Libretto - Consiglio Regionale della Lombardia

USS Comunicazione, Relazioni esterne e Stampa
Ufficio Comunicazione e Eventi
Pubblicazione a cura di Emanuele Scataglini
Redazione ed elaborazione testi: Marzia Steffani
Progetto copertina: Emanuele Scataglini, Marzia Steffani
Progetto grafico:
Organizzazione evento: Emanuele Scataglini, Donatella Modica
Stampato presso il Centro Stampa del Consiglio regionale
Rassegna musicale
Nel Fedone Platone racconta che Socrate faceva un sogno ricorrente nel
quale una voce lo spingeva a comporre e a fare musica.
Egli interrogatosi sul significato di questo sogno, credette che gli dèi lo
volessero incitare a fare ciò che già faceva, cioè “...come si incitano i
corridori in una corsa, mi esortassero a dedicarmi sempre più alla filosofia,
reputando io che la filosofia fosse musica altissima”. Ma dopo lunga
riflessione comprese come proprio la musica fosse la sorgente originaria di
ogni altra forma d'arte e quindi “per mettermi in pace con la coscienza,
dovetti accettare il suggerimento e composi musica”.
Questo passo, tratto dal dialogo di Platone, ci parla di come l'arte musicale
sia una forma espressiva fondamentale nella formazione di ciascun
individuo e come contribuisca a sviluppare il senso di appartenenza alla
società nel rispetto delle differenze e peculiarità personali.
Per questa ragione il Consiglio regionale della Lombardia con la rassegna
Ragazzi che Concerto! ha voluto dare spazio alle scuole di musica di
eccellenza del territorio lombardo per testimoniare agli insegnanti e alle
famiglie che l’istituzione è vicina e vuole valorizzare il talento dei cittadini di
domani. Questa iniziativa nata nel 2015 ha raccolto un ampio consenso di
pubblico portando in Auditorium Gaber, fino ad oggi, oltre 5000 persone.
I giovani alunni delle scuole hanno dimostrato di possedere un grande
valore artistico, guidati dalla mano salda di insegnanti capaci di trasmettere
la passione per l'arte. Oggi sul palco gli alunni
del prestigioso Istituto di Studi Musicali
Giacomo Puccini di Gallarate, eseguono un
programma che spazia dalla musica da camera
alla polifonia corale, con brani particolarmente
impegnativi di autori come Mozart e Bach.
Sono certo che sarà un pomeriggio da
ricordare, al termine del quale il pubblico potrà
esclamare “Ragazzi che concerto!”.
Raffaele Cattaneo
Presidente del Consiglio regionale della Lombardia
12 marzo 2017
ore 15.30
ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI
“Giacomo PUCCINI” di Gallarate
Miguel LLOBET
Variazioni sul Tema di Sor
chitarra: Simone CUTULI
Johann Sebastian BACH
Suite in Fa minore BWV 823
Preludio, Sarabanda, Giga
pianoforte: Eric BOARO
Wolfgang Amadeus MOZART
dal Concerto in Re maggiore per
flauto e orchestra
I mov.: Allegro
flauto: Luca FIORATTINI
pianoforte: Lorenzo TUNESI
Adagio KV 356 per quattro clarinetti
Divertimento n. 4 KV 229 per tre
clarinetti
Allegro, Adagio, Allegretto
clarinetti: Jessica FORLANELLI,
Sabrina VILLA, Greta FERRARIO,
Elisa ZERBONI
CORO POLIFONICO
Francisco SOTO DE LANGA
Baldassarre DONATO
Audrey SNYDER
Joseph M. MARTIN
Dan FORREST
Eric WHITACRE
Nell'apparir del sempiterno sole
Chi la gagliarda
Ubi caritas
Come to the music
Good night, dear heart
Kalá, kallá
violino: Davide QUADRELLI
flauto: Viola COLPANI
pianoforte: Gabriele SALEMI
Direttore: Maestro Domenico INNOMINATO
La scuola si presenta
ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI
“Giacomo PUCCINI”
Gallarate
L’Istituto Superiore di Studi Musicali "Giacomo Puccini" di Gallarate,
costituisce da ormai quarant'anni un importante punto di riferimento nel
contesto della cultura musicale in Gallarate e provincia, essendo l’unico
Conservatorio pareggiato nella provincia di Varese.
