comunicato stampa - Università di Modena e Reggio Emilia Notizie

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COMUNICATO STAMPA
UNO STUDIO SULLA TUBERCOLOSI DEI RICERCATORI DELL’AZIENDA
OSPEDALIERO – UNIVERSITARIA DI MODENA SI E’ POSIZIONATO AL SECONDO
POSTO NELLA CLASSIFICA DI SCIENCE WATCH
Gode di grande prestigio la ricerca dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, che
proprio in questi giorni ha ottenuto un qualificato riconoscimento sul sito di Science Watch
(stilata da Thomson Reuters), un’agenzia indipendente internazionale che valuta i risultati
della ricerca scientifica nel mondo. L’articolo Use in routine clinical practice of two
commercial blood tests for diagnosis of infection with Mycobacterium tuberculosis: a
prospective study (Uso nella pratica routinaria clinica di due test comuni per la diagnosi
delle infezioni da micobatterio tubercolare) pubblicato nel 2006 sulla rivista The Lancet,
redatto dal prof. Luca Richeldi del Centro Interdipartimentale per le Malattie Rare del Polmone
(MARP) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia insieme ad altri colleghi del
Policlinico di Modena, nel biennio 2006-2008, dove sono stati presi a riferimento per l’impatto
tra i lettori ben 4.554 articoli, si è posizionato al secondo posto tra i Top Papers riguardanti la
tubercolosi.
I Top Papers corrispondono agli studi più citati dalla comunità scientifica internazionale:
molte citazioni equivalgono ad una grande considerazione da parte della comunità
scientifica. Per questo il risultato dello studio condotto dai ricercatori del Policlinico è di
grande importanza.
L’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena è stato il primo istituto in Italia e tra i primi in
Europa a sperimentare nella pratica clinica due test, il QuantiFERON-TB Gold ed il TSPOT.TB, che a differenza del tradizionale test cutaneo, si sono rivelati maggiormente
affidabili nell’individuare l’infezione tubercolare, soprattutto in pazienti immunodepressi.
Mentre il test cutaneo si limita a verificare una reazione nella pelle dopo 72 ore dall’iniezione
della tubercolina, con un’alta possibilità di “falsi positivi”, particolarmente in soggetti con
vaccinazione anti-tubercolare, i nuovi test valutano in un campione di sangue venoso la
risposta immunitaria specifica verso il micobatterio della tubercolosi, misurando i livelli della
citochina interferone-gamma.
L’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena è stato il primo ospedale nel mondo a
eseguire uno studio comparativo diretto dei due nuovi test immunologici, grazie alla
collaborazione tra la Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio, diretta dal
prof. Leonardo Fabbri, e la Struttura Complessa di Microbiologia e Virologia, diretta dal dottor
Fabio Rumpianesi.
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“Lo studio di questi nuovi test - ha spiegato il prof. Luca Richeldi della Struttura Complessa
di Malattie dell’Apparato Respiratorio e autore corrispondente dell’articolo - è iniziato a
Modena nel 2001, collocando il Policlinico di Modena tra i primi centri nel mondo ad utilizzare
queste nuove tecniche diagnostiche. Questo nostro studio ha dimostrato che i nuovi test
sono più accurati del tradizionale test cutaneo tubercolinico e che esistono differenze tra i
due test su sangue, indicando come essi possano avere differente efficacia, soprattutto tra i
bambini al di sotto dei 5 anni di età e i pazienti immunodepressi”.
“Dal quando nel 2004 abbiamo introdotto nella routine diagnostica il test “Quantiferon” - ha
spiegato il dottor Fabio Rumpianesi, Direttore della Struttura Complessa di Microbiologia e
Virologia del Policlinico di Modena - abbiamo eseguito 10.500 esami. Nel 2008 su 2.565 test
effettuati abbiamo avuto 618 (24%) casi positivi. I pazienti studiati comprendono: trapiantati
onco-ematologici, sieropositivi per HIV, soggetti in età pediatrica, contatti di casi di
tubercolosi, operatori sanitari.”
Lo studio modenese è stato “battuto” solo da un articolo – sulla tubercolosi nelle aree rurali
del Sud Africa - pubblicato sempre da Lancet, cui hanno collaborato varie istituzioni, tra cui
Yale negli Stati Uniti e l’Istituto Nelson Mandela di Durban in Sud Africa. Terzo classificato
uno studio di diversi atenei americani e britannici (tra cui Washington, Liverpool e Londra) su
HIV, tubercolosi e malaria. “Il risultato ottenuto da noi – ha continuato il prof. Luca Richieldi
– è ancora più rilevante se consideriamo che il nostro lavoro divide il <<podio>> con studi
eseguiti in collaborazione tra diversi centri di ricerca, quando invece il nostro è uno studio
tutto modenese, che si è avvalso esclusivamente di competenze e collaborazioni interne. Se
consideriamo, infine, che nessun centro italiano rientra nella top 20 mondiale per quanto
riguarda la ricerca sulla tubercolosi, ci rendiamo conto di quanto sia significativo questo
risultato”.
Le Strutture Complesse di Malattie Infettive e di Malattie dell’Apparato Respiratorio
dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena seguono ogni anno circa un centinaio
di pazienti con tubercolosi attiva, di cui alcuni con forma multi-resistente, oltre ad
occuparsi della valutazione dei soggetti a rischio, quali contatti ed immigrati.
“Questo prestigioso risultato - ha asserito il Rettore dell’Università degli studi di Modena e
Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi - è il frutto dell’impegno che l’Ateneo sta portando avanti da
anni per raggiungere livelli di competitività internazionali e dimostra l’importanza che ricopre
la collaborazione tra il mondo accademico della ricerca e l’attività clinica delle strutture
sanitarie”.
“Se osserviamo la composizione dell’equipe che ha portato avanti questo studio – ha
commentato il dott. Stefano Cencetti, Direttore Generale del Policlinico di Modena – ci
rendiamo conto che essa è composta da universitari, ospedalieri, borsisti. Si tratta
indubbiamente di un risultato scientifico, che ha importanti ricadute assistenziali ed è
emblematico di come dovrebbe funzionare un’Azienda come la nostra, che fa
dell’integrazione tra didattica, ricerca e assistenza il suo obiettivo primario per dare ai malati
ed agli utenti cure appropriate e sempre aggiornate rispetto ai risultati internazionali della
ricerca clinica e delle sperimentazioni”.
Modena, 11 maggio 2009
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Riferimenti
Ferrara, M. Losi, R. D'Amico, P. Roversi, R. Piro, M. Meacci, B. Meccugni, I.M. Dori, A. Andreani, B.M. Bergamini, C. Mussini,
F. Rumpianesi, L.M. Fabbri, L. Richeldi. Use in routine clinical practice of two commercial blood tests for diagnosis of infection
with Mycobacterium tuberculosis: a prospective study. Lancet [Fast Track] 2006; 367: 1328-34.
Sito web Science Watch: http://sciencewatch.com/ana/st/tub/papers2yr/
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