USS Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa Ufficio Comunicazione e Eventi Pubblicazione a cura di Emanuele Scataglini Redazione ed elaborazione testi: Marzia Steffani Progetto copertina: Emanuele Scataglini, Marzia Steffani Progetto grafico: Organizzazione evento: Emanuele Scataglini, Donatella Modica Stampato presso il Centro Stampa del Consiglio regionale Rassegna musicale Nel Fedone Platone racconta che Socrate faceva un sogno ricorrente nel quale una voce lo spingeva a comporre e a fare musica. Egli interrogatosi sul significato di questo sogno, credette che gli dèi lo volessero incitare a fare ciò che già faceva, cioè “...come si incitano i corridori in una corsa, mi esortassero a dedicarmi sempre più alla filosofia, reputando io che la filosofia fosse musica altissima”. Ma dopo lunga riflessione comprese come proprio la musica fosse la sorgente originaria di ogni altra forma d'arte e quindi “per mettermi in pace con la coscienza, dovetti accettare il suggerimento e composi musica”. Questo passo, tratto dal dialogo di Platone, ci parla di come l'arte musicale sia una forma espressiva fondamentale nella formazione di ciascun individuo e come contribuisca a sviluppare il senso di appartenenza alla società nel rispetto delle differenze e peculiarità personali. Per questa ragione il Consiglio regionale della Lombardia con la rassegna Ragazzi che Concerto! ha voluto dare spazio alle scuole di musica di eccellenza del territorio lombardo per testimoniare agli insegnanti e alle famiglie che l’istituzione è vicina e vuole valorizzare il talento dei cittadini di domani. Questa iniziativa nata nel 2015 ha raccolto un ampio consenso di pubblico portando in Auditorium Gaber, fino ad oggi, oltre 5000 persone. I giovani alunni delle scuole hanno dimostrato di possedere un grande valore artistico, guidati dalla mano salda di insegnanti capaci di trasmettere la passione per l'arte. Oggi sul palco gli alunni del prestigioso Istituto di Studi Musicali Giacomo Puccini di Gallarate, eseguono un programma che spazia dalla musica da camera alla polifonia corale, con brani particolarmente impegnativi di autori come Mozart e Bach. Sono certo che sarà un pomeriggio da ricordare, al termine del quale il pubblico potrà esclamare “Ragazzi che concerto!”. Raffaele Cattaneo Presidente del Consiglio regionale della Lombardia 12 marzo 2017 ore 15.30 ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI “Giacomo PUCCINI” di Gallarate Miguel LLOBET Variazioni sul Tema di Sor chitarra: Simone CUTULI Johann Sebastian BACH Suite in Fa minore BWV 823 Preludio, Sarabanda, Giga pianoforte: Eric BOARO Wolfgang Amadeus MOZART dal Concerto in Re maggiore per flauto e orchestra I mov.: Allegro flauto: Luca FIORATTINI pianoforte: Lorenzo TUNESI Adagio KV 356 per quattro clarinetti Divertimento n. 4 KV 229 per tre clarinetti Allegro, Adagio, Allegretto clarinetti: Jessica FORLANELLI, Sabrina VILLA, Greta FERRARIO, Elisa ZERBONI CORO POLIFONICO Francisco SOTO DE LANGA Baldassarre DONATO Audrey SNYDER Joseph M. MARTIN Dan FORREST Eric WHITACRE Nell'apparir del sempiterno sole Chi la gagliarda Ubi caritas Come to the music Good night, dear heart Kalá, kallá violino: Davide QUADRELLI flauto: Viola COLPANI pianoforte: Gabriele SALEMI Direttore: Maestro Domenico INNOMINATO La scuola si presenta ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI “Giacomo PUCCINI” Gallarate L’Istituto Superiore di Studi Musicali "Giacomo Puccini" di Gallarate, costituisce da ormai quarant'anni un importante punto di riferimento nel contesto della cultura musicale in Gallarate e provincia, essendo l’unico Conservatorio pareggiato nella provincia di Varese. E' una istituzione con finalità didattico-educativa riguardante il settore artistico-musicale, la cui preminente attività formativa di strumentisti ad elevato livello tecnico si affianca ad una intensa attività produttiva culturale. Nel 1984 il Ministero della Pubblica Istruzione concede il pareggiamento all'istituto che entra così a far parte del ristretto numero di scuole musicali che svolgono al proprio interno gli esami di stato previsti dai programmi ministeriali vigenti. Nel corso