CLAUDIA GUALTIERI CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI COGNOME NOME DATA DI NASCITA GUALTIERI CLAUDIA 19.07.1956 Relazione sintetica Claudia Gualtieri è una studiosa di lingua, letteratura e cultura inglese, e di letterature e culture anglofone. Si è formata come linguista e letterata presso l’Università degli Studi di Bologna (Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne) e si è specializzata come postcolonialista presso l’Università di Leeds (MA by Research e PhD in Postcolonial Studies con un British Council Full Award, 1991-1992), con periodi di ricerca come “visiting research scholar” presso l’Università del Texas a Austin e l’Università di Pittsburgh (Fulbright Scholarship, 1996), l’Università della British Columbia (Faculty Enrichment Program Fellowship, 2005), il Manitoba Museum di Winnipeg (2015) e la English Faculty dell’Università di Oxford (2015-2016). Il suo percorso di ricerca si è inizialmente incentrato sul romanzo vittoriano, sulla scrittura letteraria coloniale dell’Ottocento inglese, sulla costruzione dell’esotico nelle rappresentazioni dell’alterità, sulla scrittura di viaggio e di esplorazione, su Joseph Conrad e Chinua Achebe. Accanto alla letteratura inglese dell’Ottocento, un’area di interesse privilegiato è stata la produzione letteraria ispirata dai nuovi nazionalismi africani dopo le indipendenze degli anni Sessanta del Novecento, con uno sguardo attento verso la cultura orale e performativa dell’Africa anglofona, specialmente dell’Africa occidentale e della Nigeria. La ricerca si è poi sviluppata intorno alle interconnessioni tra letteratura coloniale e postcoloniale, ai discorsi dell’impero e alla contro-scrittura postcoloniale, alle testimonianze delle donne, alle autobiografie della schiavitù e alle pratiche del turismo, ove l’esotismo rimane un ambito di studio. L’indagine sulla costruzione delle identità nazionali e dei nazionalismi, della lingua dell’impero e delle lingue inglesi, si è svolta in concomitanza all’approfondimento dei fenomeni di multiculturalismo, transnazionalismo e globalizzazione in prospettiva interdisciplinare. All’Università degli Studi di Milano, dove ha insegnato come docente a contratto prima di entrare in ruolo, Claudia Gualtieri ha orientato la sua indagine analitica e critica anche verso gli Studi Culturali, ponendo come importante ambito di ricerca la contemporaneità. Con sguardo attento e critico sui contesti storici e culturali del presente, si sono approfondite le espressioni letterarie, culturali, sottoculturali e minoritarie nei paesi anglofoni – in particolare in Canada, Australia, Nigeria e Sudafrica – con un’attenzione specifica ai rapporti tra cultura e potere nelle diverse storie e produzioni letterarie delle nazioni e dei gruppi. In questo ambito, lo studio dell’operato delle Commissioni per la Verità e la Riconciliazione in Sudafrica e in Canada ha fornito l’occasione per coniugare l’analisi storico-politica a quella artistico-letteraria. Nel contesto britannico si sono osservati e analizzati lo sviluppo delle teorie culturaliste, la transizione dalla Englishness alla Britishness, la letteratura black British e le espressioni letterarie, culturali e artistiche che mostrano il fenomeno dell’ibridazione. Gli studi sul turismo, ancorati alle costruzioni esotiche e, per differenza, al turismo sostenibile, sono ancora un centro d’interesse, assieme alle letterature e alle produzioni artistiche delle migrazioni e delle diaspore, recentemente osservate sia in alcune esperienze di teatro d’avanguardia in Italia sia nelle costruzioni delle identità afro-europee. Oltre agli strumenti della critica letteraria, la prospettiva analitica e metodologica di Claudia Gualtieri si avvale degli approcci teorici degli Studi Culturali e della Teoria Postcoloniale applicati con taglio interdisciplinare. 1 La ricerca attuale si dirama lungo alcuni filoni che, da un lato, coronano il lavoro svolto precedentemente con convegni e progetti di pubblicazioni e, dall’altro lato, intraprendono percorsi nuovi. Un importante progetto di ricerca pluriennale riguarda la questione della “indigeneity” nel contesto canadese contemporaneo: la ricerca è iniziata presso la University of British Columbia, proseguita presso il Manitoba Museum di Winnipeg ed approfondita alla University of Oxford con un programma di conferenze e il progetto di una pubblicazione. Durante il periodo di ricerca presso l’Università di Oxford si sono sviluppati tre percorsi specifici che, pur nella diversità contenutistica, convergono sia nell’utilizzo degli approcci metodologici postcoloniale e culturalista, sia nell’obiettivo della ricerca. (1) Con uno sguardo ampio e interdisciplinare sul dibattito postcoloniale contemporaneo, una linea di ricerca ha come oggetto “Postcolonial Theory from the South”. L’obiettivo si configura nell’identificare percorsi letterari e culturali che si inseriscano nelle riflessioni più attuali della teoria critica e della critica letteraria. Tali riflessioni scorgono, nelle proposte provenienti dal sud del mondo, visioni e pratiche creative e partecipative di produzione artistica che emergono dal quotidiano. La riflessione sul futuro degli Studi Postcoloniali è un’esigenza a carattere internazionale che si esprime fortemente anche a livello europeo. Per partecipare al dialogo internazionale Claudia Gualtieri ha recentemente instaurato una collaborazione con il Centre for Postcolonial Studies Network appena inaugurato dalla School of Advanced Studies dell’Università di Londra ed è in contatto con il gruppo di lettura “Literature, culture and place” dell’Università di Strathclyde a Glasgow.(2) Con uno sguardo attento e sensibile alle dinamiche di potere, subalternità e resistenza, centrali all’analisi postcoloniale, un altro percorso di ricerca si inserisce nel contesto del dibattito internazionale in ambito europeo sulle migrazioni contemporanee dall’Africa, innestandosi sul lavoro scientifico svolto dalla scrivente sulle schiavitù di ieri e di oggi, sui confini e i borderscapes, sulle letterature dell’Africa anglofona, e sulla partecipazione ad alcune iniziative di Postcolonialitalia dell’Università degli Studi di Padova. Il progetto dialoga internazionalmente con il seminario “Race and Resistance in the Long Nineteenth Century network” della Oxford University, e con due programmi di ricerca dell’Università degli Studi di Milano: l’iniziativa multidisciplinare DIReCT Discrimination and Inequalities Research Team e con il progetto biennale interdipartimentale sull’utopia “In cerca dell'isola che non c'è. Utopie, luoghi buoni e felicità” (2014-15) e “In cerca dell'isola che non c'è. Seconda tappa” (2015-16), di cui la scrivente fa parte. (3) Infine, con un’attenzione mirata ai progetti di ricerca già avviati, lo studio “Smart cities are meeting places” indaga la città postcoloniale nelle sue diverse articolazioni ed espressioni: la città nella letteratura postcoloniale, la città come luogo d’incontro (assorbendo suggerimenti dai concetti di spazio e luogo propri della storia culturale aborigena e indigena dell’Australia e del Canada), e la città post-industriale. Quest’ultimo aspetto si raccorda al progetto “Metamorfosi urbane” del Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Milano, ed è stato anche l’oggetto di un workshop nel convegno “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”. Per il progetto “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Negionalisms in Europe”, Claudia Gualtieri e Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz in Germania hanno ottenuto, per due anni consecutivi, il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" e realizzato due convegni. Il primo convegno ha avuto luogo all’Università degli Studi di Milano in dicembre 2014 e gli atti saranno pubblicati nel 2016 nella serie CHAT da WVT Publishers (Trier, Germany). Il secondo convegno dal titolo “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe II: Emergency Diasporas and Borderlands” avrà luogo presso la Technische Universität di Chemnitz nel giugno 2016. Titoli di studio e abilitazioni 2014 - Abilitazione alla II fascia per il settore concorsuale 10/L1 Lingue, Letterature e Culture Inglese e Anglo-Americana, settore scientifico disciplinare L-LIN/10 Letteratura Inglese (Bando 2012, DD n. 222/2012) 2000 - Doctor of Philosophy in Postcolonial Studies conseguito presso l'Università di Leeds, UK, titolo della dissertazione “The Discourse of the Exotic in British Colonial Travel Writing in West 2 Africa”, relatore Prof. Elleke Boehmer, esaminatore interno Prof. Shirley Chew, esaminatore esterno Prof. Kenneth P. Parker. 