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Meditazioni filosofiche
U
TEMPO, ESISTENZA E SENSO
no dei temi maggiormente dibattuti della storia della filosofia è
UNA RIFLESSIONE INTERDISCIPLINARE A PARTIRE DALLA POESIA
DI THOMAS STEARN ELIOT E MIRCEA ELIADE
quello del tempo. Si può affermare che la questione del tempo è
diventata classica proprio perché irrisolvibile. “Che cos’è il tempo?”
questa è la domanda che da sempre i filosofi si sono posti.
1) Through a bright cloud of tears, the years, restoring
Mi sono sempre chiesto se, per affrontare questo discorso, non sia
With a new verse the ancient rhyme. Redeem
necessario uscire dalla filosofia, o perlomeno uscire da un certo tipo di
The time. Redeem […]
filosofia iperspecialistica e, di conseguenza, rivolgere lo sguardo verso
(T.S. ELIOT Ash-Wednesday IV stanza. Trad. it: Con una splendida nube di
lacrime, gli anni, ravvivano\Con un nuovo verso la rima antica. Rendimi il
quelle materie “antropologiche”, quali la letteratura, la poesia, la
tempo. Rendimi…)
psicologia, la religione, ecc., nel tentativo di aprire le finestre della stanza
chiusa della filosofia e fare entrare così una ventata di aria fresca.
2) [Con l’inizio dell’Anno Nuovo] Il tempo aveva usato l’uomo, la società, il
Sì, “i maestri delle scuole sottili sono controversi, enciclopedici”,
Cosmo, e questo Tempo distruttore era il Tempo profano, la durata propriamente
come diceva già Thomas Stearn Eliot. Perché allora non prendere
detta; bisognava annullarla, al fine di reintegrare il momento mitico nel quale il
spunto da altre discipline, senza tralasciare per questo il pensiero
mondo era sorto, immerso in un Tempo “puro”, “forte” e sacro.
razionale che contraddistingue la filosofia?
In primo luogo, la questione del tempo è eminentemente esistenziale.
(M. ELIADE, Il Sacro e il Profano, Bollati Boringhieri, Torino 2006; p. 53.)
Bisogna, di conseguenza, spostare l’attenzione dalla domanda “che cos’è
3) Life you may evade, but Death you shall not.
il tempo?” a quella forse più banale, ma non per questo meno
(T.S. ELIOT, Corus From the Rock, III stanza. Trad. it: Potete eludere la vita,
interessante “che cos’è il tempo per l’uomo?” e da quest’ultima richiesta
ma non la morte).
arrivare poi a rispondere anche alla prima.
Come è sotto gli occhi di tutti, l’esistenza dell’uomo è nel tempo,
senza il tempo non ci sarebbe neppure la vita. Eppure, nella storia delle
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religioni, come scrive Mircea Eliade, di cui si è riportata una citazione,
legge e scrive, riuscendo poi a connettere tutte le varie esperienze della
l’essere umano ha sempre cercato di “staccarsi” dal tempo profano per
vita in una trama organica che gli consenta di capire il suo tempo e la
ricongiungersi al tempo reale, al tempo con la T maiuscola, quello sacro.
propria esistenza. In questo modo il soggetto riesce a mantere un’unità,
Tuttavia, non è solamente l’uomo religioso primitivo che aveva bisogno
un filo logico in cui si inseriscono ordinatamente tutti i tasselli di tempo
di rigenerare il tempo, ma ne ha un fortissimo bisogno anche il soggetto
della sua vita. L’uomo, tramite l’esperienza narrativa riesce a raggiungere
post-moderno.
un centro, una coerenza di vita da cui interpretare ogni istante
Un esempio di quanto è qui affermato si può trovare nella riflessione
temporale.
sul tempo e suoi rapporti con l’essere condotta da Martin Heidegger.
Dalle analisi Eliade emerge che questo centro veniva trovato dai
Infatti, in prima istanza, tale studio può essere visto come un lavoro sul
senso del tempo.