E' una istituzione con finalità didattico-educativa riguardante il settore
artistico-musicale, la cui preminente attività formativa di strumentisti ad
elevato livello tecnico si affianca ad una intensa attività produttiva culturale.
Nel 1984 il Ministero della Pubblica Istruzione concede il pareggiamento
all'istituto che entra così a far parte del ristretto numero di scuole musicali
che svolgono al proprio interno gli esami di stato previsti dai programmi
ministeriali vigenti.
Nel corso degli anni numerosi studenti si sono imposti in concorsi nazionali
ed internazionali, vincendo oltre 400 premi e dando prestigio all’istituto.
Questi risultati sono stati conseguiti in virtù della qualità dell’attività didattica
svolta dai docenti e della costanza degli alunni nel perseguire il proprio
percorso di formazione artistica.
L’offerta formativa dell'istituto Puccini è molto ampia e offre una preparazione
scolastica che va dai corsi propedeutici strumentali per bambini dai 7 ai 10
anni ai corsi pre-accademici per studenti dagli 11 ai 22 anni, ai corsi
accademici universitari di alta formazione.
Attualmente i percorsi formativi accademici autorizzati dal Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca presso l'istituto Puccini di
Gallarate sono trienni di primo livello (canto, chitarra, clarinetto, contrabbasso,
corno, fagotto, flauto, oboe, percussioni, pianoforte, tromba, viola, violino e
violoncello) e bienni di secondo livello (clarinetto, flauto, pianoforte, violino e
violoncello).
Istituto Superiore di Studi Musicali G. Puccini
Via Dante 11 – Gallarate (VA)
Tel. 0331790202 – fax 0331799730
www.issmpuccinigallarate.it
I compositori
Johann Sebastian Bach – (Eisenach 1685 – Lipsia 1750)
Universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della
musica, le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza
dei mezzi tecnici ed espressivi e bellezza artistica, nasce ad Eisenach in
Turingia il 31 marzo 1685, discendente da una famiglia di musicisti
professionisti. Era del tutto normale, per quel tempo, che i figli assistessero
al lavoro dei loro padri, cercando di impararne l'arte, e probabilmente anche
il giovane Johann inizia ripetendo la musica ascoltata in tenerissima età.
Dal 1693 al 1695 frequenta la scuola di latino di Eisenach e dopo la morte
dei genitori, avvenuta proprio in quegli anni, viene accolto a Ohrdruf dal
fratello Johann Christoph, che gli impartisce con l'occasione anche lezioni
di organo e clavicembalo. Nel 1700 si reca a Luneburg, dove entra a far
parte del coro della Michaeliskirche.
Dopo essere stato per poco tempo
violinista presso la corte di SassoniaWeimar, nel 1703 diviene organista
titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt e
in breve tempo acquisisce una vasta
rinomanza come virtuoso.
Nel 1705 intraprende un viaggio poi
diventato leggendario: si reca infatti a
Lubecca per ascoltare il famoso
organista Bextehude, che Bach
ammirava particolarmente per le sue
composizioni e di cui aveva tanto
sentito parlare, affrontando il lungo percorso (400 km) totalmente a piedi.
Uno degli obiettivi di Bach, fra l'altro, era anche quello di sostituire, un
giorno, il grande e ammirato Maestro al seggio dello stesso organo.
Nel 1729 e fino al 1740 assume la direzione del Collegium Musicum
universitario. Poco valutato come compositore, la fama di Bach dilaga
invece come insuperabile organista. Nel 1747 il re Federico II di Prussia lo
invita a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo ammirato alle sue
magistrali improvvisazioni.
