Quaderno di istologia. Indagini istochimiche e citochimiche. Scritto da Fabrizio Crisafulli Scaricabile gratuitamente dal sito http://www.lacellula.net L'opera viene proposta sotto una licenza Creative Commons1. E' possibile, ed è anzi incoraggiata, la diffusione e la stampa di questo quaderno in ogni sua forma (elettronica, cartacea, informatica) e su ogni tipo di supporto (floppy disk, CD-ROM, Pen-Drive) o canale (sito-web, programma di File-Sharing). Per maggiori informazioni sulla licenza, o per segnalare ogni errore di questo quaderno è possibile contattare l'autore attraverso l'email [email protected] oppure mediante il form di contatto disponibile all'indirizzo http://www.lacellula.net/contributi/contatta_autore.html Le immagini, ove specificato, appartengono ai rispettivi proprietari che le hanno concesse a titolo gratuito mediante autorizzazione pervenuta per email. Le altre immagini sono state create dall'autore del quaderno e sono soggette alla stessa licenza dell'opera. 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Indice generale 1 Introduzione..........................................................................................................................................................4 Strumenti e tecniche............................................................................................................................................4 2 Gli strumenti dell'indagine citoistologica.............................................................................................................6 I microscopi ottici...............................................................................................................................................7 Le aberrazioni cromatiche nei microscopi.....................................................................................................7 I microscopi elettronici.......................................................................................................................................7 I microscopi a fluorescenza................................................................................................................................8 I microtomi.........................................................................................................................................................9 3 La preparazione di un campione.........................................................................................................................11 Preparazione di un campione nella microscopia ottica.....................................................................................12 Prelievo........................................................................................................................................................12 Fissazione.....................................................................................................................................................12 Fissazione con metodi fisici....................................................................................................................12 Freeze drying dei tessuti biologici......................................................................................................13 Fissazione con metodi chimici................................................................................................................13 Fissativi chimici primari.....................................................................................................................13 Fissativi chimici secondari.................................................................................................................13 La colorazione..............................................................................................................................................13 Struttura chimica di un colorante............................................................................................................14 Classificazione dei coloranti in base alla loro produzione.................................................................14 Classificazione dei coloranti in base all'auxocromo ed al gruppo cromoforo...............................14 Tecniche di colorazione......................................................................................................................14 La reazione PAS.............................................................................................................................14 4 Indagine delle molecole biologiche....................................................................................................................17 Carboidrati........................................................................................................................................................17 Tecniche di localizzazione dei lipidi............................................................................................................17 Lipidi.................................................................................................................................................................18 Tecniche di analisi dei lipidi.........................................................................................................................18 Nucleotidi, DNA e RNA...................................................................................................................................20 Tecniche di analisi dei nucleotidi, del DNA e dell' RNA.............................................................................20 Estrazione del DNA.....................................................................................................................................20 5 Immunoistochimica............................................................................................................................................22 Anticorpi primari e anticorpi secondari............................................................................................................23 I tipi di marcatori..............................................................................................................................................23 L'amplificazione del segnale........................................................................................................................23 Il complesso biotina-avidina....................................................................................................................24 I saggi ELISA..........................................................................................................................................24 6 I marcatori tumorali............................................................................................................................................26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 1 Introduzione. La sclerosi laterale amiotrofica. stesso, è la cellula. Dagli studi citologici, ovvero dagli studi sulla cellula, si evince la sua struttura e l'ultrastruttura interna, dando uno sguardo alle sue entità interne ad essa . Il citoplasma, il nucleo, il REL, i mitocondri e i corpi del Golgi sono soltanto alcune delle strutture che hanno una specifica funzionalità. La sclerosi laterale amiotrofica Esistono diversi tipi di indagine (SLA) è una patologia dalla bassa medica o biologica. La sfera della incidenza la cui eziologia non è vita, in ogni sua forma, tocca chiara. L'esame per stabilire se un differenti punti che possono essere paziente è affetto da SLA, dopo ogni molto diversi tra loro. L'analisi di un accertamento volto ad escludere altre organismo animale, in particolare, si patologie, consiste nell'analisi del può svolgere su differenti fronti. tessuto midollare, effettuato L'animale infatti vive in comunità e mediante risonanza magnetica interagisce con l'ambiente circostante nucleare, e la successiva biopsia che L'indagine del tessuto in modo ed è compito dell'ecologia studiare analizza il tessuto, nella morfologia, globale, ovvero l'analisi della sua tali rapporti. Un altro tipo di indagine e le cellule nella struttura morfologia e della sua funzionalità, può essere quella di tipo evidenziando, con opportune è in diretta correlazione con comportamentale che sempre si l'analisi morfofunzionale delle tecniche, le zone danneggiate. svolge nell'ambito di più organismi cellule che lo compongono. La che idealmente condividono lo stesso necrosi di un tessuto, ad esempio, è spazio. Sappiamo che i delfini si muovono in branco, l'effetto globale che si vede nel tessuto ma la cui causa è che i cani in genere sono “i migliori amici dell'uomo”, da ricercare nella cellula che formano il tessuto. Ci sono che l'istinto materno di una specie può “esplodere” tanti altri esempi per comprendere come indagine quando la madre