Zisa di Palermo 1 di 1 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione Dove si trova Piazza Guglielmo il Buono Orari di visita feriali: 09.00 - 19.00 festivi: 09.00 - 13.00 Info Tel. 091 6520269 La Zisa è immersa in un grande parco che presenta immense distese d'acqua. Il cortile all'aperto, circondato da portici, è abbellito da diverse fontane. La struttura è collegata con l'esterno mediante l'iwan, un ambiente chiuso con l'ingresso sormontato da un arco che si apre verso l'esterno. In architettura vengono introdotti diversi elementi, quali l'arco a sesto acuto, l'arco rialzato e l'arco moresco. Le decorazioni della Zisa sono evidentemente ispirate all'arte islamica. 29/05/2013 16:52 Zisa di Palermo 1 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione I NORMANNI E LE LORO ORIGINI OPERE DI GUGLIELMO II I Normanni o "uomini del Nord" (Northmen), così chiamati perché provenienti dalle terre scandinave e dalla Danimarca o anche detti Variaghi o Vichinghi, si suddivisero tra il IV e IX secolo in tre gruppi: Danesi, Svedesi e Norvegesi. Si specializzarono nelle attività commerciali e nella pirateria a causa della scarsità di terre coltivabili disponibili presso le regioni d'origine. I danesi controllarono tra IX e X secolo la costa inglese del mare del Nord, gli svedesi si dedicarono al commercio tra il Mar Baltico e Mar Nero attraverso la rete fluviale della futura Russia e, infine, i Norvegesi si dedicarono all'esplorazione dell'Oceano Artico grazie a un probabile aumento della temperatura che permise di arrivare fino all'Islanda, Groenlandia e forse anche le coste del Labrador nell'attuale Canada. Dal norvegese dei coloni in Islanda nacque il “norreno”, la lingua letteraria delle grandi saghe nordiche. Nell'XI secolo il re Canuto II creò un impero scandinavo comprendente l'intera Inghilterra, Danimarca e Norvegia. Questi ultimi due sottomisero l'intera Inghilterra settentrionale e vi si stabilirono come agricoltori e commercianti, fondando grandi città mercantili come York. Conquistarono poi le Shetland, le Orcadi, le Ebridi e buona parte della terraferma scozzese, mentre in Irlanda fondarono vari centri, tra cui Dublino. È quasi certo che nel 986 A. C. il navigatore vichingo Bjarni Herjólfsson abbia avvistato la costa orientale dell'America settentrionale, a cui diede il nome di "Vinland", raggiungendo il Nuovo Mondo ben cinquecento anni prima di Cristoforo Colombo. Dotati di leggere navi senza ponte e senza remi (drakkar cioè "dragoni", dal serpente di mare intagliato sulla prua), batterono le coste della Francia, dell'Inghilterra, fino alla penisola Iberica, all'Italia. Tra la fine del IX secolo e l'inizio del X secolo si stanziarono nell'area della Francia settentrionale da cui deriva da loro il nome di Normandia. Nel 911 d. C. il re carolingio Carlo il Semplice concesse ufficialmente un territorio lungo il basso corso del fiume Senna che andò poi espandendosi fino a divenire il Ducato di Normandia, in virtù di un accordo stipulato con il principe norvegese (che guidava però dei danesi) Hrolf, latinizzato in Rollone. I normanni così si fusero con le popolazioni locali delle Neustria, adottando la religione cristiana e la lingua galloromanza, così da dare vita ad una identità culturale nuova, diversa da quella scandinava e franca. Si inserirono a pieno titolo nel sistema feudale del continente europeo dopo l'anno Mille. La classe guerriera normanna era ben diversa da quella aristocratica francese che al contrario da questi ultimi non potendo vantare discendenti dalla famiglia carolingia, rimasero poveri e senza terra e per questo divennero guerrieri di professione e crociati per ottenere ricchezze e terre. Successivamente all'insediamento in Normandia si riversarono in Inghilterra (1066) con cui avevano già da tempo dei rapporti diplomatici. I danesi riuscirono ad imporre la loro egemonia nei vari regni d'Inghilterra con l'eccezione del regno sassone del Wessex. In quel periodo era