OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 319 Mercoledì 17 luglio 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese si proietterà in filmato di astronomia. La Luna avrà appena superato il primo quarto e sarà molto interessante da osservare. Non sarà eccessivamente luminosa per cui sarà possibile osservare anche le costellazioni estive e numerosi oggetti del cielo profondo nella Vergine, l’ammasso globulare M13, la nebulosa M57. Saturno sarà visibile tutte sera nella costellazione ella Vergine a destra della Luna Venere sarà bassa all’orizzonte ovest nel Leone e tramonterà poco dopo il Sole. Marte, Giove e Mercurio sorgeranno poco prima del Sole nella costellazione dei Gemelli.. MARGHERITA HACK (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata un'astrofisica, divulgatrice scientifica e attivista italiana. È stata professoressa ordinaria di astronomia all'Università di Trieste dal 1964 al 1º novembre 1992, anno nel quale fu collocata "fuori ruolo" per anzianità. È stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È stata un membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'ESA e della NASA. In Italia, con un'intensa opera di promozione ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di rinomanza internazionale Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario. Nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica. Nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica. Margherita Hack nel 1978 fondò la rivista bimensile L'Astronomia il cui primo numero vide la luce nel novembre del 1979; successivamente, insieme con Corrado Lamberti, diresse la rivista di divulgazione scientifica e di cultura astronomica Le Stelle. In segno di apprezzamento per il suo importante contributo, le è stato anche intitolato l'asteroide 8558 Hack. Forse, anche se Lei non ci credeva, finalmente gli si sono svelati tutti i segreti dell’Universo tanto ricercati quando era in vita. CRISTOFORO COLOMBO "Buscar el levante por el poniente": Cristoforo Colombo (1451-1506) Si considera con la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo (12 ottobre 1492 giuliani) la fine del Medio Evo, ma in questa data si è solo iniziato a comprendere concretamente le dimensioni della Terra. Avrebbe avuto un carattere più universale far terminare il Medio Evo con la pubblicazione de il "De Revolutionibus Orbium Coelestium" di Nicolò Copernico(1473-1543) nel 1543 (il Medio Evo durerebbe 51 anni di più), nel quale la Terra è messa nel posto giusto nel Sistema Solare quale pianeta della Stella Sole. Giacomo Leopardi (1798-1837) la cui autorità culturale è fuori discussione nella sua opera giovanile "Storia dell'Astronomia dalla sua origine fino all'anno MDCCCXI dice testualmente, riferendosi a Colombo , "Uomo abile in Astronomia". Per Colombo , Giovanni Muller (1436-1476) detto Regiomontano il più grande astronomo del XV secolo, fu molto importante. Infatti il Regiomontano fece delle Effemeridi Astronomiche riferite al meridiano di Norimberga per gli anni tra il 1475 ed il 1506 , che servivano a trovare in mare la longitudine con il metodo delle Distanze Lunari, forse utilizzato dal navigatore genovese verso il Nuovo Mondo anche se non si rese mai conto della grande scoperta. Prima del Grande Viaggio Colombo navigò lungo le coste dell'Africa sino alla Guinea sotto un Cielo carichi di Stelle, probabilmente in estate, quando circa sotto lo Scorpione, a quelle latitudini, si vede la costellazione del Centauro e della Croce del Sud. Prima di passare al Grande Viaggio mi sono domandato se il navigatore ventunenne osservò la famosa Cometa del 1472 che fu visibile addirittura in pieno giorno ! Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397--1482) influì grandemente sulle decisioni di Colombo che venne a sapere di una "carta geografica" allegata ad una lettera del Toscanelli inviata nel 1474 ad un dignitario portoghese. Colombo portò con sé, durante i viaggi, un Quadrante ed un Astrolabio, ed il 15 settembre 1492 annota nel diario l'avvistamento di una "striscia di fuoco", era ovviamente un bolide. Il 17 settembre 1492 il primo riferimento alla Stella Polare, che osserva costantemente per seguire una retta via verso ponente, dopo aver toccato il suolo del Nuovo Mondo esplorando le contigue isole battezza un Rio Luna ed un Rio Sole, tanto per non perdere l'occasione di utilizzare termini astronomici. Un promontorio dell'isola Spagnola (Haiti) viene battezzato Capo Stella. Un altro fatto importante avviene tra il 13 settembre 1492 ed il 17 dello stesso mese Colombo scopre la "Declinazione Magnetica", la non coincidenza dell'asse terrestre geografico con quello magnetico , Colombo non si rese conto della vera natura del fenomeno ma ebbe il merito di essersi accorto che bisognava tener conto dello posizionamento della Polare nella determinazione del Nord, gli aghi della bussola potevano ingannare. Ci sarebbe molto da dire anche per la parte astronomica degli altri tre viaggi verso il Nuovo Mondo, ma per un piccola nota così, può bastare il riferimento al solo primo viaggio che si compie tra il 3 agosto 1492 ed il 15 marzo 1493 entrambi venerdì, come pure fu venerdì il giorno della scoperta del 12 ottobre 1492. Uranio MILANO NELLO SPAZIO! Un asteroide dedicato alla nostra città Tra i pianeti Marte e Giove vi è la fascia principale degli asteroidi, si tratta di un anello intorno al Sole che contiene milioni di piccoli corpi rocciosi; uno di essi, quello contrassegnato con il numero di catalogo 4695, è stato chiamato Mediolanum. Questo asteroide ha un diametro di circa 18 km ed un periodo di rotazione intorno al Sole di 4,4 anni; la sua orbita, insieme a quelli dei pianeti da Mercurio a Marte è visualizzata nella parte destra della figura, dove il Sole si trova al centro. fotomontaggio di un asteroide e porzione del duomo di Milano Il giorno 23 giugno 2013 la “Commissione per la Attribuzione dei Nomi dei Corpi Minori del Sistema Solare” della “Comunità Astronomica Internazionale” (IAU) ha approvato la proposta di nomina da parte di Sandro Baroni e Sergio Foglia. nella circolare nr. 84151 del Minor Planet Center è indicata la citazione della nomina: “Mediolanum è il nome latino di Milano, città situata nel nord Italia. Nel 1861 G. V. Schiaparelli scoprì l’asteroide (69) Hesperia dall’Osservatorio Astronomico di Brera” Sandro Baroni dal 1953 esegue ogni tipo di osservazione astronomica ad occhio nudo, con binocoli e telescopi, soprattutto di stelle variabili, comete, occultazioni lunari ed asteroidali, E' stato conferenziere del Civico Planetario "Hoepli" di Milano dal 1981 al 2007, dove risiede. E' stato fonte di ispirazione per generazioni di astronomi dilettanti e ha condiviso la sua conoscenza con la pubblicazione di molti articoli vari di cultura astronomica, con una preferenza per la storia della astronomia. Sergio Foglia si occupa di astronomia per hobby, in particolare è interessato alla ricerca scientifica dei corpi minori del Sistema Solare (asteroidi, comete e meteoriti); nato a Milano, si è trasferito a Novara da una dozzina di anni, dove lavora e vive insieme alla moglie Paola ed ai figli Laetitia, Benedetta e Sebastiano. Da venti anni è Responsabile della Sezione di Ricerca degli Asteroidi della Unione Astrofili Italiani e collabora con ricercatori professionisti ed amatoriali del settore a livello internazionale utilizzando per le sue ricerche i telescopi più performanti del settore quali il Faulkes Telescope North alle isole Hawaii (USA), l’Astronomical Research Observatory nell’Illinois (USA), il Faulkes Telescope South in Australia. MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI VENEZIA – Orologio astronomico Continuiamo la descrizione dell’orologio astronomico di Venezia iniziata nel bollettino n. 317.. Figura n. 3: Venezia, Torre dell’orologio, nicchia con la Vergine ed il Bambino Gesù. Il pannello superiore della torre, ricoperto con un mosaico blu cosparso di stelle dorate, ha un leone alato, simbolo di San Marco, con le tavole della legge (figura n. 4). Figura n. 