CLAUDIA GUALTIERI
CURRICULUM VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI
COGNOME
NOME
DATA DI NASCITA
GUALTIERI
CLAUDIA
19.07.1956
Relazione sintetica
Claudia Gualtieri è una studiosa di lingua, letteratura e cultura inglese, e di letterature e
culture anglofone. Si è formata come linguista e letterata presso l’Università degli Studi di
Bologna (Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne) e si è specializzata come
postcolonialista presso l’Università di Leeds (MA by Research e PhD in Postcolonial Studies con
un British Council Full Award, 1991-1992), con periodi di ricerca come “visiting research scholar”
presso l’Università del Texas a Austin e l’Università di Pittsburgh (Fulbright Scholarship, 1996),
l’Università della British Columbia (Faculty Enrichment Program Fellowship, 2005), il Manitoba
Museum di Winnipeg (2015) e la English Faculty dell’Università di Oxford (2015-2016).
Il suo percorso di ricerca si è inizialmente incentrato sul romanzo vittoriano, sulla scrittura
letteraria coloniale dell’Ottocento inglese, sulla costruzione dell’esotico nelle rappresentazioni
dell’alterità, sulla scrittura di viaggio e di esplorazione, su Joseph Conrad e Chinua Achebe.
Accanto alla letteratura inglese dell’Ottocento, un’area di interesse privilegiato è stata la
produzione letteraria ispirata dai nuovi nazionalismi africani dopo le indipendenze degli anni
Sessanta del Novecento, con uno sguardo attento verso la cultura orale e performativa
dell’Africa anglofona, specialmente dell’Africa occidentale e della Nigeria. La ricerca si è poi
sviluppata intorno alle interconnessioni tra letteratura coloniale e postcoloniale, ai discorsi
dell’impero e alla contro-scrittura postcoloniale, alle testimonianze delle donne, alle
autobiografie della schiavitù e alle pratiche del turismo, ove l’esotismo rimane un ambito di
studio. L’indagine sulla costruzione delle identità nazionali e dei nazionalismi, della lingua
dell’impero e delle lingue inglesi, si è svolta in concomitanza all’approfondimento dei fenomeni
di multiculturalismo, transnazionalismo e globalizzazione in prospettiva interdisciplinare.
All’Università degli Studi di Milano, dove ha insegnato come docente a contratto prima di
entrare in ruolo, Claudia Gualtieri ha orientato la sua indagine analitica e critica anche verso gli
Studi Culturali, ponendo come importante ambito di ricerca la contemporaneità.
Con sguardo attento e critico sui contesti storici e culturali del presente, si sono approfondite le
espressioni letterarie, culturali, sottoculturali e minoritarie nei paesi anglofoni – in particolare in
Canada, Australia, Nigeria e Sudafrica – con un’attenzione specifica ai rapporti tra cultura e
potere nelle diverse storie e produzioni letterarie delle nazioni e dei gruppi. In questo ambito, lo
studio dell’operato delle Commissioni per la Verità e la Riconciliazione in Sudafrica e in Canada
ha fornito l’occasione per coniugare l’analisi storico-politica a quella artistico-letteraria. Nel
contesto britannico si sono osservati e analizzati lo sviluppo delle teorie culturaliste, la
transizione dalla Englishness alla Britishness, la letteratura black British e le espressioni
letterarie, culturali e artistiche che mostrano il fenomeno dell’ibridazione. Gli studi sul turismo,
ancorati alle costruzioni esotiche e, per differenza, al turismo sostenibile, sono ancora un centro
d’interesse, assieme alle letterature e alle produzioni artistiche delle migrazioni e delle
diaspore, recentemente osservate sia in alcune esperienze di teatro d’avanguardia in Italia sia
nelle costruzioni delle identità afro-europee. Oltre agli strumenti della critica letteraria, la
prospettiva analitica e metodologica di Claudia Gualtieri si avvale degli approcci teorici degli
Studi Culturali e della Teoria Postcoloniale applicati con taglio interdisciplinare.
1
La ricerca attuale si dirama lungo alcuni filoni che, da un lato, coronano il lavoro svolto
precedentemente con convegni e progetti di pubblicazioni e, dall’altro lato, intraprendono
percorsi nuovi. Un importante progetto di ricerca pluriennale riguarda la questione della
“indigeneity” nel contesto canadese contemporaneo: la ricerca è iniziata presso la University of
British Columbia, proseguita presso il Manitoba Museum di Winnipeg ed approfondita alla
University of Oxford con un programma di conferenze e il progetto di una pubblicazione.
Durante il periodo di ricerca presso l’Università di Oxford si sono sviluppati tre percorsi specifici
che, pur nella diversità contenutistica, convergono sia nell’utilizzo degli approcci metodologici
postcoloniale e culturalista, sia nell’obiettivo della ricerca. (1) Con uno sguardo ampio e
interdisciplinare sul dibattito postcoloniale contemporaneo, una linea di ricerca ha come
oggetto “Postcolonial Theory from the South”. L’obiettivo si configura nell’identificare percorsi
letterari e culturali che si inseriscano nelle riflessioni più attuali della teoria critica e della
critica letteraria. Tali riflessioni scorgono, nelle proposte provenienti dal sud del mondo, visioni
e pratiche creative e partecipative di produzione artistica che emergono dal quotidiano. La
riflessione sul futuro degli Studi Postcoloniali è un’esigenza a carattere internazionale che si
esprime fortemente anche a livello europeo. Per partecipare al dialogo internazionale Claudia
Gualtieri ha recentemente instaurato una collaborazione con il Centre for Postcolonial Studies
Network appena inaugurato dalla School of Advanced Studies dell’Università di Londra ed è in
contatto con il gruppo di lettura “Literature, culture and place” dell’Università di Strathclyde a
Glasgow.(2) Con uno sguardo attento e sensibile alle dinamiche di potere, subalternità e
resistenza, centrali all’analisi postcoloniale, un altro percorso di ricerca si inserisce nel contesto
del dibattito internazionale in ambito europeo sulle migrazioni contemporanee dall’Africa,
innestandosi sul lavoro scientifico svolto dalla scrivente sulle schiavitù di ieri e di oggi, sui
confini e i borderscapes, sulle letterature dell’Africa anglofona, e sulla partecipazione ad alcune
iniziative di Postcolonialitalia dell’Università degli Studi di Padova. Il progetto dialoga
internazionalmente con il seminario “Race and Resistance in the Long Nineteenth Century
network” della Oxford University, e con due programmi di ricerca dell’Università degli Studi di
Milano: l’iniziativa multidisciplinare DIReCT Discrimination and Inequalities Research Team e con
il progetto biennale interdipartimentale sull’utopia “In cerca dell'isola che non c'è. Utopie,
luoghi buoni e felicità” (2014-15) e “In cerca dell'isola che non c'è. Seconda tappa” (2015-16), di
cui la scrivente fa parte. (3) Infine, con un’attenzione mirata ai progetti di ricerca già avviati, lo
studio “Smart cities are meeting places” indaga la città postcoloniale nelle sue diverse
articolazioni ed espressioni: la città nella letteratura postcoloniale, la città come luogo
d’incontro (assorbendo suggerimenti dai concetti di spazio e luogo propri della storia culturale
aborigena e indigena dell’Australia e del Canada), e la città post-industriale. Quest’ultimo
aspetto si raccorda al progetto “Metamorfosi urbane” del Dipartimento di Scienze della
Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Milano, ed è stato
anche l’oggetto di un workshop nel convegno “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”.
Per il progetto “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Negionalisms in Europe”,
Claudia Gualtieri e Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz in Germania hanno
ottenuto, per due anni consecutivi, il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" e
realizzato due convegni. Il primo convegno ha avuto luogo all’Università degli Studi di Milano in
dicembre 2014 e gli atti saranno pubblicati nel 2016 nella serie CHAT da WVT Publishers (Trier,
Germany). Il secondo convegno dal titolo “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe II:
Emergency Diasporas and Borderlands” avrà luogo presso la Technische Universität di Chemnitz
nel giugno 2016.
