Presentazione di Viller Masoni
Chi ha letto Tondelli non sarà rimasto meravigliato che una giornata di ricerca, di
discussione dedicata a lui sia stata intitolata “Pier Vittorio Tondelli tra musica e letteratura”,
poiché è nota l’importanza fondamentale della musica per Tondelli, per la sua scrittura, per le
sue scelte culturali, per il suo stesso modo di vivere.
A “Tondelli e la musica”, del resto, già nel 1994 è stato dedicato un libro, curato da
Bruno Casini.
Né si stupirà che per questa tornata pomeridiana destinata alla presentazione del primo
volume delle Opere di Tondelli nei Classici Bompiani si sia scelto come ouverture un
frammento di Emilia paranoica dei CCCP/CSI, fra l’altro è presente oggi Massimo Zamboni
–uno dei fondatori del gruppo- che contribuirà al dibattito con un suo intervento.
Men che meno se ne meraviglierà chi ha letto la bella introduzione del curatore del
volume, Fulvio Panzeri, il quale scrive che per capire l’intero senso di Altri libertini, quello
più nascosto è rivoltoso, è necessario ascoltare il punk ossessivo di Emilia paranoica. E
questo perché la musica ha un posto di rilievo non solo nell’attività di Tondelli come critico,
come interprete di gusti e tendenze culturali degli anni ’80, ma ancor prima lo ha nella sua
attività di narratore, nello stile della sua scrittura, nel connotare e caratterizzare i personaggi
dei suoi romanzi, talvolta nello scandire i tempi e le circostanze del racconto.
Se questo è un aspetto rilevante, oggi però ci occuperemo dell’insieme dell’opera
narrativa di Tondelli. Questo primo volume ospita i romanzi, i racconti (fra i quali il soggetto
– finora inedito – del film Sabato italiano), Dinner party e Biglietti agli amici.
Gli scritti tondelliani sono accompagnati da un ricco apparato critico – curato da Fulvio
Panzeri – che comprende un importante saggio introduttivo, una cronologia e una ricca serie
di note ai testi che presenta, fra l’altro, carte inedite di Tondelli: soprattutto appunti e
frammenti di lettere finalizzati a documentare il metodo di lavoro dell’autore. Si tratta, quindi,
di una iniziativa editoriale per niente improvvisata o di ordinaria ristampa; l’occasione per
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una rilettura organica dell’opera letteraria di Tondelli, per un bilancio critico a quasi un
decennio dalla sua scomparsa, in cui inserire anche eventuali ripensamenti, come quello di
Angelo Guglielmi che a suo tempo non fu tenero con Camere separate e che invece oggi non
solo ammette il proprio eccesso di severità, ma definisce Tondelli “un padre della narrativa
attuale”.
Ce ne parleranno Fulvio Panzeri, Alberto Bertoni e Claudio Piersanti, che ringrazio per la
loro partecipazione a questa nostra iniziativa.
Fulvio Panzeri è il curatore dell’opera di Pier Vittorio Tondelli, al cui lavoro ha dedicato
numerosissimi articoli e saggi. Il suo lavoro di critico non si è limitato all’opera di Tondelli e
riguarda molti altri autori, soprattutto appartenenti alla cosiddetta “nuova” narrativa italiana,
ma non solo: ad esempio Giovanni Testori della cui opera è curatore.
Collabora a diversi quotidiani e riviste, fra cui Avvenire, Il Manifesto, Letture.
Recentemente sono usciti Senza rete. Conversazioni sulla “nuova” narrativa italiana
(Pequod, 1999), I luoghi dell’anima. In viaggio con i grandi scrittori (Interlinea, 2000) e
L’occhio della trota (Guanda, 2000) che conferma una sua particolare attenzione anche per la
poesia, in questo caso come autore.
Alberto Bretoni
insegna presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di
Bologna, dove è stato allievo di Ezio Raimondi. Come critico si è occupato in particolare
della letteratura del ‘900, a cui ha dedicato diversi saggi e volumi. Un posto particolare
occupa il volume Una geografia letteraria tra Emilia e Romagna scritto con Gian Mario
Anselmi (CLUEB, 1997), nel quale viene disegnata un’originale geografia letteraria regionale
che parte dall’idea di un rapporto creativo tra Bologna (e la sua Università) e le singole realtà
emiliane e romagnole.
Questo a partire dalla tradizione umanistica e rinascimentale fino a quella produzione
letteraria che si attua “fra la via Emilia e il west”, in cui un posto di rilievo è occupato da Pier
Vittorio Tondelli.
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Con Tondelli egli aveva collaborato fra l’89 e il 90 per la mostra (e il relativo catalogo)
Ricordando fascinosa Riccione. Anche Bertoni non disdegna le incursioni nella poesia.
Claudio Piersanti è uno scrittore defilato, fra i meno mondani, ma fra i più significativi
dell’attuale panorama italiano. Appartiene alla generazione nata nella prima metà degli anni
’50 che ha cominciato a pubblicare fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Il suo
esordio è avvenuto con Casa di nessuno (Feltrinelli, 1981). Lo stesso anno uscì Treno di
panna di Andrea De Carlo. L’anno precedente era uscito Altri libertini di Tondelli e nel 1979
Boccalone di Enrico Palandri.
Il giornalismo culturale e anche la critica parlarono quasi subito – aggiungendovi qualche
altro nome – di fenomeno dei nuovi scrittori italiani, quasi si trattasse di un gruppo ben
consolidato, anche se poi in realtà ognuno di loro ha seguito strade proprie e diverse.
Con Tondelli, però, Piersanti “un tratto di strada” lo ha fatto assieme, come egli stesso
testimonia nel pezzo scritto per il numero di Panta dedicato a Pier Vittorio o nel “Ricordo di
Tondelli” pubblicato dalla Rivista dei libri nel ’93. Al primo romanzo ne sono seguiti altri 6
quasi tutti pubblicati da Feltrinelli. Con Luisa e il silenzio ha vinto fra l’altro il Premio
Viareggio.
L’ultimo nato, anch’esso pubblicato da Feltrinelli, ha pochi mesi di vita e si intitola
L’appeso (Feltrinelli, 2000).
Per dare maggior consistenza al titolo che abbiamo scelto per questo incontro, gli
interventi di Panzeri Bertoni e Piersanti saranno intercalati da inserti musicali in video, scelti
fra i brani più amati da Tondelli; per la realizzazione di questi inserti desidero ringraziare gli
amici Luigi Levrini e Graziano Marani.
Voglio infine esprimere sincera gratitudine a Elisabetta Sgarbi e Mario Andreose,
dirigenti della Casa editrice Bompiani, per aver accettato il nostro invito. Spero che vogliano
anche offrirci un loro contributo nel corso del dibattito.
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