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STAGIONE
CONCERTISTICA
2016
mantovamusica
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STAGIONE CONCERTISTICA 2016
L’
elezione di Mantova a Capitale Italiana della Cultura 2016 è certamente uno degli eventi collettivi più significativi
che la nostra città è chiamata a vivere in questo decennio.
Un elezione ottenuta grazie ad un complesso di strategie e progetti mirati al recupero del patrimonio inestimabile che
Mantova accoglie, ispirato ad un’idea di rigenerazione urbana, peraltro alla base di molti progetti di respiro europeo,
e connesso intimamente con la valorizzazione e il sostegno delle imprese culturali che negli ultimi vent’anni hanno
reso Mantova un polo culturale attrattivo di alto profilo.
In questo fertile humus nasce il progetto di Mantova Musica 2016, una iniziativa che vede convergere, sotto l’egida dell’attuale amministrazione e per la prima volta nella nostra città, verso un unico progetto tre associazioni
come Società della Musica, Arti.co e Diabolus in musica, espressione non solo di un eloquente cambiamento delle sensibilità collaborative, ma anche di attenzione verso le nuove esigenze dell’industria e delle politiche culturali.
Mantova Musica è un cartellone musicale unico in cui Società della Musica, Concerti della Domenica ed Eterotopie
Piano Festival, significative iniziative culturali del territorio degli ultimi due decenni, si riuniscono per dare vita ad una
nuova stagione concertistica. Il programma è ricchissimo: da gennaio fino a dicembre, 45 concerti nei luoghi più belli
della nostra città, declinati nei generi della musica classica, jazz, contemporanea ed affidati non solo ad interpreti di
caratura internazionale provenienti da tutto il mondo, ma anche alle nuove generazioni di musicisti che, in un mondo
globalizzato e spesso indifferente a messaggi culturali complessi, sono chiamati ad incarnare il futuro della musica.
Il palinsesto di eventi di una Capitale della Cultura non poteva che presentarsi con una nuova stagione creativa in cui la
musica non è solo colonna sonora, ma, se mi è concessa la metafora, una delle prime parti di una concertazione culturale
di ampio respiro e di vocazione internazionale e dunque, ci auguriamo, di grande attrazione per l’Italia e per il mondo. _
Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova
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mantovamusica
Società della Musica
mantovamusica
47 concerti
13 luoghi
113 interpreti
“S
ocietà della Musica” nasce ufficialmente
a Mantova nel 1995 con l’intento di promuovere l’ascolto di musica classica, con attenzione particolare al repertorio cameristico.
L’attività concertistica ha sempre accolto alcuni degli artisti internazionali più noti ed affermati, dedicando altresì significativi spazi ai
giovani musicisti di talento, nel segno della
musica solistica e da camera, quella musica
destinata a piccoli teatri, a sale raccolte e ad
un pubblico motivato, desideroso di appropriarsi (o riappropriarsi) dei tesori che in questi generi si raccolgono.
Dopo oltre un decennio di programmazione
nel 2007 Società della Musica ha aperto una
fase di riflessione con l’obiettivo di ridefinire il
complesso equilibrio degli apporti economici
all’iniziativa e di consolidare le relazioni istituzionali con i propri partner. Abbiamo anche
approfittato di questa temporanea sosta per rifocalizzare la nostra attenzione sugli strumenti,
sulle modalità operative e sugli obiettivi che
caratterizzano il nostro investimento culturale.
Le funzioni direttive si sono ampliate e ridistribuite e nuove competenze si sono affiancate
all’originario nucleo dei soci fondatori.
Sono stati ospiti in questi anni musicisti di
prim’ordine (Uto Ughi, Louis Lortie, Lilya Zilberstein, Murray Perraya, J. Francois Thiollier,
Franco Gulli, Enrica Cavallo, Richard Galliano,
Luis Bacalov, Gino Paoli, Viktoria Mullova) al
fianco di giovani talenti emergenti (Anna Tifu,
Trio di Parma, Cristiano Burato, Shana Downes,
Quartetto di Cremona, ecc.).
Con questo nuovo progetto Società della Musica nel 2010 ha voluto rimettersi in gioco con
grande entusiasmo: il campo d’azione resta il
medesimo e gli intenti non cambiano, perché
la nostra Associazione vuole continuare a credere che l’investimento nella musica e nell’arte
sia un aspetto cruciale della crescita sociale e
personale; che l’arte e la musica rappresenti-
no un patrimonio di valore eccezionale, di formazione e di riflessione, sia nella pratica che
nell’ascolto, sia per le generazioni adulte che
per le nuove.
Oltre alla qualità delle proposte e allo spazio
ai giovani talenti emergenti, Società della Musica da sempre persegue l’obiettivo di abitare
la musica in luoghi differenti, dai teatri storici, ai
chiostri, agli auditorium, proponendo sempre
un pluralismo di luoghi e di allestimenti; è da
qualche anno inoltre che è stato inserito nelle
manifestazioni un piccolo ma significativo ciclo
di incontri per le scuole, per rimarcare l’importanza di innescare un percorso che coinvolga
anche il tessuto scolastico della città. _
(Stefano Giavazzi)
www.societadellamusica.it
7
L
a musica scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni e per diciotto
anni I Concerti della Domenica hanno allietato
gli animi di un pubblico sempre più numeroso
e affezionato alla manifestazione che illumina i
pomeriggi delle domeniche invernali con concerti di altissimo livello e programmi ricercati.
La Stagione 2016 giunta alla sua maggiore età,
sarà inaugurata dalla musica dell’apprezzatissimo compositore e pianista mantovano Stefano
Gueresi che con il suo trio ripercorrerà sia brani classici che inediti della sua lunga e prolifica
carriera.
La stagione continuerà con concerti per orchestra dei compositori più amati: F. Chopin il
concerto n.2 per pianoforte (Antonio Di Cristofano) e orchestra, il doppio concerto di F. Mendelsshon per violino (Davide Alogna), pianoforte (Bruno Canino) e orchestra, infine le celebri
quattro stagioni di A. Vivaldi (violino, Sebastiano
Maria Vianello) e quelle di A. Piazzolla (pianoforte, Valter Favero).
8 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
mantovamusica
mantovamusica
Concerti della Domenica
Eterotopie Piano Festival
Nello stile dei Concerti della Domenica avremo
programmi molto vari: dai quartetti di W.A. Mozart (flauto, Tommaso Benciolini e La Phoenix
String Trio) alla musica Zigana (Quartetto K), dalle Danze Ungheresi di J. Brahms (Duo SchiavoMarchegiani) all’immancabile Gran Galà Lirico,
dalle trio sonate con strumenti d’epoca di J.S.
Bach (Collegium Pro Musica) alle più belle colonne sonore con il Magnasco Movie Quartet.
Recitals di grandi virtuosi del pianoforte come
Alberto Nosè vincitore del prestigioso Montecarlo Piano Master e giovani promesse come il
cinese Chen Guang cederanno il passo ai concerti di musica da camera col Primo Premio del
Concorso Internazionale di Ginevra, il virtuoso
clarinettista svizzero Fabio Di Casola assieme
al Duo Des Alpes e per la Festa delle Donne,
dedicato alla Maria Callas, un programma lirico
con un soprano d’eccezione: Paola Sanguinetti.
Inoltre quest’anno vi sarà un attesissimo concerto sinfonico in collaborazione con i Conservatori della Lombardia e l’Orchestra dei Pomeriggi
Musicali di Milano, sul podio il celebre direttore
d’orchestra M. Aldo Ceccato.
Immancabile il 29 maggio, con il giovane e talentuoso pianista Antonino Fiumara vincitore
del Premio Claudio Abbado 2015, il Terzo Concerto alla Memoria del fondatore dei Concerti
della Domenica il Cav. Uff. M° Sergio Maffizzoni
che prodigandosi affinchè la musica potesse
essere una materia sempre più amata e praticata dalle nuove generazioni ha incrementato
la quantità e qualità degli spettacoli proposti,
consentendo a molti di approcciarsi alla classica con disinvoltura, in un contesto amichevole e
facilmente accessibile.
“Se volete conoscere un popolo, dovete ascoltare la sua musica” così scriveva Platone e oggi in
un mondo sempre più piccolo si può ripercorrere
epoche lontane e immaginare luoghi distanti stando comodamente seduti nella meravigliosa cornice del Teatro Bibiena. _ (Stefano Maffizzoni)
www.concertidelladomenica.it
I
l programma di Eterotopie Piano Festival si
snoda quest’anno attorno al 150° anniversario
della nascita di Erik Satie. Compositore per molti
aspetti estremo, Satie si pose con ferrea volontà
in una dimensione quasi esclusivamente intellettuale, depurando la materia musicale da ogni
aspetto virtuosistico, teso com’era verso la ricerca di un linguaggio drammaticamente autentico
e personale. In questo itinerario di concerti vorremmo veicolare la popolarità che gode oggi
la musica di Satie verso un ascolto più attento;
una popolarità talvolta superficiale che riteniamo
travisi il significato più nascosto delle sue opere.
Musiche che Alberto Savinio, puntuale e geniale
osservatore della scena musicale parigina, definiva “amarissime” e “cariche di destino”.
Se, dall’ambiente accademico, la musica di Satie
fu spesso crudelmente accusata di “povertà di
stile”, vorremmo affermare, seguendo uno dei
suoi più autorevoli studiosi ed interpreti, il pianista
francese Jean-Pierre Armengaud, che quella povertà stilistica (pendant con la povertà reale e vo-
lontaria vissuta da Satie ai margini di Parigi) non fu
(e non è) impoverimento della musica ma ricerca
di un archetipo d’essenzialità, di disincarnazione
della musica dai sui giochi scritturali e strutturali
che ancora oggi sono parte del dibattito musicale.
La musica di Satie richiede al pianista non certo uno sfoggio delle proprie abilità tecniche,
ma una sorta di “dolce e trasparente violenza”,
di una cura interpretativa paradossale e inedita,
che porta a forzare al limite l’ambito delle convenzioni/convizioni dell’interprete e dell’ascoltatore; per dirla con il grande musicologo Vladimir
Jankélévich, richiede “dita di arcangelo”. Anarchico e genuino anti-conformista, Satie apre il sipario su un mondo sonoro di una purezza sconcertante, seguito poi da John Cage, per molta
parte operando umoristicamente sulla sostanza
(e sul mondo) della musica stessa, in un inflessibile lavorio di smascheramento dei suoi aspetti
più formali e conformisti che lo pongono vicino al
movimenti dadaista e surrealista. Brani in forma
di pera, poemi marini in cui protagonista non è il
mare, come in La mer di Debussy ed in tanta musica francese, bensì un suo abitante invertebrato,
il cetriolo marino; preludi dedicati ad un cane,
pezzi freddi, cinguettii di usignoli che “hanno il
mal di denti”. Non mancano inedite diapositive
musicali – Man Ray diceva che Satie era “l’unico musicista ad aver degli occhi” – dedicate agli
sport e agli svaghi disseminate di descrizioni esilaranti. Senza dimenticare gli scritti che rivelano
un talento letterario e umoristico straordinario, in
cui l’understatement è sempre presente e declinato nelle maniere più bizzarre e fantasiose.
In questo tentativo quasi alchemico di ridare alla
musica una sua originale purezza, Satie “accompagna” una delle stagioni più straordinarie della
storia dell’arte occidentale, nella quale Picasso,
Man Ray, Tristan Tzara, Marcel Duchamp, Renè
Clair, Fernand Legèr, Jean Cocteau furono, nella Parigi degli anni Venti, instancabili creatori e
innovatori. _ (Leonardo Zunica)
www.eterotopiepianofestival.com
9
STAGIONE
CONCERTISTICA
2016
calendario
G E NNA IO
Concerti della Domenica
Domenica 10 gennaio
Teatro Bibiena | ore 17.00
I giorni impossibili
concerto D’INAUGURAZIONE
Stefano Gueresi Trio
legenda
Abbonamento MantovaMusica
Abbonamento Concerti della Domenica
Abbonamento Società della Musica
Abbonamento Eterotopie
Fuori abbonamento
Ingresso gratuito
10 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Concerti della Domenica
Domenica 17 gennaio
Teatro Bibiena | ore 17.00
F. Chopin: il Romanticismo
Orchestra d’archi Asolana Veneta “Malipiero”
Valter Favero, direttore
Antonio di Cristofano, pianoforte
Concerti della Domenica
Domenica 31 gennaio
Teatro Bibiena | ore 17.00
Omaggio a W.A. Mozart
Tommaso Benciolini, flauto
Phoenix String Trio (Estonia)
mantovamusica
FE BBRA IO
Società della Musica
Giovedì 4 febbraio
Teatro Bibiena | ore 20.45
I Grandi interpreti
Grigory Sokolov, pianoforte
Concerti della Domenica
Domenica 7 febbraio
Teatro Bibiena | ore 17.00
Gitani e Magiari: la Musica Zigana
Quartetto K
Società della Musica
Martedì 9 febbraio
Madonna della Vittoria | ore 20.45
Integrale dei quartetti PER archi
di Beethoven
Quartetto di Venezia
Concerti della Domenica Domenica 14 febbraio
Teatro Bibiena | ore 17.00
Johannes Brahms: le danze ungheresi
Duo pianistico Schiavo - Marchegiani
Concerti della Domenica Domenica 21 febbraio
Teatro Bibiena | ore 17.00
Il clarinetto virtuoso
Primo Premio
Concorso Internazionale di Ginevra
Fabio Di Casola, clarinetto
Claude Hauri, violoncello
Corrado Greco, pianoforte
Società della Musica
Sabato 27 febbraio
Auditorium Monteverdi | ore 20.45
TRA VECCHIO E NUOVO MONDO
Massimo Quarta, violino
Luigi Puxeddu, violoncello
Giampaolo Stuani, pianoforte
Concerti della Domenica
Domenica 28 febbraio
Teatro Bibiena | ore 17.00
Montecarlo Piano Master
Alberto Nosé, pianoforte
Società della Musica
Lunedì 21 marzo
Auditorium Monteverdi | ore 11.00
Ribalta Giovani
Concerto per le scuole
Duo Essentia
clarinetto e fisarmonica
M ARZO
Società della Musica
Giovedì 3 marzo
Madonna della Vittoria | ore 20.45
Integrale dei quartetti PER archi
di Beethoven
Quartetto di Venezia
Società della Musica
Lunedì 21 marzo
Show Room Lubiam | ore 20.45
Musica Fuori
Duo Essentia
clarinetto e fisarmonica
Concerti della Domenica
Domenica 6 marzo
Teatro Bibiena | ore 17.00
Festa dellA DonnA:
Omaggio a Maria Callas
Paola Sanguinetti, soprano
Matteo Ferrari, flauto
Andrea Candeli, chitarra
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mantovamusica
STAGIONE
CONCERTISTICA
2016
APRI LE
Società della Musica
Sabato 2 aprile
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 20.45
Domenica 3 aprile
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 17.00
Lo Scrigno e l’Anima - vita
di Giovanni Battista Viotti
con Giovanni Mongiano,
Anna Mastino e il Quartetto Viotti
Società della Musica
Domenica 10 aprile
LaCucina | ore 11.00
Ribalta Giovani
Alessandra Aitini, flauto
Domenico Ermirio, violoncello
12 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Società della Musica
Lunedì 11 aprile
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
Ribalta Giovani
Concerto per le Case di riposo
Alessandra Aitini, flauto
Domenico Ermirio, violoncello
Società della Musica
Giovedì 14 aprile
Auditorium Cavazzoni | ore 11.00
Ribalta Giovani
Concerto per le scuole
Linda Sarcuni, oboe
Sebastiano Bernocchi, organo
Società della Musica
Giovedì 14 aprile
Auditorium Cavazzoni | ore 20.45
Concerto in memoria
di Don Ulisse Bresciani
Linda Sarcuni, oboe
Sebastiano Bernocchi, organo
Società della Musica
Giovedì 21 aprile
Auditorium Monteverdi | ore 20.45
Leopardi incontra Chopin
Anna Lisa Bellini, pianoforte
Paola Pitagora, voce recitante
Eterotopie Piano Festival
Domenica 8 maggio
Palazzo della Ragione | ore 18.30
Musica al futuro
Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici”
di Pirkanmaa (Tampere)
Società della Musica
Domenica 24 aprile
LaCucina | ore 11.00
Ribalta Giovani
Riccardo Giovine, violoncello
Società della Musica Lunedì 9 maggio
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
Ribalta Giovani
Concerto per le Case di riposo
Federico Parolini, violino
Caterina Chiozzi, arpa
G I U GN O
Società della Musica Sabato 11 giugno
Viaggio musicale
Milano, Teatro alla Scala
Orchestra Filarmonica della Scala
Riccardo Chailly, direttore
Radu Lupu, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Giovedì 16 giugno
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
Collage Satie
Giancarlo Cardini, pianoforte
MAGG IO
Società della Musica
Domenica 8 maggio
LaCucina | ore 11.00
Ribalta Giovani
Federico Parolini, violino
Caterina Chiozzi, arpa
Società della Musica
Giovedì 12 maggio
Teatro Bibiena | ore 20.45
Souvenir d’Italie
I Virtuosi Italiani
Stefan Milenkovich, violino
Eterotopie Piano Festival
Venerdì 17 giugno
Madonna della Vittoria | ore 21.15
Dog breath variations
omaggio a Frank Zappa
Marco Dal Pane, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Sabato 18 giugno
Auditorium Monteverdi | ore 21.15
Gershwin Night
Joaquin Palomares, violino
Andrea Rucli, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Domenica 19 giugno
Madonna della Vittoria/Biblioteca Teresiana
| dalle ore 11.00
Satie’sFactory
Maratona Satie
Madonna della Vittoria | ore 18.30
Seppo Varho, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Lunedì 20 giugno
Cinema del Carbone | ore 21.15
Proiezione del lungometraggio:
Piano Liszt | Un secolo di cinema
con Franz Liszt (Italia, 2011-12)
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mantovamusica
STAGIONE
CONCERTISTICA
2016
Eterotopie Piano Festival
Martedì 21 giugno
Madonna della Vittoria | ore 21.15
Musica al futuro I LISZTOMANIA
Accademia pianistica mantovana
Eterotopie Piano Festival
Giovedì 23 giugno
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
Mi chiamo Erik Satie
Andrè Gallo, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Venerdì 24 giugno
Madonna della Vittoria | ore 21.15
Mi chiamo Erik Satie
Bertrand Giraud, pianoforte
Eterotopie Piano Festival
Sabato 25 giugno
Madonna della Vittoria | ore 21.15
FINAL FANTASY
Aki Kuroda, pianoforte
14 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Eterotopie Piano Festival
Domenica 26 giugno
Madonna della Vittoria | ore 21.15
Dark waves
omaggio a John Luther Adams
Ebony Piano Duo
LU GL IO
Società della Musica
Venerdì 8 luglio
Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
CHAMBER OPERA
Ensemble Variabile
Società della Musica
Venerdì 15 luglio
Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
“Più che un tricolore”:
varia musica italiana di ieri e di oggi
Trio del Garda
Società della Musica
Sabato 23 luglio
Parco delle Bertone | ore 21.15
Viaggio musicale nell’Est Europa
Caffè Concerto Strauss
Società della Musica
Sabato 30 luglio
Parco delle Bertone | ore 21.15
Omaggio a Chet Baker & Stan Getz
Igor Palmieri Quintet
AG O STO
Società della Musica Sabato 13 agosto
Viaggio musicale
Lucerna Festival
Mahler Sinfonia dei Mille
Riccardo Chailly, direttore
OTTOBR E
Concerti della Domenica
Domenica 30 ottobre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Progetto pomeriggi musicali
Concerto Sinfonico
N OV E M BR E
Concerti della Domenica
Domenica 6 novembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Gran Galà lirico
Vincitori dell’XVIII Edizione del Concorso
Internazionale di canto “Alfredo Giacomotti”
Concerti della Domenica
Domenica 13 novembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Around the World
Premio Roma
Chen Guang, pianoforte
Concerti della Domenica
Domenica 27 novembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Il lirismo romantico
di Mendelssohn
Orchestra del Festival Internazionale
Omaggio a Maria Callas
Valter Favero, direttore
Davide Alogna, violino
Bruno Canino, pianoforte
D I C E M BR E
Concerti della Domenica
Domenica 4 dicembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Le più belle colonne sonore
Magnasco Movie Quartet
Concerti della Domenica
Domenica 11 dicembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
J.S. Bach: le Trio Sonate
Collegium Pro Musica
Concerti della Domenica
Domenica 18 dicembre
Teatro Bibiena | ore 17.00
Le otto stagioni:
VIVALDI & PIAZZOLLA
Orchestra d’archi Asolana Veneta “Malipiero”
Valter Favero, direttore
Sebastiano Maria Vianello, violino
15
Domenica 10 gennaio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
I GIORNI IMPOSSIBILI.
CONCERTO
D’INAUGURAZIONE
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Grazie al sostegno di:
il viaggio
sulla linea dell’orizzonte
oggi sarà bello
oltre l’inverno
il ritorno
fiori nella nebbia
la luce e il tempo
il mare e i pomeriggi inglesi
la locanda di Steskal
le nuvole azzurre di Ramsgate
l’attesa
il mercato di Tatabánya
niente lacrime ad est
alteritas
storie di parole e tramonti
noi sotto un cielo infinito
Stefano Gueresi, pianoforte
Carlo Cantini, violino
Massimo Reppellini, violoncello
Trasformare il dolore in bellezza. Lo hanno
già fatto in molti e tra questi anche il musicista
mantovano Stefano Gueresi che, a seguito di
una esperienza di grave malattia, ha composto
in pochi mesi il nuovo cd “I giorni impossibili”.
