10. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

10. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
Il termine “radiazione” può essere riferito ad una serie di avvenimenti molto complessi e differenti fra loro,
sia per natura che per effetti sull’uomo. In generale indica il fenomeno per cui dalla materia viene emessa
energia sotto forma di particelle o di onde elettromagnetiche, che si propagano nello spazio circostante
andando a interagire o meno con cose e persone che trovano sul loro passaggio.
Una prima distinzione può essere fatta in base agli effetti che provocano le radiazioni sulla materia con la
quale vanno ad impattare. Su questa base si può fare una distinzione fra:
−
radiazioni ionizzanti;
−
non ionizzanti.
10.1.
Radiazioni ionizzanti
Le radiazioni ionizzanti sono dotate di un potere altamente penetrante, che permette loro di ionizzare la
materia e cioè di riuscire a separare gli elettroni dagli atomi che incontrano nel loro percorso. Di
conseguenza gli atomi perdono la loro neutralità (che consiste nell'avere un uguale numero di protoni e di
elettroni) e si caricano elettricamente1. La ionizzazione può causare negli organismi viventi fenomeni chimici
che portano a lesioni osservabili sia a livello cellulare che dell'organismo, con conseguenti alterazioni
funzionali e morfologiche, fino alla morte delle cellule o alla loro radicale trasformazione.
Sorgenti tipiche di radiazioni ionizzanti sono alcune sostanze instabili, dette radioisotopi o radionuclidi, in
grado di mutare la propria composizione chimico-fisica, emettendo, per effetto di disintegrazioni del nucleo
(fenomeno detto “decadimento”) radiazioni costituite da particelle (raggi α o raggi β) o onde
elettromagnetiche particolarmente energetiche (raggi γ o raggi χ). La possibilità che un materiale radioattivo
diventi innocuo dipende dal cosiddetto “tempo di dimezzamento”: questo valore definisce l’intervallo di
tempo entro cui la metà degli atomi di una sostanza decade. In caso di contaminazione radioattiva,
dell’ambiente o di un organismo, diventa importante conoscere anche il tempo di dimezzamento effettivo,
ovvero l’intervallo di tempo entro cui i radioisotopi vengono eliminati, attraverso processi metabolici,
chimici o fisici, prima ancora di decadere.
L’esposizione a radiazioni, cui è soggetto l’uomo può essere esterna o interna. Se la fonte d’emissione si
trova all’esterno del corpo, come per esempio nel caso delle radiografie, dei voli ad alte quote (radiazioni
cosmiche) o di incidenti nucleari, tutti gli organi sono colpiti più meno con uguale intensità, ma la durata
dell’esposizione è piuttosto breve. In caso d’irradiazione interna invece, la sostanza radioattiva è entrata
nell’organismo attraverso gli alimenti, l’aria o l’acqua e continua ad emettere radiazioni, finché non viene
eliminata o decade. In questo caso alcuni organi saranno colpiti più di altri: lo iodio-131, per esempio, va ad
1
Gli atomi sono costituiti da un nucleo centrale, formato da un aggregato di particelle dette protoni e neutroni, e da altre
particelle, gli elettroni, che si muovono intorno al nucleo. I protoni hanno carica positiva, i neutroni nulla e gli elettroni
negativa. In condizioni normali, la carica positiva dei protoni si annulla con quella negativa degli elettroni, visto che i
primi e i secondi sono presenti in egual numero, rendendo l’atomo stabile e di carica complessiva nulla.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
228 di 380
accumularsi nella tiroide, lo stronzio-90 nelle ossa e nei denti, il cesio-137 si fissa in special modo nei
muscoli, mentre i prodotti di decadimento del radon-222 attaccano soprattutto i polmoni.
Le sostanze radioattive vengono usate dall’uomo in vari settori, fra i quali:
−
in medicina, nella radiodiagnostica (ad es: macchine a raggi X) e nella radioterapia;
−
in campo industriale (impianti elettronucleari, controlli non distruttivi, misure di livello, spessore,
densità, impianti per sterilizzazione di prodotti e in vari altri settori produttivi)
−
nella ricerca (universitaria, industriale, medico-sanitaria), in agrobiologia, nell'archeologia, in
geologia e prospezione mineraria.
Fra le sostanze radioattive presenti normalmente in natura e che maggiormente rappresentano un pericolo per
la salute umana vi è il gas radon.
10.1.1. Il Radon
Il radon (Rn) è un gas radioattivo naturale che tipicamente si sprigiona dal suolo e si può diffondere nell’aria
delle abitazioni liberandosi da aperture o microfratture delle fondamenta. Il radon è pericoloso per
inalazione: tanto maggiore è la sua concentrazione nell’aria tanto più alta è la possibilità di sviluppare un
tumore in seguito alle radiazioni emanate. In ambienti aperti la sua concentrazione nell’aria è bassissima,
mentre all’interno degli edifici tende ad accumularsi rappresentando un serio pericolo per la salute. Questo
gas si può liberare anche da alcuni materiali da costruzione (come ad esempio il tufo) o dall’acqua sorgiva o
prelevata dal sottosuolo.
La pericolosità del radon come agente cancerogeno è stata rilevata tramite studi di epidemiologia su
minatori. La valutazione dell’impatto sulla popolazione generale invece presenta ancora alcuni elementi di
incertezza, in quanto gli ambienti di lavoro ai quali si riferiscono gli studi appena citati presentano livelli di
esposizione almeno 10 volte maggiori che gli ambienti domestici, e non è ancora stato chiarito se la
pericolosità del gas sia direttamente proporzionale alla concentrazione o vi sia un qualche valore di soglia. Vi
sono alcuni studi inoltre che indicherebbero una sinergia fra l’esposizione al radon e il fumo di sigaretta nel
provocare il tumore polmonare, sebbene non ne sia ancora stata chiarita l’entità.
10.2.
Radiazioni non ionizzanti
La terra, l’atmosfera e il sole da sempre generano un fondo elettromagnetico naturale, al quale si sono
aggiunti, come conseguenza del progresso tecnologico, i campi prodotti dalle sorgenti legate all’attività
antropica, campi che hanno provocato un notevole innalzamento di tale fondo naturale. Gli esseri viventi
hanno da sempre convissuto con tali radiazioni, evolvendosi in modo da adattarsi ad esse, proteggersi o
utilizzare al meglio questi agenti fisici.
La componente principale di quelle che vengono definite radiazioni non ionizzanti è costituita dalle onde
elettromagnetiche comprese nell’arco di frequenza 2 0-300 GHz 3.
I campi elettromagnetici si propagano come onde (onde elettromagnetiche) che si differenziano sulla base
della frequenza. Le onde elettromagnetiche possono quindi essere classificate in base ad essa.
Per questo motivo, le sorgenti di onde elettromagnetiche comprese nel range di frequenza 0-300 GHz,
vengono suddivise in tre categorie principali:
2
3
Frequenza: il numero di volte in cui un fenomeno periodico si ripete nell'unità di tempo.
GHz: 1.000.000.000 di Hz. 1 Hz consiste in una frequenza di 1 volta al secondo.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
229 di 380
−
sorgenti di campi a bassa frequenza (fino a 300 Hz), comunemente definiti come campi ELF
(Extremely Low Frequency), dovute essenzialmente al sistema di produzione, distribuzione e
utilizzo dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici, ecc.) che in
Italia presenta una frequenza industriale costante pari a 50 Hz;
−
sorgenti di campi a radio-frequenza, comunemente definiti come campi RF (Radio Frequency - fra i
100 kHz e i 300 MHz) dovute generalmente agli impianti di ricetrasmissione radio e tv;
−
sorgenti di campi a Micro Onde o MO (fra i 300 MHz e i 300 GHz) dovute agli impianti per cellulari
o ai ponti radio che prevedono frequenze molto più alte, comprese tra 100 kHz e 300 GHz.
10.2.1. Impianti per le teleradiocomunicazioni
Un tema di particolare interesse nel campo dell’esposizione umana a campi ad alta frequenza è rappresentato
dall’utilizzo dei telefoni cellulari, soprattutto in ragione della loro larga diffusione. A tale riguardo
generalmente le preoccupazioni dei cittadini nascono molto più dalle antenne fisse per il servizio
(tecnicamente indicate come Stazioni Radio Base o SRB) che dall’utilizzo del telefono in sé, nonostante
quest'ultimo, in quanto molto più vicino all’utente, lo esponga a campi molto più intensi rispetto a quelli ai
quali è esposto chi vive vicino ad una SRB 4.