degli anni numerosi studenti si sono imposti in concorsi nazionali ed internazionali, vincendo oltre 400 premi e dando prestigio all’istituto. Questi risultati sono stati conseguiti in virtù della qualità dell’attività didattica svolta dai docenti e della costanza degli alunni nel perseguire il proprio percorso di formazione artistica. L’offerta formativa dell'istituto Puccini è molto ampia e offre una preparazione scolastica che va dai corsi propedeutici strumentali per bambini dai 7 ai 10 anni ai corsi pre-accademici per studenti dagli 11 ai 22 anni, ai corsi accademici universitari di alta formazione. Attualmente i percorsi formativi accademici autorizzati dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca presso l'istituto Puccini di Gallarate sono trienni di primo livello (canto, chitarra, clarinetto, contrabbasso, corno, fagotto, flauto, oboe, percussioni, pianoforte, tromba, viola, violino e violoncello) e bienni di secondo livello (clarinetto, flauto, pianoforte, violino e violoncello). Istituto Superiore di Studi Musicali G. Puccini Via Dante 11 – Gallarate (VA) Tel. 0331790202 – fax 0331799730 www.issmpuccinigallarate.it I compositori Johann Sebastian Bach – (Eisenach 1685 – Lipsia 1750) Universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica, le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi e bellezza artistica, nasce ad Eisenach in Turingia il 31 marzo 1685, discendente da una famiglia di musicisti professionisti. Era del tutto normale, per quel tempo, che i figli assistessero al lavoro dei loro padri, cercando di impararne l'arte, e probabilmente anche il giovane Johann inizia ripetendo la musica ascoltata in tenerissima età. Dal 1693 al 1695 frequenta la scuola di latino di Eisenach e dopo la morte dei genitori, avvenuta proprio in quegli anni, viene accolto a Ohrdruf dal fratello Johann Christoph, che gli impartisce con l'occasione anche lezioni di organo e clavicembalo. Nel 1700 si reca a Luneburg, dove entra a far parte del coro della Michaeliskirche. Dopo essere stato per poco tempo violinista presso la corte di SassoniaWeimar, nel 1703 diviene organista titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt e in breve tempo acquisisce una vasta rinomanza come virtuoso. Nel 1705 intraprende un viaggio poi diventato leggendario: si reca infatti a Lubecca per ascoltare il famoso organista Bextehude, che Bach ammirava particolarmente per le sue composizioni e di cui aveva tanto sentito parlare, affrontando il lungo percorso (400 km) totalmente a piedi. Uno degli obiettivi di Bach, fra l'altro, era anche quello di sostituire, un giorno, il grande e ammirato Maestro al seggio dello stesso organo. Nel 1729 e fino al 1740 assume la direzione del Collegium Musicum universitario. Poco valutato come compositore, la fama di Bach dilaga invece come insuperabile organista. Nel 1747 il re Federico II di Prussia lo invita a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo ammirato alle sue magistrali improvvisazioni. Verso il 1749 la salute del compositore comincia a declinare; la vista si affievolisce sempre più e a nulla valgono le operazioni tentate da un oculista inglese di passaggio a Lipsia. Ormai completamente cieco, Bach detta la sua ultima, immensa composizione l'Arte della fuga (rimasta incompiuta), prima di esser colto da collasso cardiaco, sopraggiunto poche ore dopo un prodigioso recupero delle facoltà visive il 28 luglio 1750. Dopo la sua morte, la fama di Bach come compositore declina ed i suoi lavori vengono considerati démodé rispetto agli autori emergenti del periodo classico. I primi a recuperare i suoi lavori sono Mozart, Beethoven e Chopin, suoi convinti ammiratori, ma la sua musica viene riscoperta definitivamente solo nel 1829 grazie ad un'esecuzione di Mendelssohn della Matthäuspassion. Miguel Llobet (Barcellona 1878 – 1938) Nasce a Barcellona il 18 ottobre 1878. Comincia lo studio del pianoforte e del violino, ma nel 1889 decide di dedicarsi completamente alla chitarra. La sua carriera inizia già dal 1901 e nel 1904 si trasferisce a Parigi dove ha contatti con Claude Debussy, Manuel de Falla e Isaac Albéniz, favorendo la diffusione della chitarra classica in tutta la Francia. Si dedica ad una sua ricerca sui colori e il timbro della chitarra che lo portano all'impressionismo e contribuisce all'evoluzione della tecnica insegnatagli da Francisco Tárrega, suo maestro. Durante la sua carriera concertistica Manuel de Falla gli commissionò la prima esecuzione dell'Homenaje a Debussy. Le sue migliori composizioni sono le Canzoni popolari catalane ricche di colore ed elegantemente armonizzate. Muore a Barcellona il 22 febbraio 1938. Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791) Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento. Nasce a Salisburgo il 27 gennaio 1756. Il padre Leopold, musicista e maestro di cappella presso l’arcivescovo di Salisburgo fu il primo a dare ai figli, Amadeus e la sorella Nannerl, l’educazione musicale, sfruttando al massimo le loro doti. Inizia a comporre prima di aver compiuto 6 anni (la sua prima composizione, un minuetto per clavicembalo, risale al gennaio 1762). Durante la sua prima tournée nelle principali città europee impara a suonare anche il violino e l’organo. Nel 1762 iniziano i viaggi musicali di Mozart: il bambino è dotato di un eccezionale talento e il padre non si lascia sfuggire l'occasione di condurlo in giro, insieme con la sorella, per farlo conoscere e ammirare. In una di queste occasioni Mozart viene presentato all'arcivescovo di Passau e suona a Vienna alla presenza delle maestà imperiali. Dopo un soggiorno di sei mesi a Parigi, Leopold e i figli passano in Inghilterra, dove rimangono per più di un anno. Dall'Inghilterra la famiglia passa in Olanda, da dove fa ritorno a Salisburgo, passando per Parigi, la Svizzera e la Baviera. Nella calma della città natale segue un periodo di studio e raccoglimento. A partire da questo momento comincia a comporre ininterrottamente. Conteso dalla nobiltà, intraprende moltissimi viaggi a Vienna dove il suo genio suscita invidie e stupore negli ambienti musicali. A Salisburgo il disaccordo con il nuovo arcivescovo Geronimo di Colloredo, uomo duro e grossolano che nei Mozart non vede altro che due dipendenti, porta Amadeus a dedicarsi ad un lavoro continuo, senza riposo, da cui però trae notevoli vantaggi, dati anche dall'influenza esercitata su di lui da M.J. Haydn, compositore e maestro dei concerti dell'arcivescovo. Nel settembre 1777, abbandonato provvisoriamente l’impiego presso l’arcivescovo, Mozart prende la via di Parigi, in compagnia della madre. Al suo ritorno, nel 1779, su consiglio e insistenza del padre torna al servizio di Colloredo, ma poco dopo rompe definitivamente i rapporti e, abbandonata Salisburgo, si trasferisce a Vienna. Il decennio 1781-91 è quello dei capolavori. Scrive Le nozze di Figaro, che fu un vero trionfo per Mozart, pur senza trarne vantaggi economici notevoli. In seguito al successo ottenuto, Bondini, direttore del Teatro di Praga, lo incarica di scrivere una nuova opera per la stagione seguente: il Don Giovanni, che fu rappresentato per la prima volta a Praga il 29 ottobre 1787 ed ebbe un'accoglienza entusiastica. Tornato a Vienna, Mozart è nominato Kammermusikus dell'imperatore Giuseppe II. Nel 1788 scrive le sue tre ultime e stupende sinfonie: in mi bemolle K 543, in sol minore K 550 e in do maggiore (Jupiter) K 551. Nel 1789 per incarico dell’imperatore scrive una nuova opera, Così fan tutte, rappresentata nel gennaio 1790. Alla morte di Giuseppe II, il nuovo imperatore Leopoldo II non mostra per la musica l'interesse del suo predecessore. Bisognoso di denaro, Mozart entra in rapporti con Emanuel Schikaneder, l'impresario del Theater auf der Wieden, il quale gli fa balenare l'idea di scrivere un'opera di puro carattere tedesco. Nasce così la terza delle maggiori opere teatrali di Mozart Il flauto magico su libretto dello stesso Schikaneder, rappresentata il 30 settembre 1791. Nell'agosto dello stesso anno compone, in soli dodici giorni, La clemenza di Tito, su un vecchio libretto rimaneggiato di Pietro Metastasio. La composizione del Requiem, iniziata a luglio, fu interrotta, con dolorosa coincidenza, dalla morte del musicista, il 6 dicembre 1791. Rimasto senza un soldo Wolfgang Amadeus Mozart