Anche questo nuovo lavoro abbonda di atmosfere diverse, si ritrovano orientalismi, folclore
e anche memorie classiche, ma tutte con un
forte richiamo di immagini. Quella di Gueresi
è una storia lunga ed internazionale, punteg-
giata da molti riconoscimenti della sua capacità evocatrice, dopo prove con il pianoforte
solo, dopo quella con l’orchestra, è arrivata a
una partitura per tre strumenti. Il trio di violino,
violoncello e pianoforte che ha fatto la storia
della musica classica. Gli altri due membri del
trio sono anch’essi mantovani e sono Il violinista Carlo Cantini che vanta collaborazioni
con artisti di fama mondiale quali: Rostropovic,
Magalov, Andrea Bocelli, Stevie Wonder, Astor
Piazzola, Antonella Ruggiero e il violoncellista
Massimo Reppellini che nel corso della sua
lunga carriera ha collaborato con importanti
orchestre sinfoniche quali l’Orchestra Filarmonica Della Scala e l’Orchestra della Svizzera
Italiana sotto la guida di valenti direttori (Muti,
Sinopoli, Sawallish, Gergiev, Rostropovic, Temirkanov, Oren e molti altri). Il trio Gueresi ha
al proprio attivo tre cd: I racconti del lago, Il
destino dei sogni e ora I giorni impossibili. _
© Nicola Malaguti
16 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
PROGRAMMA
Stefano Gueresi Trio
Domenica 17 gennaio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
FRYDERYK CHOPIN:
IL ROMANTICISMO
Orchestra d’Archi Asolana
Veneta “Malipiero”
Valter Favero, direttore
Antonio di Cristofano, pianoforte
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
F. Mendelssohn Bartholdy
Sinfonia n. 10 in Si minore per archi
Adagio, Allegro
F. Chopin
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra
Maestoso, Larghetto, Allegro vivace
Grazie al sostegno di:
18 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
F. Chopin è il più amato compositore romantico
per pianoforte di tutti i tempi. Sarà eseguito il
concerto in Fa minore per pianoforte e orchestra,
pubblicato come n. 2 opus 21 nel 1833, è in effetti
il primo composto da Chopin; scritto nel 1829 e
dedicato alla contessa Delphine Potocka, venne
eseguito per la prima volta a Varsavia nel 1830
dallo stesso Chopin e ottenne un immediato,
enorme successo. Eseguito poi da Liszt e prediletto da Clara Schumann, rimane uno dei concerti romantici più apprezzati dal pubblico.
Il concerto, strutturato in tre movimenti secondo la forma classica, si basa sulla distinzione tra
espressione e virtuosimo in aderenza allo stile
Biedermeier che tende a valorizzare la sobrietà
e l’armonia; il Larghetto centrale, una pagina di
incantevole vena melodica, è, senza dubbio, il
momento pù avvincente di tutta la partitura.
Il concerto sarà eseguito da Antonio di Cristofano sensibile e raffinato pianista regolarmente
ospite dei teatri e istituzioni concertistiche più
prestigiose quali il Festival dei Due Mondi di Spo-
leto, sala del conservatorio Ciaikovsky di Mosca,
Smetana Hall e Dvorak Hall a Praga, Società
Chopin di Varsavia, Glenn Gould Studio in Toronto, Malta International Piano Festival, Washington
International Piano Festival, Shanghay Piano Festival, Yamaha Concert Hall in Tokyo.
All’Orchestra d’Archi Asolana Malipiero diretta dal valente Direttore Valter Favero, oltre il
concerto per pianoforte, sarà affidata l’esecuzione della brillante Sinfonia n.10 del giovane F.
Mendelsshon. _
Domenica 31 gennaio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
OMAGGIO A
W.A. MOZART
Johanna Marie Ainomäe, violino
Sandra Hiie, viola
Silvia Ilves, violoncello
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Tommaso Benciolini, flauto
Phoenix String Trio (Estonia)
W.A. Mozart
Quartetto in Do maggiore KV 285b
Allegro
Thema: Andantino
Variazioni I, II, III, IV, V, VI
Quartetto in La maggiore KV 298
Thema: Andante - Variazioni I, II, III, IV - Thema
Minuetto - Trio
Rondeau
* * *
Quartetto in Sol maggiore KV 285a
Andante
Tempo di menuetto
Grazie al sostegno di:
20 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Quartetto in Re maggiore KV 285
Allegro
Adagio Rondeau
Furono tre i quartetti composti da Mozart tra
il 1777 e il 1778 dedicati al trio d’archi e flauto.
Frutto della commissione dell’olandese monsieur de Jean, i due lavori KV285 e 285b appartengono senza dubbio ad una idea di musica da camera lontana da quella del consueto
quartetto d’archi. Il quartetto in re maggiore si
distingue per l’Adagio in si minore, “dolcemente malinconico, è forse il più bel solo accompagnato che sia mai stato scritto per flauto”
(Alfred Einstein). Il quartetto in do maggiore –
così come quello in Sol maggiore – riecheggia
lo stile tenero di J. Christian Bach e propone,
nel Finale, la versione originale del “Tema con
variazioni” che sarà poi utilizzata per la Serenata per strumenti a fiato KV 361. “Rondeaux
- Allegretto grazioso, ma non troppo presto,
però non troppo adagio - Così - così - molto
garbo ed espressione” è ciò che scrive scherzosamente Mozart sul frontespizio dell’ultimo
quartetto con flauto, il KV 298 in La maggiore:
composto a Parigi prendendo a prestito la melodia di Paisiello “Chi mi mostra, chi m’addita,
dove sta il mio dolce amore”.
A cimentarsi nell’esecuzione integrale dei quattro quartetti sarà il flautista Tommaso Benciolini,
accompagnato dal trio d’archi estone La Phoenix String Trio composto da Johanna Marie Ainomäe al violino, Sandra Hiie alla viola e Aike
Randmann al violoncello. Benciolini, formatosi
sotto la guida del maestro Stefano Maffizzoni,
è uno dei più promettenti talenti del panorama
italiano: a soli 24 anni si è già esibito in tutta Europa collaborando stabilmente con l’Orchestra
Antonio Vivaldi di Como, con l’Orchestra Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di
Brescia e Bergamo e con la Hulencour Soloists
Chamber Orchestra di Bruxelles. Regolarmente
ospite presso il Festival di Musica Contemporanea di L’Avana (Cuba), ha recentemente debuttato come solista al Teatro La Fenice di Venezia
e alla Sala Verdi di Milano (per la storica stagione delle “Serate Musicali”). _
21
Giovedì 4 febbraio 2016
I GRANDI INTERPRETI
Teatro Bibiena | ore 20.45
Abbonamento
Società della Musica
F. Chopin
2 Notturni op. 32
Notturno in Si Maggiore
Andante sostenuto
Notturno in La Maggiore
Lento
Sonata No. 2 in Si bemolle minore, Op. 35
Grave. Doppio movimento
Scherzo
Marche funèbre
Finale. Presto
Grazie al sostegno di:
L’illustre tradizione della scuola pianistica russa è
certamente incarnata, al giorno d’oggi, da pochissimi artisti; tra questi pochissimi occupa un posto
d’onore Grigory Sokolov, 65 anni, una lunghissima carriera alle spalle avviata clamorosamente
dalla vittoria, nel 1966 a soli sedici anni, al Concorso Čajkovskij di Mosca. Da quel momento la
carriera di Sokolov ha trovato uno sviluppo internazionale che ne ha consacrato le doti tecniche
eccezionali e la singolare ecletticità interpretativa,
su un percorso tuttora aperto, mai scaduto nella
routine, che lo ha reso fino ad oggi sempre interessante ed originale e non giudicabile secondo i
criteri più usuali. “E semplicemente un dato di fatto
– ha scritto di lui Geoffrey Norris sul Telegraph –
che l’ascolto di Sokolov sveli in modo inequivocabile che si è in presenza di un qualcuno straordinario, e di un qualcuno che possiede una speciale
conoscenza ed un modo del tutto personale di
articolare, chiarire, trovando comunione con la
musica che esegue e svelandone il cuore autentico”. Con tali premesse si può dire che qualunque
programma egli affronti è assicurata una messe di
emozioni e di scoperte per il pubblico. Per questa
serata che inaugura la stagione di Società della
Musica, i due Notturni op. 32 (1837) e la celebre
Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35 (1839) di
Chopin, uniche musiche annunciate del suo attesissimo recital, bastano ed avanzano per rendere
possibile un incontro memorabile con lo stupefacente genio dell’artista di San Pietroburgo. _
© Mary Slepkova / DG
22 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Grigory Sokolov, pianoforte
Domenica 7 febbraio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
GITANI E MAGIARI:
LA MUSICA ZIGANA
Quartetto K
Fantasia Ungherese
Brano tradizionale ungherese
Jeno Hubay (1858 - 1937)
Serenade
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Danza Ungherese n. 5
Jerry Bock (1928)
To Life dal musical Il Violinista sul Tetto
Chanson Tzigane
Djelem Djelem
Franz Lehar (1870 - 1948)
Frasquita
Vittorio Monti (1868 - 1922)
Czarda
Friedrich Kreisler (1875 - 1962)
Marcia Viennese
Dimitri Shostakovich (1906 - 1975)
Romance
Isaak Dunayevsky (1900 - 1955)
Tsvetyot Kalina, dal film Cossack the Cuban
Brani Popolari Russi
Ja Vstretil Vas, Mama
Antonin Dvorak (1841 - 1904)
Umoresque
Alfred Schnittke (1934 - 1998)
Polka
Brano tradizionale russo
Dve Gitari
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Stefano Martini, violino
Matteo Salerno, flauto
Egidio Collini, chitarra
Fabio Gaddoni, contrabbasso
Grazie al sostegno di:
24 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
I paesi dell’Europa centrale, quell’area che un
tempo costituiva il grande impero austro ungarico, hanno nella loro tradizione popolare
un patrimonio musicale di grande fascino e
straordinaria bellezza a cui si sono ispirati da
sempre i più grandi compositori del passato
tra cui Brahms, Dvorak, Kodaly e Bartok. Molti
di loro trassero nuova linfa da questo immenso repertorio ed alcuni crearono un punto di
incontro tra il repertorio popolare e la musica
classica. Questo programma celebra proprio
questo incontro tra classico e tradizione, tra
oriente ed occidente, un ponte tra due linguaggi che dialogano e si fondono dando vita ad un
nuovo genere musicale. Si tratta di un viaggio
attraverso la tradizione musicale magiara della
mitteleuropa passando per la Russia zarista di
inizio secolo scorso per arrivare fino ai piccoli
villaggi della Transilvania e del sud dell’Ungheria dove i musicisti girovaghi accompagnavano
la danza, la preghiera e ogni altro momento importante. Anche il mondo del cinema ha ispirato
il gruppo a dar vita a progetti dedicati a pellicole
dalle splendide colonne sonore tra cui spiccano
quelle del regista Emir Kousturica a cui se ne
aggiungono tante altre come Il Violinista sul Tetto, Train de Vie, Yentel ecc... Tutto questo verrà
rivisitato nello stile personale del quartetto in un
costante equilibrio tra tradizione e innovazione. Il Quartetto K riscuote immancabilmente i
favori del pubblico che da sempre apprezza il
tono informale con cui i musicisti si propongono
unito alla grande capacità tecnica e strumentale e alla cura degli arrangiamenti. In oltre dieci
anni di attività il quartetto si è esibito in festival
e rassegne in tutta Italia e in occasione del con-
certo presso il Teatro Alighieri il Quartetto K ha
recentemente ricevuto anche gli apprezzamenti della Sig.ra Maria Cristina Muti, Presidente del
Ravenna Festival e moglie del celebre direttore
d’orchestra. _
sentito l’ammortamento della spesa di costruzione attraverso i proventi che sarebbero derivati
dalla concessione dell’uso dei palchetti. E, certo
allo scopo di stimolare le richieste in tale senso, fu
prospettato dagli accademici un programma d’impiego della sala non limitato ad adunanze scientifiche, ma aperto anche a recite e a concerti.
TEATRO BIBIENA
i luoghi storici
A
Mantova dopo il crollo del regime gonzaghesco avvenuto nel 1707, cui successe il
governo della casa d’Austria, l’eredità spirituale
fu raccolta dai Timidi, il cui sodalizio sopravvisse, oscillando per qualche tempo fra tendenze di
gusto arcadico e sempre più vigorose suggestioni razionalistiche…
…Nel 1766 il rettore dell’Accademia dei Timidi,
conte Carlo Ottavio di Colloredo, inviò a Milano al
plenipotenziario per la Lombardia austriaca, Carlo di Firmian, un ambizioso piano di trasformazione del vetusto ente letterario in un istituto di altro
tipo, dotato di un’articolazione appoggiata a una
molteplicità di competenze e largamente aperto
a istanze di ordine scientifico, in piena aderenza,
ormai, agli entusiasmi intellettuali del momento.
Il Firmian, esaminato il progetto, lo trasmise con
parere favorevole a Vienna per l’approvazione
da parte dell’imperatrice Maria Teresa...
…In attesa della deliberazione imperiale i Timidi
decisero di demolire, nell’interno del palazzo, il
26 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
teatrino cinquecentesco, nonché un assieme di
vani contigui, e di creare nello spazio così ottenuto una sala solenne e capace da impiegare per
sessioni pubbliche, cioè aperte alla cittadinanza.
Animava nel contempo gli accademici mantovani la speranza di essere presto in grado di ricostruire l’intero palazzo per adeguare la sede alle
esigenze nuove e pressanti che erano venute
maturando.
Nel marzo del 1767, mentre si provvedeva a demolire il vecchio teatrino, i Timidi stabilirono che
anche la nuova sala dovesse presentarsi a guisa di teatro: un teatro non più a gradinata come
quelli rinascimentali, ma a palchetti cingenti la
platea in due ordini sovrapposti, secondo il genere di struttura inventato nel Seicento e che
ormai imperava.
D’altronde, una sala così formata avrebbe con-
Così fissati gli intendimenti, è logico che per i disegni dell’ambiente desiderato e per la realizzazione di esso i Timidi si rivolgessero a un esperto
di creazioni teatrali. Presero accordi, infatti, con
un architetto che in quel campo godeva della
massima rinomanza: un Galli Bibiena, Antonio,
membro tra i più geniali della famosa casata
emiliana che, nell’arco dell’età barocca, aveva
generato un folto gruppo di artisti consacratisi ad
ogni settore dell’architettura, ma soprattutto specializzati nell’ideare con stupefacente e inesauribile fantasia interni di teatri, scene per spettacoli,
apparati per fastose pompe.
Con vivacità prodigiosa, pari alle risorse dell’estro, i Galli Bibiena, detti anche i Bibiena senz’altro, avevano percorso quasi tutta l’Europa,
dall’Italia all’Austria e alla Francia, dalla Spagna
alla Boemia, dalla Germania all’Olanda e all’Inghilterra, dal Portogallo alla Russia e alla Svezia,
servendo preminentemente le Corti e destando
ovunque, con le proprie opere, la più entusiastica ammirazione.
Nell’anno anzidetto 1767 erano ancora viventi e
operosi, oltre ad Antonio, altri due dei Bibiena
architetti: il fratello Giovan Maria e il nipote Carlo
Ignazio, dimoranti entrambi oltr’Alpe.
Unico Antonio, dunque, rappresentava in Italia la
gloriosa stirpe. Quando gli accademici mantovani gli affidarono l’incombenza di progettare e di
eseguire la loro sala, egli era già settantenne, essendo nato a Parma nel 1697, ma l’età avanzata
non aveva diminuito la vigorosa capacità inventiva, cui era unita un’energia fisica sorprendente.
Circa la detta sala è da dire che essa, ancor prima
di venire concretata, ricevette la qualificazione di
teatro “scientifico”, in rapporto con la finalità precipua che i Timidi si proponevano di assegnarle...
…La sala voluta dagli accademici doveva essere
sì un teatro, però sui generis, destinato quale era
a manifestazioni da godere più con l’udito e con
l’intelletto, che non attraverso la visione di allestimenti spettacolari. Si trattava addirittura di rinunciare al palcoscenico, inteso secondo la spaziosa
accezione divenuta consueta nell’età barocca, e
di collocare invece in fondo all’ambiente una tribuna. Antonio recepì il senso della committenza
mantovana e concepì il concludersi dello spazio
con un ritorno alla scena fissa: però una scena
fissa configurata, con insolita formula, come una
sorta di loggiato praticabile, teso frontalmente a
due piani, cioè come due corridoi costruiti uno
sull’altro, il che venne a donare all’ambiente una
singolare nota di circolarità, appena accennata
nella mossa e sapiente sintassi della composizione architettonica generale.
Il Bibiena adempì in soli due anni all’obbligo che
nel 1767 aveva contratto coi Timidi: vi adempì
anzitutto ideando lo speciale teatro che da lui si
desiderava, poi dirigendone i lavori di fabbrica e
infine, con abilità di pittore oltre che di architetto,
affrescando personalmente gli interni de i numerosi palchetti con figurazioni monocrome, che
sono pure esse documento prezioso dell’attività
artistica dell’insigne maestro. Il 3 dicembre 1769
lo “scientifico”, finito di tutto punto, poteva essere
inaugurato.
La brillante soluzione data da Antonio al problema creativo postogli dagli accademici mantovani
aveva generato non soltanto un gioiello squisito
per gli equilibri fra movimento ed eleganza, ma
anche un’opera da valutare come notevolissima
nell’ampio quadro delle suddette sperimentazioni bibienesche e come una delle formulazioni
architettoniche più significative del tardo Settecento europeo.
Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16
gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus
Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova nel giro della sua prima tournée italiana,
consacrava, per così dire, l’incipiente vita del
leggiadro teatro “scientifico” dandovi insieme
col padre, Leopold, un memorabile concerto.
Il 26 gennaio Leopold Mozart in una lettera inviata
alla moglie parlava di quella serata e nel contempo descriveva lo “scientifico” con acuta percezione della realtà di esso: “Nella mia vita non ho mai
visto nulla, nel suo genere, di più bello... Non si
tratta propriamente di un teatro, bensì di una sala
a palchetti, costruita sul tipo dei teatri d’opera.
Ove dovrebbe trovarsi il palcoscenico sta una
tribuna per chi suona; dietro di essa corre una
galleria che somiglia a una serie di Palchetti ed
è fruibile da parte degli spettatori”.
Non poteva essere formulata una definizione
più precisa.
In Mantova il teatro accademico fu tra gli ultimi
trionfi della fantasia barocca, prima del vittorioso
sopraggiungere degli orientamenti neoclassici. _
Testo tratto da:
Ercolano Marani, Il palazzo accademico di Mantova e
teatro “scientifico” di Antonio Bibiena, in: Il teatro di Antonio Bibiena in Mantova e il Palazzo accademico,
Mantova, E.M.M., 1979
27
Martedì 9 febbraio 2016
Madonna della Vittoria | ore 20.45
INTEGRALE DEI QUARTETTI
PER ARCHI DI BEETHOVEN
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
PROGRAMMA N. 1
L. van Beethoven
Quartetto in Re maggiore op. 18 n. 3
Allegro
Andante con moto
Allegro
Presto
Quartetto in Fa maggiore op. 18 n. 1
Allegro con brio
Adagio affettuoso ed appassionato
Scherzo. Allegro molto
Allegro
Grazie al sostegno di:
* * *
Quartetto in La minore op. 132
Assai sostenuto - Allegro
Allegro ma non tanto
Molto adagio - Andante - Molto adagio
Alla marcia - Assai vivace
Allegro appassionato
28 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Quartetto di Venezia
Andrea Vio e Alberto Battiston, violini
Giancarlo di Vacri, viola
Angelo Zanin, violoncello
“La perfetta padronanza tecnica e la forza delle
interpretazioni (…) pongono il Quartetto di Venezia ai vertici della categoria e fra i pochissimi
degni di coprire il ruolo dei grandi Quartetti del
passato”. Parole di Bruno Giuranna, camerista fra
i più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale; parole che bastano per presentare
le credenziali dell’insieme veneto che ha oltre-
passato qualche tempo fa i trent’anni di attività
artistica e che in questa stagione mantovana dà
corso all’esecuzione integrale dei quartetti di
Beethoven in 6 appuntamenti, con la cadenza
di due concerti l’anno. Si comincia con due dei
6 numeri dell’op. 18 pubblicata nel 1801, che fu
l’opera d’esordio per il maestro di Bonn e che
ne svelò il talento, il senso delle proporzioni, la
chiarezza, l’assenza di banalità. E poi si prosegue
con uno dei lavori più avanzati, l’op. 132 del 1825,
che dà conto dei progressi linguistici compiuti
da Beethoven, quanto del suo senso visionario
nell’ultimo scorcio della sua vita. Un itinerario appassionante, per conoscere un capitolo essenziale della musica ottocentesca e del genere più
intellettuale del camerismo strumentale. _
MADONNA
DELLA VITTORIA
i luoghi storici
L
a chiesa fu edificata nel 1495 per volontà del
marchese Francesco Gonzaga, che volle legare la costruzione dell’edificio alla vittoria da lui
ottenuta sui francesi di Carlo VIII, al comando della Lega Veneziana, nella battaglia di Fornovo. Fu
consacrata l’anno successivo. La responsabilità
del progetto è da assegnare a Bernardino Ghisolfo, in quel periodo responsabile delle fabbriche
gonzaghesche. La semplice facciata della chiesa,
in stile tardo gotico, si affaccia sulla piazzetta di
san Simone; presenta un fregio in terracotta che
corre sotto il cornicione, sui lati visibili dell’edificio.
