CALENDARIO PROSA Dal 25 al 30 novembre 2008 IL GABBIANO di Anton Cechov regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni produzione Teatro Stabile di Bolzano Il gabbiano, scritto nel 1895, è certamente uno dei quattro capolavori teatrali di Anton Cechov e forse il suo testo più rappresentato per l’importanza dei temi trattati, per la profondità dell’analisi della condizione umana e per la felicità poetica della storia e dei personaggi. Al centro i conflitti generazionali nella doppia dimensione genitori/figli e artisti affermati/giovani artisti debuttanti e poi i ragionamenti appassionati sull’arte e il suo rapporto con la vita, sulla scrittura, sul teatro, il tutto accompagnato da un’incessante e disperata ricerca d’amore. “Nel Gabbiano ci sono cinque tonnellate d’amore” scrisse allora Cechov. Marco Bernardi ritorna a Cechov otto anni dopo la fortunata prova de Il Giardino dei ciliegi con la sua compagnia guidata come allora da Carlo Simoni e Patrizia Milani, affiancati, in questa occasione, da Maurizio Donadoni e da quattro giovani attori. Dal 9 al 14 dicembre 2008 SIOR TODERO BRONTOLON di Carlo Goldoni regia di Giuseppe Emiliani con Giulio Bosetti con la partecipazione di Marina Bonfigli e con Nora Fuser, Sandra Franzo, Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio, Franco Santelli, Tommaso Amadio, Caterina Bajetta e Umberto Terruso produzione Vortice -Teatro Fondamenta Nuove di Venezia, Teatro Carcano di Milano e Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” È un Goldoni insolitamente nervoso e aggressivo quello che scrive Sior Todero brontolon. Todero, infatti, non ha niente di bonario: ha perso qualsiasi tratto della burbera umanità dei Rusteghi, diventando un vecchio dal carattere “inquieto, fastidioso, indiscreto”, dominato da un maniacale bisogno di dominio. Il carattere di Todero è uno dei più odiosi della produzione goldoniana, tuttavia, l’interpretazione che ne dà Giulio Bosetti, diretto da Giuseppe Emiliani, si scosta da una recitazione di maniera privilegiando l’approfondimento dei lati universali del personaggio, che ce lo fanno sentire, a trecento anni di distanza, ancora un personaggio dei nostri tempi. Vale, infatti, ancora oggi quel che scrisse allora Goldoni: «Pur troppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano». Dal 6 all’11 gennaio 2009 RAIN scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca con gli artisti acrobati del Cirque Éloize produzione Cirque Éloize PRIMA NAZIONALE Dopo il successo dello scorso anno con Nebbia, torna anche quest’anno il magico mondo del Cirque Éloize, questa volta con Rain, seconda parte di quella Trilogia del Cielo nata sette anni fa dall’incontro con Daniele Finzi Pasca. Tre spettacoli in cui il mondo dell’acrobatismo e la poesia del circo della Compagnia Cirque Éloize incontrano l’universo etereo e nostalgico e i personaggi profondamente umani che contraddistinguono gli spettacoli di Daniele Finzi Pasca. Se in Nomade si guarda verso l’alto per scoprire che è il cielo la notte più grande, in Rain da quel cielo piove su di noi una libertà nostalgica, mentre in Nebbia il cielo scende come un mantello a coprirci le spalle, a protegge i nostri sogni. Rain è uno spettacolo che ci trascina nel mondo dei sogni fanciulleschi e dei ricordi che noi tutti condividiamo, ispirandosi a momenti immortali ed immutabili e unendo l’abilità acrobatica alla sensualità e alla poesia pura. Dal 20 al 25 gennaio 2009 IL DIO DELLA CARNEFICINA di Yasmina Reza regia di Roberto Andò con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon e Silvio Orlando produzione Nuovo Teatro in coproduzione con Gli Ipocriti A dispetto del titolo, Il dio della carneficina è una commedia “da camera” che racconta le labili fondamenta del vivere civile. Due coppie di genitori si confrontano per dirimere con civiltà una lite esplosa in strada fra i figli con tanto di denti rotti. Ma come andrà a finire? Sarà possibile una discussione calma e