Regime dinamico nel dominio del tempo Appunti a cura dell’Ingg. Basoccu Gian Piero e Marras Luca Tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici A. A 2003/04 e 2004/05 Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari Ultimo aggiornamento 04/02/2009 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 1 Premessa Regime stazionario Un sistema elettrico è in regime stazionario quando le grandezze del sistema non variano nel tempo Regime sinusoidale Un sistema elettrico è in regime sinusoidale permanente quando le grandezze in esame variano nel tempo mantenendo costante le ampiezze e le frequenze. Regime dinamico Quando un sistema elettrico reale passa da un regime stazionario ad un altro o da un regime regime permanente sinusoidale ad un altro, questo passaggio non avviene istantaneamente, ma in un tempo finito durante il quale le grandezze del circuito possono variare nel tempo in ampiezza, frequenza e fase. Il funzionamento che si verifica per un tempo transitorio caratterizza il regime dinamico. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 2 Lo studio dei transitori in ingegneria elettrica corrisponde allo studio del comportamento dinamico delle strutture in altri rami della fisica e in particolare dell’ingegneria. In tutti i campi dell’ingegneria come • la struttura di un ponte, • di un grattacielo, • di un albero di una macchina, • di una diga, • di un’ala di un aereo • di una rete elettrica, • etc… per dimensionare correttamente, non è sufficiente definire il comportamento statico delle strutture, ma è necessario conoscere il comportamento dinamico. I metodi matematici con i quali si sviluppa l’analisi dei sistemi elettrici in regime transitorio sono quelli trattati in altri testi specifici ed utilizzabili in tutti i campi dell’ingegneria, quando si debbano risolvere problemi di risposta dinamica. I metodi sperimentali presuppongono la realizzazione di modelli (modellazione). Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 3 Per questi motivi i problemi dinamici relativi a sistemi non elettrici possono essere risolti con modelli analoghi a quelli elettrici essendo retti da equazioni differenziali di uguale struttura. La modellazione e risoluzione dei sistemi elettrici in regime dinamico rappresentano delle metodologie spendibili per lo studio dei sistemi di natura diversa in regime dinamico. Esistono delle precise analogie tra i modelli analitici risolutivi dei: • sistemi elettrici • sistemi meccanici • sistemi idraulici • sistemi termici • etc… Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 4 ESEMPI Analogia termica L'analogia può essere così espressa: Sistema elettrico In un corpo materiale l'intensità di corrente fluisce dal punto a potenziale più alto al punto a potenziale più basso, è proporzionale alla differenza di potenziale e dipende dalla natura del corpo materiale. La costante di proporzionalità corrispondente al rapporto tra la differenza di potenziale e l'intensità di corrente è chiamata resistenza elettrica. sostituendo le parole intensità di corrente con potenza termica e potenziale con temperatura, elettrico con termico si ha: Sistema termico In un corpo materiale la potenza termica ( o quantità di calore) fluisce dal punto a temperatura più alta al punto a temperatura più bassa, è proporzionale alla differenza di temperatura e dipende dalla natura fisica del corpo. La costante di proporzionalità corrispondente al rapporto tra la differenza di temperatura e la potenza termica è chiamata resistenza termica. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 5 Conduzione termica attraverso una parete piana Conduzione Elettrica in un conduttore prismatico Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 6 Analogia meccanica La figura e la tabella illustrano l’analogia descritta Grandezze elettriche Grandezze meccaniche Nome Simbolo U.mis Nome Simbolo U.mis Tensione U V Coppia C J corrente I A Velocità W rad/s angolare Resistenza R W Coefficiente Ka J*s d’attrito Induttanza L Ω*s Momento di J Kg*m2 inerzia Costante di t s Costante di t s tempo tempo Corrente di Icc A Velocità a ω0 rad/s cortocircuito vuoto Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 7 Esempio di analogia tra modelli di sistemi di natura fisica diversi Il modello del sistema elettrico relativo a un bipolo elettrico lineare R L C serie, alimentato da un generatore di tensione e(t): R e(t) L C i(t) = dq dt β x(t) f(t) m k presenta delle analogie con il sistema meccanico lineare comprendente la sorgente con forza f(t) e i tre elementi meccanici: • lo smorzatore a resistenza viscosa dipendente dalla velocità, che ha coefficiente di smorzamento β, • la massa m; • la molla con la costante elastica k. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 8 Al circuito elettrico è associabile il modello analitico dell’equazione differenziale, ottenuta applicando il secondo principio di Kirchhoff alla maglia costituita dal bipolo R L C alimentato dal generatore e(t): di dq i(t) = + u c + Ri(t) dt dt d 2q dq 1 e(t) = L 2 + R + q dt dt C e(t) = L Al sistema meccanico corrisponde il modello analitico dell’equazione differenziale ottenuta applicando la seconda legge di Newton: d2x dx + kx f(t) = m 2 + β dt dt dove x è lo spostamento, che deve essere inteso misurato rispetto ad un punto fisso (riferimento inerziale Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 9 RETI IN REGIME DINAMICO Componenti con memoria e componenti senza memoria I circuiti elettrici sono costituiti da: COMPONENTI SENZA MEMORIA: come le resistenze nelle cui relazioni costitutive non intervengono legami integro differenziali. Per loro il valore assunto da ciascuna grandezza elettrica (tensione o corrente), non dipende dai valori assunti in istanti precedenti dalla stessa, o da altre grandezze elettriche del circuito R i(t) v (t ) = R ⋅ i (t ) v(t) COMPONENTI CON MEMORIA: come le induttanze e le capacità nelle cui relazioni costitutive intervengono legami integro differenziali. L i(t) v(t) v (t ) = L ⋅ di (t ) dt 1 i ( t ) = ∫ v (t ) + i ( t 0 ) L i(t) C v(t) dv(t ) i (t ) = C ⋅ dt 1 v(t ) = ∫ i (t ) + v(t0 ) C Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 10 Sono componenti con memoria anche gli induttori mutuamente accoppiati: i1(t) L1 L2 v1(t) i2(t) v2(t) M di1 (t ) di2 (t ) v ( t ) = L + M 1 1 dt dt v (t ) = M di1 (t ) + L di2 (t ) 2 1 dt dt La presenza di operazioni di derivazione rispetto al tempo comporta che le grandezze elettriche dipendano da: • Valori attuali delle eccitazioni e • dalla loro rapidità di variazione nel tempo La presenza di operazioni di integrazione comporta che le grandezze elettriche dipendano da: • Valori attuali delle eccitazioni e anche • da tutti gli istanti precedenti a quello attuale. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 11 In base a queste considerazioni si può affermare che: 9 Per i circuiti senza memoria ↓ il sistema risolutivo è di tipo algebrico. 9 Per i circuiti con memoria ↓ il sistema risolutivo è di tipo integro-differenziale. L’analisi di un circuito con memoria richiede l’esecuzione di due fasi successive: 1. Definizione del sistema integro-differenziale 2. Risoluzione del sistema integro-differenziale 1. DEFINIZIONE DEL SISTEMA INTEGRO-DIFFERENZIALE L’individuazione del sistema integro-differenziale richiede: 1. Scelta delle grandezze elettriche incognite e scrittura delle equazioni di equilibrio in base alla prima o alla seconda legge di Kirchhoff o altri sistemi risolutivi delle reti; 2. Espressione delle grandezze elettriche note ed incognite nelle equazioni di equilibrio precedenti, utilizzando le relazioni costitutive dei componenti. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 12 1 2 Esempio di risoluzione: ic(t) C 3 IL GRAFO DEL CIRCUITO i1(t) 1 iu(t) 2 R1 2 1 i2(t) coalbero v(t) R2 albero 3 Lati=l=4 0 Nodi=n=3 0 Il nodo 0 è collegato a terra e ha potenziale V0= 0V. Le variabili descrittive del circuito sono 2*l e per risolvere il circuito occorre scrivere 2*l= 8 equazioni. EQUAZIONI TOPOLOGICHE (Principio di Kirchhoff) N=3 e L= 4 iu + i1 + ic = 0 i + i = 0 u 2 vu − v c − v 2 = 0 v1 − vc = 0 n-1 = 2 EQUAZIONI AI NODI l-(n-1) = 2 EQUAZIONI ALLE MAGLIE Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 13 EQUAZIONI COSTITUTIVE vu = u (t ) v = R ⋅ i 1 1 1 dv c = ⋅ i C c dt v 2 = R2 ⋅ i2 Se, come accade in molti casi si deve determinare una sola variabile, non è necessario risolvere l’intero sistema, ma basta ricavare una relazione che lega la variabile desiderata all’ingresso u (t ) = vu (t ) . Per esempio se la variabile che si intende determinare è vc(t): u (t ) = vc + R2 ⋅ i2 vc dv c i2 = −iu = i1 + ic = R + C dt 1 Sostituendo l’espressione della corrente i2(t) in quella della tensione u(t) v dv u (t ) = vc + R2 ⋅ ( c + C c ) R1 dt Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 14 e ordinando i termini della equazione differenziale così definita si ha: dvc R2 u (t ) = R2 ⋅ C + + 1 ⋅ vc dt R1 Si è trovata una relazione tra la causa u(t) e l’effetto vc(t) ossia: la relazione ingresso u(t)- uscita vc(t) o relazione (input/output) I/O In generale si determina una relazione causa–effetto o ingresso–uscita, dove l’ingresso e l’uscita possono essere sia tensioni sia correnti secondo la natura dell’ingresso o dell’uscita. INGRESSO u(t) TENSIONE TENSIONE CORRENTE CORRENTE USCITA y(T) TENSIONE CORRENTE TENSIONE CORRENTE La relazione (input/output) I/O è un’equazione differenziale ordinaria la cui soluzione può essere ricavata sommando l’integrale generale dell’omogenea associata, all’integrale particolare dell’equazione completa. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 15 La rete è vista come un quadripolo, dove ai morsetti 11’ d’ingresso si inserisce un generatore di segnale u(t), e ai morsetti di uscita 22’ si inserisce il ramo relativo alla grandezza in uscita y(t): RETE u(t) y(t) y (t ) = vc (t ) = C ⋅ ic (t ) dt ∫ u (t ) = vu (t ) 2.Risoluzione del sistema integro-differenziale Nel caso in esame: I/O ≡ TENSIONE /TENSIONE Le condizioni iniziali ci permettono di definire i parametri incogniti: per v (0 + ) = 0 esempio c u (t ) = E vc (t ) = vc 0 (t ) + vcp (t ) Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 16 Per determinare la risposta libera vc0(t) si considera l’omogenea associata alla equazione differenziale: dvc R2 + + 1 ⋅ vc u (t ) = R2 ⋅ C dt R1 omogenea associata: R2 R C ( λ ⋅ ⋅ + + 1) = 0 2 R1 ⇒ R2 + R1 ( ) λ = − R1 ⋅ R2 ⋅ C la soluzione sarà del tipo: vc 0 = A ⋅ e −λ t Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 17 Per determinare l’integrale particolare o risposta forzata vp(t) occorre tener presente che esso sarà della stessa natura del segnale impresso u(t)=E, per cui: vcp=K=cost essendo: u (t ) = R 2 ⋅ C E = R2 ⋅ C dv c R + ( 2 + 1) ⋅ vc dt R1 R dK + ( 2 + 1) ⋅ K dt R1 R2 E = ( + 1) ⋅ K R1 R1 K= ⋅E R1 + R2 Da cui: v c (t ) = v c 0 + v p = A ⋅ e − λt R1 + ⋅E R1 + R2 Il valore di vc(t) è indeterminato non essendo stato