1993 - Master of Arts by Research in Postcolonial Studies conseguito presso l'Università di Leeds, titolo della tesi “Conrad and Achebe and the Discourse of Colonialism”, relatore Prof. Elleke Boehmer, esaminatore interno Prof. David Richards, esaminatore esterno Prof. Elizabeth Gunner. 1987 - Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne conseguita presso l’Università degli Studi di Bologna, titolo della tesi “Heart of Darkness, vent’anni d’interpretazioni (1960-1980)”, relatore Prof. Alfredo Rizzardi, votazione 110 e lode. Attività professionale Dal 2006 a oggi - Ricercatore confermato di Letteratura Inglese presso il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali, Università degli Studi di Milano. Dall’01.01.2004 al 01.1.2006 - Ricercatore di Letteratura Inglese presso la Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano. Dall’a.a 2010-2011 al 2012-2013 - Membro del Collegio Docenti del Dottorato di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università degli Studi di Milano. Dall’a.a. 2013-2014 a oggi - Membro del Collegio Docenti del Dottorato di Studi Linguistici, letterari e interculturali in ambito europeo ed extra-europeo dell’Università degli Studi di Milano. Dall’a.a. 2008-2009 a oggi - Membro della Commissione Erasmus del Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale e del Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e Cooperazione Internazionale. Con incarico istituzionale riguardo ai programmi LLP/ERASMUS/ERASMUS+, partecipa alle procedure di selezione degli studenti per l’Erasmus Placement/Traineeship e degli studenti Erasmus in entrata e in uscita nelle sedi di lingua inglese. Assiste inoltre gli studenti durante il periodo della borsa di studio all’estero e in sede. Negli a.a. 2002-3, 2003-4, 2004-5 - Professore a contratto di Cultura Inglese presso il corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale, Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano. Dall’01.10.1993 al 31.12.2003 - Professore di ruolo di Lingua e Civiltà Inglese (A360) presso il Liceo Scientifico “Ferrari” di Cesenatico. Nell’a.a. 1996-1997 - Professore a contratto di Esercitazione di Inglese Scientifico presso la Scuola diretta a fini speciali per dirigenti e docenti di Scienze Infermieristiche, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Bologna. Dal 1991 al 2003 - Cultore della materia presso l’insegnamento di Lingua Inglese, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne, Facoltà di Magistero, Università di Bologna (1991-92); presso gli insegnamenti di Letteratura Inglese Moderna e Contemporanea della Facoltà di Magistero e Letteratura Inglese Contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Bologna (1992-1995); presso l’insegnamento di Lingua e Letteratura Inglese, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne, Facoltà di Magistero, Università di Bologna (1995-1998); presso l’insegnamento di Lingua, Cultura e Istituzioni dei Paesi di Lingua Inglese, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano (2000-01); presso l’insegnamento di Cultura Inglese, Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano (2001-2003). Attività didattica 3 Negli a.a. 2014-15 e 2015-16 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU). Nell’a.a. 2013-14 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU) e docente di un modulo del corso di Culture Anglofone 2 (Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale) (20 ore, 3 CFU). Negli a.a. 2011-12 e 2012-13 - Titolare degli insegnamenti di Culture Anglofone 2 (Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale) (40 ore, 6 CFU) e Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU). Nell’a.a. 2010-11 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU). Nell’a.a. 2009-10 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone e dell’insegnamento in mutuazione di Culture dei Paesi di Lingua Inglese 2 (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU). Negli a.a. dal 2005-6 al 2008-9 - Titolare degli insegnamenti di Culture dei Paesi di Lingua Inglese 1 (40 ore, 6 CFU) e 2 (40 ore, 6 CFU) (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale). Nell’a.a. 2004-5 - Titolare dell’insegnamento di Cultura Inglese 1 (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU). Temi principali trattati nei corsi - Cultura Inglese 1 (Corso di Laurea Triennale): Metodologia degli Studi Culturali e della Teoria Postcoloniale applicate all’ambito britannico, storia e identità nazionale (Englishness e Britishness), costruzione e rappresentazione delle identità e delle alterità nei discorsi istituzionali, letterari, artistici e sottoculturali, il canone letterario britannico, ibridismo e letteratura nella contemporaneità, la scrittura black British. - Culture dei paesi di Lingua Inglese e Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale): Metodologia degli Studi Culturali e della Teoria Postcoloniale applicati agli ambiti anglofoni con particolare attenzione ad aspetti della letteratura, della cultura e della storia del Canada, dell’Australia, della Nigeria e del Sudafrica. L’analisi e il commento critico di testi letterari selezionati sono stati parte integrante dei corsi. Per completare lo sguardo sulle diverse nazioni, si sono anche affrontati aspetti della storia, cultura e letteratura delle First Nations, degli inuit e dei métis del Canada, e di alcuni gruppi aborigeni australiani. Altri corsi si sono incentrati sui temi dell’Atlantico nero, le schiavitù, le diaspore e le migrazioni. - Culture Anglofone (Corso di Laurea Specialistica): Applicazione d’interpretazioni teoriche e critiche alla lettura di testi letterari a confronto e in relazione tematica tra loro. Nell’a.a 20112012, all’interno del corso “Globalisation, cosmopolitanism and the postcolonial city”, di cui la candidata ha insegnato un modulo dal titolo “The African metropolis: The global and the local”, si è proposta un’indagine sul tema della città nei romanzi di Chris Abani, con riferimento agli studi di Michael Keith sul cosmopolitismo, di Achille Mbembe e Sarah Nuttall sulla metropoli africana, di Rita Nnodim su Lagos contemporanea, e di Mike Davis e Loïc Wacquant sui ghetti e gli slums. Nell’a.a. 2012-2013, all’interno del corso “The South African prism. From the end of apartheid to the World Cup: Placing South Africa in the 21st century”, di cui la candidata ha insegnato un modulo dal titolo “Identities and the arts in contemporary South Africa”, si è suggerita una lettura comparata di The Narrative of Jacobus Coetzee (romanzo) di J. M. Coetzee e di Rumore di acque (testo teatrale) di Marco Martinelli con l’intento di mettere