L a musica tradizionale armena mescola il genere popolare e sacro-cristiano e viene spesso eseguita dallo strumento nazionale armeno, il duduk, noto anche come dziranapox, letteralmente “flauto-albicocca” in quanto è costruito interamente con legno di albicocco armeno. Grazie al suo timbro evocativo e struggente si è affermato in occidente anche in molte famose colonne sonore di film, documentari, pubblicità. Uno dei maggiori rappresentanti della musica nazionale armena è Vartaped Komitas (1869-1935), presente in questo concerto con molte sue composizioni. Figura geniale, dalla vita drammatica, religioso, musicologo e compositore, Komitas è considerato da molti il più grande musicista armeno dell’epoca moderna. Con un intuito provvidenziale, raccolse, prima del genocidio del 1915, i canti popolari armeni dalla viva voce dei contadini e della gente più semplice dei borghi e villaggi . Catalogò così circa tremila melodie che altrimenti sarebbero andate perse per sempre durante il genocidio, come tanti altri tesori del patrimonio culturale armeno. Komitas fu tra i primi ad essere arrestato e deportato, nell’Anatolia Centrale, la notte del 24 aprile 1915, fu, pertanto, testimone oculare delle atrocità alle quali fu sottoposto il suo popolo durante il Genocidio. Minato nel corpo e nell’anima, colpito profondamente dallo sterminio degli armeni e anche dalla distruzione della maggior parte dei suoi manoscritti, che furono bruciati, perse la ragione e fu salvato in extremis grazie all’intervento della figlia del sultano cui aveva dato lezioni di pianoforte. Riuscì a tornare a Costantinopoli, insieme ad altri deportati e fu ricoverato in un ospedale militare turco, ma la comunità armena residua a Costantinopoli, nella speranza di un miglioramento, decise di trasferirlo a Parigi. Purtroppo le cure furono inutili e lui consumò i suoi ultimi vent’anni in un ricovero psichiatrico a Ville-Juif, sobborgo di Parigi, dove morì nel 1935. Komitas elaborò in polifonia molte delle melodie raccolte, in una sintesi assai felice tra la tradizione orientale armena e il contrappunto occidentale. Debussy, dopo aver sentito un concerto di Komitas a Parigi, avrebbe esclamato:“ogni popolo dovrebbe avere il suo Komitas!” CELEBRAZIONE CONCERTO Centenario del genocidio Armeno MASSIMO ARAM chitarra duduk NALBANDIAN IPEKDJIAN 12 dicembre 2015 • Chiesa San Barnaba ore 18.30 • S. Messa in suffragio per il popolo armeno “Fare memoria di quanto accaduto è doveroso non solo per il popolo armeno e per la Chiesa universale, ma per l’intera famiglia umana...” Papa Francesco, Messaggio agli Armeni, 12 aprile 2015 ore 19.30 • Concerto Con il Patrocinio del ARMENIA 1915-2015 Massimo Nalbandian, di origine armena, è nato ad Addis Abeba da una famiglia di eccellenti musicisti fra i quali il nonno Kevork Nalbandian, musicista dell’Imperatore Hailè Sallassiè, autore dell’Inno Nazionale Etiopico e Nerses Nalbandian che ha riordinato e rivalutato la musica etiopica, dandole una veste moderna senza intaccarne lo spirito originale ed autentico. Apprende giovanissimo i fondamentali della musica dal padre Jirair Nalbandian ed è ammesso al Conservatorio Santa Cecilia in Roma, successivamente studia chitarra classica sotto la guida del M° Vincenzo Saldarelli, diplomandosi brillantemente al Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara. Ha studiato liuto e musica rinascimentale ed ha approfondito lo studio della chitarra flamenco e jazz. Interessato alla Musica Contemporanea, ha eseguito diverse Prime Assolute delle produzioni di compositori contemporanei, diverse delle quali a lui dedicate. Vincitore di Concorsi Nazionali ed Internazionali, viene regolarmente invitato come membro di giuria. Ha svolto una intensa attività per importanti Associazioni Concertistiche in Italia ed all’Estero, effettuando registrazioni per diverse emittenti. Recentemente è stato invitato dal Presidente della Repubblica per un concerto al Quirinale. La sua capacità di diversificazione stilistica ed il grande controllo del colore del suono sono fra le sue qualità più apprezzate. Vive a Modena ed è docente della cattedra di chitarra classica al Conservatorio “Giovan Battista Martini” di Bologna. Aram Ipekdjian si è diplomato in clarinetto al Conservatorio “Komitas” di Yerevan (Armenia), dove ha anche potuto seguire i corsi di duduk e partecipare come cantore tenore alla Corale “Hover” di Yerevan. Attualmente, vive a Padova. Dal 2007 partecipa ai Seminari di Duduk del M° Gevorg Dabaghyan, organizzati a Venezia dal Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena e dalla Fondazione Giorgio Cini. Ha eseguito pezzi per duduk solo in giro per l’Italia e all’estero (Istanbul, in occasione del Pontificale solenne di insediamento dell’Arcivescovo degli Armeni Cattolici di Turchia e di Istanbul, Mons. Levon Zekiyan, in settembre 2014 e della visita di S.S. Papa Francesco in ottobre 2014; Lugano, Svizzera). Recentemente, ha accompagnato la celebrazione della Messa dedicata ai martiri del Genocidio armeno e alla proclamazione a dottore della Chiesa di S. Gregorio di Narek, celebrata in S. Pietro in Vaticano da S.S. Papa Francesco, il 12 aprile 2015. Dal 2008 collabora in qualità di docente di Musica Tradizionale Armena e di Duduk al Corso Intensivo Estivo di Lingua e Cultura Armena dell’Associazione Padus-Araxes e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Massimo Aram Nalbandian Ipekdjian chitarra classica duduk Programma Oror Barsegh Kanatchyan duduk - chitarra Im Armatnery Massimo Nalbandian chitarra Kani Vur Janim Sayat Nova duduk - chitarra Vardani Mor Voghbe anonimo duduk Yerkinqn Ampel e Vartaped Komitas duduk - chitarra Andzrevn Yekav Vartaped Komitas duduk - chitarra chitarra Yerazum Ashuni Massimo Nalbandian Havun - havun Grigor Narekatsi Keke, kele Vartaped Komitas duduk duduk - chitarra