Una Ricerca esplorativa sugli episodi di aggressività e violenza a

MARIA CERATO
UNA RICERCA ESPLORATIVA SUGLI EPISODI DI
AGGRESSIVITÀ E VIOLENZA A DANNO DI
ASSISTENTI SOCIALI NELLE PROVINCE DI
PORDENONE, TREVISO E VENEZIA.
Conegliano, 28 ottobre 2016
“VIOLENZA ESTERNA”
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Insulti, minacce o le forme di aggressione fisica o
psicologica praticate sul lavoro […] da soggetti
esterni, ivi compresi la clientela, tali da mettere a
repentaglio la salute, sicurezza e benessere di un
individuo […].
(Eu-Osha, 2002)
LA RICERCA ESPLORATIVA
Interviste semi-strutturate, approccio qualitativo
 Destinatari dell’indagine: Assistenti sociali
 Servizi coinvolti: Servizi per le tossicodipendenze,
Centri di Salute Mentale, Consultori familiari,
Comunità per minori, Servizi residenziali per
anziani, Servizio disabilità adulta, Ente
previdenziale e Servizi sociali dei Comuni.
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I FATTORI DI RISCHIO
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PRECARIETA’ DI RISORSE
“Un Servizio sociale un pò tutto fare.. c'è l'esigenza di fare tanto e in breve tempo“
(Chiara, 33 anni, CdR.)
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"Carichi di lavoro eccessivi e carenze di organico rendono attuabile se non
minimamente una presa in carico strutturata ed un accompagnamento serio in
percorsi di liberazione dal bisogno“
(Francesco, 42 anni, SSC)
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Quella meno visibile è la precarizzazione della figura dell'assistente sociale e il
fatto che spesso venga lasciata in solitudine, perché sono sempre meno le assistenti
sociali assunte, sono precarie.. c'é un turnover spaventoso, a volte ci sono dei buchi
e ti trovi veramente da sola. Questo espone maggiormente l'assistente sociale a
rischi, arrabbiature e aggressività da parte dell'utenza e alla solitudine. E'
comunque una debolezza perché se sei da sola riesci a difenderti meno.
( Ludovica , 39 anni, SSC)
I FATTORI DI RISCHIO
ISOLAMENTO AMBIENTALE
“L’Ufficio del Servizio sociale è collocato in una sede dislocata dal Municipio. E’
sprovvista di telefono o di mezzi per comunicare con l’esterno ed è priva di via di fuga.
L’Ufficio è collocato sopra a quello dei vigili, presenti solamente in determinate fasce
orarie. Spesso sei sola. Se succede qualcosa? Più volte è stato segnalato questo
problema all’Amministrazione comunale, ma non c’è stata una vera a propria presa
di posizione. E’ poco sensibile al problema!”
(Virginia, 29 anni, SSC).
“Durante il colloquio con il paziente ero sola , lui era visibilmente alterato dall'alcol,
si è alzato dalla sedia, sbraitava aveva preso in mano anche un attaccapanni, voleva
spaccare il mobile e non voleva accettare l'intervento del medico, non voleva proprio
vederlo. [...] In quell'occasione avevo le spalle il muro e la via di fuga bloccata dalla
presenza dell'utente.
I colleghi nelle stanze affianco hanno sentito il tono della voce elevato e mi hanno
chiamato al telefono per avere un rimando e sono intervenuti.
In quel momento ho mantenuto il sangue freddo rispetto alla situazione e ho cercato
di capire come gestirla. Il problema è il dopo, quando poi realizzi quello che è successo
[...] e arriva il contraccolpo emotivo”.

(Barbara, 37 anni, SerT).
I FATTORI DI RISCHIO
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ISOLAMENTO PROFESSIONALE,
Il fronte dei servizi: dirigente-assessore-assistente
sociale non è omogeneo e compatto il soggetto
minaccia e ottiene. Ottiene tutto ciò che chiede,
contribuendo a generare così un sistema iniquo.
(Francesco, 42 anni, SSC)
I FATTORI DI RISCHIO
FRAGILITA' “INTERNE”
DELL'OPERATORE
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Non dimostrare paura e far capire che hai il
controllo della situazione [...] Essere sempre
onesti, trasparenti, [...] comunicazioni pulite,
cercando di essere il più possibile "prevedibili".
(Azzurra, 44 anni, SSC).