Titoli di studio e abilitazioni
2014 - Abilitazione alla II fascia per il settore concorsuale 10/L1 Lingue, Letterature e Culture
Inglese e Anglo-Americana, settore scientifico disciplinare L-LIN/10 Letteratura Inglese (Bando
2012, DD n. 222/2012)
2000 - Doctor of Philosophy in Postcolonial Studies conseguito presso l'Università di Leeds, UK,
titolo della dissertazione “The Discourse of the Exotic in British Colonial Travel Writing in West
2
Africa”, relatore Prof. Elleke Boehmer, esaminatore interno Prof. Shirley Chew, esaminatore
esterno Prof. Kenneth P. Parker.
1993 - Master of Arts by Research in Postcolonial Studies conseguito presso l'Università di Leeds,
titolo della tesi “Conrad and Achebe and the Discourse of Colonialism”, relatore Prof. Elleke
Boehmer, esaminatore interno Prof. David Richards, esaminatore esterno Prof. Elizabeth
Gunner.
1987 - Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne conseguita presso l’Università degli Studi di
Bologna, titolo della tesi “Heart of Darkness, vent’anni d’interpretazioni (1960-1980)”, relatore Prof.
Alfredo Rizzardi, votazione 110 e lode.
Attività professionale
Dal 2006 a oggi - Ricercatore confermato di Letteratura Inglese presso il Dipartimento di Scienze
della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali, Università degli Studi di Milano.
Dall’01.01.2004 al 01.1.2006 - Ricercatore di Letteratura Inglese presso la Facoltà di Scienze
Politiche, Università degli Studi di Milano.
Dall’a.a 2010-2011 al 2012-2013 - Membro del Collegio Docenti del Dottorato di Lingue,
Letterature e Culture Straniere dell’Università degli Studi di Milano.
Dall’a.a. 2013-2014 a oggi - Membro del Collegio Docenti del Dottorato di Studi Linguistici,
letterari e interculturali in ambito europeo ed extra-europeo dell’Università degli Studi di
Milano.
Dall’a.a. 2008-2009 a oggi - Membro della Commissione Erasmus del Corso di Laurea Triennale in
Mediazione Linguistica e Culturale e del Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la
Comunicazione e Cooperazione Internazionale. Con incarico istituzionale riguardo ai programmi
LLP/ERASMUS/ERASMUS+, partecipa alle procedure di selezione degli studenti per l’Erasmus
Placement/Traineeship e degli studenti Erasmus in entrata e in uscita nelle sedi di lingua
inglese. Assiste inoltre gli studenti durante il periodo della borsa di studio all’estero e in sede.
Negli a.a. 2002-3, 2003-4, 2004-5 - Professore a contratto di Cultura Inglese presso il corso di
Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale, Dipartimento di Lingue e Culture
Contemporanee, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano.
Dall’01.10.1993 al 31.12.2003 - Professore di ruolo di Lingua e Civiltà Inglese (A360) presso il
Liceo Scientifico “Ferrari” di Cesenatico.
Nell’a.a. 1996-1997 - Professore a contratto di Esercitazione di Inglese Scientifico presso la
Scuola diretta a fini speciali per dirigenti e docenti di Scienze Infermieristiche, Facoltà di
Medicina, Università degli Studi di Bologna.
Dal 1991 al 2003 - Cultore della materia presso l’insegnamento di Lingua Inglese, Dipartimento di
Lingue e Letterature Straniere Moderne, Facoltà di Magistero, Università di Bologna (1991-92);
presso gli insegnamenti di Letteratura Inglese Moderna e Contemporanea della Facoltà di
Magistero e Letteratura Inglese Contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di
Bologna (1992-1995); presso l’insegnamento di Lingua e Letteratura Inglese, Dipartimento di
Lingue e Letterature Straniere Moderne, Facoltà di Magistero, Università di Bologna (1995-1998);
presso l’insegnamento di Lingua, Cultura e Istituzioni dei Paesi di Lingua Inglese, Facoltà di
Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano (2000-01); presso l’insegnamento di Cultura
Inglese, Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale, Facoltà di Scienze Politiche,
Università degli Studi di Milano (2001-2003).
Attività didattica
3
Negli a.a. 2014-15 e 2015-16 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea
Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU).
Nell’a.a. 2013-14 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in
Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU) e docente di un modulo del corso di Culture
Anglofone 2 (Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la
Cooperazione Internazionale) (20 ore, 3 CFU).
Negli a.a. 2011-12 e 2012-13 - Titolare degli insegnamenti di Culture Anglofone 2 (Corso di
Laurea Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale)
(40 ore, 6 CFU) e Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e
Culturale) (60 ore, 9 CFU).
Nell’a.a. 2010-11 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale in
Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU).
Nell’a.a. 2009-10 - Titolare dell’insegnamento di Culture Anglofone e dell’insegnamento in
mutuazione di Culture dei Paesi di Lingua Inglese 2 (Corso di Laurea Triennale in Mediazione
Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU).
Negli a.a. dal 2005-6 al 2008-9 - Titolare degli insegnamenti di Culture dei Paesi di Lingua
Inglese 1 (40 ore, 6 CFU) e 2 (40 ore, 6 CFU) (Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica
e Culturale).
Nell’a.a. 2004-5 - Titolare dell’insegnamento di Cultura Inglese 1 (Corso di Laurea Triennale in
Mediazione Linguistica e Culturale) (60 ore, 9 CFU).
Temi principali trattati nei corsi
- Cultura Inglese 1 (Corso di Laurea Triennale): Metodologia degli Studi Culturali e della Teoria
Postcoloniale applicate all’ambito britannico, storia e identità nazionale (Englishness e
Britishness), costruzione e rappresentazione delle identità e delle alterità nei discorsi
istituzionali, letterari, artistici e sottoculturali, il canone letterario britannico, ibridismo e
letteratura nella contemporaneità, la scrittura black British.
- Culture dei paesi di Lingua Inglese e Culture Anglofone (Corso di Laurea Triennale):
Metodologia degli Studi Culturali e della Teoria Postcoloniale applicati agli ambiti anglofoni con
particolare attenzione ad aspetti della letteratura, della cultura e della storia del Canada,
dell’Australia, della Nigeria e del Sudafrica. L’analisi e il commento critico di testi letterari
selezionati sono stati parte integrante dei corsi. Per completare lo sguardo sulle diverse nazioni,
si sono anche affrontati aspetti della storia, cultura e letteratura delle First Nations, degli inuit
e dei métis del Canada, e di alcuni gruppi aborigeni australiani. Altri corsi si sono incentrati sui
temi dell’Atlantico nero, le schiavitù, le diaspore e le migrazioni.
- Culture Anglofone (Corso di Laurea Specialistica): Applicazione d’interpretazioni teoriche e
critiche alla lettura di testi letterari a confronto e in relazione tematica tra loro. Nell’a.a 20112012, all’interno del corso “Globalisation, cosmopolitanism and the postcolonial city”, di cui la
candidata ha insegnato un modulo dal titolo “The African metropolis: The global and the local”,
si è proposta un’indagine sul tema della città nei romanzi di Chris Abani, con riferimento agli
studi di Michael Keith sul cosmopolitismo, di Achille Mbembe e Sarah Nuttall sulla metropoli
africana, di Rita Nnodim su Lagos contemporanea, e di Mike Davis e Loïc Wacquant sui ghetti e
gli slums. Nell’a.a. 2012-2013, all’interno del corso “The South African prism. From the end of
apartheid to the World Cup: Placing South Africa in the 21st century”, di cui la candidata ha
insegnato un modulo dal titolo “Identities and the arts in contemporary South Africa”, si è
suggerita una lettura comparata di The Narrative of Jacobus Coetzee (romanzo) di J. M. Coetzee
e di Rumore di acque (testo teatrale) di Marco Martinelli con l’intento di mettere a fuoco le
rappresentazioni del discorso del potere e le modalità d’espressione dell’autorità. A tale scopo
si è osservato l’uso della biopolitica secondo il percorso teorico indicato da Itala Vivan circa i
corpi liberati alla ricerca di storie nel Nuovo Sudafrica, da Grant Farred sul dovere etico
4
dell’intellettuale e da Achille Mbembe sulla necropolitica nella tarda modernità. Nell’a.a. 20132014 all’interno del corso “Public memory and contested histories: Narratives, representations,
and cultural museums in black British and postcolonial contexts”, la candidata ha insegnato un
modulo dal titolo “Objects of life: Representing memory in narratives and museums” incentrato
sulla cultura materiale, sull’autobiografia e sulla rappresentazione della memoria, in particolare
nel testo letterario di Leanne Shapton Important Artifacts and Personal Property from the
Collection of Lenore Doolan and Harold Morris, Including Books, Street Fashion, and Jewelry e
in una gamma di installazioni e musei culturali.