viene sepolto in una fossa comune a Vienna, di lui non resta nemmeno la tomba. Rimangono però i suoi grandi capolavori. La produzione di Mozart fu di una quantità veramente prodigiosa, specialmente se si confronta con la sua breve vita: il catalogo delle sue opere elenca 626 composizioni. Tutte le forme di ogni genere musicale interessarono l'inesauribile facoltà inventiva di Mozart, dalla musica vocale sacra e profana alla musica teatrale, dalla musica sinfonica a quella da camera. Baldassarre Donato (1525 o 1530 – Venezia 1603) Sulla prima parte della sua vita non esistono notizie certe; non si sa dove sia nato. La prima notizia su di lui la si trova nei libri della basilica di San Marco nel 1550, come cantore e quindi nel 1562 come istruttore di canto dei ragazzi del coro. Aspirava a succedere a Cipriano de Rore come Maestro di cappella, ma quando il posto fu occupato da Gioseffo Zarlino e lui retrocesso a semplice cantore, Donato si risente a tal punto da aggredire pubblicamente il suo rivale destando scandalo. Nel 1588 si riconcilia con Zarlino e diventa suo assistente fino a quando nel 1590, gli subentra definitivamente nella carica di Maestro di cappella che conserva fino alla morte avvenuta nel 1603. Donato fu un esponente della corrente innovativa della scuola veneziana insieme a Giovanni Gabrieli, in particolare nell'ambito della musica profana. A lui si deve lo sviluppo della villanella come genere colto e del madrigale leggero, spesso usato per accompagnare le danze. Dan Forrest (Elmira 1978) Dan Forrest nasce a Elmira, nello stato di New York il 7 gennaio 1978. Laureato in composizione ha un master in pianoforte. Le sue composizioni corali, strumentali, per orchestra e musica sacra hanno vinto molti concorsi musicali e ricevuto molti premi tra cui il premio Morton Gould young composer dell'ASCAP (l'organizzazione americana degli autori, artisti ed editori), il premio Raymond Brock dell'American Choral Directors Association e il Raabe Prize per la musica sacra. La sua musica è stata eseguita in sedi importanti, tra cui la Carnegie Hall e il Lincoln Center di New York. Joseph M. Martin (1959) Joseph Martin consegue la laurea in musica e pianoforte alla Furman University di Greenville, nel Sud Carolina e in seguito un master di esecuzione pianistica presso l'Università del Texas ad Austin. Durante gli studi all'università di Furman è collaboratore del direttore di coro e compositore Milburn Price e ispirato dai suoi insegnamenti, Martin incomincia a comporre. Ha eseguito concerti per pianoforte solo e con orchestre sinfoniche negli Stati Uniti e in Messico. Vincitore del Nina Plant Wideman Competition, ha suonato con l'orchestra sinfonica di Guadalajara. Sebbene continui ad esibirsi in concerto, ora si dedica alla musica sacra. La sua musica può essere ascoltata in luoghi diversi, come la Carnegie Hall di New York, nelle cattedrali europee o in piccole chiese di paese. Ha composto e inciso centinaia di opere ed è molto conosciuto per le sue composizioni corali. La sua composizione Pietà è stata premiata con un premio dalla John Ness Beck Foundation. Audrey Snyder (Portland 1953) Nasce a Portland nel 1953 e fin da piccola mostra grande passione e capacità per la musica. Compositrice e arrangiatrice professionista ha al suo attivo centinaia di titoli per coro. Ha vinto numerosi premi ASCAP (l'organizzazione americana degli autori, artisti ed editori) ed è ampiamente riconosciuta come uno dei migliori autori di musica corale contemporanea. Le sue composizioni e gli arrangiamenti originali coprono l'intero spettro della musica corale, dalle trascrizioni medievali e rinascimentali al pop attuale, dalla musica per i bambini e cori delle scuole a concerti jazz e pop, alle elaborazioni per coro di musica da film, spettacoli di Broadway e brani di artisti pop. La sua originale musica corale riflette bellezza, semplicità e fascino. Francisco Soto de Langa (Langa 1534 – Roma 1619) Francisco Soto nasce a Langa intorno al 1534. Fanciullo cantore nella cattedrale di Burgo de Osma, l'8 giugno 1562 entra come soprano nella cappella pontificia. Fu presumibilmente il primo cantore castrato a essere