Ogni SRB serve una porzione limitata del territorio, in funzione del basso numero di telefonate che è in
grado di gestire contemporaneamente. Per questo motivo, maggiore è il numero di utenti da servire,
maggiore sarà il numero di antenne installate sullo stesso territorio e minore sarà però la potenza emessa da
ciascuna antenna. Le potenze irradiate non variano molto da impianto a impianto e generalmente non
superano i 200 W per le antenne GSM Dual Band e possono scendere fino a 50 W per le nuove antenne
UMTS. Con queste potenze, la zona nello spazio nella quale si possono trovare livelli di campo superiori ai
valori di tutela dell'attuale normativa (6 V/m)5 si estende per 40-80 metri davanti alle antenne, normalmente
al di sopra dei tetti dei palazzi vicini, in quanto le antenne sono progettate per ottenere un’irradiazione sul
piano orizzontale piuttosto che su quello verticale.
Un altro tipo di impianti per telecomunicazioni presenti sul territorio riguarda quelli preposti alla diffusione
dei segnali radio-televisivi. Essi ricevono il segnale da amplificare dagli studi di trasmissione tramite
impianti molto direttivi e di piccola potenza, in quanto sono comunemente posti in posizione sopraelevata al
di fuori dei centri abitati, in maniera da poter diffondere il segnale su aree abbastanza vaste per raggiungere il
maggior numero di utenti possibile. Per questo motivo, essi vengono generalmente alimentati con un segnale
elettrico di elevata potenza ed irradiano in maniera poco direttiva, generando un livello di campo
elettromagnetico fra i più elevati.
Vi sono infine i cosiddetti “ponti radio”, antenne dedicate alla trasmissione del segnale da un punto all’altro
(e quindi non alla “diffusione” verso gli utenti) che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti,
sia orizzontalmente che verticalmente, con potenze molto basse. Questo tipo di impianti generalmente non
comporta situazioni sensibili di inquinamento elettromagnetico.
Riguardo agli effetti sulla salute umana, le evidenze attualmente disponibili sulle conseguenze sanitarie
associate all’esposizione a campi generati a diverse frequenze non sono uniformi.
Per quanto riguarda l’esposizione a campi RF e MO, le uniche conseguenze sulla salute che siano state finora
dimostrate riguardano effetti biologici di tipo acuto (es: opacizzazione del cristallino, anomalie alla cornea,
4
5
OMS, maggio1998, Promemoria n. 193
V/m: volt su metro è l’unità di misura del campo elettrico.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
230 di 380
alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni nel sistema immunitario, ecc.), peraltro
causati da livelli di esposizione molto più alti rispetto a quelli che si incontrano negli ambienti di vita. Gli
studi epidemiologici sugli effetti a lungo termine invece sono ancora insufficienti per stabilire una
collegamento di tipo causa-effetto fra questo tipo di radiazioni e l’insorgere di patologie tumorali.
Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità 6 (OMS):
−
L'esposizione a campi RF e MO può causare riscaldamento o indurre correnti elettriche nei tessuti
corporei. Il riscaldamento costituisce la principale interazione dei campi al di sopra di circa 1 MHz.
Al di sotto di circa 1 MHz, l'azione dominante è l'induzione di correnti elettriche nel corpo.
−
Sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF e
MO abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro.
−
Sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente
per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi
RF e MO.
10.2.2. Impianti per la trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica
I campi elettromagnetici a bassa frequenza vengono tipicamente generati da tutti i conduttori di
alimentazione elettrica, che vanno dagli elettrodotti 7ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici.
Per quanto riguarda le linee preposte alla trasmissione e distribuzione di energia elettrica, esse sono
classificabili in funzione della tensione di esercizio come:
−
linee ad altissima tensione (380-220 kV), dedicate al trasporto dell’energia elettrica su grandi
distanze;
−
linee ad alta tensione (150-30 kV), per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica;
−
linee a media tensione (generalmente 20-10 KV), per la fornitura ad industrie, centri commerciali,
grandi condomini ecc.;
−
linee a bassa tensione (220-380V), per la fornitura alle piccole utenze, come le singole abitazioni.
La loro frequenza è sempre 50 Hz: a questa frequenza il campo elettrico e quello magnetico risultano
indipendenti; è così possibile trovare un campo elettrico molto intenso e assente quello magnetico o
viceversa.
In generale l’intensità del campo magnetico è proporzionale alla corrente elettrica passante nei conduttori,
mentre l’intensità del campo elettrico è proporzionale alla tensione di esercizio.
Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un buono
schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. All’interno degli
edifici si avrà quindi una riduzione del campo elettrico che sarà funzione dei materiali da costruzione e della
struttura. Per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa
produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione.
Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli
normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto al crescere della distanza dalla sorgente. Per
questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che
abitano in edifici vicini alla linea elettrica. Essendo l'intensità del campo magnetico direttamente
6
7
OMS, maggio1998, Promemoria n. 183
Elettrodotto: è l’insieme delle linee elettriche delle sottostazioni e delle cabine di trasformazione.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
231 di 380
proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano, esso varia di momento in
momento in funzione della potenza assorbita (i consumi).
A differenza di quanto osservato per le alte frequenze, gli studi sugli effetti dell’esposizione a campi ELF
hanno avuto uno sviluppo notevole, particolarmente negli ultimi anni. Le evidenze scientifiche attualmente
disponibili, e che hanno un peso dal punto di vista di sanità pubblica, riguardano soprattutto un possibile
incremento del rischio di leucemia infantile. Secondo stime effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità, “gli
studi epidemiologici suggeriscono un’associazione tra l’esposizione residenziale a campi magnetici a 50 Hz
e la leucemia infantile. Il nesso di causalità non è tuttavia dimostrato, sia a causa di limitazioni nel disegno
degli studi e nel controllo di potenziali fattori di confondimento, sia per il carattere contrastante dei dati
ottenuti mediante differenti procedure di valutazione dell’esposizione (...), sia infine a causa della mancanza
di un chiaro meccanismo d’azione per l’eventuale cancerogenicità dei campi magnetici di frequenza
industriale”.8
10.3.
Riferimenti normativi
10.3.1. Radiazioni ionizzanti
Il quadro generale normativo inerente le radiazioni ionizzanti, ed in particolare il loro impiego, la sicurezza, i
rischi connessi, e tutti gli ulteriori aspetti legati alla loro presenza, è caratterizzato dall'emanazione di una
notevole quantità di Leggi e Decreti in un continuo aggiornamento in linea con le evoluzioni della scienza e
della tecnologia, oltre ché della conoscenza.
In linea di principio si può affermare che la prima legge quadro risulta emanata nel 1962: Legge 31 dicembre
numero 1860 "Impiego pacifico dell'energia nucleare", la quale ha avuto il suo naturale sviluppo integrativo
nel 1964 con la pubblicazione del D.P.R. 13 febbraio 1964 numero 185 "Sicurezza degli impianti e
protezione sanitaria dei lavoratori e delle popolazioni contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti derivanti
dall'impiego pacifico dell'energia nucleare". Successivamente sono stati emanati diverse decine di decreti
applicativi inerenti gli aspetti puramente tecnici delle citate norme.
Fino ad arrivare al 1995, anno in cui viene pubblicato un Decreto Legislativo n. 230/95 che abroga le
precedenti norme e rappresenta l'attuazione di diverse direttive EURATOM sviluppate ed emanate nel corso
del periodo di attesa. Nel corso degli anni successivi, la mancata emanazione degli opportuni decreti
attuativi, a cui il D.Lgs 230/95 rimanda, implica il continuo riferimento degli operatori ai decreti applicativi
dell'oramai abrogato D.P.R. 185/64.
Ultimamente il quadro normativo generale è stato ulteriormente integrato con il recepimento di due
importanti direttive e la conseguente pubblicazione di due nuovi Decreti Legislativi (241/00 e 187/00) a
modificare il D.Lgs 230/95.
La principale normativa nazionale di riferimento è:
−
Decreto Legislativo 9 maggio 2001, n. 257, "Disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 26 maggio 2000, n. 241, recante attuazione della direttiva 96/59/EURATOM in materia di
protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni
ionizzanti".
8
vedi “Rapporto ISTISAN 98/31 Tumori e malattie neurodegenerative in relazione all’esposizione a campi elettrici e
magnetici a 50/60 Hz: rassegna degli studi epidemiologici”
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
232 di 380
−
Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241, "Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in
materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle
radiazioni ionizzanti".