L’apparato decorativo interno è rinascimentale,
di ambito sicuramente mantegnesco: infatti una
stretta relazione con le idee di Andrea Mantegna,
con il suo gusto per l’antichità classica e per i
marmi romani, è riscontrabile nell’effetto illusionistico della pittura che caratterizza l’intera navata
della chiesa. La parete di fronte alla porta d’ingresso presenta ancora parti di una raffinata tappezzeria a finto cuoio cordovano ed è contro di
essa che s’innalzava la pala mantegnesca della
30 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Madonna della Vittoria. La pala, commissionata
da Francesco II ad Andrea Mantegna, fu iniziata
nel 1495 e terminata nel 1496, proprio come la
chiesa che l’avrebbe poi ospitata e con la stessa
motivazione.
La trionfale composizione è inserita in un pergolato lussureggiante di fiori, frutta, uccelli, pietre
preziose, dal brillante effetto cromatico. La Madonna in trono col Bambino è raffigurata mentre
benedice Francesco II, guerriero inginocchiato a
chiedere protezione. Attorno personaggi sacri:
San Michele, San Giorgio, Sant’Andrea, San Longino e, ai piedi della Vergine, Santa Elisabetta e
San Giovannino. Sulla base marmorea del trono
si legge l’intera sequenza raffigurante la creazione dell’uomo, il peccato originale e la cacciata
dal Paradiso terrestre.
Questa splendida pala, tempera su tela, di grandi
dimensioni (cm. 280x166), requisita dai francesi
nel 1797, è oggi conservata al museo del Louvre.
Recentemente, su una felice intuizione del direttore del Museo Civico di Palazzo Te, Ugo Bazzotti, sono stati scoperti, intatti, nelle dodici vele
delle volte della chiesa, affreschi raffiguranti immagini di santi e beati.
La stupefacente scoperta delle volte non è visibile dalla navata della chiesa: un soffitto ottocentesco divide infatti l’aula inferiore dalla parte alta.
In proposito resta acceso il dibattito tra sovrintendenti e studiosi sull’opportunità di rimuovere
tale soffitto che, attualmente fa da pavimento agli
spazi occupati dal soprastante asilo Strozzi Valenti Gonzaga. L’asilo trovò collocazione al piano
superiore della chiesa dal 1899.
Il piano inferiore, dopo varie utilizzazioni, fu sede,
dal 1942 al 1986, prima di un’officina meccanica,
poi del laboratorio di cromatura e nichelatura con
bagni galvanici della ditta Staboli.
Dal 2001 la Chiesa è stata affidata in concessione dal Comune di Mantova all’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, che si è
assunta l’onere del risanamento e del recupero
dell’edificio e che, grazie anche ai contributi di
numerosi sponsor e del Ministero dei Beni culturali (attraverso la Direzione Regionale per i Beni
Ambientali e il Paesaggio della Lombardia e la
Soprintendenza per i Beni Ambientali e il Paesaggistici di Brescia, Cremona, Mantova), hanno restituito alla città, dopo anni di lavori, lo straordinario
monumento, inaugurato il 5 settembre 2006.
Da questa data la chiesa, diventata museo di se
stessa, è aperta al pubblico e, utilizzata per conferenze, convegni, concerti e mostre temporanee, svolge una funzione di riferimento artistico e
di aggregazione per la città e il territorio. _
Domenica 14 febbraio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
JOHANNES BRAHMS:
LE DANZE UNGHERESI
Duo pianistico
Schiavo - Marchegiani
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Danze Ungheresi 1-21
Grazie al sostegno di:
32 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
n. 1 in Sol minore: Allegro molto
n. 2 in Re minore: Allegro non assai
n. 3 in Fa maggiore: Allegretto
n. 4 in Fa minore: Poco sostenuto
n. 5 in Fa diesis minore: Allegro
n. 6 in Re bemolle maggiore: Vivace
n. 7 in La maggiore: Allegretto
n. 8 in La minore: Presto
n. 9 in Mi minore: Allegro non troppo
n. 10 in Mi maggiore: Presto
n. 11 in Re minore: Poco andante
n. 12 in Re minore: Presto
n. 13 in Re maggiore: Andantino grazioso
n. 14 in Re minore: Un poco andante
n. 15 in Si bemolle maggiore: Allegretto
grazioso
n. 16 in Fa minore: Con moto
n. 17 in Fa diesis minore: Andantino
n. 18 in Re maggiore: Molto vivace
n. 19 in Si minore: Allegretto
n. 20 in Mi minore: Poco allegretto
n. 21 in Mi minore: Vivace
Le 21 Danze Ungheresi, scritte originariamente
per pianoforte a quattro mani, furono composte
da Brahms tra il 1852 e il 1869, in un periodo che
perciò abbraccia ben 17 anni. In seguito all’enorme successo che ottennero, furono immediato
oggetto delle più svariate trascrizioni. Celebri
soprattutto le versioni per orchestra, tre delle
quali (Danze n. 1, 3 e 10) furono realizzate dallo
stesso Brahms; le altre trasposizioni orchestrali
furono curate da diversi compositori tra cui Dvorak. Sono opere di straordinaria brillantezza e
vivacità inventiva che sotto la loro fresca imme-
diatezza nascondono un raffinatissimo studio
armonico e timbrico.
Al pari di molti musicisti dell’epoca romantica, in
particolare tedeschi, Brahms nutrì sempre un interesse per la musica popolare ungherese. Ma,
come per le Rapsodie di Liszt, venne a crearsi
un equivoco: le Danze di Brahms dovrebbero
infatti intitolarsi “zigane” piuttosto che “ungheresi”. Fino all’inizio del ‘900, infatti, l’autentica
musica magiara, di estrazione contadina, era
completamente sconosciuta: saranno Bartòk
e Kodàly a esplorarne l’immenso patrimonio
e a diffonderne la conoscenza. All’epoca di
Brahms, invece, la musica popolare ungherese
era confusa con quella zigana.
Sergio Marchegiani e Marco Schiavo, parallelamente all’intensa attività solistica, formano un
duo stabile con il quale hanno tenuto centinaia di
concerti in tutto il mondo nelle sale più prestigiose: dalla sala grande della Carnegie Hall a New
York alla sala grande della Philharmonie e del
Konzerthaus di Berlino dalla celeberrima sala d’oro del Musikverein e sala grande del Konzerthaus
di Vienna al Teatro alla Scala di Milano. _
Domenica 21 febbraio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
IL CLARINETTO VIRTUOSO
Primo Premio Concorso
Internazionale di Ginevra
Fabio Di Casola, clarinetto
Claude Hauri, violoncello
Corrado Greco, pianoforte
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Sonata op. 120 n. 1 per clarinetto e pianoforte
Allegro appassionato. Sostenuto ed espressivo
Andante un poco Adagio
Allegretto grazioso
Vivace
Grazie al sostegno di:
34 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Sonata op. 99 per violoncello e pianoforte
Allegro vivace
Adagio affettuoso
Allegro passionato
Allegro molto
Trio op. 114 per clarinetto, violoncello e pianoforte
Allegro
Adagio
Andantino grazioso
Allegro
Per il clarinetto sono state originariamente concepite le due Sonate op. 120; come le altre composizioni di Brahms che vedono il clarinetto in un
ruolo solistico (il Trio op. 114, il Quintetto op. 115)
esse appartengono all’estrema stagione creativa
dell’autore, e devono la loro origine all’incontro
con uno straordinario strumentista, Richard von
Muhlfeld. Nel 1891 Brahms, incurante della celebrità e addolorato dalla perdita di persone a lui
care, aveva appena confessato al suo amico ed
editore Simrock di aver apposto la parola “fine”
alla sua attività creativa quando, a Meiningen,
fece la conoscenza di Muhlfeld, che ricopriva la
carica di primo clarinetto presso la locale orchestra di corte. Le doti somme dello strumentista
vinsero tutti i propositi di inattività del compositore e gli dettarono nell’estate seguente il Trio
segnato da un’atmosfera elegiaca, piuttosto
contemplativa e le due Sonate op. 120 sarebbero seguite nel 1894, nate di getto nel corso
di una vacanza a Ischl, dopo un nuovo incontro,
avvenuto a Vienna, con il clarinettista. Mentre si
chiamava Robert Hausmann il violoncellista che
indusse Brahms a comporre la superba Sonata
in fa maggiore n. 2 op. 99. Al violoncellista berlinese e all’autore si deve la prima esecuzione
pubblica della sonata a Vienna. Il flusso impetuoso del primo movimento, l’intensità espressiva
del secondo, l’energia imperiosa del terzo, l’intonazione quasi lirica del quarto, in forte contrasto
con lo stile grandioso dei movimenti precedenti.
Raffinati interpreti di questo intenso programma
il vincitore del Concorso Internazionale di Ginevra il clarinettista Fabio Di Casola, il violoncellista svizzero Claude Hauri e il pianista Corrado
Greco componenti del celebre Trio Des Alpes. _
Sabato 27 febbraio 2016
Auditorium Monteverdi | ore 20.45
TRA VECCHIO E NUOVO
MONDO
Massimo Quarta, violino
Luigi Puxeddu, violoncello
Giampaolo Stuani, pianoforte
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Zoltán Kodály
Duo per violino e violoncello op. 7 in Re minore
Allegro serioso, non troppo
Adagio
Maestoso e largamente, ma non troppo lento
Un programma a due facce, quello reso possibile da una formazione strumentale che si
scompone e che affronta così due momenti
molto diversi della musica cameristica. Da un
lato l’ardito Duo per violino e violoncello dell’ungherese Zoltán Kodály, presentato nel 1918, nel
quale si fondono memorie folcloristiche, eredità
barocche ed una potente e declamata inventiva carica di ispirazione; dall’altro uno dei capolavori più amati del boemo Dvořák, che con il
Trio con pianoforte op.90 del 1891, l’ultimo dei
quattro che compaiono nel suo denso catalogo,
traduce il carattere della dumka, canto popolare
di origine russa (e di qui il titolo di “Dumky”) in un
andamento rapsodico e ricchissimo di contrasti,
di coinvolgente vivacità.
Gli interpreti di questa serata appartengono tutti all’élite del concertismo nazionale: Massimo
Quarta (violino) che nel 1991 trionfò al prestigioso Concorso “Paganini” di Genova – primo vin-
citore italiano dopo Accardo – è nel pieno di una
carriera che oggi lo vede anche cimentarsi con
successo anche come direttore; il violoncellista
Luigi Puxeddu, per quasi due decenni protagonista fra i Solisti Veneti, ha all’attivo esperienze
con i più rinomati musicisti italiani; mentre il mantovano Giampaolo Stuani, dopo le tante affermazioni giovanili su scala internazionale, oggi
porta a profitto la vastità dei suoi interessi e la
duttilità del suo maturo stile pianistico. _
Antonín Dvořák
Trio No. 4 in Mi minore Op. 90, B 166 “Dumky”
per pianoforte, violino e violoncello (1891)
Lento maestoso - Allegro quasi doppio movimento - Lento maestoso - Allegro
Poco Adagio - Vivace non troppo - Poco Adagio - Vivace
Andante - Vivace non troppo - Andante
Andante moderato - Allegretto scherzando - Meno mosso
Allegro - Meno mosso, quasi tempo primo
Lento maestoso - Vivace - Lento - Vivace
Grazie al sostegno di:
36 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
37
AUDITORIUM MONTEVERDI
AUDITORIUM CAVAZZONI
i luoghi storici
I
l convento di Santa Maria della Misericordia era
uno spazio, alquanto malandato, destinato a
sede temporanea per vari istituti scolastici oppure
una sede momentanea quando situazioni d’emergenza lo imponevano.
Per i più, l’edificio era conosciuto come la vecchia
caserma Palestro e quasi nessuno rammentava la
precedente intitolazione a Ferdinando di Savoia
immediatamente assegnata dopo il 1866 con l’ingresso di Mantova nel regno d’Italia. Gli austriaci,
prima, la chiamavano semplicemente caserma di
San Barnaba: caserme Sankt Barnaba. La nuova
destinazione d’uso dell’antico convento era però
stata decretata, nel 1797, durante l’occupazione
francese.
Oltre due secoli dopo, grazie all’intervento della
Provincia, l’antico spazio virginale delle Servite è
ritornato a fasti antichi per trasformarsi in «cittadella della Musica», per ospitare lo storico Conservatorio Campiani, la sua ricchissima biblioteca della
musica, il museo degli strumenti musicali e un moderno e funzionale «auditorium».
E il tutto è avvenuto con un intervento di recupero che ha restituito, con misura filologica, l’antico
38 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
spazio cinquecentesco, uno spazio che nonostante le multiformi utilizzazioni non aveva subito
alterazioni drastiche.
Dei tempi della caserma sono ora riemerse durante recenti saggi, nascoste da numerosi scialbi,
le tracce di scritte che riferiscono del più recente
stanziamento dei militari italiani. Negli ambienti
che si affacciano sul chiostro si può così leggere:
prigionia di rigore caporali e soldati, prigionia semplice caporali, spaccio, e una interessante mappa
dell’Italia dipinta ad olio direttamente sull’intonaco.
Nello spazio del grande refettorio, ripartito oggi in
più ambienti, sopravvive sulle volte una dimessa
decorazione floreale di primo novecento.
Sulle lunette che chiudono il salone ricavato nel
refettorio due allegorie militari, di modesta fattura,
rimandano ancora alla stagione della vecchia destinazione militare. È proprio in questa sala, ancora da restaurare, che i saggi tecnici hanno portato
in luce lacerti della decorazione cinquecentesca
realizzata da Gianfrancesco Tura. Le superfici
esterne che si affacciano sul chiostro principale
sono state già oggetto di un paziente restauro
che ha fatto emergere testine di angeli, fasce decorative con girali vegetali, cornici rosse e gialle
intorno alle finestre e alle ghiere degli archi, tondi
con santi aureolati, sfingi dal volto di donna e il
corpo di leone, delfini e amorini, papere e uccelli
e, su fondo blu, il busto di un misterioso giovane
dalla chioma bionda e fluente. Certamente poco
per immaginare una impegnativa campagna decorativa che, probabilmente, aveva visto anche il
coinvolgimento di Lorenzo Leonbruno.
Ma ciò che più conta è che la realizzazione della
Cittadella della Musica ha creato una esperienza
di rigenerazione urbana che ha ridato dignità a un
esempio tipico dell’architettura conventuale cinquecentesca. Il complesso delle Servite esprime
infatti, tuttora, la dimensione aggiornata introdotta
dagli ordini mendicanti nella tradizione degli antichi
monasteri. La disposizione generale segue comunque una tradizione che prevede l’opportunità
di porre la chiesa vicino al chiostro, quest’ultimo
circondato dagli altri edifici strategici del convento,
con al piano terreno la sala del capitolo, la cucina, il
refettorio e, al piano superiore, le celle.
La restituzione del convento fa emergere pure antiche storie che rimandano alla sua fondazione. Nessun documento, purtroppo, ci fornisce informazioni
esatte sui tempi del cantiere di Santa Maria della
Misericordia o sull’architetto che ne diresse i lavori.
Si può tuttavia presumere che possa aver usufruito
dell’iniziale consulenza del prefetto delle fabbriche
allora in carica: Bernardino Ghisolfo. Ma non fu
solo l’iniziativa marchionale a promuoverne la costruzione quanto una serie di vicende legate alla
religiosità popolare in auge nella città dei Gonzaga. A Mantova – così si narra – Benvenuta, sorella
del terzo ordine dei Serviti, per intercessione della
beata Elisabetta de Picenardi era uscita da un’inguaribile malattia e aveva dedicato ogni cura perché molte donne si riunissero in un luogo comune,
per condurre una vita religiosa: era il giorno della
festività della purificazione di Maria Vergine, il 2 febbraio 1482. È questa la data che si può assumere
simbolicamente come momento di aggregazione
del primo nucleo delle Servite. La data simbolica di
fondazione della struttura dell’attuale via Conciliazione va posta invece al 2 febbraio del 1497, vale
a dire al quindicesimo anno di costituzione della
piccola comunità di religiose. Allora solo otto suore
avevano vestito ufficialmente gli abiti impegnativi
del secondo ordine dei servi di Maria, un abito che
prevedeva la clausura.
Gradualmente, il monastero si dotò di una struttura funzionale, con un ampio refettorio, una camera
del fuoco comune, un chiostro, opportuni parlatoi,
camere di ricevimento, ghiacciaia, passetti, bugadera e altri servizi appropriati. Le maestranze dei
cantieri ducali offrirono i loro servizi per l’abbellimento delle sale di rappresentanza, a cominciare
dal refettorio. Anzi, sotto la centenaria coltre di colori, dovrebbe ancora sopravvivere parte di quei
decori che Gianfrancesco Tura (Tura mantovano)
vi realizzò. L’artista, come attestano i documenti, ricevette una mercede di “ducati vinti, a soldi
93 per ducato, per depinzere alle sore de Santo
Barnaba, quali sono stà sborsati per il spectabile
messer Iulio suprascripto, de comissione del prefato signor nostro”. Dunque anche Giulio Romano
dovette dedicare al complesso religioso una non
proprio fugace attenzione. La buona organizzazione del cenobio e la qualità abitativa degli spazi
furono premiate con la vestizione nel monastero
di molte donne di casa Gonzaga.
Un grande intervento di rinnovamento architettonico
che investe soprattutto la chiesa esterna avviene nel
1757: “incominciossi a rifabbricare la detta chiesa e
si terminò come ella è al presente l’anno 1759”.
Il corpo di fabbrica della chiesa, ortogonale alla
strada, coperto da un tetto a due spioventi, affiancato da un campanile oggi scomparso, fu rinnova-
to anche nella facciata, grazie anche alla consulenza di Giovanni Maria Borsotto.
Gli interventi modificarono radicalmente l’aspetto
della chiesa esterna, delineando una navata unica
con paraste e capitelli corinzi in stucco e ripartendo con fasce rilevate l’originaria volta a botte in
mattoni. La chiesa interna conservò, invece, l’assetto originario, senza alcun adeguamento al gusto settecentesco.
L’intervento realizzato in questi ultimi anni ha ridato dignità proprio a tale ambiente, trasformato in
un auditorium che rifunzionalizza lo spazio senza
intaccare le linee del luogo sacro. L’architetto Carmine Mastromarino ha anche lasciato in essere
l’antica divisione tra le due chiese. Gli spazi della
chiesa esterna, ravvivati dagli stucchi di Stanislao
Sommazzi, hanno così riconsegnato un ambiente
utilizzato, fino a pochi anni fa, come palestra scolastica. La chiesa restituita, sebbene spoglia delle
preziose tele che la ornavano, diventa quindi oggi
un ideale foyer che guida all’auditorium vero e
proprio. I 40 metri di lunghezza delle due distinte
navate emergono in tutta la loro autorevole dignità, frutto di una rivitalizzazione architettonica fino a
pochi anni fa impensabile.
Quello che sembrò, a metà settecento, il canto
del cigno della “picciol compagnia” religiosa,
quando si era alla vigilia di eventi che avrebbero cambiato per sempre l’organizzazione della
comunità mantovana, riemerge ora limpido dalla
polvere della storia. _
Gianfranco Ferlisi
39
Domenica 28 febbraio 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
MONTECARLO
PIANO MASTER
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
F. Chopin
Variations brillantes op. 12
Sonata n° 2 in Si bemolle minore, op. 35
Grave. Doppio movimento
Scherzo
Marche funèbre
Finale. Presto
* * *
F. Liszt
Consolation n° 3
Funerailles
Mephisto Waltz n° 1, from Lenau’s Faust
Waltz, from Gounod’s Faust
Grazie al sostegno di:
40 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Alberto Nosé, pianoforte
Un programma di trascendentale virtuosimo
passando dalle struggenti sonorità di F. Chopin alla vigorosa potenza sonora di F. Liszt, il
recital in cui si cimenterà il pluripremiato pianista Alberto Nosé considerato uno dei migliori
e apprezzati musicisti della sua generazione.
Ha ottenuto il suo primo riconoscimento all’età di undici anni, vincendo il Primo Premio al
concorso internazionale Jugend für Mozart di
Salisburgo, grazie al quale ha effettuato la sua
prima tournèe in Italia, Austria e Francia.
Successivamente ha vinto numerosi premi nei
concorsi internazionali più importanti: World
Piano Masters di Montecarlo, Top of the World
International Piano Competition di Tromsø, Paloma O’Shea di Santander, F. Chopin di Varsavia, F. Busoni di Bolzano, Maj Lind di Helsinki,
Long-Thibaud di Parigi, Vendôme Prize di Parigi, World Piano Competition di Londra, Premio
Venezia, iniziando una strepitosa carriera che
lo ha portato ad esibirsi in Europa e in tutto il
mondo nelle più importanti sale da concerto e
festival (Carnegie Hall di New York, Royal Festival Hall, Queen Elisabeth Hall e Wigmore Hall
di Londra, Konzerthaus di Berlino, Théâtre du
Châtelet e Salle Pleyel di Parigi, Mozarteum di
Salisburgo, Beethoven Fest di Bonn, Liederhalle di Stoccarda, Chopin Festival di Ginevra, Auditorium Parco della Musica di Roma, Summer
Festival di Lucerna). _
41
Giovedì 3 marzo 2016
Madonna della Vittoria | ore 20.45
INTEGRALE DEI QUARTETTI
PER ARCHI DI BEETHOVEN
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
PROGRAMMA N. 2
L. van Beethoven
Quartetto in Mi minore op. 59 n. 2
“Rasumovsky”
Allegro
Molto adagio
Allegretto
Presto
* * *
Con la collaborazione di:
Quartetto in La maggiore op. 18 n. 5
Allegro
Minuetto
Andante cantabile con variazioni
Allegro
Grande Fuga op. 133
Club San Giorgio
42 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Quartetto di Venezia
Andrea Vio e Alberto Battiston, violini
Giancarlo di Vacri, viola
Angelo Zanin, violoncello
Secondo appuntamento con il titolato Quartetto di Venezia e con i quartetti di Beethoven: un’altra serie di tre partiture per evocare
tre momenti diversi dell’evoluzione stilistica: un
numero dell’opera 18 di lieta semplicità, uno
dell’op.59, che appartiene alla fase “eroica”
del maestro tedesco, ed infine la difficilissima
“Grande Fuga” che è un lavoro enigmatico e di
gran complessità, e che Stravinskij a suo tem-
po giudicò “il pezzo di musica più contemporanea in assoluto che io conosca”, togliendolo
dunque da un passato inerte per proiettarlo
piuttosto in un presente carico di inquietudini.