Verso il 1749 la salute del compositore comincia a declinare; la vista si
affievolisce sempre più e a nulla valgono le operazioni tentate da un
oculista inglese di passaggio a Lipsia. Ormai completamente cieco, Bach
detta la sua ultima, immensa composizione l'Arte della fuga (rimasta
incompiuta), prima di esser colto da collasso cardiaco, sopraggiunto poche
ore dopo un prodigioso recupero delle facoltà visive il 28 luglio 1750.
Dopo la sua morte, la fama di Bach come compositore declina ed i suoi lavori
vengono considerati démodé rispetto agli autori emergenti del periodo
classico. I primi a recuperare i suoi lavori sono Mozart, Beethoven e Chopin,
suoi convinti ammiratori, ma la sua musica viene riscoperta definitivamente
solo nel 1829 grazie ad un'esecuzione di Mendelssohn della Matthäuspassion.
Miguel Llobet (Barcellona 1878 – 1938)
Nasce a Barcellona il 18 ottobre 1878. Comincia lo
studio del pianoforte e del violino, ma nel 1889
decide di dedicarsi completamente alla chitarra. La
sua carriera inizia già dal 1901 e nel 1904 si
trasferisce a Parigi dove ha contatti con Claude
Debussy, Manuel de Falla e Isaac Albéniz, favorendo
la diffusione della chitarra classica in tutta la Francia.
Si dedica ad una sua ricerca sui colori e il timbro
della chitarra che lo portano all'impressionismo e
contribuisce all'evoluzione della tecnica insegnatagli
da Francisco Tárrega, suo maestro.
Durante la sua carriera concertistica Manuel de Falla gli commissionò la
prima esecuzione dell'Homenaje a Debussy.
Le sue migliori composizioni sono le Canzoni popolari catalane ricche di
colore ed elegantemente armonizzate.
Muore a Barcellona il 22 febbraio 1938.
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di
raro e precoce talento. Nasce a Salisburgo il 27 gennaio 1756. Il padre
Leopold, musicista e maestro di cappella presso l’arcivescovo di Salisburgo
fu il primo a dare ai figli, Amadeus e la sorella Nannerl, l’educazione
musicale, sfruttando al massimo le loro doti. Inizia a comporre prima di aver
compiuto 6 anni (la sua prima composizione, un minuetto per clavicembalo,
risale al gennaio 1762). Durante la sua prima tournée nelle principali città
europee impara a suonare anche il violino e l’organo.
Nel 1762 iniziano i viaggi musicali di Mozart:
il bambino è dotato di un eccezionale talento
e il padre non si lascia sfuggire l'occasione di
condurlo in giro, insieme con la sorella, per
farlo conoscere e ammirare. In una di queste
occasioni
Mozart
viene
presentato
all'arcivescovo di Passau e suona a Vienna
alla presenza delle maestà imperiali. Dopo
un soggiorno di sei mesi a Parigi, Leopold e i
figli passano in Inghilterra, dove rimangono
per più di un anno. Dall'Inghilterra la famiglia
passa in Olanda, da dove fa ritorno a
Salisburgo, passando per Parigi, la Svizzera e la Baviera.
Nella calma della città natale segue un periodo di studio e raccoglimento. A
partire da questo momento comincia a comporre ininterrottamente.
Conteso dalla nobiltà, intraprende moltissimi viaggi a Vienna dove il suo
genio suscita invidie e stupore negli ambienti musicali.
A Salisburgo il disaccordo con il nuovo arcivescovo Geronimo di Colloredo,
uomo duro e grossolano che nei Mozart non vede altro che due dipendenti,
porta Amadeus a dedicarsi ad un lavoro continuo, senza riposo, da cui però
trae notevoli vantaggi, dati anche dall'influenza esercitata su di lui da M.J.