Altre attività didattiche: dottorati, seminari, lezioni e supervisione di tesi di laurea
Dottorati:
Dal 09.11.2010 Claudia Gualtieri ha svolto attività didattica per il Dottorato di Lingue,
Letterature e Culture Straniere poi Studi linguistici, letterari e interculturali in ambito europeo
ed extra-europeo dell’Università degli Studi di Milano. Nell’ambito del seminario di anglistica,
ha organizzato la giornata “The Postcolonial City. Città e territorio nella scrittura postcoloniale”
e proposto un intervento dal titolo “Chris Abani e la città postcoloniale” (17 novembre 2011).
Con Nicoletta Vallorani e Paolo Caponi ha contribuito alla sessione di Studi Culturali dal titolo
“Tessiture tematiche e metodologiche: alcuni ambiti di studio” per il seminario di anglistica “La
ricerca in ambito linguistico, letterario e culturale: strumenti e metodi” (17 febbraio 2012). Ha
partecipato al workshop “La traduzione interlinguistica: storia, teorie, metodi” con un
intervento dal titolo “La traduzione dei testi postcoloniali: Una sfida culturale” (17 aprile 2014).
Lo stesso intervento è stato presentato al Dottorato in “Traduzione, interpretazione e
interculturalità” dell’Università degli Studi di Bologna, sede di Forlì (21 aprile 2014).
Seminari:
L’attività didattica per seminari ha incluso 3 presentazioni di 2 ore ciascuna nel seminario
“‘Fare’ Studi Culturali: Percorsi e pratiche di mediazione” per il corso di Laurea Magistrale in
Lingue e Culture per la Comunicazione e Cooperazione Internazionale. Queste lezioni hanno
proposto la visione, lo studio testuale e la discussione dell’installazione visuale “The Stuart Hall
Project” di John Akomfrah alla luce di alcuni saggi critici dello stesso Stuart Hall, (5 marzo, 9 e
30 aprile 2015).
2 ore di seminario presso l’Università di Cardiff dal titolo “Africa in Italy in theatre, cinema and
literature” per il corso “Modern Italy: Birth of a Nation?” (20 marzo 2015).
All’interno del seminario “Letterature del secondo Novecento: nuovi ambiti geografici, culturali
ed espressivi” Claudia Gualtieri è intervenuta su “African Literatures in English”. Università di
Bologna, Sede di Ravenna, (febbraio-marzo 1998).
Lezioni:
- 10 ore di lezione presso l’Università di Glasgow-Strathclyde sui temi dell’immigrazione e della
necropolitica, degli Studi Culturali in Italia, della produzione artistica dei migranti e della nuova
letteratura italiana. Altri interventi nell’ambito del corso “Modern Italy” hanno incluso: “Africa
in Italy in theatre, literature and film”, “Postcolonial Italy” e la isione e discussione del film Va’
Pensiero. Storie ambulanti di Dagmawi Yimer. Tale attività didattica è stata svolta nell’ambito
del Programma Erasmus+ Staff Exchange (17-26 marzo 2015).
- “Edward Said: A Worldly Intellectual”, Summer School AISCLI, Torino, 21 settembre 2012.
- “Introduzione all’analisi della scrittura esotica”, corso di Culture dei Paesi di Lingua inglese,
Istituto Superiore per Interpreti e Traduttori (ISIT), Milano, 2 dicembre 2004;
- “Esotismo tra colonia e postcolonialità”, corso di Studi Culturali, Dipartimento di Epistemologia
ed Ermeneutica, Università di Milano Bicocca, 14 dicembre 2004;
5
- “Panorama delle letterature anglofone dell’Africa”, lezione in collaborazione con Università
degli Studi di Bologna a Ravenna, 2 marzo 1999.
Tesi:
- Supervisione di circa 115 tesi di laurea triennale, 25 tesi di laurea magistrale e correlazione di
circa 15 tesi di laurea magistrale.
- Commissioni d’esame e di laurea.
Attività scientifica
L’attività scientifica svolta dalla candidata Claudia Gualtieri si è sviluppata seguendo un
percorso articolato che dagli studi sulla letteratura vittoriana, Joseph Conrad e la scrittura
dell’impero si è poi indirizzato verso le letterature e culture postcoloniali anglofone e la
letteratura black British fino all’osservazione della contemporaneità secondo un approccio
teorico-metodologico trasversale, interdisciplinare e culturalista. Nell’ultimo decennio di
ricerca, gli ambiti anglofoni hanno catalizzato notevolmente l’interesse, sia per esigenze
didattiche, sia per l’urgenza di raccordare i localismi specifici di produzione culturale −gli ambiti
nazionali e canonici, ma anche quelli popolari e sottoculturali− all’interno di una visione più
articolata, ispirata alle teorie di un nuovo umanesimo promosse da numerosi intellettuali
(Tzvetan Todorov, Edward Said, Achille Mbembe, tra gli altri). La tarda modernità appare
attraversata da fenomeni e dinamiche che attirano l’interesse dello studioso per la loro
peculiarità rispetto al passato. Le migrazioni e i movimenti umani, con le conseguenti
trasformazioni delle lingue e delle culture, delle pratiche di relazione e delle creazioni
dell’immaginario, mostrano nuovi e affascinanti percorsi di conoscenza e interazione. Essi
contrastano con le politiche di controllo e le nuove schiavitù, mentre traggono linfa dalle
resistenze messe in atto da nuove coalizioni umane con modalità imprevedibili. Questi aspetti
della modernità rendono interessante l’intervento dell’intellettuale come figura pubblica
(“worldly”, Edward Said), il cui ruolo e funzione etica sono ancora più rilevanti ai fini dell’analisi
della scrittura e della critica postcoloniali. Le espressioni della modernità suggeriscono e
invitano possibili applicazioni anche delle suggestioni letterarie canoniche al fine di formulare
strategie e discorsi nuovi per il presente. In quest’alleanza tra le tradizioni letterarie
istituzionalizzate e le produzioni culturali non codificate si è spesso radicata l’attività scientifica
recente della candidata, seguendo percorsi incentrati sia sulla Gran Bretagna e sulle singole
nazioni anglofone sia su tematiche e aspetti connettivi transnazionali, secondo una prospettiva
di fecondo dialogo transculturale, sia sull’Europa come teatro specifico e unico di nuove
costruzioni politiche ed espressioni artistiche. Queste nuove articolazioni traggono suggestioni
affascinanti da diverse tradizioni culturali, che oggi convergono verso l’Europa a causa dei
massicci movimenti di persone, e propongono percorsi pratici e ibridi di creazioni letterarie e
linguistiche finora inesplorate.