Tre opere diverse, inconfondibili e necessarie
per la comprensione dell’eccezionalità di Beethoven e del suo messaggio proiettato nel futuro, per il quale il Quartetto di Venezia garantisce
concretezza e affondo. _
Domenica 6 marzo 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
FESTA DELLA DONNA:
OMAGGIO A
MARIA CALLAS
Paola Sanguinetti, soprano
Matteo Ferrari, flauto
Andrea Candeli, chitarra
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Marcia Turca
Giacomo Puccini (1858 - 1924)
Quando m’en vo’
Ernesto De Curtis (1875 - 1937)
Non ti scordar di me
Georges Bizet (1838 - 1875)
Habanera
Gioachino Rossini (1792 - 1868)
Danza Rossini
Vittorio Monti (1868 - 1922)
Czarda Monti
Eduardo Di Capua (1865 - 1917)
I’ te vurria vasà
Franz Lehar (1870 - 1948)
La Vilja
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Franz Peter Schubert (1797 - 1828)
Die Nacht
Grazie al sostegno di:
Giacomo Puccini (1858 - 1924)
O mio babbino caro
Johannes Brahms (1833 - 1897)
Danza Ungherese n. 5
44 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Non occorre un abbonamento alla Scala per
amare l’opera, è sufficiente una serata per riascoltare tutti i temi più amati del repertorio proposti dalla voce toccante e passionale del celebre
soprano Paola Sanguinetti. Basta una serata per
immergersi totalmente nelle pagine immortali di
Verdi, Puccini, Bizet, basta una serata per riscoprire l’amore per l’opera o chi lo sa… per cominciare ad amarla.
L’accompagnamento è affidato ad un duo di musicisti di grande esperienza, che ripropongono la
pienezza e l’espressività del colore orchestrale
attraverso le loro rivisitazioni arricchite dalla purezza di un approccio di tipo cameristico. Oltre
ad accompagnare i brani cantati, il Duo Estense,
formato dal flautista Matteo Ferrari e dal chitarrista Andrea Candeli, si esibirà in alcuni movimenti
tratti da celebri titoli arricchendo così il concerto
di una varietà di linguaggi secondo una formula di alternanza tra musica vocale e strumentale
ampiamente collaudata dagli artisti e che riscuote sempre grande successo tra il pubblico. _
VOLTA MANTOVANA
AGOSTO A CAVAION
OMAGGIO A
MARIA CALLAS
A
ppena conclusa l’apprezzatissima collana invernale dei Concerti della Domenica
al Teatro Bibiena di Mantova, quella di Volta
Mantovana ne rappresenta con l’avvento della primavera, la naturale continuazione, resa
possibile grazie all’impegno organizzativo del
professor Stefano Maffizzoni e al sostegno
dell’ Amministrazione Comunale nella persona dell’attuale Assessore alla Cultura Dott.ssa
Laura Parlato. La XVIII Edizione dei Concerti
della Domenica vanta artisti di fama internazionale che avranno il piacere di esibirsi, per un
mese intero, nella preziosa ed elegante cornice del Salone delle Feste di Palazzo Gonzaga,
sede del Municipio. Durante i concerti, i visitatori
possono godere della musica stando comodamente seduti all’interno della stupenda sala cinquecentesca totalmente affrescata dal pittore
neoclassico mantovano Paolo Zandalocca (1741
- 1828), o passeggiando tra i giardini all’italiana
della villa, dove le note, se il vento lo permette,
vengono trasportate. _
46 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
X V I°
20 16
47
Lunedì 21 marzo 2016
Lunedì 21 marzo 2016
Duo Essentia
Auditorium Monteverdi | ore 11.00
Showroom Lubiam | ore 20.45
Alice Cortegiani, clarinetto
Samuele Telari, fisarmonica
RIBALTA GIOVANI
CONCERTO
PER LE SCUOLE
MUSICA FUORI
Carlos Gardel
Por una Cabeza
Abbonamento
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica
MantovaMusica
Nino Rota
Amarcord
Ennio Morricone
Gabriel’s oboe
Richard Galliano
Tango Pour Claude
George Gershwin
Blues
Pedro Iturralde
Suite Hellénique
Grazie al sostegno di:
Astor Piazzolla
Histoire du Tango
Club Mantova
48 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Un’accoppiata strumentale inconsueta è questa del duo Essentia, destinata ad un itinerario
fra generi diversi, ma circoscritto alla modernità: da Carlos Gardel, con il suo celeberrimo
tango “Por una cabeza” legato ad una pellicola
cinematografica del 1935 (ma poi riutilizzato in
molte altre occasioni), a Nino Rota ed alla sua
musica per il film “Amarcord” di Fellini; da Ennio
Morricone con il suo penetrante tema per il film
“Mission” al “Tango pour Claude” di uno dei più
grandi fisarmonicisti del nostro tempo, Richard
Galliano; dalla “Storia del tango” dell’argentino
Piazzolla, che immagina un viaggio nel tempo
in quattro tappe, alla “Suite Héllenique” dello
spagnolo vivente Pedro Iturralde. Dunque un
buon numero di pagine trascritte per valorizzare il curioso insieme di strumenti ed i suoi giovani interpreti, entrambi avviati ad una carriera
promettente dopo i brillanti studi accademici e
le numerose affermazioni in importanti concorsi d’esecuzione. _
Béla Kovacs
Sholem-Alekhem, rov Feidman!
49
Sabato 2 aprile 2016
Domenica 3 aprile 2016
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 20.45
Spazio Studio Sant’Orsola | ore 17.00
LO SCRIGNO E L’ANIMA
VITA DI GIOVANNI BATTISTA VIOTTI
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Con Giovanni Mongiano (Giovanni Battista Viotti)
e Anna Mastino (cameriera di casa Chinnery)
Consulenza storica e musicologica
Mariateresa Dellaborra
Costumi Rosanna Franco
Tecnico video Massimo Fonsatti
Organizzazione generale Paola Vigna
Produzione TeatroLieve
Grazie al sostegno di:
50 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Franco Mezzena, violino
Nancy Barnaba, violino
Luca Ranieri, viola
Maria Cecilia Berioli, violoncello
Scritto e diretto da Giovanni Mongiano
Musiche Giovanni Battista Viotti
e con Quartetto Viotti
Con la collaborazione di:
Giovanni Mongiano
Anna Mastino
Quartetto Viotti
Giovanni Battista Viotti
Quartetto in La maggiore N. 1 Op. 1
Allegro vivace
Rondò (Allegretto un poco presto)
Quartetto in Mi maggiore N. 6 Op. 1
Allegro
Rondò (Allegretto)
Quartetto concertante per due violini,
viola e violoncello N. 1 in Fa maggiore
Moderato
Minuetto (Piuttosto presto)
Andante-Andantino piuttosto con moto
Allegretto
Nel luminoso e confortevole appartamento di
casa Chinnery, Viotti è accudito da una vivace
e indiscreta cameriera, che si convince che i
racconti mirabolanti che viene ascoltando, giorno dopo giorno, siano solo frutto della malattia
nervosa ma ne è così attratta da finire per assecondarli... Anche l’amabile Margaret cerca di
alleviare le sue pene e invita a palazzo alcuni
musicisti che sotto le finestre stanno suonando
un quartetto di Viotti per omaggiare la sua meravigliosa arte...ritratto affettuoso del grande artista
ma anche dell’uomo, delle sue fragilità, delle sue
contraddizioni, dei suoi drammi e soprattutto della sua dirittura morale e del suo amore sconfinato
per la musica e per il teatro...
Costruito intorno alla figura di Viotti, lo spettacolo
si sviluppa secondo una efficace doppia partitura, in cui vicende biografiche e opere musicali si
relazionano costantemente in un sapiente contrappunto dove una voce è ragione ed occasione espressiva per l’altra. Uno spettacolo teatrale,
dunque, ma anche un concerto. O anche un concerto dentro una pièce teatrale.
Uno spettacolo decisamente originale, che fa
rivivere in modo inatteso e suggestivo le vicende appassionanti di un importante personaggio
della storia della cultura italiana che aspetta ancora di essere adeguatamente studiato, compreso e valorizzato.
Difficile racchiudere in una sola parola “Lo Scri-
gno e l’Anima”, esattamente come difficile è
ri(con)durre Giovanni Battista Viotti a un solo ruolo: violinista, compositore, organizzatore, impresario teatrale, commerciante... etc. Viotti è tutte
queste figure e molto di più.
Un intreccio sapiente di parole e musica, memorie e desideri, passato e futuro, attraverso le
capitali europee travolte dai brividi rivoluzionari. Un viaggio esemplificato dal repertorio
musicale scelto che, partendo dalle prove giovanili dei primi quartetti arriva fino agli ultimi –
concertanti, dedicati alla memoria del fratello
Andrée – fulgidi esempi di un Classicismo in
perfetto equilibrio tra tensione espressiva e armonia formale. _
L’opera, acquistata in un’asta Sotheby’s dalla famiglia Bianchi, è firmata Fra’ Semplice da Verona
e risale al 1622. Di fatto, il quadro rientra nella
sua città originaria: si tratta infatti di una delle
opere della collezione dei Gonzaga vendute da
Vincenzo II di Nevers a Carlo I d’Inghilterra intorno al 1627 e rimasto da allora nel castello di
Holyrood, nella collezione del Duca di Hamilton.
La grande tela viene quindi restaurata e posizionata al centro dello showroom, diventandone
così il simbolo.
SHOWROOM LUBIAM
L
o showroom Lubiam, nella sede di viale
Fiume 55 a Mantova, è un elemento chiave
all’interno dell’azienda: è innanzitutto uno spazio espositivo, dedicato alla presentazione delle
collezioni, agli eventi istituzionali e all’accoglienza degli ospiti ma, allo stesso tempo, è scenario
quotidiano delle riunioni di lavoro e dei processi
decisionali.
Realizzato nel 1984 su progetto dell’Ingegner
Mario Pavesi, celebre professionista mantovano
noto per le numerose opere di edilizia sul territorio, lo showroom Lubiam è uno spazio polivalente
nato per integrarsi perfettamente con l’ambiente
di ingresso agli uffici. Ed è proprio allo scopo di
favorire il dialogo fra questi spazi che nel 1986
la famiglia Bianchi affida a Ferruccio Bolognesi
il compito di arricchire con le sue opere l’area di
accoglienza dell’azienda, che porta agli uffici e
allo showroom.
Bolognesi, famoso pittore naïf, scultore e scenografo mantovano, firma con quadri, sculture,
specchi e installazioni l’ingresso della Lubiam,
52 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
una delle prime aziende al mondo ad affidare un
progetto di design d’interni ad uno scenografo.
Da allora, l’area d’ingresso e lo showroom di viale
Fiume 55 hanno ospitato svariate manifestazioni
artistiche – fra cui, nei primi anni ‘90, le personali
dei pittori Luca Bertasso, Massimo Crestini, Giuseppe Lucchini, dello stesso Ferruccio Bolognesi,
del naïf contadino Bruno Rovesti e la retrospettiva dei dipinti del musicologo e giornalista Piero
Dallamano – e sono ancora oggi utilizzate come
location per mostre ed esposizioni culturali.
Nel 1987, sulla scia dei festeggiamenti per i 75
anni di Lubiam, lo showroom mantovano viene
definitivamente consacrato a luogo dell’arte con
l’acquisizione della tela seicentesca “La cacciata
dell’invitato indegno”.
SPAZIO STUDIO
SANT’ORSOLA
i luoghi storici
A
Pur rimanendo fedele alla sua struttura originaria, lo showroom di Lubiam ha subito nel tempo
qualche variazione: il progetto più significativo
è la creazione della parte centrale, definita per
consuetudine “ombelico”. L’area, nata allo scopo
di creare uno spazio più riservato destinato alle
riunioni, una sorta di ufficio per incontrare i clienti e gli ospiti, è stata progettata e realizzata da
Nilo Gioacchini, designer fiorentino specializzato
in progetti legati al mondo della comunicazione,
del marketing e del visual merchandising.
ll’origine della chiesa ci fu l’opera di Margherita Gonzaga, che nel 1597 rimasta
vedova del duca Alfonso II d’Este, decise di
tornare a Mantova. Non volendo rimanere inoperosa alla corte del fratello Vincenzo, istituì un
convento in contrada Borre e nel sobborgo di
Pradella. Non soddisfatta di un semplice oratorio dedicato a Santa Margherita, diede incarico
al prefetto delle fabbriche ducali, Antonio Maria
Viani, di costruire un edificio religioso più grande e degno di quello allora esistente. Era l’anno
1608, anno nel quale Margherita decise altresì
di prendere definitiva dimora presso il convento
da lei fondato e destinato ad essere una corte
parallela a quella ducale.
Utilizzato quotidianamente per le molteplici attività aziendali, lo showroom è sicuramente ancora
oggi uno degli spazi più rappresentativi dell’identità di Lubiam: non solo un’azienda storica e leader nel suo settore, ma anche e soprattutto una
realtà legata al territorio mantovano e al mondo
della cultura e dell’arte. _
La chiesa viene ultimata in quattro anni e dedicata a Sant’Orsola. Entrò, quindi, a far parte
del complesso monastico omonimo composto
da edifici alternati a chiostri, cortili, giardini, collegati attraverso portici e corsie. Vi erano ospitate cinquanta monache in ambienti e stanze al
loro servizio, così come la duchessa Margherita
aveva a disposizione un proprio appartamento
con stanze per le nobildonne che desideravano
ritirarsi nel monastero per periodi limitati.
Ad onore e merito di Margherita Gonzaga, si
deve l’arricchimento iconografico dell’interno
della chiesa. Ognuno degli altari sarà corredato da pale e quadri di pittori di grande valore:
Domenico Fetti e sua sorella Lucrina, monaca
essa stessa, Lodovico Carracci, Carlo Bononi,
Antonio Maria Viani.
lio, gli antichi edifici monastici vennero demoliti.
Dalla furia demolitrice si salvò sostanzialmente
la sola chiesa di sant’Orsola che divenne edificio d’angolo tra l’antico corso Pradella e la
nuova e moderna Via Bonomi, tracciata dopo
le demolizioni degli anni trenta del XX secolo.
La struttura ospita lo Spazio Studio S. Orsola,
un ambiente di 500 metri quadrati con due sale
di cui una attrezzata a teatro e attualmente luogo delle attività di Ars creazione e spettacolo. _
Tra il 1782 e il 1786 Giuseppe II soppresse, tra gli
altri, il convento di Sant’Orsola. Il complesso di
edifici, dopo esser stato caserma, venne adattato a ospitare l’ospedale civile cittadino. Quando
quest’ultima funzione venne meno con la costruzione del nuovo ospedale in località Pompi53
Domenica 10 aprile 2016
Lunedì 11 aprile 2016
LaCucina | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
RIBALTA GIOVANI
RIBALTA GIOVANI
CONCERTO
PER LE CASE DI RIPOSO
*FUORI ABBONAMENTO
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica
Alessandra Aitini, flauto
Domenico Ermirio, violoncello
Giulio Caccini (1551 - 1618)
Amarilli, mia bella
per flauto e violoncello
Kaija Saariaho (*1952)
Mirrors
per flauto e violoncello
François Couperin (1668 - 1733)
Les Baricades Mysterieuses
trascrizione per flauto e violoncello (Aitini/Ermirio)
Alfredo Casella (1883 - 1947)
Barcarola e scherzo
trascrizione per flauto e violoncello (Aitini/Ermirio)
Con la collaborazione di:
Hector Villa-Lobos (1887 - 1959)
Assobio a Jato
per flauto e violoncello
Marin Marais (1656 - 1728)
Les Folies d’Espagne
elaborazione per flauto/ottavino e violoncello
(Aitini/Ermirio)
54 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Dal tardo Rinascimento di Giulio Caccini alla modernità contemporanea della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il programma di questi due
giovani strumentisti tocca rapidamente tempi e
aree geografiche diverse soffermandosi sulla
Francia di Couperin e Marais, sull’italiano Alfredo Casella (che però, ai tempi della “Barcarola e
Scherzo”, nel 1903, si trovava a Parigi per comple-
tare la sua formazione musicale ed intraprendere
una carriera multiforme), passando per il Brasile
del prolifico Hector Villa-Lobos e del suo “Assobio a Jato” (Il fischio di jet) scritto nel 1950, pagina
breve dal profilo frastagliato e naturalmente sfiorata dall’intenzione onomatopeica. Gli interpreti
della locandina che comprende qualche pagina
originale ed altre trascritte appositamente per
questo duo strumentale, sono la flautista mantovana Alessandra Aitini, (all’attivo una formazione
con Mario Ancillotti ed un Master of Arts in Music
Performance conseguito a Lugano) ed il violoncellista ligure Domenico Ermirio (un diploma con
il massimo dei voti ed un perfezionamento con
Dario Destefano) già avviati con merito ad una
densa attività concertistica e didattica. _
Giovedì 14 aprile 2016
Giovedì 14 aprile 2016
Auditorium Cavazzoni | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 20.45
RIBALTA GIOVANI
CONCERTO
PER LE SCUOLE
CONCERTO
IN MEMORIA DI
DON ULISSE BRESCIANI
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
MantovaMusica
Linda Sarcuni, oboe
Sebastiano Bernocchi, organo
Nicolaus Bruhns (1665-1697)
Praeludium in e moll (Organo)
Abbonamento
Società della Musica
Johann Ludwig Krebs (1713-1780)
Fantasia in Fa minore (Oboe e Organo)
Johann Philipp Kirnberger (1721-1783)
Sonata in Si bemolle maggiore
(Oboe e Organo)
Adagio-Allegro-Minuetto con tre variazioni
Con la collaborazione di:
Club Nuvolari
56 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Preludio e fuga in Sol maggiore
BWV 541
Wir glauben all an einen Gott,
Vater BWV 740
Concerto in Re minore da A. Vivaldi
BWV 596
Senza tempo-Grave-Fuga-Largo
e spiccato-Allegro
Johann Wilhelm Hertel (1727-1789)
Partita III in Re minore
(Oboe e Organo)
Allegro-Largo-Vivace
Karl Mille (1878-1964)
Andante religioso
(Oboe e Organo)
Cesar Franck (1822-1890)
Troisième Choral en la mineur
(Organo)
Don Ulisse Bresciani, al quale viene dedicato, alla
memoria, questo appuntamento è stato un sacerdote mantovano di fine cultura e di salda passione per la musica, che coltivava costantemente. E
Linda Sarcuni, oboista, e Sebastiano Bernocchi,
organo, sono due giovani di valore che – in varia
misura legati agli insegnamenti ed alle iniziative
del Conservatorio di Mantova – si stanno distinguendo per la qualità alta della formazione presso
istituzione italiane e straniere e per i riconoscimenti ricevuti. Dunque essi omaggiano il ricordo
di Don Bresciani con tutti i requisiti necessari, inclusa la bellezza di un programma che in parte è
dedicato all’organo solo ed in parte si apre all’associazione dei due strumenti. Il duo si produce in
opere di maestri tedeschi come Ludwig Krebs e
Johann Kirnberger, entrambi eccellenti discepoli di
Sebastian Bach, e come Wilhelm Hertel, che lasciò
profonda impronta di sé nel periodo pre-classico.
Dopo un doveroso omaggio a Bach ed al suo quasi contemporaneo Nicolaus Bruhns l’organo solo
poi dipinge il grande affresco del Terzo Corale di
César Franck, capolavoro dell’ultimo Ottocento. _
Giovedì 21 aprile 2016
Auditorium Monteverdi | ore 20.45
LEOPARDI INCONTRA
CHOPIN
“POESIA E MUSICA DELLA NOTTE
AL CHIARO DI LUNA”
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Leopardi A se stesso
Cenni sulla famiglia e appunti dal diario
giovanile
Chopin Notturno in Re bemolle maggiore
op. 27 n. 2
Grazie al sostegno di:
Appunti critici da Pietro Citati
Leopardi A Silvia
Chopin Valzer in Do diesis minore op. 64 n. 2
Leopardi La sera del dì di festa
Chopin Preludio Re bemolle maggiore
op. 28 n. 15
Con la collaborazione di:
Inner Wheel Mantova
Soroptimist International
Club di Mantova
Anna Lisa Bellini, pianoforte
Paola Pitagora, voce narrante
Appunti critici da Pietro Citati
Leopardi Le ricordanze
Chopin Preludio La maggiore op. 28 n. 7
Chopin Fantasia - Improvviso in Do diesis
minore op. 66
Delegazione di Mantova
58 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Leopardi Canto di un pastore errante dell‘Asia
Chopin Preludio Si minore op. 28 n. 6
Chopin Notturno in Si bemolle minore
op. 9 n. 1
Lettere da Roma e da Pisa
Leopardi L‘infinito
Chopin Studio in La bemolle maggiore
op. 25 n. 1
Appunti critici da Pietro Citati
Leopardi Il passero solitario
Chopin Studio in Fa minore op. 10 n. 9
Soggiorno a Napoli
Chopin Studio in Do minore op. 10 n. 12
Appunti critici da Citati e Giordani
Leopardi Ad Arimane
Chopin Preludio in Do minore op. 28 n. 20
Morte di Giacomo Leopardi
Chopin Studio in Do minore op. 25 n. 12
“Addio Totonno, non veggo più luce...”
