CALENDARIO
PROSA
Dal 25 al 30 novembre 2008
IL GABBIANO
di Anton Cechov
regia di Marco Bernardi
con Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni
produzione Teatro Stabile di Bolzano
Il gabbiano, scritto nel 1895, è certamente uno dei quattro capolavori teatrali di Anton Cechov e forse il suo
testo più rappresentato per l’importanza dei temi trattati, per la profondità dell’analisi della condizione umana e per la
felicità poetica della storia e dei personaggi. Al centro i conflitti generazionali nella doppia dimensione genitori/figli e
artisti affermati/giovani artisti debuttanti e poi i ragionamenti appassionati sull’arte e il suo rapporto con la vita, sulla
scrittura, sul teatro, il tutto accompagnato da un’incessante e disperata ricerca d’amore. “Nel Gabbiano ci sono
cinque tonnellate d’amore” scrisse allora Cechov. Marco Bernardi ritorna a Cechov otto anni dopo la fortunata prova
de Il Giardino dei ciliegi con la sua compagnia guidata come allora da Carlo Simoni e Patrizia Milani, affiancati, in
questa occasione, da Maurizio Donadoni e da quattro giovani attori.
Dal 9 al 14 dicembre 2008
SIOR TODERO BRONTOLON
di Carlo Goldoni
regia di Giuseppe Emiliani
con Giulio Bosetti
con la partecipazione di Marina Bonfigli
e con Nora Fuser, Sandra Franzo, Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio, Franco Santelli,
Tommaso Amadio, Caterina Bajetta e Umberto Terruso
produzione Vortice -Teatro Fondamenta Nuove di Venezia, Teatro Carcano di Milano e Teatro
Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”
È un Goldoni insolitamente nervoso e aggressivo quello che scrive Sior Todero brontolon. Todero, infatti, non
ha niente di bonario: ha perso qualsiasi tratto della burbera umanità dei Rusteghi, diventando un vecchio dal carattere
“inquieto, fastidioso, indiscreto”, dominato da un maniacale bisogno di dominio. Il carattere di Todero è uno dei più
odiosi della produzione goldoniana, tuttavia, l’interpretazione che ne dà Giulio Bosetti, diretto da Giuseppe Emiliani,
si scosta da una recitazione di maniera privilegiando l’approfondimento dei lati universali del personaggio, che ce lo
fanno sentire, a trecento anni di distanza, ancora un personaggio dei nostri tempi. Vale, infatti, ancora oggi quel che
scrisse allora Goldoni: «Pur troppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano».
Dal 6 all’11 gennaio 2009
RAIN
scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca
con gli artisti acrobati del Cirque Éloize
produzione Cirque Éloize
PRIMA NAZIONALE
Dopo il successo dello scorso anno con Nebbia, torna anche quest’anno il magico mondo del Cirque Éloize,
questa volta con Rain, seconda parte di quella Trilogia del Cielo nata sette anni fa dall’incontro con Daniele Finzi Pasca.
Tre spettacoli in cui il mondo dell’acrobatismo e la poesia del circo della Compagnia Cirque Éloize incontrano
l’universo etereo e nostalgico e i personaggi profondamente umani che contraddistinguono gli spettacoli di Daniele
Finzi Pasca. Se in Nomade si guarda verso l’alto per scoprire che è il cielo la notte più grande, in Rain da quel cielo
piove su di noi una libertà nostalgica, mentre in Nebbia il cielo scende come un mantello a coprirci le spalle, a
protegge i nostri sogni. Rain è uno spettacolo che ci trascina nel mondo dei sogni fanciulleschi e dei ricordi che noi
tutti condividiamo, ispirandosi a momenti immortali ed immutabili e unendo l’abilità acrobatica alla sensualità e alla
poesia pura.
Dal 20 al 25 gennaio 2009
IL DIO DELLA CARNEFICINA
di Yasmina Reza
regia di Roberto Andò
con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon e Silvio Orlando
produzione Nuovo Teatro
in coproduzione con Gli Ipocriti
A dispetto del titolo, Il dio della carneficina è una commedia “da camera” che racconta le labili fondamenta del
vivere civile. Due coppie di genitori si confrontano per dirimere con civiltà una lite esplosa in strada fra i figli con
tanto di denti rotti. Ma come andrà a finire? Sarà possibile una discussione calma e serena tra persone adulte? O
diventerà una notte di isteria tra insulti, capricci e lacrime? I ragazzi sono ragazzi si sa… ma gli adulti finiscono per
comportarsi anche peggio. Scrittrice di spicco del panorama letterario francese, sin dalla fine degli anni Ottanta,
Yasmina Reza si è aggiudicata con le sue pièce più di un premio Molière. Ma il “vero” successo è arrivato solo lo
scorso anno con la pubblicazione di L’alba la sera o la notte, un libro – o meglio, come lei stessa suggerisce – “uno
schizzo” su Nicolas Sarkozy, immediatamente tradotto in tutto il mondo.