Haydn, compositore e maestro dei concerti dell'arcivescovo.
Nel settembre 1777, abbandonato provvisoriamente l’impiego presso
l’arcivescovo, Mozart prende la via di Parigi, in compagnia della madre.
Al suo ritorno, nel 1779, su consiglio e insistenza del padre torna al servizio
di Colloredo, ma poco dopo rompe definitivamente i rapporti e,
abbandonata Salisburgo, si trasferisce a Vienna.
Il decennio 1781-91 è quello dei capolavori. Scrive Le nozze di Figaro, che
fu un vero trionfo per Mozart, pur senza trarne vantaggi economici notevoli.
In seguito al successo ottenuto, Bondini, direttore del Teatro di Praga, lo
incarica di scrivere una nuova opera per la stagione seguente: il Don
Giovanni, che fu rappresentato per la prima volta a Praga il 29 ottobre 1787
ed ebbe un'accoglienza entusiastica.
Tornato a Vienna, Mozart è nominato Kammermusikus dell'imperatore
Giuseppe II. Nel 1788 scrive le sue tre ultime e stupende sinfonie: in mi
bemolle K 543, in sol minore K 550 e in do maggiore (Jupiter) K 551. Nel
1789 per incarico dell’imperatore scrive una nuova opera, Così fan tutte,
rappresentata nel gennaio 1790.
Alla morte di Giuseppe II, il nuovo imperatore Leopoldo II non mostra per la
musica l'interesse del suo predecessore. Bisognoso di denaro, Mozart entra in
rapporti con Emanuel Schikaneder, l'impresario del Theater auf der Wieden, il
quale gli fa balenare l'idea di scrivere un'opera di puro carattere tedesco.
Nasce così la terza delle maggiori opere teatrali di Mozart Il flauto magico
su libretto dello stesso Schikaneder, rappresentata il 30 settembre 1791.
Nell'agosto dello stesso anno compone, in soli dodici giorni, La clemenza
di Tito, su un vecchio libretto rimaneggiato di Pietro Metastasio. La
composizione del Requiem, iniziata a luglio, fu interrotta, con dolorosa
coincidenza, dalla morte del musicista, il 6 dicembre 1791.
Rimasto senza un soldo Wolfgang Amadeus Mozart viene sepolto in una
fossa comune a Vienna, di lui non resta nemmeno la tomba. Rimangono
però i suoi grandi capolavori. La produzione di Mozart fu di una quantità
veramente prodigiosa, specialmente se si confronta con la sua breve vita: il
catalogo delle sue opere elenca 626 composizioni. Tutte le forme di ogni
genere musicale interessarono l'inesauribile facoltà inventiva di Mozart,
dalla musica vocale sacra e profana alla musica teatrale, dalla musica
sinfonica a quella da camera.
Baldassarre Donato (1525 o 1530 – Venezia 1603)
Sulla prima parte della sua vita non esistono notizie
certe; non si sa dove sia nato. La prima notizia su di
lui la si trova nei libri della basilica di San Marco nel
1550,
come cantore e quindi nel 1562 come
istruttore di canto dei ragazzi del coro.
Aspirava a succedere a Cipriano de Rore come
Maestro di cappella, ma quando il posto fu
occupato da Gioseffo Zarlino e lui retrocesso a
semplice cantore, Donato si risente a tal punto da
aggredire pubblicamente il suo rivale destando
scandalo. Nel 1588 si riconcilia con Zarlino e diventa suo assistente fino
a quando nel 1590, gli subentra definitivamente nella carica di Maestro
di cappella che conserva fino alla morte avvenuta nel 1603.
Donato fu un esponente della corrente innovativa della scuola veneziana
insieme a Giovanni Gabrieli, in particolare nell'ambito della musica profana.
A lui si deve lo sviluppo della villanella come genere colto e del madrigale
leggero, spesso usato per accompagnare le danze.
