TROMBE D'ARIA A GENOVA
LE TROMBE D’ARIA: UN INCUBO PER L’ARCO LIGURE ED IL PORTO DI GENOVA
Le cronache di mezzo agosto 2014 si sono dovute occupare, ancora una volta, di trombe d’aria
che si sono abbattute sulla costa genovese provocando gravissimi danni materiali alle strutture
del litorale. Per non dimenticare, abbiamo pensato di rievocare, a dieci anni esatti di distanza, i
due episodi che misero in ginocchio il porto di Genova paralizzando il settore “containers” per
un anno intero. A quei danni ingentissimi, si aggiunse la morte di un portuale genovese che
rimase schiacciato dalla gru che doveva proteggerlo.
31.8.1994 - 17.9.1994
Due date che i genovesi non hanno più dimenticato
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Il fenomeno meteorologico si ripeté dopo 17 giorni in un’altra zona del porto di Genova: otto
gru furono abbattute.
Data
Zona
Tipo di gru
Danni Lire
Mor.Fer.
31
Agosto 1994
P.te Rubattino
Elevatori
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1
-
50
17 Settem.1994
P.te Libia
Portainer
Centinaia di Miliardi
due date
Su tutto l’arco ligure si scatenarono in quel periodo gigantesche trombe d’aria che portarono
scompiglio, allarmi, danni e morte. Forse sarebbe più corretto chiamarli tornado*, perché essi
dimostarono la stessa forza distruttiva dei loro
parenti
americani
.
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La tromba d’aria si sta avvicinando minacciosa alla diga del porto di Genova.
Ai piedi della Lanterna si consumò questa ennesima tragedia. Di prora alla nave si vede la gru
appena abbattuta. La “VECTIS ISLE” di appena 2.330 t. é stata risparmiata dalla tromba d’aria
per pochi metri.
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Il 1° settembre ’94, l’autore mise in partenza la piccola nave britannica Vectis Isle (vedi foto)
da calata Bettolo ponente, a pochi metri dal punto in cui perse la vita lo sfortunato gruista
genovese.
L’anziano comandante inglese era ancora sotto schock e raccontò la tragedia al pilota, così
come la vide e la visse: “
Se
guivamo con apprensione la rotta a zig-zag dell’enorme tromba d’aria che proveniva dal mare,
mentre eravamo rinchiusi dietro i vetri del nostro ponte di comando. Quando vidi quell’immensa
colonna nera puntare decisamente verso il nostro molo, uscii sull’aletta ed urlai al gruista di
scendere e scappare. Il portuale si rese conto immediatamente del pericolo, scese e si mise al
riparo dietro la gru stessa, che forse, molte altre volte lo aveva protetto da fenomeni atmosferici
ben più comuni.
Distruzione e morte. In primo piano la gru che ha investito lo sfortunato portuale. Le gru di
Ponte Rubattino erano - “Elevatori Ansaldo IV” – da sei tonnellate costruiti nel 1952.
Nel frattempo il tornado (così lo definì) colpì ed ingoiò brutalmente la prima gru, quella che era
posizionata in testata Rubattino, la sollevò e la scagliò come fosse un giocattolo verso la gru più
vicina a noi, la stessa
che divenne la tragica tomba di
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quel pover’uomo che vi si era rifugiato dietro.
Non avevo mai visto nulla di più terrificante! Mi creda, anch’io sono all’ultimo imbarco prima del
mio “retire”.
Ma oggi sono ancora più triste perché ho saputo dal mio Agente che anche il gruista, la vittima
del tornado, era al suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione.”
Per avere una conferma, ancora più precisa, della forza immensa di queste trombe d’aria, si
dovette attendere soltanto diciassette giorni, per assistere esterrefatti alla demolizione di gru
alte più di venti metri ed un peso di centinaia di tonnellate.
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9Queste gru erano del tipo Portainer, costruite dalle officine Reggiane su licenza Paceco e
furono allestite nel 1971. Gru di questo tipo, sono tuttora operative, hanno una portata di 45
tonn.
ed uno sbraccio di oltre quaranta metri.
Genova ed il suo porto dovettero attendere circa un anno, prima di vedere rimarginate quelle
ferite che tante perplessità avevano suscitato non solo negli addetti ai lavori, ma soprattutto
nell’opinione pubblica, tuttora incredula, dinanzi a ciò che razionalmente, è fuori statistica e si
chiede:
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“come è possibile che nel nostro organizzatissimo porto si possano verificare due identici e
tragici incidenti, in tempi così ravvicinati”?
COME SI FORMA LA TROMBA D’ARIA?
L’insorgere di questo genere di fenomeni e’ strettamente legato alle condizioni atmosferiche.
Quando si e’ in presenza di correnti d’aria calda negli strati inferiori e di correnti d’aria fredda
negli strati piu’ alti, possono innescarsi fenomeni turbolenti. A causa della differenza di peso,
l’aria calda degli strati sottostanti tende a salire verso l’alto, mentre quella fredda e’ spinta verso
il basso. Se le condizioni delle correnti lo consentono, questo movimento di masse d’aria puo’
provocare un cilindro d’aria rotante intorno ad un asse perpendicolare al terreno. Processo di
formazione di una tromba d’aria: la continua spinta delle correnti d’aria calda verso l’alto, puo’
allungare il cilindro d’aria verso l’alto creando appunto la tromba d’aria.
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*Dalla grande enciclopedia “IL MARE”:
TORNADO: colonna d’aria posta in violenta rotazione, apparentemente sospesa alla base di
un cumulolembo. Il terribile vortice presenta in genere un diametro di alcune centinaia di metri;
ruota in senso antiorario e produce vento stimato da 100 a 300 km orari. La sua traiettoria è
governata dalla sua nuvola madre. Il tornado che non è una per turbazione tropicale come
uragani o tifoni, può verificarsi anche in Italia (Venezia 11 settembre 1970), ma raggiunge le
massime frequenze in Australia e negli Stati Uniti dove se ne contano fino a 200
l’
anno, specialmente nelle grandi pianure dei Fiumi Missisipi, Ohio e Missouri.
Carlo GATTI
10 Ottobre 2014
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