Illuminazione pubblica sotto controllo

realizzazioni
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Un importante investimento in tecnologia
Illuminazione pubblica sotto controllo
L’impianto di pubblica illuminazione
del Comune di Casciago è stato
oggetto di un importante opera di
rinnovamento mirato a ottenere una
maggiore efficienza
A cura della redazione
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Il tema degli investimenti degli Enti Locali in strutture più efficienti e più
efficaci, in mancanza di risorse aggiuntive, ha assunto maggior rilevanza da quando
il costo del petrolio, e quindi dell’energia elettrica, è salito in maniera rilevante e tale
da pesare sui bilanci dei Comuni in modo significativo. Il pressante interesse a ridurre
le fonti di inquinamento atmosferico ha determinato una situazione per la quale le
Amministrazioni Locali ritengono che si debba intervenire rapidamente, ma non hanno
competenze e risorse per poterlo fare. In questo quadro, l’Authority per l’Energia Elettrica
e il Gas, ha adottato una serie di provvedimenti attuativi dei Decreti di Minindustria del
2004 riguardanti i cosiddetti Certificati Bianchi, che hanno contribuito in maniera decisa
a pubblicizzare l’attività di società, denominate Esco, il cui fine sociale è la realizzazione e
la gestione di impianti energeticamente efficienti, incluso il finanziamento dell’opera. In
pratica le Esco realizzano con fondi propri gli investimenti, e vengono remunerate con un
canone annuo fisso per tutta la durata del contratto, di solito dai 10 ai 20 anni. Il vantaggio
dell’operazione per l’Ente Locale è che il tutto avviene a spesa corrente costante, in quanto
la Esco ricava la propria remunerazione dai risparmi, sia gestionali che energetici, conseguiti
a fronte dell’investimento. In pratica il Comune continua ad avere lo stesso costo annuale,
ma beneficia di un investimento fatto dalla
Esco che avrebbe dovuto in ogni caso
sostenere per inefficienza, obsolescenza,
adeguamento normativo.
Nel caso del Comune di Casciago (VA),
era nata la necessità di rifare un impianto
obsoleto, ma il Comune non disponeva
dei fondi necessari. Si è allora rivolto a una
Esco – MA Group di Cremona – che ha
realizzato l’impianto dotandolo delle più
recenti ed efficienti tecnologie.
Le tecnologie disponibili
Oggi un impianto di pubblica illuminazione
può essere reso efficiente adottando
tecnologie adeguate, quali:
• utilizzo di apparecchi di illuminazione
con ottiche performanti, tali da indirizzare
il flusso luminoso emesso dalla lampada là
dove serve, evitando di disperderlo verso
l’alto o fuori dalla sede stradale;
• utilizzo di componenti ausiliari di
lampada di qualità. In alternativa reattori
magnetici a basse perdite oppure reattori
elettronici;
• utilizzo di componenti per la
stabilizzazione e la riduzione del flusso
luminoso nelle ore di minor traffico.
In alternativa reattori biregime oppure
regolatori di flusso luminoso oppure
reattori elettronici dimmerabili.
1 L’impianto di illuminazione
stradale di Casciago,
in provincia di Varese
2 Il reattore elettronico
dimmerabile modello EB
di Reverberi Enetec
3 Esempio di configurazione
di sistema di telecontrollo
integrato
2
I reattori elettronici dimmerabili
La lampada a scarica è un componente
complesso, che, dall’accensione alla
fase di piena emissione, necessita di
accorgimenti per il suo funzionamento
ottimale. Innanzitutto deve essere accesa
tramite impulsi a elevata tensione (2000
V), ad arco innescato bisogna stabilizzarlo,
successivamente controllare l’arco e la
potenza assorbita. Un gruppo di ausiliari
tradizionale (reattore magnetico +
accenditore + condensatore di rifasamento)
assolve a questi compiti in maniera
completa, ma non ottimale. L’accenditore
di solito non è in grado di capire se ci sono
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4 Il software Maestro
consente la gestione delle
anagrafiche degli impianti,
di mappe interattive,
di telecontrollo degli
impianti, capace di gestire
realizzazioni complesse in
quanto basato sul potente
database SQL
5 La gestione dei singoli
punti luce è basata su due
componenti: LPM, Lighting
Point Manager, da installare
nel quadro di comando e
il cosiddetto Modulo Palo,
nelle due versioni LPS e LPC
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fenomeni che non fanno accendere la
lampada e potrebbe continuare a provare
di innescarla. Il condensatore subisce
un degrado nel tempo e dopo qualche
anno il fattore di potenza del gruppo non
è più unitario, ma tende a decrescere
progressivamente. Il reattore magnetico
ha perdite che possono andare dal 7%
nel caso di lampade di potenza elevata
(400 W), al 20% nel caso di lampade da
70 W. Un solo componente, il reattore
elettronico dimmerabile, può sostituire i
tre componenti e fornire alcuni vantaggi
addizionali:
• livello di perdite che scendono al 10%
nel caso di lampada 70 W e decrescono
fino al 6% per lampade da 400 W;
• cicli di impulsi di accensione che
salvaguardano la lampada;
• costanza del fattore di potenza nel
tempo, fino a fine della vita utile a 0,99;
• stabilizzazione della tensione e della
potenza in uscita, al valore nominale, per
allungare la durata della lampada;
• dimmerabilità fino al 50% della potenza;
• set di protezioni integrate (max e min
MONITORAGGIO TRAMITE
ONDE CONVOGLIATE
Nel caso dell’illuminazione stradale,
dove i dati da scambiare sono pochi e
non è importante la velocità di trasmissione, ma piuttosto l’economicità della
stessa, per il monitoraggio del singolo
punto luce si preferisce da tempo usare
le onde convogliate. Ogni palo viene
dotato di un ricetrasmettitore a onde
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convogliate che, quando interrogato,
fornisce i suoi dati di funzionamento: lampada accesa spenta, corrente,
tensione, fattore di potenza, ed altri
parametri. Il modulo posto nel quadro
di comando riceve e memorizza questi
dati e può inviarli, su richiesta, al centro di controllo.
