OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 319
Mercoledì 17 luglio 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì
di ogni mese si proietterà in filmato di astronomia.
La Luna avrà appena superato il primo quarto e sarà molto interessante da osservare. Non sarà
eccessivamente luminosa per cui sarà possibile osservare anche le costellazioni estive e numerosi
oggetti del cielo profondo nella Vergine, l’ammasso globulare M13, la nebulosa M57.
Saturno sarà visibile tutte sera nella costellazione ella Vergine a destra della Luna
Venere sarà bassa all’orizzonte ovest nel Leone e tramonterà poco dopo il Sole.
Marte, Giove e Mercurio sorgeranno poco prima del Sole nella costellazione dei Gemelli..
MARGHERITA HACK
(Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata un'astrofisica, divulgatrice scientifica e
attivista italiana.
È stata professoressa ordinaria di astronomia
all'Università di Trieste dal 1964 al 1º novembre 1992,
anno nel quale fu collocata "fuori ruolo" per anzianità.
È stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio
Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a
rinomanza internazionale.
Membro delle più prestigiose società fisiche e
astronomiche, Margherita Hack è stata anche direttore
del Dipartimento di Astronomia dell'Università di
Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È stata un
membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Ha
lavorato presso numerosi osservatori americani ed
europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi
di lavoro dell'ESA e della NASA. In Italia, con
un'intensa opera di promozione ha ottenuto che la
comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti giungendo ad un
livello di rinomanza internazionale
Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a
livello universitario. Nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica. Nel 1995
ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.
Margherita Hack nel 1978 fondò la rivista bimensile L'Astronomia il cui primo numero vide la luce nel
novembre del 1979; successivamente, insieme con Corrado Lamberti, diresse la rivista di divulgazione
scientifica e di cultura astronomica Le Stelle. In segno di apprezzamento per il suo importante
contributo, le è stato anche intitolato l'asteroide 8558 Hack.
Forse, anche se Lei non ci credeva, finalmente gli si sono svelati tutti i segreti dell’Universo tanto
ricercati quando era in vita.
CRISTOFORO COLOMBO
"Buscar el levante por el poniente": Cristoforo Colombo (1451-1506)
Si considera con la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo (12 ottobre 1492
giuliani) la fine del Medio Evo, ma in questa data si è solo iniziato a comprendere concretamente le
dimensioni della Terra.
Avrebbe avuto un carattere più universale far terminare il Medio Evo con la pubblicazione de il "De
Revolutionibus Orbium Coelestium" di Nicolò Copernico(1473-1543) nel 1543 (il Medio Evo durerebbe
51 anni di più), nel quale la Terra è messa nel posto giusto nel Sistema Solare quale pianeta della
Stella Sole.
Giacomo Leopardi (1798-1837) la cui autorità culturale è fuori discussione nella sua opera giovanile
"Storia dell'Astronomia dalla sua origine fino all'anno MDCCCXI dice testualmente, riferendosi a
Colombo , "Uomo abile in Astronomia".
Per Colombo , Giovanni Muller (1436-1476) detto Regiomontano il più grande astronomo del XV
secolo, fu molto importante. Infatti il Regiomontano fece delle Effemeridi Astronomiche riferite al
meridiano di Norimberga per gli anni tra il 1475 ed il 1506 , che servivano a trovare in mare la
longitudine con il metodo delle Distanze Lunari, forse utilizzato dal navigatore genovese verso il
Nuovo Mondo anche se non si rese mai conto della grande scoperta.
Prima del Grande Viaggio Colombo navigò lungo le coste dell'Africa sino alla Guinea sotto un Cielo
carichi di Stelle, probabilmente in estate, quando circa sotto lo Scorpione, a quelle latitudini, si vede la
costellazione del Centauro e della Croce del Sud. Prima di passare al Grande Viaggio mi sono
domandato se il navigatore ventunenne osservò la famosa Cometa del 1472 che fu visibile addirittura
in pieno giorno !
Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397--1482) influì grandemente sulle decisioni di Colombo che venne a
sapere di una "carta geografica" allegata ad una lettera del Toscanelli inviata nel 1474 ad un dignitario
portoghese.
Colombo portò con sé, durante i viaggi, un Quadrante ed un Astrolabio, ed il 15 settembre 1492
annota nel diario l'avvistamento di una "striscia di fuoco", era ovviamente un bolide.
Il 17 settembre 1492 il primo riferimento alla Stella Polare, che osserva costantemente per seguire
una retta via verso ponente, dopo aver toccato il suolo del Nuovo Mondo esplorando le contigue isole
battezza un Rio Luna ed un Rio Sole, tanto per non perdere l'occasione di utilizzare termini
astronomici. Un promontorio dell'isola Spagnola (Haiti) viene battezzato Capo Stella.
Un altro fatto importante avviene tra il 13 settembre 1492 ed il 17 dello stesso mese Colombo scopre
la "Declinazione Magnetica", la non coincidenza dell'asse terrestre geografico con quello magnetico ,
Colombo non si rese conto della vera natura del fenomeno ma ebbe il merito di essersi accorto che
bisognava tener conto dello posizionamento della Polare nella determinazione del Nord, gli aghi della
bussola potevano ingannare.
Ci sarebbe molto da dire anche per la parte astronomica degli altri tre viaggi verso il Nuovo Mondo,
ma per un piccola nota così, può bastare il riferimento al solo primo viaggio che si compie tra il 3
agosto 1492 ed il 15 marzo 1493 entrambi venerdì, come pure fu venerdì il giorno della scoperta del
12 ottobre 1492.
Uranio
MILANO NELLO SPAZIO!
Un asteroide dedicato alla nostra città
Tra i pianeti Marte e Giove vi è la fascia
principale degli asteroidi, si tratta di un anello
intorno al Sole che contiene milioni di piccoli
corpi rocciosi; uno di essi, quello contrassegnato
con il numero di catalogo 4695, è stato chiamato
Mediolanum. Questo asteroide ha un diametro di
circa 18 km ed un periodo di rotazione intorno al
Sole di 4,4 anni; la sua orbita, insieme a quelli
dei pianeti da Mercurio a Marte è visualizzata
nella parte destra della figura, dove il Sole si
trova al centro.
fotomontaggio di un asteroide e porzione del
duomo di Milano
Il giorno 23 giugno 2013 la “Commissione per la Attribuzione dei Nomi dei Corpi Minori del Sistema
Solare” della “Comunità Astronomica Internazionale” (IAU) ha approvato la proposta di nomina da
parte di Sandro Baroni e Sergio Foglia.
nella circolare nr. 84151 del Minor Planet Center è indicata la citazione della nomina: “Mediolanum è il
nome latino di Milano, città situata nel nord Italia. Nel 1861 G. V. Schiaparelli scoprì l’asteroide (69)
Hesperia dall’Osservatorio Astronomico di Brera”
Sandro Baroni dal 1953 esegue ogni tipo di osservazione astronomica ad occhio nudo, con binocoli e
telescopi, soprattutto di stelle variabili, comete, occultazioni lunari ed asteroidali, E' stato conferenziere
del Civico Planetario "Hoepli" di Milano dal 1981 al 2007, dove risiede. E' stato fonte di ispirazione per
generazioni di astronomi dilettanti e ha condiviso la sua conoscenza con la pubblicazione di molti
articoli vari di cultura astronomica, con una preferenza per la storia della astronomia.