a fuoco le rappresentazioni del discorso del potere e le modalità d’espressione dell’autorità. A tale scopo si è osservato l’uso della biopolitica secondo il percorso teorico indicato da Itala Vivan circa i corpi liberati alla ricerca di storie nel Nuovo Sudafrica, da Grant Farred sul dovere etico 4 dell’intellettuale e da Achille Mbembe sulla necropolitica nella tarda modernità. Nell’a.a. 20132014 all’interno del corso “Public memory and contested histories: Narratives, representations, and cultural museums in black British and postcolonial contexts”, la candidata ha insegnato un modulo dal titolo “Objects of life: Representing memory in narratives and museums” incentrato sulla cultura materiale, sull’autobiografia e sulla rappresentazione della memoria, in particolare nel testo letterario di Leanne Shapton Important Artifacts and Personal Property from the Collection of Lenore Doolan and Harold Morris, Including Books, Street Fashion, and Jewelry e in una gamma di installazioni e musei culturali. Altre attività didattiche: dottorati, seminari, lezioni e supervisione di tesi di laurea Dottorati: Dal 09.11.2010 Claudia Gualtieri ha svolto attività didattica per il Dottorato di Lingue, Letterature e Culture Straniere poi Studi linguistici, letterari e interculturali in ambito europeo ed extra-europeo dell’Università degli Studi di Milano. Nell’ambito del seminario di anglistica, ha organizzato la giornata “The Postcolonial City. Città e territorio nella scrittura postcoloniale” e proposto un intervento dal titolo “Chris Abani e la città postcoloniale” (17 novembre 2011). Con Nicoletta Vallorani e Paolo Caponi ha contribuito alla sessione di Studi Culturali dal titolo “Tessiture tematiche e metodologiche: alcuni ambiti di studio” per il seminario di anglistica “La ricerca in ambito linguistico, letterario e culturale: strumenti e metodi” (17 febbraio 2012). Ha partecipato al workshop “La traduzione interlinguistica: storia, teorie, metodi” con un intervento dal titolo “La traduzione dei testi postcoloniali: Una sfida culturale” (17 aprile 2014). Lo stesso intervento è stato presentato al Dottorato in “Traduzione, interpretazione e interculturalità” dell’Università degli Studi di Bologna, sede di Forlì (21 aprile 2014). Seminari: L’attività didattica per seminari ha incluso 3 presentazioni di 2 ore ciascuna nel seminario “‘Fare’ Studi Culturali: Percorsi e pratiche di mediazione” per il corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e Cooperazione Internazionale. Queste lezioni hanno proposto la visione, lo studio testuale e la discussione dell’installazione visuale “The Stuart Hall Project” di John Akomfrah alla luce di alcuni saggi critici dello stesso Stuart Hall, (5 marzo, 9 e 30 aprile 2015). 2 ore di seminario presso l’Università di Cardiff dal titolo “Africa in Italy in theatre, cinema and literature” per il corso “Modern Italy: Birth of a Nation?” (20 marzo 2015). All’interno del seminario “Letterature del secondo Novecento: nuovi ambiti geografici, culturali ed espressivi” Claudia Gualtieri è intervenuta su “African Literatures in English”. Università di Bologna, Sede di Ravenna, (febbraio-marzo 1998). Lezioni: - 10 ore di lezione presso l’Università di Glasgow-Strathclyde sui temi dell’immigrazione e della necropolitica, degli Studi Culturali in Italia, della produzione artistica dei migranti e della nuova letteratura italiana. Altri interventi nell’ambito del corso “Modern Italy” hanno incluso: “Africa in Italy in theatre, literature and film”, “Postcolonial Italy” e la isione e discussione del film Va’ Pensiero. Storie ambulanti di Dagmawi Yimer. Tale attività didattica è stata svolta nell’ambito del Programma Erasmus+ Staff Exchange (17-26 marzo 2015). - “Edward Said: A Worldly Intellectual”, Summer School AISCLI, Torino, 21 settembre 2012. - “Introduzione all’analisi della scrittura esotica”, corso di Culture dei Paesi di Lingua inglese, Istituto Superiore per Interpreti e Traduttori (ISIT), Milano, 2 dicembre 2004; - “Esotismo tra colonia e postcolonialità”, corso di Studi Culturali, Dipartimento di Epistemologia ed Ermeneutica, Università di Milano Bicocca, 14 dicembre 2004; 5 - “Panorama delle letterature anglofone dell’Africa”, lezione in collaborazione con Università degli Studi di Bologna a Ravenna, 2 marzo 1999. Tesi: - Supervisione di circa 115 tesi di laurea triennale, 25 tesi di laurea magistrale e correlazione di circa 15 tesi di laurea magistrale. - Commissioni d’esame e di laurea. Attività scientifica L’attività scientifica svolta dalla candidata Claudia Gualtieri si è sviluppata seguendo un percorso articolato che dagli studi sulla letteratura vittoriana, Joseph Conrad e la scrittura dell’impero si è poi indirizzato verso le letterature e culture postcoloniali anglofone e la letteratura black British fino all’osservazione della contemporaneità secondo un approccio teorico-metodologico trasversale, interdisciplinare e culturalista. Nell’ultimo decennio di ricerca, gli ambiti anglofoni hanno catalizzato notevolmente l’interesse, sia per esigenze didattiche, sia per l’urgenza di raccordare i localismi specifici di produzione culturale −gli ambiti nazionali e canonici, ma anche quelli popolari e sottoculturali− all’interno di una visione più articolata, ispirata alle teorie di un nuovo umanesimo promosse da numerosi intellettuali (Tzvetan Todorov, Edward Said, Achille Mbembe, tra gli altri). La tarda modernità appare attraversata da fenomeni e dinamiche che attirano l’interesse dello studioso per la loro peculiarità rispetto al passato. Le migrazioni e i movimenti umani, con le conseguenti trasformazioni delle lingue e delle culture, delle pratiche di relazione e delle creazioni dell’immaginario, mostrano nuovi e affascinanti percorsi di conoscenza e interazione. Essi contrastano con le politiche di controllo e le nuove schiavitù, mentre traggono linfa dalle resistenze messe in atto da nuove coalizioni umane con modalità imprevedibili. Questi aspetti della modernità rendono interessante l’intervento dell’intellettuale come figura pubblica (“worldly”, Edward Said), il cui ruolo e funzione etica sono ancora più rilevanti ai fini dell’analisi della scrittura e della critica postcoloniali. Le espressioni della modernità suggeriscono e invitano possibili applicazioni anche delle suggestioni letterarie canoniche al fine di formulare strategie e discorsi nuovi per il presente. In quest’alleanza tra le tradizioni letterarie istituzionalizzate e le produzioni culturali non codificate si è spesso radicata l’attività scientifica recente della candidata, seguendo percorsi incentrati sia sulla Gran Bretagna e sulle singole nazioni anglofone sia su tematiche e aspetti connettivi transnazionali, secondo una prospettiva di fecondo dialogo transculturale, sia sull’Europa come teatro specifico e unico di nuove costruzioni politiche ed espressioni artistiche. Queste nuove articolazioni traggono suggestioni affascinanti da diverse tradizioni culturali, che oggi convergono verso l’Europa a causa dei massicci movimenti di persone, e propongono percorsi pratici e ibridi di creazioni letterarie e linguistiche finora inesplorate. Il percorso di ricerca ha preso l’avvio dallo studio della letteratura vittoriana e del discorso dell’impero. Scegliendo come testo fondamentale Heart of Darkness di Joseph Conrad, si sono letti i tratti costitutivi e le ambiguità delle rappresentazioni coloniali, identificando i rapporti specifici tra la cultura e l’impero, seguendo due linee guida. La prima si è rivolta a un tema circoscritto e ha osservato nei dettagli la ricezione e le interpretazioni del testo conradiano nel panorama