definito il parametro A. Per determinare A si devono imporre le condizioni iniziali: per t=0 ⇒ vc(0+)=0 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 18 0 = A ⋅ e−λ 0 + R1 ⋅E R1 + R2 R1 0 = A+ ⋅E R1 + R2 ⇒ R1 A=− ⋅E R1 + R2 per cui la tensione vc(t) risulta : R1 + R2 − t E R1 R2 C v c (t ) = 1− e R1 + R2 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 19 Reti in regime dinamico In un circuito elettrico ogni volta che una grandezza elettrica cambia valore, o si modifica in qualche modo la configurazione della rete, si passa da un regime permanente relativo alla condizione di funzionamento iniziale, ad un altro regime permanente attraverso una fase dinamica transitoria. Per esempio nel caso semplice di un circuito a maglia unica, si voglia studiare come si stabilizza la corrente alla chiusura dell’interruttore: R L C − E Occorre scrivere l’equazione risolutiva del circuito e definire le condizioni di funzionamento iniziali, assumendo per t=0 l’istante di chiusura. L’equazione risolutiva è facilmente deducibile applicando il secondo principio di Kirchhoff all’unica maglia del circuito: t di ( t ) 1 e (t ) = R ⋅ i ( t ) + L ⋅ + i ( t ) ⋅ dt + vc (0) dt C 0 ∫ Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 20 Essa é una equazione integro-differenziale nella grandezza incognita i(t). Per una rete comunque complessa si possono scrivere un certo numero di equazioni integro-differenziali applicando i teoremi risolutivi delle reti. Quando, come accade in molti casi, si vuole determinare come varia nel transitorio una grandezza in particolare tra tutte quelle relative al circuito (una tensione o una corrente in un solo ramo), il problema si riconduce sempre alla risoluzione di una equazione integro differenziale di ordine n. 1. Definizione della integro-differenziale equazione risolutiva d n y (t ) d n −1 y (t ) dy (t ) an + an −1 + ... + a1 + a0 = 1 n n − dt dt dt d m u (t ) d m −1u (t ) du (t ) = bm + bm −1 + ... + b1 + b0 u (t ) 1 m m − dt dt dt Nell’ipotesi di rete tempo-invariante i coefficienti ai e bi (parametri R, L, C, M…) sono costanti. Per le reti tempo-varianti occorre tener conto del fatto che questi parametri variano nel tempo e la risoluzione diventa più complessa. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 21 Una volta scritta l’equazione integro differenziale si passa alla seconda fase della risoluzione. 2. Risoluzione della equazione integrodifferenziale L’integrale generale è pari alla somma dell’integrale dell’omogenea associata e dell’integrale particolare: y (t ) = y0 (t ) + y p (t ) con: - u(t) noto per t>0 e - siano note le condizioni iniziali: y(t) e le sue n-1 derivate in t=0+ Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 22 Per determinare l’integrale generale o risposta libera dovuta • alla energia elettromagnetica accumulata precedentemente dagli induttori e • alla energia elettrostatica accumulata precedentemente dai condensatori, occorre risolvere l’equazione caratteristica della omogenea associata, che per una equazione differenziale di ordine n sarà: an ⋅ λn + a n −1 ⋅ λn −1 + .......... ... + a ⋅ λ + a0 = 0 si possono presentare tre casi: a) Radici reali distinte λ1, λ2, …..