Sergio Foglia si occupa di astronomia per hobby, in particolare è interessato alla ricerca scientifica dei
corpi minori del Sistema Solare (asteroidi, comete e meteoriti); nato a Milano, si è trasferito a Novara
da una dozzina di anni, dove lavora e vive insieme alla moglie Paola ed ai figli Laetitia, Benedetta e
Sebastiano. Da venti anni è Responsabile della Sezione di Ricerca degli Asteroidi della Unione
Astrofili Italiani e collabora con ricercatori professionisti ed amatoriali del settore a livello internazionale
utilizzando per le sue ricerche i telescopi più performanti del settore quali il Faulkes Telescope North
alle isole Hawaii (USA), l’Astronomical Research Observatory nell’Illinois (USA), il Faulkes Telescope
South in Australia.
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
VENEZIA – Orologio astronomico
Continuiamo la descrizione dell’orologio astronomico di Venezia iniziata nel bollettino n. 317..
Figura n. 3: Venezia, Torre dell’orologio, nicchia con la Vergine ed il Bambino Gesù.
Il pannello superiore della torre, ricoperto con un mosaico blu cosparso di stelle dorate, ha un leone
alato, simbolo di San Marco, con le tavole della legge (figura n. 4).
Figura n. 4: Venezia, Torre dell’orologio, leone alato simbolo di San Marco.
(continua nel prossimo numero)
(a cura di Salvatore Trani)
UN ASTEROIDE PER ORESTE LESCA
Tra i pianeti Marte e Giove vi è la fascia principale degli asteroidi; si tratta di un anello intorno al Sole
che contiene milioni di piccoli corpi rocciosi; uno di essi, quello contrassegnato con il numero di
catalogo 5347 e con la sigla provvisoria 1985 DX2, è stato chiamato Orestelesca in onore dell’astrofilo
Oreste Lesca.
L’asteroide ha un diametro di circa 20 km ed un periodo di rotazione intorno al Sole di 5,2 anni; la sua
orbita, insieme a quelli dei pianeti da Mercurio a Marte è visualizzata nella parte sinistra della figura,
dove il Sole si trova al centro.
Il giorno 23 giugno 2013 la “Commissione per la Attribuzione dei Nomi dei Corpi Minori del Sistema
Solare” della “Comunità Astronomica Internazionale” (IAU) ha approvato la proposta di nomina da
parte di Sergio Foglia; nella circolare n.. 84151 del Minor Planet Center è indicata la citazione della
nomina: “l'astrofilo Oreste Lesca (1947) è un fotografo e un amante della natura catturandone i
dettagli più elusivi con la sua macchina fotografica, in particolare in ambito astronomico”.
L’oggetto è stato scoperto da Eleanor F. Helin il 24 febbraio 1985 dall’osservatorio Palomar sito negli
U.S.A., ha un’orbita quasi circolare ad una distanza media di circa 3 unità astronomiche dal Sole ed
una inclinazione di 11° rispetto al piano orbitale terrestre.
Nella parte destra della figura è riportata una porzione della lastra ottenuta il 19 agosto 1982 sempre
dal Palomar durante la Deep Sky Survey (DSS), dove si nota l’asteroide Orestelesca che ha lasciato
la “traccia” del suo spostamento durante i 60 minuti di posa fotografica.
MOSTRA A CRAVEGGIA
La misura del tempo attraverso le ricostruzioni di Guido Dresti
Questa mostra si propone di descrivere la raccolta di strumenti per la misura del tempo costruiti da
Guido Dresti.
La sua attenzione a questo tema è iniziata dallo studio e costruzione di orologi solari, che per secoli
hanno costituito lo strumento più diffuso per la misura dell’ora.
Orologi solari antichi sono presenti numerosi su chiese e case parrocchiali della Valle Vigezzo, dove si
trova Craveggia, sua residenza.
Partendo da questa attività, che ancora coltiva, Dresti è passato ad occuparsi di orologi solari portatili,
costituenti una categoria di strumenti sorprendente per varietà e complessità di modelli.