Dan Forrest (Elmira 1978)
Dan Forrest nasce a Elmira, nello stato di New
York il 7 gennaio 1978. Laureato in composizione
ha un master in pianoforte.
Le sue composizioni corali, strumentali, per
orchestra e musica sacra hanno vinto molti
concorsi musicali e ricevuto molti premi tra cui il
premio Morton Gould young composer
dell'ASCAP (l'organizzazione americana degli
autori, artisti ed editori), il premio Raymond Brock
dell'American Choral Directors Association e il Raabe Prize per la musica sacra.
La sua musica è stata eseguita in sedi importanti, tra cui la Carnegie Hall e
il Lincoln Center di New York.
Joseph M. Martin (1959)
Joseph Martin consegue la laurea in musica e
pianoforte alla Furman University di Greenville,
nel Sud Carolina e in seguito un master di
esecuzione pianistica presso l'Università del
Texas ad Austin. Durante gli studi all'università di
Furman è collaboratore del direttore di coro e
compositore Milburn Price e ispirato dai suoi
insegnamenti, Martin incomincia a comporre.
Ha eseguito concerti per pianoforte solo e con
orchestre sinfoniche negli Stati Uniti e in Messico.
Vincitore del Nina Plant Wideman Competition,
ha suonato con l'orchestra sinfonica di
Guadalajara.
Sebbene continui ad esibirsi in concerto, ora si dedica alla musica sacra.
La sua musica può essere ascoltata in luoghi diversi, come la Carnegie
Hall di New York, nelle cattedrali europee o in piccole chiese di paese.
Ha composto e inciso centinaia di opere ed è molto conosciuto per le sue
composizioni corali. La sua composizione Pietà è stata premiata con un
premio dalla John Ness Beck Foundation.
Audrey Snyder (Portland 1953)
Nasce a Portland nel 1953 e fin da piccola
mostra grande passione e capacità per la
musica.
Compositrice e arrangiatrice professionista ha al
suo attivo centinaia di titoli per coro. Ha vinto
numerosi premi ASCAP (l'organizzazione
americana degli autori, artisti ed editori) ed è
ampiamente riconosciuta come uno dei migliori
autori di musica corale contemporanea.
Le sue composizioni e gli arrangiamenti originali
coprono l'intero spettro della musica corale, dalle
trascrizioni medievali e rinascimentali al pop attuale, dalla musica per i
bambini e cori delle scuole a concerti jazz e pop, alle elaborazioni per coro di
musica da film, spettacoli di Broadway e brani di artisti pop.
La sua originale musica corale riflette bellezza, semplicità e fascino.
Francisco Soto de Langa (Langa 1534 – Roma 1619)
Francisco Soto nasce a Langa intorno al 1534. Fanciullo cantore nella
cattedrale di Burgo de Osma, l'8 giugno 1562 entra come soprano nella
cappella pontificia. Fu presumibilmente il primo cantore castrato a essere
assunto in quella istituzione, dove rimase sino al 1611, quando si ritira dopo
aver servito per cinque anni anche come maestro.
Nel 1566 lavora per l'Oratorio di San Filippo Neri, a cui rimane legato da
profonda amicizia, componendo numerose laudi, genere particolarmente
coltivato negli oratori filippini. Successivamente è
coinvolto nelle trattative per la fondazione della
Compagnia dei musici di Roma.
Muore a Roma il 25 settembre 1619.
Francisco Soto ebbe fama di insuperabile
cantore, editò egli stesso le sue composizioni ma
è tuttora difficile stabilire con certezza il numero
complessivo delle musiche di cui fu effettivamente
autore.
Eric Whitacre (Reno 1970)
Eric Whitacre nasce a Reno (Nevada) il 2 gennaio 1970. Studia
pianoforte da bambino, anche se in maniera discontinua, e più tardi
inizia a suonare il sintetizzatore in una band techno-pop, sognando di
diventare una rock star.