4: Venezia, Torre dell’orologio, leone alato simbolo di San Marco. (continua nel prossimo numero) (a cura di Salvatore Trani) UN ASTEROIDE PER ORESTE LESCA Tra i pianeti Marte e Giove vi è la fascia principale degli asteroidi; si tratta di un anello intorno al Sole che contiene milioni di piccoli corpi rocciosi; uno di essi, quello contrassegnato con il numero di catalogo 5347 e con la sigla provvisoria 1985 DX2, è stato chiamato Orestelesca in onore dell’astrofilo Oreste Lesca. L’asteroide ha un diametro di circa 20 km ed un periodo di rotazione intorno al Sole di 5,2 anni; la sua orbita, insieme a quelli dei pianeti da Mercurio a Marte è visualizzata nella parte sinistra della figura, dove il Sole si trova al centro. Il giorno 23 giugno 2013 la “Commissione per la Attribuzione dei Nomi dei Corpi Minori del Sistema Solare” della “Comunità Astronomica Internazionale” (IAU) ha approvato la proposta di nomina da parte di Sergio Foglia; nella circolare n.. 84151 del Minor Planet Center è indicata la citazione della nomina: “l'astrofilo Oreste Lesca (1947) è un fotografo e un amante della natura catturandone i dettagli più elusivi con la sua macchina fotografica, in particolare in ambito astronomico”. L’oggetto è stato scoperto da Eleanor F. Helin il 24 febbraio 1985 dall’osservatorio Palomar sito negli U.S.A., ha un’orbita quasi circolare ad una distanza media di circa 3 unità astronomiche dal Sole ed una inclinazione di 11° rispetto al piano orbitale terrestre. Nella parte destra della figura è riportata una porzione della lastra ottenuta il 19 agosto 1982 sempre dal Palomar durante la Deep Sky Survey (DSS), dove si nota l’asteroide Orestelesca che ha lasciato la “traccia” del suo spostamento durante i 60 minuti di posa fotografica. MOSTRA A CRAVEGGIA La misura del tempo attraverso le ricostruzioni di Guido Dresti Questa mostra si propone di descrivere la raccolta di strumenti per la misura del tempo costruiti da Guido Dresti. La sua attenzione a questo tema è iniziata dallo studio e costruzione di orologi solari, che per secoli hanno costituito lo strumento più diffuso per la misura dell’ora. Orologi solari antichi sono presenti numerosi su chiese e case parrocchiali della Valle Vigezzo, dove si trova Craveggia, sua residenza. Partendo da questa attività, che ancora coltiva, Dresti è passato ad occuparsi di orologi solari portatili, costituenti una categoria di strumenti sorprendente per varietà e complessità di modelli. La raccolta esposta nella mostra considera circa cinquanta pezzi rappresentativi di quarantadue diversi strumenti, raggruppabili in tre tipologie di orologi solari, dieci modelli di astrolabi e altri strumenti astronomici quali il torquetum, la sfera armillare, una volvella lunare, l’equatorium di Campano da Novara, l’astrario di Giovanni Dondi. Sono inoltre presenti un modello di “svegliarino” monastico e lo “scappamento” ideato da Galileo, a rappresentare idealmente il passaggio della misura del tempo basata sui fenomeni astronomici a quella realizzata con meccanismi antesignani della orologeria meccanica. CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE Costellazione dello Scorpione Alfa – Antares AR 16h 29m – D – 26° 26’ - Stella doppia Separazione 2.9” – Mag. 1.1-5.4 AP° 175 Il nome significa “antagonista” od “opposto a Marte” a causa del suo colore rossastro. Antares è una supergigante con un diametro enorme, arriverebbe, posta al centro del nostro sistema, fino al pianeta Marte. Contiene però solo 10 o 15 masse solari e quindi la sua densità risulta molto bassa. La stella è anche una variabile semiregolare tra 0.9 e 1.1 mag in media ogni 5 anni. Dista dalla Terra 520 anni luce. Risulta difficile poter osservare la stella compagna a causa della notevole differenza di luminosità delle componenti. Zeta AR 16h 54m – D – 42° 22’ - Stella doppia Separazione 6.5’ – Mag. 4.9 – 3-6 AP° 89 Coppia di stelle molto larga, teoricamente visibile ad occhio nudo. Purtroppo a causa della bassa latitudine è già difficile rintracciare le