Il percorso di ricerca ha preso l’avvio dallo studio della letteratura vittoriana e del discorso
dell’impero. Scegliendo come testo fondamentale Heart of Darkness di Joseph Conrad, si sono
letti i tratti costitutivi e le ambiguità delle rappresentazioni coloniali, identificando i rapporti
specifici tra la cultura e l’impero, seguendo due linee guida. La prima si è rivolta a un tema
circoscritto e ha osservato nei dettagli la ricezione e le interpretazioni del testo conradiano nel
panorama critico-letterario e culturale italiano fino agli anni Ottanta del Novecento. La seconda
linea di analisi, invece, ha perseguito un progetto più ampio per scandagliare il passaggio dal
discorso coloniale al contro-discorso postcoloniale, prendendo come punto di partenza l’incontro
destabilizzante tra Heart of Darkness e il commento provocatorio che ne aveva dato Chinua
Achebe (“A Bloody Racist”). Quest’ultimo filone d’indagine si è sviluppato, a sua volta, seguendo
un doppio binario secondo una prospettiva a lungo termine. Un percorso ha approfondito la
costruzione e la permanenza dello stereotipo coloniale e della sua ambivalenza, monitorando
anche la produzione letteraria neo-esotica di ambientazione africana. L’altro tracciato ha
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esaminato, invece, la revisione della dialettica manichea coloniale, articolando una serie di
tappe che hanno poi condotto allo studio della black Britain contemporanea.
In particolare, la prima linea d’indagine volta ad approfondire il discorso dell’impero ha
considerato le rappresentazioni esotiche dell’Africa occidentale negli scritti di viaggio. L’area
geografica dell’Africa occidentale −come territorio di esplorazione e di conquista (descritto, per
esempio, nei resoconti di viaggio alla scoperta del corso del fiume Niger)− ha ispirato una
copiosa letteratura odeporica (M. Park, M. Kingsley, M. Gaunt, tra gli altri) e d’avventura (G.A
Henty, E. Wallace, tra gli altri). Come contesto di elaborazione di pratiche di resistenza e di
contro-discorso durante il periodo coloniale, l’Africa occidentale ha prodotto una scrittura di
affermazione e di riscatto importante e originale (O. Equiano, J.B.A. Horton, C. Heyford, A.B.C.
Merriman-Labor). Da questi approfondimenti si è originato il volume monografico
Representations of West Africa as Exotic in British Colonial Travel Writing (2002), che esamina
le diverse produzioni letterarie elaborando un paradigma dello stereotipo dell’esotismo,
articolato sulle nozioni di meraviglia e differenza come costitutive dello sguardo coloniale
sull’Altro e delle sue rappresentazioni. La scrittura esotica sull’Africa è un’area di ricerca
perseguita anche nell’analisi del romanzo contemporaneo, come nel saggio sulla serie “The No 1
Ladies’ Detective Agency” di Alexander McCall Smith (2004, 2012) e in “Riflettendo sull’Africa,
sulle Afriche, da una prospettiva di studi culturali” (2007, 2012). Nel primo si sottolinea la
persistenza dello stereotipo nello sguardo occidentale sull’Africa e anche si osserva l’espandersi
di un mercato del neo-esotismo africano in letteratura. Diversamente, nel secondo si leggono le
storie e le geografie dell’Africa in un’ottica pluralista, esaminando determinati testi letterari
che hanno come fondamento il gioco tra finzione e storicità. L’evoluzione dei progetti di ricerca
sull’Africa anglofona ha conservato uno spazio privilegiato per la Nigeria e la sua produzione
letteraria sia nazionale sia diasporica (come dimostrano i saggi su Zaynab Alkani e Chris Abani).
Il secondo percorso del contro-discorso postcoloniale, che all’inizio si era sostanziato nell’esame
della riscrittura dei canoni letterario e storiografico coloniali, si è poi indirizzato verso il
superamento della dialettica binaria, dando specificità alle storie africane. In un primo tempo,
l’analisi approfondita della produzione narrativa di Chinua Achebe ha rivelato modalità multiple
di racconto della storia nazionale della Nigeria, mostrando le opposte visioni coloniale e
postcoloniale, e ha posto al centro l’originalità della costruzione identitaria ibo, esaltandone la
cultura e la tradizione. L’evoluzione della letteratura nigeriana in lingua inglese si è, quindi,
osservata nella transizione generazionale da Chinua Achebe a Chris Abani, cogliendo la fedeltà
alla tradizione ibo e affinando in chiave comparatistica alcuni temi significativi che mostrano le
negoziazioni tra la storia coloniale e postcoloniale, e le loro rielaborazioni nella
contemporaneità globalizzata dell’oggi. Il filo rosso della funzione sociale dello scrittore
congiunge Achebe e Abani, come si è sostenuto nel saggio “Agire nel mondo: Chris Abani
scrittore tra tradizione e cosmopolitismo” (2012), anche se l’identità dell’artista nelle nuove
generazioni si costruisce in modalità diverse sulla scena globale rispetto al passato. Ciò si rivela
coerente alla teoria postcoloniale che pone una tradizionale enfasi sull’etica dell’impegno,
perché l’intellettuale possa farsi portavoce dei discorsi minori, dissenzienti e marginali, dunque
delle specificità culturali che acquisiscono una valenza eccezionale come voci singole e locali,
ma risultano centrali all’interno del dialogo transculturale.
La candidata ha ampliato il suo sguardo d’indagine abbracciando l’analisi di altri contesti
anglofoni, per osservare la presenza di diverse voci e identità culturali all’interno dei panorami
nazionali. Il Canada e l’Australia −già considerati nel percorso di studi sull’impero britannico e
sui discorsi dell’impero come colonie d’insediamento− sono stati osservati attraverso la lente
postcoloniale e culturalista, per evidenziare la molteplicità degli apporti culturali e letterari
(inclusi quelli dei primi abitanti e degli immigrati) e le problematiche specifiche che ogni
nazione ha incontrato nella costituzione e rappresentazione della propria identità e storia. Nel
2005, con l’assegnazione della Faculty Enrichment Program Fellowship del governo canadese, la
candidata ha svolto un periodo di ricerca a Vancouver, presso la University of British Columbia e
la Simon Frazer University. Esso ha consentito di mettere a fuoco le sovrapposizioni delle
interferenze coloniali e delle migrazioni su un territorio che non era terra nullius, come voleva il
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discorso occidentale, bensì un luogo culturalmente abitato, con una sua peculiare storia dello
spazio. Questo studio è sfociato in tre pubblicazioni: “Postcolonial Studies. Doing Research in
Western Canada” (2005-6, 2012), “Hyphenated Identities. Italianness in the Poetry of ItalianCanadian Mary di Michele” (2008) e “Il museo di antropologia come museo culturale. Il caso del
MOA di Vancouver” (2011).
Da questa ricerca si sono sviluppati due percorsi analitici, l’uno riguardante le produzioni
artistiche e letterarie in lingua inglese di autori “hyphenated”, che rivelano la complessità della
costruzione identitaria ibrida, l’altro riguardante la questione della “indigeneity” nel contesto
canadese contemporaneo. Quest’ultima linea di ricerca, che ha esordito con lo studio dei
manufatti culturali esposti nei musei di antropologia e ha esplorato il significato della cultura
materiale indigena in contrasto con le pratiche di collezione e conservazione museali tipiche
coloniali, ha condotto, negli anni, allo studio delle produzioni letterarie e artistiche indigene
come documenti di costruzione identitaria collettiva e come articolazioni originali di discorsi di
resistenza. Recentemente la ricerca sulla “indigeneity” si è notevolmente sviluppata presso la
sezione di etnografia del Manitoba Museum di Winnipeg e tramite contatti con il Pitt Rivers
Museum di Oxford, specificatamente riguardo alle interconnessioni tra la cultura materiale e le
cerimonie rituali, al valore culturale dell’oggetto inteso come dotato di vita, alle
rappresentazioni letterarie, fotografiche e artistiche dei nativi del periodo coloniale. A questi
studi si collega il progetto di una monografia che raccolga e racconti le culture e scritture del
Canada contemporaneo con una duplice attenzione prospettica per le storie e le produzioni
marginali spesso trascurate (First Nations, métis, inuit), e per le eredità letterarie che, originate
in Europa, hanno poi contribuito alla creazione di un nuovo immaginario e di una nuova cultura
nazionale. Il recente saggio “The Release of the Truth and Reconciliation Commission Findings
on Indian Residential Schools in Canada, 2 June 2015”, in corso di pubblicazione, esamina un
capitolo problematico e poco discusso della storia dei nativi del Canada attraverso l’analisi del
dibattito politico sulla stampa e nei media nazionali e locali riguardo l’indagine sulle scuole
residenziali che la Commissione per la Verità e la Riconciliazione ha compiuto. Il dibattito
emerso in Canada sull’evento specifico della presentazione ufficiale del rapporto della
Commissione è rivelatorio circa gli atteggiamenti pubblici e le politiche adottate in Canada verso
la questione indigena. In risposta, le pratiche artistiche indigene –dalla recente esposizione
itinerante “Walking with our sisters”, alla stesura di graphic novels come Red. A Haida Manga di
M.N. Yahgulanaas, al movimento artistico “Beat Nation. Hip Hop as Indigenous Culture”, al
volume di scrittura creativa e critica The Land We Are-- testimoniano il dissenso attraverso la
creatività artistica e la scrittura letteraria.