Il pensiero di Heidegger approda alla conclusione che l’uomo, per
vivere autenticamente deve prendere coscienza del fatto che il suo
tempo è limitato e che, di conseguenza, si concluderà nella morte. Viene
da chiedersi, tuttavia, se la ricerca di una vita autentica non sia forse un
altro tentativo di staccarsi dalla durata, annullarla. In altre parole, un
modo laico di staccarsi dal Tempo profano. Si potrebbe concludere, di
conseguenza, che il tentativo di Heidegger sta nel trasformare chronos (la
durata dell’orologio) in Kayros (l’attimo favorevole, il tempo opportuno).
Lo stesso vale per Paul Ricoeur e per la sua teoria dell’identità narrativa.
Questa teoria afferma che il soggetto riesce a costruirsi un’identità,
STEFANO VAJA
UMBRIA, TERREMOTO, 1997
proprio partendo dai racconti che trova nel contesto o che lui stesso
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paleantropi (gli uomini vissuti nel paleolitico) proprio nella religione e
componenenti che, per dirla con René Girard, si sono votati
nel sacro. Ogni azione significativa, per l’homo religiosus trovava un
all’indifferenziazione mimetica. In altre parole, i soggetti sono diventati tutti
prototipo nella mitologia. L’azione dell’uomo diventava sacra non solo
simili l’un l’altro, perdendo ogni gerarchia, appiattendo così la loro
perché imitava l’azione primigenia, ma faceva anche rivivere il tempo in
identità. In questo senso, l’angoscia provata dall’uomo novecentesco
cui questa prima azione veniva compiuta dagli dèi.
non ha potuto fare altro che trasferirsi nella politica, generando i più
Come si può esperire, nella post-modernità questo non è più
biechi dittatori (figura caricaturale del Superuomo nietzschiano e, in
possibile e tutte le soluzioni tentate dai filosofi a lungo andare vengono
ultima analisi, una riedizione pervertita di un Messia), che però avevano
anch’esse costrette al buio della non esistenza, al passato del chronos,
il compito di deresponsabilizzare il loro popolo. Ma perché è successo
della durata lineare, che non ritorna più.
tutto questo? Perché è venuta a mancare la sacralità dell’esistenza?
Ecco allora che è la modernità stessa a spiegare il grido di Eliot:
Secondo Girard, questo è accaduto a causa della rivelazione
“Rendimi il tempo”. I versi di Eliot diventano la descrizione spietata
Cristiana. Tale messaggio ha avuto il merito di svelare all’uomo il
della società post-moderna e del suo pellegrinaggio senza senso. Questo
meccanismo sacrificale, mostrandolo nel suo funzionamento.
è quello che avviene nel poema The Wasteland, il quale presenta simboli
Fin dagli albori dell’uomo, infatti, questo sistema aveva consentito ad
presi dalla mitologia che impazziscono in un vortice di significati che
ogni comunità di liberarsi dalla propria violenza. Secondo l’autore
ora appaiono senza senso e che, di conseguenza, non riescono più a
francese, infatti, il sacro veniva generato proprio perché una vittima
“connettere nulla con nulla”(Wasteland poesia What the Thunder Said).
soccombeva, caricandosi di tutta la violenza presente nelle relazioni
L’Eliot della Wasteland è il ritratto di un’epoca che non riesce a vivere
intessute dai membri della comunità, facendo sì che questi si unissero e
il kayros e non riese a dare senso alle sue esperienze. Da una modernità
si riappacificassero. Questo omicidio primordiale fu l’azione principale,
così non poteva che scaturire la guerra. Eliot, di conseguenza, profetizza
quello che generò il kayros mitico e, di conseguenza, generò il tempo.
la seconda Guerra Mondiale, rileggendo la Prima e lo fa interpretando
Ora che il Cristianesimo, contrariamente a tutte le altre religioni
genialmente i segni degli squilibri dei componenti della società,
pagane precedenti, ha svelato la prospettiva della vittima, mostrando e,
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proprio
fosse una nevrosi e che gli spiriti religiosi, al pari dei suoi pazienti
nell’atto di mostrare, bloccando la violenza del gruppo che uccide il
ossessivi, effettuassero dei rituali per mettersi al riparo dal senso di
suo capro espiatorio pur di riappacificarsi. Fermata tale azione sacra
colpa dovuto ai loro pensieri malvagi. Nondimeno, dalla prospettiva di
però viene meno anche il tempo nel suo fondamento sacro.
