INQUINAMENTO AMBIENTALE ED ENTROPIA Forme di inquinamento e loro rischi – Problematiche ecologiche legate all’avvento dell’era industriale – I consumi delle risorse energetiche – Il rischio di aumento dell’entropia – La necessità di adottare politiche sostenibili nei confronti dell’ecosistema di VINCENZO CACICI L’attuale civiltà si trova a dover fronteggiare il rischio ecologico, che com’è noto, assume fondamentalmente due forme: dell’esaurimento e dell’inquinamento1. La prima forma, sostanzialmente costituita dal rapido esaurimento delle riserve di combustibili fossili, riduce il grado di prosperità che l’uomo ha raggiunto senza, tuttavia, che vengano danneggiati i meccanismi di riproduzione della biosfera (un efficace esempio può essere costituito da una crisi energetica). La seconda forma, l’inquinamento, è quella più grave. Essa avviene, principalmente, attraverso tre vie: con lo scarico di gas tossici nell’atmosfera, che provocano il surriscaldamento dell’atmosfera terrestre (“effetto serra”); con l’immissione di materiale inquinante nelle acque, e con la produzione e lo smaltimento (che spesso si riduce in semplice abbandono) dei rifiuti. giudicando così il meccanismo che permetteva di irradiare e disperdere nello spazio l’eccesso di calore proveniente dalla radiazione solare (nel 1750 l’atmosfera terrestre conteneva circa 280 parti per milione di CO2, mentre oggi ne ha 376). Il risultato è stato un vistoso surriscaldamento globale senza precedenti nella storia geologica. La concentrazione di CO2 nell’atmosfera, prevista intorno al 2030, sarà raddoppiata. L’erosione dell’ozono, poi, ha determinato un calo della sua azione protettiva con conseguenze particolarmente negative per la pelle (cancro). Si deve constatare, pertanto, che i benefici a breve dell’era industriale sono stati acquisiti a spese delle future generazioni e della stessa sopravvivenza a lungo termine del pianeta che ci ospita. La crisi “serra”, indotta dagli esseri umani, rappresenta, per così dire, il conto finale, giunto a scadenza, dell’era industriale2. L’effetto serra è una proprietà essenziale dell’atmosfera che, per il passato, ha dato luogo ad una fascia di temperature moderate che hanno consentito il nascere della vita nel nostro pianeta. Così è stato per milioni di anni. Verso la metà del diciottesimo secolo, con l’avvento dell’era industriale, la combustione di Per quanto riguarda, in particolare, gli effetti negativi che l’enorme crescita dei rifiuti ha sull’ambiente, la preoccupazione, se non l’allarme, ha avuto modo da tempo di manifestarsi. Ad esempio, già nel 1972, nel suo intervento nell’ambito della XXII riunione scientifica della Società italiana di Economia, Demografia e Statistica, l’economista G. Palomba immaginava che la Natura protestasse contro enormi quantità di combustibili fossili ha prodotto un forte aumento di anidride carbonica (CO2) con l’effetto di intrappolare nell’atmosfera il calore, pre- 9 Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXV - N. 1-2 Gennaio-Aprile 2006 Economia e Ambiente Articoli 10 Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXV - N. 1-2 Gennaio-Aprile 2006 Economia e Ambiente Articoli Una strada di campagna ricoperta dalla neve tiene ben presenti i principi della Termodinamica, principi che, secondo le parole del premio Nobel per la chimica Frederik Soddy “controllano, in ultima analisi, lo splendore e la decadenza dei sistemi politici, la libertà e la dipendenza delle nazioni, i movimenti dei commerci e delle industrie…”. gli uomini esclamando: “…voi distruggete irrimediabilmente quel che vi posso dare. Vi do risorse materiali, vi do benessere, vi do possibilità di produrre, vi do da mangiare. Voi mi restituite immondizie, mi restituite escrementi, niente altro che questo!”3 Si impone un forte cambiamento nel nostro modo di pensare e di agire. Un cambiamento guidato da altri valori e che porti ad una nuova civiltà basata su strumenti e tecnologie adatte ad una sostenibilità a lungo termine anche rinunciando alla iperefficienza ed ai vantaggi, o almeno ad una parte, immediati. Una civiltà in cui produzione economica e consumi sociali siano tali da non eccedere la capacità dell’ecosistema di riciclare i rifiuti e di rinnovare le scorte di risorse disponibili. Una tale civiltà viene chiamata civiltà entropica4. È questa una civiltà che non ignora ma, al contrario, Il primo principio della Termodinamica, com’è noto, esprime il concetto