Simbologia e sacro: parte 1

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SIMBOLOGIA e SACRO: PARTE 1
Nell’ambito della simbologia medievale il 4 rappresenta gli elementi essenziali della realtà
materiale, ma anche la stabilità e l’equilibrio. Nella cosmologia, infatti, 4 sono gli elementi
fondamentali: acqua, fuoco terra e aria, e sono anche i 4 punti cardinali e le stagioni. Nella religione
cristiana 4 sono i Vangeli e le virtù cardinali: prudenza, fortezza, temperanza e giustizia.
Le primitive chiese dell’ordine erano costruite rapporti costanti aritmetico-geometrici tra le varie
parti dell’edificio, basati sui numeri 3 e 4. Nella planimetria sono state indicate alcune distanze che
sono il prodotto della misura della crociera della navata laterale per i numeri 3-4-12.
Il 3 è simbolo della trinità e il 12 è il simbolo della pienezza e della totalità: simboleggia le 12 tribù
d’Israele, i 12 Apostoli e i 12 mesi dell’anno.
Abbazia di Chiaravalle: Si osserva che nella navata centrale della chiesa, quella in cui si
fermavano i conversi, vi è una prevalenza del 4, mentre nella zona del transetto-presbiterio, quella
in cui si fermavano i monaci sacerdoti, oltre al rapporto 4, è presente anche il rapporto 3.
La chiesa nella sua complessiva lunghezza, utilizza il rapporto 12, quasi ad indicare che essa è il
frutto del sovrapporsi e dell’intrecciarsi di natura creata (4) e di divinità rivelata (3). Anche la vita
umana, se vissuta in pienezza (12), sa mettere in relazione la dimensione naturale (4) con la divinità
rivelata (3).
Il numero 5
tratto da
http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/sectio_aurea2.htm
http://www.lcavour.it/Studenti/Ricerche%20studenti/RicStud%20-%20Numero%205/n5-1.htm
Uno dei numeri più importanti e particolari è il 5, che ha avuto la sua parte in quasi tutte le arti e le
scienze dell'uomo. Anche in natura è presente: basti pensare alle dita della mano o ad una stella
marina. Il 5 è stato interpretato da Leonardo da Vinci con il pentagramma, j, perfetta fusione fra
microcosmo e macrocosmo, concreto e trascendentale. La stella a 5 punte, formata dall'incrocio
delle diagonali del pentagono, fu definita in certe società mistiche la "stella fiammeggiante"che è il
simbolo del rapporto armonioso consentito dalla sezione aurea. La cosiddetta sezione aurea di un
segmento è definita dalla proporzione L : a = a : b (= 1,618) in cui il segmento intero (L) sta alla
sezione aurea (a), come la stessa (a) sta alla parte rimanente (b).
Questa proporzione è presente nella stella a 5 punte. Il rettangolo, avente i lati che rispettano la
proporzione aurea, è detto rettangolo aureo ed esso si può originare tantissime volte nel cosiddetto
Pentalfa.
La lettera"G"che viene spesso posta al centro, si riferisce al
Grande Geometra, cioè al Grande Architetto dell'Universo,
colui che regola tutto nel cosmo secondo la misura, il peso e il
tempo. Questo simbolo era già familiare agli antichi Indù, ed è
tuttora patrimonio di questa religione. Già ai tempi di Pitagora
(VI-V secolo) la stella a 5 punte godeva di una certa misteriosa
considerazione. I Pitagorici la consideravano sacra perché, con
la sua punta che svetta verso l'alto, indica come ogni
opposizione o divisione (le due punte volte al basso) debba, nel
tempo, essere condotta ad una superiore unità; un simbolo
pertanto in grado di esprimere la piena armonia fisica e
spirituale. Il Pentalfa era il segno di riconoscimento dei
Pitagorici. La Stella a 5 punte, quale segno di potenza,
rappresenta la luce. E' infatti la Stella che indica ed illumina il cammino dei Re Magi; ed è per
questo motivo che noi la utilizziamo nel presepio, in cima all'albero di Natale e per adornare le
strade nel periodo natalizio. Nel Medioevo, in Germania, questa particolarissima stella era detta
Drudenfuss (piede di strega) e le si attribuivano misteriosi poteri diabolici. Soprattutto in ambito
massonico il pentagono regolare e la stella a 5 punte sono frequentemente utilizzate. Ne è un
esempio il simbolo classico della massoneria, ottenuto combinando insieme il compasso, la squadra
e la "G" cui si è accennato.