Dal 10 al 15 febbraio 2009
UN CERTO SIGNOR G
dall’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
regia di Giorgio Gallione
elaborazione musicale di Paolo Silvestri
con Neri Marcorè
produzione Teatro dell’Archivolto
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
Un certo signor G è l’occasione per rileggere, rivisitare, re-interpretare l’opera di Giorgio Gaber a più di 35
anni di distanza. Lo spettacolo è un’esplorazione nel mondo paradossale e buffonesco di questa maschera di uomo
comune che si interroga sul senso della propria vita, rifacendosi alle forme del “teatro canzone”. Neri Marcorè è il
signor G: solo sul palcoscenico - accompagnato da due pianiste che suonano la magistrale elaborazione musicale,
quasi concertistica, di Paolo Silvestri - riscopre un’opera, quella di Gaber e Luporini, che rappresenta un classico
moderno che tra ironia, malinconia, istanze civili e comico paradosso ci parla dei destini dell’uomo moderno, in
bilico tra utopia, impotenza, razzismo, amore, consumismo, paura e sogno.
Dal 10 al 15 marzo 2009
I DUE GEMELLI VENEZIANI
di Carlo Goldoni
regia di Antonio Calenda
con Massimo Dapporto
e con Alessandra Raichi, Giovanna Centamore, Osvaldo Ruggeri, Francesco Gusmitta, Umberto
Bortolani, Marianna de Pinto, Carlo Ragone, Felice Casciano, Adriano Braidotti e Lamberto
Consani
coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Noctivagus Produzioni Teatrali
Capolavoro della comicità e della scrittura scenica, I due gemelli veneziani offre al protagonista un banco di
prova eccezionale, pari a pochi altri nella storia del teatro. Nell’opera, infatti, il sapiente studio dei caratteri, il mondo
complesso di sentimenti, inquietudini, emozioni e umanissime rivalità non va mai disgiunto dal virtuosismo comico,
dal grande gioco del teatro (fatto di equivoci, frenesie, mascheramenti, malintesi) che l’autore veneziano usava con
estrema destrezza. E sebbene il motivo del doppio abbia radici lontane, nell’antica tradizione latina, il genio
goldoniano riesce a donargli in un soffio l’universalità. Antonio Calenda - concertatore di un allestimento che
equilibra realismo e fantasia – dirige un cast che sa armonizzare sensibilità di analisi e virtuosismo interpretativo,
all’interno del quale spicca un Massimo Dapporto versatile e completo, che darà vita al paradosso di Tonino e
Zanetto.
Dal 17 al 22 marzo 2009
SILLABARI
da Goffredo Parise
di e con Paolo Poli
e con Luca Altavilla, Alfonso De Filippis, Alberto Gamberoni e Giovanni Siniscalco
regia di Paolo Poli
produzione Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale
I Sillabari di Goffredo Parise, considerati all’unanimità il suo capolavoro, sono una serie di brevi racconti,
veri gioielli narrativi, incentrati sui sentimenti (da Amore a Solitudine). Scritti alla metà del secolo scorso, ci
sorprendono oggi per la loro freschezza, per l’immediatezza quasi infantile del racconto, per la magia umile e alta dei
personaggi. Lo spettacolo, diretto e interpretato da Paolo Poli, certo non nuovo a queste imprese che uniscono fine
letteratura, ironico divertimento e gusto del paradosso, disegna, sullo sfondo di immagini di Lele Luzzati, figure e
figurine dei vari racconti articolati fra gli anni Quaranta e Sessanta, cui fanno eco canzonette leggere assai pertinenti
alla realtà storica.