assunto in quella istituzione, dove rimase sino al 1611, quando si ritira dopo aver servito per cinque anni anche come maestro. Nel 1566 lavora per l'Oratorio di San Filippo Neri, a cui rimane legato da profonda amicizia, componendo numerose laudi, genere particolarmente coltivato negli oratori filippini. Successivamente è coinvolto nelle trattative per la fondazione della Compagnia dei musici di Roma. Muore a Roma il 25 settembre 1619. Francisco Soto ebbe fama di insuperabile cantore, editò egli stesso le sue composizioni ma è tuttora difficile stabilire con certezza il numero complessivo delle musiche di cui fu effettivamente autore. Eric Whitacre (Reno 1970) Eric Whitacre nasce a Reno (Nevada) il 2 gennaio 1970. Studia pianoforte da bambino, anche se in maniera discontinua, e più tardi inizia a suonare il sintetizzatore in una band techno-pop, sognando di diventare una rock star. Inizia il suo apprendistato musicale mentre frequenta l'Università del Nevada, dove studia composizione con il maestro Virko Baley e direzione del coro con David Weiller. Consegue la laurea specialistica in composizione alla Juilliard School, sotto l'insegnamento di John Corigliano e David Diamond. Noto per i suoi brani per banda musicale è considerato uno dei più importanti compositori di musica corale della sua generazione. Nel 2004 scrive il suo primo musical: Paradise lost: shadows and wings. Lo spettacolo è ispirato all'opera di John Milton Paradise Lost. La musica di questo spettacolo è un miscuglio di vari generi diversi come ad esempio la musica trance, classica e musica elettronica. (Marzia Steffani) Riscoperta di un genio Theodor Amadeus Hoffmann pubblica nel 1814 un saggio dal titolo La musica da chiesa antica e moderna in cui Johann Sebastian Bach viene definito genio dell'umanità. Nessuno però dà credito alle sue parole, pochissimi conoscevano la musica del compositore di Lipsia. Questo è un destino comune a tutta la musica antica poiché nel Settecento non vi era la concezione del repertorio, un autore era legato al suo tempo e con il suo tempo la sua fama scompariva. Lo stesso era successo a Vivaldi e stava accadendo ad Haydn. La tradizione bachiana in quegli anni, gli stessi in cui Beethoven rappresenta la versione integrale del Fidelio, è tenuta viva in pochi luoghi tra cui l'Accademia di Belino diretta da Carl Friedrich Zelter che spesso nei programmi dei concerti inserisce musica dedicata al grande compositore barocco. Ma la rinascita bachiana è legata al giovane Felix Mendelssohn Bartoldy che, incuriosito da una partitura ai tempi quasi sconosciuta, La passione secondo San Matteo la propone proprio a Zelter, il quale dopo qualche riserva accoglie la richiesta del giovane compositore e organizza nel 1829 una rappresentazione presso l'Accademia del Canto. Dobbiamo immaginare l'emozione del pubblico presente di fronte alla possibilità di ascoltare una tale opera, che in verità viene eseguita senza alcune cantate. L'ottantenne Goethe rimase talmente affascinato da scrivere subito a Mehndelssohn che l'ascolto lo aveva portato in una condizione intermedia tra cielo e terra e reso più giovane di trent'anni. Con questo evento la musica del maestro di Lipsia torna attuale, non solo per i futuri esecutori ma anche per gli studiosi di composizione ed armonia. (Emanuele Scataglini) Curiosità Il museo di Lipsia dedicato a Johann Sebastian Bach, con oltre 750 metri di superficie è sicuramente una delle mete più importanti per gli appassionati di musica ma anche per chi vuole immergersi nei segreti della musica antica. Infatti l'esposizione, riaperta nel 2010, è un vero e proprio viaggio sensoriale in cui la musica è l'elemento centrale ma è anche ricco di curiosità: gli strumenti che venivano suonati all'epoca, la stanza in cui dormiva il maestro e il suo baule, che contiene ancora il monogramma della famiglia. Non mancano i plastici della vecchia Lipsia e il famosissimo quadro che ritrae l'artista all'età di 61 anni e che oggi è su tutte le copertine dei Il monogramma di Johann Sebastian Bach suoi dischi. Un'altra curiosità è il libro Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach. Apparsa e circolata