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Alcune risposte predefinite
Narratologia
Struttura:
è suddivisa in: v. manuale;
si può suddividere in macrosequenze e in sequenze;
1. può essere circolare (qualche elemento del finale riconduce all’incipit), lineare, parallela,
antitetica, circolare, intrecciata. (v. manuale p. 191-192)
Narratore:
-
narratore esterno: non è un personaggio della storia e racconta in terza persona; può essere
onnisciente (conosce anche i pensieri dei personaggi e racconta tutto il necessario) o no; vantaggi: è
affidabile, oggettivo, non mente, anche se può tacere alcune informazioni;
- narratore interno: è un personaggio della storia e racconta in prima persona; di solito non è
onnisciente; può essere:
protagonista: racconta la propria storia; vantaggi: è molto coinvolgente, perché racconta dal proprio
punto di vista ed esprime le proprie emozioni, favorisce l’immedesimazione del lettore; svantaggi: non è
affidabile, dà una visione soggettiva dei fatti che possono non corrispondere alla verità della storia, può
mentire, essere pazzo o criminale, ecc. (citare solo gli elementi presenti nel testo);
testimone: è un personaggio della storia, ha caratteristiche comuni, simili a quelle del lettore medio, è
razionale e affidabile, ha assistito alla storia che racconta; vantaggi: è coinvolgente, perché racconta dal
proprio punto di vista ed esprime le proprie emozioni, favorisce l’immedesimazione del lettore; è
abbastanza affidabile (ma meno del narratore esterno), anche se dà una visione soggettiva dei fatti che
però in genere corrispondono alla verità della storia.
Se sono presenti più livelli narrativi aggiungere il grado del narratore e il processo usato.
Parole e pensieri dei personaggi [per le risposte, scegli gli elementi che corrispondono al testo: ad esempio,
se in un discorso diretto libero non c’è il presente, non scrivere: i verbi possono essere al presente, se invece
c’è il presente, scrivi: il verbo è al presente]
- citazione:
discorso o pensiero diretto: si citano testualmente le parole o i pensieri del personaggio [scrivi inoltre
se è eventualmente compreso tra virgolette o trattini] ;
legato: introdotto da un verbo di dire o pensare;
libero: non introdotto da un verbo di dire o pensare; i verbi possono essere in prima persona e al
presente.
- forme: monologo, dialogo, soliloquio, monologo interiore: v. manuale;
- resoconto:
discorso o pensiero indiretto: il narratore rielabora le parole o i pensieri del personaggio; i verbi che si
riferiscono al personaggio sono in terza persona e di solito ai tempi storici (mentre spesso nel discorso
diretto sono al presente); i pronomi che si riferiscono al personaggio sono di terza persona;
legato: è una frase subordinata retta da un verbo di dire/pensare e di solito introdotta dal che;
libero: non è retto da un verbo di dire/pensare, ma si intuisce che si tratta di un discorso o pensiero del
personaggio perché può essere anticipato da espressioni relative al dire/pensare oppure che indichino che
parla o pensa, e il linguaggio non è quello tipico del narratore, ma del personaggio.
Per verificare (ed è obbligatorio) se si tratta di un discorso/pensiero indiretto libero si deve poter
trasformare in un discorso/pensiero diretto legato:
esempio (con formule e struttura delle frasi di risposta da imparare a memoria):
Gli piaceva essere solo. Era splendido quel che gli stava capitando!
la frase sottolineata è un pensiero indiretto libero:
pensiero perché dalla frase precedente si intuisce che si tratta di un pensiero del personaggio (spiega
perché è contento = gli piaceva essere solo). Il personaggio pensa e non parla perché è solo.
indiretto perché il narratore rielabora il pensiero del personaggio; i verbi sono ai tempi storici; i pronomi
che si riferiscono al personaggio sono di terza persona;
libero perché non è retto da un verbo di pensare, ma si intuisce che si tratta di un pensiero del
personaggio perché è anticipato da un’espressione che indica che sta pensando (Gli piaceva essere solo)
e il linguaggio non è quello tipico del narratore, ma del personaggio (c’è la presenza del punto
esclamativo, tipico del discorso/pensiero diretto).
Per verificare che si tratta di un pensiero indiretto libero lo trasformo in un pensiero diretto
legato: Gli piaceva essere solo e pensava: « È splendido quel che mi sta capitando! »
Grammatica
Concordanze verbali: ricorda che per la contemporaneità si usano gli stessi tempi nelle due frasi,
per l’anteriorità di solito i tempi della colonna di destra
A. Con i modi finiti, si usa:
a. il presente [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare
contemporaneità rispetto ad un presente [scrivere l’altro verbo nella frase]
b. l’imperfetto e il passato remoto [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase]
per indicare contemporaneità rispetto ad un tempo storico [scrivere tra le virgolette l’altro
verbo nella frase] oppure anteriorità rispetto ad un presente [scrivere l’altro verbo nella
frase]
c. il passato prossimo [scrivere il verbo sottolineato nella frase] per indicare anteriorità
rispetto ad un presente [scrivere l’altro verbo nella frase]
d. il trapassato prossimo [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare
anteriorità rispetto ad un tempo storico [scrivere l’altro verbo nella frase]
e. il futuro semplice [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare
contemporaneità rispetto ad un futuro semplice e posteriorità rispetto ad un presente
[scrivere tra le virgolette l’altro verbo nella frase]
f. il condizionale passato [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per
indicare posteriorità rispetto ad un tempo storico [scrivere tra le virgolette l’altro verbo
nella frase]
g. il futuro anteriore [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare
anteriorità rispetto ad un futuro semplice [scrivere tra le virgolette l’altro verbo nella frase]
B. Con i modi indefiniti (infinito, gerundio, participio), si usa, a prescindere dagli altri verbi della
frase:
a. il presente [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare
contemporaneità [scrivere tra le virgolette l’altro verbo nella frase]
b. il passato [scrivere tra le virgolette il verbo sottolineato nella frase] per indicare anteriorità
[scrivere tra le virgolette l’altro verbo nella frase]
Ricorda che il participio passato dei verbi transitivi è sempre passivo e devi indicarlo.
esempio (con formule e struttura delle frasi di risposta da imparare a memoria):
Per prepararsi all’esame, doveva subito riprendere lo studio, interrotto perché era stato purtroppo
costretto a rispondere al telefono.
1. è stato usato un inf. pres. (“prepararsi”) per esprimere contemporaneità con “doveva”;
2. è stato usato un part. pass. (“interrotto”) per esprimere anteriorità rispetto a “doveva”; la
diatesi è passiva;
3. è stato usato un trap. pross. passivo (“era stato costretto”) per esprimere anteriorità rispetto a
un tempo storico (“doveva”).
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