Negli ultimi anni, grazie al rilievo assunto dalle discipline culturologiche in ambito universitario
in Italia, la metodologia postcoloniale si è efficacemente combinata, nella ricerca della
candidata, con l’approccio degli Studi Culturali nell’osservazione dell’intersecarsi di letteratura
e cultura nella Gran Bretagna contemporanea. Si è dedicata particolare attenzione alle
rappresentazioni complesse, contaminate e, per differenza, puriste delle identità e delle
alterità, e alle dinamiche dei discorsi di potere. Affermatasi come centro dell’impero coloniale e
come esportatrice di civiltà, la Gran Bretagna ha subìto trasformazioni sostanziali che ne hanno
ibridato la storia e la cultura in forme evidenti e particolari. Il volume monografico di taglio
culturalista Dalla Englishness alla Britishness, 1950-2000. Discorsi culturali in trasformazione
dal canone imperiale alle storie dell’oggi (con I. Vivan, 2008) indaga queste trasformazioni,
evidenziandole attraverso discorsi appartenenti a diversi generi: letterari, istituzionali, teorici,
sottoculturali e black British. L’evoluzione della rappresentazione e narrazione della nazione si
osserva nelle espressioni della master narrative dell’impero e nella transizione verso una
Britishness che si caratterizza per una molteplicità di apporti divergenti. In questo panorama
eterogeneo di prospettive incrociate, di appartenenze e di emarginazioni, si colloca anche
l’interesse per il romanzo britannico contemporaneo (“I romanzieri sono cannibali: Claudia
Gualtieri intervista Elleke Boehmer”, 2004) e per la produzione black British, che propone uno
sguardo periferico e decentrato sulla Gran Bretagna di oggi.
Guardando alla scena britannica contemporanea, nel 2007 si è visto come le celebrazioni per il
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bicentenario dell’abolizione della tratta degli schiavi nell’impero abbiano contribuito a riaprire
il dibattito sulla storia della nazione, portando una pluralità di voci circa l’eredità che la storia
coloniale e la pratica della schiavitù hanno lasciato per l’oggi. La chiave di lettura che collega
l’esperienza della tratta e le schiavitù dell’oggi è l’ispirazione teorica della pubblicazione (cocurata con I. Vivan) “La schiavitù dalle colonie degli imperi alle trasmigrazioni postcoloniali”
(2009), che attualizza il problema della schiavitù rivelandone le dinamiche di potere,
oppressione e sfruttamento. Al tempo stesso, la pubblicazione dà voce alle rappresentazioni
letterarie contro-discorsive contemporanee riguardo a questo tema. La raccolta approfondisce
anche le riflessioni suggerite dalla giornata di studi “Catene di memoria. Il bicentenario
dell’abolizione britannica della tratta degli schiavi (1807) in prospettiva contemporanea”,
organizzata al Dipartimento di afferenza dell’Università degli Studi di Milano nel 2007. Al
riguardo, il saggio “L’avventura dello schiavo scritta nel canone dell’impero” (2010) continua il
ragionamento già annunciato in precedenza nell’articolo intitolato “Il dialogo con il
colonizzatore” (2003). Esso analizza le contaminazioni e complicità tra l’eredità letteraria del
canone imperiale (con particolare riferimento a Robinson Crusoe) e la scrittura degli schiavi.
Questa prospettiva si rivela utile anche per leggere la produzione narrativa dei migranti che
scrivono nella lingua ospite.
La scrittura dei migranti e sui migranti è un palcoscenico straordinario sul quale si ibridano e
mescolano storie e miti individuali e collettivi, pur conservando i racconti e gli immaginari locali
e le memorie di vita di ciascuno. Accogliere questa scrittura come un territorio di negoziazione e
di condivisione, nel progetto attuale di lavoro della candidata, significa raccordare alcuni dei
filoni d’indagine finora perseguiti (l’Africa, la schiavitù, la colonizzazione, la funzione etica
dell’intellettuale, il nuovo umanesimo). Sospendendo momentaneamente la fedeltà alle
discipline di settore (linguistico, nazionalistico, di genere letterario) e cercando invece di
identificare alcune tematiche, strategie narrative, o caratteristiche precise dei testi che
consentano un’analisi trasversale, si possono arricchire gli approcci culturalisti e postcoloniali
con le suggestioni che provengono da studi diversi ma interagenti come, per esempio, quelli
sulla finanza etica, sull’utilizzo sostenibile delle risorse, sulla rilevanza del “locale”, sul
superamento delle limitazioni imposte dalle identità normative. In questo ambito, che può
considerarsi sperimentale per la metodologia ibrida adottata, la candidata si è attualmente
rivolta all’esame delle manifestazioni e delle azioni autoritarie sui migranti nella forma della
biopolitica. I resoconti di questa ricerca sono contenuti nei saggi “Bodies in transit: The imperial
mechanism of biopolitics”, che osserva il meccanismo della necropolitica nel romanzo The
Narrative of Jacobus Coetzee e nel testo teatrale Rumore di acque di Marco Martinelli
formulando un’analisi comparata, e “Quale felicità per l’oggi? Suggerimenti dal mondo
migrante”. Una simile analisi è stata proposta nel gruppo di lettura “Literature, culture and
place” dell’Università di Glasgow-Strathclyde, attraverso l’esame comparato dei testi Noise in
the Water di Marco Martinelli, The Lamplighter di Jackie Kay, e Turner e Slave Song di David
Dabydeen. Questo percorso di ricerca, che si inserisce nel contesto del dibattito internazionale
in ambito europeo sulle migrazioni contemporanee, si innesta sul lavoro scientifico svolto dalla
scrivente sulle letterature dell’Africa anglofona, sulle schiavitù di ieri e di oggi, e sui confini. La
pubblicazione del saggio “Operationalising Borders, Euro/African Borderscapes on Stage” e le
comunicazioni ai convegni internazionali dei progetti europei Euroborderscapes e AfroEuropes IV
esplorano la nozione di confine oltre la rappresentazione fisica al fine di mostrane la porosità, la
mobilità e il superamento. Il progetto dialoga internazionalmente con il seminario “Race and
Resistance in the Long Nineteenth Century Network” della Oxford University e con l’iniziativa
multidisciplinare DIReCT Discrimination and Inequalities Research Team. Tale filone di ricerca si
è recentemente concretizzato nella preparazione di una raccolta di saggi in esame per l’editore
Peter Lang nella serie “Race and Resistance in the Long Twentieth Century”. E’ un filone di
ricerca che anima gli studi postcoloniali a livello europeo e motiva l’esigenza di un raccordo e un
dialogo internazionale proficui. Per questo la scrivente collabora con il Centre for Postcolonial
Studies Network, appena fondato presso la School of Advanced Studies della University of
London, inserendo la propria figura accademica come rappresentativa dell’utilizzo pedagogicodidattico e scientifico degli approcci metodologici integrati degli Studi Culturali e Postcoloniali.