La raccolta esposta nella mostra considera circa cinquanta pezzi rappresentativi di quarantadue
diversi strumenti, raggruppabili in tre tipologie di orologi solari, dieci modelli di astrolabi e altri
strumenti astronomici quali il torquetum, la sfera armillare, una volvella lunare, l’equatorium di
Campano da Novara, l’astrario di Giovanni Dondi.
Sono inoltre presenti un modello di “svegliarino” monastico e lo “scappamento” ideato da Galileo, a
rappresentare idealmente il passaggio della misura del tempo basata sui fenomeni astronomici a
quella realizzata con meccanismi antesignani della orologeria meccanica.
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
Costellazione dello Scorpione
Alfa – Antares
AR 16h 29m – D – 26° 26’ - Stella doppia
Separazione 2.9” – Mag. 1.1-5.4 AP° 175
Il nome significa “antagonista” od “opposto a Marte” a causa del suo colore rossastro. Antares è una
supergigante con un diametro enorme, arriverebbe, posta al centro del nostro sistema, fino al pianeta
Marte. Contiene però solo 10 o 15 masse solari e quindi la sua densità risulta molto bassa. La stella è
anche una variabile semiregolare tra 0.9 e 1.1 mag in media ogni 5 anni. Dista dalla Terra 520 anni
luce. Risulta difficile poter osservare la stella compagna a causa della notevole differenza di luminosità
delle componenti.
Zeta
AR 16h 54m – D – 42° 22’ - Stella doppia
Separazione 6.5’ – Mag. 4.9 – 3-6 AP° 89
Coppia di stelle molto larga, teoricamente visibile ad occhio nudo. Purtroppo a causa della bassa
latitudine è già difficile rintracciare le stelle. Non si tratta di una coppia fisica e Zeta 1 potrebbe essere
un membro periferico dell’ammasso aperto NGC 6231.
RR Scorpii
AR 16h 57m – D – 30° 35’ – Variabile tipo Mira
Mag 5.0 – 12.4 – Periodo 279 giorni
Variabile interessante
NGC 6093 – M 80
AR 16h 17m – D – 22° 59’ – Ammasso globulare
Dimensioni 8.9’ – mag. 7.7
Ammasso globulare che si trova a 4.5 gradi a nord ovest di Antares. Il diametro indicato, nella visione
diretta, risulta notevolmente minore a causa delle dense nubi di materia presenti nella zona. Con un
piccolo telescopio sembra di osservare il nucleo di una cometa. Con strumenti di una certa importanza
si può osservare la parte centrale concentrata e brillante; le stelle più luminose sono intorno alla 15^.
La distanza è stimata in 36.000 anni luce. Il 21 maggio 1860 nello stesso campo apparve una nova di
mag. 7, denominata T Scorpii, che fece impallidire per breve tempo l’ammasso.
NGC 6121 – M 4
AR 16h 23m – D – 26° 32’ – Ammasso
globulare
Dimensioni 26,3’ – mag. 5.8
Ammasso globulare prossimo ad Antares; si
trova a poco più di un grado ad ovest. Può
essere osservato anche con un binocolo e
appare poco concentrato. E’ forse l’oggetto di
questo tipo più vicino al Sistema Solare; si trova
infatti a solo 6.500 anni luce di distanza. Le sue
dimensioni sono paragonabili con le dimensioni
della Luna piena. Siamo in presenza dell’unico
ammasso globulare che fu risolto in stelle da
Messier, lo definì un ammasso di stelle molto
piccolo.
NGC 6231
AR 16h 54m – D – 41° 48’ – Ammasso aperto
Dimensioni 14’ – mag. 2.6
Ammasso aperto molto luminoso, visibile ad occhio nudo. Purtroppo però si trova ad una latitudine
molto bassa. La sua distanza è di 6.200 anni luce.
NGC 6302
AR 17h 14m – D – 37° 06’ – Nebulosa planetaria - Dimensioni 50”’ – mag. 9.6
Oggetto abbastanza brillante; purtroppo anche in questo caso si trova molto bassa sull’orizzonte.
