"Una persona non è dove vive, ma dove ama" antico detto latino 20

"Una persona non è dove vive, ma
dove ama"
antico detto latino
20 novembre
la carta dei doveri
Il grido d'allarme è di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina, insignita con 24 lauree honoris causa da
altrettante Università di tutto il mondo. Abbiamo detto spesso che si vive di memoria. L’uomo la ripete molte volte da
incosciente e tale rimane sino a quando la sua evoluzione apprende nuove nozioni, e solo divenendone cosciente può
ampliare la sua conoscenza, con il risultato di una maggiore comprensione della propria esistenza. Il premio Nobel
Montalcini ci fa oggi comprendere quanto sia importante che l’uomo, oltre ad avere nella propria memoria tanti
“diritti” registri in essa anche i “doveri”. Dal Suo autorevole dire se ne comprende il valore.
“L'umanità è divisa da guerre sanguinose – sostiene Rita Levi Montalcini – da miserie angoscianti, da morbi
sconosciuti. Mentre un decimo degli uomini consuma il 40 per cento delle risorse energetiche, e si nutre dieci volte di
più di quel che dovrebbe, i nove decimi della popolazione della terra devono combattere il flagello della fame e della
disperazione. Adesso, a questa dissennata amministrazione delle risorse della Terra, si aggiunge una follia causata da
tecnologie sempre più sofisticate: parlo della creazione di mostri per mezzo della clonazione delle cellule. C'è da
domandarsi se effettivamente vi siano scienziati che trasgrediscano le regole dell'etica, fondamentale guida ad ogni
azione, oppure se esiste davvero una volontà per alterare anche nel settore biologico la parabola dell'evoluzione.
Comunque stiano le cose è assolutamente necessario che si pongano regole tassative. La scienza non deve creare
mostri. In passato si è parlato tanto dei "diritti dell'uomo", ora dobbiamo iniziare a parlare dei "doveri dell'uomo" e lo
dobbiamo
fare
adesso,
quando
il
pianeta
è
minacciato
da
mille
pericoli.
E' da dieci anni che domando a tutte le nazioni di sottoscrivere un impegno collettivo. Inutilmente.
Adesso
questo
documento
diventa
imperativo
per
la
nostra
singola
sicurezza.
L’umanità sta attraversando un momento difficile. Non si può andare avanti così. La Terra è gravemente
minacciata. Non voglio lanciare richiami, mi pare troppo audace un tale termine, preferisco definire queste mie parole
semplici considerazioni. Non possiamo rimanere insensibili di fronte agli eventi di cui siamo testimoni, di fronte a
questa dilagante mancanza di responsabilità che si diffonde sempre più, contro la Terra e contro l'Uomo.
Se le cose non cambiano la nostra generazione non lascerà alla prossima la stessa Terra che ha ricevuto dai propri
padri. Nei
secoli
scorsi
si
è
molto
parlato
dei
diritti
dell'uomo.
Specialmente negli anni che andarono dal 1776 al 1789 furono promulgate le carte di Thomas Paine, quelle che
passarono
alla
storia
come
il
primo
documento
su
queste
prerogative.
Nel 1948, dopo i tremendi orrori della guerra, si è tornati su questo argomento con la Carta universale dei diritti
dell'uomo
nella
commissione
dell'UNESCO
diretta
da
Leonard
Rooswelt.
Nell'ultimo decennio si è addirittura parlato dei "diritti dei non nati", in seguito ai formidabili sviluppi dell'ingegneria
genetica che si occupa del genoma e della ingegneria proliferativi che si interessa del feto. Gli eventi sono giunti al
punto che non è più sufficiente parlare dei "diritti dell'uomo", in quanto questi si sono imposti nei tempi passati.
Oggi dobbiamo pensare ai "doveri" dell'uomo, "i doveri dell'uomo di fronte al terzo millenio".
I
"doveri
dell'uomo"
per
salvare
il
proprio
habitat,
la
propria
dimensione
umana.
Per tre miliardi di anni la terra è stata retta da forze non cognitive, ossia quelle forze evolutive, che dalla vita
inorganica hanno portato la vita organica, e si è arrivati a quella enorme produzione che è lo "homo sapiens". In
questa nostra epoca, vale a dire dal 1975 ad oggi, assistiamo ad un altro fenomeno: l'homo sapiens, con le sue
enormi capacità mentali si sostituisce alle forze non cognitive dell'universo e decide della sorte di se stesso e
dell'avvenire del pianeta. Queste capacità sono evolutive, ma anche distruttive. L'uomo di oggi possiede grandi
capacità, certamente, ma le porta avanti con strumenti arcaici, del passato, senza una vera conoscenza della
gerarchia dei valori. Ecco quello che dico: in base alle conoscenze scientifiche, l' uomo deve valutare i suoi doveri e
deve stilare una graduatoria di valori.Attenzione Forse le scoperte che l'umanità ha fatto sono state più veloci della
sua maturità, o forse il progresso scientifico ha indebolito il senso della responsabilità. Io francamente non so dove si
sia verificato l'errore, di certo sono convinta che il sostituirci alle forze non cognitive della natura, quelle cioè che
hanno portato la terra al punto in cui è, impone oggi all'individuo l'osservanza di una legge che richiami la gerarchia
dei valori.Io sto compiendo ricerche sulle correlazioni tra situazioni patologiche ed ambiente, col sospetto che
alterazioni morfologiche dell'uomo siano dovute ad un repentino cambiamento dell'ambiente. Da qui l’impellente
necessità di frenare il degrado del nostro pianeta. Come raggiungere la salvezza? Iniziamo col promulgare dei doveri,
tre obblighi semplici.
1) E’ importante che le popolazioni ricche si ricordino di quelle povere. Noi mangiamo troppo, quelli non mangiano
nulla.
Noi
soffriamo
per
troppa
evoluzione,
loro
soffrono
per
mancanza
di
benessere.
2) E' poi decisivo che gli adulti diano ai giovani il senso dei valori. La gioventù è costante obiettivo del consumismo,
quindi conosce il prezzo di tutto, ma il valore di niente. Guai se non siamo in grado di dare ai giovani il senso dei
valori.
3) E' nostro obbligo infine preservare la biosfera. Dobbiamo studiare e conoscere i diritti delle altre specie, non
soltanto quelle umane, ma di tutti gli esseri, moventi ed immobili, che condividono con noi questa meravigliosa
esperienza di vita. Carla Orfano