Chopin e Leopardi: due personalità forti, malinconiche, inquiete, minate da una precaria salute fisica e pure grandemente creative. Lontane eppur
vicine, e vissute più o meno negli stessi anni: il
musicista fra il 1810 ed il 1849, presto obbligato ad
abbandonare la patria, la Polonia, per approdare a Parigi e lì infine morirvi ancor giovane a soli
trentanove anni; il poeta invece sempre rimasto
in Italia, nato a Recanati e scomparso a Napoli alla
stessa età di Chopin, ma dodici anni prima di lui.
Eccoli riuniti in questo programma originale che
intreccia musica e parole, con una selezione di
opere celeberrime in cui scorgere consonanze e
riflessi: poesie indimenticate, struggenti, insieme
ad una scelta di preludi, studi, notturni e valzer
che raccontano di una sensibilità affilatissima. Sul
palcoscenico, a contrappuntare le due arti, l’attrice Paola Pitagora, notissima per la sua lunga
presenza teatrale e televisiva, e la pianista Anna
Lisa Bellini, che si è distinta in una selezionata attività di interprete e didatta in Italia ed all’estero. _
Domenica 24 aprile 2016
RIBALTA GIOVANI
Riccardo Giovine, violoncello
LaCucina | ore 11.00
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Suite n. 3 in Do maggiore per violoncello solo, BWV 1009 Preludio
Allemanda
Corrente
Sarabanda
Bourrée I
Bourrée II Giga
Gaspar Cassado (1897 - 1966)
Con la collaborazione di:
60 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Suite per Violoncello Solo (1926) I - Preludio-Fantasia II - Sardana (Danza)
III - Intermezzo e danza finale
Violoncello di spalla dell’Orchestra Nazionale Sinfonica dei Conservatori Italiani, Riccardo
Giovine è un promettente giovane strumentista
che ha già accumulato una serie di notevoli successi: è risultato vincitore di numerosi concorsi,
ha già esordito su disco e con orchestra, ed ha
goduto dei consigli di didatti di fama come Michael Flaksman, Enrico Dindo e Giovanni Sollima, del quale è stato anche partner artistico.
Una personalità dunque interessante, che qui
propone due fermate importanti sul repertorio
per violoncello solo: la Terza Suite di Bach, imprescindibile cimento di ogni solista, e la coinvolgente Suite composta alla metà degli anni
Venti del Novecento dal cellista e compositore
iberico Gaspar Cassadó, intessuta di citazioni
d’altri autori come Kodály e Ravel, ma grondante spirito spagnolo. _
Domenica 8 maggio 2016
Lunedì 9 maggio 2016
LaCucina | ore 11.00
Auditorium Cavazzoni | ore 10.30
RIBALTA GIOVANI
RIBALTA GIOVANI
CONCERTO
PER LE CASE DI RIPOSO
*FUORI ABBONAMENTO
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Società della Musica
Federico Parolini, violino
Caterina Chiozzi, arpa
F.A. Boieldieu
Sonata in Mi bemolle maggiore
L.M. Tedeschi
Fantasia
J. Massenet
Meditation da Thais
Tradizionale (arr, D. Watkins)
Scarborough Fair
Con la collaborazione di:
J. Hisaishi
Summer
B. Howard
Fly me to the moon
N. Piovani
La vita è bella
62 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Boieldieu, l’operista di maggior rinomanza del
primo Ottocento francese, e Massenet; l’italiano
Luigi Maurizio Tedeschi, arpista e compositore
di pregio, e le musiche da film di Nicola Piovani,
e altri esempi moderni d’intrattenimento. La locandina di Federico Parolini e Caterina Chiozzi
disegna un panorama variegato, porta in luce
cantabilità e fusione di timbri in giocosa libertà.
Federico Parolini è un giovanissimo violinista
dalle già numerose esperienze e sta completando la sua formazione strumentale al Conservatorio di Verona, mentre Caterina Chiozzi
ha concluso i suoi studi con il massimo dei voti
qualche anno fa nel medesimo istituto sotto la
guida di Nazarena Recchia. Un avvicinamento
alla musica nel segno della freschezza. _
Domenica 8 maggio 2016
MUSICA AL FUTURO
Palazzo della Ragione | ore 18.30
Orchestra giovanile
“Archetti Sinfonici”
di Pirkanmaa (Tampere)
Tina Kaukinen, direttore
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Con la collaborazione di:
O. Respighi
Antiche Danze ed Arie, Suite n. 3
Italiana
Arie di corte
Siciliana
A. Vivaldi Da Le quattro stagioni
L’estate
Johanna Mattila, violino
U. Sisask The full Solar Eclipse
for pianoforte e orchestra d’archi
Tuomas Salokangas, pianoforte
64 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
T. Kuula Chanson sans Paroles op. 22/1
Tero Putkonen, violoncello
J. Sibelius The Lover, op. 14
The Lover
The Path of Beloved
Goodnight - Farewell
Andante Festivo
Gli Archetti Sinfonici è un’orchestra d’archi formata da
trenta studenti di livello avanzato del Pirkanmaa Music
College della città di Tampere, tra le città culturalmente
e musicalmente più attive di Finlandia. L’orchestra è stata fondata da Tiina Kaukinen, docente di violino e viola
presso lo stesso istituto ed ha in repertorio molti lavori di
compositori finlandesi e scandinavi come Jean Sibelius,
Edvard Grieg e Carl Nielsen. Nel 2014 gli Archetti sinfonici si sono esibiti con una tournée in Ungheria e hanno
partecipato al Music Festival for Young Musicians a Porvoo, sempre in Finlandia. In questo concerto si esibiranno alcuni tra i più talentuosi solisti del Music College di
Pirkanmaa. Il programma include due lavori per orchestra d’archi di Jean Sibelius. La suite The Lover (Rakastava) fu completata dal grande compositore finlandese
nel 1912 ed è ispirata alla raccolta di poesie popolari nota
con il nome di Kanteletar (il kantele è uno strumento tradizionale finlandese). L’Andante Festivo fu concepito da
Sibelius per la radio americana, in occasione della Esposizione Universale di New York del 1939. Toivo Kuula, di
cui viene eseguita per la prima volta in Italia una delle
Chansons Sans Paroles, rappresenta sicuramente una
delle voci più autentiche del tardo romanticismo nordico
ed europeo. Completa il programma il suggestivo The
Full Solar Eclipse (Eclissi di sole totale) per orchestra
d’archi e pianoforte solista del compositore estone Urmas Sisask. Figura originale e prolifica, Sisask si ispira
per molta della sua ampia produzione ai fenomeni cosmici, e rappresenta, come già il connazionale Arvo Pärt
ed altri compositori baltici, una tra le voci più interessanti
della musica contemporanea dell’Est-Europa. _
65
LACUCINA
PALAZZO DELLA RAGIONE
i luoghi storici
L
I
aCucina è stata inaugurata l’11 novembre 2011
a Mantova, in via Oberdan 17.
Il progetto è nato come espansione di un laboratorio gastronomico, anche per questo motivo
LaCucina è sicuramente un ristorante non convenzionale.
Il locale, in un palazzo storico del centro di Mantova, ha ospitato in passato prima una cartoleria e in
seguito un negozio di abiti. Partire da un negozio
di abiti per progettare un ristorante ha creato certamente moltissime difficoltà ma ha anche lasciato il massimo grado di libertà nel definire gli spazi,
essendo obbligati a doverli costruire da zero.
Nel concepirlo è stato considerato sia il momento storico che il panorama culinario attuale dove
si sente forte il desiderio di tornare alle origini e
dove cibi semplici ma preparati con estrema cura
sono sempre più apprezzati.
È stato applicato lo stesso concetto agli ambienti creando spazi semplici e lineari con l’o66 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
biettivo di tradurre in chiave moderna la vecchia
dimensione domestica dello “stare a tavola” e
accogliere l’ospite in un contesto informale, rilassato e famigliare.
Anche sotto il profilo architetturale, il progetto si è
proposto di mantenere insieme due mondi, quello del vecchio e quello del nuovo, in un equilibrio
in grado di mantenere le identità di entrambi, in
cui luce e ombra vengono mantenuti nella loro
ambiguità e pluralità, senza sacrificare le ragioni
dell’uno a scapito dell’altro.
Contrasti e armonie che si manifestano nella
precisione dell’elemento progettato con grande
rigore (come ad esempio i tavoli e il banco di mescita), accostata all’elemento imperfetto (il pavimento e il soffitto) nel quale l’azione del tempo
ha trasferito un’energia inconsueta.
La scelta è stata quella di proporre un ambiente in cui le persone a pranzo (e a volte anche a
cena) possano condividere gli spazi sedendosi
ad un unico tavolo, in tal modo la sensazione risulta essere quella di stare in una grande cucina
più che in un ristorante. Allo stesso tempo c’è
pochissima densità, cinquanta posti a sedere in
centocinquanta metri quadrati, gli ospiti godono
di molta libertà di movimento e non si sentono
compressi in spazi ristretti.
Gli spazi si sono rivelati inoltre estremamente
flessibili e adattabili a diverse situazioni: dal ristorante “veloce” (a pranzo), al ristorante più raffinato e soft (la sera), da sala per eventi privati quali
feste e convegni a “jazz club” due mercoledì al
mese, fino a diventare teatro di concerti di musica classica. _
l palazzo fa parte di quel nucleo di edifici cittadini sorti in epoca medioevale. Citato più
volte in documenti dell’epoca come Palatium
Novum del Comune, il palazzo venne edificato
intorno al XI-XII secolo per assolvere alle funzioni civili pubbliche e destinato ad accogliere le assemblee e le adunanze cittadine o, in
caso di cattivo tempo, il mercato che si teneva
nella piazza sottostante.
L’edificio fu più volte oggetto di modifiche, fin
dalla metà del tredicesimo secolo.
Nel XV secolo vennero eretti i portici e nel
1472 fu innalzata la Torre dell’Orologio, realizzata su disegno di Luca Fancelli.
L’anno dopo la Torre fu arricchita da un pubblico orologio ideato dal matematico ed astrologo Bartolomeo Manfredi. L’orologio dava conto
delle ore del vulgo, delle posizioni dei pianeti,
del crescere e del calare del giorno, dei segni
zodiacali, delle fasi lunari, dei giorni favorevoli
per far salassi, seminare, partire per viaggi e di
altre cose “uteli in questo mondo”. L’orologio
funzionò sicuramente fino agli inizi del Settecento. In seguito fu trasformato in un normale
meccanismo per il sole e per i minuti.
Nel 1700, su progetto dell’architetto Doricilio
Moscatelli, furono chiuse le trifore duecentesche ed aperte ampie e luminose finestre.
Nella prima metà del ‘900, il palazzo fu riportato alla sua struttura originaria dall’architetto
mantovano Aldo Andreani, eliminando le sovrapposizioni barocche.
sono visibili sulle pareti di testa i resti di notevoli affreschi che raffigurano episodi bellici
databili intorno alla fine del XII secolo, oltre a
personaggi di storia sacra firmati dal parmense
Grisopolo e databili alla metà del duecento.
Il Palazzo della Ragione è oggi al centro di una
rinnovata attenzione da parte dell’Amministrazione neoinsediata, nella prospettiva che possa essere spazio ideale per ospitare un nuovo
e funzionale auditorium. _
Adibito per secoli all’amministrazione della
giustizia, dal 1997 è divenuto prestigiosa sede
espositiva dei Musei Civici di Mantova, ospitando numerose ed importanti esposizioni d’arte
organizzate dall’amministrazione comunale.
Nell’ampio salone, di imponenti volumetrie,
67
Giovedì 12 maggio 2016
SOUVENIR D’ITALIE
Teatro Bibiena | ore 20.45
Alberto Martini,
primo violino concertatore
Abbonamento
Stefan Milenkovich,
violino solista
Società della Musica
MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Club Mantova Castelli
G. Rossini
Terza Sonata in Do maggiore per archi
Moderato
Andantino
Allegro
N. Paganini
Concerto n. 2 per violino e orchestra
in Si minore op. 7 “La Campanella”
Allegro maestoso
Adagio
Rondo à la clochette
* * *
Lions Club
Mantova Host
68 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
I Virtuosi Italiani
N. Rota
Concerto per archi
Preludio (allegro ben moderato e cantabile)
Scherzo (allegretto comodo)
Aria (andante quasi adagio - un poco più
animato - tempo I)
Finale (allegrissimo)
Ballabili
dal film “Il Gattopardo” di L. Visconti
Valzer Verdi
Balletto (allegro sostenuto)
Mazurka
Galop (allegro molto)
Quadriglia (allegro)
Valzer del commiato
Il nome del violinista Stefan Milencovich è
noto fin dagli anni Ottanta, allorché, bambino
prodigio, fece parlare di sé suonando per personalità come Ronald Reagan, Mikhail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II, ed acquisendo,
anche con presenze televisive, una notorietà
internazionale. Dopo alcuni prestigiosi premi
in concorsi d’esecuzione come il “Paganini”
di Genova, il “Tibor Varga”, il “Ludwig Spohr”,
oggi all’età di 38 anni Milencovich è un virtuoso maturo ed assai stimato, insegna negli
Stati Uniti, ha all’attivo svariate registrazioni
discografiche e gode di una popolarità notevolissima. Qui è atteso nella realizzazione del
celebre Concerto n. 2 “La Campanella” di Paganini, scritto nel 1826, lavoro bello e difficile,
ispiratore del non meno famoso e virtuosistico
“Studio” per pianoforte firmato da Franz Liszt.
Completano il programma una delle giovanili e brillanti Sonate per archi di Rossini ed un
omaggio a Nino Rota che, al di là dell’ammirato impegno per il cinema fu un maestro di
gusto originale e ricercato, come dimostra
anche il suo interessante e fantasioso Concerto per archi compiuto verso la metà degli
anni Sessanta. Con il violinista di Belgrado qui
compaiono gli affiatati archi dei rinomati Virtuosi Italiani guidati da Alberto Martini, 25
anni di esperienza, dischi e tournée in quantità
alle spalle ed una qualità tecnica e musicale di
grande valore. _
69
Domenica 29 maggio 2016
Auditorium Monteverdi | ore 18.00
CONCERTO IN MEMORIA
DEL CAV. UFF.
M° SERGIO MAFFIZZONI
INGRESSO GRATUITO
Concerti della Domenica
Grazie al sostegno di:
J.S. Bach
Preludio e fuga in Sol diesis minore
BWV 863 - I volume
L. van Beethoven
Sonata op. 101 in La maggiore
Etwas lebhaft, und mit der innigsten
Empfindung
Lebhaft. Marschmäßig
Langsam und sehnsuchtsvoll
Geschwinde, doch nicht zu sehr und mit
Entschlossenheit
* * *
F. Liszt
Harmonies du soir
Rapsodia Ungherese n. 12
Wagner-Liszt
Isoldens Liebestod
70 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Antonino Fiumara, pianoforte
Premio Claudio Abbado 2015
I Concerti della Domenica sono orfani di un uomo
di cultura, di un importante intellettuale e di un
profondo conoscitore della musica. Il M° Sergio
Maffizzoni si è diplomato in pianoforte presso il
Conservatorio “G. Verdi” di Milano, sotto la guida
del M° Giuseppe Piccioli ed è stato allievo prediletto del M° Giuseppe Benedetti Michelangeli
prima e del M° Arturo Benedetti Michelangeli
dopo, vivendo in questa famiglia d’artisti come un
figlio per più di vent’anni. In seguito, ricoprendo
la cattedra di pianoforte principale al Conservatorio Statale di Musica “L. Campiani” di Mantova
ha diplomato decine di pianisti. Già Cavaliere per
meriti artistici nel 2012 è stato decorato con l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della
Repubblica Italiana sia per la sua attività che per
la sua costante attività di promozione e diffusione
della musica nella collettività.
Per il terzo anno dalla scomparsa del Maestro, il
giovane e pluripremiato pianista Antonino Fiumara presenterà per il Concerto alla Memoria, un
programma ricco di virtuosismo e di intima musicalità. Vincitore del prestigioso Premio Abbado
2015, suona regolarmente per importanti Istituzioni
Musicali quali: “Fondazione Teatro La Fenice” di
Venezia, “Maggio Musicale Fiorentino”, “Taormina
Festival”, “Associazione G. Rossini” di Pesaro e collabora con importanti orchestre come la “Turkish
Youth International Philarmonic Orchestra” diretta
da Cem Mansur e l’“Orchestra Sinfonica Cherubini” di Firenze diretta dal grande Riccardo Muti. _
Milano | Teatro alla Scala
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
Informazioni e prenotazioni
Telefono 0376 355566
Mail [email protected]
72 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
VIAGGIO MUSICALE
MILANO,
TEATRO ALLA SCALA
Orchestra Filarmonica
della Scala
Riccardo Chailly, direttore
Radu Lupu, pianoforte
© Marzio Bondavalli
Sabato 11 giugno 2016
Giovedì 16 giugno 2016
COLLAGE SATIE
Giancarlo Cardini, pianoforte
P. Sculthorpe (1929 - 2014) Night Pieces (1972)
Snow
Moon
Flowers
Night
Stars
D. Smith (1949)
da 10th Piano Concert (2012)
I. Endgame
II. Shrapnel mosaic
III. Happy end
IV. Starlit in Hanoi
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
Sulla fonobilancia,
un fa diesis qualsiasi,
del tipo più comune,
toccò i 93 chili. Era stato
emesso da un tenore
molto grasso, che pesai
ugualmente.
Erik Satie
M. Dalpane
A la manière de Franz Liszt (piccolo
Corale) (1983)
A la manière de Erik Satie (Walking) (1979) A la manière de Howard Skempton
(Landscape) (1985)
A la manière de Brian Eno (1982)
G. Cardini (1940)
Collage Satie (2013)
da First Piano Concert (1985-86)
Bossa nova
La Campanella
C. Venturelli Stalattiti (2006)
Scia (2012)
Vasto altopiano (2013)
A. Grant
Water Shadow (2007)
G. Cardini
Rituals for the Ryoanji Garden (2012)
74 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Primo in Italia ad avere eseguito l’integrale delle
opere di Satie, Giancarlo Cardini, per gli eclettici interessi musicali che vanno da Satie a Cage,
dalla Canzone Italiana d’autore a compositori di
diverse provenienze culturali, è uno dei protagonisti dell’avanguardia italiana (e non solo) degli ultimi quarant’anni. A Eterotopie Piano Festival presenta un programma all’insegna di una varietà e
novità assoluta per il pubblico mantovano. I brevi
ed atmosferici brani pianistici che compongono
la raccolta Night di Peter Sculthorpe, compositore australiano insieme a Carl Vine tra i più rappresentativi degli ultimi decenni, sono dominati
da una sensibilità musicale e naturalistica che
trae ispirazione dalle culture aborigene e da temi
musicali indigeni. Dave Smith fa parte di quella
schiera di compositori inglesi sviluppatasi sotto
l’influsso di Cornelius Cardew, inventore delle
partiture visive, e facenti parte un tempo della
celebre Scratch Orchestra. Nel suo stile sono
predominanti caratteri minimalisti, ma i suoi lavori
inglobano influenze di molta musica colta occidentale. Smith ha composto ben 11 concerti per
pianoforte solo, di alcuni dei quali Cardini ci offre
una sorta di antologia. Compaiono nel programma anche giovani compositori che Cardini omaggia come tributo all’amicizia e alla condivisione di
avventure musicali comuni. E in onore di Satie,
in questo 150° anniversario, un collage composto
dallo stesso Cardini, un montaggio di brani del
Satie più noto, parodico e leggero, e quello eso-
terico del Socrate, tra i lavori che John Cage ammirò maggiormente. A John Cage, per chiudere
il cerchio, Cardini dedica il suo brano Rituals for
the Ryoanji Garden. Ci affidiamo per questo alle
parole del pianista fiorentino: “Il titolo del brano
evoca il famoso giardino del tempio Zen Ryoanji
di Kyoto (già celebrato da Cage) eleggendolo
come luogo immaginario di misteriosi rituali e
azioni performative, musicali e coreografiche allo
stesso tempo. Verso la fine del pezzo appare la
citazione di una canzone popolare giapponese
dedicata ai fiori di ciliegio”. _
John Cage e Giancarlo Cardini nel 1971 a Milano
75
PALAZZO TE
SALA DEI CAVALLI
LOGGIA DI DAVIDE
plesse che si protraggono sino al XIX secolo. La
ricca documentazione in proposito permette di
sapere che inizialmente essa doveva ospitare
busti di condottieri, tanto da essere citata anche
come “loggia dei Capitani”.
i luoghi storici
Il nome attuale deriva invece dalla decorazione,
fatta di stucchi e affreschi, che si svolge nelle due
lunette di testa, nelle lunette del lato ovest e nei
lacunari della volta a botte.
È
considerata l’unica sala della villa sia per
le dimensioni che per la funzione di spazio
pubblico per eccellenza. È qui, nella Sala dei
cavalli, che si svolgevano feste e balli, come
quello che vide protagonista l’imperatore Carlo V nella sua visita a Mantova nel 1530.
