Meccanica 8. Statica http://campus.cib.unibo.it/2425/ Domenico Galli Dipartimento di Fisica e Astronomia 22 febbraio 2017 Traccia 1. Statica 2. Forze 3. Forza Peso 4. Forza Elastica 5. Equazioni Cardinali della Statica 6. Forze Vncolari 7. Forze di Attrito Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 2 Statica Cinematica: descrizione del moto, a prescindere dalle cause che modificano lo stato di moto (forze). Equilibrio: si ha quando un corpo soggetto a forze, inizialmente in quiete rispetto a un prestabilito SdR, rimane nello stato di quiete: In uno stato di equilibrio le forze non modificano lo stato di moto. Statica: studio delle forze (che sono causa dei cambiamenti dello stato di moto) nelle configurazioni di equilibrio. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 3 Forza Concetto di forza: nasce dallo “sforzo” muscolare. Definizione operativa (specificazione del procedimento con cui si effettua la misura): cordicella + dinamometro. La retta su cui si dispone la cordicella rappresenta la direzione della forza, il dinamometro ne misura il modulo. Il dinamometro è costituito da una molla a forma di elica cilindrica e da una scala graduata che consente di misurarne l’allungamento. I I Cordicella ideale: infinitamente sottile, perfettamente flessibile e inestensibile. Molla ideale: massa nulla, segue precisamente la legge di Hooke: → ~ = −k − F ∆l → ~ è la forza, − dove F ∆l è l’allungamento e k è una costante (detta costante elastica). dinamometro Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 4 Natura Vettoriale delle Forze Si trova sperimentalmente che le forze si sommano vettorialmente. Per 3 forze applicate a un punto materiale si ha l’equilibrio se: Ä F~3 = − F~1 + F~2 Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso ä ⇒ F~1 + F~2 + F~3 = ~0 D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 5 Unità di Misura della Forza Nel Sistema Internazionale la forza si misura in Newton (simbolo N). 1 N ≈ 0.101972 kgf dove kgf è il chilogrammo-forza del deprecato Sistema Tecnico. Definiremo il Newton successivamente, dopo avere affrontato il Secondo Principio della Dinamica. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 6 Forza Peso La forza peso F~p agisce su tutti i corpi che si trovano in prossimità della superficie terrestre. Dovuta all’attrazione gravitazionale della Terra sui corpi; Ha direzione orientata che punta approssimativamente verso il centro della Terra; Ha modulo costante con ottima approssimazione: Il modulo diminuisce lievemente con l’altezza sul livello del mare: I Salendo di 1000 m un corpo di peso 1 N riduce il peso di circa 0.0003 N. La forza peso che agisce su di un corpo omogeneo dipende dal volume V del corpo e dal suo peso specifico ps : ~ Fp = V ps dove il peso specifico ps dipende dal materiale di cui è costituito il corpo. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 7 Centro di Gravità o Baricentro Corpo rigido: si può idealmente suddividerlo in n parti sufficientemente piccole rispetto al contesto considerato, da poter essere considerate puntiformi. Ogni parte i del corpo rigido, i = 1, . . . , n, è soggetta alla forza peso: F~1 , . . . , F~n . Se il corpo non è troppo esteso (rispetto alla dimensione della Terra) tali forze sono parallele tra loro. L’insieme delle forze peso è riducibile a una sola forza, ~ detta peso totale del corpo, applicata la risultante R, nel centro dei vettori paralleli, che in questo caso prende il nome di Centro di Gravità (o Baricentro) G. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 8 Centro di Gravità o Baricentro (II) Il Centro di Gravità (essendo il centro dei vettori paralleli delle forze peso) è definito dalla relazione: n 1 X ~ rOPi , ~rOG = Fi ~ ~ R i=1 ~= R n X F~i i=1 Scelta una terna ortogonale di riferimento con l’origine nel centro di riduzione O, posto: ( ~rOPi = xi ı̂ + yi ̂ + zi k̂ ~rOG = xG ı̂ + yG ̂ + zG k̂ possiamo anche scrivere, nella base cartesiana: xG = n 1 X ~ Fi xi , ~ kRk yG = i=1 Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso n 1 X ~ Fi yi , ~ kRk zG = i=1 n 1 X ~ Fi zi ~ kRk i=1 D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 9 Centro di Gravità o Baricentro (III) Per un sistema costituito da 2 soli punti materiali, il centro di gravità si trova sul segmento che congiunge i 2 punti, a distanza da essi inversamente proporzionale al loro peso. Per un sistema di n punti materiali che giacciono su di una retta, il centro di gravità si trova sulla medesima retta. Per un sistema di n punti materiali che giacciono su di un piano, il centro di gravità si trova sul medesimo piano. Se un sistema può essere diviso in più parti, il suo centro di gravità coincide col centro di gravità dei centri di gravità parziali. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 10 Centro di Gravità o Baricentro (IV) Per un corpo omogeneo (porzioni di ugual volume hanno ugual peso), suddividendolo in n parti di ugual volume, sufficientemente piccole rispetto al contesto considerato, da poter essere considerate puntiformi, si ha: F~i = F~ , , i = 1, 2, . . . , n n n n n X 1 X 1 1X 1 X ~ ~ ~ k F k x = k F k x = k F k x = xi x = i i i i G ~ n i=1 nkF~ k i=1 nkF~ k kRk i=1 i=1 n 1X yi yG = n i=1 n 1X zG = zi n i=1 n 1X ~rOG = n ~rOPi i=1 Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 11 Centro di Gravità o Baricentro (V) Per un corpo omogeneo (porzioni del corpo di ugual volume hanno ugual peso), detto ps il peso specifico, possiamo anche scrivere kF~i k = Vi ps e ~ = V ps , per cui: kRk ~rOG = = n n n 1 X 1 X ps X kF~i k ~rOPi = Vi ps ~rOPi = Vi ~rOPi = ~ ~ ~ kRk kRk kRk i=1 i=1 i=1 n 1 X Vi ~rOPi V i=1 Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 12 Centro di Gravità o Baricentro (VI) Se si fa tendere n → ∞, la sommatoria è sostituita da un integrale di volume. Per un corpo omogeneo si ha: ~rOG = ~rOG n 1 X ~rOPi Vi , V i=1 1 = V V = n X Vi i=1 ZZZ ZZZ ~rOP dV, C V = dV C Si noti come si passa da un insieme discreto di punti {Pi , i = 1, . . . , n} a un insieme continuo {P ; P ∈ C }. Le espressioni con gli integrali sono più semplici da calcolare nel caso di vorpi rigidi aventi una forma geometrica regolare: Parallelepipedi, sfere, cilindri, coni, ecc. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 13 Centro di Gravità o Baricentro (VII) Ricordando l’espressione dV = dx dy dz del volume elementare nella base cartesiana, possiamo scrivere il vettore posizionale del baricentro di un corpo continuo e omogeneo: ZZZ ZZZ 1 ~rOG = ~rOP dV, V = dV V C C nella base cartesiana, come: ZZZ 1 x dx dy dz xG = V C ZZZ 1 yG = y dx dy dz , V C ZZZ 1 zG = z dx dy dz V ZZZ V = dx dy dz C C Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 14 Forza Elastica I corpi materiali si deformano in seguito alla applicazione di una forza esterna: Alcuni corpi, detti corpi elastici, tendono a riprendere la forma originaria quando la forza esterna cessa di agire. Altri corpi, detti corpi anelastici rimangono permanentemente deformati. La forza interna ai corpi che: Si oppone alla deformazione dei corpi dovuta a una forza esterna; Ripristina la forma originale dei corpi quando la forza esterna cessa di agire; è detta forza elastica. Se la deformazione non è troppo ampia, molti corpi elastici mostrano una relazione di semplice prorporzionalità tra l’intensità della forza elastica che sviluppano e l’entità della deformazione subita. In questi casi si dice che la forza elastica è nel regime lineare. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 15 Forza Elastica (II) Consideriamo una molla lineare con un estremo ancorato e fisso e l’altro estremo libero di scorrere senza attrito lungo una certa direzione. − → In assenza di deformazione (∆l = ~0) la molla non esercita forza (F~ = ~0); Se la molla subisce una deformazione (compressione o allungamento) di una lunghezza ∆l essa esercita una forza: − → F~ = −k ∆l (legge di Hooke) dove k è una costante (detta costante elastica). Si osservi che la forza F~ ha verso − → opposto alla deformazione ∆l. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 16 Forze Interne e Forze Esterne In un sistema di punti materiali si definiscono: Forze interne: le forze esercitate da una parte del sistema su un’altra parte dello stesso sistema. Forze esterne: le forze esercitate su di una parte del sistema da parte di corpi non appartenenti al sistema. Es.: Per il sistema {Terra}, l’attrazione gravitazionale esercitata del Sole sulla Terra è una forza esterna. Per il sistema {Terra, Sole} l’attrazione gravitazionale esercitata del Sole sulla Terra è una forza interna. N. B.: Ovviamente, la distinzione tra forze interne e forze esterne non ha senso per un singolo punto materiale. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 17 Equazioni Cardinali della Statica Condizione necessaria e sufficiente per l’equilibrio di un punto materiale è che si annulli la risultante delle forze ad esso applicate: ~ = ~0 R N. B.: questo non significa che non siano presenti forze! Condizione necessaria e sufficiente per l’equilibrio di un corpo rigido è che si annullino sia la risultante sia il momento risultante delle forze esterne a esso applicate: ~(e) = ~0, R (O) M~(e) = ~0 (equazioni cardinali della statica) N. B.: le forze interne di coesione del corpo rigido, che mantengono invariate le distanze tra i punti, non hanno effetto. Queste condizioni si ricavano, come caso particolare, dalle equazioni della dinamica (si veda il seguito del corso). Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 18 Calibrazione di un Dinamometro Si appende il dinamometro al soffitto e si applica al dinamometro un numero via via crescente di pesetti tra loro uguali: Stesso volume e stesso materiale. Terminata la fase transitoria in cui il sistema oscilla, si raggiunge l’equilibrio: Sistema in quiete; ~ = ~0, per cui: Risulta R → ~ = F~p + F~e = ~0 ⇒ F~p − k − R ∆l = ~0 quindi: Fp k Si applicano 1, 2, 3, . . . pesetti e si tracciano le tacche in corrispondenza dell’indice del dinamometro. ∆l = Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 19 Forze Vincolari Ogni vincolo impedisce certi movimenti del corpo considerato e ne consente altri (es.: rotaia treno, cardine porta, piano su cui è appoggiato un oggetto, ecc.). Per impedire i movimenti vietati dei corpi, i vincoli debbono esercitare sui corpi delle forze, dette forze vincolari o reazioni vincolari. Esempio: Se un corpo, appoggiato su un tavolo, rimane in quiete, allora la risultante e il momento risultante delle forze che agiscono su di esso sono entrambi nulli. Il corpo è sicuramente soggetto alla forza peso F~p diretta lungo la verticale verso il basso. Affinché sia nulla la risultante, deve essere presente una forza, diretta lungo la verticale verso l’alto. ~ n. Tale forza è la reazione vincolare R Per le equazioni cardinali della statica deve essere ~ = F~p + R ~ n = ~0, per cui risulta R ~ n = −F~p . R Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 20 Forze Vincolari (II) Le forze non vincolari sono dette forze attive. Le forze vincolari sono a priori sconosciute, in quanto debbono adeguarsi alle circostanze per neutralizzare le forze attive che potrebbero causare movimenti vietati: Il medesimo tavolo esercita reazioni vincolari diverse su due oggetti di peso diverso appoggiati su di esso: ~ (1) = −F~ (1) R n p ~ (2) = −F~ (2) ⇒ kF~p(1) k > kF~p(2) k R n p kF~p(1) k > kF~p(2) k Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 21 Forze Vincolari (III) ~ n finché la Un vincolo è in grado di esercitare la reazione vincolare R forza attiva ha modulo inferiore a un valore di soglia denominato carico di rottura σ. Il carico di rottura è pari alla massima reazione vincolare che il vincolo è in grado di esercitare: n o ~ σ = max R n Se il modulo della forza attiva F~ supera il carico di rottura σ, la reazione vincolare non è più esercitata. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 22 Forze Vincolari (IV) Possiamo quindi scrivere: ~n = R ~ −F se F~ < σ ~0 se F~ > σ ~ n è la reazione vincolare, F~ è la forza attiva e σ è il carico di dove R rottura. ~p k < σ kF Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso ~p k > σ kF D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 23 Forze di Attrito Le forze di attrito sono forze che si sviluppano sulle superfici dei corpi, tangenzialmente a esse, ostacolandone il movimento. Attrito interno: si esplica tra i vari strati di un fluido, dovuto alla viscosità (es.: differente comportamento tra acqua e miele). Attrito del mezzo: resistenza viscosa (F ∝ v) o resistenza idraulica (F ∝ v 2 ) a cui è soggetto un corpo in moto entro un fluido viscoso. Attrito radente: quando due corpi solidi sono sollecitati a strisciare l’uno sull’altro, sulle superfici di contatto si sviluppano forze tangenziali dovute alle asperità e alle forze di adesione che si esercitano tra le due superfici. Attrito volvente: si osserva in un cilindro che rotola senza strisciare su di una superficie. Dovuto alle asperità e alla non perfetta elasticità dei corpi a contatto. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 24 Attrito Radente Si manifesta allo strisciare di due corpi l’uno sull’altro. È causato dalle asperità delle superfici striscianti (per cui le irregolarità della superficie più dura scavano solchi sulla superficie più tenera) e dall’adesione tra le due superfici che può produrre delle vere micro-saldature nei punti di contatto. Particolarmente intensa è l’adesione tra rame e rame e tra alluminio e alluminio, che tendono facilmente a “ingranarsi” o “gripparsi”. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 25 Attrito Radente (II) Per diminuire l’attrito radente si utilizzano lubrificanti, ovvero sostanze (olio, grafite, talco, paraffina) che si interpongono tra le due superfici che strisciano. Per minimizzare l’attrito, allo scopo di eseguire esperimenti precisi di dinamica, si utilizza il “cuscino d’aria”, ovvero si interpone uno strato di aria tra le superfici. Il ghiaccio secco a temperatura ambiente sublima in anidride carbonica gassosa che fuoriesce dal foro inferiore creando una pellicola di aria che si interpone tra il disco e la superficie su cui esso appoggia. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 26 Attrito Radente (III) La tecnica del “cuscino d’aria” è utilizzata anche in particolari veicoli anfibi per trasporto passeggeri denominati hovercraft. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 27 Attrito Radente (IV) Nello studio dell’attrito radente si distingue tra attrito statico e attrito dinamico: Se un corpo pesante appoggia con una faccia su di un piano orizzontale e sia applica a esso una forza F~ diretta orizzontalmente, se il modulo della forza kF~ k è sufficientemente piccolo il corpo non si muove (attrito statico). Quando invece si aumenta kF~ k oltre una certo valore di soglia, (detto soglia di primo distacco e qui indicato con θ) il corpo inizia a muoversi, ma con accelerazione inferiore a quella che avrebbe in assenza di attrito (attrito dinamico). Abbiamo quindi: ~ F < θ ~ F > θ ⇒ attrito statico ⇒ attrito dinamico Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 28 Attrito Radente (V) Si trova sperimentalmente che la soglia di primo distacco θ è ~ n , detta forza di proporzionale all’intensità della reazione vincolare R appoggio (che, a sua volta, è opposta alla forza peso F~p ): ~ θ = f R n Il coefficiente adimensionale f è detto coefficiente di attrito statico. Sperimentalmente si trova che f dipende dai materiali di cui sono composte le superfici e dalla loro scabrosità ed è approssimativamente indipendente dalla superficie di appoggio. Abbiamo quindi: ~ F < f ~ F > f ~ Rn ~ Rn Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso ⇒ attrito statico ⇒ attrito dinamico D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 29 Attrito Radente Statico Se il corpo non si muove (attrito radente statico), significa che esso si trova in equilibrio, dunque (per le equazioni cardinali della statica) la risultante delle forze deve essere nulla: ~ = F~ + R ~ (s) = ~0 R t se ~ ~ F < f R n Questo significa che, se il corpo non si muove, la forza di attrito radente è sempre opposta alla forza attiva: ~ (s) = −F~ R t se ~ ~ F < f R n Come la reazione vincolare, anche la forza di attrito radente statico non è nota a priori: Essa si adegua alla forza attiva: I ~ non raggiunge Finché la forza attiva F ~ n k. l’intensità di soglia θ = f kR Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 30 Attrito Radente Statico (II) La massima intensità della forza di attrito radente statico si raggiunge quando kF~ k → θ− . In tal caso risulta: ~ (s) = −F~ R t ~ F → θ − ~ (s) ~ Rt = F → θ ⇒ Possiamo pertanto scrivere: lim ~ k→θ− kF ~ (s) ~ Rt = θ = f R n inoltre: n o ~ (s) ~ max R t = θ = f Rn ~ (s) ~ Rt ≤ θ = f R n ~ n k. dove vale l’uguaglianza soltanto se kF~ k → θ− = f kR Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 31 Attrito Radente Dinamico Se kF~ k > θ allora il corpo inizia a muoversi. In questo caso il corpo non è in equilibrio e la risultante non è nulla: ~ = F~ + R ~ (d) 6= ~0 R t se ~ ~ F > θ = f R n Si trova sperimentalmente che l’intensità della forza di attrito radente dinamico vale: ~ ~ (d) Rt = µ R n se ~ ~ F > θ = f R n ~ n è la reazione vincolare della superficie (forza d’appoggio), dove R opposta alla forza peso F~p . Il coefficiente adimensionale µ è detto coefficiente di attrito dinamico. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 32 Attrito Radente (Sommario) Concludendo, l’intensità della forza di attrito radente vale: (s) ~ ~ R = F t ~ Rt = (d) ~ R ~ t = µ R n Attrito statico Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso ~ se F~ < θ = f R n ~ se F~ > θ = f R n Attrito dinamico D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 33 Attrito Radente (Valori Tipici) f µ 0.5 0.74 0.1 0.04 1.05-1.35 0.61 1.00 0.7 0.4 0.3 0.57 0.05 0.04 1.4 0.47 0.2-0.6 0.5 0.2 Superfici Legno-legno Acciaio-acciaio Acciaio-acciaio lubrificato Acciaio-teflon Alluminio-alluminio Alluminio-acciaio Rame-rame Gomma-asfalto Gomma-asfalto bagnato Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 34 Attrito Statico e Attrito Dinamico Evidenze pratiche del fatto che l’attrito dinamico è sempre minore della soglia di primo distacco θ (valore massimo dell’attrito statico): Quando si sposta, strisciandolo, un mobile pesante, per metterlo in movimento (cioè per superare il massimo attrito statico) occorre imprimergli una forza maggiore di quella necessaria per mantenerlo in movimento (che serve per equilibrare l’attrito dinamico). Le automobili recenti sono dotate di un dispositivo anti-patinamento (ABS). Se la ruota patina, ovvero striscia, sull’asfalto, la forza di attrito diviene dinamica, e dunque l’azione frenante risulta inferiore. Il dispositivo ABS, quando la ruota patina rilascia un po’ il freno, in modo da ripristinare le condizioni di attrito statico. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 35 Attrito Volvente Un cilindro che rotola senza strisciare su di un piano è soggetto alla forza di attrito radente statico che impedisce lo strisciamento. La forza di attrito radente statico non ostacola il rotolamento del cilindro. Il rallentamento del moto di rotolamento (come vedremo in dinamica) è dovuto a una coppia di forze. Tale coppia è detta coppia di attrito volvente. Si tratta di forze assolutamente diverse da quelle di attrito radente statico. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 36 Attrito Volvente (II) L’attrito volvente ha origine in un’asimmetria delle forze elastiche vincolari. Quando il cilindro rotola su di una superficie, si crea sulla superficie un avvallamento che procede insieme al cilindro. Dove si forma l’avvallamento sono presenti forze che si oppongono alla deformazione. Dove l’avvallamento scompare sono presenti forze di ripristino. Se le forze che si oppongono alla deformazione non sono esattamente uguali alle forze di ripristino, si ha un’asimmetria che genera l’attrito volvente. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 37 Attrito Volvente (III) L’attrito volvente risulta molto inferiore all’attrito radente (dalle 100 alle 1000 volte). Per questo motivo, dove si debba minimizzare l’attrito nella rotazione di un asse, si preferiscono i cuscinetti a rotolamento (come il cuscinetto a sfere, fig. a destra) ai cuscinetti a strisciamento (come la bronzina, fig. a sinistra). Tra le due superfici cilindriche in figura sono poste 9 sfere ingabbiate che rotolano quando una superficie cilindrica si muove rispetto all’altra. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 38 Forze di Attrito (Note) Un corpo che striscia su di una superficie è soggetto alla forza di attrito radente dinamico. Un corpo che rotola senza strisciare su di una superficie è soggetto alla forza di attrito radente statico e alla forza di attrito volvente. In assenza di attrito radente l’uomo e gli animali non riuscirebbero a camminare e gli autoveicoli non riuscirebbero a muoversi. Meccanica – 8. Statica Statica Forze Forza Peso D. Galli Forza Elastica Equazioni Cardinali Forze Vncolari Forze di Attrito 39 Domenico Galli Dipartimento di Fisica e Astronomia [email protected] https://www.unibo.it/sitoweb/domenico.galli https://wiki-lhcb.bo.infn.it/bin/view/GalliDidattica Meccanica – 8. Statica D. Galli 40