critico-letterario e culturale italiano fino agli anni Ottanta del Novecento. La seconda linea di analisi, invece, ha perseguito un progetto più ampio per scandagliare il passaggio dal discorso coloniale al contro-discorso postcoloniale, prendendo come punto di partenza l’incontro destabilizzante tra Heart of Darkness e il commento provocatorio che ne aveva dato Chinua Achebe (“A Bloody Racist”). Quest’ultimo filone d’indagine si è sviluppato, a sua volta, seguendo un doppio binario secondo una prospettiva a lungo termine. Un percorso ha approfondito la costruzione e la permanenza dello stereotipo coloniale e della sua ambivalenza, monitorando anche la produzione letteraria neo-esotica di ambientazione africana. L’altro tracciato ha 6 esaminato, invece, la revisione della dialettica manichea coloniale, articolando una serie di tappe che hanno poi condotto allo studio della black Britain contemporanea. In particolare, la prima linea d’indagine volta ad approfondire il discorso dell’impero ha considerato le rappresentazioni esotiche dell’Africa occidentale negli scritti di viaggio. L’area geografica dell’Africa occidentale −come territorio di esplorazione e di conquista (descritto, per esempio, nei resoconti di viaggio alla scoperta del corso del fiume Niger)− ha ispirato una copiosa letteratura odeporica (M. Park, M. Kingsley, M. Gaunt, tra gli altri) e d’avventura (G.A Henty, E. Wallace, tra gli altri). Come contesto di elaborazione di pratiche di resistenza e di contro-discorso durante il periodo coloniale, l’Africa occidentale ha prodotto una scrittura di affermazione e di riscatto importante e originale (O. Equiano, J.B.A. Horton, C. Heyford, A.B.C. Merriman-Labor). Da questi approfondimenti si è originato il volume monografico Representations of West Africa as Exotic in British Colonial Travel Writing (2002), che esamina le diverse produzioni letterarie elaborando un paradigma dello stereotipo dell’esotismo, articolato sulle nozioni di meraviglia e differenza come costitutive dello sguardo coloniale sull’Altro e delle sue rappresentazioni. La scrittura esotica sull’Africa è un’area di ricerca perseguita anche nell’analisi del romanzo contemporaneo, come nel saggio sulla serie “The No 1 Ladies’ Detective Agency” di Alexander McCall Smith (2004, 2012) e in “Riflettendo sull’Africa, sulle Afriche, da una prospettiva di studi culturali” (2007, 2012). Nel primo si sottolinea la persistenza dello stereotipo nello sguardo occidentale sull’Africa e anche si osserva l’espandersi di un mercato del neo-esotismo africano in letteratura. Diversamente, nel secondo si leggono le storie e le geografie dell’Africa in un’ottica pluralista, esaminando determinati testi letterari che hanno come fondamento il gioco tra finzione e storicità. L’evoluzione dei progetti di ricerca sull’Africa anglofona ha conservato uno spazio privilegiato per la Nigeria e la sua produzione letteraria sia nazionale sia diasporica (come dimostrano i saggi su Zaynab Alkani e Chris Abani). Il secondo percorso del contro-discorso postcoloniale, che all’inizio si era sostanziato nell’esame della riscrittura dei canoni letterario e storiografico coloniali, si è poi indirizzato verso il superamento della dialettica binaria, dando specificità alle storie africane. In un primo tempo, l’analisi approfondita della produzione narrativa di Chinua Achebe ha rivelato modalità multiple di racconto della storia nazionale della Nigeria, mostrando le opposte visioni coloniale e postcoloniale, e ha posto al centro l’originalità della costruzione identitaria ibo, esaltandone la cultura e la tradizione. L’evoluzione della letteratura nigeriana in lingua inglese si è, quindi, osservata nella transizione generazionale da Chinua Achebe a Chris Abani, cogliendo la fedeltà alla tradizione ibo e affinando in chiave comparatistica alcuni temi significativi che mostrano le negoziazioni tra la storia coloniale e postcoloniale, e le loro rielaborazioni nella contemporaneità globalizzata dell’oggi. Il filo rosso della funzione sociale dello scrittore congiunge Achebe e Abani, come si è sostenuto nel saggio “Agire nel mondo: Chris Abani scrittore tra tradizione e cosmopolitismo” (2012), anche se l’identità dell’artista nelle nuove generazioni si costruisce in modalità diverse sulla scena globale rispetto al passato. Ciò si rivela coerente alla teoria postcoloniale che pone una tradizionale enfasi sull’etica dell’impegno, perché l’intellettuale possa farsi portavoce dei discorsi minori, dissenzienti e marginali, dunque delle specificità culturali che acquisiscono una valenza eccezionale come voci singole e locali, ma risultano centrali all’interno del dialogo transculturale. La candidata ha ampliato il suo sguardo d’indagine abbracciando l’analisi di altri contesti anglofoni, per osservare la presenza di diverse voci e identità culturali all’interno dei panorami nazionali. Il Canada e l’Australia −già considerati nel percorso di studi sull’impero britannico e sui discorsi dell’impero come colonie d’insediamento− sono stati osservati attraverso la lente postcoloniale e culturalista, per evidenziare la molteplicità degli apporti culturali e letterari (inclusi quelli dei primi abitanti e degli immigrati) e le problematiche specifiche che ogni nazione ha incontrato nella costituzione e rappresentazione della propria identità e storia. Nel 2005, con l’assegnazione della Faculty Enrichment Program Fellowship del governo canadese, la candidata ha svolto un periodo di ricerca a Vancouver, presso la University of British Columbia e la Simon Frazer University. Esso ha consentito di mettere a fuoco le sovrapposizioni delle interferenze coloniali e delle migrazioni su un territorio che non era terra nullius, come voleva il 7 discorso occidentale, bensì un luogo culturalmente abitato, con una sua peculiare storia dello spazio. Questo studio è sfociato in tre pubblicazioni: “Postcolonial Studies. Doing Research in Western Canada” (2005-6, 2012), “Hyphenated Identities. Italianness in the Poetry of ItalianCanadian Mary di Michele” (2008) e “Il museo di antropologia come museo culturale. Il caso del MOA di Vancouver” (2011). Da questa ricerca si sono sviluppati due percorsi analitici, l’uno riguardante le produzioni artistiche e letterarie in lingua inglese di autori “hyphenated”, che rivelano la complessità della costruzione identitaria ibrida, l’altro riguardante la questione della “indigeneity” nel contesto canadese contemporaneo. Quest’ultima linea di ricerca, che ha esordito con lo studio dei manufatti culturali esposti nei musei di antropologia e ha esplorato il significato della cultura materiale indigena in contrasto con le pratiche di collezione e conservazione museali tipiche coloniali, ha condotto, negli anni, allo studio delle produzioni letterarie e artistiche indigene come documenti di costruzione identitaria collettiva e come articolazioni originali di discorsi di resistenza. Recentemente la ricerca sulla “indigeneity” si è notevolmente sviluppata presso la sezione di etnografia del Manitoba Museum di Winnipeg e tramite contatti con il Pitt Rivers Museum di Oxford, specificatamente riguardo alle interconnessioni tra la cultura materiale e le cerimonie rituali, al valore culturale dell’oggetto inteso come dotato di vita, alle rappresentazioni letterarie, fotografiche e artistiche dei nativi del periodo coloniale. A questi studi si collega il progetto di una monografia che raccolga e racconti le culture e scritture del Canada contemporaneo con una duplice attenzione prospettica per le storie e le produzioni marginali spesso trascurate (First Nations, métis, inuit), e per le eredità letterarie