Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Capitolo 16 Un esame preliminare delle caratteristiche dei soggetti formati e degli effetti del programma in Calabria. 1 Introduzione In questo studio sono illustrati i risultati ottenuti dall’implementazione di due modelli Logit utilizzando dei dati individuali ricavati dall’indagine Istat sulle forze di lavoro. Pur consapevoli dei numerosi problemi derivanti dall’utilizzo di questa base di dati, peraltro illustrati nella parte I del lavoro, l’obiettivo di questo studio consiste nel cercare di: a). individuare quali sono le caratteristiche degli individui che decidono di partecipare ai corsi di formazione regionali, b). effettuare una preliminare valutazione sull’effetto che la formazione ha avuto sulla probabilità occupazionale individuale. Al fine di evidenziare le peculiarità di una regione meridionale rispetto alle aree più sviluppate del Nord Italia, non si conduce esclusivamente uno studio sulla regione Calabria ma, sia nella parte descrittiva dei dati e sia nella parte dedicata all’analisi dei risultati ottenuti attraverso l’utilizzo dei Logit, vengono proposti dei confronti tra la Calabria e la Lombardia in termini delle variabili più rilevanti per l’analisi in corso. Da questo confronto sembrano emergere dei risultati interessanti. In Calabria i corsi di formazione sono seguiti soprattutto dagli individui che sono disoccupati e che hanno un’elevata istruzione. Purtroppo non sembrano emergere effetti positivi dei corsi di formazione sulla probabilità occupazionale: molti disoccupati che hanno partecipato ai corsi continuano a rimanere tali, mentre quelli che trovano occupazione sembra che la trovino grazie al loro titolo di studio, all’interno del settore pubblico ed assumendo posizioni professionali di livello medio basso. Per spiegare questo fenomeno, l’ipotesi di presenza di fenomeni di mismatch e/o overeducation sembra la più sostenibile: i soggetti con elevato titolo di studio, data la carenza di domanda, potrebbero trovare occupazione in un settore o in un’occupazione non conforme al titolo di studio conseguito e ciò renderebbe necessaria l’acquisizione di formazione specifica. Questo fenomeno sembra non verificarsi in Lombardia, dove la partecipazione dei laureati è più bassa. Tuttavia, contrariamente a quanto si verifica in Calabria, i corsi di formazione sembrano avere effetti positivi sulla probabilità occupazionale individuale. Dopo aver effettuato una preliminare descrizione dei dati Istat, vengono presentati alcuni aspetti teorici inerenti la metodologia Logit. I risultati delle stime Logit sono dettagliatamente illustrati e commentati nel paragrafo 4. Alcune considerazioni conclusive e proposte metodologiche per l’approfondimento dei temi trattati in questo lavoro sono esposte nel paragrafo conclusivo. 2 La Formazione Regionale in Calabria: un primo sguardo ai dati Lo studio che si sta illustrando è basato sull’analisi dei dati Istat ricavati dalla “Indagine Trimestrale sulle Forze di Lavoro” condotta nel mese di Ottobre del 2001. Com’è noto, l’indagine trimestrale sulle forze di lavoro cerca di ricavare informazioni sulle condizioni professionali di ciascun componente di ogni famiglia. Queste informazioni riguardano: il titolo di studio, il tipo di attività svolta, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione durante diversi periodi della vita, la durata dell’occupazione ed il settore in cui Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 381 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria l’individuo opera. Inoltre, l’indagine contiene una serie di domande specifiche per gli individui che non lavorano, che servono ad individuare esattamente quanti di questi lavoratori sono effettivamente disoccupati e quanti, invece, non cercano costantemente lavoro e fanno parte della categoria dei lavoratori scoraggiati. I dati utilizzati sono già forniti dall’Istat dopo aver eliminato eventuali anomalie o incompatibilità nelle risposte. Il campione oggetto d’indagine relativo alla regione Calabria è composto da 9309 individui, ma, per le nostre stime, non sono presi in esame 1684 individui perché di età inferiore ai 16 anni e 1569 perché di età superiore ai 64 anni. Il campione rimane così composto da 6056 individui. Di questi 6056 individui 2527 sono occupati, mentre i disoccupati (con questo termine, impropriamente, si indicano tutte le persone in cerca di occupazione) sono 1078 e la restante parte (2451) è classificabile come non forza lavoro. Nella tabella 1 sono riportati alcuni dati descrittivi del campione che permettono di delineare alcune