Dal 31 marzo al 5 aprile 2009
COPENAGHEN
di Michael Frayn
regia di Mauro Avogadro
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice
produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione e CSS Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli
Venezia Giulia
La vicenda, ambientata nel settembre del 1941, ricostruisce l’incontro tra Werner Heisenberg, inventore del
principio di indeterminazione, e Niels Bohr, suo maestro, fondatore negli anni Dieci della fisica atomica. Bohr e
Heisenberg, due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi con sospetto, si trovano, alla vigilia del
primo devastante uso della bomba atomica, imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta,
sommerse come da ambiguità e dubbi estenuanti sul rapporto tra potere, scienza e morale. La regia di Mauro
Avogadro è attentissima a sondare i contenuti scientifici senza disdegnare gli appigli comunicativi, puntando
soprattutto sui ritmi in una sorta di arena processuale dove si fronteggiano i due scienziati: un teso e intenso
Umberto Orsini con risvolti di sofferta ironia ed un tormentato e coinvolgente Massimo Popolizio, siglati dalla pura
maturità e saggezza di Giuliana Lojodice.
Dal 14 al 19 aprile 2009
MADRE CORAGGIO
di Bertolt Brecht
rielaborazione del testo Antonio Tarantino
regia di Cristina Pezzoli
con Isa Danieli
e con Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Xenia Bevitori, Carlo
Caracciolo, Matteo Cremon, Antonio Fabbri, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi,
Fabio Mascagni, Aurora Peres, Sergio Raimondi, Luigi Tabita e Shi Yang
produzione Gli Ipocriti
Madre Courage e i suoi figli è uno dei testi più forti e poetici che siano mai stati scritti sul tema della guerra e
sulla sua logica aberrante. La protagonista del dramma, ambientato da Brecht nella Guerra dei Trent’anni, è la
vivandiera Anna Fierling, detta Madre Coraggio per aver sfidato le cannonate, durante l’assedio, per portare a
termine il suo commercio di pagnotte ammuffite. Gli affari per Madre Coraggio vengono prima di tutto e,
nonostante la perdita dei figli, non capisce che la guerra è un affare solo per potenti e pensa di poterne vivere senza
dare nulla in cambio. La regista Cristina Pezzoli porta in scena un Brecht contemporaneo, attualissimo e avido di
denunce, affidando l’interpretazione di Madre Coraggio ad una grintosa Isa Danieli, la cui schietta e inesauribile
energia accompagna lo spettacolo conferendogli momenti di grande commozione.
EVENTI SPECIALI
22 e 23 dicembre 2008
IL PASSO DELL’ANIMA. IL MITO DI CARLOS GARDEL
testo e regia Rosetta Cucchi
voce recitante Lella Costa
basso Andrea Concetti
ballerini Giada Scimeni e Gaetano la Mantia
con Ensemble della Filarmonica Arturo Toscanini
produzione Fondazione Arturo Toscanini
Il passo dell’anima è un viaggio alla ricerca dell’essenza più profonda di un paese, l’Argentina, luogo di grandi
sogni e speranze di un popolo in movimento. Attraverso la mitica figura di Carlos Gardel, ci si avvicina al profumo e
al sapore del tango, espressione d’arte e di passione che più ha amalgamato la cultura europea e il giovane sangue
sudamericano. Lo spettacolo rivive i momenti più significativi della vita di questo meraviglioso tangero, ed il
pubblico, preso per mano da Lella Costa e avvolto dalla musica di Gardel, interpretata dall’incredibile voce di Andrea
Concetti e da due straordinari ballerini, si affaccia sullo spaccato di vita di un uomo diviso tra la voglia di
riattraversare l’oceano, che lo separa dalla fama e dagli sfarzi del vecchio continente, e la nostalgia del ritorno alla sua
casa, che altro se non il luogo dell’anima.
7 e 8 marzo 2009
LA FAMIGLIA
scene di Boris Petrushansky
direttore artistico Victor Soloviev
con gli artisti del Teatr Licedei
produzione Passashok productions
Semianyki o La Famiglia è il ritratto acido di una famiglia folle: infatti, la famiglia cui danno vita i sei artisti del
leggendario gruppo di San Pietroburgo, I Licedei (I guitti), primo teatro russo di clown e mimi fondato da Slava
Polunin nel 1968, non ha, per la verità, niente di ordinario. E’ composta da ballerini, acrobati, musicisti e giocolieri i
quali, con il solo linguaggio del corpo, ci mostrano guai e peripezie della vita quotidiana di una famiglia russa nel
tentativo di venire a capo delle rispettive, assurde esistenze. Un padre alcolizzato che minaccia di andarsene, una
madre incinta che minaccia di partorire e un esercito di marmocchi folli ed estrosi che minacciano di trucidare padre
e madre pur di sopravvivere. Questi saltimbanchi, umoristici, corrosivi, folli e profondamente poetici, rendono il più
bell’omaggio possibile alla figura del Clown, al tempo stesso tradizionale e contemporaneo, lievemente connotato da
una deliziosa sensibilità russa e da un’irresistibile verve buffonesca.