anonima, ripercorre le tappe della vita del grande Johann Sebastian con una precisione, con una tale interna verità da essere stata ritenuta a lungo opera autentica di Anna Magdalena, seconda moglie del grande musicista. E, in effetti, si trovano qui ricostruiti con amorosa attenzione e semplice lirica naturalezza, non solo il mondo del Bach artista e della sua vita pubblica di musicista di corte, ma anche la dimensione umana e familiare di un grande genio innovatore, i suoi inizi difficili, le sue speranze, le sue disillusioni, il miracolo della sua arte, la sua fermezza morale ed intellettuale. La locandina del film Nel 1967 dal libro è stato tratto anche un film diretto da Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Nonostante i cinquant’anni, questo film gode ancora di un'ottima fama tra critici anche se l'immagine del compositore di Lipsia che la pellicola disegna è ormai superata e uno degli unici punti ancora a favore di questa produzione rimangono le registrazioni del grande interprete bachiano Gustav Leonhardt. Il coro, Il piacere di cantare insieme Il coro è un insieme di più voci che cantano contemporaneamente, una forma di espressione diffusa presso tutte le culture umane e le civiltà antiche. I Greci assegnarono alla coralità, un notevole valore educativo. Dal canto gregoriano alle composizioni del Novecento, il coro è parte essenziale della storia della musica occidentale. Nel coro si trovano i registri vocali maschili e femminili. Un coro di bambini, dalla voce chiara e acuta, è detto di voci bianche. Una composizione per coro senza accompagnamento strumentale è detta a cappella. Vi sono varie tipologie di canto corale. Può essere monodico, quando tutte le voci intonano la stessa melodia, come nel canto gregoriano; polifonico, quando intonano melodie diverse, come nei mottetti e nei madrigali del Rinascimento; eterofonico, quando cantano contemporaneamente varianti della stessa melodia, come in certa musica popolare, dei popoli primitivi o del Novecento. Il canto corale svolgeva un importante ruolo sociale nelle antiche civiltà mesopotamiche e tra gli Egizi. Numerose sono anche le testimonianze nella Bibbia sulla coralità presso gli Ebrei nei riti del Tempio di Gerusalemme. La cultura greca, già a Sparta nel VII secolo a.C., assegnava un ruolo di primaria importanza alla musica e al canto corale nell'educazione del cittadino e nella sfera religiosa. Le forme della lirica corale greca erano composte da poeti-musici e cantate in coro nei momenti più significativi della comunità. Nella tragedia greca il coro aveva il ruolo di commento dell'azione drammatica attraverso il canto e la danza. Con il Medioevo cristiano il canto corale si fa elemento centrale della celebrazione liturgica. Il canto gregoriano e ambrosiano influenzano tutta la pratica corale medievale e solo dopo l'anno Mille si formano le caratteristiche foniche moderne grazie all'arte polifonica. Con la comparsa delle prime forme di polifonia in Occidente, si accentua la necessità di avere presso le grandi cattedrali cori sempre meglio istruiti. Il fenomeno delle cappelle o cantorie, cori alle dipendenze ecclesiastiche o di corte, diretti da un maestro di cappella, si diffuse nel Rinascimento. Il repertorio corale si amplia nel Seicento con la nascita dell'opera e dell'oratorio. In entrambe queste forme il coro svolge un'importante funzione. Nel Settecento la coralità assume grande rilievo nelle Passioni di Johann Sebastian Bach, negli oratori di Georg Friedrich Händel, nelle opere di Christoph Gluck. Nell'Ottocento, a partire dalla Nona sinfonia di Beethoven, il coro entra nella forma sinfonica e i principali compositori del secolo scrissero spesso per coro, con forme e organici musicali diversi. Il coro ebbe inoltre un forte ruolo drammatico nell'opera italiana, francese e russa. L'interesse per la coralità è rimasto vivo anche nei compositori del Novecento, come testimoniano, tra l'altro, le opere di Béla Bartók, Igor Stravinskij, Benjamin Britten, Arnold Schönberg. (Marzia Steffani) Seguici sui social www.consiglio.regione.lombardia.it 20124 Milano, Via Fabio Filzi 22 Tel +39.0267486358 [email protected]