che, originate in Europa, hanno poi contribuito alla creazione di un nuovo immaginario e di una nuova cultura nazionale. Il recente saggio “The Release of the Truth and Reconciliation Commission Findings on Indian Residential Schools in Canada, 2 June 2015”, in corso di pubblicazione, esamina un capitolo problematico e poco discusso della storia dei nativi del Canada attraverso l’analisi del dibattito politico sulla stampa e nei media nazionali e locali riguardo l’indagine sulle scuole residenziali che la Commissione per la Verità e la Riconciliazione ha compiuto. Il dibattito emerso in Canada sull’evento specifico della presentazione ufficiale del rapporto della Commissione è rivelatorio circa gli atteggiamenti pubblici e le politiche adottate in Canada verso la questione indigena. In risposta, le pratiche artistiche indigene –dalla recente esposizione itinerante “Walking with our sisters”, alla stesura di graphic novels come Red. A Haida Manga di M.N. Yahgulanaas, al movimento artistico “Beat Nation. Hip Hop as Indigenous Culture”, al volume di scrittura creativa e critica The Land We Are-- testimoniano il dissenso attraverso la creatività artistica e la scrittura letteraria. Negli ultimi anni, grazie al rilievo assunto dalle discipline culturologiche in ambito universitario in Italia, la metodologia postcoloniale si è efficacemente combinata, nella ricerca della candidata, con l’approccio degli Studi Culturali nell’osservazione dell’intersecarsi di letteratura e cultura nella Gran Bretagna contemporanea. Si è dedicata particolare attenzione alle rappresentazioni complesse, contaminate e, per differenza, puriste delle identità e delle alterità, e alle dinamiche dei discorsi di potere. Affermatasi come centro dell’impero coloniale e come esportatrice di civiltà, la Gran Bretagna ha subìto trasformazioni sostanziali che ne hanno ibridato la storia e la cultura in forme evidenti e particolari. Il volume monografico di taglio culturalista Dalla Englishness alla Britishness, 1950-2000. Discorsi culturali in trasformazione dal canone imperiale alle storie dell’oggi (con I. Vivan, 2008) indaga queste trasformazioni, evidenziandole attraverso discorsi appartenenti a diversi generi: letterari, istituzionali, teorici, sottoculturali e black British. L’evoluzione della rappresentazione e narrazione della nazione si osserva nelle espressioni della master narrative dell’impero e nella transizione verso una Britishness che si caratterizza per una molteplicità di apporti divergenti. In questo panorama eterogeneo di prospettive incrociate, di appartenenze e di emarginazioni, si colloca anche l’interesse per il romanzo britannico contemporaneo (“I romanzieri sono cannibali: Claudia Gualtieri intervista Elleke Boehmer”, 2004) e per la produzione black British, che propone uno sguardo periferico e decentrato sulla Gran Bretagna di oggi. Guardando alla scena britannica contemporanea, nel 2007 si è visto come le celebrazioni per il 8 bicentenario dell’abolizione della tratta degli schiavi nell’impero abbiano contribuito a riaprire il dibattito sulla storia della nazione, portando una pluralità di voci circa l’eredità che la storia coloniale e la pratica della schiavitù hanno lasciato per l’oggi. La chiave di lettura che collega l’esperienza della tratta e le schiavitù dell’oggi è l’ispirazione teorica della pubblicazione (cocurata con I. Vivan) “La schiavitù dalle colonie degli imperi alle trasmigrazioni postcoloniali” (2009), che attualizza il problema della schiavitù rivelandone le dinamiche di potere, oppressione e sfruttamento. Al tempo stesso, la pubblicazione dà voce alle rappresentazioni letterarie contro-discorsive contemporanee riguardo a questo tema. La raccolta approfondisce anche le riflessioni suggerite dalla giornata di studi “Catene di memoria. Il bicentenario dell’abolizione britannica della tratta degli schiavi (1807) in prospettiva contemporanea”, organizzata al Dipartimento di afferenza dell’Università degli Studi di Milano nel 2007. Al riguardo, il saggio “L’avventura dello schiavo scritta nel canone dell’impero” (2010) continua il ragionamento già annunciato in precedenza nell’articolo intitolato “Il dialogo con il colonizzatore” (2003). Esso analizza le contaminazioni e complicità tra l’eredità letteraria del canone imperiale (con particolare riferimento a Robinson Crusoe) e la scrittura degli schiavi. Questa prospettiva si rivela utile anche per leggere la produzione narrativa dei migranti che scrivono nella lingua ospite. La scrittura dei migranti e sui migranti è un palcoscenico straordinario sul quale si ibridano e mescolano storie e miti individuali e collettivi, pur conservando i racconti e gli immaginari locali e le memorie di vita di ciascuno. Accogliere questa scrittura come un territorio di negoziazione e di condivisione, nel progetto attuale di lavoro della candidata, significa raccordare alcuni dei filoni d’indagine finora perseguiti (l’Africa, la schiavitù, la colonizzazione, la funzione etica dell’intellettuale, il nuovo umanesimo). Sospendendo momentaneamente la fedeltà alle discipline di settore (linguistico, nazionalistico, di genere letterario) e cercando invece di identificare alcune tematiche, strategie narrative, o caratteristiche precise dei testi che consentano un’analisi trasversale, si possono arricchire gli approcci culturalisti e postcoloniali con le suggestioni che provengono da studi diversi ma interagenti come, per esempio, quelli sulla finanza etica, sull’utilizzo sostenibile delle risorse, sulla rilevanza del “locale”, sul superamento delle limitazioni imposte dalle identità normative. In questo ambito, che può considerarsi sperimentale per la metodologia ibrida adottata, la candidata si è attualmente rivolta all’esame delle manifestazioni e delle azioni autoritarie sui migranti nella forma della biopolitica. I resoconti di questa ricerca sono contenuti nei saggi “Bodies in transit: The imperial mechanism of biopolitics”, che osserva il meccanismo della necropolitica nel romanzo The Narrative of Jacobus Coetzee e nel testo teatrale Rumore di acque di Marco Martinelli formulando un’analisi comparata, e “Quale felicità per l’oggi? Suggerimenti dal mondo migrante”. Una simile analisi è stata proposta nel gruppo di lettura “Literature, culture and place” dell’Università di Glasgow-Strathclyde, attraverso l’esame comparato dei testi Noise in the Water di Marco Martinelli, The Lamplighter di Jackie Kay, e Turner e Slave Song di David Dabydeen. Questo percorso di ricerca, che si inserisce nel contesto del dibattito internazionale in ambito europeo sulle migrazioni contemporanee, si innesta sul lavoro scientifico svolto dalla scrivente sulle letterature dell’Africa anglofona, sulle schiavitù di ieri e di oggi, e sui confini. La pubblicazione del saggio “Operationalising Borders, Euro/African Borderscapes on Stage” e le comunicazioni ai convegni internazionali dei progetti europei Euroborderscapes e AfroEuropes IV esplorano la nozione di confine oltre la rappresentazione fisica al fine di mostrane la porosità, la mobilità e il superamento. Il progetto dialoga internazionalmente con il seminario “Race and Resistance in the Long Nineteenth Century Network” della Oxford University e con l’iniziativa multidisciplinare DIReCT Discrimination and Inequalities Research Team. Tale filone di ricerca si è recentemente concretizzato nella preparazione di una raccolta di saggi in esame per l’editore Peter Lang nella serie “Race and Resistance in the Long Twentieth Century”. E’ un filone di ricerca che anima gli studi postcoloniali a livello europeo e motiva l’esigenza di un raccordo e un dialogo internazionale proficui. Per questo la scrivente collabora con il Centre for Postcolonial Studies Network, appena fondato presso la School of Advanced Studies della University of London, inserendo la propria figura accademica come rappresentativa dell’utilizzo pedagogicodidattico e scientifico degli approcci metodologici integrati degli Studi Culturali e Postcoloniali. 