OPERETTA
31 dicembre 2008 – 1 gennaio 2009
CIN CI LÀ
opera in due atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
con Silvia Felisetti, Alessandro Betti, Cristina Cattabiani, Graziella Barbacani, Claudio Corradi,
Giuliano Scaranello, Fulvio Massa, Francesco Mei
Orchestra “Cantieri d’Arte”
diretta da Stefano Giaroli
regia di Stefano Orsini
produzione Teatro Musica Novecento
Con Cin Ci Là siamo a Macao dove il Principe Ciclamino ha sposato la Principessa Myosotis e, secondo
l'usanza, tutte le attività e i divertimenti sono sospesi finché non viene consumato il matrimonio: vista l’inesperienza
dei due, l’attesa potrebbe rivelarsi assai lunga. L’arrivo da Parigi dell’attrice Cin-ci-là, in procinto di girare un film a
Macao, cade a pennello: il Mandarino Fon-Id pensa di affidare il Principe alle “cure esperte” della donna, ma giunge
inaspettato l’eterno spasimante Petit-gris, che per vendicarsi rivolge le sue attenzioni a Myosotis. Saranno i due
Parigini a svezzare sia Ciclamino che la giovane e a far sì che la Cina possa avere un erede.
8 febbraio 2009
IL PAESE DEI CAMPANELLI
opera in due atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
con Silvia Felisetti, Alessandro Betti, Cristina Cattabiani, Claudio Corradi, Graziella Barbacani,
Fulvio Massa, Francesco Mei, Giuliano Scaranello, Manuel Reitano
Orchestra “Cantieri d’Arte”
diretta da Stefano Giaroli
regia di Stefano Orsini
produzione Teatro Musica Novecento
Nella località le abitazioni hanno sopra la porta un campanello magico che, secondo una leggenda, potrebbe
suonare nel caso in cui all’interno della casa l’angelo del focolare cadesse nella tentazione di compiere un adulterio. Le
cose si complicano quando al porto approda un nave di aitanti marinai, presto conquistati dalle signore del villaggio
allietate dalla novità. I campanelli cominciano a fare il loro dovere, allertando la popolazione maschile che potrà a sua
volta rifarsi quando, con un’altra nave, giungeranno in paese le mogli dei marinai, le quali, prima di riprendersi i
maritini, potranno ripagarli di egual moneta. Lo scampanellio, a quel punto, sarà totale, ma, come in ogni operetta
che si rispetti, la quadratura del cerchio e il lieto fine sono dietro l’angolo, appena prima del calar del sipario.
1 marzo 2009
BALLO AL SAVOY
operetta di Alfredo Grunwald e Fritz Lohner-Beda
Compagnia Corrado Abbati
direzione musicale di Marco Fiorini
adattamento e regia di Corrado Abbati
produzione INSCENA
Nizza, 1932. Nel salone di casa Faublas si festeggia il ritorno dal lungo viaggio di nozze del marchese
Aristide e di Maddalena. Ma Aristide riceve un telegramma dalla Tangolita, sua vecchia fiamma, alla quale aveva
promesso di trascorrere una serata con lei, che vuole che Aristide assolva il suo obbligo proprio quella sera, durante
l’annuale ballo al Savoy. Con l’aiuto dell’amico Mustafà Bey, Aristide trova una scusa: deve recarsi al Savoy per
incontrare José Pasodoble, compositore jazz in gran voga. Ma José Pasodoble è lo pseudonimo di Daisy Parker,
amica di Maddalena. Al Savoy giunge anche Maddalena, decisa a vendicarsi. Mentre la direzione del Savoy premia
José Pasodoble, rivelandone la vera identità, Maddalena annuncia pubblicamente di avere tradito il marito con
Celestino, incontrato quella sera, e Aristide si arrovella nel dubbio: l’ha fatto veramente o no? Sarà la furba Daisy a
strappare a Maddalena la verità.