−
Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 187, "Attuazione della direttiva 97/43/EURATOM in
materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad
esposizione mediche".
−
Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 230, "Attuazione delle direttive EURATOM n. 80/386,
84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti".
−
Decreto Legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, "Modificazioni alla disciplina sanzionatoria in
materia di lavoro".
10.3.2. Radiazioni non ionizzanti
Come già scritto in precedenza i campi elettromagnetici possono originare nell’organismo umano correnti
elettriche superficiali, il riscaldamento dei tessuti e tutta una serie di effetti associati alle esposizioni a breve
termine. Questi effetti sono ben documentati e compresi, e costituiscono la base per la definizione di limiti di
esposizione da parte di organismi internazionali come la Commissione Internazionale per la Protezione dalle
Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), limiti ripresi da molti paesi per le proprie normative nazionali.
E’ invece tuttora oggetto di dibattito scientifico la possibilità che questi effetti biologici si traducano, per la
loro natura ed entità, in effetti sanitari, cioè in danni per la salute. Gli interrogativi riguardano soprattutto gli
effetti a lungo termine (in particolare quelli cancerogeni) che sono stati suggeriti da alcuni studi
epidemiologici ma sono ancora lontani dall'essere provati.
In questo senso l’Italia ha attuato comunque una politica maggiormente cautelativa rispetto ad altri paesi,
adottando particolari precauzioni nei confronti degli effetti a lungo termine. Difatti con la legge n. 36 del 22
febbraio 2001, “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici.”, vengono date le definizioni di:
−
“limite di esposizione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico,
considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che
non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori ...”;
−
“valore di attenzione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico,
considerato come valore di immissione, che non deve essere, superato negli ambienti abitativi,
scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate [...]. Esso costituisce misura di cautela ai fini
della protezione da possibili effetti a lungo termine e deve essere raggiunto nei tempi e nei modi
previsti dalla legge”;
−
“obiettivi di qualità:
o i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per
l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, ...”;
o i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, definiti [...] ai fini della
progressiva minimizzazione dell'esposizione ai campi medesimi;”
Vengono quindi definiti tre livelli di indicatori in funzione delle diverse esigenze di protezione. La fissazione
dei diversi limiti viene demandata a decreti successivi.
Il DPCM 08/07/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
233 di 380
Hz) generati dagli elettrodotti.”, fissa i limiti di esposizione di 100 µT per l'induzione magnetica e 5 kV/m
per il campo elettrico, intesi come valori efficaci. Nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore
giornaliere, si assume per l'induzione magnetica il valore di attenzione di 10 µT, da intendersi come mediana
dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. Nella progettazione di nuovi
insediamenti o aree adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore, in prossimità di linee ed installazioni
elettriche già presenti nel territorio, è fissato l'obiettivo di qualità di 3 µT per il valore dell'induzione
magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio.
Valore
efficace
campo elettrico
(kV/m)
Limiti
Limiti di esposizione
Valore
di
attenzione
(mediana
dei
valori
misurati nell’arco di 24h)
Obiettivi
di
qualità
(mediana
dei
valori
misurati nell’arco di 24h)
di
Valore
efficace
di
induzione magnetica
(µT)
5
-
100
10
-
3
Tabella 140 - Limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per i campi elettro-magnetici alla
frequenza di rete generati dagli elettrodotti
Il DPCM del 08/07/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di
qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz” fissa i limiti per il campo elettrico, il campo
magnetico e la densità di potenza per le sorgenti a radiofrequenza, riprendendo le prescrizioni del DM
381/98:
Limiti
Frequenza f
(MHz)
Limiti
di
esposizione
0,1
÷3
> 3 ÷ 3.000
>
3.000
300.000
Limiti
attenzione
di
Valore efficace
di
campo
elettrico E
(V/m)
0,1
÷
÷ 300.000
Intensità
campo
magnetico
(A/m)
di
Densità
di
potenza
dell’onda piana
equivalente
(W/m2)
60
0,2
-
20
0,05
1
40
0,1
4
6
0,016
0,10 (solo per
le
frequenze
comprese
nell’intervallo
3 MHz
GHz)
÷
300
Tabella 141 - Limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per i campi elettro-magnetici con
ferquenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz
In corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore, i limiti suddetti vengono
ulteriormente ridotti, indipendentemente dalla frequenza, a 6 V/m per il campo elettrico, a 0,016 A/m per il
campo magnetico e, solo per le frequenze comprese tra 3 MHz e 300 GHz, a 0,1 W/m2 per la densità di
potenza. Gli stessi valori vengono fissati come obiettivi di qualità da raggiungersi all'aperto nelle aree
intensamente frequentate.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
234 di 380
In attuazione dei principi della Legge quadro 36/01 la Regione Marche ha emanato infine la Legge n. 25 del
13 novembre 2001 “Disciplina Regionale in materia di impianti fissi di radiocomunicazione al fine della
tutela ambientale e sanitaria della popolazione” che fra le altre:
−
prevede il rilascio di una concessione edilizia per l’installazione di nuovi impianti o per la modifica
di impianti preesistenti sia per emittenti radiofoniche e televisive sia per stazioni radio base per telefonia
mobile;
−
prevede che i Comuni adottino dei regolamenti per assicurare il corretto insediamento urbanistico e
territoriale degli impianti;
−
vieta l'installazione dei sistemi radianti relativi agli impianti di radiodiffusione 9 su:
o edifici destinati ad abitazioni, a luoghi di lavoro o ad attività diverse da quelle
specificatamente connesse all'esercizio degli impianti stessi;
o ospedali, case di cura e di riposo, edifici adibiti al culto, scuole ed asili nido, parchi pubblici,
parchi gioco, aree verdi attrezzate e impianti sportivi;
o in zone classificate dagli strumenti urbanistici come zone di interesse paesaggisticoambientale, storico architettonico, monumentale ed archeologico.
−
vieta l'installazione di impianti per telefonia mobile su:
o immobili vincolati o individuati dai Comuni come edifici di pregio storico-architettonico;
o ospedali, case di cura e di riposo, edifici adibiti al culto, scuole ed asili nido, parchi pubblici,
parchi gioco, aree, verdi attrezzate e impianti sportivi.
10.4.
Analisi dei dati
10.4.1. Monitoraggio delle radiazioni ionizzanti
Il controllo della radioattività ambientale in Italia è regolamentato dall'art. 104 del Decreto Legislativo 17
marzo 1995 n. 230. La struttura attuale di controllo prevede 3 livelli così suddivisi:
1)
reti locali: sono reti delegate al controllo attorno a centrali nucleari ed ad altri impianti di
particolare importanza;
2) reti regionali: sono reti delegate al controllo generale dei livelli di radioattività sul territorio
regionale;
3) reti nazionali: sono reti che hanno il compito di fornire il quadro dì riferimento generale della
situazione italiana.
Dopo l'incidente nucleare di Chernobyl, a seguito della circolare n. 2 del 03/03/87 del Ministero della Sanità,
sono stati istituiti in ogni Regione d'Italia (e nello specifico presso le ARPA) i Centri Regionali di
Riferimento per il Controllo della Radioattività Ambientale (CRR).
II compito dei CRR è quello di analizzare l'andamento spazio-temporale delle concentrazioni di radionuclidi
nelle matrici10 dei diversi comparti ambientali interessati alla diffusione della radioattività e al trasferimento
di questa all'uomo.
Di seguito si riportano i risultati delle attività di controllo per il 2003 effettuate dall’Unità Operativa
Ambientale del Dipartimento Prov.le di Ancona dell’ARPAM su:
9
Impianti di radiodiffusione: le antenne preposte alla diffusione dei segnali radio-televisivi.
Matrice ambientale: elementi fisico, chimico o biologico che compone un ambiente (ad es: aria, acqua, substrato
geologico, flora, fauna, ecc.)
10
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
235 di 380
1) particolato 11 atmosferico;
2) campioni alimentari;
3) campioni di acqua potabile.
Si riportano anche i risultati della campagna regionale di monitoraggio del gas radon nelle abitazioni,
effettuata dal CRR di Ancona negli anni 1991-1993 e viene altresì riportata l'attività svolta nel corso
dell'anno 2003, in questo settore.