re d'Inghilterra Edoardo il Confessore. Egli discendeva dai Sassoni ma imparentato con i Normanni di Francia tra cui Guglielmo il conquistatore. Arnoldo II, conte di Wessex era stato inviato in udienza 29/05/2013 16:53 Zisa di Palermo 2 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... dal duca di Normandia, lo stesso Guglielmo, a cui promise la corona d'Inghilterra alla morte di Edoardo, ma non rispettò la parola data e si fece incoronare re. Pertanto in Normandia venne allestito un esercito diviso in flotte, soldati e cavalli da distribuire sulle navi; così salparono dalla costa normanna e giunsero in quelle inglesi attraverso il canale della Manica. Giunti a destinazione, uscirono vincitori dalla battaglia di Hastings, Arnoldo II venne ucciso da Gugliemo e così sfruttando i rapporti di parentela divenne il nuovo monarca inglese, incoronato dall'arcivescovo di York presso Westminster nel giorno di Natale del 1066. Durante il suo regno, rimodellò le strutture politiche e amministrative, escluse dal potere l'aristocrazia anglo sassone locale, introdusse il modello feudale francese ed emanò leggi severe e numerose tasse. Dopo il primo periodo di ribellione i due popoli iniziarono a fondersi mescolando lingue e tradizioni. In seguito Edgar Atheling, acerrimo rivale di Guglielmo il Conquistatore, si rifugiò in Scozia dove la sorella Margherita sposò il re Malcolm Canmore entrando così in contrapposizione con i Normanni che da tempo minacciavano il confine scozzese meridionale. Guglielmo, pertanto, invase nel 1072 la Scozia giungendo fino al Firth di Tay. Così Malcolm si sottomise al re Normanno dando il figlio Duncan come ostaggio. Sotto il Re David I, che intratteneva dei rapporti con la corte del genero Enrico I d'Inghilterra, venne adottato il sistema feudale normanno, assicurando protezione alle grandi famiglie normanne. Quasi contemporaneamente alla conquista dell'Inghilterra, gruppi di Normanni si diressero in Italia (1000-1016). Secondo il cronista Amato di Montecassino, si narra che attorno al 1016, quaranta pellegrini normanni superstiti da un pellegrinaggio in terra santa fossero giunti a Salerno, assediata dai saraceni. Questi riuscirono a liberare le città e ricevettero doni dal principe Guimaro IV, il quale chiese di rimanere a Salerno ma, rifiutata la richiesta, il principe mandò un ambasciatore in Normandia per assoldare un esercito di valorosi e abili combattenti. Inoltre, prestarono servizi per la protezione dei pellegrini che si recavano al santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo nel Gargano. Così incominciarono a formare le prime signorie come quella di Aversa con Rainulfo Drengot (1030). Ben presto si affidarono alla famiglia degli Altavilla guidati da Guglielmo Braccio di Ferro. Benevento, sotto il potere del papa Leone IX, nella battaglia di San Paolo di Civitate (1053), fu presa e il papa catturato, così che rimase l'isola pontificia in terra Normanna. Importante divenne la città di Melfi la quale fu considerata inizialmente capitale di Puglia e Calabria ma celebre soprattutto per i concili tenuti tra il 1059 e il 1101. Nel primo concilio tenuto da Niccolò II si stabilì nuovamente la condanna e la scomunica di Benedetto X accusato di simonia e concubinato. Inoltre, l'elezione del papa spettava solamente ai vescovi cardinali e non ai cardinali non vescovi; l'elezione poteva avvenire anche al di fuori di Roma se ritenuto opportuno dagli elettori e il papa non doveva essere necessariamente nativo di Roma. Ma nello stesso anno tenne un ulteriore concilio ad agosto a Melfi al quale furono invitati Roberto il Guiscardo e Riccardo di Aversa. A questi riconobbero tutte le terre conquistate ad esclusione di Benevento. A Roberto fu conferito il titolo di duca di Puglia (che comprendeva anche la Basilicata), di Calabria (che era ancora in mano ai bizantini) e di Sicilia (ancora in parte in mano agli arabi). 