serena tra persone adulte? O diventerà una notte di isteria tra insulti, capricci e lacrime? I ragazzi sono ragazzi si sa… ma gli adulti finiscono per comportarsi anche peggio. Scrittrice di spicco del panorama letterario francese, sin dalla fine degli anni Ottanta, Yasmina Reza si è aggiudicata con le sue pièce più di un premio Molière. Ma il “vero” successo è arrivato solo lo scorso anno con la pubblicazione di L’alba la sera o la notte, un libro – o meglio, come lei stessa suggerisce – “uno schizzo” su Nicolas Sarkozy, immediatamente tradotto in tutto il mondo. Dal 10 al 15 febbraio 2009 UN CERTO SIGNOR G dall’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia di Giorgio Gallione elaborazione musicale di Paolo Silvestri con Neri Marcorè produzione Teatro dell’Archivolto in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber Un certo signor G è l’occasione per rileggere, rivisitare, re-interpretare l’opera di Giorgio Gaber a più di 35 anni di distanza. Lo spettacolo è un’esplorazione nel mondo paradossale e buffonesco di questa maschera di uomo comune che si interroga sul senso della propria vita, rifacendosi alle forme del “teatro canzone”. Neri Marcorè è il signor G: solo sul palcoscenico - accompagnato da due pianiste che suonano la magistrale elaborazione musicale, quasi concertistica, di Paolo Silvestri - riscopre un’opera, quella di Gaber e Luporini, che rappresenta un classico moderno che tra ironia, malinconia, istanze civili e comico paradosso ci parla dei destini dell’uomo moderno, in bilico tra utopia, impotenza, razzismo, amore, consumismo, paura e sogno. Dal 10 al 15 marzo 2009 I DUE GEMELLI VENEZIANI di Carlo Goldoni regia di Antonio Calenda con Massimo Dapporto e con Alessandra Raichi, Giovanna Centamore, Osvaldo Ruggeri, Francesco Gusmitta, Umberto Bortolani, Marianna de Pinto, Carlo Ragone, Felice Casciano, Adriano Braidotti e Lamberto Consani coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Noctivagus Produzioni Teatrali Capolavoro della comicità e della scrittura scenica, I due gemelli veneziani offre al protagonista un banco di prova eccezionale, pari a pochi altri nella storia del teatro. Nell’opera, infatti, il sapiente studio dei caratteri, il mondo complesso di sentimenti, inquietudini, emozioni e umanissime rivalità non va mai disgiunto dal virtuosismo comico, dal grande gioco del teatro (fatto di equivoci, frenesie, mascheramenti, malintesi) che l’autore veneziano usava con estrema destrezza. E sebbene il motivo del doppio abbia radici lontane, nell’antica tradizione latina, il genio goldoniano riesce a donargli in un soffio l’universalità. Antonio Calenda - concertatore di un allestimento che equilibra realismo e fantasia – dirige un cast che sa armonizzare sensibilità di analisi e virtuosismo interpretativo, all’interno del quale spicca un Massimo Dapporto versatile e completo, che darà vita al paradosso di Tonino e Zanetto. Dal 17 al 22 marzo 2009 SILLABARI da Goffredo Parise di e con Paolo Poli e con Luca Altavilla, Alfonso De Filippis, Alberto Gamberoni e Giovanni Siniscalco regia di Paolo Poli produzione Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale I Sillabari di Goffredo Parise, considerati all’unanimità il suo capolavoro, sono una serie di brevi racconti, veri gioielli narrativi, incentrati sui sentimenti (da Amore a Solitudine). Scritti alla metà del secolo scorso, ci sorprendono oggi per la loro freschezza, per l’immediatezza quasi infantile del racconto, per la magia umile e alta dei personaggi. Lo spettacolo, diretto e interpretato da Paolo Poli, certo non nuovo a queste imprese che uniscono fine letteratura, ironico divertimento e gusto del paradosso, disegna, sullo sfondo di immagini di Lele Luzzati, figure e figurine dei vari racconti articolati fra gli anni Quaranta e Sessanta, cui fanno eco canzonette leggere assai pertinenti alla realtà storica. Dal 31 marzo al 5 aprile 2009 COPENAGHEN di Michael Frayn regia di Mauro Avogadro