adotta un cuccio di un'altra specie tissutale e citologica vanno di pari passo e si svolgono proprio grazie a tanti studi etologici effettuati nel corso per fini curativi, come ad esempio la ricerca di tumori, o di diversi secoli. per fini esclusivamente diagnostici come avviene nella Dal punto di vista strettamente biosanitario le indagini si ricerca della sclerosi laterale amiotrofica per la quale svolgono ad esempio su fronti di non ci sono, al momento, cure. infettivologia/patogenesi e conseguente prevenzione che studiano la diffusione su un campione di Strumenti e tecniche. popolazione l'incidenza e la prevalenza di malattie, di infezioni e come prevenirle. Ma una patologia, oltre che Per poter effettuare l'indagine istologica ci si deve un evento possibile in una comunità, è in prima istanza affidare a strumenti e tecniche. Gli strumenti sono tutti i mezzi con i quali viene fatta l'indagine mentre con il una realtà che colpisce il singolo individuo. termine “tecniche” si indicano le varie procedure con le Il virus dell'influenza stagionale colpisce, nel mondo, quali mettere in atto l'indagine. Il microscopio è uno decine di milioni di persone ma per essere rilevato in strumento mentre la colorazione del campione è una modo preciso l'analisi viene fatta sul singolo e non sulla tecnica. Con il microscopio, che è uno strumento, si popolazione, che è diretta conseguenza delle indagini osserva ciò che si colora, mediante la tecnica.. effettuate. Quando una patologia è manifesta, o quando si sospetta sia in corso od in fase di formazione, è Esistono differenti tipi di strumenti e, per ognuno di possibile individurarla mediante l'analisi dei tessuti essi, possono esistere differenti modelli proprio come (istoanalisi), delle singole cellule (citoanalisi) o dei esistono diverse tecniche, usate perlopiù con protocolli fluidi corporei da questi prodotti. Nonostante la simili. I microscopi, ad esempio, rappresentano una complessità dell'organismo è relativamente facile classe eterogenea di strumenti “per vedere il piccolo” contraddistinta da differenti modelli (microscopi ottici, diagnosticare una patologia. elettronici, a fluorescenza). Ogni microscopio, inoltre, Il tessuto è costituito da una varietà di elementi di ha una propria peculiarità in quanto può essere formato caratterizzazione morfologica, chimica e funzionale da lenti di diversa qualità, o elementi solidi che differente ma la cui unità base, ovvero la più piccola assicurano una maggiore precisione nell'analisi. unità funzionale che ricalca la fisiologia del tessuto Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 4/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche Di per sé il solo microscopio non serve a molto se non si adottano delle metodologie con le quali è possibile la visualizzazione del preparato cito-istologico. Vedremo in avanti in dettaglio questi “protocolli” con i quali è possibile osservare più o meno in dettaglio i compartimenti tissutali o cellulari e, per adesso, possiamo limitarci nel dire che utilizzando diverse tecniche possiamo fare in modo di immobilizzare l'attività tissutale, per prevenire i fenomeni di autolisi, colorare opportune zone in base a determinati fattori che possono essere la presenza di lipidi, di zuccheri, di acidi nucleici o di proteine in genere. Mediante gli strumenti e le tecniche è possibile includere il tessuto in un ambiente adatto ad essere conservato per anni, se non decenni, preservandone però lo stato per garantire una sufficiente qualità di analisi dello stesso nel corso degli anni. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 5/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 2 Gli strumenti dell'indagine citoistologica. microscopi elettronici. In realtà l'indagine citologica non si limita semplicemente a vedere l' “interno” della cellula, o la sua organizzazione, ma sovente si rende necessario Abbiamo già parlato, nell' sapere se un determinato introduzione, del fatto che per elemento è presente nel tessuto Il metedo scientifico e l'indagine. poter effettuare un'indagine per cui si usa un indicatore che citoistologica è necessario Fu Galileo Galilei, nel XVII secolo a mettere mostra, con un sufficiente grado osservare alcuni particolari del delle solide basi per il pensiero scientifico. di precisione, la presenza o tessuto (indagine istologica) o Nell'indagine citoistochimica, a distanza di meno del corpo sul quale verte delle cellule che lo formulano secoli, si utilizzano ancora le riflessioni dello lo studio all'interno del (indagine citologica). scienziato in quanto l'osservazione e la campione. Abbiamo anche detto che verifica di una ipotesi seguono ancora i criteri E' il caso della quanto osserviamo nel tessuto di Galilei. Prendiamo a titolo di esempio il immunofluorescenza2 dove è, di solito, correlato a quanto test dell'AIDS: particolari microscopi captano possiamo osservare nella sua 1) Ipotesi: Il soggetto è positivo all' HIV? radiazioni non necessariamente unità funzionale più piccola, 2) Osservazione: Saggi ELISA (Enzyme appartenenti allo spettro visivo ovvero la cellula, per cui Linked Immunoabsorbent Assay) hanno un che dimostrano la presenza di un variazioni della fisiologia grado di affidabilità sufficientemente valido complesso molecolare della cellula possono per verificare la presenza o meno dell' virus solitamente antigenico3. corrispondere a variazioni responsabile della sindrome da della morfologia, e della Quella dell'indagine immunodeficienza acquisita. fisiologia del tessuto. microscopica, sia ottica che 3) Metodologia: Si effettua il saggio elettronica o a fluorescenza, è I tessuti sono insiemi di immunoenzimatico con gli strumenti e le senza dubbio la fase più cellule che hanno in comune tecniche proprie dell' ELISA. importante in quanto è il particolari caratteristiche. Il 4) Diagnosi: Il test è negativo o positivo e, momento nel quale si osservano tessuto ghiandolare, ad con un sufficiente grado di sicurezza, il e si verificano le ipotesi esempio, è composto da soggetto è sua volta positivo o negativo. precedentemente fatto, ovvero i cellule che in gran parte 5) Test di controllo: Si esegue un ulteriore motivi per i quali si è reso condividono la funzionalità di test (che per la ricerca del virus HIV necessario operare una indagine sintetizzare delle corrisponde all'analisi chiamata “western citoistologica. Questo passo è macromolecole quali gli blot”) per aumentare ulteriormente il margine tuttavia l'ultima operazione del ormoni. Se gli organi, fatti da di sicurezza lavoro che si svolge adoperando tessuti, sono solitamente altri strumenti. Il preparato presente nel microscopio, grandi a sufficienza da poter essere visti ad occhio nudo infatti, deve essere molto sottile altrimenti non potrebbe la stessa cosa non la si può dire per i tessuti o per le essere correttamente visualizzato, specialmente nella cellule. La cellula, in particolare, può avere una microscopia ottica, e per questo si rende necessario un dimensione media di 20μM (20 micrometri) pari a 20 microtomo ovvero uno strumento capace di tagliare milionesimi di metro. A questi livelli l'occhio umano sottili fette del tessuto. non è capace di distinguere nulla in quanto la sua risoluzione massima, ovvero la capacità di distinguere Come è facile intuire il tessuto animale, ed anche due corpi in modo univoco se posti sullo stesso piano, è quello vegetale, non sempre ha consistenza tale da poter di circa 0,2mm. Per questo motivo è necessario usare essere sezionato in modo facile ed immediato. La lama a degli strumenti che ingrandiscono, tramite lenti, la superficie da analizzare oppure mostrano un equivalente 2 http://www.lacellula.net/appunti/immunologia/immunofluoresce visivo della superficie su un monitor. Nel primo caso nza_citofluorimetria.html parliamo di microscopi ottici mentre nel secondo di 3 Antigenico:Capace di scatenare una risposta immunitaria. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 6/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche contatto con zone “molli” potrebbe ridurre in poltiglia il tessuto e vanificare l'opera di estrazione. Per questo motivo è necessario includerlo in un mezzo che da un lato fornisca una solidità tale da poter essere processato dalle lame di un microtomo e dall'altro deve presentare una grado di invasività minimo tale da non precludere le operazioni di visualizzazione. La ricerca e la sperimentazione di oltre cento anni ha fornito diversi elementi che date le loro proprietà chimiche si prestano bene a fornire strutture di sostegno ai tessuti. Stiamo parlando delle sostanze di inclusione che, spesso, sono delle emulsioni liquide di materiali che possono essere utilizzate solo se preriscaldate e successivamente lasciate raffreddare nel tessuto da esaminare. I microscopi ottici. o canna del microscopio, fino a giungere ad una seconda serie di lenti che prendono il nome di oculare. Per garantire differenti livelli di ingrandimento esistono vari obiettivi posti in un disco rotabile che prende il nome di revolver attraverso il quale è possibile scegliere l'ingrandimento desiderato semplicemente girando il revolver ed innestando un differente obiettivo. La messa a fuoco della zona da visualizzare è resa possibile grazie all'azione meccanica delle viti macrometriche e micrometriche che, rispettivamente, operano aggiustamenti più o meno accentuati della distanza del piano rispetto alla canna contenente l'obiettivo. Nei microscopi ottici moderni è possibile usare una microcamera per poter registrare o fotografare il tessuto e, in altri microscopi, è possibile adattare l'obiettivo per l'uso con comuni macchine fotografiche. Il microscopio ottico è uno strumento utilizzato per osservare preparati istologici con un modesto ingrandimento. La capacità visiva in un microscopio ottico si attesta mediamente sui 100-400 ingrandimenti Le aberrazioni cromatiche nei per cui in un tessuto formato da cellule di media microscopi. dimensione, circa 20 μM, queste verranno ingrandite di L'utilizzo di lenti di scarsa qualità, sia per l'obiettivo sia 100-200 volte. Tali valori sono grossomodo sufficienti per l'oculare, può produrre l'effetto dell'aberrazione per apprezzare il nucleo con la cromatina condensata ed cromatica ovvero un viraggio scomposto della altre strutture endocellulari. componente cromatica che si manifesta Il funzionamento del microscopio ottico è in particolare lungo i contorni degli molto simile a quello di una comune elementi del campione che vengono macchina fotografica dotata di zoom visualizzati. Le aberrazioni, inoltre, ottico. Una lampadina emette un fascio di possono in alcuni i casi portare alla luce che passa attraverso un visualizzazione di corpi inesistenti nel condensatore. Generalmente il quadro visivo e alla formulazione di condensatore ha il compito di convogliare esiti falsati. la luce verso il vetrino, dove è apposto il Le aberrazioni cromatiche in genere preparato, e eventualmente filtrare alcune avvengono a causa delle scarsa qualità componenti cromatiche per colorare delle lenti o della costruzione del indirettamente il tessuto. Il vetrino è microscopio. La scelta di lenti migliori, posto su un piano che, attraverso alcuni Illustrazione 1: Testa di inevitabilmente, comporta un maggiore sistemi meccanici, può essere traslato in una formica visualizzata costo del microscopio ma permette di verticale o in orizzontale e in alcuni casi con il microscopio ottenere risultati di maggiore qualità. anche in obliquo. La luce che passa elettronico. attraverso il tessuto viene incanalata (Immagine di pubblico I microscopi elettronici. verso una prima serie di lenti che dominio) prendono il nome di obiettivo. Il microscopio elettronico, a differenza L'immagine ottenuta dalla luce che passa nell'obiettivo viene ingrandita per la prima volta e successivamente passa attraverso un tubo, di quanto abbiamo visto per il microscopio ottico, non visualizza l'immagine in base ad un fascio di luce che passa Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 7/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche attraverso il preparato ma usa una tecnica differente. millesimo di secondo, questa restituisce la radiazione con minore intensità ma con uno shift 4 pari a circa 2040nM. Veicolando luce viola si ottiene luce blu, veicolando luce verde si ottiene rossa, mentre con l'ultravioletto si visualizza della luce viola. Nel microscopio a scansione un fascio di elettroni, generato da un apposita struttura, viene condensato in due o tre stadi e convogliato contro il preparato opportunamente realizzato e trattato. Gli elettroni “rimbalzano” sul preparato e vengono intercettati da Il microscopio a un rivelatore che, in base fluorescenza è perlopiù Illustrazione 2: Principio di funzionamento del al punto di contatto, usato nelle indagini di microscopio a fluorescenza genera un segnale. Tale immunoistochimica impulso viene amplificato dove anticorpi marcati si elettronicamente e visualizzato grazie ad un monitor. legano ad antigeni tissutali o, in alternativa, anticorpi marcati si legano ad altri anticorpi che, a loro volta, Il vantaggio della microscopia elettronica è, sono legati all'antigene. indubbiamente, rilevabile nella grandissima potenza di ingrandimento che può toccare oltre i 50.000X. Gli svantaggi, però, sono notevoli. Il microscopio elettronico è uno strumento dal costo non indifferente e, inoltre, i metodi di preparazione dei tessuti per l'osservazione comportano un tempo ed un costo di diverse misure maggiore rispetto all'analisi effettuata con il microscopio ottico. I microscopi a fluorescenza. Il principio di funzionamento del microscopio a fluorescenza è riconducibile alle proprietà di assorbimento di diverse lunghezze d'onda di alcuni gruppi chimici e la loro restituzione dopo pochi istanti. Il vantaggio dovuto dall'utilizzo del microscopio a fluorescenza è individuato nella facile visualizzazione di gruppi di molecole bersaglio. L'indagine antigenica in immunofluorescenza, ad esempio, mostra i focolai di infezione di un tessuto mentre l'indagine biomolecolare o tissutale, ovvero i test che si eseguono per vedere se un particolare composto biologico (glucidico, proteico) o una intera struttura (nervo, collagene) è presente nel tessuto possiedono un'alta specificità. Gli svantaggi della microscopia a fluorescenza, sono quelli dovuti al costo di preparazione del campione e alla necessità di veicolare verso lo stesso una luce “pulita” ovvero cromatograficamente priva delle lunghezze d'onda non necessarie. Per evitare questo si utilizzano filtri ad alto rendimento uniti a particolari sistemi di controllo elettronici che, nei microscopi più evoluti, sono direttamente integrati nel corpo. Alcuni molecole, come ad esempio l'isocianato di fluoresceina o la rodamina, se stimolate attraverso lunghezze d'onda comprese nello spettro della luce visibile (400-700nM) o di quella immediatamente inferiore (ultravioletto) e o superiore (infrarosso) assorbono parte della radiazione e la restituiscono con una lunghezza d'onda superiore di circa 20-40nm. In altre parole se ad una molecola dalla proprietà fluorescenti si veicola della luce viola e questa molecola nello spettro di 400-420nm, che corrisponde proprio alla luce viola, ha il proprio range di assorbimento dopo un 4 Shift: spostamento. In biologia è sovente l'uso del termine shift periodo di tempo, che si misura in sottomultipli del per indicare delle variazioni lungo una scala Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 8/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche dall'utente. I microtomi. Un altro tipo di microtomo, definito microtomo congelatore, rappresenta la I microtomi sono strumenti I vari tipi di microtomo: diretta evoluzione del meccanico-elettronici il cui microtomo elettronico con la compito è quello di sezionare ● Manuale possibilità di sezionare il parti di tessuto già fissato ed ● A slitta preparato a temperature incluso nel mezzo di inclusione. inferiori allo zero. Di solito ● Rotativo Il microtomo seziona fette l'ambiente nel quale avviene sufficientemente sottili del ● Elettronico l'operazione e lama vengono preparato pronte per essere ● Congelatore portati a circa – 40°C e, a osservate al microscopio ottico. queste temperature, viene Per quanto riguarda l'indagine in operato il taglio. microscopia elettronica, invece, il microtomo non ha La necessità di operare sezionamenti a basse largo uso in quanto il preparato viene montato e temperature si rende necessaria in alcuni campi della ricoperto in modo differente. ricerca medico-biologica dove, in base al tipo di tessuto Il microtomo, inoltre, è uno strumento che viene o di fissazione, è opportuno operare a temperature utilizzato per sezionare campioni di tessuto animale ma inferiori per evitare la degradazione e la conseguente va bene anche per essere utilizzato con campioni di inutilizzabilità del preparato. origine vegetale. I campioni conservati a temperature basse, come ad Esistono differenti tipi di microtomo che si basano su esempio quelli posti in azoto diversi principi. Il microtomo a liquido, in genere devono essere slitta, ad esempio, è uno sezionati mediante l'ausilio del strumento manuale dove microtomo congelatore. l'operatore fa scorrere il preparato che viene a contatto con la lama sezionatrice avendo, ovviamente, cura di utilizzarlo in modo opportuno per evitare lesioni personali. Nel microtomo a rotazione, invece, la lama seziona il preparato mediante rotazione. I microtomi elettronici sono molto più costosi rispetto ai microtomi manuali ma permettono di ottenere sezioni di gran lunga più raffinate grazie ai controlli integrati nelle circuiterie elettroniche. Illustrazione 3: Microtomo elettronico (Copyright www.otticaturi.it, si ringrazia l'azienda per la concessione dell'immagine) Il microtomo elettronico è, infatti, coadiuvato da elettromotori e sensori che regolano con precisione la distanza della lama dal preparato, la velocità di taglio in base alla consistenza del tessuto e dell'inclusione ed altri parametri spesso gestibili Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 9/ 26 Riepilogo: Gli strumenti più importanti utilizzati per l'indagine citologica ed istologica sono i microtomi, che sezionano parti di tessuto, ed i microscopi che visualizzano un immagine ingrandita del preparato. Parole chiave: Microscopio, potere di ingrandimento, potere di risoluzione, microtomo, fluorescenza, spettro visivo. Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 3 La preparazione di un campione. colorare un campione nella microscopia ottica o ricoprire un campione, per poter essere scansionato, nella microscopia elettronica a scansione. La colorazione di un campione rende possibile La preparazione di un campione è un passo l'osservazione delle sue più piccole parti marcando, con fondamentale nell'analisi gli opportuni coloranti, gli citologica. Dei buoni risultati Perché la colorazione si effettua esclusivamente organuli o particolari finali si ottengono prestando con le indagini mediante microscopia ottica e non agglomerati di attenzione alle fasi iniziali con quella elettroniche a scansione? biomolecole interne. del processo. Perché i due sistemi utilizzano metodi differenti per La copertura di un “Preparare un campione” la visualizzazione del campione. Nella microscopia campione, che si effettua vuol dire effettuare una serie ottica, infatti, la luce che viene convogliata verso il nell'analisi con il di procedimenti atti a preparato vira di colore a seconda del colore del microscopio elettronico a conservare nel tempo il punto che colpisce. Un po' come avveniva nei vecchi scansione, consiste nell' substrato cellulare. proiettori di diapositive. Il microscopio elettronico a apporre uno strato di scansione, invece, utilizza un metodo che è più Il tessuto vivo, una volta metallo pesante, quale simile a quello usato dai radar . Un fascio di elettroni l'oro od il palladio, per prelevato, tende ad non passa attraverso il preparato ma rimbalza lungo autodistruggersi andando in rendere possibile la la sua superficie e viene rilevato da un apposito contro ad una serie di repulsione degli elettroni strumento interno al microscopio. Colorare un processi che, a livello lungo la superficie. Il preparato per la SEM, dunque, non ha senso in endocellulare, portano al metallo posto sopra il quanto è importante ricoprire tale campione di digerimento progressivo di campione deve essere sostanze proprio per permettere agli elettroni di alcune strutture mediante sufficientemente spesso “rimbalzare” fenomeni proteolitici. Il da respingere gli elettroni tessuto appena asportato, ma, allo stesso tempo, inoltre, viene privato di una serie di elementi necessari deve evitare una copertura totale che potrebbe per la sua sopravvivenza. Le cellule, infatti, necessitano compromettere i rilievi dello stesso eliminando di nutrienti esogeni, di ossigeno, di segnali biochimici particolari dettagli da apprezzare nella fase di per poter sopravvivere e, inoltre, devono in qualche osservazione. modo portare fuori i prodotti di scarto. Il tessuto Nella fase di copertura di un campione per l'utilizzo con asportato non può fornire alle proprie cellule tali il microscopio elettronico il metallo viene nebulizzato nutrienti che, anche per questo motivo, cessano di sulla superficie preferibilmente in modo perpendicolare vivere. In ultima analisi qualsiasi tessuto può venir giusto per farne risaltare i rilievi. danneggiato dall'azione dell'ossigeno dell'atmosfera che è un potente ossidante o essere preda di batteri o microorganismi vari. Alla luce di ciò si rende necessario “fissare” il campione. Fissare un campione vuol dire fare una “fotografia istantanea” e prevenire che il tessuto stesso possa andare in degenerazione. E' un passo necessario per poter visualizzare, anche a distanza di tempo, il campione nella sua completezza. Un campione viene fissato a prescindere dal tipo di analisi realizzata o dagli strumenti necessario per poterla a termine. E', invece, necessario operare diverse metodologie in base al tipo di indagine microscopica quando si deve Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 11/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche Preparazione di un campione nella microscopia ottica. Prelievo. Il prelievo di un campione di tessuto consiste nell'asportazione di un piccolo frammento dall'animale vivo. Gli strumenti del prelievo sono, solitamente, il bisturi, l'ago aspirato od il raschietto. Il bisturi è uno strumento chirurgico molto utilizzato formato da un manico e da una lama alquanto affilata. Mediante il bisturi è possibile sezionare una parte di tessuto la cui forma può essere ragionevolmente varia e, in linea generale, può essere più o meno invasiva in base al tipo di tessuto esportato ed alla sua dimensione. Immobilizzare il campione vuol dire bloccare i processi autolitici della cellula. Per la microscopia ottica si utilizzano metodi fissativi fisici e chimici e la scelta viene operata in base al tipo di studio ed al tipo di tessuto da analizzare. La “forza” di determinati fissativi, intesa come la capacità chimica di degradare le molecole, potrebbe irrimediabilmente rendere inutilizzabile il campione Fissazione con metodi fisici. Il pap-test. Un esame salvavita. Il pap-test è un esame non invasivo che può salvare la vita alla popolazione femminile. Il nome deriva dall'ideatore, George Papanikolau, che nel 1943 mise a punto questa tecnica di osservazione e di colorazione delle cellula dell'utero per scopi medico-diagnostici. Attraverso un raschietto, mediante l'aiuto di un divaricatore, viene estratto un campione di cellule della cervice uterina che viene poi colorato mediante il metodo “Pap”. La colorazione del campione può rilevare, con una efficacia prossima al 90-95%, eventuali neoplasie del collo dell'utero provocate, nella stragrande maggioranza dei casi, dal virus HPV (Human Papillomae Virus) e, per questo motivo, è un ottimo strumento di indagine precoce. Con la tecnica dell'ago aspirato viene introdotto un ago di dimensione ridotta all'interno di una ghiandola, solitamente la tiroide od un testicolo, con lo scopo di aspirare verso l'esterno il suo prodotto di sintesi, o eventualmente dell'essudato. L'ago aspirato è un esame invasivo in quanto si rende necessaria la penetrazione epiteliale e ghiandolare. Mediante il raschiamento è possibile staccare piccoli frammenti di tessuto epiteliale formati da pochi strati cellulari. La tecnica del raschiamento è fortemente utilizzata in ginecologia nell'esame del pap-test.(Si veda il box Pap-Test) Fissazione. Subito dopo il prelievo è necessario “immobilizzare” il tessuto per i motivi che abbiamo già illustrato. I metodo fisici per bloccare la degradazione tissutale possono essere riassunti in tecniche che usano: 1. Il calore 2. Il freddo 3. Le microonde Il calore è solitamente un mezzo chimico drastico che attua il proprio lavoro su due fronti. Da un lato viene tolta parte dell'acqua presente nel tessuto mentre dall'altro si modifica la struttura quaternaria delle proteine, ovvero il loro ripiegamento tridimensionale, per cui buona parte del complesso endocellulare delle proteasi viene inibito. Gli strisci di sangue possono essere fissati mediante l'utilizzo del calore. Mediante le microonde si operano dei processi fisici molto simili a quelli prodotti dal calore. Le microonde sono radiazioni elettroniche ad altissima frequenza e bassa energia. La frequenza si attesta a circa 2,4GHZ mentre l' energia assorbita dal sistema generatore arriva al massimo ad 2-4kW. Nonostante gli alti indici l'alta frequenza fa si che a pochi centimetri dall'emettitore, che generalmente è un “magnetron” di brevetto statunitense, sia apprezzabile un campo energetico non capace di ionizzare le molecole, ovvero strappare loro degli idrogeni o degli elettroni dal guscio, modificandone le caratteristiche fisico-chimiche. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 12/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche Il principio del microonde è semplice. La radiazione colpisce le molecole di acqua presenti nel tessuto e, in minor parte, alcuni gruppi di proteine, acidi grassi e lipidi. Queste molecole vibrano ed il movimento di frizione contro altri composti, e eventuali urti nel sistema, producono calore. Di per sé le microonde non sono ionizzanti e, ciò, non rompono i legami chimici delle molecole. Per questo motivo il folding delle proteine non dovrebbe modificarsi ma, in realtà, l'alta temperatura raggiunta dal processo può denaturare il ripiegamento tridimensionale dei peptidi. e questa peculiarità potrebbe causare del danno meccanico endocellulare o tissutale. Fissazione con metodi chimici. L'utilizzo di fissativi chimici rappresenta la tecnica che spesso viene utilizzata nella preparazione di un campione. I fissativi chimici sono classificabili in due grandi gruppi: i fissativi primari e secondari. Fissativi chimici primari. Quando una molecola chimica è capace, da sola, di operare la fissazione si parla di fissativo primario. Alla categoria appartengono acidi relativamente forti come l'acido tricloroacetico, l'acido trifluoroacetico e meno forti come l'acido acetico oltre che a molecole polari come l'etanolo o il metanolo. Il freddo non è un vero e proprio mezzo di fissazione. Se un campione viene congelato e poi scongelato i fenomeni ossidativi e proteolitici avvengono comunque. Fintanto che il campione rimane sotto bassa temperatura, meglio se prossima allo zero assoluto, questo non si degrada per cui sarebbe più opportuno Fissativi chimici secondari. definire il metodo fisico del freddo come metodo conservativo. I fissativi chimici secondari da soli non sono capaci di fissare la struttura proteica della cellula ma servono per Freeze drying dei tessuti biologici. potenziare l'azione dei fissativi primari qualora questi non fossero efficienti nei confronti di alcune strutture Mediante la tecnica del congelamento- essicazione endocellulari. (freeze drying per usare i termini inglesi) è possibile conservare a temperatura molto bassa un campione di tessuto. La procedura per effettuare il congelamento e la seguente essicazione è la seguente: 1. Congelamento ultrarapida del tessuto a temperatura di circa -160° C. A questo punto l'acqua si trasforma in ghiaccio senza la formazione di cristalli che potrebbero inficiare sulla struttura cellulare 2. Essiccazione del tessuto che viene esposto a temperature di circa -40°C. La colorazione, che avviene dopo l'inclusione, dei tessuti processati avviene mediante l'utilizzo di particolari coloranti nebulizzati sul substrato. La colorazione. La colorazione è un processo molto importante nel corso della preparazione di un campione per l'osservazione al microscopio ottico. Un buona colorazione, infatti, si traduce in una buona visualizzazione in fase di analisi mentre con una colorazione blanda, o poco accurata, è possibile che i risultati ottenuti in analisi possano essere fuorvianti. I coloranti sono perlopiù molecole naturali o sintetiche solute in acqua. Il preparato incluso contiene la paraffina che non è adatta per essere colorata e per questo motivo viene processato attraverso immersioni in serie decrescenti di xilolo per far avvenire la sostituzione della paraffina. E' importante comprendere che il rapido congelamento del campione ottenuto mediante temperatura inferiore ai Struttura chimica di un colorante. 150°C non permette all'acqua di formare cristalli che Il colorante è un composto chimico formato da tre potrebbero danneggiare la struttura del tessuto. L'acqua, gruppi. Il gruppo cromoforo è rappresentato da un infatti, ha una proprietà particolare per la quale alle insieme di atomi che assorbono parti dello spettro della basse temperature tende ad espandere il proprio volume Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 13/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche radiazione visibile restituendo all'osservatore un colore privato della componente cromatica assorbita. In linea generare i sistemi insaturi, ovvero quelli con un doppio o triplo legame, o quelli aromatici, caratterizzati dalla dislocazione elettronica lungo una catena ciclica, sono dei cromofori. Un cromoforo legato con un gruppo aromatico, in genere, viene definito cromogeno. Il potere colorante, in realtà, è più che altro dovuto alla presenza di un auxocromo che è un gruppo chimico capace di legare la molecola ad un substrato. Gli auxocromi possono essere gruppi ossidrilici (-OH), alchinici (C=C), o amminici (NH2). basica, di conseguenza, reagiscono con le parti acide della cellula. COOH Br Br - O O Br O Br Illustrazione 4: Formula di struttura della eosina Y OH O HO OH Tecniche di colorazione. In generale il tessuto può essere colorato mediante l'utilizzo di differenti coloranti, i quali vengono applicati grazie a protocolli ben conosciuti. Inoltre differenti parti del tessuto, come i nuclei cellulari od il citoplasma, risentono ulteriormente di altre tecniche di colorazione per cui usando contemporaneamente differenti colorazioni si possono distinguere differenti strutture. Per colorare un tessuto si utilizzano metodi diretti oppure metodi indiretti. OH Com'è facile intuire il metodo diretto Illustrazione 5: Formula di è più semplice in quanto il colorante si struttura della ematossilina Classificazione dei coloranti in “aggancia” direttamente al bersaglio base alla loro produzione. da evidenziare mentre con il metodo In linea generale i coloranti indiretto è necessario operare uno Le colorazioni semplici. possono essere classificati in o più passaggi preparativi affinché naturali o sintetici. I coloranti Con i termini “colorazione semplice” il colorante possa svolgere il naturali, come il nome stesso proprio compito. si è soliti indicare una tecnica di definisce, sono estratti a partire da colorazione che fa uso di un solo Quando si ha necessità di elementi presenti in natura a colorante. Se il colorante reagisce con osservare più strutture differenza dei coloranti sintetici un solo tipo di struttura allora la endocellulari si possono usare due che vengono prodotti nell'industria. colorazione sarà ortocromatica o più coloranti ognuno dei quali ha mentre se, a differenza, un colorante L' ematossilina, in inglese una specificità per la struttura in reagisce con più tipi di strutture Haematoxylum, è ad esempio un questione. Questo è possibile a virando il proprio colore allora si parla colorante naturale estratto da una patto che i coloranti stessi non di colorazioni metacromatiche. leguminacea (Haematoxylum reagiscano tra loro danneggiando il campechianum) molto utilizzato tessuto o comunque formando Il blu di toluidina è un colorante nell' istochimica. aberrazioni dell'osservazione. La metacromatico in quanto è capace di colorazione combinata in assoluto colorare nucleo o citoplasma di blupiù usata è quella Classificazione dei coloranti in violetto mentre alcuni polisaccaridi di dell'ematossilina-eosina, spesso base all'auxocromo ed al gruppo rosso-rosso chiaro. cromoforo. abbreviata con E-E, nella quale il colorante basico eosina colora gli I coloranti possono essere, sommariamente, definiti acidi nucleici e, di conseguenza, il nucleo delle cellule acidi o basici in base ad alcune qualità chimiche del eucariotiche mentre l'ematossilina, che è un colorante gruppo cromoforo e auxocromico. In linea generale le acido, colora il citoplasma che è leggermente basico. molecole aventi gruppi cromofori di tipo carbossilico HO (COOH) sono definiti acidi e reagiscono con le parti basiche della cellula. I cromofori aventi funzionalità Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 14/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche La reazione PAS. La reazione PAS è l'acronimo di Periodic Acid Schif reaction. Attraverso questa reazione si dimostra la presenza di carboidrati, come il glicogeno(si veda la colorazione dei carboidrati) e lipidi (si veda la colorazione dei lipidi.). Per effettuare questa reazione si usa l'acido periodico (HIO4) che ha la caratteristica di ossidare gruppi chimici preesistenti ad aldeidi (R-CHO). La particolarità dell'acido periodico risiede nel fatto che è un agente che non ossida ulteriolmente i gruppi ad acidi carbossilici. Alla formazione dei gruppi aldeidici segue la colorazione mediante il reattivo di Schiff che è altrimenti conosciuto come leucofucsina. La leucofucsina è ottenuta dalla fucsina basica fatta reagire con acido solforico concentrato. Coloranti di uso comune Nome Tipo Affinità Eosina Basico Colora il nucleo di rosa chiaro Ematossilina Acido Colora il citoplasma di blu-viola Blu di toluidina Anfotero Colora il nucleo di blu-viola. Colora gli acidi nucleici di blu-viola. Colora il citoplasma di blu-viola. Colora alcuni polisaccaridi di rosso. Fucsina acida Acido Colora gli eritrociti in arancione Violetto metile Acido Colora l'amiloide in viola. Verde luce Basico Colora le fibre collagene in verde. Blu alcian Basic Colara alcune mucosostanze (glicosaminoglicani) in blu. Rosso congo Anfotero Colora i nuclei in blu. Colora l'amiloide in rosso. Colora il connettivo in rosso. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 15/ 26 Riepilogo del capitolo: La preparazione di un campione. L'indagine di un tessuto deve essere preceduta dalla fase di preparazione del campione in oggetto che ha lo scopo di bloccare l'autodecomposizione dello stesso e permettere l'utilizzo del preparato anche in tempi successivi. Dopo aver bloccato i processi digestivi, in base al tipo di indagine ed al microscopio utilizzato, si passa alla fase colorativa nella quale si utilizzano particolari sostanze, naturali od artificiali, con caratteristiche coloranti ed affinità a strutture biologiche, molecolari o cellulari particolari. Parole chiave: Preparazione, fissazione, metodi di fissazione, colorazione. Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 4 Indagine delle molecole biologiche. In questo capitolo trattiamo, sebbene in modo molto generico, la colorazione di tre classi di composti bioorganici: i carboidrati, i lipidi e gli acidi nucleici. Carboidrati. I carboidrati o idrati di carbonio o zuccheri sono molecole monomeriche o polimeriche formati da atomi di carbonio, idrogeno ed ossigeno. Il carboidrato più semplice è la gliceraldeide presente nelle due sue forme chirali D ed L. Gli zuccheri di valenza biologici sono simili, per la conformazione di un particolare atomo chirale, alla D-gliceraldeide per cui vengono definiti zuccheri della serie D. Gli zuccheri possono essere presenti sotto forma di monomeri o formare polimeri. Un monomero è una singola molecola ciclica di zucchero5 mentre un polimero è il risultato della condensazione di due o più monomeri uguali (omopolimeri) o differenti (eteropolimeri). percorso a livello endocellulare degli zuccheri e, in generale, di tutte le altre molecole marcabili in modo radioattivo. La presenza di glucosio, in un tessuto o in una soluzione, può essere facilmente dimostrata attraverso il test di Tollens od il test di Fehling. Nel primo caso si usa la reattività di ioni argento che ossidano il gruppo aldeidico degli zuccheri aldeidici (glucosio, fruttosio, mannosio, allosio, etc) a gruppo carbossilico e precipitazione di argento metallico (Ag2). HO COOH H H OH OH O OH Fe3+ H H H OH H HO OH H H OH H OH + Fe2 CH2 OH Glucosio Gluconato Illustrazione 7: Test di Fehling Tecniche di localizzazione dei carboidrati. La presenza dei carboidrati in una cellula può essere investigata utilizzando 1 Metodi radiologici. 2 Metodi di colorazione. 2.1 Test di Tollens o Fehling (glucosio) Illustrazione 6: Reazione PAS per la ricerca del glicogeno 2.2 Reazione PAS (glicogeno) (Immagine di pubblico dominio) Mediante il test di Fehling si utilizzano al posto dell'argento ioni rameici (Cu2+) o ferrici (Fe3+) i quali ossidano il gruppo aldeidico e si precipitano sotto forma di molecole metalliche. La reazione PAS è, invece, utilizzata per la rivelazione del glicogeno. Mediante l'utilizzo dell'acido periodico (HIO4) e la successiva colorazione mediante la fucsina basica il glicogeno viene colorato di viola. Attraverso i metodi radiologici è possibile tracciare il 5 La ciclizzazione degli zuccheri in ambienti acquosi e, di conseguenza, in ambienti endocellulari è spontanea. Dentro la cellula, a partire da uno zucchero a catena aperta, si forma una grande quantità di zucchero a catena chiusa (99,7%) contro una esigua quantità di zucchero a catena aperta (0,3%) Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 17/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche posto del glicerolo la sfingosina, sfingofosfolipidi che sono sfingolipidi sostituiti da un gruppo fosfato. Altre molecole hanno caratteristica lipidica sebbene strutturalmente dissimili dagli esteri del glicerolo: queste sono gli steroli tra cui spicca il colesterolo. Lipidi. I lipidi, dal punto di vista strettamente biochimico, sono degli esteri di acidi grassi con il glicerolo, o glicerina. Secondo la nomenclatura IUPAC il glicerolo è un 1,2,3propantriolo per cui possiede tre gruppi ossidrilici e tre Tecniche di analisi dei lipidi. atomi di carbonio. Dal punto di vista biologico i lipidi, o generalmente Le tecniche di analisi dei lipidi iniziano dalla fissazione triacilgliceroli (meno corretta la definizione di del tessuto da studiare. La fissazione può essere ottenuta trigliceridi), sono molecole dall'enorme mediante metodi fisici o metodi importanza in quanto costituiscono una chimici. H2 C OH fonte di riserva energetica, possiedono un La fissazione tramite freeze-drying è HC OH ruolo strutturale per quanto riguarda la la procedura fisica più utilizzata, formazione delle membrane biologiche e sebbene è molto impegnativa e H2 C OH rappresentano, con gli steroidi, dei costosa. Garantisce ottimi risultati a Illustrazione 8: messaggeri ormonali. patto che venga eseguita con Formula di struttura In base al tipi di struttura è possibile particolare cura. del glicerolo classificare diversi tipi di lipidi. La In alternativa i lipidi possono essere struttura è generalmente determinata dal fissati usando la glutaraldeide, o sostituente di uno dei tre atomi di l'aldeide formica (formalina). I metodi appena descritti idrogeno ossidrilici. possono però portare alla distruzione della componente Innanzitutto si può operare una distinzione tra lipidi saturi e lipidi insaturi. I primi hanno, nelle catene laterali aciliche, carboni ibridizzati sp3 e pertanto presentano soltanto singoli legami. I lipidi insaturi, invece, possono presentare una o più insaturazioni. Le differenze tra lipidi saturi e lipidi insaturi sono, perlopiù, di caratteri fisico. A parità di numero di atomi di carbonio il punto di fusione del lipide saturo sarà minore rispetto al punto di fusione del lipide insaturo. L'acido stearico, un acido grasso a 18 atomi di carbonio, non presenta insaturazioni e fonde a circa 70°C mentre l'acido oleico, che ha sempre 18 atomi di carbonio ma possiede una insaturazione, fonde a 16°C. lipidica. Per quanto riguarda la colorazione dei lipidi questa differisce in modo più o meno sostanziale a seconda del tipo di molecola da osservare. E' per questo motivo che pur essendo nella stessa famiglia di composti biochimici il colesterolo viene colorato con un colorante differente rispetto ad un O fosfolipide. H2 C O C CH2 CH3 In linea generale i lipidi possono essere localizzati mediante l'ausilio di lisocromi. I lisocromi sono molecole O H2 C O C R aventi gruppi cromofori con scarsa Illustrazione 9: affinità per l'acqua ed alta affinità per Struttura generica di i lipidi nei quali si sciolgono. un lipide o Mediante i lisocromi sciolti è triacilglicerolo possibile vedere al microscopio zone Una ulteriore classificazione strutturale più o meno colorate che sono indice dei lipidi si basa sul tipo di catene e sul che la sostanza si è sciolta dentro un sostituente di uno dei tre gruppi ossidrilici del glicerolo ammasso lipidico. o, in altri casi, della sfingomielina. Si distinguono I lipidi insaturi vengono colorati grazie alla reazione quindi, oltre ai triaciligliceroli,i fosfolipidi, i lipidi che del tetraossido di osmio (OsO4) che reagisce ossidandosi generalmente possiedono una catena acilica satura a biossido di osmio (OsO2). assieme ad una insatura e un gruppo fosfato, I fosfolipidi vengono individuati grazie alla tecnica sfingolipidi che sono simili ai lipidi ma presentano al O HC O C R n Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 18/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche PAS (Periodic Acid Schif) che, come abbiamo visto per i carboidrati, consiste nel trattamento del tessuto con acido periodico e successiva reazione di contrasto con la fucsina basica. I plasmalogeni rappresentano una sottoclasse dei fosfolipidi. Possono essere rilevati mediante l'utilizzo della tecnica di colorazione di Feulgen Nome Colorazione mediante Lipidi (generale) Lisocromi Mediante i liscocromi si colorano i lipidi neutri in in differenti tonalità Fosfolipidi Acido PAS, Luce polarizzata Tetraossido di osmio (OsO4) e seguita da perclorato di potassio (KClO4) fissazione in formalina Mediante la tecnica tetraossido di osmioperclorato di potassio è possibile distinguere la mielina normale, che non si colora, dalla mielina degenerata che tende a scurirsi. Mielina Plasmalogeni Reazione di Feulgen Descrizione Attraverso la colorazione di Feulgen è possibile risaltare i plasmalogeni. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 19/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche DNA/RNA funge ponte esterico può essere dimostrato utilizzando la dimostrazione basofila del fosfato. Nucleotidi, DNA e RNA. Gli acidi nucleici sono molecole biologiche dall'enorme importanza. Sono delle lunghe catene eteropolimeriche formate da nucleosidi legati tra loro da ponti fosforici. Attraverso gli acidi nucleici è possibile conservare l'informazione genetica e trasmetterla per la riproduzione cellulare. Dal punto di vista strutturale i nucleosidi sono formati da uno zucchero (ribosio nel DNA, deossiribosio nell' RNA), una base azotata. Le catede nucleosidiche sono legate mediante ponti fosforici. Gli acidi nucleici, per le proprietà appena viste, possono essere localizzati mediante l'ausilio di alcune tecniche. 