I FATTORI DI RISCHIO
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CONOSCENZA PARZIALE DELLA STORIA
DI VITA DELLA PERSONA
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DEFICIT NELLA COMUNICAZIONE
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DEFICIT NELLA RELAZIONE
LE EMOZIONI DELL’UTENTE
 "Era tranquillo sino a quel momento... fino a
quando il padre guardandolo non lo ha
riconosciuto! [...]Ha iniziato a guardare chi altro
c'era nella stanza, c'era una persona con la peg,
ha iniziato a vedere flebi, cannette ecc. e li si è
proprio alterato [...] Lui non aveva idea di come
fosse il padre, forse è rimasto male perché si è
reso conto che non era più il padre che lui
pensava... lui pensava di interagire con un padre
che gli diceva "si mi hai messo in una casa di
riposo e io non voglio stare qui", quindi di avere
più forza ed è rimasto spiazzato.
(Simonetta, 47 anni, C.d.R)
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I FATTORI DI RISCHIO
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LA POSSIBILITA’ PER L’AGGRESSORE DI
POTER ACCEDERE AI DATI PERSONALI
"l'utente ha spalmato lo sterco sulle pareti della
casa, vuol dire che ti seguono e tu non ti accorgi,
recuperano dati a tua insaputa”
(Azzurra, 44 anni, SSC)
ATTESA PROLUNGATA
I FATTORI PROTETTIVI
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LA GESTIONE CONDIVISA DI CASI
COMPLESSI
RIFEFINIRE I CONFINI
" Senso del limite per l'operatore, senso del limite
per l'organizzazione e comunicazione di questo
all'utente. [...] Significa possedere le coordinate
del proprio lavoro. Non significa fuggire da una
responsabilità, ma non restare se una situazione
è pericolosa”
(Ilaria, 57 anni, Consultorio familiare).
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IL RUOLO DELL’EQUIPE
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Nel mio servizio c'è stata anche un evento estremamente
grave che è stata l'uccisione di un medico della nostra equipe.
In quel caso era un operatore con cui io lavoravo
correntemente e seguivamo insieme poi il caso che ha dato
adito a questo. [...] A maggior ragione, questo fatto ha avuto
necessità di rielaborazione all'interno di tutto il gruppo. Il
gruppo è stato molto presente e ha dedicato il tempo che era
necessario per poter poi "digerire" diciamo questo evento nei
termini professionali, emotivi, delle cose da fare
(Livia, 66 anni, Centro salute mentale)
"Il parlare è quella cosa che aiuta a superare il momento di
impasse e anche a capire effettivamente e dare un senso
all'episodio, dare senso a quello che è successo. Riesci a farlo
se hai la possibilità di avere un equpe e un gruppo di
riferimento con il quale parlarne"
( Priscilla, 58 anni, Centro salute mentale).
I FATTORI PROTETTIVI
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ART. 19 CODICE DEONTOLOGICO la possibilità in casi specifici e previa
consultazione, di poter affidare la gestione del caso ad un altro collega
Chi vuole farti del male può pensarlo anche attraverso i tuoi cari. Poi in
questa situazione devo dire, per fortuna, la persona non viveva qui ma in
un'altra città. Quando andavo a far visita al minore in comunità io temevo
di trovarmi questo papà in stazione. l'ho temuto per diverso tempo.
Nonostante il provvedimento del Tribunale fosse stato deciso dal giudice,
nonostante comunque nelle mie relazioni ho segnalato elementi positivi,
come gli elementi negativi. Lui non era stato in grado di assumersi anche
la responsabilità rispetto ad alcuni decisioni del Tribunale. Una persona
che vede nell'operatore la causa di tutti i suoi guai, la causa delle
separazione potrebbe essere disposto a tutto, tanto più se una persona ha
già commesso dei reati. L'organizzazione non ha accolto la mia richiesta di
poter passare il caso ad un'altro operatore.
Ho avuto la presenza del Responsabile nel momento cruciale della lettura
del decreto... rispetto ad altre azioni.. non ce ne sono state! [..] Mi sono
anche chiesta nel caso in cui dovessi fare una denuncia "come in qualche
modo il mio Ente può proteggermi?" Nel senso che veramente sarebbe
diventata una cosa tra me e lui.
(Rossella, 37 anni, SSC)
I FATTORI PROTETTIVI
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Biografia, la ricostruzione della storia di vita
della persona e la condivisione con l'equipe di
lavoro
il coinvolgimento e partecipazione del cittadino
nell'organizzazione in quanto soggetto "esperto"
(es: rappresentanza degli utenti all'interno del
Consiglio di Dipartimento salute mentale)
SENSIBILIZZAZIONE, INNOVAZIONE CULTURALE
E RICONOSCIMENTO DEL RISCHIO
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“E’ stato fatto un grosso lavoro sul fatto che un
problema di aggressività non è legato
all’operatore ma è legato ad un sistema più
ampio. Questo secondo me è un successo che
abbiamo raggiunto”.
 (Erika , 56 anni, Ser.T).