della conservazione dell’energia stabilendo che la somma di materia ed energia nell’universo è costante. Peraltro, a fugare l’ottimismo che potrebbe essere indotto dal sapere che l’energia, se non si può creare, non si può nemmeno distruggere, interviene il secondo principio delle Termodinamica (sostanzialmente la legge dell’entropia) per il quale materia ed energia possono modificarsi solo in una direzione, da forme utilizzabili a forme non più utilizzabili, ovvero da di- 11 Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXV - N. 1-2 Gennaio-Aprile 2006 Economia e Ambiente sponibili a non disponibili o, ancora, da forme ordinate a disordinate. Questo significa, in sostanza, che ogni volta che una certa quantità di energia viene convertita da uno stato ad un altro, si ha una penalizzazione consistente nella perdita di parte dell’energia stessa, ossia ve ne sarà una parte non più utilizzabile. L’entropia è, quindi, anche una misura del grado in cui l’energia disponibile si è trasformata in forma non più disponibile. Questa legge dell’entropia, costituisce – come ebbe a dire Albert Einstein - “la legge prima di tutta la scienza”. Articoli quello di consumare la minor quantità possibile di energia. Il ruolo degli enti pubblici L’azione degli enti pubblici, improntata al perseguimento di questi obiettivi, può risultare di notevole efficacia. Essa può trovare concreta esplicazione sia in fase di acquisto di beni e servizi, sia in fase di consumo. Riguardo agli acquisti, questi devono essere “verdi”, intendendo per tali quelli rispondenti a criteri ambientali, volti, pertanto, a produrre impatti minimi su acqua, suolo, aria, energia, nonché in termini di produzione di rifiuti. Riguardo ai consumi, devono essere responsabili; tali si intendono quelli effettuati secondo criteri di responsabilità sociale ed ambientale. Esempi dell’agire secondo criteri di sostenibilità si hanno nei casi in cui la pubblica amministrazione: - accresca la competitività di prodotti e servizi “verdi” mediante l’applicazione di standard ambientali ai propri ordini di acquisto; - svolga azioni di sensibilizzazione e di stimolo verso i fornitori; - utilizzi carta riciclata; - stampi i documenti su entrambi i lati; - converta il suo parco auto in veicoli a metano o GPL; - incentivi l’uso delle biciclette per i dipendenti; - utilizzi, per l’illuminazione, lampade a basso consumo. Secondo la legge dell’entropia, quando si crea un apparente maggior ordine, ciò avviene a spese di un disordine maggiore provocato nell’ambiente circostante. L’aumento di entropia (e, quindi, l’aumento dell’energia non più disponibile) si può osservare considerando una semplice catena alimentare, ad esempio: erba→cavalletta→rana→luccio→uomo. In base al primo principio non vi può essere perdita di energia, ma, per il 2° principio, l’energia si converte in forme sempre meno disponibili ad ogni passaggio della catena. Quando la cavalletta mangia l’erba, la rana mangia la cavalletta, e così via, soltanto un 10-20% rimane nei tessuti del predatore per essere trasferita allo stadio successivo della catena alimentare. Circa l’80-90% dell’energia viene dispersa nell’ambiente come calore. Come si è accennato dianzi, ogni essere vivente mantiene il suo stato ordinato a spese di un maggior disordine (cioè di energia dissipata) nell’ambiente circostante. I primi stadi di sviluppo, quando l’energia utilizzata è la massima possibile, vengono chiamati fasi di colonizzazione. Gli ultimi stadi, quando le energie utilizzate sono le minime, sono detti fasi di climax. La nostra sopravvivenza, come quella delle altre forme di vita, dipende dalla nostra volontà di passare da un modello di Colonizzazione ad un modello di Climax. Vincenzo Cacici Professore Associato di Statistica Economica nella Facoltà di Economia dell’Università di Verona. NOTE 1 V. Cacici, Rischio e difesa ambientale, in: Economia e Ambiente, n.6, 1999. 2 J. Rifkin, Entropia, cit., p.33. 3 G. Palomba: L’utopia tecnologica e i suoi limiti, Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica. Vol. XXVI n 3-4, 1972. 4 J. Rifkin, Entropia, cit. p.35. Il 2° principio ci insegna che, ad ogni evento, le riserve mondiali di energia vengono degradate e pertanto, più energia ciascuno di noi consuma, meno ne resta per le future generazioni. Di conseguenza, l’imperativo morale ultimo è semplicemente 12 Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXV - N. 1-2 Gennaio-Aprile 2006