ALTRI PERCORSI
Auditorium di Piazza della Libertà
14 e 15 gennaio 2009
LA STORIA DE LE MERAVIGLIE DEL MONDO
Giullarata medievale tra i viaggi di Marco Polo
di Marina De Juli
con Marina De Juli e il gruppo musicale “CantoAntico”
produzione Associazione Culturale Verba Manent
Lo spettacolo narra le avventure di Marco Polo attraverso il linguaggio reinventato della giullarata e la
musica popolare: l’aspetto musicale si affianca, così, a quello teatrale proprio come un compagno di viaggio. In scena
una giullaresca, Marina De Juli, attrice “storica” della Compagnia Fo-Rame, e quattro musici che con flauti, tamburi,
fisarmonica e chitarra, racconteranno una storia di vita quotidiana nella Venezia della seconda metà del 1200, in quel
medioevo fatto di grandi paure, grandi invenzioni e grandi viaggi.
Teatro Donizetti
29 gennaio 2009
LA RUSSIA DELL’UOMO D’ORO
di Alessandro Bedino
regia di Riccardo Sottili
con Lino Spadaro, Vadim Jakovlev, Antonio Bertusi, Daniel Dwerryhouse, Alberto Galligani,
Andrej Panin, Darja Stepanova e Alessio Targioni
coproduzione Occupazioni Farsesche e Teatro-Festival Baltijski Dom
Un padre aspetta un figlio, partito in guerra per la Russia nel ‘42. Finisce la guerra, il figlio non ritorna.
Passano gli anni, il padre non smette di aspettare. Il tempo cambia tutto, travolge la memoria e porta alla follia. Il
padre decide allora di vestirsi tutto d’oro e di aspettare il figlio davanti alla stazione: se il figlio tornerà non potrà non
vederlo, non riconoscerlo. Questa storia non è frutto della nostra fantasia, è una storia vera. A metà degli anni ‘70,
chiunque ad Arezzo conosceva l’Omino d’oro e la sua storia. La mente può uscire dai binari della normalità e
imboccare quelli della poesia; il treno del dolore porta l’Omino d’oro nell’ immensa steppa russa, sulle rive del Don,
dove ancora si trovano quasi 90.000 soldati italiani che non hanno fatto ritorno a casa.
Auditorium di Piazza della Libertà
4 e 5 febbraio 2009
ODISSEA
di e con Mario Perrotta
musiche originali eseguite dal vivo da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari
produzione Compagnia Teatro dell’Argine
Narratore di spicco, Mario Perrotta coraggiosamente prova a cambiare strada: nell’Odissea è ancora solo alla
ribalta, ma la sua scelta espressiva sembra trascendere la narrazione vera e propria per orientarsi a una più ampia
forma di monologo, mentre il taglio “civile” lascia il posto a un’inquieta vena introspettiva. Ma il nucleo vivo della
vicenda resta comunque il nodo di insanabile dolore che caratterizza l’identità di quel figlio, Telemaco, cresciuto
senza padre. L’attore pugliese è bravo a cogliere l’occasione per un’evidente crescita interpretativa, più ancora che
drammaturgica: la parlata della sua terra, a contatto con l’antica materia mitica, si arricchisce di inedite sfumature, e la
recitazione trae vigore dal confronto con le musiche originali eseguite dal vivo.
Auditorium di Piazza della Libertà
18 e 19 febbraio 2009
STIRRU
Il viaggio surreale nelle viscere di una miniera abbandonata
di e con Alberto Nicolino
regia di Ambra D’Amico
produzione Associazione Lecittadelmondo
in collaborazione con ARCI Caltanissetta
In Sicilia, all’inizio del Novecento, si estraeva, in condizioni di lavoro a dir poco disumane, l’80% dello zolfo
dell’intero pianeta. Una cultura, una società, perfino una letteratura nuova, cresciute nell’arco di due secoli. Che ne è
ora di quella civiltà? Lo spettacolo è una fusione di fatti realmente accaduti e invenzioni fantastiche, in cui le dolorose
vicende personali si specchiano in un desolante quadro di rimozione sociale: una comunità in crisi che per interesse o
rassegnazione ha accettato di rimuovere la propria storia. Le trasformazioni della voce e del corpo, l’uso alternato di
italiano, siculo-americano, e siciliano, permettono all’attore di passare da un personaggio all’altro: non sono quadri a
sé stanti, bensì elementi di un ingranaggio più grande, che è la storia, la fitta trama di relazioni ed eventi che corre
verso lo svelamento della verità.