Mircea Eliade, si può invece osservare come il senso del sacro stesso
Ciò non accade certo per volontà del Cristianesimo, il quale non
abbia fondato tutte le azioni umane e, di conseguenza, abbia consentito
vuole eliminare il sacro, ma solamente epurarlo dai suoi aspetti violenti,
all’uomo di installarsi comodamente nella realtà temporale; le psicosi,
cambiarlo di senso e soprattutto perdonarlo. Nondimeno, tale
viceversa, si sono verificate solamente in contesti dove è venuto meno il
prospettiva religiosa, avendo messo gli uomini faccia a faccia con la
background religioso.
propria violenza, ha fatto sì che questi le si rivoltassero contro, non
Diventa perciò necessario un recupero del sacro e della dimensione
volendo mai fare i conti seriamente con la proposta evangelica,
comunitaria che esso comporta. Certamente un solo tipo di sacro è
rifiutando, di conseguenza, il suo messaggio. Essi erano incapaci di
possibile dopo la rivelazione Cristiana; cioè quello epurato dalle storture
sostenerne il peso, vale a dire il peso dell’amore e del perdono.
violente che si sono verificate nella storia delle religioni. Se il sacro nasce
Nella post-modernità, però, la perdita del sacro ha generato una serie
da un’azione violenta, come dimostra Girard, non per questo è esso
di squilibri e delle vere e proprie turbe psichiche che trovano il suo
stesso violento. Certamente la violenza va trascesa e perdonata, senza
culmine nella perdita del senso complessivo della vita, quel senso che fa
per questo perdere la componente di senso e significato che esso
passare la vita da una serie indefinita di “e poi, e poi, e poi” a un tutto
prevedeva.
unitario, che ha un significato complessivo. Il tempo, quello profano,
Il Cristianesimo, che secondo Girard, ha fatto dell’amore per gli altri
diventa quindi in-significante e sbiaditamente omogeneo, facendo
l’antidoto contro la violenza, dovrebbe quindi certamente recuperare
piombare gli uomini nella schizofrenia; nella separazione e divisione
quella dimensione comunitaria data dalla cura per l’altro che si è persa
dell’io.
nella nostra epoca post-moderna, in un senso però esistenziale e non
All’inizio del secolo scorso, Freud riteneva che la stessa religione
puramente morale.
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È proprio a causa di questa attenzione all’altro, nel dono e nel perdono
dell’altro, infatti, che nel Cristianesimo avviene il recupero della sacralità
del tempo. Quando il tempo viene sacrificato per altri, in una logica di
servizio ecco che esso ci viene ridonato in una maniera più pura.
Consumarsi per l’altro significa santificare il proprio tempo, e ciò ci
riporta all’unità di una vita buona, a una vita riuscita, all’eudaimonia tanto
agognata dai filosofi contemporanei. Per raggiungere tale scopo, c’è
bisogno di leggersi nella violenza che si compie quotidianamente.
Questo è stato il senso della poetica di Eliot che si è visto “rendere il
tempo”, quando, dopo la sua conversione, spese le sue parole in favore
di quel senso nascosto che solo la Fede appena abbracciata poteva
donargli, incitando i suoi contemporanei a non sprecare la vita, o meglio
a non eluderla, diventando prede del tempo (timekept per usare un
termine con cui Eliot descrive le città attuali).
MARTINO PESENTI GRITTI
STEFANO VAJA
PRISTINA (KOSOVO), BOMBARDAMENTI DELLA NATO, 2000
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