con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione e CSS Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia La vicenda, ambientata nel settembre del 1941, ricostruisce l’incontro tra Werner Heisenberg, inventore del principio di indeterminazione, e Niels Bohr, suo maestro, fondatore negli anni Dieci della fisica atomica. Bohr e Heisenberg, due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi con sospetto, si trovano, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica, imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta, sommerse come da ambiguità e dubbi estenuanti sul rapporto tra potere, scienza e morale. La regia di Mauro Avogadro è attentissima a sondare i contenuti scientifici senza disdegnare gli appigli comunicativi, puntando soprattutto sui ritmi in una sorta di arena processuale dove si fronteggiano i due scienziati: un teso e intenso Umberto Orsini con risvolti di sofferta ironia ed un tormentato e coinvolgente Massimo Popolizio, siglati dalla pura maturità e saggezza di Giuliana Lojodice. Dal 14 al 19 aprile 2009 MADRE CORAGGIO di Bertolt Brecht rielaborazione del testo Antonio Tarantino regia di Cristina Pezzoli con Isa Danieli e con Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Xenia Bevitori, Carlo Caracciolo, Matteo Cremon, Antonio Fabbri, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres, Sergio Raimondi, Luigi Tabita e Shi Yang produzione Gli Ipocriti Madre Courage e i suoi figli è uno dei testi più forti e poetici che siano mai stati scritti sul tema della guerra e sulla sua logica aberrante. La protagonista del dramma, ambientato da Brecht nella Guerra dei Trent’anni, è la vivandiera Anna Fierling, detta Madre Coraggio per aver sfidato le cannonate, durante l’assedio, per portare a termine il suo commercio di pagnotte ammuffite. Gli affari per Madre Coraggio vengono prima di tutto e, nonostante la perdita dei figli, non capisce che la guerra è un affare solo per potenti e pensa di poterne vivere senza dare nulla in cambio. La regista Cristina Pezzoli porta in scena un Brecht contemporaneo, attualissimo e avido di denunce, affidando l’interpretazione di Madre Coraggio ad una grintosa Isa Danieli, la cui schietta e inesauribile energia accompagna lo spettacolo conferendogli momenti di grande commozione. EVENTI SPECIALI 22 e 23 dicembre 2008 IL PASSO DELL’ANIMA. IL MITO DI CARLOS GARDEL testo e regia Rosetta Cucchi voce recitante Lella Costa basso Andrea Concetti ballerini Giada Scimeni e Gaetano la Mantia con Ensemble della Filarmonica Arturo Toscanini produzione Fondazione Arturo Toscanini Il passo dell’anima è un viaggio alla ricerca dell’essenza più profonda di un paese, l’Argentina, luogo di grandi sogni e speranze di un popolo in movimento. Attraverso la mitica figura di Carlos Gardel, ci si avvicina al profumo e al sapore del tango, espressione d’arte e di passione che più ha amalgamato la cultura europea e il giovane sangue sudamericano. Lo spettacolo rivive i momenti più significativi della vita di questo meraviglioso tangero, ed il pubblico, preso per mano da Lella Costa e avvolto dalla musica di Gardel, interpretata dall’incredibile voce di Andrea Concetti e da due straordinari ballerini, si affaccia sullo spaccato di vita di un uomo diviso tra la voglia di riattraversare l’oceano, che lo separa dalla fama e dagli sfarzi del vecchio continente, e la nostalgia del ritorno alla sua casa, che altro se non il luogo dell’anima. 