La sala prende il nome dai protagonisti della
decorazione pittorica: gli amati cavalli delle
scuderie gonzaghesche. Sono raffigurati a
grandezza naturale, su un fondo di paesaggi
lontani. Le dimensioni, le posture, gli sguardi li
rendono vivi e partecipi dell’ambiente, a testimonianza dell’amore che i Gonzaga nutrivano
per questi animali.
Le effigi sono veri ritratti, di quattro dei quali
è persino tramandato il nome: Morel Favorito,
Glorioso, Battaglia, Dario. Il primo e l’ultimo recano ancora traccia della scritta che li identifica.
Federico, così come il padre e i suoi avi, li allevava nelle celebri scuderie di famiglia. Essi erano il dono più pregiato che si potesse fare ad
76 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
un amico, come Giulio Romano, o a un sovrano, come l’imperatore Carlo V. Non è un caso
dunque che i cavalli siano protagonisti della
stanza di rappresentanza della villa.
L’ambiente è illuminato da cinque finestre e
lo spazio è scandito da un’architettura classica dipinta, di ordine corinzio, impreziosita da
coloratissimi finti marmi. Al centro della parete meridionale spicca l’imponente camino,
pensato come una commistione tra elementi
perfettamente rifiniti e conci di pietra rustica.
La raffigurazione dei cavalli, ad esaltarne l’eleganza e la solennità, è intervallata da nicchie che fingono statue di divinità e busti di
personaggi antichi. Al di sopra di queste sono
dipinte, a mo’ di bassorilievi di bronzo, sei Fatiche di Ercole.
La decorazione si conclude fastosamente nel
fregio a variopinti girali di acanto, popolato di
putti e puttine che giocano sul capo di beffardi
mascheroni, elementi briosi che spezzano la
cadenzata solennità della finta architettura.
La committenza è celebrata nelle aquile gonzaghesche dipinte agli angoli e nel pregevole
soffitto ligneo, dove in oro su fondale blu sono
intagliate le imprese del Monte Olimpo e della
salamandra.
La sala viene decorata tra il 1525 e il 1527. _
L
a Loggia di Davide è uno spazio di passaggio
tra gli appartamenti signorili, il cortile d’onore e
il giardino. È uno degli ambienti più ampi dell’intero palazzo, dove si poteva soggiornare ammirando il giardino, un tempo ricco di fiori e piante, e
le peschiere: per questo motivo ben rappresneta
l’idea rinascimentale della vita in villa, fatta di ozio
e riposo dalla responsabilità di governo.
La struttura architettonica colpisce per l’ariosità
dello spazio, che si apre verso il giardino con
tre ampie arcate, poggianti su gruppi di quattro
colonne, e con un fornice su pilastri quadrati, affiancato da due arcate cieche, verso il cortile d’onore. Notevole la ricchezza degli ornati plastici,
tratti dal repertorio classico.
La decorazione della loggia segue vicende com-
La realizzazione delle scene dedicate alla storia
di Davide si protrae tra il 1531 e il 1534.
Il protagonista di questo spazio del palazzo è
dunque un eroe biblico esaltato per le sue virtù
di condottiero e guerriero (Davide e Golia, Davide lotta contro un orso, Davide lotta contro un
leone, L’incoronazione di Davide) ma anche per
le attitudini poetiche (Davide suona la cetra). I tre
ottagoni della volta narrano la storia di Davide e
Betsabea: il re vedendo Betsabea al bagno se
ne innamora e, non potendo sopportare di dividerla con il marito, manda quest’ultimo a morire
in battaglia.
lato di lì a pochi giorni, su probabile mandato di
Federico.
L’intero ciclo dunque può essere interpretato
come una sorta di legittimazione, visto il precedente biblico, dell’adulterio e dell’omicidio commessi dal principe.
La loggia rimane a lungo incompiuta, come testimoniano disegni con specchiature e nicchie
vuote, e nei secoli successivi numerosi sono gli
interventi volti a completarla.
Nel XVII secolo viene realizzata la maggior parte delle statue di virtù poste nelle nicchie, opera
poi completata nel 1805 con l’aggiunta di altre
cinque statue la cui iconografia è tratta, come in
precedenza, dall’Iconografia del Ripa.
Tra il 1808 e il 1809 vengono realizzate, ad opera di Giovanni Bellavite, le specchiature sopra le
nicchie e le porte. È qui arricchito, con bassorilievi a imitazione del bronzo, il tema principe delle
Storie di Davide. _
Come già nella camera di Amore e Psiche, sono
forti i riferimenti alla vicenda personale del committente. Federico II Gonzaga infatti, innamorato
di Isabella Boschetti, già sposata, come Betsabea, accusa di complotto il marito di lei Francesco di Calvisano. Questi fugge, ma viene pugna77
Venerdì 17 giugno 2016
Madonna della Vittoria | ore 21.15
DOG BREATH VARIATIONS
OMAGGIO A FRANK ZAPPA
Marco Dalpane, pianoforte
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Erik Satie
Pièces froides
Airs à faire fuir I. II. III.
Frank Zappa(1940 - 1993)
Per scrivere le mie Pièces
Froides, mi sono servito di
un caleidofono - registratore.
Mi ci sono voluti
sette minuti. Ho chiamato
il mio cameriere per
fargliele sentire.
Erik Satie
78 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Peaches en Regalia
Let’s Make Water Turn Black
Harry, You Are a Beast
The Orange County Lumber Truck
Oh No
Theme from Lumpy Gravy
Piano Introduction to Little House I Used
To Live In
Dog Breath Variations
Uncle Meat
Son of Mr. Green Genes
The Black Page #2
The Idiot Bastard Son
Cletus Awreetus Awrightus
Eat That Question
Blessed Relief
Stick It Out
Regyptian Strut
Echidna’s Arf (of You)
trascrizioni per pianoforte solo
di Marco Dalpane
Genio iconoclasta e Absolutely Free Frank Zappa è sicuramente uno dei protagonisti della musica del Novecento. Un eroe americano, come
Ives, Gershwin, Monk e Cage.
I suoi studi musicali dal punto di vista accademico si riducono a ben poca cosa, ma pur vivendo
nella periferia americana fin da giovane è attratto dall’intensità che sprigiona dalle pagine di
Igor Stravinsky ed Edgar Varèse. Naturalmente
il giovane Frank è affascinato anche dal R&B,
dal blues del Delta, dal Doo-Wop, dai City Slickers di Spike Jones. Non c’è spazio per distinguere tra alto e basso, popolare e colto. Arte e
intrattenimento si riflettono in un gioco di specchi geniale e spiazzante in nome in una continuità concettuale che lo guida fin dagli esordi.
Autentico self made man, solitario e orgoglioso delle infinite ore passate in studio, freak ed
eccentrico per molti aspetti, metodico e scrupoloso per quanto riguarda la musica. Anche il
suo rapporto con le istituzioni accademiche e le
grandi orchestre classiche è segnato da difficoltà. Zubin Metha e Pierre Boulez, Kent Nagano
e la London Symphony Orchestra si sono confrontati con la sua opera, ma solo l’Ensemble
Modern, proprio alla fine della sua vita, arriverà
a un risultato di valore assoluto nell’esecuzione
delle sue partiture. Marco Dalpane pianista e
compositore, si dedica principalmente alla musica delle avanguardie del ‘900 e del secondo
dopoguerra, ha trascritto le sue musiche, can-
zoni e brani strumentali, per il più classico degli
strumenti, il pianoforte. Ad Erik Satie il compito
di aprire il concerto con le tre Arie a faire fuir
(qui Satie gioca con il doppiosenso del termine fuir / fuggire e la forma musicale della fuga)
tratte dalla raccolta degli Piéces Froides, pezzi freddi caratterizzati da una statica, ripetitiva
quanto inedita, per lo meno in ambito musicale,
indolenza. Composti nel 1898 sono tra i primi
testimoni di quel vocabolario di iconoclasti ed
esilaranti “consigli all’interprete” (in una maniera molto particolare, modestamente, affaticato,
fate il vostro gioco, aprite la testa...) che Satie
inizia ad includere all’interno delle proprie partiture, “piccoli segreti” tra lui stesso e l’esecutore,
come egli stesso li definiva. _
Sabato 18 giugno 2016
GERSHWIN NIGHT
Joaquin Palomares, violino
Andrea Rucli, pianoforte
Anonimo
Deep River (traditional negro)
George Gershwin (1898 - 1937) Tre preludi
Cinque quadri da “Porgy and Bess”
My Man’s Gone Now
Picnics is alright; There’s a boat dat’s
leavin’soon for New York
Bess, you is my woman now
It ain’t necessarily so
Summertime - a woman is a sometime thing
Auditorium Monteverdi | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
Manuel Ponce (1882 - 1948)
Estrellita
Fritz Kreisler (1875 - 1962)
Syncopation
Stephen Collins Foster (1826 - 1864)
Old folks at Home
Jeanie with the light brown hair
Mario Castelnuovo Tedesco (1895 - 1968)
Sea murmurs
Tango
Claude Debussy (1862 - 1918)
Golliwogg’s Cake-Walk
80 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Il concerto del duo formato dal noto violinista
iberico Joaquin Palomares e il versatile pianista Andrea Rucli, protagonisti nella scorsa stagione di un indimenticabile concerto dedicato
alla musica spagnola, ci porta alla scoperta di un
aspetto tra i meno conosciuti della attività di uno
dei più grandi violinisti di tutti i tempi, Jasha Heifetz. Leggendario per il controllo dello strumento,
“automa miracoloso”, Heifetz incarnò per mezzo
secolo il simbolo dell’esecutore perfetto e sfuggente, coinvolgente e misterioso. Il violinista di
origine lituana fu però anche prolifico trascrittore.
Ad Heifetz sono accreditabili circa un centinaio
di gustose e raffinate trascrizioni: da spirituals, da
canzoni tradizionali come quelle di Forster (l’autore della arcinota Oh Susanna!) o quelle da music hall; Heifetz include perfino Claude Debussy
con il suo celebre cake-walk. Un caso a parte è
costituito dalle trascrizioni dei tre Preludi pianistici e i songs tratti da Porgy and Bess di George
Gershwin, che trovano in questa nuova veste
uno slancio come nuovo, che valorizza gli originali. Completano il programma i brani di Manuel
Maria Ponce (1886 - 1948) e di Mario Castelnuo-
vo Tedesco (1895 - 1968). Il primo, protagonista
dell’affermazione di una sorta di “scuola nazionale” messicana, autore di canzoni come La cucaracha, con Estrellita (1914) creò un prototipo della
canzone destinato a un successo planetario. Il
fiorentino Castelnuovo Tedesco fu oggetto di
particolare stima da parte di Heifetz. Le trascrizioni di due Shakespeare songs op. 24, composti
dal compositore italiano tra il 1921 e il 1925, sono
rese con due nuovi titoli carichi di appeal: Tango
e Sea murmurs, quest’ultimo uno dei bis prediletti del grande violinista. _
Domenica 19 giugno 2016
Madonna della Vittoria
e Biblioteca Teresiana
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Madonna della Vittoria | ore 10.00
Biblioteca Teresiana | ore 11.00
Madonna della Vittoria | ore 15.00
Madonna della Vittoria | ore 19.00
SATIE BEAT
Allievi del Liceo Musicale
“Isabella d’Este”
Horus Ensemble
Ksenia Milyawskaja, violino
SATIE FOR CHILDREN
Piccoli pianisti
di Piano District
Seppo Varho, pianoforte
trascrizioni a cura degli allievi
della Classe di Composizione
del Conservatorio “L. Campiani”
di Mantova
Ma che ci sarò venuto a fare
su questa Terra così terrestre
e così terrosa?
Credendo di far bene, poco dopo
essere arrivato quaggiù, mi misi
a suonare qualche motivo musicale
che mi ero inventato da solo.
Tutti i miei fastidi nascono di qui...
Le sonate per violino solo
di Eugène Ysaÿe
nº 1, “Joseph Szigeti”
nº 2, “Jacques Thibaud”
nº 3 “Georges Enesco”
nº 4, “Fritz Kreisler”
nº 5, “Mathieu Crickboom”
nº 6, “Manuel Quiroga”
’SFACTORY
COSE VISTE A SINISTRA E DESTRA
(SENZA OCCHIALI)
PIANO DISTRICT
Trois Morceaux en forme de Poire
Gnossiennes / Sarabandes
Jack in the Box / Veritable Preludes Flasques
Chose vue a gauche et a droite
sans lunettes
Proiezione del cortometraggio
Entr’Acte di Renè Claire (Francia, 1924)
musiche originali di Erik Satie
(trascrizione di Gabrio Taglietti)
Ensemble Este
SATIE ON THE MOOG
Allievi del Liceo Musicale
“Isabella d’Este”
Erik Satie
Nocturnes
1. Doux et calme
2. Simplement
3. Un peu mouvementè
George Antheil (1900 - 1959)
Woman Sonata
I. Woman (Languor)
II. Tree (Prestissimo)
III. Flower (Moderato)
Erik Satie
Nocturnes
4. mystèrieux et tendre
5. à Madame Georges Cocteau
6. [ Décembre 1919 ]
George Antheil
Valentine Waltzes
Sonata Sauvage
I. À la nègre, allegro vivo
II. Snakes
III. Ivory, prestissimo
Una giornata dedicata alla musica di Erik Satie non poteva che partire dalla popolarità assoluta che essa ha
goduto negli ultimi decenni, tale da essere protagonista
in progetti cross-over come quello dei fortunati arrangiamenti degli anni settanta per moog, il celebre sintetizzatore inventato nel 1963 da Peter Moog o, più recentemente,
quello jazzistico di Jacques Loussier del 1998. La musica di Satie, il suo spirito anti-accademico, il suo legame
controverso con i maggiori compositori dell’epoca come
Debussy e Ravel, ha costituito un punto di riferimento
per molti artisti e compositori delle avanguardie parigine. Dal Gruppo dei Sei, del quale facevano parte Francis
Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, al “futurista
terribile” George Antheil, compositore-inventore americano oggi ancora poco conosciuto. Nel 1924 Antheil fu
a Parigi, tappa obbligata delle sue clamorose apparizioni
europee, chiamato a gran voce dai Ballets Suédois (balletti svedesi) di cui Satie, Cocteau, Legèr e Picasso erano
instancabili animatori. Qui Antheil ebbe l’occasione di
eseguire alcuni dei suoi “meccanismi” pianistici, tra cui la
Airplaine Sonata e la Sonata Savage. La performance di
Antheil suscitò un vero e proprio pandemonio tra il pubblico, risoltosi, tra urla d’approvazione e insulti, con l’intervento della polizia. Il pianista finlandese Seppo Varho
ci farà scoprire alcune di queste pagine, alternate con
gli algidi Nocturnes satiani. Affidate invece all’esecuzione della giovane virtuosa Ksenia Milyawskaya sono le
Sei Sonate per violino solo di Eugène Ysaÿe, pubblicate
sempre nel 1924. Ysaÿe, leggendario violinista belga al
quale molti compositori parigini dedicarono i propri lavori,
scrisse queste Sei Sonate ispirandosi per ognuna ai più
grandi violinisti dell’epoca. Summa novecentesca del
repertorio violinistico, arricchiscono per contrasto un inesauribile affresco musicale dedicato a Satie e alla Parigi
dei primi decenni del XX secolo. _
83
BIBLIOTECA TERESIANA
i luoghi storici
L
a Biblioteca comunale Teresiana è per vocazione una biblioteca storica e di conservazione: il suo patrimonio, infatti, vanta numerosi
fondi antichi, rari e di pregio. Venne fondata
nel 1779 per volontà di Maria Teresa d’Austria
e ha sede in un’ala del Palazzo degli Studi, la
cui facciata neoclassica, disegnata nel 1757 da
Alfonso Torreggiani, è rivolta verso Piazza Dante. L’edificio è inserito nel vasto complesso architettonico del Collegio dei Gesuiti e si colloca
in continuità urbanistica e storico-culturale con
l’antistante Palazzo dell’Accademia, anch’esso
espressione del riformismo illuminato austriaco.
Le due grandi sale teresiane al primo piano,
accessibili dallo scalone d’onore e unite da un
ampio vestibolo, costituivano il nucleo centrale
della biblioteca. Vennero inaugurate nel 1780
a seguito della ristrutturazione di Paolo Pozzo,
che ne progettò le scaffalature lignee ispirandosi allo stile del viennese Fischer von Erlach.
Il patrimonio iniziale della biblioteca era costituito dalle collezione degli ordini religiosi soppressi nel periodo austriaco e francese, dalle
84 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
donazioni di privati, intellettuali e ordini professionali e da acquisti e scambi di duplicati con
altre biblioteche. La dotazione fu successivamente incrementata grazie a donazioni, lasciti
e depositi, nonché dall’acquisizione di vari materiali bibliografici e informativi.
Dopo l’annessione di Mantova al Regno d’Italia, la Biblioteca Teresiana fu classificata ‘governativa’ (in quanto bene demaniale), ma nel
1881 divenne ‘comunale’ in seguito alle sollecitazioni dei cittadini mantovani .
Il patrimonio bibliografico e documentario
antico e moderno ammonta, attualmente, a
350.000 unità, di cui 170.000 appartenenti al
fondo antico (manoscritti, incunaboli, carteggi, stampe e disegni, globi geografici e fondi
speciali - tra cui il fondo ebraico cabalistico più
importante al mondo).
Nel 1996 furono iniziati radicali lavori di restauro e messa a norma di tutti gli ambienti della
Biblioteca che ne hanno ridotto gli spazi e la
funzionalità per quasi vent’anni. In prossimità
della completa riapertura, il terremoto del 2012
ha provocato danni alle strutture dell’edificio
che hanno determinato la necessità di ulteriori interventi di consolidamento, al seguito dei
quali la biblioteca ha riaperto al pubblico tutti i
suoi spazi nell’aprile 2014.
Nel corso dei lavori di restauro, a seguito dell’abbattimento di tramezze e controsoffittature nell’area adibita ad abitazione del custode, è ritornata
alla luce una sala di m. 10 x 8 x 7 di altezza caratterizzata dalla presenza di una fascia di decorazioni parietali a tempera in stile Art Nouveau. Posta
a cinque metri d’altezza la fascia è composta da
dieci riquadri raffiguranti, sullo sfondo, altrettante vedute di Mantova. Quattro riquadri riportano
in primo piano altrettante danzatrici, mentre altri
due sono popolati da coppie di giovani fanciulle
nell’atto di leggere libri su uno sfondo di foglie
d’alloro. Si ritiene che tali decorazioni siano state eseguite nel corso di lavori, eseguiti tra il 1913
e il 1915, al tempo della direzione di Ada Sacchi,
quando la sala fu sottoposta a lavori di ripristino
e destinata a Sala di Lettura della sezione Biblioteca Popolare. Tale sezione era stata istituita nel
1912 proprio da Ada Sacchi “per il riscatto e la
crescita culturale delle classi umili” e “in antagonismo all’osteria”. _
Giornata Europea della Musica
Lunedì 20 giugno 2016
Cinema del Carbone | ore 21.15
INGRESSO GRATUITO
Eterotopie Piano Festival
Proiezione
del lungometraggio
PIANOLISZT
UN SECOLO DI CINEMA
CON FRANZ LISZT
Luigi Verdi
Giovanni Leprino
Madonna della Vittoria | ore 21.15
MUSICA AL FUTURO
LISZTOMANIACS
Accademia pianistica
mantovana
Antologia lisztiana
eseguono
Cecilia Bianchi, Ilaria Brognara,
Enrico Caniato, Davide Ciruolo,
Enzo Ciruolo, Debora Fontanella,
Anna Modenini, Elena Padovani,
Nicola Padovani, Marco Tariello
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1
(riduzione per due pianoforti)
Marco Tariello, pianoforte
INGRESSO GRATUITO
(Italia 2011-12)
Eterotopie Piano Festival
La figura di Franz Liszt è ancor oggi tra le più
emblematiche e rivoluzionarie della storia della
musica. Ne sono prova i 300 film che utilizzano la musica di Liszt nella colonna sonora, nei
contesti narrativi più disparati, che eleggono il
compositore ungherese tra i “classici più saccheggiati dal grande schermo”. Ci raccontano
questo romanzo musicale e visivo il montaggio
cinematografico ideato da Francesco Leprino,
autore di diversi documentari di carattere musicale, e il musicologo Luigi Verdi, già ospite di
Eterotopie Piano Festival. Dalle Consolazioni al
Mephisto Walzer, dal Concerto n. 1 alle Rapsodie Ungheresi, una carrellata di passaggi senza
soluzione di continuità da sequenze tratte dei
titoli più significativi del repertorio cinematografico. Un montaggio, come dicono gli autori, che
tende a restituire, in una sorta di compressione
spazio-temporale, l’atteggiamento di un secolo
86 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Martedì 21 giugno 2016
di cinema verso questo grande compositore e,
in fondo, lo spirito rapsodico dello stesso Liszt.
A completare questa avventura cinematografica
il concerto degli allievi del progetto Accademia
pianistica mantovana, tra grandi e piccoli, tutti a
confrontarsi con le pagine lisztiane in un grande
festa musicale. _
Concero per pianoforte e orchestra n. 2
(riduzione per due pianoforti)
Claudia Schirripa, pianoforte
87
CINEMA DEL CARBONE
PARCO DELLE BERTONE
I
I
l cinema Oberdan è in via Oberdan 11, a pochi
passi da Corso Umberto I, nel centro storico di
Mantova. L’Oberdan ha una lunga storia come
centro culturale e di aggregazione: prima spazio
ricreativo per ragazzi, poi sala conferenze, poi
ancora cinema, infine scuola di danza.