9 Le intersezioni tra la letteratura della migrazione dall’Africa e le contaminazioni artistiche, letterarie e culturali nei paesi ospiti costituiscono un ulteriore ambito di analisi, anche alla luce delle recenti ipotesi che scorgono nell’Africa un laboratorio di modelli perseguibili per il futuro, che si prestano a un’elaborazione teorica (J. e J. Comaroff, Theory from the South, Boaventura de Sousa Santos, Epistemologies of the South). La partecipazione al simposio “The Black Mediterranean: Afro-Italian Connections” nell’ambito del Lagos Black Heritage Festival 2012, con una relazione dal titolo “Mandiaye N’Diaye’s Work in Teatro delle Albe (Italy) and Takku Ligey Théâtre (Senegal)”, accoglie l’affascinante suggestione dell’ispirazione africana discutendo alcuni testi teatrali. Lo studio si interroga sulle migrazioni e sui transiti delle persone e delle espressioni culturali, accogliendo l’idea dell’esemplarità del modello africano. Su questo aspetto preciso, il saggio “Quale felicità per l’oggi? Suggerimenti da mondo migrante” propone un modello utopico di felicità innestato sulle buone pratiche del presente. Tale studio, inserito nel progetto PRIN 2008 su “Il futuro come intreccio” (Università di Bari e Padova), ha inaugurato un percorso di riflessione sull’utopia che è confluito nella partecipazione al progetto interdipartimentale biennale “In cerca dell'isola che non c'è. Utopie, luoghi buoni e felicità” (2014-2016) e che continua incorporando anche le analisi delle visioni del mondo indigene. Sulla suggestione del modello teorico e pratico portato dalle migrazioni e dai movimenti di persone e culture, si era presentata una comunicazione al convegno AISCLI 2011 dal titolo “‘Actions from the South’: Teatro delle Albe e Takku Ligey Théâtre”, che è stata poi pubblicata. Nell’ambito del Festival di Lagos si sono anche prospettate ipotesi di ricerca sull’arte performativa e sulle connessioni afro-italiane circa la figura dell’Arlecchino nero, la rappresentazione teatrale delle migrazioni dall’Africa all’Italia e la realizzazione di collaborazioni afro-italiane per l’ibridazione di testi classici, racconti e storie. Tale indagine trasversale è proseguita in Senegal, nel giugno 2013, in occasione del Festival de Theatre pour l’Enfance et la Promotion de Jeunes Talents Africaines, svoltosi a Pikine (Dakar), Diol Kadd e altre località in Senegal, ove i gruppi teatrali ibridavano suggestioni disparate e lingue diverse nelle loro rappresentazioni teatrali. In Italia, la collaborazione con il progetto Postcolonialitalia dell’Università degli Studi di Padova ha prodotto la pubblicazione libera online del saggio “Voci dell’Africa, dall’Africa in Italia” per la sessione “The postcolonial in Italy. English Studies” (http://www.postcolonialitalia.it/index.php?lang=en&Itemid=156). Ulteriori percorsi di studio hanno seguito suggestioni tematiche emerse da precise occasioni di riflessione le quali, in alcuni casi, si sono raccordate a filoni d’indagine precedenti che, a loro volta, avevano segnato importanti tappe di ricerca. Nel 2012 si è concretizzato un lavoro di studio sul Sudafrica che ha approfondito la transizione dall’apartheid alla democrazia e i due decenni successivi. Iniziato nel 2004 con l’organizzazione del convegno internazionale “Il nuovo Sudafrica dieci anni dopo l’apartheid – The New South Africa Ten Years After Apartheid”, il progetto è proseguito nel 2010 con la giornata di studi “Prisma Sudafrica: la nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione, 1990-2010”, sfociando in due pubblicazioni che contengono saggi della candidata: “Il prisma sudafricano. Sport, turismo e avventura nel paese del postapartheid” (che contiene una parte in collaborazione con L. De Michelis, I. Vivan e R. Pedretti) e “Turismo e nation branding. Spazio naturale e spazio urbano nel nuovo Sudafrica”. La prima pubblicazione coglie lo sforzo di ricostruzione e promozione della nazione sudafricana sulla scena interna, continentale e internazionale, nel difficile superamento della storia passata che guardare a un futuro orientato alla riappacificazione e unione. Il secondo saggio, che si trova nel volume Prisma Sudafrica. La nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione (1990-2010), esplora le sfaccettature del prisma sudafricano dopo vent’anni di democrazia, mettendo in luce alcuni salienti aspetti storici, culturali e letterari. Questi studi si collegano alla presentazione della relazione (con I. Vivan) “Memoria e identità nel Sudafrica postapartheid: musei culturali e siti celebrativi” al Seminario Interdisciplinare Interfacoltà Interuniversitario 2011 “Beni comuni” e alla pubblicazione (con I. Vivan) del saggio “La Truth and Reconciliation Commission nella letteratura sudafricana” (2014). Essi arricchiscono l’indagine su un paese che richiama tuttora un’attenta osservazione critica, sia per le soluzioni innovative e rivoluzionarie che hanno guidato la transizione sia per le criticità ora evidenti nella complessa e rischiosa gestione della democrazia. 10 L’interesse tematico per lo studio della città percorre trasversalmente diversi contesti di ricerca della scrivente, poiché la città postcoloniale rappresenta la meta ideale e fisica delle migrazioni e dei movimenti, è il palcoscenico in cui si esprimono le arti urbane (anche delle Prime Nazioni del Canada) e in cui acquistano voce pubblica i movimenti di resistenza, è un luogo in costante trasformazione e tensione esplosiva. In questa linea di ricerca, il progetto “Smart cities are meeting places” indaga la città postcoloniale nelle sue articolazioni ed espressioni nella letteratura postcoloniale, nella sua funzione coesiva di luogo d’incontro (Paul Carter,The Meeting Place) e nella trasformazione post-industriale. La ricerca si raccorda al progetto “Metamorfosi urbane” del Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Milano, alla serie di convegni “Planned Violence. Post/Colonial Urban Infrastructures and Literature”, ai quali la scrivente ha partecipato come recensore nelle sedi britanniche, e al progetto “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”. Il progetto “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Negionalisms in Europe”, che la scrivente ha formulato in collaborazione con Roberto Pedretti e con Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz in Germania, propone una riflessione sul futuro degli Studi Culturali e Postcoloniali alla luce delle trasformazioni storiche, economiche, sociali e culturali che l’Europa ha subìto negli ultimi anni. Il progetto ha ottenuto, per due anni consecutivi, il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" e realizzato due convegni. Il primo convegno ha avuto luogo all’Università degli Studi di Milano in dicembre 2014 e gli atti saranno pubblicati nel 2016 nella serie CHAT da WVT Publishers (Trier, Germany). Il secondo convegno, dal titolo “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe II: Emergency Diasporas and Borderlands”, avrà luogo presso la Technische Universität di Chemnitz in giugno 2016. Nell’instaurare un dialogo proficuo tra studiosi italiani e tedeschi in collaborazione multidisciplinare, il progetto promuove la partecipazione di studenti e giovani accademici che si confrontano su temi urgenti quali il ruolo politico