10.4.2. Particolato atmosferico
Per il monitoraggio della radioattività dovuta a radionuclidi presenti nel particolato atmosferico, è stata
attivata dal mese di marzo 2003 una stazione di prelievo situata ad Ancona in via Colombo n. 106. Il sistema
adottato prevede l’aspirazione di aria con un campionatore ad alto volume (50-200 l/min) raccogliendo il
particolato presente su filtri appositi, che vengono sostituiti ogni 24 ore.
Dopo aver lasciato trascorrere almeno 5 giorni dal termine dell'aspirazione per permettere il decadimento di
gran parte dell'attività dovuta a radionuclidi di origine naturale, ovvero quelli con breve tempo di
decadimento, i filtri vengono dapprima sottoposti a misure di radioattività beta totale e successivamente ad
analisi di spettrometria gamma, secondo quanto previsto dalla Raccomandazione della Commissione
Europea n. 2000/473/Euratom del 08/06/2000. Le misure di radioattività beta totale vengono effettuate, per
un tempo di misura pari a 60 minuti con un contatore proporzionale a basso fondo.
In Tabella 142 si riportano i valori medi mensili e la concentrazione media annuale di radioattività beta totale
misurata nel corso dell’anno 2003. I valori vengono riportati in mBq 12 per m3.
marzo
0,34
Deviazione
standard 13
(mBq/m3)
± 0,11
aprile
0,28
± 0,14
maggio
0,39
± 0,15
giugno
0,53
± 0,20
luglio
0,35
± 0,15
agosto
0,58
± 0,17
settembre
0,50
± 0,22
ottobre
0,53
± 0,17
novembre
0,83
± 0,27
dicembre
0,41
± 0,19
Media annuale
0,50
± 0,24
Mese
Concentrazione di
attività (mBq/m3)
Tabella 142 - Concentrazione media mensile e annuale di radioattività beta totale artificiale per l'anno 2003,
fonte: ARPAM
In Figura 63 si riportano gli stessi valori sotto forma di grafico evidenziando anche gli intervalli relativi alla
deviazione standard.
11
Particolato: termine generale che indica le sostanze presenti in aria sottoforma di particelle solide o liquide
mBq: si fa riferimento al Becquerel, unità di misura dell'attività nucleare adottata a livello internazionale e
corrispondente alla disintegrazione di un nucleo al secondo.
13
Deviazione standard: è il grado di dispersione dei valori che concorrono a generare una media. Maggiore è il suo
valore e maggiore è la dispersione dei dati concorrenti.
12
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
236 di 380
Concentrazione m edia m ensile di attività beta totale artificiale
1,20
1,00
mBq/m3
0,80
0,60
0,40
0,20
dicembre
novembre
ottobre
settembre
agosto
luglio
giugno
maggio
aprile
marzo
0,00
Figura 63 - Concentrazione media mensile e annuale di radioattività beta totale artificiale per l'anno 2003
Questi valori risultano estremamente bassi e in particolare il valore medio annuale risulta circa 1400 volte
più basso rispetto al limite derivato di concentrazione di attività pari a 0,74 Bq/m3, valore previsto in base
alla normativa italiana.
Nel corso del 2003 non sono state eseguite misure di spettrometria gamma sui filtri a causa della non
disponibilità del rivelatore al germanio utilizzato normalmente allo scopo.
10.4.3. Alimenti
II controllo della radioattività negli alimenti viene effettuata da ARPAM sulla base di campioni prelevati
dagli organi di vigilanza, quali le Aziende Sanitarie Locali, l'Ufficio di Sanità Marittima ed Aerea del
Ministero della Salute, i NAS dei Carabinieri oppure inviati da singoli privati che necessitano di ottenere
certificati che attestino il livello di radioattività dei loro prodotti destinati all'esportazione.
In data 28/04/03 è stato emanato il Decreto n. 21 del Dirigente del Servizio Veterinaria, Igiene, Sicurezza e
Qualità Nutrizionale degli Alimenti della Regione Marche in cui viene fissato il piano di campionamento
regionale per il controllo della radioattività negli alimenti. Nel suddetto Decreto vengono definite per ogni
matrice i seguenti dati:
1)
2)
3)
4)
5)
i prodotti alimentari da campionare
la periodicità di campionamento
la quantità da prelevare
i punti di prelievo consigliati
le ASL interessate al campionamento
il numero totale di prodotti alimentari da campionare, nell'arco di un anno, da parte dei Dipartimenti di
Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali della Regione Marche è pari a 163. Le analisi vengono effettuate
presso il laboratorio del CRR mediante spettrometria gamma utilizzando dei rivelatori al germanio.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
237 di 380
Attualmente nell'Unione Europea è in vigore il Regolamento (CE) n. 616/2000, che proroga fino al 2010 il
Regolamento (CEE) n. 737/90 relativo alle condizioni di importazione di prodotti agricoli originari da paesi
terzi, a seguito dell'incidente verificatosi presso la centrale nucleare di Chernobyl;
Nel suddetto Regolamento vengono riconfermati i limiti di radioattività massima cumulata di Cs-134 e Cs13714, già previsti dal precedente Regolamento 737/90, che sono pari a:
−
370 Bq/kg per i prodotti lattiera caseari nonché per le derrate alimentari destinate all'alimentazione
particolare dei lattanti durante i primi 4-6 mesi di vita;
−
600 Bq/kg per tutti gli altri prodotti interessati.
Dal momento che il Cs-134 ha un tempo di dimezzamento fisico di 2 anni, esso risulta completamente
decaduto in tutti i campioni alimentari analizzati (visto che sono trascorsi 17 anni dall'incidente nucleare di
Chernobyl), per cui i livelli di concentrazione di attività di questo radionuclide, nei suddetti campioni, sono
sempre inferiori all’errore strumentale.
Al contrario il Cs-137, che ha un tempo di dimezzamento fisico di 30 anni, risulta essere ancora presente in
taluni campioni, come per esempio i tartufi ed i funghi. Su scala regionale, i livelli di concentrazione di
attività di Cs-137 nei campioni prelevati da privati nel corso dell'anno 2003 sono compresi tra 5,34 Bq/kg
(riferiti al peso fresco) e 247,99 Bq/kg (riferiti al peso secco), per quanto riguarda i funghi del tipo "boletus
edulis", mentre per quanto riguarda i tartufi i livelli di concentrazione di attività per il Cs-137 sono compresi
tra 0,78 Bq/kg per il tipo "tuber aestivum vitt." e 14,02 Bq/kg per il tipo "tuber melanosporum vitt.". Tali
livelli di concentrazione dì attività risultano comunque inferiori al limite di 600 Bq/kg fissati dal regolamento
europeo precedentemente citato.
In Tabella 143 si riportano i risultati delle analisi eseguite sui campioni alimentari prelevati dai Dipartimenti
di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali della regione, per i quali viene indicata la località di prelievo,
il radionuclide analizzato, la concentrazione di attività AC espressa in Bq/Kg o Bq/l per il latte vaccino e
l’incertezza estesa UAc anch’essa espressa in espressa in Bq/Kg o Bq/l, con un fattore di copertura K=2.
Quando il valore della concentrazione di attività AC è preceduto dal simbolo "<" significa che la
concentrazione di attività è inferiore alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) che è un indice della
sensibilità strumentale. Il valore della M.A.R. è diverso per ogni misura e per ogni radionuclide, in quanto
dipende dal tempo di conteggio, dalla massa del campione, dal fondo strumentale e dall'efficienza del
sistema di misura. Quando la concentrazione di attività è inferiore alla M.A.R. non viene riportata
l'incertezza estesa UAc.
Viene riportato solamente il valore di concentrazione di attività relativo al radionuclide Cs-137, mentre per
quanto riguarda il latte viene riportata anche la concentrazione dì attività del K-40 15(come controllo di
qualità dei metodo usato), così come previsto nella raccomandazione europea 2000/437/Euratom del
08/06/2000.
AC
(Bq/Kg
o Bq/l)
Falconara M.ma
27/11/2003
Cs-137
< 0,67
UAc
(Bq/Kg
o Bq/l)
n.a.
Osimo
28/07/2003
Cs-137
< 0,97
n.a.
Jesi
14/07/2003
Cs-137
< 0,56
n.a.
Località
Carne bovina
Vitellone
Grano duro locale
Grano duro locale
15
Radionuclide
Prodotto
Cereali
14
Data
Categoria
Cs-134 e Cs-137: radioisotopi di origine artificiale
K-40: isotopo radioattivo del potassio
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
238 di 380
Prodotto
Località
Data
Radionuclide
AC
(Bq/Kg
o Bq/l)
Grano tenero locale
Senigallia
01/04/2003
Cs-137
< 0,26
UAc
(Bq/Kg
o Bq/l)
n.a.