29/05/2013 16:53 Zisa di Palermo 1 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione OPERE DI GUGLIELMO II (1171-1189) Alcuni dei più importanti edifici del patrimonio siciliano risalenti al Medioevo sono opera del re Guglielmo II detto il Buono, che salì al potere a soli dodici anni guidato dalla madre, Margherita di Navarra. Egli fu un re brillante, indulgente e tollerante e da tali qualità deriva il suo soprannome.Il regno di Guglielmo fu particolarmente proficuo per le arti in Sicilia. Fra le opere avviate da Guglielmo vanno ricordate: il Duomo di Monreale, la Cattedrale di Palermo, i mosaici della "Stanza di Ruggero", la Cuba e la Chiesa di Santo Spirito. I NORMANNI E LE LORO ORIGINI Chiesa cattedrale di Santa Maria la Nuova a Monreale- La fondazione del Duomo risale all'arco cronologico compreso tra il 1172 e il 1189, durante il regno di Guglielmo II. L'impianto della chiesa, denominata semplicemente Cattedrale di Monreale, deriva dalla mescolanza tra la tipologia basilicale a croce latina, con transetto sporgente, e la tipologia a pianta centrale di ascendenza bizantina. La navata centrale è separata da quelle laterali da diciotto colonne. Il soffitto è un rifacimento ottocentesco conseguente all'incendio del 1811, mentre il rivestimento musivo del pavimento è opera avviata sin dalla fase di fondazione del duomo e completata nel XVI secolo. Lo spazio interno è illuminato da un doppio ordine di finestre ogivali. Il prospetto principale è delimitato da due imponenti torri, di cui la sinistra incompleta, che delimitano un portico centrale in marmo bianco, edificato in sostituzione di quello crollato nel 1770 dopo numerosi crolli e ricostruzioni. Il portale settentrionale, al di sopra del quale si colloca lo stemma di Guglielmo II, include il portone bronzeo del 1179, opera di Barisano da Trani, le cui ante recano ventotto formelle quadrate con figurazioni di santi. Sul lato destro del duomo è il chiostro, il più grande e pittoresco fra tutti quelli del XII secolo. I capitelli sono fortemente differenziati, come le colonne che hanno le forme più varie. Al centro sorge una fontana la cui acqua sgorga da una colonnina a fusto di palma, di incredibile bellezza. La cattedrale di Monreale subisce opere di ricostruzione dal 1817 al 1859, e interventi di restauro nel 1881, per opera di Giuseppe Patricolo, nel 1955-1997, ad opera della Soprintendenza ai Monumenti e nel 1979. Chiesa cattedrale di Maria Santissima Assunta a Palermo- La chiesa sorge in un'area un tempo cimiteriale risalente al IV secolo dove fu costruita una basilica andata distrutta dai Vandali ma riedificata tra la fine del VI e i primi del VII secolo. Trasformata in moschea al tempo della dominazione araba, fu restituita al culto cristiano durante il regno di Guglielmo II. Completamente ricostruita a seguito del terremoto del 1169 e consacrata nel 1185, fu collegata al Palazzo Reale da un camminamento coperto. La Cattedrale fu poi radicalmente trasformata nel periodo 1781-1801 assumendo un aspetto neoclassico. Dopo la costruzione dei campanili occidentali risalenti al primo quarantennio dell'800 sono stati realizzati numerosi nuovi interventi di restauro e di manutenzione. La cattedrale fu anche mausoleo dei re normanni, cui sono riservate due cappelle comunicanti, situate a sinistra dell'ingresso sul portico meridionale, che contengono sarcofagi originariamente 29/05/2013 16:54 Zisa di Palermo 2 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... situati nel coro: quello in porfido di Ruggero II, sostenuto da uomini accosciati e con il baldacchino a mosaico; quelli, assai simili, di Enrico VI e di Costanza d'Altavilla; quello di Federico II, poggiato su una coppia di leoni e con baldacchino a forma di tempio; quelli infine di Costanza II d'Aragona, con scene di caccia, e di Guglielmo, duca di Atene, raffigurato con l'abito domenicano. Dell'antica struttura normanna rimangono, oltre ai muri della navata centrale, le parti basse delle torri e la torre posta ad ovest. Chiesa di Santo