7 e 8 marzo 2009 LA FAMIGLIA scene di Boris Petrushansky direttore artistico Victor Soloviev con gli artisti del Teatr Licedei produzione Passashok productions Semianyki o La Famiglia è il ritratto acido di una famiglia folle: infatti, la famiglia cui danno vita i sei artisti del leggendario gruppo di San Pietroburgo, I Licedei (I guitti), primo teatro russo di clown e mimi fondato da Slava Polunin nel 1968, non ha, per la verità, niente di ordinario. E’ composta da ballerini, acrobati, musicisti e giocolieri i quali, con il solo linguaggio del corpo, ci mostrano guai e peripezie della vita quotidiana di una famiglia russa nel tentativo di venire a capo delle rispettive, assurde esistenze. Un padre alcolizzato che minaccia di andarsene, una madre incinta che minaccia di partorire e un esercito di marmocchi folli ed estrosi che minacciano di trucidare padre e madre pur di sopravvivere. Questi saltimbanchi, umoristici, corrosivi, folli e profondamente poetici, rendono il più bell’omaggio possibile alla figura del Clown, al tempo stesso tradizionale e contemporaneo, lievemente connotato da una deliziosa sensibilità russa e da un’irresistibile verve buffonesca. OPERETTA 31 dicembre 2008 – 1 gennaio 2009 CIN CI LÀ opera in due atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato con Silvia Felisetti, Alessandro Betti, Cristina Cattabiani, Graziella Barbacani, Claudio Corradi, Giuliano Scaranello, Fulvio Massa, Francesco Mei Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli regia di Stefano Orsini produzione Teatro Musica Novecento Con Cin Ci Là siamo a Macao dove il Principe Ciclamino ha sposato la Principessa Myosotis e, secondo l'usanza, tutte le attività e i divertimenti sono sospesi finché non viene consumato il matrimonio: vista l’inesperienza dei due, l’attesa potrebbe rivelarsi assai lunga. L’arrivo da Parigi dell’attrice Cin-ci-là, in procinto di girare un film a Macao, cade a pennello: il Mandarino Fon-Id pensa di affidare il Principe alle “cure esperte” della donna, ma giunge inaspettato l’eterno spasimante Petit-gris, che per vendicarsi rivolge le sue attenzioni a Myosotis. Saranno i due Parigini a svezzare sia Ciclamino che la giovane e a far sì che la Cina possa avere un erede. 8 febbraio 2009 IL PAESE DEI CAMPANELLI opera in due atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato con Silvia Felisetti, Alessandro Betti, Cristina Cattabiani, Claudio Corradi, Graziella Barbacani, Fulvio Massa, Francesco Mei, Giuliano Scaranello, Manuel Reitano Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli regia di Stefano Orsini produzione Teatro Musica Novecento Nella località le abitazioni hanno sopra la porta un campanello magico che, secondo una leggenda, potrebbe suonare nel caso in cui all’interno della casa l’angelo del focolare cadesse nella tentazione di compiere un adulterio. Le cose si complicano quando al porto approda un nave di aitanti marinai, presto conquistati dalle signore del villaggio allietate dalla novità. I campanelli cominciano a fare il loro dovere, allertando la popolazione maschile che potrà a sua volta rifarsi quando, con un’altra nave, giungeranno in paese le mogli dei marinai, le quali, prima di riprendersi i maritini, potranno ripagarli di egual moneta. Lo scampanellio, a quel punto, sarà totale, ma, come in ogni operetta che si rispetti, la quadratura del cerchio e il lieto fine sono dietro l’angolo, appena prima del calar del sipario. 1 marzo 2009 BALLO AL SAVOY operetta di Alfredo Grunwald e Fritz Lohner-Beda Compagnia Corrado Abbati direzione musicale di Marco Fiorini adattamento e regia di Corrado Abbati produzione INSCENA Nizza, 1932. Nel salone di casa Faublas si festeggia il ritorno dal lungo viaggio di nozze del marchese Aristide e di Maddalena. Ma Aristide riceve un telegramma dalla Tangolita, sua vecchia fiamma, alla quale aveva promesso di trascorrere una serata con lei, che vuole che Aristide assolva il suo obbligo proprio quella sera, durante l’annuale ballo al Savoy. Con l’aiuto dell’amico Mustafà Bey, Aristide trova una scusa: deve recarsi al Savoy per incontrare José Pasodoble, compositore jazz in gran voga. Ma José Pasodoble è lo pseudonimo di Daisy Parker, amica di Maddalena. Al Savoy giunge anche Maddalena, decisa a vendicarsi. Mentre la direzione del Savoy premia José Pasodoble, rivelandone la vera identità, Maddalena annuncia pubblicamente di avere tradito il marito con Celestino, incontrato quella sera, e Aristide si arrovella nel