Grano tenero locale
Ripe
01/04/2003
Cs-137
< 0,45
n.a.
Farina G.T. "0"
Monsano
22/01/2003
Cs-137
< 0,13
n.a.
Farina G.T. "0"
Sassoferrato
01/12/2003
Cs-137
< 0,64
n.a.
Pasta integrale G.D.
Monsano
22/01/2003
Cs-137
< 0,14
n.a.
Arance
Fabriano
02/05/2003
Cs-137
< 0,07
n.a.
Arance (AN)
Camerano
12/04/2003
Cs-137
< 0,12
n.a.
Arance (MC)
Ancona
11/04/2003
Cs-137
< 0,17
n.a.
Arance
Osimo
05/12/2003
Cs-137
< 0,36
n.a.
Arance (Sicilia)
Jesi
02/12/2003
Cs-137
< 0,93
n.a.
Arance
Fabriano
05/03/2003
Cs-137
< 0,25
n.a.
Kiwi (Italia)
Osimo
02/05/2003
Cs-137
< 0,19
n.a.
Mele
Ancona
11/07/2003
Cs-137
< 0,09
n.a.
Mele
Fabriano
15/10/2003
Cs-137
< 0,64
n.a.
Mele (MC)
Ancona
11/04/2003
Cs-137
< 0,30
n.a.
Mele (FO)
Ancona
22/01/2003
Cs-137
< 0,11
n.a.
Mele (Locali)
Ancona
08/04/2003
Cs-137
< 0,20
n.a.
Mele (TN)
Monsano
29/09/2003
Cs-137
< 0,39
n.a.
Mele
Genga
04/12/2003
Cs-137
< 0,52
n.a.
Mele (Locali)
Castelfidardo
28/02/2003
Cs-137
< 0,22
n.a.
Mele (Locali)
Castelfidardo
24/04/2003
Cs-137
< 0,10
n.a.
Mele (Locali)
Osimo
24/05/2003
Cs-137
< 0,11
n.a.
Mele (AP)
Fabriano
03/09/2003
Cs-137
< 0,50
n.a.
Pere (FO)
Ancona
21/02/2003
Cs-137
< 0,13
n.a.
Pere (Emilia-Romagna)
Jesi
20/06/2003
Cs-137
< 0,37
n.a.
Pere (FO)
Ancona
21/02/2003
Cs-137
< 0,16
n.a.
Pesche (locali)
Jesi
07/07/2003
Cs-137
< 0,32
n.a.
Susine (Emlia-Romagna)
Ancona
31/07/2003
Cs-137
< 1,23
n.a.
Latte crudo
Jesi
12/08/2003
Cs-137
< 0,86
n.a.
Latte crudo
Jesi
12/08/2003
k-40
47,59
n.a.
Latte crudo
Jesi
03/12/2003
Cs-137
< 0,28
n.a.
Latte crudo
Jesi
04/12/2003
k-40
49,28
n.a.
Miele (locale)
Ancona
23/09/2003
Cs-137
< 0,83
n.a.
Miele (locale)
Ancona
23/09/2003
Cs-137
< 0,50
n.a.
Pesce
Alici (adriatico)
Ancona
17/09/2003
Cs-137
< 0,59
n.a.
Spezie
Pepe nero
Genga
25/02/2003
Cs-137
1,03
0,34
Vegetali
Carote biologiche (AP)
Ancona
10/10/2003
Cs-137
< 0,30
n.a.
Bietola
Ancona
21/03/2003
Cs-137
< 0,22
n.a.
Bietola (AP)
Ancona
26/02/2003
Cs-137
< 0,17
n.a.
Bietola (locale)
Loreto
24/02/2003
Cs-137
< 0,01
n.a.
Bietola (FO)
Ancona
23/04/2003
Cs-137
< 0,21
n.a.
Bietola (locale)
Castelfidardo
24/04/2003
Cs-137
< 0,19
n.a.
Ceci
Agugliano
29/04/2003
Cs-137
< 0,04
n.a.
Cicoria (locale)
Ancona
22/01/2003
Cs-137
< 0,13
n.a.
Categoria
Derivati dei cereali
Frutta
Latte vaccino
Miele
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
239 di 380
Categoria
Prodotto
Località
Data
Radionuclide
AC
(Bq/Kg
o Bq/l)
Fagioli (Cina)
Fabriano
17/06/2003
Cs-137
< 0,42
UAc
(Bq/Kg
o Bq/l)
n.a.
Fagioli (FO)
Numana
29/01/2003
Cs-137
< 0,18
n.a.
Fagioli (PG)
Castelfidardo
25/02/2003
Cs-137
< 0,05
n.a.
Fagioli (Argentina)
Fabriano
30/04/2003
Cs-137
< 0,23
n.a.
Finocchi (locali)
Camerano
12/04/2003
Cs-137
< 0,09
n.a.
Insalata
Agugliano
01/03/2003
Cs-137
< 0,01
n.a.
Insalata (locale)
Chiaravalle
16/01/2003
Cs-137
< 0,19
n.a.
Insalata
Jesi
19/11/2003
Cs-137
< 0,05
n.a.
Insalata (locale)
Ripe
12/05/2003
Cs-137
< 0,14
n.a.
Insalata
Ancona
17/10/2003
Cs-137
< 0,46
n.a.
Insalata (locale)
Loreto
25/02/2003
Cs-137
< 0,17
n.a.
Insalata (locale)
Ancona
08/04/2003
Cs-137
< 0,08
n.a.
Insalata
Ancona
21/03/2003
Cs-137
< 0,11
n.a.
Insalata (BO)
Ancona
14/11/2003
Cs-137
< 0,66
n.a.
Lenticchie (Canada)
Fabriano
23/01/2003
Cs-137
< 0,16
n.a.
Lenticchie (FO)
Numana
29/01/2003
Cs-137
< 0,13
n.a.
Lenticchie
Falconara M.ma
04/04/2003
Cs-137
< 0,15
n.a.
Origano foglie
Ancona
19/03/2003
Cs-137
< 1,20
n.a.
Papavero semi
Osimo
19/03/2003
Cs-137
< 0,31
n.a.
Piselli (locali)
Chiaravalle
22/05/2003
Cs-137
< 0,11
n.a.
Pomodori
Loreto
24/02/2003
Cs-137
< 0,01
n.a.
Pomodori
Jesi
20/06/2003
Cs-137
< 0,24
n.a.
Pomodori
Ancona
16/05/2003
Cs-137
< 0,18
n.a.
Pomodori (LT)
Fabriano
03/09/2003
Cs-137
< 0,32
n.a.
Pomodori (Sicilia)
Falconara M.ma
20/11/2003
Cs-137
< 0,63
n.a.
Verza (locale)
Falconara M.ma
15/01/2003
Cs-137
< 0,16
n.a.
Zucchine
Ancona
20/03/2003
Cs-137
< 0,50
n.a.
Tabella 143 - Analisi eseguite su campioni alimentari, fonte:ARPAM
Per tutti i campioni alimentari prelevati dalle Aziende Sanitarie Locali, è possibile vedere come i livelli dì
concentrazione di attività relativi al Cs-137 siano sempre inferiori alle M.A.R., tranne per un campione di
pepe nero prelevato a Genga, il cui valore è appena superiore alla M.A.R. e risulta pari a 1,03 Bq/kg, quindi
ben al di sotto del limite di 600 Bq/Kg.
10.4.4. Acqua potabile
Nel corso dell'anno 2003 sono stati prelevati dal Servizio igiene degli Alimenti e della Nutrizione
dell'Azienda U.S.L n. 7 di Ancona 65 campioni di acqua potabile.
In Tabella 144 viene riportato l’elenco dei campioni di acqua potabile analizzati, indicando la località, la data
di campionamento, il radionuclide e il valore di concentrazione di attività AC. Essi sono stati sottoposti dal
ARPAM a controllo della radioattività di origine artificiale, mediante analisi di spettrometria gamma, senza
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
240 di 380
effettuare alcun pretrattamento sui campioni. I livelli di concentrazione di attività di Cs-137 rilevati sono tutti
inferiori alle Minime Attività Rilevabili (MAR.) e variano tra 0,004 Bq/l e 1,04 Bq/l.