Teatro Donizetti
24 febbraio 2009
LA BADANTE
testo e regia di Cesare Lievi
con Ludovica Modugno
e con Emanuele Carucci Viterbi, Leonardo De Colle, Paola Di Meglio e Giuseppina Turra
produzione CTB Teatro Stabile di Brescia
La Badante, nuovo testo di Cesare Lievi, è idealmente la terza parte di una trilogia che, con Fotografia di una
stanza e Il mio amico Baggio, compie una riflessione poetica sui cambiamenti indotti alla nostra società dalla presenza
dei nuovi immigrati, stranieri per lingua e cultura che entrano nella nostra vita facendo esplodere contraddizioni
sociali e intaccando abitudini quotidiane. Lo spettacolo, intenso e forte nel ricreare il sotteso alle parole, trova una
sofferta verità nelle due facce di Ludovica Modugno, straordinaria protagonista della pièce.
Teatro Donizetti
25 marzo 2009
HAPPY FAMILY
uno spettacolo di Alessandro Genovesi
con Gabriele Calindri, Linda Gennai, Elisa Langone, Martina Galletta, Roberta Rovelli, Corinna
Agustoni, Alessandro Genovesi, Jean-Christophe Potvin, Olga Rossi e Massimiliano Speziani
produzione Teatridithalia
in collaborazione con Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi
Debuttato al Teatro dell’Elfo nel maggio del 2007, Happy family ha ottenuto un successo di pubblico e di
critica notevole e particolarmente sorprendente se pensiamo che Alessandro Genovesi, già apprezzato come attore,
esordiva qui nel ruolo di autore e regista. Il testo, vincitore del Premio speciale Riccione per il Teatro nel 2005, è «una
confessione camuffata, un diario mascherato, una commedia che parla della paura di diventare grandi, di cambiare la
nostra vita per qualcos’altro che non conosciamo». Due famiglie incrociano i loro destini a causa dei propri figli
quindicenni, caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al
centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri
nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati.
Auditorium di Piazza della Libertà
8 e 9 aprile 2009
TERRA DI NESSUNO
di Harold Pinter
regia di Lorenzo Loris
con Gigio Alberti, Mario Sala, Massimo Greco e Alessandro Tedeschi
produzione Teatro Out Off
Terra di nessuno è un testo in cui l’autore, Harold Pinter, scandaglia il proprio rapporto fra arte e vita e
principalmente sviscera il senso di un’esistenza prossima alla fine, dove anche i ricordi perdono consistenza e
svaniscono nell’indeterminatezza. In scena ci sono quattro personaggi, ma forse uno solo è reale, mentre gli altri tre
non sono che la proiezione di se stesso, dei suoi fantasmi. Un testo amatissimo dalle star di tutte le latitudini, che qui
il regista Lorenzo Loris non mette in scena come un duetto fra divi, ma come un vero e proprio finale di partita.
Auditorium di Piazza della Libertà
27 e 28 aprile 2009
STRADA CARRARA
Tavole di un teatro viaggiante
progetto di Laura Curino, Titino Carrara e Federico Bertozzi
regia di Laura Curino
con Titino Carrara
produzione La Piccionaia – I Carrara. Teatro Stabile di Innovazione
Titino Carrara ci fa entrare nella sua infanzia di girovago, nella memoria di una delle ultime famiglie d’arte
ancora attive del nostro paese: i Carrara. Si tratta del racconto di un’esistenza nomade e zingara, un soggetto che
affronta il tema della diversità, rivelando un tessuto sociale, appartenuto alla storia italiana, fatto di carovane e teatri
mobili, espedienti e repertori teatrali sconfinati, recitati a volte all’impronta e misurati sull’esigenza e il gusto
estemporaneo della piazza. «È una storia raccontata con gli occhi di un bambino “diverso”, figlio di attori nomadi,
commedianti da dieci generazioni. È una storia di carovane con le ruote di gomma, piena e di attori che smontano e
rimontano il teatro sulle “piazze”. Oggi ci sono nuovi personaggi, costumi, trucchi, ma il cuore, l’essenza necessaria
del “fare teatro” rimane sempre la stessa: il riflesso di una fiamma negli occhi di chi il teatro lo fa vivere e il teatro, si
sa, vive solo se brucia».