417 Attualità Recenti Prog Med 2011; 102: 417-420 Dipendenza da Internet e psicopatologia web-mediata Federico Tonioni1, Stefano Corvino2 Riassunto. Il dispiegamento delle potenzialità di Internet e la sua progressiva diffusione negli ultimi 20 anni hanno segnato l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare e di pensare. In questo contesto sono emersi disturbi legati ad un uso patologico della rete, fino a forme di vera e propria dipendenza, assimilabili all’uso di sostanze psicotrope. L’abuso di Internet può seriamente aggravare tratti psicopatologici pre-esistenti, che costituiscono la base della dipendenza, producendo un continuo processo di disconnessione del soggetto dalla realtà. La perdita delle relazioni interpersonali, la modificazione del tono dell’umore, la cognitività completamente orientata all’uso della rete e l’alterazione del vissuto temporale sono le caratteristiche comuni nei pazienti dipendenti da internet, in cui sono presenti anche chiari sintomi di intossicazione e di astinenza; particolarmente a rischio risultano gli adolescenti. Presso il Policlinico Gemelli di Roma è attivo l’ambulatorio per la dipendenza di Internet con un protocollo terapeutico che prevede colloqui individuali, gruppi riabilitativi e gruppi di auto-aiuto per i familiari. Internet addiction and web-mediated psychopathology. Parole chiave. Adolescenti, dipendenza da Internet, facebook, giochi d’azzardo, giochi di Ruolo, psicopatologia webmediata. Key words. Facebook, gambling, Internet Addiction Disorder, Internet intoxication, teenagers, web-mediated psychopathology. Dipendenza da Internet: sintomi e tipologie In questo contesto di evoluzione del modo di comunicare e di pensare hanno iniziato a manifestarsi disturbi correlati ad un uso patologico della Rete e delle sue risorse, fino alla costituzione di stati patologici di dipendenza e altre forme di psicopatologia web-mediata. Gli studi pionieristici sulla IAD (Internet Addiction Disorder) sono riconducibili a Ivan Goldberg (1995), uno psichiatra americano, che ha definito il concetto di dipendenza da Internet individuandone i sintomi caratteristici: 1. bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione; 2. marcata riduzione d’interesse per altre attività che non siano Internet; 3. sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell’uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali; Internet e le sue applicazioni hanno apportato all’umanità numerose novità e vantaggi in ogni ambito, dal sapere alla vita relazionale, dal lavoro al mondo dell’intrattenimento. Nel proprio quotidiano, pur con modalità differenti, tutti o quasi tutti siamo chiamati a confrontarci con queste nuove tecnologie, che sono in continua espansione. Nel giugno 2010 gli internauti di tutto il mondo erano quasi due miliardi di persone con una crescita negli ultimi dieci anni del 445%. In Europa erano 475 milioni: circa il 59% della popolazione. In Italia dal 2000 al 2009 la percentuale degli internauti è cresciuta esponenzialmente del 127%. Precisamente, nel 2010, gli italiani on line erano più di trenta milioni: circa il 52% della popolazione, di cui diciannove milioni iscritti a Facebook1. Summary. The development of the Internet and its gradual mass distribution in the last 20 years have marked the beginning of a global revolution in the way of communicating and thinking. In this context, emerged disorders related to a pathological use of the network, up to forms of real addiction (Internet Addiction Disorder), similar to the use of psychotropic substances. The abuse of the Internet can seriously aggravate pre-existing psychopathological traits, which are the basis of addiction, resulting in a continuous process of disconnection from reality. The loss of interpersonal relationships, the change of mood, cognition completely oriented to the use of the network and disruption of temporal experience are common features in patients addicted to the Internet. There are also clear signs of intoxication and abstinence. Teenagers are particularly at risk, maybe because born in the “new virtual world” and therefore less aware of the risks that may ensue. At the Gemelli Hospital in Rome it’s active an out-patient service for Internet Addiction Disorder with a treatment protocol that includes individual interviews, group rehabilitation and self-help groups for family members. 1Ambulatorio per la Dipendenza da Internet, Policlinico Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; 2Scuola di Specializzazione in Psichiatria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Day-Hospital di Psichiatria, Policlinico Gemelli, Roma. Pervenuto il 16 luglio 2011. 