tensione, temperatura, cycling, cto cto e
molte altre);
• allungamento della durata, se la
frequenza di uscita del reattore è bassa,
meno di 100 Hz: la soluzioni ad alta
frequenza possono far entrare in risonanza
la lampada. Questo tipo di tecnologia, la
più energeticamente efficiente presente
sul mercato, oggi ha tre importanti
condizionamenti:
• l’apparecchio di illuminazione deve
garantire uno smaltimento del calore
adeguato, perché la temperatura di
funzionamento del reattore elettronico è
di qualche decina di gradi più bassa del
corrispondente magnetico. Pertanto è
spesso necessario verificare termicamente
il comportamento, che può risultare critico
per applicazioni oltre i 100 W;
• la vita attesa, in condizioni termiche
ottimali, non supera i 10/12 anni, un buon
reattore magnetico spesso dura il doppio;
• il costo elevato.
Inoltre il reattore elettronico dimmerabile,
se si vuole ottenere un risparmio energetico
significativo in relazione al suo costo,
deve essere comandato. Si sono visti,
negli anni passati, impianti realizzati con
reattori elettronici dimmerabili che vanno
in riduzione di potenza con un ritardo fisso
rispetto all’ora di accensione dell’impianto,
che varia sensibilmente durante l’anno.
Quindi questo tipo di soluzione riduce
il flusso luminoso a orari variabili
durante l’anno e questo non rispetta le
normative, sia la UNI 11248, che le varie
leggi sull’inquinamento luminoso, che
richiedono o rendono possibile la riduzione
solo a ben precise condizioni.
Un esempio di reattore elettronico
dimmerabile, disponibile nelle potenze da
50 W a 250 W, è il modello EB di Reverberi
Enetec srl
Per rispettare le normative il reattore
elettronico dimmerabile deve essere
dotato di un dispositivo che ne comandi
la riduzione di potenza a un orario
prestabilito. Questo normalmente viene
fatto con moduli palo, ovvero con
dispositivi a onde convogliate che sono
anche in grado di controllare il corretto
funzionamento della lampada.
Il controllo del singolo punto luce
Oggi è possibile monitorare da remoto
il funzionamento del singolo punto
luce tramite la tecnologia delle Onde
Convogliate. Si tratta di segnali che
viaggiano sugli stessi cavi che portano
energia, ma a frequenza molto diversa,
comporta il vantaggio di non dover
installare cavi aggiuntivi. In effetti un
doppino può consentire il dialogo di n
punti luce, se utilizzato come supporto
fisico per la connessione come bus dati.
Ma i costi di installazione e manutenzione
elevati e le basse distanze in grado di
coprire senza ripetitori, ne limitano
l’impiego a poche realizzazioni dove
il flusso di dati è significativo, come
per esempio nel caso di scenografie di
monumenti. Nel caso dell’illuminazione
stradale, dove i dati da scambiare sono
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pochi e non è importante la velocità di
trasmissione, ma piuttosto l’economicità
della stessa, si preferisce da tempo usare le
onde convogliate. Ogni palo viene dotato
di un ricetrasmettitore a onde convogliate
che, quando interrogato, fornisce i suoi
dati di funzionamento: lampada accesa
spenta, corrente, tensione, fattore di
potenza, ed altri parametri. Il modulo posto
nel quadro di comando riceve e memorizza
questi dati e può inviarli, su richiesta, al
centro di controllo. Il modulo palo può
essere equipaggiato di diversi dispositivi:
un relè che comandi l’accensione e lo
spegnimento in remoto della lampada, un
reattore biregime che viene comandato
in riduzione, un vero e proprio dimmer o
un reattore elettronico dimmerabile. Oggi
la tecnologia è divenuta affidabile e, in
funzione dei bisogni, si può decidere se
effettuare il solo monitoraggio dei punti
luce e invece regolare centralmente il
livello di flusso luminoso, oppure avere
la possibilità di variare il flusso di ogni
lampada in maniera indipendente.