dubbio: l’ha fatto veramente o no? Sarà la furba Daisy a strappare a Maddalena la verità. ALTRI PERCORSI Auditorium di Piazza della Libertà 14 e 15 gennaio 2009 LA STORIA DE LE MERAVIGLIE DEL MONDO Giullarata medievale tra i viaggi di Marco Polo di Marina De Juli con Marina De Juli e il gruppo musicale “CantoAntico” produzione Associazione Culturale Verba Manent Lo spettacolo narra le avventure di Marco Polo attraverso il linguaggio reinventato della giullarata e la musica popolare: l’aspetto musicale si affianca, così, a quello teatrale proprio come un compagno di viaggio. In scena una giullaresca, Marina De Juli, attrice “storica” della Compagnia Fo-Rame, e quattro musici che con flauti, tamburi, fisarmonica e chitarra, racconteranno una storia di vita quotidiana nella Venezia della seconda metà del 1200, in quel medioevo fatto di grandi paure, grandi invenzioni e grandi viaggi. Teatro Donizetti 29 gennaio 2009 LA RUSSIA DELL’UOMO D’ORO di Alessandro Bedino regia di Riccardo Sottili con Lino Spadaro, Vadim Jakovlev, Antonio Bertusi, Daniel Dwerryhouse, Alberto Galligani, Andrej Panin, Darja Stepanova e Alessio Targioni coproduzione Occupazioni Farsesche e Teatro-Festival Baltijski Dom Un padre aspetta un figlio, partito in guerra per la Russia nel ‘42. Finisce la guerra, il figlio non ritorna. Passano gli anni, il padre non smette di aspettare. Il tempo cambia tutto, travolge la memoria e porta alla follia. Il padre decide allora di vestirsi tutto d’oro e di aspettare il figlio davanti alla stazione: se il figlio tornerà non potrà non vederlo, non riconoscerlo. Questa storia non è frutto della nostra fantasia, è una storia vera. A metà degli anni ‘70, chiunque ad Arezzo conosceva l’Omino d’oro e la sua storia. La mente può uscire dai binari della normalità e imboccare quelli della poesia; il treno del dolore porta l’Omino d’oro nell’ immensa steppa russa, sulle rive del Don, dove ancora si trovano quasi 90.000 soldati italiani che non hanno fatto ritorno a casa. Auditorium di Piazza della Libertà 4 e 5 febbraio 2009 ODISSEA di e con Mario Perrotta musiche originali eseguite dal vivo da Mario Arcari e Maurizio Pellizzari produzione Compagnia Teatro dell’Argine Narratore di spicco, Mario Perrotta coraggiosamente prova a cambiare strada: nell’Odissea è ancora solo alla ribalta, ma la sua scelta espressiva sembra trascendere la narrazione vera e propria per orientarsi a una più ampia forma di monologo, mentre il taglio “civile” lascia il posto a un’inquieta vena introspettiva. Ma il nucleo vivo della vicenda resta comunque il nodo di insanabile dolore che caratterizza l’identità di quel figlio, Telemaco, cresciuto senza padre. L’attore pugliese è bravo a cogliere l’occasione per un’evidente crescita interpretativa, più ancora che drammaturgica: la parlata della sua terra, a contatto con l’antica materia mitica, si arricchisce di inedite sfumature, e la recitazione trae vigore dal confronto con le musiche originali eseguite dal vivo. Auditorium di Piazza della Libertà 18 e 19 febbraio 2009 STIRRU Il viaggio surreale nelle viscere di una miniera abbandonata di e con Alberto Nicolino regia di Ambra D’Amico produzione Associazione Lecittadelmondo in collaborazione con ARCI Caltanissetta In Sicilia, all’inizio del Novecento, si estraeva, in condizioni di lavoro a dir poco disumane, l’80% dello zolfo dell’intero pianeta. Una cultura, una società, perfino una letteratura nuova, cresciute nell’arco di due secoli. Che ne è ora di quella civiltà? Lo spettacolo è una fusione di fatti realmente accaduti e invenzioni fantastiche, in cui le dolorose vicende personali si specchiano in un desolante quadro di rimozione sociale: una comunità in crisi che per interesse o rassegnazione ha accettato di rimuovere la propria storia. Le trasformazioni della voce e del corpo, l’uso alternato di italiano, siculo-americano, e siciliano, permettono all’attore di passare da un personaggio all’altro: non sono quadri a sé