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Le intersezioni tra la letteratura della migrazione dall’Africa e le contaminazioni artistiche,
letterarie e culturali nei paesi ospiti costituiscono un ulteriore ambito di analisi, anche alla luce
delle recenti ipotesi che scorgono nell’Africa un laboratorio di modelli perseguibili per il futuro,
che si prestano a un’elaborazione teorica (J. e J. Comaroff, Theory from the South, Boaventura
de Sousa Santos, Epistemologies of the South). La partecipazione al simposio “The Black
Mediterranean: Afro-Italian Connections” nell’ambito del Lagos Black Heritage Festival 2012, con
una relazione dal titolo “Mandiaye N’Diaye’s Work in Teatro delle Albe (Italy) and Takku Ligey
Théâtre (Senegal)”, accoglie l’affascinante suggestione dell’ispirazione africana discutendo
alcuni testi teatrali. Lo studio si interroga sulle migrazioni e sui transiti delle persone e delle
espressioni culturali, accogliendo l’idea dell’esemplarità del modello africano. Su questo aspetto
preciso, il saggio “Quale felicità per l’oggi? Suggerimenti da mondo migrante” propone un
modello utopico di felicità innestato sulle buone pratiche del presente. Tale studio, inserito nel
progetto PRIN 2008 su “Il futuro come intreccio” (Università di Bari e Padova), ha inaugurato un
percorso di riflessione sull’utopia che è confluito nella partecipazione al progetto
interdipartimentale biennale “In cerca dell'isola che non c'è. Utopie, luoghi buoni e felicità”
(2014-2016) e che continua incorporando anche le analisi delle visioni del mondo indigene. Sulla
suggestione del modello teorico e pratico portato dalle migrazioni e dai movimenti di persone e
culture, si era presentata una comunicazione al convegno AISCLI 2011 dal titolo “‘Actions from
the South’: Teatro delle Albe e Takku Ligey Théâtre”, che è stata poi pubblicata. Nell’ambito
del Festival di Lagos si sono anche prospettate ipotesi di ricerca sull’arte performativa e sulle
connessioni afro-italiane circa la figura dell’Arlecchino nero, la rappresentazione teatrale delle
migrazioni dall’Africa all’Italia e la realizzazione di collaborazioni afro-italiane per l’ibridazione
di testi classici, racconti e storie. Tale indagine trasversale è proseguita in Senegal, nel giugno
2013, in occasione del Festival de Theatre pour l’Enfance et la Promotion de Jeunes Talents
Africaines, svoltosi a Pikine (Dakar), Diol Kadd e altre località in Senegal, ove i gruppi teatrali
ibridavano suggestioni disparate e lingue diverse nelle loro rappresentazioni teatrali. In Italia, la
collaborazione con il progetto Postcolonialitalia dell’Università degli Studi di Padova ha prodotto
la pubblicazione libera online del saggio “Voci dell’Africa, dall’Africa in Italia” per la sessione
“The
postcolonial
in
Italy.
English
Studies”
(http://www.postcolonialitalia.it/index.php?lang=en&Itemid=156).
Ulteriori percorsi di studio hanno seguito suggestioni tematiche emerse da precise occasioni di
riflessione le quali, in alcuni casi, si sono raccordate a filoni d’indagine precedenti che, a loro
volta, avevano segnato importanti tappe di ricerca. Nel 2012 si è concretizzato un lavoro di
studio sul Sudafrica che ha approfondito la transizione dall’apartheid alla democrazia e i due
decenni successivi. Iniziato nel 2004 con l’organizzazione del convegno internazionale “Il nuovo
Sudafrica dieci anni dopo l’apartheid – The New South Africa Ten Years After Apartheid”, il
progetto è proseguito nel 2010 con la giornata di studi “Prisma Sudafrica: la nazione arcobaleno
a vent’anni dalla liberazione, 1990-2010”, sfociando in due pubblicazioni che contengono saggi
della candidata: “Il prisma sudafricano. Sport, turismo e avventura nel paese del postapartheid”
(che contiene una parte in collaborazione con L. De Michelis, I. Vivan e R. Pedretti) e “Turismo e
nation branding. Spazio naturale e spazio urbano nel nuovo Sudafrica”. La prima pubblicazione
coglie lo sforzo di ricostruzione e promozione della nazione sudafricana sulla scena interna,
continentale e internazionale, nel difficile superamento della storia passata che guardare a un
futuro orientato alla riappacificazione e unione. Il secondo saggio, che si trova nel volume
Prisma Sudafrica. La nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione (1990-2010), esplora le
sfaccettature del prisma sudafricano dopo vent’anni di democrazia, mettendo in luce alcuni
salienti aspetti storici, culturali e letterari. Questi studi si collegano alla presentazione della
relazione (con I. Vivan) “Memoria e identità nel Sudafrica postapartheid: musei culturali e siti
celebrativi” al Seminario Interdisciplinare Interfacoltà Interuniversitario 2011 “Beni comuni” e
alla pubblicazione (con I. Vivan) del saggio “La Truth and Reconciliation Commission nella
letteratura sudafricana” (2014). Essi arricchiscono l’indagine su un paese che richiama tuttora
un’attenta osservazione critica, sia per le soluzioni innovative e rivoluzionarie che hanno guidato
la transizione sia per le criticità ora evidenti nella complessa e rischiosa gestione della
democrazia.
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L’interesse tematico per lo studio della città percorre trasversalmente diversi contesti di ricerca
della scrivente, poiché la città postcoloniale rappresenta la meta ideale e fisica delle migrazioni
e dei movimenti, è il palcoscenico in cui si esprimono le arti urbane (anche delle Prime Nazioni
del Canada) e in cui acquistano voce pubblica i movimenti di resistenza, è un luogo in costante
trasformazione e tensione esplosiva. In questa linea di ricerca, il progetto “Smart cities are
meeting places” indaga la città postcoloniale nelle sue articolazioni ed espressioni nella
letteratura postcoloniale, nella sua funzione coesiva di luogo d’incontro (Paul Carter,The
Meeting Place) e nella trasformazione post-industriale. La ricerca si raccorda al progetto
“Metamorfosi urbane” del Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi
Interculturali dell’Università degli Studi di Milano, alla serie di convegni “Planned Violence.
Post/Colonial Urban Infrastructures and Literature”, ai quali la scrivente ha partecipato come
recensore nelle sedi britanniche, e al progetto “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”.
Il progetto “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Negionalisms in Europe”, che la
scrivente ha formulato in collaborazione con Roberto Pedretti e con Cecile Sandten della
Technische Universität di Chemnitz in Germania, propone una riflessione sul futuro degli Studi
Culturali e Postcoloniali alla luce delle trasformazioni storiche, economiche, sociali e culturali
che l’Europa ha subìto negli ultimi anni. Il progetto ha ottenuto, per due anni consecutivi, il
finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" e realizzato due convegni. Il primo
convegno ha avuto luogo all’Università degli Studi di Milano in dicembre 2014 e gli atti saranno
pubblicati nel 2016 nella serie CHAT da WVT Publishers (Trier, Germany). Il secondo convegno,
dal titolo “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe II: Emergency Diasporas and
Borderlands”, avrà luogo presso la Technische Universität di Chemnitz in giugno 2016.
Nell’instaurare un dialogo proficuo tra studiosi italiani e tedeschi in collaborazione
multidisciplinare, il progetto promuove la partecipazione di studenti e giovani accademici che si
confrontano su temi urgenti quali il ruolo politico che la letteratura e le arti possono avere nella
specifica contingenza della crisi europea, la funzione dell’intellettuale pubblico e l’urgenza
pedagogica che ha decisamente caratterizzato gli studi culturali e postcoloniali negli ultimi anni.
In questo settore, la scrivente ha espresso la convinzione del compito etico dell’intellettuale:
un’impostazione teorica che è il filo conduttore del volume Working and Writing for Tomorrow.
Essays in Honour of Itala Vivan, co-curato con A. Oboe e R. Bromley (2008). Anche l’intervento
presentato al convegno “Crisis, Risks and New Regionalism in Europe”, ora in corso di
pubblicazione nel volume che ha lo stesso titolo del convegno, contestualizzando la pratica
pedagogica e culturalista nell’esperienza storica e culturale italiana, testimonia in favore della
funzione sociale e critica della pedagogia come formativa dello spirito critico e
dell’atteggiamento attivo diretto all’attuazione di pratiche di convivenza e cooperazione foriere
di un nuovo umanesimo.