λn y 0 (t ) = C1 ⋅ e λ1t + C 2 ⋅ e λ2t + ....... + C n ⋅ e λnt b) k delle n soluzioni, sono coincidenti y 0 (t) = C1 ⋅ e λ1t + C 2 ⋅ e λ 2 t + ....... + C n - k ⋅ e λ k −1 t +e λkt ⋅ (C n -(k -1) + C n -(k - 2) t + ... + C n t k -1 ) c) m coppie uguali di radici complesse coniugate λ=a+jb {[ ] [ ] y 0 (t ) = e at A1 + A2 ⋅ t + .... Am ⋅ t m−1 cos bt + B1 + B2 ⋅ t + .... + Bm ⋅ t m−1 sin bt Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari } 23 per una coppia di radici complesse coniugate: y0 (t ) = e at {A cos bt + B sin bt} Ai e Bi sono 2*m costanti di integrazione che si determinano imponendole condizioni iniziali: dy y i (o ) , dt + dy m −1 ,........., m −1 + dt t =0 t =0+ Per determinare l’integrale particolare o risposta forzata dovuta • alle tensioni impresse dai generatori di tensione o • alle correnti impresse dai generatori di corrente, il procedimento è più complicato. In generale yp(t) dipende dal tipo di u(t) applicato. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 24 I casi più frequenti sono esprimibili con l’espressioni del generico ingresso cisoidale u (t ) = Uoff + Ueσ t cos (ωt + ϕ ) ⋅ u−1(t ) con U > 0 Nell’esempio riportato nel grafico, la tensione di offset, che comporterebbe una traslazione della curva, è nulla Uoff=0V u(t) Da questa espressione, modificando i parametri, sono ricavabili segnali elementari e composti. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 25 Esempi Funzione gradino: u-1(t) 0 per t < 0 u −1 (t ) = 1 per t > 0 per σ = 0; ω = 0 U=1 e ϕ = 0; 9 GRADINO PARI A U cosφ u-1(t) u (t ) = U ⋅ cos ϕ ⋅ u−1 (t ) Ucosφ 9 σ = 0; ω ≠ 0; 0<φ>π/2 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 26 COSINUSOIDE 0 < φ < π/2 u(t) u (t ) = U ⋅ cos(ωt + ϕ ) ⋅ u−1 (t ) t 9 σ = 0; ω ≠ 0; φ = - π/2 u (t ) = U ⋅ cos(ωt − SINUSOIDE π 2 ) ⋅ u −1 (t ) = U ⋅ sen (ωt ) ⋅ u −1 (t ) u(t) U t Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 27 9 σ < 0; ω = 0; ESPONENZIALE DECRESCENTE σt u (t ) = U ⋅ e cos(ϕ ) ⋅ u −1 (t ) u(t) U t 9 σ > 0; ω = 0; ESPONENZIALE CRESCENTE u (t ) = U ⋅ eσt cos(ϕ ) ⋅ u −1 (t ) u(t) U t Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 28 Poiché se u(t) è cisoidale yp(t) è anch’esso cisoidale dello stesso tipo, nota la natura del segnale impresso l’integrale particolare avrà una espresione del tipo : y p (t ) = y p ⋅ e σ pt cos(ω t + ϕ p ) dove i parametri incogniti saranno definiti imponendo le condizioni iniziali. y (t ) = y0 (t ) + y p (t ) La risposta completa del circuito è dovuta 9 ad un’eccitazione applicata in ingresso a cui corrisponde una risposta forzata 9 alle condizioni iniziali a cui corrisponde una risposta libera. Si dice che sono verificate le ipotesi di stato zero, se le tensioni iniziali ai capi di condensatori e le correnti iniziali attraverso gli induttori sono rispettivamente uguali a zero. y (t ) = y0 (t ) + y p (t ) La risposta completa del circuito è dunque la somma della: • Risposta con ingresso zero, (risposta libera o termine transitorio), dovuta alle energie accumulate nelle capacità e nelle induttanze e mutue induttanze. • Risposta con stato zero, (risposta forzata o termine permanente), dovuta alle correnti e alle tensioni impresse dai generatori. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 29 In generale durante il transitorio sono presenti sia i termini dovuti alla risposta libera che quelli dovuti alla risposta forzata. Alla fine del transitorio, nella nuova condizione di regime permanente, è presente la sola risposta forzata dovuta alle tensioni e alle correnti impresse dai generatori Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 30 3.ESEMPI DI SISTEMI DEL 1° ORDINE Questo tipo di sistema è realizzato utilizzando solo una capacità o una induttanza. Consideriamo ad esempio le fasi di carica e scarica di un induttore mediante il seguente circuito: T1 t=0 R E T2 I L Ipotesi:induttore scarico (ipotesi di stato zero) Inizialmente l’interruttore T1 è aperto perciò risulta I = 0 (regime iniziale). Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 31 Dopo la chiusura dell’interruttore T1, si ha una fase transitoria seguita da una nuova condizione di funzionamento a regime stazionario nella quale l’induttanza si comporta come un cortocircuito e pertanto si ha: I= E R (regime finale) Passando da una fase di regime stazionario ad un’altra si ha una fase transitoria durante la quale la corrente I varia nel tempo, dal valore iniziale I=0 a quello finale I=E/R. Poiché durante il transitorio, la corrente I varia nel tempo, occorre considerare anche gli effetti dell’induttanza L, poiché l’equazione costitutiva di L se la corrente varia è: di (t ) . uL = L dt Sudiamo quindi separatamente: A) la prima fase transitoria di carica e B) la seconda fase transitoria di scarica. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 32 A) Fase di carica: l’interruttore T1 si chiude mentre T2 è aperto, l’induttore comincia a caricarsi. L’equazione del circuito, applicando la LKT alla maglia, é: L di + Ri = E dt a cui corrisponde l’equazione omogenea associata: λL + R = 0 ⇒ λ=− R 1 =− τ L L dove τ = R è la costante di tempo del circuito. L’integrale generale vale quindi: iO = C1e − t τ L’integrale particolare è invece del tipo: i p = C2 E perciò l’integrale generale o risposta completa dell’equazione differenziale del circuito è: i (t ) = io (t ) + i p (t ) = C1e − t τ + C2 E Le due costanti si determinano imponendo le condizioni iniziali. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 33 Considerando che: i (0 + ) = 0 E ( ) ∞ = i R ⇒ t i ( t ) = io ( t ) + ip ( t ) = C1 e τ + C2 E − C1 + C2 E = 0 E = C E 2 R ⇒ E = − C 1 R C = 1 2 R si ottiene: t − E i ( t ) = 1 − e τ R Teoricamente il transitorio dura un tempo infinito, ma in realtà dopo un tempo pari a 4÷5 τ, la corrente assume un valore circa uguale a E/R e il transitorio si può ritenere estinto. Carica induttore 9 8 7 6 5 i=io+ip 4 3 2 1 0 R (Ω) L (H) E τ 27 1 230 0,037 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 34 Le tensioni uR(t) e uL(t) saranno: u R (t ) = Ri ( t ) t − E ⇒ u R (t ) = R 1 − e τ R t − τ = E 1 − e e di (t ) u L (t ) = L dt t t − − d E ⇒ u L (t ) = L 1 − e τ = Ee τ dt R B) Fase di scarica: l’interruttore T1 si apre e contemporaneamente si chiude T2. L’induttore inizialmente carico di energia elettromagnetica accumulata nella fase precedente di carica, comincia a scaricarsi, e la corrente varia a partire dal valore iniziale I=E/R fino al valore I=0. L’equazione del circuito, applicando la LKT alla maglia, é: L di + Ri = 0 dt a cui corrisponde ancora l’omogenea associata: λL + R = 0 ⇒ λ=− R 1 =− τ L Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 35 L’integrale dell’equazione differenziale del circuito vale quindi: i = iO = C1e − t τ dove C1 si determina in base alla condizione iniziale i (0 + ) = E ⇒ R C1 = e quindi: E R Scarica induttore 9 t E − i (t ) = e τ R 8 7 6 5 4 3 2 1 0 In teoria il transitorio dura un tempo infinito. In realtà dopo un tempo pari a 4÷5 τ, la corrente si può ritenere nulla e il transitorio estinto. Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 36 Le tensioni uR(t) e uL(t) saranno: u R (t ) = Ri ( t ) E −τt ⇒ uR (t ) = R e R t − τ = Ee e di (t ) d E − τt u L (t ) = L ⇒ u L (t ) = L e dt dt R t − τ = − Ee Analogamente si determina l’integrale generale relativo alla carica e alla scarica di un condensatore: T1 vR t=0 R E vC I T2 C Durante la carica (T1 chiuso e T2 aperto). Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 37 L’equazione del circuito è: E = Ri + vC dvC i C = dt ⇒ E = RC dvC + vC dt In maniera analoga a quanto visto per la carica di un induttore si trova: omogenea associata: RCλ + 1 = 0 ⇒ λ=− − 1 1 =− τ RC t • integrale generale: vCO (t ) = C1e • integrale particolare: vCP (t ) = C2 E τ − t soluzione dell’equazione: vC (t ) = vCO + vCP = C1e τ + C2 E Il valore delle costanti C1 e C2 si trova considerando che a regime (istante iniziale e finale) il condensatore si comporta come un interruttore aperto e quindi i=0. Risulta pertanto: per t=0per t=∞ ( ) vC 0 − = 0 vC (∞ ) = E ( ) vC 0 − = 0 vC (∞ ) = E ⇒ (essendo Ri=0) C1 + C2 E = 0 C2 E = E ⇒ C1 = − E C2 = 1 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 38 e quindi: Carica condensatore t − τ vC (t ) = E 1 − e 250 200 150 100 50 0 La corrente e la tensione ai capi del resistore, in base alle equazioni costitutiva saranno: i (t ) = C dvc (t ) d E = C ( E (1 − e − t / τ ) ) = e − t / τ dt dt R e uR (t ) = Ri (t ) = R E −t /τ e = Ee − t / τ R La fase di scarica inizia quando si commutano i due interruttori (T1 apre e T2 chiude). In questo caso si ottiene: RC dvC + vC = 0 dt perciò l’omogenea associata: RCλ + 1 = 0 ⇒ λ=− 1 1 =− τ RC Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 39 e l’integrale generale: vCO (t ) = C1e integrale particolare: − t τ vCP (t ) = 0 soluzione dell’equazione: vC (t ) = vCO = C1e − t τ Il valore della costante C1 si trova considerando che inizialmente il condensatore è caricato ad una tensione E. Risulta pertanto: vC (0 + ) = E per t=0+ Scarica condensatore 250 C1 = E 200 150 e quindi: 100 50 vC (t ) = E ⋅ e − t 0 τ La corrente e la tensione ai capi del resistore, in base alle equazioni costitutiva saranno: i (t ) = C dvc (t ) dt d E −t /τ E −t /τ e =− e dt R R ⇒ i (t ) = C ⇒ E uR (t ) = R − e − t / τ = − Ee − t / τ R e uR (t ) = Ri (t ) Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 40 4.ESEMPIO DI SISTEMA DEL 2° ORDINE t=0 C E L R Condizioni iniziali: all’istante t=0 la corrente che circola nel circuito è nulla (I=0). L’equazione del circuito si ottiene applicando la LKT alla maglia: L 1 di + Ri + ∫ idt = E dt C dalla quale, derivando, si ottiene: d 2i di 1 L 2 +R + i=0 dt dt C pertanto l’equazione omogenea associata assume la forma: Lλ2 + Rλ + λ2 + 1 =0 C 1 R λ+ =0 L LC Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 41 Le soluzioni della equazione omogenea associata sono: 2 λ1, 2 R 1 R − ± −4 2 L LC R 1 R L =α ±β =− ± − = 2 2L 2 L LC avendo posto: R α =− 2L 2 e 1 R β= − 2 L LC In base ai valori assunti dai tre parametri R, L e C si possono distinguere i tre casi seguenti: a) Radici reali e distinte Si ottengono quando il discriminante dell’equazione è positivo e cioè quando: 2 2 1 R >0 − 2 L LC ⇔ 1 R > LC 2L e le soluzioni dell’equazione omogenea sono: 2 R 1 R λ1 = − =α +β + − 2L 2 L LC 2 R 1 R λ2 = − =α −β − − 2L 2 L LC Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 42 λ2 λ1 L’integrale generale dell’equazione differenziale assume quindi la forma seguente: ( iO (t ) = C1e (α + β )t + C2 e (α −β )t = eαt C1e βt + C2 e − βt ) Radici reali e distinte 120 100 80 60 40 20 0 -20 -40 -60 -80 -100 io andamento sovrasmorzato Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 43 b) Radici reali e coincidenti Si ottengono quando il discriminante dell’equazione è nullo: 2 2 1 R =0 − 2 L LC ⇔ 1 R = LC 2L Le soluzioni dell’equazione omogenea associata sono: λ1 = λ2 = − R =α 2L λ1 = λ2 iO (t ) = eαt (C1 + C2t ) Radici reali e coincidenti 10 0 -10 -20 -30 io -40 -50 -60 -70 -80 andamento sovrasmorzato critico Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 44 c) Radici complesse coniugate Se il discriminante dell’equazione è negativo si ha: 2 2 1 R − <0 2 L LC ⇔ 1 R < LC 2L e le soluzioni dell’equazione omogenea associata sono: 2 R 1 R λ1 = − = α + jβ +j − 2L 2 L LC 2 R 1 R λ2 = − = α − jβ −j − L LC 2L 2 λ1 λ2 iO (t ) = eαt (C1 cos βt + C2 sin βt ) Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 45 Radici complesse coniugate 60 40 20 0 -20 io -40 -60 -80 -100 andamento sottosmorzato Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 46 Studiamo ora lo stesso circuito supponendo che il generatore di tensione sia di tipo sinusoidale: e(t ) = EM sin (ωt + ϕ ) t=0 e(t ) C L (ωt+ϕ) e(t)=E sin M 1 Z& = R + j ωL − ωC 1 ωL − ωC γ = arctg R All’istante iniziale la corrente è nulla (i=0). Quando l’interruttore è chiuso si può scrivere: L di 1 + Ri + ∫ idt = EM sin (ωt + ϕ ) dt C Derivando rispetto al tempo e dividendo per L si trova: d 2i R di 1 ωE M + + i = cos (ωt + ϕ ) dt 2 L dt LC L Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 47 L’equazione omogenea associata è la stessa del caso di generatore costante, mentre l’integrale particolare sarà del tipo: ip = EM sin (ωt + ϕ + γ ) Z Il termine ip è il segnale che permane dopo che il transitorio si è esaurito. A seconda dei valori assunti da R, L, C si potranno presentare i seguenti casi: a) Radici reali e distinte ( ) i (t ) = io1 (t ) + i p (t ) = eαt C1e βt + C2e −βt + IM sin (ωt + ϕ + γ ) Z b) Radici reali e coincidenti i (t ) = io 2 (t ) + i p (t ) = eαt (C1 + C2t ) + IM sin (ωt + ϕ + γ ) Z c) Radici complesse coniugate i (t ) = io 3 (t ) + i p (t ) = eαt (C1 cos β t + C2 sin β t ) + IM sin (ωt + ϕ + γ ) Z Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 48 Per determinare il valore delle costanti C1 e C2 nei tre casi diversi, si dovranno imporre le condizioni iniziali. i (0 + ) = 0 a) I° condizione: per t=0 i (0 + ) = C1 + C2 + EM sin (ϕ + γ ) = 0 Z di (0 + ) = 0 dt II° condizione: per t=0 ( ) ( ) di (t ) = αeαt C1e βt + C2e −βt + βeαt C1e βt − C2e −βt + ω E cos(ωt + ϕ + γ ) dt Z di (0 + ) = α (C1 + C2 ) + β (C1 − C2 ) + ω E cos(ϕ + γ ) = 0 dt Z quindi le costanti C1 e C2 si determinano dalla risoluzione del sistema: EM C C sin (ϕ + γ ) + = − 2 1 Z (α + β )C + (α − β )C = −ω EM cos(ϕ + γ ) 1 2 Z Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 49 Radici reali e distinte 250 200 150 100 io 50 ip i=io+ip 0 -50 -100 -150 R (Ω) 27 L (H) 1 C (mF) 10 EM (V) 230 φ (rad) 1 γ (rad) ω (rad/s) 1,3 70 Si vede che nei primi istanti del transitorio si ha una sovracorrente rispetto alla risposta permanente i p (t ) che si annulla dopo il transitorio stesso. b) I° condizione: per t=0 i (0 + ) = C1 + EM sin (ϕ + γ ) = 0 Z II° condizione: per t=0 di (0 + ) = 0 dt di (t ) = αeαt (C1 + C2t ) + eαt C2 + ω EM cos(ωt + ϕ + γ ) dt Z di (0 + ) = αC1 + C2 + ω EM cos(ϕ + γ ) = 0 dt Z Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 50 Il sistema da risolvere sarà allora il seguente: EM C + 1 Z sin (ϕ + γ ) = 0 αC + C + ω EM cos(ϕ + γ ) = 0 2 1 Z Radici reali e coincidenti 100 50 io 0 ip -50 i=io+ip -100 -150 R (Ω) 850 L (H) 10 C (µF) 60 EM (V) 150 φ (rad) 0 γ (rad) ω (rad/s) 1,3 70 Anche in questo caso si può avere una sovracorrente più elevata e pericolosa, quanto più risultano vicini tra loro i picchi delle correnti io e ip. c) I° condizione: per t=0 i (0 + ) = C1 + EM sin (ϕ + γ ) = 0 Z II° condizione: per t=0 di (0 + ) = 0 dt Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 51 di (t ) = αeαt (C1 cos βt + C2 senβt ) + eαt β (− C1senβt + C2 cos βt ) + dt E + ω M cos(ωt + ϕ + γ ) Z di (0 + ) = αC1 + βC2 + ω EM cos(ϕ + γ ) = 0 dt Z Il sistema da risolvere sarà il seguente: EM C + 1 Z sin (ϕ + γ ) = 0 αC + βC + ω EM cos(ϕ + γ ) = 0 2 1 Z Radici complesse coniugate 150 100 50 io 0 ip i=io+ip -50 -100 -150 R (Ω) 250 L (H) C (µF) 31 100 EM (V) φ (rad) γ (rad) 150 0,26 1,3 ω (rad/s) 70 Appunti a cura degli Ingg. Gian Piero Basoccu e Luca Marras, tutors del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 52