che la letteratura e le arti possono avere nella specifica contingenza della crisi europea, la funzione dell’intellettuale pubblico e l’urgenza pedagogica che ha decisamente caratterizzato gli studi culturali e postcoloniali negli ultimi anni. In questo settore, la scrivente ha espresso la convinzione del compito etico dell’intellettuale: un’impostazione teorica che è il filo conduttore del volume Working and Writing for Tomorrow. Essays in Honour of Itala Vivan, co-curato con A. Oboe e R. Bromley (2008). Anche l’intervento presentato al convegno “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe”, ora in corso di pubblicazione nel volume che ha lo stesso titolo del convegno, contestualizzando la pratica pedagogica e culturalista nell’esperienza storica e culturale italiana, testimonia in favore della funzione sociale e critica della pedagogia come formativa dello spirito critico e dell’atteggiamento attivo diretto all’attuazione di pratiche di convivenza e cooperazione foriere di un nuovo umanesimo. Borse di studio e inviti Dall’1.9.2015 al 12.2.2016 la candidata ha ricevuto l’invito come studiosa presso la English Faculty della University of Oxford per svolgere ricerca in diversi ambiti di interesse e per stabilire collaborazioni internazionali. Il 20 novembre è stata invitata a presentare “The Truth and Reconciliation Commission for Indian Residential School in Canada”, nell’ambito del “Race and Resistance Seminar”. Dal 25.5.2015 al 18.6.2015 è stata invitata come studiosa presso il Manitoba Museum a Winnipeg, per approfondire la conoscenza della cultura materiale delle prime nazioni e dei manufatti coloniali conservati nel museo, per osservare le pratiche e le politiche museali, per lo studio delle produzioni artistiche e culturali indigene e dei métis, per esplorare la prospettiva “esotica” del Nord e per stabilire collaborazioni internazionali. Nel 2015 è stata invitata al Reading Group di docenti dell’Università di Glasgow-Strathclyde per presentare e commentare Noise in the Water di Marco Martinelli in analisi comparata con The Lamplighter di Jackie Kay, Turner e Slave Song di David Dabydeen (25 marzo). 11 Nel 2005 ha ricevuto la Faculty Enrichment Program Fellowship del governo canadese per partecipare al seminario organizzato dall’International Council for Canadian Studies (ICCS) a Vancouver, per svolgere ricerca sulle Prime Nazioni della British Columbia presso la University of British Columbia e il Museum of Anthropology, e per studiare le culture urbane nella città si Vancouver (giugno). Nel 2001 ha ricevuto l’invito presso l’University of Nottingham per presentare la relazione “Virtuous Women and Immaculate Figures: Female Representations in Some Contemporary Fiction about Africa” (1 maggio). Nel 1996 ha ricevuto la Fulbright Scholarship per svolgere ricerca come Visiting Scholar presso il Department of English and African Literatures, University of Texas at Austin e presso il Department of English, University of Pittsburgh, US. (aprile-giugno) Negli anni 1991-1992 ha ricevuto il British Council Full Award della durata di un anno per studiare presso la University of Leeds, UK. Finanziamenti per la ricerca FIRST 2003 - “Ibridismi culturali nella black Britain nella contemporaneità”, la candidata ha partecipato come componente con Itala Vivan. FIRST 2004 e 2005 - “Cammini nella contemporaneità: studio delle culture dei paesi di lingua inglese secondo una prospettiva critica postcoloniale e di studi culturali”, la candidata ha partecipato come componente con Itala Vivan. FIRST 2006 – Responsabile del progetto “Africa esotica: cronache dell’Ottocento imperiale inglese”. FIRST 2007 - Responsabile del progetto “Schiavitù ieri e oggi”. FIRST 2008 - Responsabile del progetto “La schiavitù dalle colonie degli imperi alle trasmigrazioni postcoloniali”. PRIN 2008-2012 - “Il futuro come intreccio” (Università di Bari, coordinatore nazionale Stefano Bronzini, unità dell’Università di Padova, responsabile Merio Scattola). Dal progetto è scaturita la pubblicazione del volume Il futuro come intreccio cui la candidata ha partecipato con il saggio dal titolo “Quale felicità per l’oggi? suggerimenti dal mondo migrante”. 2014 – La candidata ha ottenuto il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" come respondabile, assieme a Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz, del progetto “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”. Si è realizzato un convegno presso l’Università degli Studi di Milano il 2-5 dicembre 2014 e gli atti sono in corso di pubblicazione nella serie CHAT di WVT Publishers (Trier, Germany). 2015 - La candidata ha ottenuto il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" come respondabile, assieme a Cecile Sandten, della seconda fase del progetto “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe II: Emergency Diasporas and Borderlands” e per la realizzazione di un convegno, previsto per 1-5 giugno 2016, presso la Technische Universität di Chemnitz. Attività editoriali Membro del comitato di redazione della rivista Afriche e Orienti. Studi ai confini tra Africa, Mediterraneo e Medio Oriente. Referente per l’Africa anglofona della rivista Il Tolomeo. Le Nuove Letterature: inediti, articoli, recensioni. 12 Dal 2004 al 2012: membro del comitato scientifico della rivista Culture. Annali del Dipartimento di Lingue e Culture Contemporanee della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Associazioni Membro di: Centre for Postcolonial Studies Network (SAS, University of London), AISCLI (Associazione italiana per lo studio delle culture e letterature e in lingua inglese), EACLALS (European Association for Commonwealth Literature and Language Studies), AISC (Associazione italiana di studi canadesi), ISOLA (International Society of the Oral Literature of Africa), ASAI (Associazione per gli Studi Africani in Italia), ANDA (Associazione Nazionale Docenti di Anglistica). Organizzazione di convegni 2016 – Co-organizzazione per la parte scientifica (con Cecile Sandten e Roberto Pedretti) del Convegno internazionale “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe II: Emergency Diasporas and Borderlands”, finanziato da DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa", che avrà luogo alla Technische Universität di Chemnitz, 1-5 giugno. 2014 - Convegno internazionale “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”, con Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz e Roberto Pedretti, finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa", Università degli Studi di Milano, 2-5 dicembre. 2010 - Convegno (con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto Pedretti) “Prisma Sudafrica. La nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione, 1990-2000”, Dipartimento di lingue e culture contemporanee, Università degli Studi di Milano, 24 novembre. 2007 - Convegno (co-organizzato con con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto Pedretti) “Catene di memoria. Il bicentenario dell’abolizione britannica della tratta degli della schiavi (1807) in prospettiva contemporanea”, Dipartimento di lingue e culture contemporanee, Università degli Studi di Milano, 27 novembre. 2004 - Convegno internazionale (co-organizzato con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto Pedretti) “Il Nuovo Sudafrica dieci anni dopo l’apartheid – New South Africa Ten Years After Apartheid”, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano, 29-30 novembre. Interventi a convegni 2014-2016 – Partecipazione su invito come recensore ai 3 convegni realizzati in Gran Bretagna per il progetto “Planned Violence. Post/Colonial Urban Infrastructures and Literature”. Convegno di apertura “Empire and Post-Empire in the Global City”, King’s College, Londra, 30-31 gennaio 2014; “Comparative Infrastructures, South and North Workshop. Summary”, University of Oxford, 24-25 settembre 2015; evento conclusivo: “August Clouds. Forensic Architecture’s 2014 Gaza War Investigation”, University of Warwick, 20 gennaio 2016. 