Inizia il suo apprendistato musicale mentre frequenta l'Università del
Nevada, dove studia composizione con il maestro Virko Baley e direzione
del coro con David Weiller. Consegue la laurea specialistica in
composizione alla Juilliard School, sotto l'insegnamento di John Corigliano
e David Diamond.
Noto per i suoi brani per banda
musicale è considerato uno dei più
importanti compositori di musica
corale della sua generazione.
Nel 2004 scrive il suo primo musical:
Paradise lost: shadows and wings.
Lo spettacolo è ispirato all'opera di
John Milton Paradise Lost. La
musica di questo spettacolo è un
miscuglio di vari generi diversi come ad esempio la musica trance, classica
e musica elettronica.
(Marzia Steffani)
Riscoperta di un genio
Theodor Amadeus Hoffmann pubblica nel 1814 un saggio dal titolo La
musica da chiesa antica e moderna in cui Johann Sebastian Bach viene
definito genio dell'umanità.
Nessuno però dà credito alle sue parole, pochissimi conoscevano la musica
del compositore di Lipsia. Questo è un destino comune a tutta la musica
antica poiché nel Settecento non vi era la concezione del repertorio, un
autore era legato al suo tempo e con il suo tempo la sua fama scompariva.
Lo stesso era successo a Vivaldi e stava accadendo ad Haydn.
La tradizione bachiana in quegli anni, gli stessi
in cui Beethoven rappresenta la versione
integrale del Fidelio, è tenuta viva in pochi
luoghi tra cui l'Accademia di Belino diretta da
Carl Friedrich Zelter che spesso nei programmi
dei concerti inserisce musica dedicata al
grande compositore barocco.
Ma la rinascita bachiana è legata al giovane
Felix Mendelssohn Bartoldy che, incuriosito da
una partitura ai tempi quasi sconosciuta, La
passione secondo San Matteo la propone
proprio a Zelter, il quale dopo qualche riserva
accoglie la richiesta del giovane compositore e organizza nel 1829 una
rappresentazione presso l'Accademia del Canto.
Dobbiamo immaginare l'emozione del pubblico presente di fronte alla
possibilità di ascoltare una tale opera, che in verità viene eseguita senza
alcune cantate. L'ottantenne Goethe rimase talmente affascinato da
scrivere subito a Mehndelssohn che l'ascolto lo aveva portato in una
condizione intermedia tra cielo e terra e reso più giovane di trent'anni. Con
questo evento la musica del maestro di Lipsia torna attuale, non solo per i
futuri esecutori ma anche per gli studiosi di composizione ed armonia.
(Emanuele Scataglini)
Curiosità
Il museo di Lipsia dedicato a Johann Sebastian Bach, con oltre 750 metri di
superficie è sicuramente una delle mete più importanti per gli appassionati di
musica ma anche per chi vuole immergersi nei segreti della musica antica.
Infatti l'esposizione, riaperta nel 2010, è un vero e proprio viaggio
sensoriale in cui la musica è l'elemento centrale ma è anche ricco di
curiosità:
gli
strumenti
che
venivano suonati all'epoca, la
stanza in cui dormiva il maestro e
il suo baule, che contiene ancora il
monogramma della famiglia. Non
mancano i plastici della vecchia
Lipsia e il famosissimo quadro che
ritrae l'artista all'età di 61 anni e
che oggi è su tutte le copertine dei Il monogramma di Johann Sebastian Bach
suoi dischi.
Un'altra curiosità è il libro Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach.
Apparsa e circolata anonima, ripercorre le tappe della vita del grande
Johann Sebastian con una precisione, con una tale interna verità da essere
stata ritenuta a lungo opera autentica di Anna Magdalena, seconda moglie
del grande musicista. E, in effetti, si trovano qui ricostruiti con amorosa
attenzione e semplice lirica naturalezza, non solo il mondo del Bach artista
e della sua vita pubblica di musicista di corte, ma
anche la dimensione umana e familiare di un
grande genio innovatore, i suoi inizi difficili, le sue
speranze, le sue disillusioni, il miracolo della sua
arte, la sua fermezza morale ed intellettuale.