Tratto da “Geometria 2”, Mondatori:
Il pentagono stellato è una figura molto nota fin
dall’antichità: assunto dai Pitagorici a simbolo
(la stella a cinque punte) della loro scuola, ad
esso sono stati attribuiti significati magici e
religiosi.
Il pentagono stellato è una figura formata dalle
diagonali di un pentagono regolare. Tali diagonali
determinano un nuovo pentagono regolare, più
piccolo, le cui diagonali formano un nuovo
pentagramma e così via… in una successione infinita
in cui ciascun lato sta a quello di ordine inferiore in rapporto aureo.
Il 5 in matematica
Nell'antichità il numero 5 era raffigurato come una mano stilizzata dai Babilonesi e dai Romani -V-.
Presso i Greci, con il sistema attico (454-95 a.C.), era rappresentato con l'iniziale modificata della
parola p??ta (cinque) -G-; dal 95 a.C. in poi si diffuse il sistema ionico, dove il 5 era raffigurato con
la 5° lettera dell'alfabeto greco minuscolo -e-. Gli Egizi, invece, tracciavano 5 aste verticali -|||||-,
mentre i Maya, in America, disegnavano una linea orizzontale - _______ -.
Le proprietà aritmetiche del 5 non sono molte, ma alcune sono curiose:
· È un numero primo, ha infatti come divisori solo 1 e 5 (se stesso)
· È il 5° numero della serie di Fibonacci: 1, 1, 2, 3, 5, 8, …
· Tutte le sue potenze (con esponente diverso da zero) finiscono con 5:
5¹=5, 5²=25, 5³=125…
· Il fattoriale di 5 è : 5!=120
In geometria ci sono ben 5 solidi regolari, detti solidi platonici:
1. il tetraedro
2. il cubo
3. l'ottaedro
4. il dodecaedro
5. l'icosaedro
in particolare, il dodecaedro ha le facce pentagonali. Il pentagono è la
figura piana regolare con 5 lati.
Se all'interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del
rettangolo, il rettangolo differenza sarà anch'esso un rettangolo aureo. Ripetendo l'operazione per
almeno cinque volte si ottiene un effetto visivo adeguato e si può tracciare, con il compasso, una
linea curva detta SPIRALE AUREA.
Il 5 in natura
Il numero 5 gode di particolare importanza in natura, lo ritroviamo infatti in molti esseri viventi.
5 sono le dita delle mani e dei piedi dell'uomo, sempre 5 sono i sensi dei mammiferi:
1. udito
2. olfatto
3. vista
4. tatto
5. gusto
Molte specie di stelle marine hanno 5 arti. Questi hanno la proprietà di rigenerarsi nel caso in cui
siano danneggiati, ad esempio, da un attacco di un predatore, dove l'arto viene lasciato a
quest'ultimo. Nei vegetali, il 5 è riscontrabile in molti elementi: le parti del fiore delle dicotiledoni come petali, sepali e stami- sono spesso in numero 5 o suoi multipli: le viole hanno un particolare
fiore a 5 petali (due posteriori, due laterali e uno anteriore) che varia dal blu-viola al giallo; il
basilico ha dei piccoli fiori bianchi con 5 petali e 5 stami. Ci sono poi altri fiori a 5 petali: la rosa
canina, la petunia, il gelsomino, il fiore d'arancio, il fiore del melo.