stanti, bensì elementi di un ingranaggio più grande, che è la storia, la fitta trama di relazioni ed eventi che corre verso lo svelamento della verità. Teatro Donizetti 24 febbraio 2009 LA BADANTE testo e regia di Cesare Lievi con Ludovica Modugno e con Emanuele Carucci Viterbi, Leonardo De Colle, Paola Di Meglio e Giuseppina Turra produzione CTB Teatro Stabile di Brescia La Badante, nuovo testo di Cesare Lievi, è idealmente la terza parte di una trilogia che, con Fotografia di una stanza e Il mio amico Baggio, compie una riflessione poetica sui cambiamenti indotti alla nostra società dalla presenza dei nuovi immigrati, stranieri per lingua e cultura che entrano nella nostra vita facendo esplodere contraddizioni sociali e intaccando abitudini quotidiane. Lo spettacolo, intenso e forte nel ricreare il sotteso alle parole, trova una sofferta verità nelle due facce di Ludovica Modugno, straordinaria protagonista della pièce. Teatro Donizetti 25 marzo 2009 HAPPY FAMILY uno spettacolo di Alessandro Genovesi con Gabriele Calindri, Linda Gennai, Elisa Langone, Martina Galletta, Roberta Rovelli, Corinna Agustoni, Alessandro Genovesi, Jean-Christophe Potvin, Olga Rossi e Massimiliano Speziani produzione Teatridithalia in collaborazione con Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi Debuttato al Teatro dell’Elfo nel maggio del 2007, Happy family ha ottenuto un successo di pubblico e di critica notevole e particolarmente sorprendente se pensiamo che Alessandro Genovesi, già apprezzato come attore, esordiva qui nel ruolo di autore e regista. Il testo, vincitore del Premio speciale Riccione per il Teatro nel 2005, è «una confessione camuffata, un diario mascherato, una commedia che parla della paura di diventare grandi, di cambiare la nostra vita per qualcos’altro che non conosciamo». Due famiglie incrociano i loro destini a causa dei propri figli quindicenni, caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati. Auditorium di Piazza della Libertà 8 e 9 aprile 2009 TERRA DI NESSUNO di Harold Pinter regia di Lorenzo Loris con Gigio Alberti, Mario Sala, Massimo Greco e Alessandro Tedeschi produzione Teatro Out Off Terra di nessuno è un testo in cui l’autore, Harold Pinter, scandaglia il proprio rapporto fra arte e vita e principalmente sviscera il senso di un’esistenza prossima alla fine, dove anche i ricordi perdono consistenza e svaniscono nell’indeterminatezza. In scena ci sono quattro personaggi, ma forse uno solo è reale, mentre gli altri tre non sono che la proiezione di se stesso, dei suoi fantasmi. Un testo amatissimo dalle star di tutte le latitudini, che qui il regista Lorenzo Loris non mette in scena come un duetto fra divi, ma come un vero e proprio finale di partita. Auditorium di Piazza della Libertà 27 e 28 aprile 2009 STRADA CARRARA Tavole di un teatro viaggiante progetto di Laura Curino, Titino Carrara e Federico Bertozzi regia di Laura Curino con Titino Carrara produzione La Piccionaia – I Carrara. Teatro Stabile di Innovazione Titino Carrara ci fa entrare nella sua infanzia di girovago, nella memoria di una delle ultime famiglie d’arte ancora attive del nostro paese: i Carrara. Si tratta del racconto di un’esistenza nomade e zingara, un soggetto che affronta il tema della diversità, rivelando un tessuto sociale, appartenuto alla storia italiana, fatto di carovane e teatri mobili, espedienti e repertori teatrali sconfinati, recitati a volte all’impronta e misurati sull’esigenza e il gusto estemporaneo della piazza. «È una storia raccontata con gli occhi di un bambino “diverso”, figlio di attori nomadi, commedianti da dieci generazioni. È una storia di carovane con le ruote di gomma, piena e di attori che smontano e rimontano il teatro sulle “piazze”. Oggi ci sono nuovi personaggi, costumi, trucchi, ma il cuore, l’essenza necessaria del “fare teatro” rimane sempre la stessa: il riflesso di una fiamma negli occhi di chi il teatro lo fa vivere e il teatro, si sa, vive solo se brucia».