Borse di studio e inviti
Dall’1.9.2015 al 12.2.2016 la candidata ha ricevuto l’invito come studiosa presso la English
Faculty della University of Oxford per svolgere ricerca in diversi ambiti di interesse e per
stabilire collaborazioni internazionali. Il 20 novembre è stata invitata a presentare “The Truth
and Reconciliation Commission for Indian Residential School in Canada”, nell’ambito del “Race
and Resistance Seminar”.
Dal 25.5.2015 al 18.6.2015 è stata invitata come studiosa presso il Manitoba Museum a Winnipeg,
per approfondire la conoscenza della cultura materiale delle prime nazioni e dei manufatti
coloniali conservati nel museo, per osservare le pratiche e le politiche museali, per lo studio
delle produzioni artistiche e culturali indigene e dei métis, per esplorare la prospettiva
“esotica” del Nord e per stabilire collaborazioni internazionali.
Nel 2015 è stata invitata al Reading Group di docenti dell’Università di Glasgow-Strathclyde per
presentare e commentare Noise in the Water di Marco Martinelli in analisi comparata con The
Lamplighter di Jackie Kay, Turner e Slave Song di David Dabydeen (25 marzo).
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Nel 2005 ha ricevuto la Faculty Enrichment Program Fellowship del governo canadese per
partecipare al seminario organizzato dall’International Council for Canadian Studies (ICCS) a
Vancouver, per svolgere ricerca sulle Prime Nazioni della British Columbia presso la University of
British Columbia e il Museum of Anthropology, e per studiare le culture urbane nella città si
Vancouver (giugno).
Nel 2001 ha ricevuto l’invito presso l’University of Nottingham per presentare la relazione
“Virtuous Women and Immaculate Figures: Female Representations in Some Contemporary
Fiction about Africa” (1 maggio).
Nel 1996 ha ricevuto la Fulbright Scholarship per svolgere ricerca come Visiting Scholar presso il
Department of English and African Literatures, University of Texas at Austin e presso il
Department of English, University of Pittsburgh, US. (aprile-giugno)
Negli anni 1991-1992 ha ricevuto il British Council Full Award della durata di un anno per studiare presso la
University of Leeds, UK.
Finanziamenti per la ricerca
FIRST 2003 - “Ibridismi culturali nella black Britain nella contemporaneità”, la candidata ha
partecipato come componente con Itala Vivan.
FIRST 2004 e 2005 - “Cammini nella contemporaneità: studio delle culture dei paesi di lingua
inglese secondo una prospettiva critica postcoloniale e di studi culturali”, la candidata ha
partecipato come componente con Itala Vivan.
FIRST 2006 – Responsabile del progetto “Africa esotica: cronache dell’Ottocento imperiale
inglese”.
FIRST 2007 - Responsabile del progetto “Schiavitù ieri e oggi”.
FIRST 2008 - Responsabile del progetto “La schiavitù dalle colonie degli imperi alle
trasmigrazioni postcoloniali”.
PRIN 2008-2012 - “Il futuro come intreccio” (Università di Bari, coordinatore nazionale Stefano
Bronzini, unità dell’Università di Padova, responsabile Merio Scattola). Dal progetto è scaturita
la pubblicazione del volume Il futuro come intreccio cui la candidata ha partecipato con il saggio
dal titolo “Quale felicità per l’oggi? suggerimenti dal mondo migrante”.
2014 – La candidata ha ottenuto il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" come
respondabile, assieme a Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz, del progetto
“Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe”. Si è realizzato un
convegno presso l’Università degli Studi di Milano il 2-5 dicembre 2014 e gli atti sono in corso di
pubblicazione nella serie CHAT di WVT Publishers (Trier, Germany).
2015 - La candidata ha ottenuto il finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa" come
respondabile, assieme a Cecile Sandten, della seconda fase del progetto “Crisis, Risks and New
Regionalism in Europe II: Emergency Diasporas and Borderlands” e per la realizzazione di un
convegno, previsto per 1-5 giugno 2016, presso la Technische Universität di Chemnitz.
Attività editoriali
Membro del comitato di redazione della rivista Afriche e Orienti. Studi ai confini tra Africa,
Mediterraneo e Medio Oriente.
Referente per l’Africa anglofona della rivista Il Tolomeo. Le Nuove Letterature: inediti, articoli,
recensioni.
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Dal 2004 al 2012: membro del comitato scientifico della rivista Culture. Annali del Dipartimento
di Lingue e Culture Contemporanee della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi
di Milano.
Associazioni
Membro di: Centre for Postcolonial Studies Network (SAS, University of London), AISCLI
(Associazione italiana per lo studio delle culture e letterature e in lingua inglese), EACLALS
(European Association for Commonwealth Literature and Language Studies), AISC (Associazione
italiana di studi canadesi), ISOLA (International Society of the Oral Literature of Africa), ASAI
(Associazione per gli Studi Africani in Italia), ANDA (Associazione Nazionale Docenti di
Anglistica).
Organizzazione di convegni
2016 – Co-organizzazione per la parte scientifica (con Cecile Sandten e Roberto Pedretti) del
Convegno internazionale “Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe II: Emergency Diasporas
and Borderlands”, finanziato da DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa", che avrà luogo alla
Technische Universität di Chemnitz, 1-5 giugno.
2014 - Convegno internazionale “Cultural Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms
in Europe”, con Cecile Sandten della Technische Universität di Chemnitz e Roberto Pedretti,
finanziamento DAAD "Hochschuldialog mit Südeuropa", Università degli Studi di Milano, 2-5
dicembre.
2010 - Convegno (con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto Pedretti) “Prisma Sudafrica. La
nazione arcobaleno a vent’anni dalla liberazione, 1990-2000”, Dipartimento di lingue e culture
contemporanee, Università degli Studi di Milano, 24 novembre.
2007 - Convegno (co-organizzato con con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto Pedretti)
“Catene di memoria. Il bicentenario dell’abolizione britannica della tratta degli della schiavi
(1807) in prospettiva contemporanea”, Dipartimento di lingue e culture contemporanee,
Università degli Studi di Milano, 27 novembre.
2004 - Convegno internazionale (co-organizzato con Itala Vivan, Lidia De Michelis e Roberto
Pedretti) “Il Nuovo Sudafrica dieci anni dopo l’apartheid – New South Africa Ten Years After
Apartheid”, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano, 29-30 novembre.
Interventi a convegni
2014-2016 – Partecipazione su invito come recensore ai 3 convegni realizzati in Gran Bretagna
per il progetto “Planned Violence. Post/Colonial Urban Infrastructures and Literature”.
Convegno di apertura “Empire and Post-Empire in the Global City”, King’s College, Londra, 30-31
gennaio 2014; “Comparative Infrastructures, South and North Workshop. Summary”, University
of Oxford, 24-25 settembre 2015; evento conclusivo: “August Clouds. Forensic Architecture’s
2014 Gaza War Investigation”, University of Warwick, 20 gennaio 2016.
2015 – Intervento su invito “The Truth and Reconciliation Commission for Indian Residential
School in Canada”, Race and Resistance Seminar, Università di Oxford, 20 novembre.
2015 – Intervento su invito “La decolonizzazione viene dall’Africa”, Seminario internazionale
“Ripensare la decolonizzazione. ll Portogallo, l’Europa e il sistema mondiale tra paradigma
teorico e rappresentazione culturale”, Panel “Decolonizzare la letteratura”, Università degli
Studi di Milano, 14 maggio.
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2014 - “Teaching as a Cultural Practice. Pedagogy and the life of Cultural Studies”, Cultural
Studies Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe, Universitàdegli Studi di Milano,
3 dicembre.