2015 – Intervento su invito “The Truth and Reconciliation Commission for Indian Residential School in Canada”, Race and Resistance Seminar, Università di Oxford, 20 novembre. 2015 – Intervento su invito “La decolonizzazione viene dall’Africa”, Seminario internazionale “Ripensare la decolonizzazione. ll Portogallo, l’Europa e il sistema mondiale tra paradigma teorico e rappresentazione culturale”, Panel “Decolonizzare la letteratura”, Università degli Studi di Milano, 14 maggio. 13 2014 - “Teaching as a Cultural Practice. Pedagogy and the life of Cultural Studies”, Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe, Universitàdegli Studi di Milano, 3 dicembre. 2014 - Intervento su invito “Voci dell’Africa, dall’Africa in Italia”, Progetto Postcolonialitalia “The postcolonial in Italy. English Studies”, Università di Padova, 27 giugno. http://www.postcolonialitalia.it/index.php?lang=en&Itemid=156 2013 - “Afroeuropean youth performing on stage: The actions of Senegalese-Italian director Mandiaye N'Diaye”, AfroEuropes IV, University of London, 1-4 ottobre. 2013 - Intervento su invito “Operationalising borders, or, de-bordering: Euro-African borderscapes on stage”, European Border Studies Conference, “Mapping Conceptual Change in Thinking European Borders”, Università di Bergamo, 3-5 luglio. 2013 – Intervento su invito “Narrazioni tra Africa, America ed Europa: la presenza di Olaudah Equiano”, Giornata internazionale “Narrazioni di schiavitù e migrazioni tra Afriche e Americhe”, Università degli Studi di Milano, 18 aprile. 2012 - “Mandiaye N’Diaye’s work in Teatro delle Albe (Italy) and Takku Ligey Théâtre (Senegal)”, Symposium “Black in the Mediterranean Blue”, Black Heritage Festival, Lagos, 2-5 aprile. 2011 – “‘Actions from the South’: Teatro delle Albe and Takku Ligey Théâtre”, convegno AISCLI “Contemporary Sites of Chaos in the Literatures and the Arts of the Postcolonial World”, Università di Napoli ‘L’Orientale’, 29-30 settembre. 2011 - “Identità e memoria nel Sudafrica postapartheid: musei culturali e siti celebrativi” (con Itala Vivan), Seminario Interdisciplinare Interfacoltà Interuniversitario (SIII) “Beni comuni”, Milano, 6 aprile-20 maggio. 2010 - “Chris Abani: la scrittura nigeriana contemporanea tra tradizione e cosmopolitismo”, convegno “Studi italiani sull’Africa a 50 anni dall’indipendenza”, Università di Napoli ‘L’Orientale’, 30 settembre-2 ottobre. 2010 - “Bellezze naturali e storie della terra”, convegno “Confini mobili. Lingua e cultura nel discorso del turismo”, Università degli Studi di Milano, 10-12 novembre. 2007 - “L’avventura dello schiavo scritta nel canone imperiale”, convegno “Catene di memoria. Il bicentenario dell’abolizione britannica della tratta degli della schiavi (1807) in prospettiva contemporanea”, Dipartimento di lingue e culture contemporanee, Università degli Studi di Milano, 27 novembre. 2007 - “La voce dello schiavo negli archivi imperiali”, giornata di studi “Afriche e schiavitù”, Casa della cultura, Milano, 27 ottobre. 2006 - “Riflettendo sull’Africa, sulle Afriche, da una prospettiva di studi culturali”, giornata di studi sulle letterature africane di lingua inglese, Centro interdipartimentale di teoria e storia comparata della letteratura, Università di Bologna, 13 ottobre. 2003 - “Re-reading the Exotic in British Colonial Travel Writing”, convegno AIA “Cross-Cultural Encounters. New Languages, New Sciences, New Literatures”, Università di Modena, 25-27 settembre. 2001 - Conferenza su invito Virtuous Women and Immaculate Figures: Female Representations in Some Contemporary Fiction about Africa”, University of Nottingham, 1 maggio. 2001 - “Crossing Doors: Questions of Identity in A.B.C. Merriman-Labor’s Britons through Negro Spectacles”, convegno AISLI “In that village of open doors: le nuove letterature crocevia della cultura moderna”, Università Ca’ Foscari, Venezia, 1-3 novembre. 2000 - “Le donne virtuose di Zaynab Alkali”, convegno della Società italiana delle letterate (SIL), Università di Bari, 3-5 Novembre. 14 1994 - “Ambiguity versus colonial discourse in Joseph Conrad’s Heart of Darkness”, XX° Joseph Conrad Conference, Londra, 7-9 luglio. 1993 - “The Colonial Exotic Deconstructed: A Suggested Reading Paradigm for Postcolonial Texts”, convegno EACLALS “Nationalism Vs Internationalism”, Graz, Austria, 18-22 maggio. PUBBLICAZIONI Monografie Representations of West Africa as Exotic in British Colonial Travel Lewiston/Queenston/Lampeter, The Edwin Mellen Press, 2002, ISBN 0-7734-7065-4. Writing, Con Itala Vivan, Dalla Englishness alla Britishness, 1950-2000. Discorsi culturali in trasformazione dal canone imperial alle storie dell’oggi, Roma, Carocci, 2008, ISBN 978-88-4304822-9. Curatele Con Lidia De Michelis, Itala Vivan e Roberto Pedretti, Prisma Sudafrica. La nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione (1990-2010), Firenze, Le Lettere, 2012, ISBN 978-88-6087-583-9. Con Itala Vivan, Dossier La schiavitù. Dalle colonie degli imperi alle trasmigrazioni postcoloniali, Afriche e Orienti, 3-4, 2009, pp. 4-117, ISSN 1592-6753. Con Annalisa Oboe e Roger Bromley, Working and Writing for Tomorrow. Essays in Honour of Itala Vivan. Nottingham, CCCP, 2008, ISBN 978-1-905510-17-7 (UK), 978-1-60271-014-6 (US). Articoli in rivista e contributi in volume “Teaching as a Cultural Practice. Pedagogy and the life of Cultural Studies” in Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”, in Claudia Gualtieri, Roberto Pedretti, Cecile Sandten and Tobias Schlosser eds, Trier, Germany, WVT Publishers, 2016, Proceedings of the “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe” Conference, Università degli Studi di Milano, 2-5 dicembre 2014. In corso di pubblicazione. “The Release of the Truth and Reconciliation Commission Findings on Indian Residential Schools in Canada, 2 June 2015” in Utopian Scenarios in Effective Communication to Citizens and Corporations, Miriam Bait, Marina Brambilla and Valentina Crestani eds, Peter Lang, 2016. In corso di stampa. “Operationalising Borders, Euro/African Borderscapes on Stage” in Borderscaping: Imaginations and Practices of Border Making, Chiara Brambilla, Jussi Laine, James W. Scott, Gianluca Bocchi eds, Farnham, Ashgate, 2015, pp. 237-245. ISBN 9781472451460 (hbk), ISBN 9781472451477 (ebk – PDF), ISBN 9781472451484 (ebk – ePUB) Con Itala Vivan, “I musei d’impresa raccontano Milano e la Lombardia” in Milano città delle culture, M. Vittoria Calvi ed Emilia Perassi, a cura di, Milano, Edizioni di storia e letteratura, 2015, pp. 481-491, ISBN 9788863727845. “Bodies in Transit: The Imperial Mechanism of Biopolitics”, Le Simplegadi, XII, 12, 2014, pp. 110-126, ISSN 1824-5226. Con Itala Vivan, “La Truth and Riconciliation Commission nella letteratura sudafricana” in Culture della memoria e patrimonializzazione della memoria storica, Cristiana Fiamingo, a cura di, Milano, Unicopli, 2014, pp. 247-260, ISBN 9788840017624. “‘Actions from the South’: Teatro delle Albe and Takku Ligey Théâtre” in Contemporary Sites of Chaos in the Literatures and Arts of the Postcolonial World, Marie Hélène Laforest and Frances Jane Wilkinson eds. Roma, Aracne, 2013, pp. 141-155, ISBN 978-88-548-6233-3. 15 “Quale felicità per l’oggi? 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