Viene definita “Nebulosa insetto” e teoricamente potrebbe essere scorta utilizzando un buon binocolo.
Può essere un interessante oggetto, come del resto molti altri di questa costellazione, da ricercare
durante un viaggio verso località più a sud delle nostre.
NGC 6405 – M 6
AR 17h 40m – D – 32° 13’ – Ammasso aperto - Dimensioni 33’ – mag. 4.2
Per le sue dimensioni è visibile anche ad occhio nudo o comunque facilmente utilizzando un binocolo.
Composta da 80 stelle molto luminose bianco-azzurre comprese tra la 8 e l’11^ magnitudine. Date le
notevoli dimensioni, per l’osservazione. Conviene utilizzare uno strumento che fornisca ridotti
ingrandimenti. Per la sua forma caratteristica è conosciuto come “Ammasso farfalla”. Dal punto di vista
storico è un oggetto molto importante: viene ricordato nell’Almagesto di Tolomeo.
NGC 6451
AR 17h 51m – D – 30° 13’ – Ammasso aperto - Dimensioni 7’ – mag. 8.2
Si possono individuare circa 80 stelle con le maggiori di mag. 11.
NGC 6475 – M 7
AR 17h 54m – D – 34° 49’ – Ammasso aperto - Dimensioni 80’8.9’ – mag. 3.3
Si tratta di uno dei più grandi e luminosi ammassi aperti visibili in cielo. Purtroppo anche in questo
caso si trova a latitudini basse. Visibile ad occhio nudo, ha un diametro quasi tre volte quello della
Luna. Le stelle più brillanti sono di mag. 6; va osservato con un buon binocolo o con uno strumento a
bassi ingrandimenti. Sul bordo orientale dell’ammasso si trova un globulare, NGC 6453 di mag. 9.7,
mentre all’interno, a NE, è presente una planetaria di mag. 13.9 che risulta però praticamente
invisibile all’osservazione diretta. E’ l’oggetto del catalogo Messier con la declinazione più meridionale.
La falsa cometa
In questa costellazione, se non ci fosse la foschia dell’orizzonte, sarebbe possibile osservare un
raggruppamento di oggetti che danno l’impressione di vedere una cometa. IL nucleo è formato dalle
stelle Zeta 1 e 2 (descritte nel testo), poi più a settentrione (mezzo grado) si incontra l’ammasso
aperto NGC 6231 che forma parte della chioma e infine due gradi più a nord si scorgono altri
raggruppamenti di stelle e nebulose diffuse, conosciute come Collinder 316 e Trumpler 24 (che
formano una coda a ventaglio). Con un cielo veramente limpido e l’utilizzo di un buon binocolo si può
tentare questa osservazione.
LE STELLE FUCINA DELLA VITA
Dal libro: Le stelle:fucine della vita
Del Prof.Piero Galeotti
Per gli antichi l’osservazione del cielo era importantissima per misurare il
tempo,calcolare gli anni,predire l’arrivo delle stagioni,orientarsi nello
spazio…Inoltre la natura apparentemente eterna ed immutabile del cielo stellato
fece sì che gli astri venissero associati alle divinità ed entrarono a far parte della
mitologia credendo che stelle e divinità potessero controllare il destino degli uomini.
In realtà le stelle sono molto più di tutto questo. Ciò che il Prof.Galeotti
spiega,con estrema chiarezza, è quanto siano importanti le stelle per la nostra
vita e la vita dell’Universo stesso: dalla produzione di energia e calore alla sintesi di
elementi chimici vitali attraverso l’esposizione delle varie scoperte di fisici e astrofisici da G. Galilei ad oggi.