Essi dipendono, come già detto in precedenza, dalla quantità di campione analizzato e dal tipo di rivelatore
utilizzato, a parità di tempo di conteggio utilizzato.
Tali livelli risultano inferiori al valore di 11 Bq/l che rappresenta il livello derivato di concentrazione
di attività per ingestione, riferito al radionuclide Cs-137 per la classe d'età maggiore di 17 anni.
Tale dato è stato tratto da una pubblicazione dell'Istituto Superiore di Sanità che, su incarico della
Commissione dell'Unione Europea, ha calcolato i livelli di riferimento derivati di concentrazione di attività
per ingestione di acqua potabile, relativi ai vari radionuclidi e alle diverse classi d'età, utilizzando il valore di
dose totale indicativa di 0,10 mSv16/anno (definito dalla Direttiva Europea 98/83/CE), i coefficienti di dose
della Direttiva Euratom 96/29 ed opportune ipotesi sui consumi annuali17.
Località
Data
Rn
Numana
via Azalee
07/05/2003
Cs-137
< 0,30
Loreto
via Carpine
08/05/2003
Cs-137
< 0,34
Osimo
Aspio
12/05/2003
Cs-137
< 0,32
Castelfidardo
P.zz S. Pellico
27/05/2003
Cs-137
< 0,32
Osimo
Stazione
27/05/2003
Cs-137
< 0,30
Loreto
Stazione
28/05/2003
Cs-137
< 0,32
Castelfidardo
via Brancondi
04/06/2003
Cs-137
< 0,28
Osimo
Passatempo
04/06/2003
Cs-137
< 0,39
Falconara
Guastaglia
18/06/2003
Cs-137
< 0,27
18/06/2003
Cs-137
< 0,30
Massignano
Ac (Bq/l)
Loreto
via Carpine
19/06/2003
Cs-137
< 0,27
Castelfidardo
via G. Da Fabriano
24/06/2003
Cs-137
< 0,33
Osimo
Passatempo
24/06/2003
Cs-137
< 0,33
Loreto
via Altotting
25/06/2003
Cs-137
< 0,34
Massignano
Ancona
04/07/2003
Cs-137
< 0,32
Castelfidardo
P.zz S. Pellico
09/07/2003
Cs-137
< 0,30
Osimo
Passatempo
09/07/2003
Cs-137
< 0,29
Falconara
Guastaglia
10/07/2003
Cs-137
< 0,29
Loreto
via Rosario
10/07/2003
Cs-137
< 0,33
Loreto
via Altotting
23/07/2003
Cs-137
< 0,51
Castelfidardo
Sede CIGAD
24/07/2003
Cs-137
< 0,71
Osimo
Aspio
24/07/2003
Cs-137
< 0,63
Osimo
Centro
04/08/2003
Cs-137
< 0,56
Numana
via Milano
05/08/2003
Cs-137
< 0,71
Loreto
via Montorso
06/08/2003
Cs-137
< 0,52
Falconara
Guastaglia
22/08/2003
Cs-137
< 0,76
Massignano
Ancona
22/08/2003
Cs-137
< 0,54
Falconara
Guastaglia
29/08/2003
Cs-137
< 0,55
Massignano
Ancona
29/08/2003
Cs-137
< 0,41
16
Sievert: unità di misura dell'equivalente di dose e dell'equivalente di dose efficace; 1 Sv = 1 J.kg-1.
Vedi S. Risica, S. Grande, Council Directive 98/83/EC on the quality of water intended for human consumption:
calculation of derived acitivity concentrations, Rapporti ISTISAN 00/16, Roma, 2000
17
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
241 di 380
Località
Data
Rn
Osimo
Aspio
01/09/2003
Cs-137
Ac (Bq/l)
< 0,80
Numana
via Azalee
09/09/2003
Cs-137
< 0,71
Loreto
via Altotting
11/09/2003
Cs-137
< 0,15
Massignano
Ancona
18/09/2003
Cs-137
< 0,45
Loreto
via Asdrubali
25/09/2003
Cs-137
< 0,89
Falconara
Guastaglia
26/09/2003
Cs-137
< 0,82
Massignano
Ancona
26/09/2003
Cs-137
< 0,73
Castelfidardo
Sede CIGAD
30/09/2003
Cs-137
< 1,04
Osimo
Passatempo
30/09/2003
Cs-137
< 0,37
Massignano
Ancona
17/10/2003
Cs-137
< 0,30
Osimo
Aspio
20/10/2003
Cs-137
< 0,88
Falconara
Guastaglia
23/10/2003
Cs-137
< 0,35
Loreto
via Rosario
23/10/2003
Cs-137
< 0,90
Massignano
Ancona
23/10/2003
Cs-137
< 0,92
Castelfidardo
via Battisti
28/10/2003
Cs-137
< 0,15
Loreto
via Asdrubali
06/11/2003
Cs-137
< 0,88
Massignano
Ancona
06/11/2003
Cs-137
< 0,20
Sirolo
via Giulietti
11/11/2003
Cs-137
< 0,83
Osimo
Centro
13/11/2003
Cs-137
< 0,32
Massignano
Ancona
17/11/2003
Cs-137
< 0,35
Falconara
Guastaglia
20/11/2003
Cs-137
< 0,30
Castelfidardo
Sede CIGAD
24/11/2003
Cs-137
< 0,36
Massignano
Ancona
24/11/2003
Cs-137
< 0,16
Osimo
Padaglione
24/11/2003
Cs-137
< 0,31
Falconara
Guastaglia
25/11/2003
Cs-137
< 0,28
Loreto
via Rosario
26/11/2003
Cs-137
< 0,35
Osimo
Aspio
01/12/2003
Cs-137
< 0,36
Sirolo
via Giulietti
02/12/2003
Cs-137
< 0,31
Loreto
Stazione
03/12/2003
Cs-137
< 0,42
Massignano
Ancona
04/12/2003
Cs-137
< 0,20
Massignano
Ancona
12/12/2003
Cs-137
< 0,22
Castelfidardo
via G. Da Fabriano
15/12/2003
Cs-137
< 0,09
Osimo
Passatempo
15/12/2003
Cs-137
< 0,02
Loreto
via Altotting
17/12/2003
Cs-137
< 0,011
Massignano
Ancona
17/12/2003
Cs-137
< 0,008
Falconara
Guastaglia
18/12/2003
Cs-137
< 0,004
Tabella 144 - Analisi eseguite su campioni di acqua potabile, fonte:ARPAM
10.4.5. Radon
Per quanto riguarda il gas radon, la normativa attualmente vigente in Italia prevede la misura della
concentrazione in aria solo per i luoghi di lavoro. Tale normativa fissa anche un livello di azione pari a 500
Bq/m3, come valore medio di esposizione annuale per i luoghi di lavoro sotterranei ed in zone ad alto rischio
radon, che devono essere individuate dalle Regioni (entro il 31/08/2005), secondo quanto previsto dall'art.
10-sexies del D. Lgs. n. 230/1995 e s.m.i.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
242 di 380
A differenza di quanto avviene in altri Paesi, in Italia non esiste né una normativa riguardante l'esposizione al
radon nelle abitazioni né una normativa specifica sulla radioattività naturale applicabile ai materiali da
costruzione.
Esiste però sin dal 1990 la raccomandazione europea 90/143/Euratom concernente la tutela della popolazione
contro l'esposizione al radon negli ambienti chiusi. Tale raccomandazione fissa:
1) per gli edifici esistenti un livello di azione di 20 mSv/anno, considerati equivalenti a 400 Bq/m3 di
concentrazione media annua di gas radon;
2) per gli edifici da costruire un livello di progettazione (cioè un valore da non superare) di 10 mSv/anno,
considerati equivalenti a 200 Bq/m3 di concentrazione media annua di gas radon.
Nelle Marche la concentrazione media regionale di gas radon, ottenuta nell'indagine effettuata nel corso degli
anni 1991-1993 dal CRR, in collaborazione con l'ANPA (oggi APAT) e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), è
risultata pari a 29 ± 2 Bq/m3.
Tale livello risulta essere fra quelli più bassi rilevati nelle varie regioni d'Italia. La media nazionale è infatti
pari a 70 ± 1 Bq/m3.
Tale indagine è stata effettuata su un campione di 239 abitazioni, dislocate in 12 comuni della Regione.
Il 90% delle abitazioni prese in esame ha presentato livelli inferiori a 50 Bq/m inoltre non si è evidenziata
alcuna situazione di superamento del valore di riferimento di 400 Bq/m3, suggerito dalla Raccomandazione
90/143/EURATOM della Commissione Europea, per gli edifici esistenti.
