Cieli Puliti. Il Se t t i m o Programma Qu a d ro e la ri c e rca

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La ricerca in Europa
Cieli Puliti. Il Settimo
Programma Quadro e la
ricerca aeronautica europea
di Paolo Venturoni
n un mondo segnato, negli ultimi anni del secolo appena trascorso, dal rapidissimo sviluppo di internet, delle comunicazioni mobili e della micro elettronica,
l’industria del trasporto aereo può apparire ad alcuni come un settore appartenente al passato. Un settore da cui non aspettarsi rivolgimenti tecnologici o innovazioni di rilievo. Un settore in fondo maturo e per questo con minori necessità di investimenti in ricerca e sviluppo.
In realtà l’aeronautica, non solo quella militare ma, in misura crescente, anche
quella civile, rappresenta, per tutti i principali attori politici del pianeta, un settore
industriale dal quale non ci si può permettere di essere assenti. Un settore strategico
insomma, in cui gli aspetti di mercato e di sicurezza nazionale spesso si incrociano e
si sovrappongono. Un settore in cui il dominio delle tecnologie e dei processi produttivi richiede investimenti rilevanti con tempi di ritorno economico estremamente lunghi. Un settore in cui gli stati investono cifre considerevoli in ricerca e sviluppo per consentire alle rispettive industrie di mantenersi competitive sulla scena mondiale e in cui paesi come Russia, Cina, Brasile e Canada rivendicano un ruolo di rilievo accanto a Stati Uniti e Unione Europea.
Le ricadute in termini economici, politici e di innovazione sono tali da giustificare l’attenzione che i grandi paesi dedicano all’industria del trasporto aereo. In termini economici il trasporto aereo contribuisce direttamente a quasi il 3% del PIL
europeo con tre milioni di posti di lavoro.
L’industria aeronautica europea si trova oggi a un punto critico per ciò che riguarda la sua capacità di competere nei mercati mondiali. I concorrenti americani beneficiano, anche nel mercato civile, dei consistenti investimenti in ricerca e sviluppo a
carico del Ministero della Difesa. In Europa, dove i bilanci della Difesa sono molto
meno consistenti, la cross-fertilization tecnologica tra Difesa e settore civile è un fenomeno molto meno rilevante.
In un contesto di mercato siffatto, i Programmi Quadro di ricerca della Comunità Europea svolgono un ruolo cruciale nel sostenere la competitività dell’industria
europea nel settore dell’aeronautica civile. Per rispondere alle sfide poste dal contesto competitivo mondiale gli stakeholder del trasporto aereo diedero vita, alla fine
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degli anni Novanta, a un gruppo consultivo (ACARE) che avrebbe definito l’agenda
strategica di ricerca per il settore. Il gruppo consultivo sarebbe in seguito divenuto la
Piattaforma Tecnologica Europea per l’aeronautica.
L’idea di fondo che portò alla costituzione di ACARE era che il trasporto aereo
avrebbe rappresentato una parte fondamentale dell’infrastruttura del trasporto nel
XXI secolo e che un sistema di laissez-faire non avrebbe servito gli interessi europei
nel modo migliore. Gli sviluppi del sistema del trasporto aereo dovevano essere gestiti in maniera strategica e unitaria.
ACARE lavorò quindi alla realizzazione della cosiddetta Strategic Research Agenda
(SRA) che individuava cinque obiettivi di alto livello (High Level Target Concepts,
HLTC). Gli obiettivi miravano a realizzare un sistema del trasporto aereo che fosse
orientato al cliente, efficiente nei tempi, a basso costo, sicuro e ambientalmente compatibile. Questi obiettivi hanno guidato e tuttora guidano i progetti di ricerca aero-
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nautica finanziati sia a livello comunitario che, in maniera crescente, a livello nazionale dagli stati membri.
Con il Settimo Programma Quadro la Commissione Europea ha introdotto un
nuovo strumento per consentire la realizzazione di programmi di ricerca complessi e
a lungo termine: il JTI (Joint Technology Initiative). Il JTI rappresenta un’iniziativa
congiunta pubblico-privata e richiede una complessa struttura di governance che assicuri il rispetto dei principi di trasparenza salvaguardando, allo stesso tempo, le esigenze industriali.
L’industria aeronautica europea ha subito colto l’importanza del nuovo strumento. Importanza che è stata ben compresa anche dagli stati membri, come testimoniato dall’attenzione dedicata ai JTI dall’Amministrazione italiana. Nonostante la
novità e le complessità procedurali, il JTI consente infatti una pianificazione della
ricerca su orizzonti temporali non ottenibili con i classici strumenti comunitari.
Naturalmente anche gli importi dei finanziamenti in gioco sono estremamente più
elevati.
Nel definire il focus della ricerca del JTI aeronautico gli stakeholder si sono posti
il problema di scegliere, all’interno degli obiettivi fissati dalla piattaforma tecnologica ACARE, quello di maggiore urgenza e rilevanza anche da un punto di vista competitivo. La scelta è caduta sulla tematica ambientale (The ultra green air transport
system). Il problema del riscaldamento globale sta infatti portando i decisori politici
a considerare l’ampliamento dell’ambito di applicazione del sistema di scambio delle
quote di emissione (Emission Trading System), nonché a implementare regolamenti
sempre più stringenti da un punto di vista ambientale. Inoltre le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio, con una maggiore volatilità dei prezzi, portano a richiedere aeromobili con consumi sempre più ridotti. ACARE aveva definito gli obiettivi ambientali da raggiungere entro il 2020 in termini quantitativi: riduzione del 50% delle emissioni di CO2, riduzione dell’80% delle emissioni di ossidi
di azoto, riduzione del 50% delle emissioni di rumore.
Nasceva così la proposta di JTI aeronautico denominato “Cieli Puliti” (Clean
Sky). Per la prima volta l’intera industria aeronautica europea definiva congiuntamente una proposta di un programma di ricerca di ampio respiro che prendeva in
considerazione tutti i segmenti e tutti gli aspetti tecnologici del trasporto aereo.
In quest’ambito anche le priorità italiane hanno trovato la loro adeguata collocazione. Il trasporto aereo regionale e l’ala rotante con l’avveniristico convertiplano,
rappresentano due delle aree chiave, e a guida italiana, del JTI aeronautico.
L’inserimento delle due tematiche tra quelle principali del JTI aeronautico ha rappresentato un importante riconoscimento del peso ormai raggiunto dall’industria
aeronautica italiana in Europa. Un’industria italiana ormai pienamente integrata nel
contesto europeo, che contribuisce attivamente alla realizzazione di quell’economia
della conoscenza che rappresenta il futuro imprescindibile del nostro continente. ◆
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