2014 - Intervento su invito “Voci dell’Africa, dall’Africa in Italia”, Progetto Postcolonialitalia
“The postcolonial in Italy. English Studies”, Università di Padova, 27 giugno.
http://www.postcolonialitalia.it/index.php?lang=en&Itemid=156
2013 - “Afroeuropean youth performing on stage: The actions of Senegalese-Italian director
Mandiaye N'Diaye”, AfroEuropes IV, University of London, 1-4 ottobre.
2013 - Intervento su invito “Operationalising borders, or, de-bordering: Euro-African
borderscapes on stage”, European Border Studies Conference, “Mapping Conceptual Change in
Thinking European Borders”, Università di Bergamo, 3-5 luglio.
2013 – Intervento su invito “Narrazioni tra Africa, America ed Europa: la presenza di Olaudah
Equiano”, Giornata internazionale “Narrazioni di schiavitù e migrazioni tra Afriche e Americhe”,
Università degli Studi di Milano, 18 aprile.
2012 - “Mandiaye N’Diaye’s work in Teatro delle Albe (Italy) and Takku Ligey Théâtre (Senegal)”,
Symposium “Black in the Mediterranean Blue”, Black Heritage Festival, Lagos, 2-5 aprile.
2011 – “‘Actions from the South’: Teatro delle Albe and Takku Ligey Théâtre”, convegno AISCLI
“Contemporary Sites of Chaos in the Literatures and the Arts of the Postcolonial World”,
Università di Napoli ‘L’Orientale’, 29-30 settembre.
2011 - “Identità e memoria nel Sudafrica postapartheid: musei culturali e siti celebrativi” (con
Itala Vivan), Seminario Interdisciplinare Interfacoltà Interuniversitario (SIII) “Beni comuni”,
Milano, 6 aprile-20 maggio.
2010 - “Chris Abani: la scrittura nigeriana contemporanea tra tradizione e cosmopolitismo”,
convegno “Studi italiani sull’Africa a 50 anni dall’indipendenza”, Università di Napoli
‘L’Orientale’, 30 settembre-2 ottobre.
2010 - “Bellezze naturali e storie della terra”, convegno “Confini mobili. Lingua e cultura nel
discorso del turismo”, Università degli Studi di Milano, 10-12 novembre.
2007 - “L’avventura dello schiavo scritta nel canone imperiale”, convegno “Catene di memoria.
Il bicentenario dell’abolizione britannica della tratta degli della schiavi (1807) in prospettiva
contemporanea”, Dipartimento di lingue e culture contemporanee, Università degli Studi di
Milano, 27 novembre.
2007 - “La voce dello schiavo negli archivi imperiali”, giornata di studi “Afriche e schiavitù”,
Casa della cultura, Milano, 27 ottobre.
2006 - “Riflettendo sull’Africa, sulle Afriche, da una prospettiva di studi culturali”, giornata di
studi sulle letterature africane di lingua inglese, Centro interdipartimentale di teoria e storia
comparata della letteratura, Università di Bologna, 13 ottobre.
2003 - “Re-reading the Exotic in British Colonial Travel Writing”, convegno AIA “Cross-Cultural
Encounters. New Languages, New Sciences, New Literatures”, Università di Modena, 25-27
settembre.
2001 - Conferenza su invito Virtuous Women and Immaculate Figures: Female Representations in
Some Contemporary Fiction about Africa”, University of Nottingham, 1 maggio.
2001 - “Crossing Doors: Questions of Identity in A.B.C. Merriman-Labor’s Britons through Negro
Spectacles”, convegno AISLI “In that village of open doors: le nuove letterature crocevia della
cultura moderna”, Università Ca’ Foscari, Venezia, 1-3 novembre.
2000 - “Le donne virtuose di Zaynab Alkali”, convegno della Società italiana delle letterate (SIL),
Università di Bari, 3-5 Novembre.
14
1994 - “Ambiguity versus colonial discourse in Joseph Conrad’s Heart of Darkness”, XX° Joseph
Conrad Conference, Londra, 7-9 luglio.
1993 - “The Colonial Exotic Deconstructed: A Suggested Reading Paradigm for Postcolonial
Texts”, convegno EACLALS “Nationalism Vs Internationalism”, Graz, Austria, 18-22 maggio.
PUBBLICAZIONI
Monografie
Representations of West Africa as Exotic in British Colonial Travel
Lewiston/Queenston/Lampeter, The Edwin Mellen Press, 2002, ISBN 0-7734-7065-4.
Writing,
Con Itala Vivan, Dalla Englishness alla Britishness, 1950-2000. Discorsi culturali in
trasformazione dal canone imperial alle storie dell’oggi, Roma, Carocci, 2008, ISBN 978-88-4304822-9.
Curatele
Con Lidia De Michelis, Itala Vivan e Roberto Pedretti, Prisma Sudafrica. La nazione arcobaleno a
vent’anni dalla liberazione (1990-2010), Firenze, Le Lettere, 2012, ISBN 978-88-6087-583-9.
Con Itala Vivan, Dossier La schiavitù. Dalle colonie degli imperi alle trasmigrazioni
postcoloniali, Afriche e Orienti, 3-4, 2009, pp. 4-117, ISSN 1592-6753.
Con Annalisa Oboe e Roger Bromley, Working and Writing for Tomorrow. Essays in Honour of
Itala Vivan. Nottingham, CCCP, 2008, ISBN 978-1-905510-17-7 (UK), 978-1-60271-014-6 (US).
Articoli in rivista e contributi in volume
“Teaching as a Cultural Practice. Pedagogy and the life of Cultural Studies” in Crisis, Risks and
New Regionalisms in Europe”, in Claudia Gualtieri, Roberto Pedretti, Cecile Sandten and Tobias
Schlosser eds, Trier, Germany, WVT Publishers, 2016, Proceedings of the “Cultural Studies
Workshop. Crisis, Risks and New Regionalisms in Europe” Conference, Università degli Studi di
Milano, 2-5 dicembre 2014. In corso di pubblicazione.
“The Release of the Truth and Reconciliation Commission Findings on Indian Residential Schools
in Canada, 2 June 2015” in Utopian Scenarios in Effective Communication to Citizens and
Corporations, Miriam Bait, Marina Brambilla and Valentina Crestani eds, Peter Lang, 2016. In
corso di stampa.
“Operationalising Borders, Euro/African Borderscapes on Stage” in Borderscaping: Imaginations
and Practices of Border Making, Chiara Brambilla, Jussi Laine, James W. Scott, Gianluca Bocchi
eds, Farnham, Ashgate, 2015, pp. 237-245. ISBN 9781472451460 (hbk), ISBN 9781472451477 (ebk
– PDF), ISBN 9781472451484 (ebk – ePUB)
Con Itala Vivan, “I musei d’impresa raccontano Milano e la Lombardia” in Milano città delle
culture, M. Vittoria Calvi ed Emilia Perassi, a cura di, Milano, Edizioni di storia e letteratura,
2015, pp. 481-491, ISBN 9788863727845.
“Bodies in Transit: The Imperial Mechanism of Biopolitics”, Le Simplegadi, XII, 12, 2014, pp.
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Ode Nascente di Cheikh Tidiane Gaye, Afriche e Orienti, 3-4, 2009, pp. 113-114, ISSN 1592-6753.
L'incredibile storia di Olaudah Equiano, o Gustavus Vassa, detto Africano di Olaudah Equiano,
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Preserving What Is Valued: Museums, Conservation, and First Nations di Miriam Clavir, Altre
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Narrare la black Britain. Migrazioni, riscritture e ibridazioni nella letteratura inglese
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Traduzioni dall’inglese all’italiano
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“Memorie della schiavitù in Benin” di Raisa Simola, Afriche e Orienti, 3-4, 2009, pp. 68-79, ISSN
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Con Itala Vivan, “Il capitolo dedicato alla schiavitù nel codice giuridico etiopico Fetha Nagast” di
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Con Roberto Pedretti, L’umanità in spiccioli, traduzione di Loose Change di Andrea Levy, Il Sole
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“Da Windrush a oggi: emigrazione e cultura in Gran Bretagna” di Mike Phillips, Afriche e Orienti,
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01.02.2016
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