10.4.6. Impianti radiotelevisivi
In Tabella 145 si riporta il numero di siti sede di impianti radiotelevisivi (RTV), il numero di impianti stessi
(in quanto può capitare che uno stesso sito ne ospiti diversi), il numero di impianti normalizzato rispetto alla
superficie e alla popolazione, la potenza totale installata e la potenza media per impianto. Vengono riportati i
valori relativi alla Provincia di Ancona riferiti all’anno 2003, confrontati con i valori relativi alla Regione
Marche e all’Italia riferiti però all’anno 2002. Questo confronto risulta accettabile in quanto il numero di
impianti e la potenza complessiva installata dovrebbero risultare abbastanza stabili da un anno all’altro.
I valori relativi al territorio italiano e della regione marche sono stati ricavati dall’Annuario dei Dati
Ambientali 2003 edito da APAT, mentre i dati relativi alla Provincia di Ancona sono stati forniti da ARPA
Marche, a cui la Legge Regionale 25/01 ha conferito le funzioni di controllo dei livelli di esposizione ai
campi elettromagnetici prodotti dagli impianti di radio-telecomunicazione e di mantenimento del “Catasto
regionale degli impianti irradianti campi elettrici magnetici ed elettromagnetici” (vedi articoli 10 e 6 della 13
L.R. 13 novembre 2001 n. 25).
La situazione italiana deriva in realtà da una media basata sui dati di tutte le regioni per le quali sono
disponibili (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna,
Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata), in maniera tale da poterli confrontare con quelli
della Provincia di Ancona.
N. siti
impianti
N.
impianti
N. impianti per unità di
superficie (n./km2)
N. impianti/10.000
ab.
P tot
(kW)
Territorio
Anno
Provincia di Ancona
2003
114
248
0,13
5,53
251
Marche
2002
308
1.334
0,14
9,10
553
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
243 di 380
Territorio
Anno
Italia 18
2002
N. siti
impianti
N.
impianti
5.687
N. impianti per unità di
superficie (n./km2)
21.994
N. impianti/10.000
ab.
0,10
5,64
P tot
(kW)
11.738
Tabella 145 - Impianti RTV, fonte: ARPAM e APAT
Come si vede anche da Figura 64, la densità degli impianti in Provincia di Ancona (0,13 impianti per km2)
risulta analoga al valore regionale (0,14 impianti per km2) e di poco superiore a quello nazionale (0,10
impianti per km2). Per quanto riguarda il numero di impianti rispetto alla popolazione, si vede come il valore
relativo alla provincia di Ancona (5,53 impianti ogni 10.000 ab.) sia poco più basso di quello nazionale (9,10
impianti ogni 10.000 ab.) e minore di quasi il 40% rispetto al corrispettivo valore regionale (5,64 impianti
ogni 10.000 ab.). Bisogna notare però come la categoria “impianti radio-televisivi” comprenda antenne di
tipologie e potenze irradiate molto diverse le une dalle altre (così come spiegato nel paragrafo 10.2.1) e che
quindi una calcolo della densità o del numero di antenne in funzione della popolazione non sia da solo
sufficiente per valutare un fenomeno complesso come quello dell’esposizione ai campi elettro-magnetici.
E’ utile quindi conoscere la reale situazione dei superamenti dei limiti di legge nelle zone circostanti ai
singoli siti sede di installazioni radio-televisive.
Densità impianti RTV
Num. di impianti RTV ogni 10.000 ab.
0,14
0,12
n./10.000 ab.
n./kmq
0,10
0,08
0,06
0,04
0,02
0,00
Provincia di
Ancona
Marche
Italia
Figura 64 - Densità impianti RTV
10,00
9,00
8,00
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
Provincia di
Ancona
Marche
Italia
Figura 65 - Impianti RTV ogni 10.000 ab.
In Tabella 146 si riportano il numero di pareri preventivi e delle attività di controllo su impianti RTV
effettuati da ARPAM per l’anno 2003 nell’ambito delle funzioni che le sono state conferite dalla normativa
regionale. I pareri preventivi riguardano la modifica o l’installazione di nuovi impianti. Le attività di
controllo sono suddivise in:
−
verifiche strumentali, cioè utilizzando strumenti di misura direttamente presso i siti di installazione
degli impianti;
−
calcoli teorici, cioè utilizzando modelli di calcolo in grado di valutare l’intensità dei campi elettro-
magnetici nello spazio circostante le sorgenti.
Tipo di attività
Numero
18
I valori n. di siti, n. di impianti e P tot. non sono riferiti a tutto il territorio nazionale, ma risultano da una somma dei
valori relativi a quelle regioni (vedi Annuario dei Dati Ambientali 2003 edito da APAT) per cui erano disponibili alla
stesura di questo documento.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
244 di 380
Pareri preventivi
2
Interventi di controllo (con verifiche strumentali)
26
Interventi di controllo (con calcoli teorici)
72
Tabella 146 - Attività di controllo su emittenti radio-televisive, Fonte: ARPAM
In seguito alle attività di controllo sono state verificate delle situazioni di superamento dei limiti di
esposizione, la cui situazione aggiornata all’anno 2003 viene riportata in Tabella 147. Vengono riportate:
−
il nome della località in cui vi è il sito sede di installazioni di tipo RTV presso cui è stato verificato il
superamento dei limiti di legge;
−
il tipo di superamento, in quanto il DPCM 08/07/2003 prevede diversi limiti di esposizione in
funzione della frequenza del campo elettro-magnetico ma anche della presenza o meno di edifici con
permanenze prolungate di umani nelle vicinanze (vedi paragrafo 0).
Sito
Tipo di superamento
Stato del risanamento
Ancona - Località Massignano
6 V/m
programmato
Ancona - Località Massignano
20 V/m
programmato
Ancona - Località Montagnolo
6 V/m
programmato
Ancona - Località Montagnolo
20 V/m
programmato
Ancona - via Panoramica
6 V/m
programmato
Senigallia - Località Scapezzano
6 V/m
concluso nell’anno 2003 con la delocalizzazione
delle emittenti in due nuovi siti: Monte Solazzi e
via delle Cone
Tabella 147 - Situazione superamenti limiti di emissione delle emittenti RTV, Fonte: ARPAM
Dalla tabella si evince come si siano situazioni di superamento in quattro siti diversi:
−
Ancona - Località Massignano
−
Ancona - Località Montagnolo
−
Ancona - via Panoramica
−
Senigallia - Località Scapezzano
In tutti e quattro è stato superato il limite di attenzione di 6 V/m (inteso come valore efficace del campo
elettrico) da considerarsi all’interno, su balconi, su terrazzi e in cortili di edifici adibiti a permanenze di
persone per più di quattro ore giornaliere. Per i siti in località Massignano e Montagnolo è stato rilevato
anche il superamento del limite di esposizione di 20 V/m (inteso come valore efficace del campo elettrico)
relativo ai campi con frequenze comprese fra i 3 MHz e i 3 GHz.
Per i siti nei pressi di Ancona il risanamento è stato programmato, mentre per il sito in località Scapezzano
nei pressi di Senigallia è stato già concluso con la delocalizzazione delle emittenti in due nuovi siti presso il
Monte Solazzi e in via delle Cone.
10.4.7. Stazioni radio base
In Tabella 148 si riporta il numero di siti sede di Stazioni Radio Base (SRB), il numero di impianti stessi (in
quanto può capitare che uno stesso sito ne ospiti diversi), il numero di impianti normalizzato rispetto alla
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
245 di 380
superficie e alla popolazione e la potenza totale installata. Vengono riportati i valori relativi alla Provincia di
Ancona riferiti all’anno 2003, confrontati con i valori relativi all’Italia riferiti però all’anno 2002.
La situazione italiana deriva in realtà da una media basata sui dati di tutte le regioni per le quali sono
disponibili (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna), in maniera tale da poterli confrontare con quelli della
Provincia di Ancona.
Territorio
Anno
Provincia
di Ancona
Italia
N siti
impianti
N.
impianti
N. impianti
per unità
di
superficie
(n./km2)
N.
impianti/10.000
ab.