Il Cinema del Carbone ha preso in gestione l’Oberdan dal gennaio 2012, con l’obiettivo di farne
un punto di incontro e di proposta culturale per
tutta la comunità mantovana.
Da qui è nato il progetto di un luogo a sale mobili, uno spazio modulare con sale che cambiano
pelle a seconda dell’uso: una parete si sposta,
alcuni elementi compaiono o si nascondono, a
seconda di quello che si vuole fare. Come in un
caleidoscopio, un semplice movimento basta a
cambiare colori, geometrie, dimensioni. Eppure,
lo spazio resta uno solo, pronto a catalizzare
idee e attività diverse, offrendo a ciascuna la dimensione ideale. _
88 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
l Parco delle Bertone è un Parco Giardino, tipico del periodo romantico. Vi si possono ammirare alberi esotici ed autoctoni che possono
avere fino a 150 anni di età.
Il parco comprende una zona boscosa, un
piccolo laghetto, vari corsi d’acqua e una rete
di sentieri e vialetti. Include anche 3 edifici di
epoca ottocentesca: una villa padronale, delle
scuderie e un edificio un tempo adibito a foresteria (al centro del boschetto si trova anche
una ghiacciaia interrata dove un tempo veniva
stivato il ghiaccio portato per fiume dalle zone
montane). Il bosco contava un migliaio di alberi
ma nel 1994 durante un fortunale circa un quarto furono rasi al suolo. La disposizione di alberi,
sentieri e zone acquose non è naturale ma risponde a criteri architettonici e di suggestione.
La vegetazione arborea è composta da specie
esotiche (caratteristiche dei giardini ottocenteschi) e da altre più comuni. Si possono contare:
pini neri, magnolie, tassi, querce, carpini, ba-
golari, platani, farnie, noci neri. Piuttosto raro
un esemplare di ginko biloba di 200 anni e 40
metri di altezza.
Il parco è gestito dal Parco Regionale del Mincio e ospita il Centro reintroduzione cicogna
bianca attivato dal Parco del Mincio. Si tratta di
un nucleo stabile di cicogne nidificanti ospitate in voliere e liberate dopo alcuni anni. Alcuni
esemplari si stabiliscono permanentemente
nel parco (come è possibile vedere in grandi
nidi sulle cime degli alberi) e talvolta inducono
esemplari selvatici a stabilirsi nella zona, altre
migrano durante l’inverno per poi fare ritorno.
Le Bertone sono aperte al pubblico nelle giornate festive da marzo a inizio novembre. _
[fonte: wikipedia]
89
Giovedì 23 giugno 2016
MI CHIAMO ERIK SATIE
Andrè Gallo, pianoforte
F. Poulenc (1899 - 1963)
Suite francaise d’après Claude Gervais
Bransle de Bourgogne
Pavane
Petit Marche militare
Lamento
Bransle de Champagne
Siciliana
Carillon
E. Satie
Croquis et agaceries d’un gore
bonhomme en bois
Tyrollienne turche
Danse Maigre
Espagñaña
Embriyons desséchés
Holothuria
Edriophtalma
Podophtalma
Palazzo Te, Sala dei cavalli | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
Del resto, a me piace
di più misurare un suono
che ascoltarlo.
Col fonometro in mano,
opero allegramente,
senza indugi.
Erik Satie
90 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
E. Satie
Sonatine Bureaucratique
F. Poulenc
Mélancolie
Trois Improvisations
F. Poulenc
Trois Nocturnes
E. Satie
Je te veux
Poudre d’or
F. Poulenc
Presto
Novellette n. 1
Toccata
Tra il 1915 e il 1917 Francis Poulenc, giovane compositore-pianista, entrò a far parte della classe
di pianoforte di Ricardo Viñes, il grande virtuoso
spagnolo residente a Parigi, che fu tra i primi interpreti delle musiche di Debussy e Ravel e Satie. Amico intimo di questi fu proprio Viñes che
presentò Poulenc a Satie. Ispiratore e mentore
del nascente Gruppo dei Sei, Satie non mostrò
mai una particolare stima per quest’ultimo, accettando tuttavia di patrocinare il suo ingresso nel
gruppo dopo aver ascoltato la Rhapsodie nègre,
il primo lavoro importante che Poulenc non mancò di dedicare a Satie.
Poulenc da parte sua non cessò mai di proclamare l’importanza del suo incontro con Satie il
quale “aveva il genio di mostrare ciò che bisognava fare e di indurre a lasciare le cose usate,
di sgrassare la musica”; Poulenc per tutta la vita
interpreterà musiche di Satie da solo e a quattro
mani con George Auric, eseguendole nelle sale
di tutto il mondo. Dunque un intreccio musicale
fertile che il recital di Andrè Gallo, pianista che ha
già all’attivo l’integrale delle opere di Debussy,
Ravel, Poulenc e Satie, di recente ospite presso
il Concertgebouw di Amsterdam, impagina con
brani che evidenziano gli aspetti più caratteristici
dei due compositori. La felice e copiosa inventiva
di Poulenc la cui musica dietro una maschera spiritosa e sentimentale nasconde pagine d’indiscutibile bellezza e profondità; e l’irriverente ironia di
Satie che si posa, con gesto satirico e violento,
sulle “pagine celebri” del repertorio pianistico.
Gesti come quello degli Embrioni Secchi, cetrioli
marini che “si riuniscono”, come dice la didascalia
nella partitura, al ritmo di una celebre Mazurka di
Schubert (che in realtà è Chopin!); o una danza
tirolese-turca, un geniale pastiche su “alla turca”
di Mozart; oppure con una della più riuscite invenzioni satiane, la riscrittura sapiente della prima Sonatina di Muzio Clementi, banco di prova
per generazioni di giovani pianisti e pianiste di
tutto il mondo fin dal XIX secolo, il cui classico
stile aristocratico viene stravolto in un postmoderno ed esilarante stile burocratico… _
91
Venerdì 24 giugno 2016
MI CHIAMO ERIK SATIE
Bertrand Giraud, pianoforte
J. Françaix (1912 - 1997) Nocturne
La promenade d’un musicologue
eclectique
I. Hommage à Handel
II. Hommage à Frédéric Chopin
III. Hommage à Domenico Scarlatti
(“Couronné par Beethoven et par
Mendelssohn, sous le regard complice
de Debussy”)
IV. Hommage à Maurice Ravel
V. Petit hommage à la Musique
Contemporaine
VI. Hommage à Adolphe Adam
(de l’Institut)
E. Satie (1866 - 1925)
Madonna della Vittoria | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
Quand'ero giovane mi
dicevano: "vedrà quando
avrà 50 anni". Ho 50 anni.
Ma non vedo niente.
Erik Satie
92 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Gymnopedie n° 1
E. Chabrier (1841 - 1894)
Feuillet d’album
Caprice
Scherzo - Valse
F. Liszt (1811 - 1886)
Tre sonetti del Petrarca
Harmonies du soir
Il pianista transalpino Bertrand Giraud è riconosciuto tra gli scopritori e maggiori interpreti della
musica del compositore francese Jean Françaix
(Le Mans, 1912 - Parigi, 1997). Lontano dalle
avanguardie radicali francesi e tedesche, anche
se molto curioso nei loro confronti, Françaix fu
autore assai prolifico, con circa 200 numeri d’opera nei quali toccò pressoché tutti i generi musicali. Tra gli allievi prediletti di Nadia Boulanger,
Françaix dedicò al pianoforte una serie di lavori
caratterizzati da una vena umoristica originale e
di impianto neoclassico non lontano dall’estetica di un altro francese poco più anziano: Francis
Poulenc. Giraud propone la godibilissima suite
La promenade d’un musicologue eclectique
(1987), che raccoglie con verve irresistibile una
immaginaria galleria di ritratti musicali, da Scarlatti alla musica contemporanea…
Il programma, come disegnato attorno a quel
monumento di semplicità che è la Premier Gymnopédie composta da Satie nel 1888, ci porta
inoltre al raro ascolto di alcune opere di un altro francese, Emmanuel Chabrier (Ambert, 1841
- Parigi, 1894), compositore assai ammirato da
Debussy e Ravel.
I Tre Sonetti del Petrarca di Franz Liszt originariamente composti per voce e pianoforte,
furono inclusi, nella loro riscrittura per pianoforte solo, all’interno della celebre raccolta di
brani dell’album di viaggio musicale Années de
Pèlerinage - Italie. Le immagini sublimi del testo
petrarchesco vengono restitutite musicalmente
grazie ad una straordinaria ricerca timbrica che
anticipa, con le sue sonorità impalpabili, il pianoforte di Debussy e Ravel. Quella ricerca timbrica
fu portata da Liszt, alla fine della sua vita, all’estremo, con gli impressionistici e rarefatti accordi di Nuages gris (Nuvole grigie) del 1881, non
così lontani da quelli delle opere esoteriche e
incantatorie del giovane Satie. _
Sabato 25 giugno 2016
FINAL FANTASY
Aki Kuroda, pianoforte
W.A. Mozart (1756 - 1791)
Fantasie in Re minore K. 397
Andante - Adagio - Presto - Allegretto
J.S. Bach (1685 - 1750)
Fantasia in Do minore BWV 906
Madonna della Vittoria | ore 21.15
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
E. Satie
Fantaisie-Valse
Per combattere un’idea
nuova in Politica e in Arte
tutti i mezzi sono buoni,
specie i mezzi più abbietti.
Erik Satie
94 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Nobuo Uematzu (1959)
Masashi Hamauzu (1971)
Da Final Fantasy X Piano Collections
To Zanarkand
Via Purifico
SutekiDa Ne
Assault
E. Satie
Avant-dernières pensées
Idylle
Aubade
Méditation
Masashi Hamauzu
Da Final Fantasy FXIII Piano Collections
Lightning’s Theme-Blinded By Light
Fang’s Theme
Prelude to FINAL FANTASY
I. Stravinsky (1882 - 1971)
Tre danze da L’Oiseau de Feu
(trascrizione per pianoforte solo di Guido Agosti)
Danse infernale
Berceuse
Finale
La pianista giapponese Aki Kuroda, già ospite
di Eterotopie Piano Festival con lo spettacolare concerto dedicato alla musica degli Emerson Lake and Palmer, propone un singolare
percorso musicale attorno al termine fantasia,
un topos che percorre la storia della creatività
umana e che spesso si distilla, per così dire,
in “casi” creativi. Non solo nel genere musicale della Fantasia, al quale molti compositori del passato hanno affidato spesso le loro
invenzioni musicali più innovative e intime. In
Final Fantasy, uno dei videogiochi di ruolo
creazione giapponese più popolari della sto-
ria recente, le fantasiose vicende vissute dalla ridda di personaggi che animano l’azione,
sono accompagnate dai raffinati brani musicali
composti da Nobuo Uematzu e Masashi Hamauzu, successivamente raccolti in un’omonima Piano collection di cui la Kuroda ha curato
l’incisione. Passando dallo schermo “virtuale”
dei videogiochi al grande schermo il riferimento a Disney è d’obbligo. In Fantasia 2000
risuona la celeberrima suite – qui eseguita
nella funambolica trascrizione per pianoforte
solo di Guido Agosti – tratta dalle musiche del
balletto L’uccello di Fuoco, composte da Igor
Stravinsky nel 1910 e che rivelarono improvvisamente il genio assoluto del compositore
russo. Si alternano nel programma alcuni dei
brani cosiddetti fantasisti di Erik Satie, certo tra
i compositori che alla propria fantasia non ha
posto fortunatamente alcun limite. I tre Penultimi Pensieri, composti da Satie nel 1915 (il titolo,
suggeriamo, potrebbe ispirarsi, con il consueto
sarcasmo satiano, a quegli ultimi pensieri degli
artisti, ai quali spesso l’immaginario romantico
ha voluto attribuire una sorta di luogo magico
della creazione) furono dedicati a Claude Debussy, a Paul Dukas e Albert Roussel.._
Domenica 26 giugno 2016
Madonna della Vittoria | ore 21.15
DARK WAVES
OMAGGIO A
JOHN LUTHER ADAMS
Ebony Piano Duo
D. Milhaud (1892 - 1974)
La Création du Monde op. 81b
Ouverture
Le chaos avant la création
La naissance de la flore et de la faune
La naissance de l’homme et de la femme
Le désir
Le printemps ou l’apaisement
A. Hohvaness (1911 - 2000)
Ko-ola-u
per due pianoforti
ABBONAMENTO
Eterotopie Piano Festival
MantovaMusica
J.L. Adams (1953)
Among red Mountains
per pianoforte solo
Dark Waves
per due pianoforti ed elettronica
G. Crumb (1929)
Otherwordly resonance
per due pianoforti amplificati
96 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
J.L. Adams
Nunataks (Solitary Peaks) per pianoforte solo
J. Adams (1947)
Hallelujah Junction
per due pianoforti
Definito da Alex Ross, eminente musicologo
britannico autore del bestseller mondiale “Il resto è rumore”, come uno dei più originali pensatori musicali del nuovo secolo, John Luther
Adams si impone nel panorama internazionale
con la vincita, nel 2014, del prestigioso Premio
Pulitzer, attribuitogli per la sua composizione
orchestrale Become Oceans.
Ispirato quasi totalmente dai lussureggianti
paesaggi naturalistici americani, e soprattutto
dell’Alaska, dove J.L. Adams ha soggiornato
per lungo tempo, la sua musica ne richiama
costantemente i grandiosi aspetti, impersonali
e spirituali “al di là di ogni scala umana”, come
la critica americana ha scritto, in un “tranquillo
caos di colori”. Si intrecciano in questo tragitto tra alcuni lavori dell’americano, una serie
di brani di autori che condividono la visione
naturalistica e spirituale della musica. Come
nel brano di Alan Hovhaness, nato in Armenia ma naturalizzato americano, che porta in
esergo una poesia popolare hawaiana, ispirata alla montagna di Ko-ola-u. Vengono poi
due figure importanti della musica americana,
George Crumb, con un brano tratto dalla suite
Otherworldly Resonances (che potremmo tradurre con suoni dell’altro mondo) e il celebre
Hallelujah Junction di John Adams, uno dei
padri del minimalismo americano, il cui titolo fu
ispirato dal nome di un luogo situato vicino al
confine tra California e Nevada, luogo presso
il quale Adams tutt’ora si ritira durante la sua
attività compositiva. Il concerto è aperto con la
trascrizione originale per pianoforte a quattro
mani della musica che Darius Milhaud, esponente tra i più importanti del Gruppo dei Sei,
scrisse per il balletto dal titolo omonimo, La
creation du monde. Rappresentato per la prima
volta a Parigi nel 1923, viene raccontata, con
una sintesi affascinante di ritmi tribali e jazzistici, l’origine del mondo, dal caos primordiale
alla nascita degli dèi, dalle prime forme di vita
alla comparsa dell’uomo.. _
Venerdì 8 luglio 2016
CHAMBER OPERA
Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
Ensemble Variabile
Annamaria Dell’Oste, soprano
Claudio Mansutti, clarinetto
Federica Repini, pianoforte
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
F. Schubert Der Hirt auf dem Felsen op. 129
per soprano clarinetto e pianoforte
Andantino, Allegretto
N. Rota
Sonata in Re per clarinetto e pianoforte
Allegretto scorrevole - Andante quasi
adagio - Allegro scorrevole
L. Spohr 6 Deutsche Lieder op. 103
Sei still mein Herz, Zwiegesang,
Sehnsucht, Wiegenlied in drei Tönen,
Das heimliche Lied, Wach auf
Suite Opera Italiana
per soprano clarinetto e pianoforte
Dal Ballo in maschera di Verdi
“saper vorreste”
dalla Traviata di Verdi
“è strano”
dalla Bohème di Puccini
Il valzer di Musetta “Quando men vò”
dal Don Pasquale di Donizzetti
“So anch’io la virtù magica”
* * *
Con la collaborazione di:
Arrangiamento Valter Sivilotti
Club Mantova
98 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Tre titolati strumentisti italiani del nord-est,
provvisti di una vasta e qualificata esperienza internazionale si uniscono per dar vita ad
un programma variegato che ruota attorno
alla presenza della voce. Una voce, quella di
Annamaria Dell’Oste, che qui si presta alla
cantabile liederistica di Schubert e del suo
contemporaneo Louis Spohr, ma anche ad
una dilettevole rivisitazione di pagine operistiche italiane di indubbia popolarità: due aspetti
dell’arte vocale, l’uno intimista e poetico, l’altro
destinato alle suggestioni del teatro musicale.
La locandina si completa con l’arte cameristica di un maestro italiano, Nino Rota, ammirato
per i tanti lavori dedicati al cinema di Visconti,
Zeffirelli e Fellini ma che ebbe in verità anche
un denso impegno rivolto alla composizione
classica. Da quel settore emerge la Sonata per
clarinetto e pianoforte del 1945, composta per
il clarinettista Attilio Scotese, docente al Liceo
musicale di Bari a quel tempo guidato dal musicista milanese. _
Venerdì 15 luglio 2016
Palazzo Te, Loggia di Davide | ore 21.15
“PIù CHE UN TRICOLORE”:
VARIA MUSICA ITALIANA
DI IERI E DI OGGI
Trio del Garda
Gioacchino Rossini (1792 - 1868)
Ouverture da “Il Barbiere di Siviglia”
Antonio Bazzini (1818 - 1897)
La Ronde des Lutins
Gabrio Taglietti (1955)
Pleni sunt coeli*
Paolo Ugoletti (1956)
Mediterranea*
Lucio Battisti (1943 - 1998)
Emozioni
Ennio Morricone (1928)
Gabriel’s Oboe
Guido Boselli (1960)
Quattro pezzi sillabanti percorrendo
una dedica*
(a ga – brio – taglie – tti)
Vittorio Monti (1868 - 1922)
Czardas
Mauro Scappini, flauto
Bruno Righetti, clarinetto
Eros Roselli, chitarra
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Grazie al sostegno di:
100 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
* composizioni scritte per il Trio del Garda
Prossimo al primo decennale di attività, il Trio
del Garda è una formazione che mantiene gli
stessi componenti degli esordi, uniti da traguardi e progetti comuni e da personalità diverse
ma felicemente integrate che qui agiscono per
confezionare un programma tutto informato da
musiche d’autori italiani.
“Più che un tricolore” è appunto titolo che svela
l’intenzione di non limitare lo sguardo al repertorio “classico”, ma di offrire una veduta più ampia
e curiosa, alla ricerca di alcune pagine che han
fatto – e stanno facendo – la storia musicale del
nostro paese. E quindi così in rassegna, accanto
a pagine d’oggi dedicate proprio al Trio del Garda (con firme di Gabrio Taglietti, Guido Boselli,
Paolo Ugoletti), stanno anche musiche trascritte, come “Emozioni” di Battisti, grande “hit” degli
anni Settanta, il tema di “Mission” di Ennio Morricone, l’ouverture rossiniana dal Barbiere di Siviglia e la scoppiettante “Ridda dei folletti” di Antonio Bazzini, originalmente destinata al violino.
I tre interpreti, Mauro Scappini, Bruno Righetti
ed Eros Roselli, vantano affermazioni, collaborazioni, dischi e premi in quantità e garantiscono
un appuntamento generoso di sollecitazioni. _
101
Sabato 23 luglio 2016
Parco delle Bertone | ore 21.15
VIAGGIO MUSICALE
NELL’EST EUROPA
Caffè Concerto Strauss
V. D’Orio
Da Budapest a Bucharest
G. Dinicu
Hora tempesta
J. Vidak
Sanda
C. Porumbescu
Balada
A. Ferraris
Due chitarre
A. Ferraris
Occhi neri
E. Doga
Vals
Theis
Piroska
G. Dinicu
La carrozza del postino
Knumann
Rumanisch
Aa/Vv. CCS
Le sere di Mosca
V. Monti
Czardas
Aa/Vv. CCS
Souvenire d’Ukraine
G. Enescu
Rapsodia Rumena
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Amici di Palazzo Te
e dei Musei Mantovani
102 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Cristian Pintilie, violino solista
Paolo Lungu, pianoforte
Ion Perepelicnii, fisarmonica
Stefan Popescu, contrabbasso
Il viaggio musicale nell’Est Europa è un viaggio
nel cuore di una creatività libera e contrastata
e di una terra permeata di umori popolari, virtuosità coinvolgenti, malinconie istantanee.
Questo è il tema attorno al quale si snoda la
locandina del Caffè Concerto Strauss, un insieme dall’organico variabile che qui si presenta
in quartetto: due archi, tastiera e fisarmonica, a
portare il colore di una spontaneità penetrante e di un insieme votato all’intrattenimento,
come del resto spiega con chiarezza il curriculum del complesso, usualmente attivo anche
negli spazi aperti, dalla veneziana piazza San
Marco al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Una collana di pagine celebri e di immediata
comunicativa, per sognare lontananze, brevi felicità, con il sapore di un piacevole abbandono
alla gioia del canto. _
103
Sabato 30 luglio 2016
Parco delle Bertone | ore 21.15
OMAGGIO A
CHET BAKER & STAN GETZ
Abbonamento
Società della Musica
MantovaMusica
Con la collaborazione di:
Amici di Palazzo Te
e dei Musei Mantovani
104 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Il Quintetto di Igor Palmieri, presenta il
Progetto ‘Five for Stan & Chet’: si tratta di
un omaggio alla Musica straordinaria che
ci hanno regalato Stan Getz e Chet Baker.
In scaletta alcuni degli standard più famosi
come Dear Old Stockholm, Just Friends,
Look for the Silver Lining, passando per
Stella by Starlight, So Easy e Misty.