1. Reazione di Feulgen. 2. Reazione basofila di dimostrazione del fosfato. 3. Autoradiografia. Tecniche di analisi dei nucleotidi, del DNA e dell' RNA. Estrazione del DNA. Nonostante il DNA sia la molecola chiave della vita la sua estrazione non è affatto difficile a patto di operare con gli strumenti giusti. Dal punto di vista tecnico l'attrezzatura necessaria per ottenere del DNA con un sufficiente grado di purezza consiste in pochi mezzi di laboratorio: delle NH2 provette, un contagocce, un becker e N vari recipienti riscaldabili. I reagenti, o N comunque i prodotti, chimici da usare CH2OH si limitano ad un sapone, o detergente, O N N per demolire la membrana cellulare ed H H un alcol per far precipitare il DNA. H CH2OH Opzionalmente possono essere usati degli enzimi proteolitici per allontanare OH OH la parte proteica invischiata nella Illustrazione 10: molecola di acido deossiribonucleico. Formula di struttura del nucleoside I passi per ottenere del DNA sono i Adenina seguenti: L'adenina, come tutti gli altri nucleosidi, è una molecola formata da una base azotata (adenina) legata tramite un legame azoto al ribosio. La colorazione di Feulgen è un metodo semplice ed economico per mettere in evidenza il DNA. Attraverso una blanda idrolisi è possibile separare il ribosio dalla base e dall'acido fosforico. Dopo la separazione si colora il tutto attraverso il reattivo di Schiff (fucsina basica) e il preparato assume nelle zone di presenza del DNA una tonalità rossa o rossa-scura. La colorazione di Feulgen è valida soltanto per il DNA e non per l' RNA che presenta un ribosio più resistente all'idrolisi. L'autoradiografia è un modo per tracciare un nucleotide all'interno della cellula per vedere il suo movimento e la sua localizzazione. Attraverso un nucleotide marcato radioattivamente, utilizzando ad esempio il trizio, è possibile seguire lo spostamento del nucleotide radioattivo mediante l'utilizzo di rilevatori di radioattività o tecniche radiofotografiche. 1. Riscaldare a 60-70, per 20 minuti, gradi in acqua e sapone poco concentrato il tessuto da analizzare per bloccare l'attività proteolitica degli enzimi e per digerire la membrana. 2. Raffreddare il tutto in acqua quasi ghiacciata per un tempo di 7-10 minuti. 3. Filtrare, mediante delle maglie non troppo strette, il tessuto ridotto in poltiglia dopo l'esposizione al calore 3.1.Eventualmente usare un enzima proteolitico per la rimozione degli istoni. (Passo opzionale) 4. Far precipitare il DNA, attualmente invisibile, mescolando una quantità non eccessiva di alcol. 5. Colorare utilizzando un colorante acidofilo come l'ematossilina (in rosso) o toluidina (bluvioletto). Il gruppo fosfato, in ultima analisi, che nella catena di Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 20/ 26 Riepilogo del capitolo: Indagine delle molecole biologiche. L'indagine delle molecole biologiche verte, essenzialmente, sulla loro localizzazione spaziale all'interno della cellula e, in alcuni, caso sulla loro qualità. L'importanza di analizzare, qualitativamente e quantitativamente, la presenza di una molecola ad alta affinità biologica è un aspetto fondamentale dei metodi citochimici ed istochimici. Ogni classe di molecole ha in genere un proprio protocollo di analisi e, per questo motivo, osservare un preparato per avere informazioni sulla sua componente lipidica differisce dall'osservazione di un campione per ottenere informazioni su eventuali acidi nucleici in esso presenti. Parole chiave: Colorazione dei carboidrati, colorazione dei lipidi, colorazione del DNA e degli acidi nucleici. Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 5 Immunoistochimica. conosciute come difese umorali. Il riconoscimento del non-self avviene quando un componente della difesa cellulare, per mezzo di un recettore posto solitamente lungo la sua membrana che è del tutto simile ad un anticorpo, capta un particolare segmento della molecola, o della cellula, estraneo definito antigene. Questo può scatenare la risposta immunitaria mediante diverse zone dell'antigene: a livello di un epitopo oppure a livello di un aptene. L' immunoistochimica può essere considerata come una disciplina a sé stante. Il suo campo di studio è riassumibile nella ricerca immunologica all'interno dei tessuti. L' immunoistochimica si serve di metodologie, di strumenti, e di protocolli di indagine proprie ed uniche ma molto simili a quanto adoperato nelle analisi da laboratorio in microscopio ottica ed elettronica. I microscopi, in particolare, sono L'epitopo è una parte quasi sempre il passo finale dell'antigene che ha specificità dell'indagine immunoistochimica e nei confronti dell'anticorpo e per questo motivo le conoscenze viene, per questo motivo, definito citochimiche ed istochimiche come sito di legame vengono a fondersi, quasi per dell'anticorpo. Un antigene può Illustrazione 11: Struttura di una diretta conseguenza, con le avere differenti zone epitopali e immunoglobulina pratiche di immunologia dei di conseguenza ha la capacità di Si notano tre regioni: FAB (Fragment tessuti. legare a sé differenti anticorpi. Antigen Binding), la cerniera, e la Per comprendere, in dettaglio, cosa L'aptene è, invece, una molecola regione FC (Fragment Cristallyzed) studia l'immunoistochimica di basso peso molecolare, come uniti da ponti disolfuro (in rosso). Le dobbiamo fare un passo indietro un carboidrato od una piccola regioni possono essere variabili (V) o illustrando, seppur brevemente, il proteina, capace di legare un costanti (C) ed appartenere a catene sistema immunitario animale anticorpo7 ma non leggere (L) o pesanti (H). ovvero quel complesso sufficientemente in grado di meccanismo cellulare, biochimico scatenare una risposta e fisiologico che entra in gioco immunitaria8. quando nel corpo entrano molecole estranee Le tecniche dell'immunoistochimica. potenzialmente capaci di creare delle patologie. La caratterizzazione antigene-anticorpo, ovvero lo La difesa immunitaria è garantita da un complesso meccanismo fatto da cellule che si scambiano messaggi studio su come un antigene si lega all'anticorpo in modo pressoché specifico può essere fatta anche in biochimici. In questo sistema hanno ruolo i linfociti, i laboratorio. L'anticorpo, infatti, agisce sia in condizioni macrofagi, le cellule NK globalmente definite come difese cellulari che hanno il compito di combattere tutto fisiologiche, ovvero nell'animale vivo, sia in condizioni ciò non-self6 mediante la sintesi, e l'utilizzo, di molecole 6 Non-self: Diverso. In immunologia la definizione di self e non self è di fondamentale importanza. Con il primo termine si intende l'insieme di strutture (cellule, molecole, strutture) appartenenti ad un determinato organismo. Con il secondo, invece, si indica tutto ciò che non appartiene all'organismo e risulta ad esso estraneo. E' anche importante comprendere che anche la stessa classe di cellule, ad esempio gli eritrociti prelevati da un paziente A, può apparire non-self se posta a contatto con un altro individuo (o animale), come nel caso che tali eritrociti vengano introdotti in un individuo B. Il corpo animale è capace di riconoscere con estrema precisione ciò che proprio da ciò che estraneo. 7 L'anticorpo legato può essere quello prodotto dai Linfociti B sia quello presente nella membrana degli stessi che ha il compito di rilevare la presenza del corpo non-self per iniziare la biosintesi anticorpale 8 La risposta immunitaria , nei confronti degli apteni, può essere iniziata qualora questi si legano a particolari molecole definite carrier. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 22/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche sperimentali. Nell' immunoistochimica si sfruttano anticorpi trattati in modo particolare per stabilire se in un dato tessuto è presente un antigene. Si pensi ad esempio nei casi clinici nei quali è necessario sapere se un paziente è affetto da Epatite di tipo B9 (virus HBV, famiglia hepadnaviridae, genere orthohepadnavirus). Per effettuare la diagnosi infettiva si ricorre all'utilizzo di anticorpi marcati, ovvero immunoglobuline trattate in modo particolare che possono essere rilevate dagli strumenti di laboratorio. tipo di osservazione un anticorpo primario si lega all'antigene e, a sua volta, viene attaccato da un anticorpo secondario anti-anticorpo primario. Illustrazione 12: Marcatura di un anticorpo primario Se c'è in circolo l'antigene che, nel nostro esempio, è definito HBsAG gli anticorpi marcati si legheranno ad esso e, dopo un lavaggio, permarranno nel tessuto. L'analisi positiva della persistenza dell'immunoglobulina marcata indica che nel sangue del paziente è presente l'antigene HBsAG e, con ogni probabilità, questo fa parte del virus HBV. Qualora l'osservazione del campione trattato con anticorpi marcati dia esito negativo, con un Illustrazione 13: Marcatura sufficiente margine di certezza10, si può diagnosticare che l'individuo non è secondaria di un anticorpo caratterizzato da una infezione virale. Anticorpi primari e anticorpi secondari. Un anticorpo, come abbiamo visto, si lega all'antigene e può essere rilevato se marcato con una opportuna molecola. Modificare ogni singolo anticorpo, però, è un procedimento molto costoso e per questo motivo la marcatura primaria, ovvero quella dove un anticorpo primario si lega direttamente ad un antigene, è quasi sempre sostituita dalla marcatura secondaria. In questo I grandi vantaggi della marcatura secondaria sono rappresentati dalla maggiore economicità, in quanto si risparmia il processo di marcatura per ogni possibile anticorpo antiantigene, e di tipo operativo, poiché l'anticorpo primario può essere attaccato in differenti punti con anticorpi secondari anti-anticorpo marcati. In particolare l'utilizzo di un anticorpo secondario contro un anticorpo primario rende possibile l'esistenza di un ristretto numero di tipi di anticorpo secondario marcato, ad esempio anticorpo anti anti-corpo di pecora, anticorpo anti-anticorpo di gallina e via dicendo. I tipi di marcatori. Per garantire diverse metodologie di osservazione un anticorpo può venir trattato con diversi tipi di marcatore. I marcatori più comuni sono 1. Enzimi perossidasi 2. Marcatori radioattiviti 3. Marcatori fluorescenti Attraverso la marcatura per perossidasi si assiste ad una colorazione del mezzo liquido introdotto successivamente all'immissione dell'anticorpo. Il marcatore radioattivo può venire osservato mediante la tracciatura e l'autoradiografia. I marcatori fluorescenti, in ultima analisi, sono utilizzati per l'osservazione con il microscopio a fluorescenza. 9 Per maggiori informazioni http://www.lacellula.net/atlanti/virus/hepadnaviridae/orthohepa dnavirus/hbv.html 10 In qualsiasi analisi c'è sempre una piccola probabilità di commettere un errore che può dipendere da un fattore umano, da una errata calibrazione degli strumenti o dal fatto che il sistema in analisi non si comporta come da modello. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 23/ 26 Metodologie di indagine citologiche ed istologiche L'amplificazione del segnale. nell'avidina nei quali è possibile legare la biotina e, per questo motivo, è sperimentalmente possibile legare alla avidina un anticorpo biotinilato e, nei restanti tre siti di legame, tre marcatori (perossidasi, fluorocromi, molecole radioattive) biotinilate. O In immunoistochimica uno svantaggio del HN NH marcatore, sia applicato ad un anticorpo H2 HC CH H2 primario, sia applicato ad un marcatore C COOH C C secondario, è rappresentato dal fatto che la H2 C CH C H 2 S H2 risposta visiva è spesso blanda. In particolar modo il microscopio a Illustrazione 14: Formula fluorescenza può avere difficoltà ad di struttura delle biotina “illuminare” correttamente il complesso antigene-anticorpo per via di una relativamente esigua risposta dello stesso. Abbiamo già parlato del fatto che gli anticorpi primari, avendo differenti siti di legame per altri anticorpi secondari marcati, possono effettivamente determinare un aumento della capacità di colorazione/fluorescenza. In laboratorio vengono utilizzati dei procedimenti particolari che sfruttano le capacità di alcune molecole di interagire tra loro. Il complesso biotina-avidina. La biotina è una molecola molto conosciuta in ambiente biochimico. La si riscontra come cofattore enzimatico in tutte quelle reazioni che prevedono carbossilazioni del substrato come, a titolo di esempio, nella carbossilazione del piruvato nella gluconeogenesi11. Il vantaggio del complesso avidinabiotina consiste nel fatto che per un singolo antigene è possibile triplicare l'azione del colorante amplificando, di fatto, il segnale visibile al microscopio. In commercio esistono kit già pronti per operare la tecnica biotina-avidina che prendono il nome di set ABC (avidinebiotine-complexes) utilizzanti quasi esclusivamente la funzionalità dell'enzima perossidasi. Illustrazione 15: Rappresentazione computerizzata della proteina avidina I saggi ELISA. Attraverso questi saggi è possibile indagare la presenza di anticorpi anti-antigene oppure la presenza di antigeni in un dato tessuto utilizzando come substrato, rispettivamente, antigeni conosciuti e anticorpi conosciuti anti-antigene. Questa molecola viene introdotta normalmente con l'alimentazione e ha una elevata affinità con una proteina a basso peso molecolare: l'avidina. L'avidina è una glicoproteina presente nell'albume dell'uovo e si lega saldamente alla biotina formando il complesso avidinabiotina. Esistono ben quattro punti I saggi ELISA12 (Enzymed Linked Immunoabsorbent Assay) rappresentano la diretta evoluzione dell'indagine immunologica anticorpoantigene. Illustrazione 16: Schema biotinaavidina-perossidasi 11 Per maggiori informazioni consultare l'articolo “La biosintesi dei carboidrati attraverso la gluconeogenesi” disponibile all'indirizzo: http://www.lacellula.net/appunti/biochimica/biosintesi_dei_carb oidrati_gluconeogenesi.html Mediante i saggi ELISA vengono analizzati presenze virali antigeniche come quelle determinate dal virus HIV. 12 Per maggiori informazioni sui saggi ELISA è possibile consultare la pagina “I saggi ELISA” disponibile all'indirizzo: http://www.lacellula.net/appunti/immunologia/elisa_diretto_indi retto_sandwich.html Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 24/ 26 Riepilogo del capitolo: Immunoistochimica. L'immunoistochimica è lo strumento scientifico mediante il quale è possibile indagare la relazione antigene-anticorpo sfruttando la specificità che hanno le immunoglobuline a legarsi saldamente all'antigene. Anticorpi marcati con particolari molecole vengono visualizzati dall'operatore utilizzando gli opportuni strumenti. Parole chiave: Immunoistochimica, saggio enzimatico, anticorpo primario e secondario, anticorpo marcato, biotina-avidina Metodologie di indagine citologiche ed istologiche 6 I marcatori tumorali. Con il termine di marcatore tumorale si intende una sostanza chimica secreta in modo quantitativamente abnorme nel decorso di diverse neoplasie localizzabili in diversi punti dell'organismo. La molecola marcatrice, in base agli studi effettuati, viene sintetizzata dalle cellule tumorali e rilasciata generalmente nel torrente ematico e, in alcuni casi, può essere rintracciata nelle urine. L'analisi dei marcatori tumorali, nonostante diversi decenni di sperimentazione, pone ancora seri interrogativi scientifici. I valori rappresentanti la concentrazione delle molecole, infatti, possono variare da paziente a paziente in modo molto significativo. Questa caratteristica introduce, nella diagnosi, falsi positivi o falsi negativi che devono necessariamente essere approfonditi con tradizionali indagini citologiche. Il primo marcatore tumorale scoperto fu il CEA (Antigene Carcino-Embrionico), che nel 1960 veniva isolato da due medici Statunitensi. L'aumento del titolo del CEA nel fluido sanguigno fu ricondotto ad una neoplasia del colon e, più in generale, a neoplasie del sistema gastrointestinale. Dopo questa scoperta migliaia di potenziali molecole sono state sottoposte all'attenzione dei comitati scientifici e per alcune di esse si è trovata una correlazione, nei limiti dell'affidabilità intrinseca ai marcatori, concentrazionemarcatore/neoplasia. Sigla Nome Descrizione CEA Antigene CarcinoEmbrionale Rilasciato dalle formazioni neoplasiche del colon e di parti dell'intestino. Il CEA viene anche usato per diagnosticare metastasi al cervello. AFP Alfa-feto-proteina Proteina normalmente presente nel feto e rilevabile in minor quantità nell'adulto. Il titolo aumenta nella donna incinta e in casi di tumore epatico (HCC) e del tumore dell'ovaio. HCG Gonadotropina corionica Proteina sintetizzata, normalmente, in gravidanza. Diventa marcatore tumorale nei casi di neoplasia teratomica e neoplasia coriocarcinomica. CA125 Antigene carbonato 125 Antigene riconducibile al tumore dell'ovaia. Generalmente utilizzato, a fini diagnostici, assieme ad altri marcatori CA15-3 Antigene carbonato 15-3 Antigene associabile al cancro della mammella. CA19-9 Antigene carbonato 15-3 Antigene associato ad alcuni tumori del tratto intestinale come le neoplasie del colon e del retto. PSA Antigene Prostaico specifico Presente in forma libera ed in forma associata. Può essere riconducibile a neoplasie benigne della prostata qualora il PSA libero aumenti in concentrazione, o a neoplasie maligne quando il rapporto PSAlibero/PSA-associato è grossomodo eguale. Tabella 1: Specchietto riassuntivo dei principali marcatori tumorali. Quaderno di istologia: metodologie di indagine citologiche ed istologiche. Pagina 26/ 26