Spirito - La chiesa di S. Spirito si trova all'interno del cimitero di Sant'Orsola. Essa è nota anche col nome di Chiesa dei Vespri, perché sul suo sagrato ebbe inizio la grande insurrezione del 1282 - contro gli Angioini - che prese il nome di “Vespri Siciliani”. L'edificio è assai armonioso e rappresenta una commistione degli stili arabo-normanno e gotico. La facciata è incompleta, in ogni caso l'esterno è percorso da una serie d'archi ogivali intarsiati, che s'intrecciano nella parte absidale. L'interno è nudo ed austero, poiché alla fine dell'Ottocento, si è cercato di ridare alla chiesa il suo aspetto originario, eliminando le pesanti decorazioni barocche. Esternamente si presenta con due grandi volumi: il santuario e il corpo basilicale. La Cuba - Utilizzata per il riposo diurno del re, fu costruita nel 1180. L'edificio è un perfetto parallelepipedo, da cui sporgono appena quattro elementi quadrangolari al centro di ciascun prospetto. Sul muro d'attico correva una fascia con iscrizione naskhi, di grande effetto plastico. Secondo le descrizioni degli storici l'edificio era immerso in un gran giardino ricco di fontane, vivai, chioschi, palazzi. Oltre la Cuba vi erano immersi anche la Zisa e la Cubula. Nei palazzi del parco pare che Boccaccio interessato ai racconti fantasiosi diffusisi su “giardini paradiso” di Palermo, abbia ambientato una novella del Decameron. 29/05/2013 16:54 Zisa di Palermo 1 di 3 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione STORIA DEL PALAZZO Introduzione L'imponente opera era stata costruita prima della morte del re Guglielmo I avvenuta nel 1166 e fu terminata nel 1175 da architetti arabi sotto il regno del figlio Guglielmo II. Durante l'epoca normanna venne usato come residenza estiva. Osservando il castello si nota subito lo stile architettonico di origine araba a cui i sovrani normanni si ispiravano tantissimo. I sovrani vollero infatti residenze ricche e fastose come quelle degli emiri ed organizzarono la vita di corte su modello di quella araba, adottandone anche il cerimoniale ed i costumi. Fu così che la Zisa, come tutte le altre residenze reali, venne realizzata alla maniera "araba " da maestranze di estrazione musulmana, guardando a modelli dell'edilizia palazziale dell'Africa settentrionale e dell'Egitto, a conferma dei forti legami che la Sicilia continuò ad avere, in quel periodo, con il mondo culturale islamico del bacino del Mediterraneo. Il nome del palazzo deriva dal vocabolo “AL-AZIZ” che significa “nobile, splendido o glorioso”. Il parco del Genoardo La Zisa delle origini si trovava inserita nel grande parco reale di caccia del Genoard (paradiso della terra), che si estendeva ad occidente della città. Tutti gli edifici reali ricadenti in esso (oltre alla Zisa, il palazzo dell'Uscibene ed i padiglioni della Cuba e della Cuba soprana) erano circondati da splendidi giardini, irrigati ed abbelliti da fontane e grandi vasche, utilizzate anche come peschiere. Grazie ai restauri compiuti recentemente, il parco è ritornato, in parte, al suo antico splendore. Storia del palazzo I lavori di decorazioni e di arredamento del palazzo furono portati avanti negli anni immediatamente successivi al 1166, cioè nei primi anni del regno di Guglielmo II, al quale per altro si riferisce l'iscrizione dell'arco d'ingresso alla sala della fontana. Altri elementi per determinare la storia dell'edificio, sono i fregi epigrafici arabi tuttora esistenti. Fino al 1634, nel palazzo, si può desumere che vi furono poche trasformazioni: il taglio dei merli del muro d'attico e la riconfigurazione delle due finestre ai lati di quella centrale del secondo piano. Modifiche attuate dal Sandoval Gli estesi lavori del 1635-36 di Giovanni De Sandoval portarono ad adattare la Zisa a nuove esigenze abitative. L'atrio centrale fu coperto da una volta a crociera, fu unificato l'interno dell'atrio stesso rimuovendo le quattro colonne e le sovrastanti strutture che delimitavano le corsie. 