Reverberi Enetec, nella propria gamma
di prodotti Opera per la telegestione del
punto luce, dispone di tutte le soluzioni
enunciate.
Una volta resi disponibili questi dati,
bisogna elaborarli. A Casciago, sia presso
il comune, che presso la sede di MA
Group, è installato uno dei più potenti
software di telegestione, Maestro.
Disponibile sia in configurazione clientserver che per computer isolato, nonché
per consultazione via web, basato su
piattaforma Scada Movicon X e sul
potentissimo database SQL, Maestro
consente la gestione sia delle anagrafiche
dei punti luce, sia il telecontrollo, la
gestione degli allarmi e delle misure.
La soluzione adottata
Dal 2003 Reverberi Enetec ha unificato in
un unico e versatile sistema tutta la vasta
gamma di prodotti per il telecontrollo. In
occasione del lancio del nuovo software
Maestro, ha creato la gamma Opera, con
soluzioni complete e all’avanguardia per
il telecontrollo degli impianti di pubblica
illuminazione. Oltre al software Maestro,
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6 I quadri di alimentazione sono dotati di
moduli LPM, LPMx, DAC e modem GSM per la
comunicazione con il centro di controllo
LA FORNITURA PER
L’IMPIANTO DI CASCIAGO
Nella realizzazione di Casciago sono stati
installati i seguenti componenti:
- circa 100 di corpi illuminanti della società
Ghisamestieri, particolarmente adatti allo
scopo dal punto di vista estetico e capaci di
smaltire efficacemente il calore;
- 76 moduli palo LPC,per il controllo ed il
comando del singolo punto luce;
- 20 reattori elettronici dimmerabile EB70
e 56 EB100;
- 3 quadri di alimentazione dotati di moduli
LPM, LPMx, DAC e modem GSM per la comunicazione con il centro di controllo
- 1 software Maestro Professional
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potentissimo database per la gestione
delle anagrafiche degli impianti, di mappe
interattive, di telecontrollo degli impianti,
capace di gestire realizzazioni complesse
in quanto basato sul potente database
SQL, la gamma comprende: moduli per
il telecontrollo dei quadri di comando,
moduli per espandere il numero di ingressi
ed uscite digitali ed analogiche gestibili,
moduli per la gestione dei punti luce,
accessori per il telecontrollo degli impianti.e
dei regolatori. La gestione dei singoli punti
luce è basata su due componenti: LPM,
Lighting Point Manager, da installare nel
quadro di comando e il cosiddetto Modulo
Palo, nelle due versioni LPS e LPC:
- LPS, Lighting Point Sentinel, è la versione
del modulo palo che effettua la sola
sorveglianza, cioè legge i valori di tensione,
corrente di lampada, fattore di potenza,
tempo di funzionamento e tempo di
funzionamento sull’ora e li trasmette al
LPM;
- LPC, Lighitng Point Controller, ha le stesse
funzioni di LPS, ma in più offre la possibilità
di accendere e spegnere la lampada
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Inoltre esiste la possibilità di aggiungere
alle funzioni di LPC anche quelle di
dimmerazione del singolo punto luce,
tramite dimmer, biregime o reattore
elettronico dimmerabile EB. In questo
modo è possibile dimmerare in modo
continuo e puntuale il singolo punto luce,
consentendo al progettista la possibilità di
valorizzare o meno alcuni punti rispetto ad
altri e di effettuare cambi di scenari.
È importante a questo punto evidenziare
che, rispetto ad altri sistemi simili, i prodotti
Opera si caratterizzano per la capacità di
trasmettere una misura al proprio gestore
LPM, e non solamente uno stato. Di
solito vengono programmati per eseguire
tre misure per notte. Queste vengono
trasmesse al LPM tramite onde convogliate
e senza necessità di cavi aggiuntivi per il
trasporto dei segnali sulla rete elettrica.
LPM memorizza mediamente fino ad 8
giorni di misure.
Quindi per ogni lampada sono disponibili,
per ogni notte, tre campioni per ognuna
delle misure effettuate: tensione sul
palo, corrente di lampada, fattore di
potenza, tempo di funzionamento e
tempo di funzionamento sull’ora. Se il
tempo di funzionamento della lampada
è una misura intuitiva, ma necessaria per
stabilire da quanto tempo quella lampada
sta lavorando e quindi per pianificare la
manutenzione programmata, il tempo
di funzionamento sull’ora necessita di
una spiegazione. È in percentuale quanto
tempo la lampada è stata accesa in un’ora.
È noto che le lampade SAP al termine della
loro vita inizino a mostrare fenomeni di
cycling: spegnimento, raffreddamento,
riaccensione, riscaldamento, spegnimento.
In questa fase, se si misura quanto
la lampada sta accesa in un’ora di
alimentazione, si ha un indicatore
importante di termine di vita utile della
stessa e quindi un importante anticipatore
dell’evento non pianificato: lo spegnimento
totale.
È proprio grazie alla possibilità di
approntare un sistema unico, capace di
controllare, monitorare sia regolatori, che
moduli palo, che si è potuto realizzare un
sistema totalmente integrato.