caratteristiche generali degli individui che lo compongono. Come si può vedere, più del 60% degli individui oggetto d’indagine non è in possesso di un diploma, mentre solo il 7% possiede una laurea ed il 30,35% ha un diploma. Per ciò che riguarda i disoccupati, anche in questo caso la maggior parte è composta da persone che non hanno un diploma, mentre i diplomati ed i laureati rappresentano rispettivamente il 34 ed il 6.3 percento dei disoccupati calabresi. Anche i dati sulla non forza lavoro confermano in questa categoria la predominanza di individui non diplomati (70%) seguiti da quelli diplomati (28%). Tab. 1 - Individui per titoli di studio. Composizione percentuale. Calabria, Ottobre 2001. Titolo di studio % individui sull’intero campione % individui sul totale disoccupati Post-laurea 0.13 0.18 % individui sul tot. Non Forza Lavoro 0 Laurea 7.04 6.30 1.56 Dip. di laurea 0.58 0.28 0.24 Diploma 30,35 34.06 27.58 <Diploma 61.90 59.18 70.62 Totale 100 100 100 Per ciò che riguarda invece la parte del campione che è composta dagli individui che hanno un’occupazione, le caratteristiche più rilevanti sono riportate nella tabella 2. Ciò che è interessante notare è che la maggior parte degli individui che hanno un’istruzione di livello inferiore a quella secondaria (<Diploma) occupano la posizione di operaio e rappresentano la tipologia di lavoratori più ampia sul totale degli occupati. I diplomati, invece, lavorano in prevalenza come impiegati e rappresentano il 31.50% dell’intera forza lavoro occupata. Un discorso diverso meritano, invece, i lavoratori che sono in possesso di un diploma di laurea o di un titolo post-laurea, poiché rappresentano una piccola parte della forza lavoro occupata: i Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 382 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria primi operano per lo più come impiegati, mentre i secondi svolgono prevalentemente una libera professione. Infine, la categoria dei lavoratori che possiede una laurea rappresenta il 12.56% della forza lavoro occupata ed anche in questo caso la maggior parte riveste la posizione professionale di impiegato (40.69%) mentre il 28.08% svolge una libera professione ed il 22.71% lavora in sede amministrativa. Tab. 2 - Posizione professionale dei lavoratori per ciascun titolo di studio nella regione Calabria, Ottobre 2001. Valori percentuali. Titolo di studio Lav. Dip. Amministrativo Impiegato 0 Lav. Ind. Libera professione 50 % sul totale occupati 0.24 Dirigente Post-laurea 16.67 16.67 16.67 Laurea 7.57 22.71 40.69 0.95 28.08 12.56 Dip. di laurea 7.69 15.38 57.70 3.85 15.38 1.03 Diploma 1 4.34 56.78 13.66 24.18 31.50 <Diploma 0.2 0.43 13.28 59.71 26.38 54.67 Operaio Dall’indagine Istat sulle forze di lavoro, le informazioni più importanti circa la formazione derivano dalle risposte date a tre domande: la prima, chiede se un individuo ha partecipato ed ha concluso almeno un corso di formazione organizzato o riconosciuto dalla Regione di durata non inferiore a 6 mesi; la seconda, chiede se un individuo ha partecipato nell’ultimo mese ad un qualsiasi corso di formazione; la terza, chiede se negli ultimi sei mesi precedenti l’intervista (Ottobre 2001) l’individuo è stato contattato per partecipare ad un corso di formazione organizzato o riconosciuto dalla Regione. Il dato derivante da quest’ultima domanda è molto importante: solo lo 0.1%, dei 6056 individui che compongono il campione, ha dichiarato di aver ricevuto un’offerta di partecipazione ad un corso di formazione regionale durante il semestre Maggio-Ottobre 2001. Allo scopo di evidenziare le peculiarità di una regione meridionale rispetto alle aree più sviluppate del Nord Italia, di seguito vengono proposti dei confronti tra la Calabria e la Lombardia in termini delle variabili più rilevanti per l’analisi in corso. È interessante notare come, basandosi sempre sui dati ricavati dall’indagine Istat sulle forze di lavoro, anche in Lombardia solo lo 0.09% degli individui ha dichiarato di aver ricevuto offerte di partecipazione ad un corso di formazione organizzato dalla Regione. Tutti i dati sulla formazione in Calabria ed in Lombardia sono riportati nella tabella 3. Per ciò che riguarda, invece, la partecipazione durante l’ultimo mese ad un qualsiasi corso di formazione, in Calabria, solo lo 0.55% del campione ha risposto positivamente ed in particolare, tra coloro i quali hanno partecipato a questi corsi, il 60.08% sono lavoratori occupati, il 12.71% sono disoccupati ed il restante 27,2% sono individui che vengono considerati come non forza lavoro. Continuando il confronto con la Lombardia, si vede