CHIESA DI SANTA CRISTINA
Nel pressi di questo luogo, sorgeva fin dal Medioevo (1452) il monastero delle
Monache Camaldolesi di S. Caterina (uno dei sei ordini femminili della Cesena prenapoleonica); l’annessa chiesa, restaurata nel 1470, fu ricostruita dapprima nel 1630 e
quindi nel 1740 su progetto di G. F. Zondini.
Nel 1807 papa Pio VII Chiaramonti, prima di essere esiliato da Napoleone, acquistò
per la sua famiglia il grande palazzo Carli, posto a pochi metri dalla chiesa. Nel 1814,
di ritorno dall’esilio, il papa fu nella sua città natale per 17 giorni e, quasi in guisa di
ex-voto, volle che venisse costruita al posto della chiesa di S. Caterina un nuovo
edificio. L’incarico del progetto fu dato niente meno che all’architetto papale,
Giuseppe Valadier ed i lavori iniziarono nel 1816; ma difficoltà economiche li
accompagnarono da subito: fu preso in esame un diverso progetto di Benedetto
Barbieri, ma alla fine la ferma volontà della famiglia fece sì che il progetto di
Valadier fosse realizzato e la chiesa conclusa (1825). Solo nel 1894 fu possibile
dotarla di campanile.
La struttura architettonica, del tutto particolare nell’ambito cesenate, si caratterizza
per originale portico a colonne doriche rientrato rispetto al limite della strada;
all’ingresso campeggia lo stemma papale di Pio VII. La cupola è in lastre di rame.
L’interno è squisitamente neoclassico, con soffitto a cupola e cassettoni che richiama
in maniera precisa il Pantheon romano; la pianta è circolare con due cappelle radiali e
colonne doriche binate. Nel presbiterio, quadro con I Santi Cristina, Pio V e
Demetrio, della bottega del Camuccini; la cappella sinistra presenta la Madonna di
Costantinopoli, i Ss. Francesco Saverio, Ignazio di Loyola e un angelo del cesenate
Giovan Battista Razzani (1642); alla cappella destra, un S. Antonio da Padova di
autore incerto. In sagrestia, un pregevole tabernacolo in legno laccato, eseguito su
disegno di Valadier.