418 Recenti Progressi in Medicina, 102 (11), novembre 2011 4. necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all’intenzione iniziale; 5. impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet; 6. dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete; 7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici provocati dalla rete2. Successivamente, Kimberly Young, che ha fondato il Center for Online Addiction statunitense, riconosce cinque tipi specifici di dipendenza online: 1. Cyber-sex addiction (ovvero dipendenza dal sesso virtuale): gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti. La stessa può accompagnarsi a masturbazione compulsiva3-5. 2. Cyber-relational addiction (o dipendenza dalle relazioni virtuali): gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online e possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici online diventano rapidamente più importanti per l’individuo, spesso a scapito dei rapporti con la famiglia e gli amici reali. In molti casi questo conduce all’instabilità coniugale o della famiglia. 3. Net-compulsion: la dipendenza dai giochi in Rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo. Si utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su Internet e si perderanno importi cospicui di denaro, arrivando ad interrompere doveri relativi all’impiego o rapporti significativi. 4. Information overload: la ricchezza dei dati disponibili sul World Wide Web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l’utilizzo dei database sul Web. Gli individui trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione di dati dal Web. A questo comportamento sono tipicamente associate tendenze compulsive-ossessive e riduzione del rendimento lavorativo. 5. Giochi di Ruolo online: videogame con tematiche prevalentemente di guerra, oppure di giochi di strategia in cui gli individui sono portati ad impiegare un numero sempre maggiore di ore per migliorare il proprio avatar. Questi giochi prevedono squadre di utenti connessi tramite Internet da tutte le parti del mondo anche se quasi sempre sono e restano sconosciuti gli uni con gli altri. La nostra esperienza All’inizio del mese di novembre 2009 ha cominciato l’attività presso il Policlinico Gemelli di Roma il primo Ambulatorio nella pubblica sanità dedicato a questi disturbi. In quasi due anni sono stati visi- tati oltre 220 tra giovani e adulti, che hanno dato forma a due gruppi distinti di pazienti. Il primo gruppo è composto da soggetti con età compresa tra i 28 e i 40 anni, dediti soprattutto alla pornografia e al gioco d’azzardo on-line, che hanno consapevolezza di aver sviluppato una dipendenza comportamentale: forse perché hanno conosciuto anche un“prima” del computer e della vita digitale. Il secondo gruppo, che costituisce la maggior parte dei casi (80%), è invece composto da giovani, alcuni giovanissimi con età compresa tra i 12 e i 25 anni, dediti ai giochi di Ruolo online e ad un abuso dei social-network (facebook). Questi adolescenti hanno fondamenti mentali diversi da quelli della generazione che li precede, perché sono nati e cresciuti in un mondo ormai classificato “globale”: un mondo, cioè, dove le variabili spazio-temporali sono vissute in modo del tutto nuovo. Il che contribuisce, da una parte, ad una minore consapevolezza dei problemi correlati all’abuso di Internet e, dall’altra, ad un parallelo, inverso, incremento dei livelli d’ansia nei genitori. Quel che ha stimolato a iniziare uno studio sull’IAD è, in particolare, la sua analogia con quadri clinici assimilabili all’uso di sostanze psicotrope6. Gli elementi in comune hanno riguardato le modificazioni psicopatologiche che si producono nell’individuo che diviene dipendente dalla rete: perdita delle relazioni interpersonali, modificazione dell’umore, cognitività completamente orientata all’uso del mezzo, alterazione del vissuto temporale con fenomeni dissociativi. I nostri pazienti, se potessero, passerebbero su Internet tutto il tempo disponibile, rinunciando alle altre attività che sono progressivamente disinvestite di passioni o interessi. Si connettono in Rete appena tornati a casa e svolgono i propri doveri con scarsa patecipazione e con il computer costantemente acceso. Viene meno la percezione della quantità di tempo trascorso davanti al monitor con manifesta tendenza all’aggressività allorché si contesti l’eccesso di ore trascorsi in connessione. Problematiche e dinamiche della Internet-dipendenza Queste considerazioni introducono a numerosi