Igor Palmieri Quintet
Igor Palmieri, sax tenore
Fulvio Chiara, tromba
Simone Daclon, pianoforte
Raffaele Romano, contrabbasso
Vittorio Sicbaldi, batteria
Si tratta di un Omaggio al Jazz Standard e
in particolare a quello anni ’50 e ’60, proveniente dalla West Coast School, i cui maggiori
rappresentanti sono Chet Baker e Stan Getz.
In scaletta ci saranno i più famosi standards
jazz, arrangiati in maniera originale e ispirati
alla musica di questi due grandi musicisti americani. Ad interpretarlo l’Igor Palmieri Quintet,
capitanato da Igor Palmieri al sax tenore e,
con lui, Fulvio Chiara (tromba), Simone Daclon (piano), Raffaele Romano (contrabbasso),
Vittorio Sicbaldi (batteria). L’Igor Palmieri Jazz
Quintet, come detto, è un organico strumentale che ama e si ispira alle storiche formazioni
della tradizione del jazz colto e raffinato che si
sono sviluppate verso la metà del Novecento. Chet Baker e Stan Getz sono riconosciuti
e riconoscibili anche grazie a quello stile jazz
che si caratterizza per l’attenzione al suono,
per lo swing e per una maggiore attenzione
alle melodie.
“Nell’era del jazz virtuosismo e accademico, la
compostezza e lo stile caldo e lirico di Chet
Baker e di Stan Getz sembrano davvero essere qualità perdute. Diffondere il loro repertorio, anche quello meno noto e omaggiarne il
genio, è un progetto ambizioso ma essenziale
per tutti i musicisti che fanno parte del progetto “Five for Stan & Chet”. _
Sabato 13 agosto 2016
Lucerna | Concert Hall
VIAGGIO MUSICALE
LUCERNA FESTIVAL
Mahler Sinfonia dei Mille
Riccardo Chailly, direttore
*FUORI ABBONAMENTO
Società della Musica
progetti che crescono con noi
La Fondazione Comunità Mantovana Onlus è nata in data 25 febbraio 2000 grazie
all’entusiasmo di un gruppo di persone orientate verso il comune obiettivo di migliorare
il livello della collettività mantovana.
Appartiene a tutti i mantovani e costituisce uno strumento perenne per il rafforzamento dei legami di solidarietà e responsabilità sociale, il miglioramento della qualità
della vita, la riduzione dei disagi e delle sofferenze di tutti coloro che vivono ed operano
nel territorio provinciale.
106 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
© Priska Ketterer, LUCERNE FESTIVAL
Informazioni e prenotazioni
Telefono 0376 355566
Mail [email protected]
Gli ambiti di intervento sono: assistenza sociale e socio-sanitaria, tutela, promozione e
valorizzazione della cultura e dell’arte, tutale e valorizzazione della natura e dell’ambiente.
Fondazione Comunità Mantovana Onlus
via Portazzolo, 9 - Mantova
tel. e fax 0376 237249
www.fondazione.mantova.it
[email protected]
La Fondazione Comunità Mantovana si sta rivelando anche una potente modalità
per dar vita ad iniziative di impatto collettivo in grado di coinvolgere una pluralità di soggetti provenienti da diversi settori per il conseguimento, pur nel rispetto della reciproca
autonomia, di obiettivi comuni.
107
Domenica 30 ottobre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
PROGETTO
POMERIGGI MUSICALI
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
In collaborazione con
i Conservatori di Musica
di Mantova, Brescia, Como
e la Civica Scuola di Musica
di Milano
L. Cherubini
Il Portatore d’acqua (“Les deux journées”)
W.A. Mozart
Sinfonia in Sol minore K550
(versione con i clarinetti)
* * *
L. van Beethoven
Sinfonia n. 1 in Do maggiore
Grazie al sostegno di:
108 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Concerto Sinfonico
Aldo Ceccato, direttore
Domenica 6 novembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
GRAN GALà LIRICO
Vincitori dell’VIII Edizione
del Concorso Internazionale
di Canto Lirico
“Alfredo Giacomotti”
Angiolina Sensale, maestro concertatore
presenta Michele Nocera
in collaborazione con
Associazione Amici della Musica di Voghera
Grazie al sostegno di:
110 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Sempre nella stupenda cornice del Teatro Bibiena, Giovani Talenti si cimentano in un programma
operistico di grande effetto, eseguendo brani lirici fra i più amati dagli appassionati, diretti sapientemente dalla pianista Angiolina Sensale.
Presenta il Dott. Michele Nocera noto critico e
biografo della “Divina” Maria Callas. _
111
Domenica 13 novembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
AROUND THE WORLD
Premio Roma
Chen Guang, pianoforte
D. Scarlatti
Sonata K 1
S.V. Rachmaninov
2 preludes
F.J. Haydn
Sonata E flat major Hob 52
Allegro
Adagio
Finale: Presto
Chu Wanghu
A joyful day
F. Liszt
Mephisto Waltz
I. Albeniz
Triana
* * *
I. Stravinsky
Tango
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
C. Debussy
L’Isle Joyeuse
S. Joplin
Maple Leaf ragtime
Grazie al sostegno di:
112 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
“Un pianista di incredibile talento, con un raffinato senso di musicalità e una straordinaria
capacità tecnica. È mia opinione che Chen
Guang sarà in grado di continuare la tradizione della nostra grande musica” così il celebre
pianista Paul Badura Skoda presenta Chen
Guang giovane promessa del pianismo internazionale, allievo di Enrica Ciccarelli e di Vovka Ashkenazy all’Accademia Internazionale
Pianistica di Imola. Pluripremiato nei concorsi
internazionali tra i quali il Youg Artists Concerto
Competition a Pechino, Skrijabin Piano Competition, Maria Canals di Barcellona, Alaska
International Competition e lo Chopin di Roma.
Chen Guang si cimenterà in un programma
piacevolissimo e raffinato che abbraccerà i
compositori di tutto il mondo e di tutte le epoche, un pot-pourri di elevata classe stilistica
dei brani più famosi del repertorio pianistico di
ogni tempo e luogo “Around the World”. _
Domenica 27 novembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
IL LIRISMO ROMANTICO
DI MENDELSSOHN
Valter Favero, direttore
Davide Alogna, violino
Bruno Canino, pianoforte
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Orchestra del Festival
Internazionale
“Omaggio a Maria Callas”
Felix Mendelssohn (1809-1847)
Sinfonia n. 7 in Re minore
per archi MWV N 7
Allegro, Andante Amorevole, Minuetto
e Trio, Allegro Molto
Uno fra i più amati e geniali compositori è Felix
Mendelsshon che malgrado la sua prematura
morte lasciò al mondo in preziosa eredità un
gran numero di lavori di elegantissima e levigata fattura; musica che rispecchia ed esprime
a meraviglia il carattere affabile e la sensibilità
raffinata del suo autore. Nel programma troviamo la settima sinfonia per archi tratta dalle dodici
sinfonie scritte tra il 1821 e il 1823 in cui Mendelssohn poco più che dodicenne dimostrava già la
sua genialità e il bellissimo doppio concerto per
violino, pianoforte e orchestra di rara esecuzio-
ne. Come solisti troviamo il giovane pluripremiato violinista Davide Alogna regolarmente ospite
delle più importanti istituzioni concertistiche quali
la Berliner Philarmonie, Teatro Colon di Buenos
Aires, Herkulersaal di Monaco e la Salle Cortot
di Parigi, e il celeberrimo pianista Bruno Canino.
I due eminenti solisti saranno diretti sapientemente dal M° Valter Favero e supportati dall’Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio a
Maria Callas” realtà consolidata nata all’interno
dell’omonimo Festival di Sirmione dedicato alla
grande cantante lirica. _
Doppio Concerto in Re minore
per violino, pianoforte e archi MWV 04
Allegro, Adagio, Allegro molto
Grazie al sostegno di:
© Alessandro Matola
114 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Domenica 4 dicembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
LE PIù BELLE
COLONNE SONORE
Magnasco Movie Quartet
E. Morricone Nuovo Cinema Paradiso
E. Morricone Giù la testa
C’era una volta in America
Il Buono, il brutto, il cattivo
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Andrea Cardinale, violino
Francesco Gardella, clarinetto
Alessandro Magnasco, pianoforte
Gianluca Campi, fisarmonica
Sting
Tango di Roxanne (dal film Moulin Rouge)
S. Joplin
The Entertainer (dal film La Stangata)
V. Youmans Tea for two
N. Rota Amarcord
La Dolce Vita
Grazie al sostegno di:
E. Morricone C’era una volta il west
La leggenda del Pianista sull’oceano
C. Gardel
Por una cabeza
116 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
M. Theodorakis La Danza di Zorba
J. Williams Schindler’s List
N.H. Brown Singin’ in the Rain
J. Kander
New York New York
A. Piazzolla Oblivion (dal film Enrico IV)
Libertango (dal film Frantic)
Concerto interamente dedicato all’esecuzione
di alcune tra le più famose colonne sonore
di film. La manifestazione un viaggio nella
produzione musicale cinematografica: ogni
colonna sonora sarà preceduta da una breve
introduzione riguardante non solo il film per il
quale è stata ideata ma anche alcuni aneddoti
sui compositori. La parola compendia e
completa la musica al fine di coinvolgere il
pubblico rendendolo partecipe dell’evento.
Il Magnasco Quartet, formazione cameristica
esistente già da diversi anni, è costituito da artisti
che hanno avuto modo di esibirsi in svariate
parti d’Italia ed all’estero eseguendo musiche,
originali o trascritte, composte dal Settecento ad
oggi sempre con grande attenzione filologica
e conseguente riscontro di critica e pubblico.
Caratteristica peculiare di questo ensemble è
che, partendo dall’assoluto valore solistico dei
singoli componenti (tutti vincitori di Concorsi
Internazionali relativi al proprio strumento), si
sia riusciti a dare vita ad un gruppo in cui le
individualità lascino il posto a un’unica identità
interpretativa. Recentemente ospitati da alcune
tra le più importanti associazioni musicali italiane
si sono distinti soprattutto per affiatamento e
ricercatezze dinamico-interpretative.
Il gruppo ha effettuato prime esecuzioni di lavori
di compositori contemporanei e ripresentazioni
di opere meno note del Novecento. Il Magnasco
Trio incide per la DRC - Dryno Record Company. _
117
Domenica 11 dicembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
J.s. bach:
le trio sonate
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Collegium Pro Musica
Stefano Bagliano, flauto
Federico Guglielmo, violino
Erich Oskar Huetter, violoncello
Andrea Coen, clavicembalo
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Triosonata in Re minore BWV 527
per flauto e clavicembalo obbligato
(andante - adagio e dolce - vivace)
Capriccio “sopra la lontananza
del fratello dilettissimo” in Si bemolle
maggioreBWV 992 per clavicembalo
Sonata in Mi maggiore BWV 1035
per flauto e basso continuo
(adagio ma non tanto - allegro - siciliana
- allegro assai)
Grazie al sostegno di:
118 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
* * *
Suite n. 1 in Sol maggiore BWV 1007
per violoncello
(prelude - allemande - courante sarabande - menuet I/II - gigue)
Triosonata BWV 1032 per flauto
e clavicembalo obbligato
(vivace - largo e dolce - allegro)
L’ensemble Collegium Pro Musica, fondato nel
1990 e diretto dal flautista Stefano Bagliano, è
una formazione specializzata nel repertorio musicale barocco, eseguito secondo lo stile dell’epoca e con l’uso di copie di strumenti originali,
con un organico che varia dal Trio all’Orchestra
da Camera. I componenti del gruppo hanno alle
spalle un’intensa attività concertistica a livello
internazionale, in collaborazione con famosi
musicisti tra cui le cantanti Emma Kirkby, Roberta Invernizzi e Gemma Bertagnolli, la violinista
Monica Huggett, il clavicembalista Bob Van
Asperen, il violista Lorenz Duftschmid, che ne
hanno apprezzato le scelte musicali e la qualità
del suono, in cui la brillantezza e l’espressività
italiana si combinano con il rigore stilistico.
Stefano Bagliano e il Collegium Pro Musica
hanno suonato per i più prestigiosi festival e organizzazioni musicali in USA, Canada, Giappone, Cina, Israele, Turchia e tutta Europa, tra cui
Carnegie Hall di New York, Gasteig di Monaco
di Baviera, Conservatorio di Mosca, Società del
Quartetto di Milano/Musica e Poesia a S. Maurizio, Ishibashi Memorial Hall di Tokio, Amici della
Musica di Firenze, Festival Internazionale di Lubiana, Concerti di Radio Rai 3 a Palazzo Venezia
a Roma in diretta radiofonica nazionale, Sagra
Musicale Malatestiana, Jerusalem Festival, Il
Gonfalone a Roma.
Il Collegium ha all’attivo una intensa attività discografica avendo registrato – per le etichette
Brilliant, Stradivarius, Dynamic, Nuova Era e Tactus –, Suites orchestrali, Concerti, Cantate e Sonate di Telemann, Concerti e Sonate di Vivaldi,
Concerti e Musica da Camera di J.S. Bach e di
C.P.E. Bach, Concerti e Sonate di G. Sammartini,
Concerti di N. Fiorenza, Sonate di B. Marcello,
Cantate di A. Scarlatti, Concerti di Graupner e
Graun, Sonate di Stradella, Bitti etc. _
Domenica 18 dicembre 2016
Teatro Bibiena | ore 17.00
LE OTTO STAGIONI:
VIVALDI & PIAZZOLLA
Orchestra d’Archi Asolana
Veneta “Malipiero”
Valter Favero, direttore
Sebastiano Maria Vianello, violino
Abbonamento
Concerti della Domenica
MantovaMusica
Antonio Vivaldi
Le quattro stagioni per violino,
archi e cembalo
La Primavera RV 269
Allegro - Largo - Allegro
L’Estate RV 315
Allegro non molto - Largo - Allegro
L’Autunno RV 293
Allegro - Largo - Allegro
L’Inverno RV 297
Allegro - Largo - Allegro
SOLISTA
Astor Piazzolla
“Las cuatro estaciones”
Primavera Porteña
Allegro
Verano Porteño
Allegro non molto
Otono Porteño
Allegro
Invierno Porteño
Lento
revisione di José Maria Bragato per archi
e pianoforte
Sebastiano Maria Vianello, violino
SOLISTI
Grazie al sostegno di:
120 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Sebastiano Maria Vianello, violino
Valter Favero, pianoforte
Cosa c’entra Antonio Vivaldi con Astor Piazzolla? Apparentemente nulla. In realtà, 250 anni
di storia sono magicamente uniti dallo stesso
«filo rosso» musicale che, nel nome delle Quattro Stagioni, ci regala un evento inusuale. Ecco
dunque l’opportunità di ascoltare, in vicendevole e speculare alternanza, contiguità e continuità, le «Quattro Stagioni» di Vivaldi e «Las cuatro
Estaciones» di Piazzolla, proposte dall’Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”, guidata
dal maestro Valter Favero in veste anche di
pianista e impreziosite dalla bravura del violinista Sebastiano Maria Vianello concertista fra i
più richiesti in ambito internazionale. _
Valter Favero (Orchestra d’Archi Asolana
Veneta “Malipiero”)
ARTISTI OSPITI
mantovamusica
Matteo Ferrari
Bruno Canino
Antonino Fiumara
Carlo Cantini (Stefano Gueresi Trio)
Debora Fontanella (Accademia pianistica
mantovana)
Andrea Cardinale (Magnasco Movie Quartet)
Fabio Gaddoni (Quartettto K)
Johanna Marie Ainomäe (Phoenix String Trio)
Giancarlo Cardini
Allievi del Liceo Musicale “Isabella d’Este”
Fulvio Chiara (Igor Palmieri Quintet)
Andrè Gallo
Francesco Gardella (Magnasco Movie Quartet)
Davide Alogna
Caterina Chiozzi
Riccardo Giovine
Alessandra Aitini
Davide Ciruolo (Accademia pianistica
mantovana)
Bertrand Giraud
Enzo Ciruolo (Accademia pianistica
mantovana)
Chen Guang
Stefano Bagliano (Collegium Pro Musica)
Nancy Barnaba (Quartetto Viotti)
Alberto Battiston (Quartetto di Venezia)
Anna Lisa Bellini
Tommaso Benciolini
Maria Cecilia Berioli (Quartetto Viotti)
Andrea Coen (Collegium Pro Musica)
Egidio Collini (Quartetto K)
Alice Cortegiani (Duo Essentia)
Simone Daclon (Igor Palmieri Quintet)
Corrado Greco
Stefano Gueresi (Stefano Gueresi Trio)
Federico Guglielmo (Collegium Pro Musica)
Claude Hauri
Sandra Hiie (Phoenix String Trio)
Claudio Mansutti (Ensemble Variabile)
Joaquin Palomares
Marco Schiavo (Duo Schiavo-Marchegiani)
Sergio Marchegiani (Duo Schiavo-Marchegiani)
Federico Parolini
Alberto Martini (I Virtuosi Italiani)
Ion Perepelicnii (Caffè Concerto Strauss)
Claudia Schirripa (Accademia pianistica
mantovana)
Stefano Martini (Quartetto K)
Piccoli Pianisti di Piano District
Angiolina Sensale
Anna Mastino
Cristian Pintilie (Caffè Concerto Strauss)
Vittorio Sicbaldi (Igor Palmieri Quintet)
Johanna Mattila (Archetti Sinfonici di
Pirkanmaa)
Paola Pitagora
Grigory Sokolov
Stefan Popescu (Caffè Concerto Strauss)
Giampaolo Stuani
Franco Mezzena (Quartetto Viotti)
Tero Putkonen (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)
Stefan Milenkovich
Luigi Puxeddu
Marco Tariello (Accademia pianistica
mantovana)
Ksenia Milyawskaaja
Massimo Quarta
Samuele Telari (Duo Essentia)
Anna Modenini (Accademia pianistica
mantovana)
Luca Ranieri (Quartetto Viotti)
Seppo Varho
Federica Repini (Ensemble Variabile)
Luigi Verdi
Massimo Reppellini (Stefano Gueresi Trio)
Sebastiano Maria Vianello
Giovanni Mongiano
Michele Nocera
Bruno Righetti (Trio del Garda)
Andrea Vio (Quartetto di Venezia)
Alberto Nosé
Raffaele Romano (Igor Palmieri Quintet)
I Virtuosi Italiani
Orchestra d’Archi Asolana Veneta “Malipiero”
Eros Roselli (Trio del Garda)
Angelo Zanin (Quartetto di Venezia)
Orchestra del Festival Internazionale “Omaggio
a Maria Callas”
Andrea Rucli
Marco Dalpane
Horus Ensemble (Conservatorio di Musica
“Lucio Campiani” di Mantova)
Annamaria Dell’Oste (Ensemble Variabile)
Erich Oskar Huetter (Collegium Pro Musica)
Ilaria Brognara (Accademia pianistica
mantovana)
Fabio Di Casola
Silvia Ilves (Phoenix String Trio)
Antonio di Cristofano
Aki Kuroda
Gianluca Campi (Magnasco Movie Quartet)
Giancarlo di Vacri (Quartetto di Venezia)
Giovanni Leprino
Andrea Candeli
Ebony Piano Duo
Paolo Lungu (Caffè Concerto Strauss)
Nicola Padovani (Accademia pianistica
mantovana)
Enrico Caniato (Accademia pianistica mantovana)
Domenico Ermirio
Alessandro Magnasco (Magnasco Movie Quartet)
Igor Palmieri (Igor Palmieri Quintet)
Sebastiano Bernocchi
Cecilia Bianchi (Accademia pianistica
mantovana)
122 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Orchestra giovanile “Archetti Sinfonici” di Pirkannmaa (Tampere)
Elena Padovani (Accademia pianistica
mantovana)
Matteo Salerno (Quartetto K)
Tuomas Salokangas (Archetti Sinfonici di Pirkanmaa)
Paola Sanguinetti
Linda Sarcuni
Mauro Scappini (Trio del Garda)
mantovamusica
Società della Musica
Arti.Co
Diabolus in Musica
Sede
Madonna della Vittoria
via Monteverdi 1 - 46100 Mantova
Presidente
Italo Scaietta
Presidente
Giovanna Corradi
Presidente e Direttore artistico
Leonardo Zunica
Direttore artistico
Stefano Giavazzi
Direttore artistico
Stefano Maffizzoni
Vice Presidente
Riccardo Zunica
Amministrazione
Simona Maffizzoni
Consiglieri
Maria Ala-Hannula
Glauco Zunica
Video e Foto
Liceo Artistico di Mantova
Consiglio direttivo
Davide Bardini
Ivan Fiaccadori
Giovanna Gamba
Antonio Guidi
Grafica
Manuela Benassi
Relazioni esterne
Valerio Novara
Web
Laura Gradella
Consulente musicale
Andrea Zaniboni
Illustrazione
Victor Cavazzoni
Web
www.societadellamusica.it
Telefono
0376 355566
Segreteria
Francesca Casella
Web
www.concertidelladomenica.it
Grazie al sostegno di:
Con la collaborazione di:
Inner Wheel Mantova
Club Mantova San Giorgio
Soroptimist International
Club di Mantova
Web
www.eterotopiepianofestival.com
www.associazionediabolusinmusica.com
Club Mantova Castelli
Club Nuvolari
Delegazione di Mantova
Mail
[email protected]
[email protected]
Web
www.mantovamusica.com
124 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
Amici di Palazzo Te
e dei Musei Mantovani
Club Mantova
Lions Club
Mantova Host
125
mantovamusica
appunti_
127
128 | STAGIONE CONCERTISTICA 2016
129
Finito di stampare nel mese di gennaio duemilasedici
da Leoprint, Bagnolo San Vito (Mn)
www.mantovamusica.com
illustrazione victor cavazzoni | progetto grafico
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