29/05/2013 16:58 Zisa di Palermo 2 di 3 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Inoltre, i due chiostrini furono coperti da padiglioni con scopo di protezione e si estesero ai pozzi delle scale le quali furono distrutte e sostituite da un grande scalone sul lato destro, che occupò l'invaso dell'antica scala e quello dei vestiboli. A piano terra il vestibolo fu suddiviso orizzontalmente da un solaio il quale poggiò non solo sulle pareti ma anche su due nuovi archi ribassati. L'ala sinistra del palazzo subì sfondamenti di muri portanti per unificare vani contigui e creare spazi più ampi. I lavori del Sandoval furono pesantemente distruttivi; tuttavia assicurarono la sopravivenza del palazzo. Se da un lato si nota lo sforzo di riconfigurare gli spazi interni dilatandoli fino a sfidare le capacità statiche delle strutture, dall'altro si nota che il Sandoval non si attenne alla struttura originaria della sala della Fontana. Dal 1636 non c'è ricordo di altri lavori nel palazzo, anche se molti di essi non modificarono significativamente la sua struttura. Restauri del XIX secolo Nel XIX secolo il rinnovato interesse per la Zisa, risvegliato dall'interesse per la letteratura medioevalistica e arabistica fece maturare l'esigenza del restauro che interessava solamente alcuni elementi decorativi. Nel 1935 furono messi in luce i resti del bacino d'acqua i cui muri furono inopportunamente ricostruiti. Nel 1940 furono scortecciate le mura e le volte del grande vestibolo e della sala della Fontana, le muqarnas di questa sala furono in gran parte private dell'originale rivestimento: ciò fu ancora una volta frutto dell'ignoranza sull' arte normanna in Sicilia. Nel 1951 la Zisa fu ottenuta dalla regione siciliana: anche in questo periodo si effettuarono restauri. Essi furono eseguiti dalla soprintendenza ai monumenti nel 1953-54 e nel 1956-57: procedettero sostanzialmente sulle eliminazioni e aggiunte avvenute negli anni precedenti. Non si provvide però a garantire la stabilità delle compromesse strutture dell'edificio. Nel 1953-54 fu ricostruita la sala della fontana; nel 1956-57 furono demoliti i muri divisori e i solai seicenteschi e di epoca posteriore, furono smantellati molti pavimenti e furono eliminati i due balconi sovrapposti nella facciata principale. La demolizione del balcone del primo piano rivelò due importanti frammenti di un arco che fu in seguito, inopportunamente, ripristinato nella sua interezza. Cedimento di alcune parti del palazzo Ciò che non si provvide a fare fu il consolidamento delle strutture compromesse nel corso dei secoli. Infatti il 13-10-1971 gran parte dell'ala settentrionale cedette: cedettero inoltre notevoli parti dei muri originali, lo scalone seicentesco e una larga parte della facciata occidentale. Ma già prima il palazzo privo di custodia dopo il terremoto del 1968 era stato ripetutamente oggetto di saccheggi vandalici: fu infatti gravemente danneggiata la sala della Fontana. Restauri del Caronia Nel 1972 aveva avuto inizio una fase di restauri che si protrasse fino al 1991: essi furono realizzati dall'architetto Giuseppe Caronia. In questo restauro le originarie murature a sacco furono riempite di ben 10.000 quintali di cemento e furono praticate cuciture con barre d'acciaio sigillate con la resina. L'interno venne ripristinato nell'originale configurazione spaziale e distinguendo le parti nuove con paramenti murari di mattoni; fu anche rifatto il pavimento della copertura a terrazzo del palazzo. Inoltre, i paramenti della facciata esterna furono ripuliti con materiale resinoso. Le finestre (che oggi sostituiscono quelle originali) immettono tuttavia una luce eccessiva all'interno, rovinando l'atmosfera di pace creata inizialmente dai Normanni. Il mito dei “diavuli” All'entrata della Zisa è posto il dipinto dei diavoli: secondo la leggenda, coloro che osservano i diavoli nel giorno della festa dell'Annunziata (25 di marzo) vedono che essi muovono la coda, deformano la bocca e non si possono contare. C'è chi dice che siano tredici, chi quindici, chi di più. Sono diavoli, ed appunto per questo non si fanno mai contare. All'interno della stessa leggenda si dice che nelle fondamenta del 29/05/2013 16:58 Zisa di Palermo 3 di 3 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... palazzo siano conservate delle monete d'oro, anche queste non si sa quante siano e nessuno è mai riuscito a trovarle, ma un giorno, se si riuscirà a sciogliere l'incantesimo, finirà tutta la miseria di Palermo. 