Importante l’idea di Hertzsprung e Russell (1913) di costruire un grafico che mettesse in relazione i 2
parametri caratteristici di una stella:in orizzontale la temperatura ed in verticale la luminosità.Ne derivò
un diagramma chiamato H-R che permette di analizzare età,dimensioni,distanza e evoluzione delle
stelle.Con questo diagramma ci si è resi conto che la maggior parte delle stelle si addensano nella
zona centrale lungo una linea diagonale nota come Sequenza Principale.
Le stelle nelle prime fasi evolutive sono nubi cosmiche fredde (270° sotto lo zero centigrado) formate
da Idrogeno ed Elio e che per effetto di forze gravitazionali si riscaldano e si addensano in alto nel
diagramma perché molto luminose ma fredde.
In seguito la nube si contrae e diventa densa ed opaca con luminosità minore ma temperatura
maggiore, e
questo porta le stelle nella zona di massima stabilità cioè sulla Sequenza Principale dove rimarranno
per la maggior parte della loro esistenza.In questa fase si innescano le reazioni termonucleari indotte
dall’alta temperatura cioè la fusione dei nuclei di Idrogeno con la formazione di Elio con una perdita di
massa che si trasforma in energia.La liberazione di energia bilancia le forze gravitazionali ,raggiunge
la superficie e viene immessa nello spazio interstellare LIBERANDO ENERGIA e CALORE.Si
produce anche antimateria che interagisce con la materia producendo energia anch’essa.Sfuggono i
neutrini non catturati dalla materia e giungono alla Terra.Con la rivelazione della loro presenza si
dimostra la fusione dell’Idrogeno nell’interno della stella.Conta molto anche la massa di una stella:più
la massa della stella è grande più velocemente brucia le riserve.Stelle di massa minore completano la
fusione dell’H più lentamente.
Quasi tutti gli elementi chimici che conosciamo sono stati sintetizzati all’interno delle stelle tranne i più
leggeri come Idrogeno ed Elio la cui origine risale all’origine dell’Universo dopo il Big Bang cioè la
grande esplosione originatasi in condizioni di alta temperatura ed alta densità.In seguito l’Universo si è
espanso, raffreddato e rarefatto impedendo così il proseguimento della sintesi degli elementi
pesanti.Tutta la vita delle stelle è una competizione tra interazioni gravitazionali e liberazione di
energia.Sulla sequenza principale le stelle sono stabili perché le forze sono bilanciate.
Quando l’Idrogeno si esaurisce prevale la forza gravitazionale che comprime il nucleo finchè l’Elio
diventa combustibile nucleare .A questo punto però la stella si è spostata dalla Sequenza principale
alla zona delle giganti o supergiganti in alto perché è più fredda.La reazione 3-alfa per la fusione
dell’Elio porta alla formazione di Carbonio permettendo di proseguire la sintesi degli elementi pesanti e
a valori di densità ancora maggiore porta alla sintesi dell’Ossigeno.Quando l’Elio si esaurisce il nucleo
si contrae dando al Carbonio ed all’Ossigeno l’energia per fondersi.Le stelle di piccola massa si
fermano ed evolvono in nebulose planetarie o nane bianche.Le stelle di massa maggiore raggiungono
la sintesi del Ferro e lì si fermano perché per proseguire occorrerebbe energia dall’esterno con un
procedimento di cattura di neutroni come potrebbe succedere con l’esplosione di una Supernova da
cui si evolve verso una stella di neutroni o pulsar oppure un buco nero.Se però questi elementi si
trovano sulla Terra vuol dire che la stella che li ha sintetizzati deve essere esplosa. Nell’esplosione si
produce un flusso di neutroni che completa il procedimento di sintesi degli elementi.Gli elementi
presenti poi si distribuiscono nello spazio interstellare contaminando le nubi da cui si formeranno stelle
di nuova generazione.Oltre alla presenza di questi elementi sulla Terra anche l’osservazione di pulsar
e buchi neri ci confermano che solo il collasso di una stella potrebbe creare cose del genere.E senza
questo procedimento prima di SINTESI e dopo di ESPLOSIONE di una stella sulla Terra non ci
sarebbero gli elementi chimici che sono alla base della vita e questo vale anche per pianeti e stelle
oltre il Sistema Solare.