La mela, se sezionata trasversalmente, presenta 5 logge ovariche, contenenti ciascuna due semi
ovoidi. Anche le foglie di alcune piante hanno forma pentagonale, come la foglia della vite, del
platano o dell'acero, tutte con 5 lobi di forma appuntita.
Foglia di vite
Viola del
pensiero
Foglia di
platano
Rosa canina
Sezione di mela
Gli esseri viventi sono stati divisi in 5 regni:
1. animali
2. vegetali
3. funghi
4. monere
5. protisti.
Nel regno animale, per i vertebrati, si riscontrano 5 classi:
1. mammiferi
2. uccelli
3. rettili
4. anfibi
5. pesci (divisi in ossei e cartilaginei)
La spirale aurea, già citata a proposito della sezione aurea, è riprodotta in natura in
molte specie di conchiglie, come la conchiglia del telescoptum(a sinistra) e quella
del nautilus (a destra).
Le droghe di origine naturale, tutte prodotte dal mondo vegetale,
sono 5: i derivati della cannabis, la morfina dall'oppio, l'alcool
dalla vite, la nicotina dal tabacco, la cocaina dalle foglie di coca.
Pianta di cannabis
Il 5 nella scienza
Dall'antichità, fino poi al XVIII secolo, 5 erano i pianeti conosciuti (Mercurio, Venere, Marte,
Giove, Saturno), poiché gli unici che si vedono ad occhio nudo, e che secondo la concezione
geocentrica dell'universo, proposta per la prima volta
da Aristotele, giravano attorno alla Terra con la
Luna, il Sole e la volta celeste. Per pianeti, si
intendevano nell'antichità, le cosiddette "stelle
erranti", che, come per gli altri astri, erano incastrate
in enormi sfere di cristallo. Tutti i popoli antichi
identificarono questi pianeti con delle divinità del
proprio pantheon. Oggi noi usiamo ancora i nomi
degli dei romani, derivati da quelli greci, per indicare
questi corpi celesti e analogamente i tre pianeti, ma
anche molti asteroidi, scoperti successivamente,
hanno mantenuto nomi della mitologia classica.
La costellazione di Cassiopea è una delle più note ed è inconfondibile per la sua luminosità e per
l'asterisma a "W" che compongono le sue 5 stelle. Pur essendo attraversata dalla Via Lattea non è
molto ricca di oggetti, gli ammassi aperti, come M52, M103, NGC 663, sono molto piccoli e quindi
poco spettacolari. Cassiopea era, nella mitologia classica, la moglie di Cefeo re d'Etiopia, e madre
di Andromeda. Insuperbita per la meravigliosa bellezza della figlia, Cassiopea la vantò superiore in
venustà e in grazia alle Nereidi, le quali ottennero da Poseidone che Andromeda fosse legata ad uno
scoglio, ed esposta alla voracità d'un mostro marino. Da quest'ultimo la liberarò Perseo, che la
sposò, ed ottenne da Giove che Cassiopea fosse collocata in una costellazione della Via Lattea.
L'immagine che si ottiene dalla costellazione è di una figura seduta su un trono, vista di profilo.
Ma il 5 è presente nella scienza anche visitando
altre culture. Vediamo quindi le 5 fasi della
medicina cinese. Tutte le medicine hanno delle basi
filosofiche e dei modelli atti a spiegare i processi
che coinvolgono salute e malattie. La medicina
cinese, nel corso della migliaia di anni, ha
sviluppato un certo numero di questi modelli per
spiegare cause ed effetti del processo patologico.
Uno degli esempi più recenti, il fondamento del
salto filosofico essenziale della medicina, è la
Teoria dei 5 Elementi o Fasi , che spiega l'equilibrio
di corpo, mente e spirito e le loro relazioni tra
ambiente interno ed esterno. Questo modello di
salute e armonico equilibrio è il punto di partenza che ha permesso la comprensione dei meccanismi
patologici ed il loro trattamento. Gli antichi cinesi credevano fermamente nell'equilibrio o armonia.
