dal 20 febbraio al 5 marzo 2016
INAUGURAZIONE sabato 20 febbraio dalle 10.30 alle 13
Galleria Bellinzona 2.0 - Lecco, Via Roma 41 (interno)
Conosco il giovane Stefano Rauzi da 2 anni.
Lecchese, classe 1991, è venuto a trovarmi in galleria e gli avevo promesso che avrei presto
visitato il suo studio, impegno non mantenuto per mia negligenza (mea culpa!).
Poco prima dell’inaugurazione della sua prima personale, organizzata a Milano dal 15 gennaio
al 10 febbraio 2016 presso lo spazio QC Officina Eventi ex Fitzcarraldo, è tornato a farmi visita
portandomi il catalogo (con testo critico di Chiara Gatti).
Con piacere ho visitato la mostra, allestita con grande stile, osservando le sue opere che mi
hanno piacevolmente intrigato confermando la mia prima intuizione:
Stefano è un “artista per vocazione”.
Da qui l’idea di esporre i suoi lavori a Lecco, alla Galleria Bellinzona 2.0 (via Roma 41, interno),
una proposta che il giovane pittore ha accettato con entusiasmo.
Oreste Bellinzona
23900 Lecco - Via Roma 41 (int.) - Tel. + 39 0341365488 | Cell. + 39 336341038
[email protected] | www.galleriabellinzona.com
Orario di galleria: da martedì a sabato 15.00 - 19.00 | sabato e domenica mattina 10.00 - 12.30
«Sono partito dal disegno, perché è sempre stata una cosa naturale: le idee mi apparivano in
testa in maniera visiva. La combinazione dello stile crudo e primitivo del disegno con il
realismo delle fotografie e delle immagini, che utilizzo nei collage, crea un contrasto che
rappresenta anche a livello estetico la dualità dell’uomo.
Concentrando questi elementi della stessa opera, si fondono insieme l’istinto, la natura e la
spontaneità con la ragione, il pensiero e il controllo.
Sono convinto che nell’arte si debbano utilizzare entrambi gli aspetti dell’uomo per creare un
opera completa. Il fatto di esprimere e trasmettere le proprie emozioni, dare una forma al
sentire e ovviamente sentire, sono i principi alla base della vita.»
(Stefano Rauzi, presentazione tratta dal sito personale dell’artista www.stefanorauzi.com)
«Imprevedibile, sintetico, lapidario nei giudizi come nel segno che attraversa le superfici, più
tagliente di una lama, Rauzi ha una storia tutta sua da raccontare. Che ha il sapore un po’
street, un po’ underground dell’arte surreale e pop d’ultima generazione. Ma non si ferma qui e
pesca in un bacino di suggestioni più magmatico, nei temi eterni della memoria, dell’infanzia e
della famiglia, nella grande letteratura noir, un po’ maledetta, di inizio Novecento, in un
estetismo decadente che tratta argomenti giganteschi, come l’amore e la morte, con metafore
visionarie, atmosfere teatrali.
Rauzi oltre a essere un pittore è, insomma, un giovane narratore. Un romanziere dell’occulto,
che ritrae se stesso - e questo spiega la quantità impressionante di autoritratti - anche quando
ritrae gli altri. Parla di se stesso anche quando allestisce commedie tragiche zeppe di
personaggi irrisolti. Vagano intorno, nel vuoto, in cerca di un copione da recitare, schegge
impazzite fra le trame di un dramma contorto. In principio, proprio come a teatro, tutto è
avvolto nel buio.»
(Chiara Gatti, “Stefano Rauzi: Io non ho paura”, dal testo critico
pubblicato nel catalogo della mostra “Stefano Rauzi at Fitzcarraldo”)
Le foto di Stefano Rauzi nel suo studio sono di Mario Spreafico
Susto, 2014
smalto, pastelli a olio e carta su tela, cm 180 x 210
Studio sulla violenza, 2014
acquerelli su carta, cm 30,5 x 22,9
Autoritratto n. 29, 2013
Autoritratto n. 20 l’abisso, 2013
olio e acrilico su tela, cm 120 x 100
olio e acrilico su tela, cm 100 x 80
Senza titolo, 2013
collage su carta, cm 70 x 50
Senza titolo, 2014
collage su carta, cm 70 x 50