(Sandra Musso)
VITTORIO NOBILE
Napoli, 27 ottobre 1875 - Napoli, 7 dicembre 1966
Figlio di Arminio e di Emma von Sommer, Vittorio si laureò in
matematica nel 1897 all'Università di Napoli; Ma già nel 1897,
subentrando al padre, morto prematuramente, era stato nominato
secondo assistente all'Osservatorio di Capodimonte e promosso
primo assistente nel 1899. Fu nominato astronomo aggiunto nel
1904. Dal 1902 al 1906 fu Assistente alla cattedra di Geometria
Analitica, presso l'Università di Napoli, e dal 1904 a quella di
Geometria Descrittiva.
Per perfezionarsi nelle ricerche astronomiche nel 1908 si recò ad
Heidelberg. Nel 1910 vinse la cattedra di Matematica all'Istituto
Tecnico Industriale "A. Volta" di Napoli.
Fu nominato Astronomo Aggiunto nel 1912, ma nel 1918 per
contrasti scientifici con Luigi Carnera, Direttore della specola,
ottenne dal Ministero il comando presso la cattedra di Meccanica
razionale dell'Università e nel 1920 lasciò definitivamente
l'Osservatorio. Continuò tuttavia ad occuparsi di Astronomia.
Finisce così nel 1920 la dinastia della famiglia di astronomi
molisani iniziata con Antonio Nobile nel 1819.
Nel 1925 ottenne dalla Facoltà di Scienze di Napoli l'incarico del corso di Astronomia e, l'anno
successivo, anche quello di Geodesia. Nel 1935 vinse il concorso per la cattedra di Astronomia teorica
dedicandosi all'insegnamento dell'Astronomia e della Geodesia sino al suo collocamento a riposo nel
1950.
Profondo conoscitore della meccanica celeste, condusse importanti lavori sull'astrometria fotografica e
sul moto proprio solare. Studiò, inoltre, il problema dell'aberrazione totale e quello dei sistemi di
riferimento per l'ammasso galattico.
Fu socio dell’Accademia dei Lincei, che gli conferì nel 1931 il Premio Reale per l’Astronomia. Fu
Cavaliere della Corona d'Italia e membro del Comitato nazionale per l'astronomia e geodesia nel
Consiglio nazionale delle ricerche.
LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero boreale
TORO DI PONIATOWSKI:
Fu creata nel 1777 da Martin Poczobut,
abate polacco direttore dell'osservatorio
reale di Vilna, per celebrare il Re di Polonia
Stanislao Poniatowski. Consisteva in alcune
stelle oggi appartenenti all'Ofiuco, in
particolare da un gruppetto che pare formare
una lettera "V", come le Iadi nella
costellazione zodiacale del Toro. Era
conosciuta anche come "Toro Reale",
mentre alcune delle sue stelle prima ancora
avevano fatto parte di un'altra costellazione
estinta, il "Fiume Tigri".
Fonte UAI
FRANCIA A LUCI SPENTE
Da luglio (2013)edifici non residenziali al buio dopo l'una di notte
Non
solo
vetrine
e
insegne
pubblicitarie. La Francia prosegue nel
suo progetto di razionalizzazione
dell'illuminazione
pubblica
e
di
contrasto dell'inquinamento luminoso,
varando un nuovo provvedimento che
vieta agli edifici non residenziali di
rimanere “accesi” esternamente oltre
l'una del mattino. Una strada già
tracciata
dalla
precedente
amministrazione, che l'anno scorso
aveva introdotto una prima serie di
restrizioni a carico degli edifici
commerciali, e che ora il governo Hollande sembra voler percorrere con decisione ancora maggiore.