stelle. Non si tratta di una coppia fisica e Zeta 1 potrebbe essere un membro periferico dell’ammasso aperto NGC 6231. RR Scorpii AR 16h 57m – D – 30° 35’ – Variabile tipo Mira Mag 5.0 – 12.4 – Periodo 279 giorni Variabile interessante NGC 6093 – M 80 AR 16h 17m – D – 22° 59’ – Ammasso globulare Dimensioni 8.9’ – mag. 7.7 Ammasso globulare che si trova a 4.5 gradi a nord ovest di Antares. Il diametro indicato, nella visione diretta, risulta notevolmente minore a causa delle dense nubi di materia presenti nella zona. Con un piccolo telescopio sembra di osservare il nucleo di una cometa. Con strumenti di una certa importanza si può osservare la parte centrale concentrata e brillante; le stelle più luminose sono intorno alla 15^. La distanza è stimata in 36.000 anni luce. Il 21 maggio 1860 nello stesso campo apparve una nova di mag. 7, denominata T Scorpii, che fece impallidire per breve tempo l’ammasso. NGC 6121 – M 4 AR 16h 23m – D – 26° 32’ – Ammasso globulare Dimensioni 26,3’ – mag. 5.8 Ammasso globulare prossimo ad Antares; si trova a poco più di un grado ad ovest. Può essere osservato anche con un binocolo e appare poco concentrato. E’ forse l’oggetto di questo tipo più vicino al Sistema Solare; si trova infatti a solo 6.500 anni luce di distanza. Le sue dimensioni sono paragonabili con le dimensioni della Luna piena. Siamo in presenza dell’unico ammasso globulare che fu risolto in stelle da Messier, lo definì un ammasso di stelle molto piccolo. NGC 6231 AR 16h 54m – D – 41° 48’ – Ammasso aperto Dimensioni 14’ – mag. 2.6 Ammasso aperto molto luminoso, visibile ad occhio nudo. Purtroppo però si trova ad una latitudine molto bassa. La sua distanza è di 6.200 anni luce. NGC 6302 AR 17h 14m – D – 37° 06’ – Nebulosa planetaria - Dimensioni 50”’ – mag. 9.6 Oggetto abbastanza brillante; purtroppo anche in questo caso si trova molto bassa sull’orizzonte. Viene definita “Nebulosa insetto” e teoricamente potrebbe essere scorta utilizzando un buon binocolo. Può essere un interessante oggetto, come del resto molti altri di questa costellazione, da ricercare durante un viaggio verso località più a sud delle nostre. NGC 6405 – M 6 AR 17h 40m – D – 32° 13’ – Ammasso aperto - Dimensioni 33’ – mag. 4.2 Per le sue dimensioni è visibile anche ad occhio nudo o comunque facilmente utilizzando un binocolo. Composta da 80 stelle molto luminose bianco-azzurre comprese tra la 8 e l’11^ magnitudine. Date le notevoli dimensioni, per l’osservazione. Conviene utilizzare uno strumento che fornisca ridotti ingrandimenti. Per la sua forma caratteristica è conosciuto come “Ammasso farfalla”. Dal punto di vista storico è un oggetto molto importante: viene ricordato nell’Almagesto di Tolomeo. NGC 6451 AR 17h 51m – D – 30° 13’ – Ammasso aperto - Dimensioni 7’ – mag. 8.2 Si possono individuare circa 80 stelle con le maggiori di mag. 11. NGC 6475 – M 7 AR 17h 54m – D – 34° 49’ – Ammasso aperto - Dimensioni 80’8.9’ – mag. 3.3 Si tratta di uno dei più grandi e luminosi ammassi aperti visibili in cielo. Purtroppo anche in questo caso si trova a latitudini basse. Visibile ad occhio nudo, ha un diametro quasi tre volte quello della Luna. Le stelle più brillanti sono di mag. 6; va osservato con un buon binocolo o con uno strumento a bassi ingrandimenti. Sul bordo orientale dell’ammasso si trova un globulare, NGC 6453 di mag. 9.7, mentre all’interno, a NE, è presente una planetaria di mag. 13.9 che risulta però praticamente invisibile all’osservazione diretta. E’ l’oggetto del catalogo Messier con la declinazione più meridionale. La falsa cometa In questa costellazione, se non ci fosse la foschia dell’orizzonte, sarebbe possibile osservare un raggruppamento di oggetti che danno l’impressione di vedere una cometa. IL nucleo è formato dalle stelle Zeta 1 e 2 (descritte nel testo), poi più a settentrione (mezzo grado) si incontra l’ammasso aperto NGC 6231 che forma parte della chioma e infine due gradi più a nord si scorgono altri raggruppamenti di stelle e nebulose diffuse, conosciute come Collinder 