interrogativi: in primo luogo nei confronti dell’uso indiscriminato di Internet e dei suoi prodotti senza alcun limite temporale o di confini che ne possano limitare l’impiego afinalistico. Il mondo virtuale, in effetti, può essere stimolante e ricco di novità appagando, specialmente per gli adolescenti, bisogni quale ad esempio, quello di moltiplicare le relazioni con il proprio gruppo di pari evitando il contatto dal vivo, emotivamente più impegnativo. F. Tonioni, S. Corvino: Dipendenza da Internet e psicopatologia web-mediata La rete può inserirsi in questi spazi psicologici deficitari, come le sostanze psicotiche s’inseriscono in un mondo di disagio e/o di sofferenza psichica, un mondo che non di rado costituisce il terreno predisponente della dipendenza patologica, producendo un processo di disconnessione del soggetto dalla realtà e dalle relazioni che lo circondano. In altre parole, un uso incontrollato e quindi compulsivo di Internet può seriamente aggravare tratti psicopatologici pre-esistenti ed è in grado indurre una dispercezione dei confini del sé. IL CORPO ASSENTE Dove c’è abuso, progressivamente si genera una tendenza di base a travalicare i propri limiti (all’interno dei quali possiamo essere noi stessi), a diventare incapaci di attendere e di riflettere, a disperdere il senso della propria identità e a ritirarsi socialmente in un mondo conchiuso, dove il livello emotivo delle relazioni è vissuto parzialmente o totalmente distorto7,8. Nella rete, il corpo fisicamente inteso diviene assente e con esso tutta la comunicazione non verbale, che è veicolata dal corpo stesso. La mancanza di una vera presenza fisica diminuisce la possibilità di accesso a tutta una serie d’informazioni fondamentali nell’interazione fra due individui. Seppur reciprocamente visibili con una web-cam, due persone che chattano non riescono ad arrossire, pur parlando di cose che possono imbarazzare, proprio perché il corpo fisico “non c’è”; e non basta vedersi a distanza per entrare in un vero contatto. La comunicazione non verbale che passa per le emozioni e che ha sempre un corrispettivo somatico (rossore del viso, tachicardia, dolore colico, postura, balbuzie, etc.) non è sotto il nostro controllo (non si può decidere quando diventare rosso) e non rappresenta un’alternativa alla comunicazione verbale; essa è piuttosto l’assenza della comunicazione. Si può dire la stessa cosa guardando una persona con “occhi diversi” e di fatto vengono comunicati due messaggi diversi. Dunque, nelle relazioni web-mediate, che ormai sono tra i giovani più numerose di quelle reali, è possibile comunicare soltanto parzialmente (senza il corpo); il che, di solito, è alla base di sensazioni di onnipotenza, di vissuti di depersonalizzazione e di un incremento dell’ideazione paranoidea: una tendenza al controllo dell’altro, piuttosto che alla condivisione. LA DIS-PERCEZIONE DEL TEMPO Elemento fondamentale per comprendere le dinamiche legate alle dipendenze da Internet è il fenomeno della dispercezione del tempo. Questo fenomeno può essere chiarito con un esempio: quando ciascuno di noi lavora o scrive al computer è concentrato; la concentrazione è sotto il controllo della nostra consapevolezza e della forza di volontà. Quando, invece, “navighiamo”, chattia- mo o giochiamo su Internet, più che concentrati siamo “assorti”, ovvero siamo in uno stato che ricorda quello del sogno ad occhi aperti e che possiamo definire uno stato dissociativo normale9. Il sogno ad occhi aperti – tuttavia – risponde ad un timing interno e dopo pochi secondi torniamo nel mondo reale; al contrario, mentre siamo assorti su Internet, lo stato dissociativo si prolunga per un tempo maggiore provocando conseguenze che normali non sono. La struttura stessa di Internet, il suo ipertesto, elemento fondamentale della Rete, è costituito da una serie infinita di collegamenti che ci portano a navigare per ore e ore in maniera spesso a-finalistica. Non di rado, i soggetti che utilizzano eccessivamente Internet rimangono “dissociati” nei confronti della realtà esterna financo a connessione conclusa10. Esistono sintomi di intossicazione e sintomi di astinenza. I primi sono articolati intorno a processi dissociativi crescenti e si concretizzano in progressivo ritiro sociale, decremento della performance scolastica fino ad interruzione degli studi, mancata partecipazione attiva alle dinamiche familiari, distacco emotivo, alterazione del ritmo sonno-veglia. Al contrario, il principale sintomo di astinenza è la rabbia: con aggressività auto- ed eterodiretta11. Il trattamento Data la giovane