Armonizzare se stessi con l'ambiente, la natura, era ed è di estrema importanza.
L'equilibrio permette al binomio corpo-mente di vivere serenamente con quanto lo circonda e di
ridurre lo stress.
I 5 Elementi sono LEGNO, FUOCO, TERRA, METALLO e ACQUA e descrivono un ordine ed un
equilibrio che consentono ad una persona di comprendere come seguire il Dao o pervenire ad una
perfetta salute. L'uomo, che secondo la filosofia orientale è il prodotto del Cielo e della Terra, si
serve dei 5 Elementi nella sua vita. Inoltre questi elementi sono legati tra loro da diversi criteri.
Infatti, ad esempio, ognuno di essi genera un altro (come mostra l'immagine a sinistra con frecce
circolari colorate) attraverso vari mutamenti -il legno brucia e genera il fuoco, la cenere forma la
terra, da cui si ricava il metallo, che fondendosi genera l'acqua, cibo per le piante e quindi il legno-.
Inoltre ogni elemento domina su un altro, (frecce marroni)che quindi teme il primo -la terra limita le
acque, le quali spengono il fuoco, che fonde il metallo; l'ascia di metallo taglia un albero (legno), le
cui radici tengono la terra. La medicina cinese ha associato un organo umano ad ogni elemento,
tenendo così conto dei legami degli elementi anche nel corpo umano.
Il 5 in informatica
Dopo l'invenzione del telaio di Neumann, la nascita e l'evoluzione rapida dei
computer hanno caratterizzato tutto il XX secolo. Siamo già arrivati alla 5ª
generazione di computer. Essa appartiene al futuro che è, sotto molti aspetti, già
iniziato, con l'introduzione di macchine intelligenti in grado di comprendere il
linguaggio grafico, visivo e parlato, di tradurre da una lingua all'altra, di risolvere i
problemi più svariati congiuntamente allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Sono
in fase di elaborazione diversi progetti nei settori della microelettronica e dell'intelligenza
artificiale, come ad esempio, il progetto giapponese FGCS (Fifth Generation Computer System), i
programmi americani finanziati dall'Agenzia ARPA (Advanced Research Project Agency) e dalla
NSF (National Science Foundation), il progetto europeo ESPRIT (European Strategic Programme
for Research and development of Information Technology). I computers tradizionali hanno una
memoria di elefante e sono velocissimi, ma non possiedono un'intelligenza paragonabile a quella
dell'uomo. Le prime cose, che un essere intelligente deve risolvere per sopravvivere, sono la
coordinazione del proprio corpo, la capacità di apprendere in fretta come reagire a nuove situazioni
e la gestione di rapporti con gli esseri della propria e delle altre specie, tutti aspetti non facili da
riprodurre in una macchina.
Il robot CO6, che si trova nel laboratorio di intelligenza artificiale del Massachusetts Institute of
Technology (MIT) è stato creato da Rodney Brooks e costruito nel 1993. Si tratta di un robot
umanoide progettato per sviluppare intelligenza e comportamenti paragonabili a quelli di un
bambino di due anni. CO6 impara a muoversi autonomamente grazie ad un corpo quasi simile a
quello umano, che gli consente di esplorare ed interagire con l'ambiente che lo circonda, inoltre è
dotato di testa girevole, mani prensili, una meccanica simile ai muscoli dell'uomo, ma anche sensi
elettronici (telecamere, microfoni, e sensori tattili). Inoltre, grazie ad accelerometri e giroscopi,
CO6 riesce ad avere un elementare senso dell'equilibrio. Questo robot ha
imparato a riconoscere le facce, capire se una persona lo guarda,
accorgersi dei movimenti che avvengono attorno a sé, fare sì con la testa e
seguire qualcuno con lo sguardo. Tali prestazioni, impossibili da
programmare, sono rese possibili dall'inserimento nel cervello sintetico di
CO6 di sistemi di apprendimento automatico, le reti neurali, le quali si
basano su un modello matematico che simula in modo semplificato il funzionamento di una cellula
cerebrale umana.