P tot (kW)
2003
153
178
0,09
3,97
21
2002
21.723
18.491
0,10
5,11
2.153
Tabella 148 - Impianti SRB, fonte: ARPAM e APAT
Come si può vedere in Figura 66 il numero di impianti sul territorio della provincia di Ancona è più basso
(0,09 impianti per km2) rispetto alla media italiana (0,10 impianti per km2). Per quanto riguarda il numero di
impianti rispetto alla popolazione totale si può vedere come il valore riferito alla Provincia di Ancona sia
minore (3,97 impianti ogni 10.000 ab.) rispetto a quello Italiano (5,11 impianti ogni 10.000 ab.).
D ensit à imp iant i SR B
Num. di impianti SRB ogni 10.000 ab.
0,12
6,00
0,10
5,00
N./kmq.
0,08
0,06
0,04
0,02
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
Provincia di Ancona
It alia
0,00
Provincia di Ancona
Figura 66 - Densità impianti SRB
Italia
Figura 67 - Impianti SRB ogni 10.000 ab.
E’ interessante notare come la potenza media degli impianti SRB in provincia di Ancona e in Italia risulti
analoga (vedi Figura 68) e poco elevata. Come già spiegato nel paragrafo 10.2.1 gli impianti di questo tipo
non presentano grosse differenze gli uni dagli altri nelle caratteristiche del campo elettro-magnetico generato
e sono generalmente caratterizzati da potenze che non superano i 200 W.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
246 di 380
Pot enza media impiant i SRB
120
100
80
60
40
20
0
Provincia di Ancona
It alia
Figura 68 - Potenza media impianti SRB
Inoltre si può calcolare come la potenza totale degli impianti SRB (circa 21 kW) installati nella provincia di
Ancona sia minore di quasi 12 volte rispetto a quella degli impianti RTV (circa 251 kW).
I pareri preventivi e gli interventi di controllo effettuati da ARPAM nell’anno 2003 sugli impianti SRB in
Provincia di Ancona sono riassunti in Tabella 149. Nessuna delle attività di controllo ha evidenziato un
superamento dei limiti di legge.
Tipo di attività
Numero
Pareri preventivi
98
Interventi di controllo (con verifiche strumentali)
46
Interventi di controllo (con calcoli teorici)
27
Tabella 149 - Pareri preventivi e interventi di controllo su impianti SRB, Fonte: ARPAM
10.4.8. Impianti per la trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica
L’emissione di onde elettro-magnetiche a bassa frequenza è principalmente dovuta al sistema di produzione,
distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica. L’intensità del campo magnetico è proporzionale alla corrente
elettrica passante nei conduttori, mentre l’intensità del campo elettrico è proporzionale alla tensione di
esercizio.
Per quanto riguarda la rete di trasporto e distribuzione, l’entità del campo elettro-magnetico generato è
generalmente proporzionale alla tensione della linea.
In Tabella 150 si riportano i km di terna19 relativi alle linee per il trasporto di corrente elettrica a 220 kV e
380 kV in provincia di Ancona, nelle Marche e in Italia. Vengono riportate anche le lunghezze normalizzate
rispetto alla superficie territoriale.
Ancona
Marche
Italia
Lunghezza (km)
220 kV
15
99
11.705
Lunghezza (km)
380 kV
68
220
9.891
Lunghezza/Superficie
(km/100 km2) 220 kV
Lunghezza/Superficie
(km/100 km2) 380 kV
0,8
1,0
3,9
3,5
2,3
3,3
19
Terna: termine usato con riferimento alle linee elettriche che trasportano energia con tre diversi conduttori o fasci di
conduttori.
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
247 di 380
Tabella 150 - Linee elettriche (terne) ad altissima tensione, Fonte: GRTN
Come si può vedere anche dalla Figura 69 la densità di linee elettriche a 220 kV (0,8 km ogni 100 km2 di
territorio) in Provincia di Ancona risulta minore del corrispettivo valore regionale (1 km ogni 100 km2 di
territorio) e nazionale (3,9 km ogni 100 km2 di territorio).
Per quanto riguarda le linee elettriche con tensione di 380 kV si vede invece come per la provincia di Ancona
vi sia un valore (3,5 km ogni 100 km2 di territorio) di poco superiore (circa il 6%) a quello nazionale (3,3 km
ogni 100 km2 di territorio) e superiore anche al corrispettivo regionale (2,3 km ogni 100 km2 di territorio).
Densità linee elettriche 380 kV
Densità linee elettriche 220 kV
4,0
3,5
3,5
3,0
km/(100 km2)
km/(100 km2)
3,0
2,5
2,0
1,5
2,5
2,0
1,5
1,0
1,0
0,5
0,5
0,0
Ancona
Marche
0,0
Italia
Figura 69 - Densità linee elettriche 220 kV, Fonte:
GRTN S.p.a.
Ancona
Marche
Italia
Figura 70 - Densità linee elettriche 380 kV, Fonte:
GRTN S.p.a.
I pareri preventivi e gli interventi di controllo effettuati da ARPAM nell’anno 2003 sugli elettrodotti in
Provincia di Ancona sono riassunti in Tabella 151. Nessuna delle attività di controllo ha evidenziato un
superamento dei limiti di legge.
Tipo di attività
Numero
Pareri preventivi
3
Interventi di controllo
24
Tabella 151 - Pareri preventivi e interventi di controllo su elettrodotti, Fonte: ARPAM
10.5.
Scheda di sintesi degli indicatori
Tipo
Disponibilità
dei dati
Fonte
dei dati
Stato
Tendenza
Radioattività - particolato
atmosferico
P
D
ARPAM
☺
-
Radioattività - alimenti
P
D
ARPAM
☺
Indicatore
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
Paragrafo
10.4.2
10.4.3
248 di 380
Tipo
Disponibilità
dei dati
Fonte
dei dati
Stato
Radioattività - acqua
potabile
P
D
ARPAM
☺
Radioattività - Radon
P
I (Dati
ARPAM
☺
Indicatore
Tendenza
Paragrafo
10.4.4
-
10.4.5
disponibili
riferiti agli anni
1991-93)
Impianti RTV (Numero,
Numero di siti in cui sono
installati, Potenza , n.
impianti/km2, n.
impianti/1000 ab.
D
D
ARPAM
Errore.
L'origine
riferimento
non
è
stata
trovata.
Superamento dei limiti di
legge per i campi elettromagnetici generati da
impianti RTV
P
D
ARPAM
Errore.
L'origine
riferimento
non
è
stata
trovata.
Attività di controllo su
impianti radio-televisive
R
D
ARPAM
☺
-
Errore.
L'origine
riferimento
non
è
stata
trovata.
Impianti SRB (Numero,
Numero di siti in cui sono
installati, Potenza , n.
impianti/km2, n.
impianti/1000 ab.
D
D
ARPAM
☺
-
10.4.7
Superamento dei limiti di
legge per i campi elettromagnetici generati da
impianti SRB
P
D
ARPAM
☺
-
10.4.7
Attività di controllo su
impianti SRB
R
D
ARPAM
☺
-
10.4.7
Linee elettriche (sviluppo in
km, in valore assoluto e i
D
D
GRTN
S.p.A.
☺
-
10.4.8
Superamento dei limiti di
legge per i campi elettromagnetici generati da linee
elettriche
P
D
ARPAM
☺
-
10.4.8
Attività di controllo su
sorgenti di campi
elettromagnetici a bassa
frequenza
R
D
ARPAM
☺
-
10.4.8
rapporto alla superficie)
Tabella 152 - Sintesi degli indicatori - tematica "Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti"
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
249 di 380
Disponibilità dei
dati
D
ND
I
Indicatori
disponibili e di
buona qualità
Indicatori non
disponibili
Dati
insufficienti per
una valutazione
compiuta
Stato degli aspetti
ambientali
☺
-
Tendenza degli aspetti
ambientali
Trend in miglioramento nel
tempo
Positivo
Intermedio
Trend stabile
Negativo
Trend in peggioramento nel
tempo
Incerto/sconosciuto
Non applicabile/disponibile
-
Tabella 153- Legenda
Indicatore aggiunto, mancante o modificato
Motivazioni
Aggiunto “Radioattività - Particolato atmosferico”
-
Aggiunto “Radioattività - Alimenti”
-
Aggiunto “Radioattività - Acqua potabile”
-
Aggiunto “Radioattività - Radon”
-
Modificato “Linee elettriche”
Riportate le lunghezze delle sole linee elettriche a 380
kV e 220 kV per mancanza di dati omogenei e completi
delle linee a voltaggio minore.
Tabella 154 - Variazione agli indicatori rispetto a quelli approvati dal forum
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
250 di 380