 Un problema: la bibbia non parlava di queste nuove popolazioni. Elemento
utile alla messa in discussione del principio di autorità e dell’assolutismo
religioso
 Non è casuale che i grandi illuministi come Voltaire o Montesquieu
cominciarono a guardare alla grandi civiltà orientali come termine di
confronto per le proprie
Lo Stato moderno
struttura politica che abbia il monopolio del potere e lo eserciti in
maniera impersonale su un determinato territorio
 ha avuto una genesi storica
 La progressiva crescita della capacità di governo e delle progressiva
spersonalizzazione del potere in epoca moderna passa dallo:
1) svincolamento del ruolo pubblico dal legame di fedeltà individuale;
2) lo sviluppo di una efficiente burocrazia amministrativa;
3) desacralizzazione della sovranità regia
Un Processo lento e contrastato
 Filippo II governò confermando i privilegi locali: fueros
 Nella Francia di metà Cinquecento c’erano tra 7 mila e 8 mila ufficiali regi
e il numero non diminuì neanche con Luigi XIV
 concorrenza tra le fonti di legittimazione del potere
 oligarchie, corporazioni cittadine ceti nobiliari accampavano consuetudini,
immunità, privilegi contro cui si scontravano le ancora deboli burocrazie
statali
 La crescita dello Stato è legata all’imposizione di un potere di
disciplinamento esteso e pervasivo sconosciuto nell’antico regime
La trasformazione
 L’economia moderna e industriale necessitava di un ordine sociale basato
sul controllo capillare del territorio e il controllo dei comportamenti
individuali
 Imposizione di un potere di disciplinamento esteso e pervasivo sconosciuto
nell’antico regime
 Foucalt e la trasformazione delle punizioni tra antico regime e Stato
moderno: dalla rappresentazione occasionale teatrale e vendicativa della
giustizia di antico regime, alle pene meno spettacolari ma regolarmente
inflitte
 Lo Stato moderno ha coinciso con l’ideologia politica che ha valorizzato la
libertà e i diritti diffusi, ma ha anche inventato le discipline generalizzate
La svolta illuminista
 Origini nella crisi intellettuale tra Seicento e Settecento, ovvero nella critica
del pensiero autoritario e del sapere tradizionale. Il libero pensiero o
libertinismo fu una componente essenziale dell’illuminismo
 Critica della bibbia così come delle credenze più antiche, dai miracoli, ai
presagi alla stregoneria
 Venne negata la pretesa di una verità indiscutibile (Pierre Bayle) su cui
fondare le accuse di eresia
 Si affermò anche l’idea che tradizione e autorità non erano sufficienti a
conferire valore a una convinzione sbagliata
 Cadeva il presupposto del conservatorismo e il pregiudizio a favore
dell’antichità, della consuetudine e della venerazione del passato in
quanto tale
La dimensione pubblica della cultura
 L’illuminismo francese settecentesco: un programma di cambiamento che
si propone il progresso dell’umanità
 Si imponeva un rapporto con una più vasta platea. Le nuove idee, nuovi
canali (la stampa), un nuovo pubblico, anche nelle province e nelle
piccole città
 Un movimento estremamente articolato che espresse posizioni su politica
religione economia con l’idea del progresso e della diffusione del sapere
 L’ Enciclopedia di Diderot , D’Alembert, D’Holbach in 28 volumi tra 1751 e il
1772: raccogliere l’insieme dei saperi utili sottraendolo alla dimensione
corporativa degli specialisti con una forte volontà di intervento nella realtà
L’eta delle rivoluzioni
 La rivoluzione francese modello esportabile:
 Abbatte la monarchia assoluta
 Abolisce il sistema feudale
 Redistribuisce la proprietà ecclesiastica
 Trasforma i sudditi in cittadini, eguali per legge
 Le masse popolari urbane protagoniste della politica
 Una nuova élite borghese prese il potere
La rivoluzione e il mondo contemporaneo
 la rivoluzione inventa la democrazia moderna anticipandone svariate sue
forme:
 Rappresentativa e indiretta
 Diretta a base popolare
 Autoritaria o plebiscitaria
 Pose il problema fondamentale: come equilibrare mobilitazione e
politicizzazione di ampi strati sociali con i criteri della rappresentanza
 La rivoluzione crea il suo mito di rigenerazione politica (ancora attuale..)
La rivoluzione francese e la storiografia
 Concepire la rivoluzione come un blocco coerente significa dargli un
contenuto finalistico
 Chi ritiene che la rivoluzione termini con la sconfitta di Robespierre
considera il Terrore come il momento più alto della rivoluzione
 Chi periodizza considerando momento finale il colpo di stato napoleonico,
insiste sul consolidamento moderato della rivoluzione
 Negli anni sessanta settanta in discussione l’interpretazione della crisi come
rivoluzione borghese e avvio del nuovo sistema capitalistico (nucleo
dell’interpretazione marxista, Soboul 1914-1982)
 La storiografia anglo-sassone (Cobban, 1967 e Taylor 1981) e poi quella
francese (Furet e Richet 1974 e Furet 1980) descrivono una realtà diversa:
protagonismo non della borghesia industriale, ma una borghesia di notabili,
e di intellettuali
 La rivoluzione come esito di un disagio sociale e della politicizzazione di ceti
borghesi e nobiliari che criticano il potere tradizionale
 Nascita di un’opinione pubblica in grado di sottrarsi al controllo
dell’autorità
 Giacobinismo non come esito naturale della rivoluzione. Modello per poteri
autoritari o addirittura totalitari (Jacob Talmon 1967)
 La rivoluzione come esperienza soggettiva rigeneratrice (Lynn Hunt, 2003 ),
attenzione alla dimensione simbolica e ai meccanismi emotivi di
coinvolgimento
 Harendt (1963) l’illusione di poter risolvere la questione sociale con mezzi
solo politici e nel breve periodo, porterebbe al Terrore: un’accelerazione
dei tempi con la pedagogia autoritaria e la repressione politica
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