Il robot Kismet è una testa di 3,6 chili, creata da Cynthia Breazeale, assistente di Rodney Brooks. Il
robot manifesta le emozioni in essa provocate dall'ambiente circostante e dai suoi interlocutori, in
quanto è munita di occhi (videocamere) che le consentono di riconoscere gesti ed espressioni, di
microfoni (orecchie) che interpretano l'intonazione di voce e di sensori che rilevano l'intensità del
battito cardiaco o il respiro degli interlocutori umani
Nei laboratori ATR di Kyoto (Giappone), invece, il ricercatore Hugo De Garis sta cercando di
costruire un cervello artificiale che un giorno sarà collegato alla testa di un gatto-robot, il
Robokoneko. Tale cervello è formato da un'estesa rete di neuroni che sfrutta circuiti elettronici
rivoluzionari perché le connessioni tra transitor possono essere cambiate in pochi nanosecondi.
Ogni circuito può mutare fisicamente, plasmato dal programma, e trasformarsi in una serie di
calcolatori specializzati. I circuiti sono chiamati FPGA ("Field Programmable Gate Array")". Il
cervello artificiale che dovrebbe governare il Robokoneko è talmente complesso che nessun
ingegnere sarebbe in grado di scrivere un programma capace di farlo funzionare. Così i ricercatori
dell' ATR di Kyoto lasceranno che sia la macchina a decidere la propria architettura interna,
imitando il processo della selezione naturale dei viventi. Il programma che descrive le connessioni
di rete sarà, quindi, lasciato evolvere da solo fino a che emergerà la soluzione più efficace, la quale
sarà oggetto di simulazione computerizzata, ed infine sarà costruito il Robokoneko vero e proprio.
Anche in Europa, nei laboratori dell' EPFL in Svizzera e con il contributo del CNR di Roma, si
lavora per sviluppare robots intelligenti. Piccoli robot di 6 cm, che posseggono un processore
neurale, vengono lasciati evolvere senza alcun intervento esterno: in una notte essi imparano a
spostarsi in un labirinto senza sbattere contro i muri, in una settimana riescono a trovare un
caricabatterie, rifornirsi e spostare gli ostacoli con un microbraccio.
I tentativi che si stanno facendo per realizzare l'intelligenza artificiale, prendendo come modello i
neuroni del cervello, sono per molti aspetti simili a quelli fatti, nei secoli scorsi, per realizzare
il volo artificiale ad imitazione degli uccelli. Alla fine dell'Ottocento c'era chi pensava di brevettare
una tuta da aviatore ricoperta di penne. Tale concetto di volo era così radicato che, ancora nel 1900,
un articolo apparso su "English Mechanic" ribadiva : la vera macchina volante sarà a tutti gli effetti
un uccello artificiale. Gli ideatori dei primi aeroplani non individuarono i princìpi dell'aerodinamica
studiando l'anatomia degli uccelli. Gli stessi fratelli Wright non seppero mai veramente spiegare
perché il loro Flyer volasse. L'uomo non è riuscito a progettare una macchina capace di fermarsi su
un ramo di un albero ma ha costruito aeromobili che possono superare la velocità del suono e volare
a parecchie migliaia di metri di altezza. Allo stesso modo non sarà, forse, possibile realizzare un
cervello artificiale identico a quello umano e tantomeno sarà utile duplicare l'unico essere
intelligente esistente sulla terra. Se i nostri cervelli sono realmente dei calcolatori biologici, si tratta
di calcolatori davvero eccezionali.
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