316 e Trumpler 24 (che formano una coda a ventaglio). Con un cielo veramente limpido e l’utilizzo di un buon binocolo si può tentare questa osservazione. LE STELLE FUCINA DELLA VITA Dal libro: Le stelle:fucine della vita Del Prof.Piero Galeotti Per gli antichi l’osservazione del cielo era importantissima per misurare il tempo,calcolare gli anni,predire l’arrivo delle stagioni,orientarsi nello spazio…Inoltre la natura apparentemente eterna ed immutabile del cielo stellato fece sì che gli astri venissero associati alle divinità ed entrarono a far parte della mitologia credendo che stelle e divinità potessero controllare il destino degli uomini. In realtà le stelle sono molto più di tutto questo. Ciò che il Prof.Galeotti spiega,con estrema chiarezza, è quanto siano importanti le stelle per la nostra vita e la vita dell’Universo stesso: dalla produzione di energia e calore alla sintesi di elementi chimici vitali attraverso l’esposizione delle varie scoperte di fisici e astrofisici da G. Galilei ad oggi. Importante l’idea di Hertzsprung e Russell (1913) di costruire un grafico che mettesse in relazione i 2 parametri caratteristici di una stella:in orizzontale la temperatura ed in verticale la luminosità.Ne derivò un diagramma chiamato H-R che permette di analizzare età,dimensioni,distanza e evoluzione delle stelle.Con questo diagramma ci si è resi conto che la maggior parte delle stelle si addensano nella zona centrale lungo una linea diagonale nota come Sequenza Principale. Le stelle nelle prime fasi evolutive sono nubi cosmiche fredde (270° sotto lo zero centigrado) formate da Idrogeno ed Elio e che per effetto di forze gravitazionali si riscaldano e si addensano in alto nel diagramma perché molto luminose ma fredde. In seguito la nube si contrae e diventa densa ed opaca con luminosità minore ma temperatura maggiore, e questo porta le stelle nella zona di massima stabilità cioè sulla Sequenza Principale dove rimarranno per la maggior parte della loro esistenza.In questa fase si innescano le reazioni termonucleari indotte dall’alta temperatura cioè la fusione dei nuclei di Idrogeno con la formazione di Elio con una perdita di massa che si trasforma in energia.La liberazione di energia bilancia le forze gravitazionali ,raggiunge la superficie e viene immessa nello spazio interstellare LIBERANDO ENERGIA e CALORE.Si produce anche antimateria che interagisce con la materia producendo energia anch’essa.Sfuggono i neutrini non catturati dalla materia e giungono alla Terra.Con la rivelazione della loro presenza si dimostra la fusione dell’Idrogeno nell’interno della stella.Conta molto anche la massa di una stella:più la massa della stella è grande più velocemente brucia le riserve.Stelle di massa minore completano la fusione dell’H più lentamente. Quasi tutti gli elementi chimici che conosciamo sono stati sintetizzati all’interno delle stelle tranne i più leggeri come Idrogeno ed Elio la cui origine risale all’origine dell’Universo dopo il Big Bang cioè la grande esplosione originatasi in condizioni di alta temperatura ed alta densità.In seguito l’Universo si è espanso, raffreddato e rarefatto impedendo così il proseguimento della sintesi degli elementi pesanti.Tutta la vita delle stelle è una competizione tra interazioni gravitazionali e liberazione di energia.Sulla sequenza principale le stelle sono stabili perché le forze sono bilanciate. Quando l’Idrogeno si esaurisce prevale la forza gravitazionale che comprime il nucleo finchè l’Elio diventa combustibile nucleare .A questo punto però la stella si è spostata dalla Sequenza principale alla zona delle giganti o supergiganti in alto perché è più fredda.La reazione 3-alfa per la fusione dell’Elio porta alla formazione di Carbonio permettendo di proseguire la sintesi degli elementi pesanti e a valori di densità ancora maggiore porta alla sintesi dell’Ossigeno.Quando l’Elio si esaurisce il nucleo si contrae dando al Carbonio ed all’Ossigeno l’energia per fondersi.Le stelle di piccola massa si fermano ed evolvono in