29/05/2013 16:58 Zisa di Palermo 1 di 1 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione GALLERY Primo livello Il piano terra è costituito da un lungo vestibolo interno sul quale si aprono la grande Sala della Fontana - dove il re riceveva gli ospiti - e ai lati una serie di ambienti di servizio con le due scale d'accesso ai piani superiori. La Sala della Fontana, l'elemento architettonico che caratterizza l'intero edificio, ha una pianta quadrata sormontata da una volta a crociera ogivale, con tre grandi nicchie poste in corrispondenza dei lati della stanza, occupate in alto da semicupole decorate da muqarnas (decorazioni ad alveare rappresentanti ricami). In corrispondenza dell'ingresso principale si trova la fontana sormontata da un pannello a mosaico su fondo d'oro, sotto il quale scorre l'acqua che, scivolando su una lastra marmorea posta in posizione obliqua, confluisce in una canaletta che divide la stanza in due parti simmetriche. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ SECONDO LIVELLO TERZO LIVELLO 29/05/2013 16:58 Zisa di Palermo 1 di 1 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione GALLERY Secondo livello PRIMO LIVELLO ................................................................................................................................ Il secondo livello presenta dimensioni minori poiché gran parte della superficie è occupata dalla sottostante Sala della Fontana, la cui altezza è pari a due livelli. ................................................................................................................................ TERZO LIVELLO 29/05/2013 16:59 Zisa di Palermo 1 di 1 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione GALLERY Terzo livello PRIMO LIVELLO SECONDO LIVELLO ................................................................................................................................ Il terzo livello originariamente era composto di un atrio corrispondente all'area occupata dall'attuale Sala della Fontana, da una Sala Belvedere e da due camere poste in maniera simmetrica rispetto all'asse centrale. ................................................................................................................................ 29/05/2013 16:59 Zisa di Palermo 1 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione DIDATTICA ......................................... LICEO SCIENTIFICO STATALE "GALILEO GALILEI" PALERMO www.liceogalileipalermo.it ......................................... Responsabile del progetto: Dirigente scolastico Salvatore D'Agostino Docenti referenti: Barbara Cricchio e Teresa Volpe Tecnico di laboratorio: Giuseppa Costa ............................................ ALLIEVI: Aiello Iolanda Albanese Gabriele Calandra Armida Calia Salvatore Chiovaro Giusy Valeria Di Raffaele Simona Floridia Floriana Gaglio Marialia Puccio Vincenzo Sansone Fulvia Salvato Rosalinda Sgarlata Francesco Vilardo Miriam 29/05/2013 17:00 Zisa di Palermo 2 di 2 file:///C:/Users/BB CC AA/Documents/File Redibis/Zisa on line - Lice... ........................................... Realizzato con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione GRUPPI DI LAVORO: Sansone e Chiovaro -Origini dei NormanniSgarlata, Di Raffaele e Calandra - Opere di Guglielmo II a Palermo Vilardo e Salvato - Storia del Palazzo- Calia e Albanese - Gallery Fotografie di Floriana Floridia e Rosalinda Salvato 29/05/2013 17:00