età dei pazienti, il problema coinvolge in maniera significativa le famiglie, spesso in difficoltà nel comprendere la natura del problema e sul come intervenire. Molti genitori, sentendosi impotenti, “staccano la spina” (arrivano, cioè, a sottrarre ai figli la disponibilità del computer), innescando, così, reazioni aggressive difficili da controllare. D’altra parte, il gap generazionale che da sempre ha diviso adulti e adolescenti sembra molto aumentato e in casi dove prima eravamo abituati a vedere un conflitto ora si trova un vuoto, o – peggio – un’assenza, con ruoli alcune volte invertiti rispetto alla norma. I genitori non sembrano essere più considerati un punto di riferimento significativo (seppure quale controparte), proprio e solamente perché i figli sanno di essere più competenti nel vivere il mondo digitale. IL NOSTRO PROTOCOLLO D’INTERVENTO Il nostro protocollo d’intervento prevede colloqui individuali per sondare la struttura mentale sottostante ai sintomi presentati e per considerare la complessità e allo stesso modo l’individualità della sofferenza. Progressivamente, i pazienti sono avviati all’interno di gruppi riabilitativi che lavorano sullo stato di dipendenza patologica di soggetti adulti e, al contrario, su livelli emotivi riattivati nell’incontro gruppale, “dal vivo”, con i ragazzi adolescenti. 419 420 Recenti Progressi in Medicina, 102 (11), novembre 2011 Esiste anche un gruppo di ascolto e confronto per i familiari, che ha lo scopo di ri-promuovere contatti affettivi interrotti o non compresi. È bene ricordare che ogni dipendenza patologica – sia da sostanze sia da comportamenti – media sempre angosce più profonde: l’oggetto di una dipendenza patologica si prende sempre cura del “dipendente”, pur con effetti collaterali a volte devastanti. Per questo motivo ogni tentativo di cura e riabilitazione si rivela di solito più complesso del previsto, spesso con una serie di accadimenti che travalicano volontà, logica e razionalità. Mai impedire bruscamente e con la forza l’uso del computer a un adolescente che ne fa un uso eccessivo, perché questo potrebbe innescare dinamiche ancora più gravi. Meglio proporre, se possibile, uno scalaggio delle ore di connessione, non negandogli, al contempo, disponibilità a confortarlo nel disagio derivante dalla parziale astinenza. La finalità del nostro gruppo è quella di fornire un aiuto concreto per comprendere dove può finire una tendenza o una passione e cominciare, invece, una patologia. In attesa di saperne di più12-16. Bibliografia 1. www.nielsen-netratings.com. 2. Goldberg I. Internet addiction disorder. 1995, http://users.rider.edu/~suler/psycyber/supportgp.html 3. http://www.mayoclinic.com/health/compulsive-sexual-behavior/DS00144. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Federico Tonioni Policlinico Gemelli Ambulatorio per la Dipendenza da Internet Largo Agostino Gemelli, 8 00168 Roma E-mail: [email protected] 4. Young KS. Caught in the net: how to recognize the signs of Internet addiction and a winning strategy for recovery. New York: John Wiley & Sons 1998. 5. Young KS. Internet addiction: a new clinical phenomenon and its consequences. American Behavioral Scientist 2007; 48: 402-15. 6. American Psychiatric Association. Manuale diagnostico dei disturbi mentali. Edizione italiana dalla IV ed USA. Milano 2001. 7. Huismann A, Van Den Eijnden R, Garretsen H. Internet addiction: a call for systematic research. J Subst Use 2001; 6: 7-10. 8. Shaw M, Balck DW. Internet addiction: definition, assessment, epidemiology and clinical management. CNS Drugs 2008; 22: 353-65. 9. Winnicott DW. Gioco e realtà. Roma: Armando Editore 1974. 10. Steinberg M, Schnall M. La dissociazione. I cinque sintomi fondamentali. Milano: Raffaello Cortina Editore 2006. 11. American Academy of Pediatrics, Linee guida basate sull’età per l’utilizzo di Internet da parte dei minori. http://www.tuttomamma.com/bambininavigare-internet/3346. 12. Indagine sull’uso di Internet a casa e a scuola, http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/pericoli_web/ indagine.pdf. 13. World Internet Usage. Statistics, News and Population states. http://internetworldstats.com/stats.htm 14. Meerkerk GJ. Pwned by the Internet. Explorative research into the causes and consequences of compulsive Internet use. Rotterdam: Erasmus University 2007. 15. Bernardi S, Pallanti S. Internet addiction: a descriptive clinical study focusing on comorbidities and dissociative symptoms. Compr Psychiatry 2009; 50: 510-16. 16. Tonioni F. Quando Internet diventa una droga. Torino: Einaudi Editore 2011.