nebulose planetarie o nane bianche.Le stelle di massa maggiore raggiungono la sintesi del Ferro e lì si fermano perché per proseguire occorrerebbe energia dall’esterno con un procedimento di cattura di neutroni come potrebbe succedere con l’esplosione di una Supernova da cui si evolve verso una stella di neutroni o pulsar oppure un buco nero.Se però questi elementi si trovano sulla Terra vuol dire che la stella che li ha sintetizzati deve essere esplosa. Nell’esplosione si produce un flusso di neutroni che completa il procedimento di sintesi degli elementi.Gli elementi presenti poi si distribuiscono nello spazio interstellare contaminando le nubi da cui si formeranno stelle di nuova generazione.Oltre alla presenza di questi elementi sulla Terra anche l’osservazione di pulsar e buchi neri ci confermano che solo il collasso di una stella potrebbe creare cose del genere.E senza questo procedimento prima di SINTESI e dopo di ESPLOSIONE di una stella sulla Terra non ci sarebbero gli elementi chimici che sono alla base della vita e questo vale anche per pianeti e stelle oltre il Sistema Solare. (Sandra Musso) VITTORIO NOBILE Napoli, 27 ottobre 1875 - Napoli, 7 dicembre 1966 Figlio di Arminio e di Emma von Sommer, Vittorio si laureò in matematica nel 1897 all'Università di Napoli; Ma già nel 1897, subentrando al padre, morto prematuramente, era stato nominato secondo assistente all'Osservatorio di Capodimonte e promosso primo assistente nel 1899. Fu nominato astronomo aggiunto nel 1904. Dal 1902 al 1906 fu Assistente alla cattedra di Geometria Analitica, presso l'Università di Napoli, e dal 1904 a quella di Geometria Descrittiva. Per perfezionarsi nelle ricerche astronomiche nel 1908 si recò ad Heidelberg. Nel 1910 vinse la cattedra di Matematica all'Istituto Tecnico Industriale "A. Volta" di Napoli. Fu nominato Astronomo Aggiunto nel 1912, ma nel 1918 per contrasti scientifici con Luigi Carnera, Direttore della specola, ottenne dal Ministero il comando presso la cattedra di Meccanica razionale dell'Università e nel 1920 lasciò definitivamente l'Osservatorio. Continuò tuttavia ad occuparsi di Astronomia. Finisce così nel 1920 la dinastia della famiglia di astronomi molisani iniziata con Antonio Nobile nel 1819. Nel 1925 ottenne dalla Facoltà di Scienze di Napoli l'incarico del corso di Astronomia e, l'anno successivo, anche quello di Geodesia. Nel 1935 vinse il concorso per la cattedra di Astronomia teorica dedicandosi all'insegnamento dell'Astronomia e della Geodesia sino al suo collocamento a riposo nel 1950. Profondo conoscitore della meccanica celeste, condusse importanti lavori sull'astrometria fotografica e sul moto proprio solare. Studiò, inoltre, il problema dell'aberrazione totale e quello dei sistemi di riferimento per l'ammasso galattico. Fu socio dell’Accademia dei Lincei, che gli conferì nel 1931 il Premio Reale per l’Astronomia. Fu Cavaliere della Corona d'Italia e membro del Comitato nazionale per l'astronomia e geodesia nel Consiglio nazionale delle ricerche. LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi. Emisfero boreale TORO DI PONIATOWSKI: Fu creata nel 1777 da Martin Poczobut, abate polacco direttore dell'osservatorio reale di Vilna, per celebrare il Re di Polonia Stanislao Poniatowski. Consisteva in alcune stelle oggi appartenenti all'Ofiuco, in particolare da un gruppetto che pare formare una lettera "V", come le Iadi nella costellazione zodiacale del Toro. Era conosciuta anche come "Toro Reale", mentre alcune delle sue stelle prima ancora avevano fatto parte di un'altra costellazione estinta, il "Fiume Tigri". Fonte UAI FRANCIA A LUCI SPENTE Da luglio (2013)edifici non residenziali al buio dopo l'una di notte Non solo vetrine e insegne pubblicitarie. La Francia prosegue nel suo progetto di razionalizzazione dell'illuminazione pubblica e di contrasto dell'inquinamento luminoso, varando un nuovo provvedimento che vieta agli edifici non residenziali di rimanere “accesi” esternamente oltre l'una del mattino. Una strada già tracciata