La disposizione vieta, a partire dal 1 luglio 2013, di tenere accesa dopo l'una di notte l'illuminazione
esterna degli edifici non residenziali. Non solo negozi, dunque, ma anche monumenti, municipi, uffici
pubblici in generale e stazioni ferroviarie. Esclusi dal provvedimento, oltre alle case e agli alberghi,
anche i lampioni e tutta l'illuminazione stradale. Deroghe, inoltre, potranno essere previste di volta in
volta dai prefetti per il periodo natalizio e in occasione di altre festività o particolari eventi turistici,
nonché per determinate zone turistiche.
Per quanto riguarda invece le luci interne di uffici e altri locali commerciali, sarà possibile lasciarle
accese al massimo per sessanta minuti oltre l'orario di chiusura. La stessa regola vale anche per le
vetrine dei negozi, che dovranno inoltre restare spente fino alle 7 del mattino. Via libera, invece, ai
punti luce che servono per «garantire la tutela della proprietà»
La disposizione promette di far risparmiare una quantità di energia elettrica sufficiente a coprire il
fabbisogno annuo di 750.000 famiglie, pari a circa 2 Terawattora di elettricità. Dal punto di vista
ambientale, con le nuove regole si conta di tagliare l'emissione in atmosfera di anidride carbonica di
almeno 250.000 tonnellate l'anno.
E in Italia, cosa si fa? Si illuminano le montagne, le rupi, le strutture (anche se di dubbio pregio storico)
la cosa importante è sprecare, inquinare il più possibile.
Se volete vedere un recente segno del degrado incombente, andate a Varallo Sesia e vedrete che
non c’è limite allo spreco sfrenato.
Segnalo anche segnalare che forse questa volta potrebbe andarci bene. Per l’Expo’ 2015 il Comune
di Macugnaga non riesce ad illuminare il Monte Rosa per mancanza di risorse finanziarie.
Fonte. Comunicati Stampa
CINQUE PER MILLE
Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la
struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola)
e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca.
APAN
Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus
Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico
di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande
opportunità – Casella sostegno del volontariato
C.F. osservatorio 00437210032
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Delmotte
Al bordo nord occidentale del Mare Crisium possiamo osservare il cratere "Delmotte", una formazione
circolare situata su un versante di Cleomedes di 34Km con versanti abbastanza scoscesi a nord e
pareti poco elevate su cui si trova un piccolo cratere allungato a nord-ovest. Il fondo è piatto, riempito
di lava e tormentato a Nord. La sua formazione risale al periodo Eratosteniano (da -3.2 miliardi di anni
a -1.1 miliardi di anni). Il periodo migliore per osservare questa formazione è 3 giorni dopo la Luna
nuova oppure 2 giorni dopo la Luna piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 60.2° Est
Latitudine: 27.1° Nord
Quadrante: Nord-Est
Area: Bordo Nord-Occidentale del Mare Crisium
Origine del nome:
Dettagli: Gabriel Delmotte
Astronomo francese del 20° secolo nato in Francia
Nato nel 1876
Morto nel 1950
Autore del nome: Lamech (1956)
Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Delmotte". Lo strumento minimo per poter osservare
questa formazione è un rifrattore da 60mm.
.Davide Crespi
CURIOSITY
Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e
Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di
esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in
internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice
Immagine pubblicata il 10 luglio 2013
Una delle più grandi concentrazioni di macchie solari viste negli ultimi anni sta attraversando il sole.
Questo di campo magnetico potrebbe produrre un brillamento solare che rilascia una nube di
particelle energetiche nel sistema solare. Una potente nube di particelle se impattasse la
magnetosfera della Terra, potrebbe essere pericoloso per gli astronauti in orbita terrestre e per i
satelliti. Viceversa, l'impatto di una nube di minore energia potrebbe creare suggestiva aurora. Nella
foto si vede la regione delle macchie solari come si presentava due giorni fa.
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Sandra Musso
Vittorio Sacco