La locandina del film
Nel 1967 dal libro è stato tratto anche un film
diretto da Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.
Nonostante i cinquant’anni, questo film gode
ancora di un'ottima fama tra critici anche se
l'immagine del compositore di Lipsia che la
pellicola disegna è ormai superata e uno degli
unici punti ancora a favore di questa produzione
rimangono le registrazioni del grande interprete
bachiano Gustav Leonhardt.
Il coro, Il piacere di cantare
insieme
Il coro è un insieme di più voci che cantano contemporaneamente, una
forma di espressione diffusa presso tutte le culture umane e le civiltà
antiche. I Greci assegnarono alla coralità, un notevole valore educativo.
Dal canto gregoriano alle composizioni del Novecento, il coro è parte
essenziale della storia della musica occidentale.
Nel coro si trovano i registri vocali maschili e femminili. Un coro di bambini,
dalla voce chiara e acuta, è detto di voci bianche. Una composizione per
coro senza accompagnamento strumentale è detta a cappella.
Vi sono varie tipologie di canto corale. Può essere monodico, quando tutte
le voci intonano la stessa melodia, come nel canto gregoriano; polifonico,
quando intonano melodie diverse, come nei mottetti e nei madrigali del
Rinascimento; eterofonico, quando cantano contemporaneamente varianti
della stessa melodia, come in certa musica popolare, dei popoli primitivi o
del Novecento.
Il canto corale svolgeva un importante ruolo
sociale nelle antiche civiltà mesopotamiche e tra
gli Egizi. Numerose sono anche le testimonianze
nella Bibbia sulla coralità presso gli Ebrei nei riti
del Tempio di Gerusalemme. La cultura greca,
già a Sparta nel VII secolo a.C., assegnava un
ruolo di primaria importanza alla musica e al
canto corale nell'educazione del cittadino e nella
sfera religiosa. Le forme della lirica corale greca
erano composte da poeti-musici e cantate in coro
nei momenti più significativi della comunità. Nella
tragedia greca il coro aveva il ruolo di commento
dell'azione drammatica attraverso il canto e la
danza.
Con il Medioevo cristiano il canto corale si fa
elemento centrale della celebrazione liturgica. Il
canto gregoriano e ambrosiano influenzano tutta
la pratica corale medievale e solo dopo l'anno
Mille si formano le caratteristiche foniche
moderne grazie all'arte polifonica.
Con la comparsa delle prime forme di polifonia in Occidente, si accentua la
necessità di avere presso le grandi cattedrali cori sempre meglio istruiti. Il
fenomeno delle cappelle o cantorie, cori alle dipendenze ecclesiastiche o di
corte, diretti da un maestro di cappella, si diffuse nel Rinascimento.
Il repertorio corale si amplia nel Seicento con la
nascita dell'opera e dell'oratorio. In entrambe
queste forme il coro svolge un'importante
funzione. Nel Settecento la coralità assume
grande rilievo nelle Passioni di Johann Sebastian
Bach, negli oratori di Georg Friedrich Händel,
nelle opere di Christoph Gluck.
Nell'Ottocento, a partire dalla Nona sinfonia di
Beethoven, il coro entra nella forma sinfonica e i
principali compositori del secolo scrissero spesso
per coro, con forme e organici musicali diversi. Il
coro ebbe inoltre un forte ruolo drammatico
nell'opera italiana, francese e russa.
L'interesse per la coralità è rimasto vivo anche
nei
compositori
del
Novecento,
come
testimoniano, tra l'altro, le opere di Béla Bartók,
Igor Stravinskij, Benjamin Britten, Arnold
Schönberg.
(Marzia Steffani)
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