dalla precedente amministrazione, che l'anno scorso aveva introdotto una prima serie di restrizioni a carico degli edifici commerciali, e che ora il governo Hollande sembra voler percorrere con decisione ancora maggiore. La disposizione vieta, a partire dal 1 luglio 2013, di tenere accesa dopo l'una di notte l'illuminazione esterna degli edifici non residenziali. Non solo negozi, dunque, ma anche monumenti, municipi, uffici pubblici in generale e stazioni ferroviarie. Esclusi dal provvedimento, oltre alle case e agli alberghi, anche i lampioni e tutta l'illuminazione stradale. Deroghe, inoltre, potranno essere previste di volta in volta dai prefetti per il periodo natalizio e in occasione di altre festività o particolari eventi turistici, nonché per determinate zone turistiche. Per quanto riguarda invece le luci interne di uffici e altri locali commerciali, sarà possibile lasciarle accese al massimo per sessanta minuti oltre l'orario di chiusura. La stessa regola vale anche per le vetrine dei negozi, che dovranno inoltre restare spente fino alle 7 del mattino. Via libera, invece, ai punti luce che servono per «garantire la tutela della proprietà» La disposizione promette di far risparmiare una quantità di energia elettrica sufficiente a coprire il fabbisogno annuo di 750.000 famiglie, pari a circa 2 Terawattora di elettricità. Dal punto di vista ambientale, con le nuove regole si conta di tagliare l'emissione in atmosfera di anidride carbonica di almeno 250.000 tonnellate l'anno. E in Italia, cosa si fa? Si illuminano le montagne, le rupi, le strutture (anche se di dubbio pregio storico) la cosa importante è sprecare, inquinare il più possibile. Se volete vedere un recente segno del degrado incombente, andate a Varallo Sesia e vedrete che non c’è limite allo spreco sfrenato. Segnalo anche segnalare che forse questa volta potrebbe andarci bene. Per l’Expo’ 2015 il Comune di Macugnaga non riesce ad illuminare il Monte Rosa per mancanza di risorse finanziarie. Fonte. Comunicati Stampa CINQUE PER MILLE Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola) e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca. APAN Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande opportunità – Casella sostegno del volontariato C.F. osservatorio 00437210032 FLY ME TO THE MOON Il cratere Delmotte Al bordo nord occidentale del Mare Crisium possiamo osservare il cratere "Delmotte", una formazione circolare situata su un versante di Cleomedes di 34Km con versanti abbastanza scoscesi a nord e pareti poco elevate su cui si trova un piccolo cratere allungato a nord-ovest. Il fondo è piatto, riempito di lava e tormentato a Nord. La sua formazione risale al periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per osservare questa formazione è 3 giorni dopo la Luna nuova oppure 2 giorni dopo la Luna piena. Alcuni dati: Longitudine: 60.2° Est Latitudine: 27.1° Nord Quadrante: Nord-Est Area: Bordo Nord-Occidentale del Mare Crisium Origine del nome: Dettagli: Gabriel Delmotte Astronomo francese del 20° secolo nato in Francia Nato nel 1876 Morto nel 1950 Autore del nome: Lamech (1956) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Delmotte". Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un rifrattore da 60mm. .Davide Crespi CURIOSITY Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Immagine pubblicata il 10 luglio 2013 Una delle più grandi concentrazioni di macchie solari viste negli ultimi anni sta attraversando il sole. Questo di campo magnetico potrebbe produrre un brillamento solare che rilascia una nube di particelle energetiche nel sistema solare. Una potente nube di particelle se impattasse la magnetosfera della Terra, potrebbe essere pericoloso per gli astronauti in orbita terrestre e per i satelliti. Viceversa, l'impatto di una nube di minore energia potrebbe creare suggestiva aurora. Nella foto si vede la regione delle macchie solari come si presentava due giorni fa. Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Sandra Musso Vittorio Sacco