come in questa regione l’1.65% degli individui ha partecipato ad un corso di formazione durante l’ultimo mese e di questi più dell’80% sono lavoratori occupati, mentre il 2.43% sono disoccupati ed il 14.57% fa parte della non forza lavoro. Il dato più interessante è però quello che scaturisce dalla prima domanda: in Calabria il 4.5% del campione ha dichiarato di aver partecipato almeno una volta nella vita ad un corso di Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 383 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria formazione organizzato o riconosciuto dalla Regione di durata non inferiore ai 6 mesi. In Lombardia questa percentuale sale al 7.7%. La cosa che colpisce è sicuramente il modo in cui sono distribuite queste percentuali nelle due regioni: in Calabria solo il 50% delle persone che hanno concluso un corso di formazione regionale di almeno 6 mesi è occupato, mentre il restante 50% è diviso tra disoccupati e non forza lavoro; in Lombardia, invece, quasi l’80% delle persone che hanno partecipato a questo tipo di corsi di formazione è occupato, mentre solo il 4% è disoccupato ed il 18% fa parte della non forza lavoro. Tab. 3 - Percentuale degli individui nell’intero campione che hanno partecipato a diversi corsi di formazione. Calabria e Lombardia, Ottobre 2001. Calabria Lombardia 51.30% Occupati Training di almeno 6 mesi 23.61% Disoccup. 4,5% 78.19% Occupati Training di almeno 6 mesi 7.7% 3.66% Disoccup. 25.09% Non F. L. 18.15% Non F. L. 60.08% Occupati 83% Occupati Training ultimo mese 0.55% 12.72% Disoccup. 27,20% Non F.L. Offerta di partecipazione ad un corso di formazione regionale 0.1% Training ultimo mese 1.65% 2.43% Disoccup. 14.57% Non F.L. Offerta di partecipazione ad un corso di formazione regionale 0.09% Ciò che emerge in prima battuta da questo confronto tra le due Regioni è che, in Lombardia, è notevolmente maggiore la percentuale di lavoratori occupati che partecipa a questi corsi di formazione. Questo potrebbe significare o che in Lombardia i corsi regionali sono seguiti per aggiornamento professionale, mentre in Calabria vengono seguiti per acquisire delle conoscenze necessarie a trovare un’occupazione, oppure, più semplicemente, questa differenza mette in luce che, in Lombardia, il rendimento dei corsi di formazione in termini occupazionali è più elevato. A questo punto è necessario individuare le caratteristiche degli individui che in Calabria hanno partecipato a questi corsi di formazione e cercare di individuare delle linee guida da seguire per valutare l’effetto dei corsi di formazione sull’occupazione. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 384 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Come si vede dalla tabella 4, la percentuale delle persone (si considera l’intero campione) che hanno partecipato ad un corso di formazione di durata non inferiore ai 6 mesi, secondo il titolo di studio, non è omogenea: più del 10% dei lavoratori in possesso di una laurea ha partecipato a questa tipologia di corso e soltanto per gli individui con un diploma di laurea si registra un valore più elevato, di questi più dell’11% ha preso parte a corsi di formazione. Minore è invece la percentuale degli individui diplomati e di quelli non diplomati che partecipano a questo tipo di corsi di formazione: rispettivamente il 7,83% ed il 2,08%. Infine, gli individui in possesso di un titolo “post-graduate” sembrano non partecipano affatto a questi corsi. Nella tabella 4 è anche riportata la percentuale degli individui che hanno fatto formazione per ogni singola categoria professionale (si considerano, ovviamente, solo gli occupati): ogni 100 impiegati ne partecipano 9; ogni 100 dirigenti ne partecipano circa 11 e circa il 9% del personale amministrativo ha frequentato un corso. Infine, solo 3 operai su 100 partecipano a questi corsi di formazione. Da questi dati sembrerebbe emergere che gli individui che sono in possesso di un’istruzione medio-alta (diploma di laurea e laurea) tendono a partecipare ai corsi di formazione, mentre è ridotta la percentuale delle persone che vi partecipano ma che non possiedono un diploma. Allo stesso tempo, solo il 2.98% degli operai ha partecipato a corsi di formazione, mentre maggiore è la percentuale dei dirigenti e degli amministrativi. Tab. 4 - Percentuale degli individui che hanno partecipato ad un corso di formazione di almeno 6 mesi per ciascun titolo di studio e per ciascuna posizione professionale in Calabria, Ottobre 2001. Titolo di studio % degli individui che hanno fatto training Posizione Professionale % degli individui che hanno fatto training Post-laurea 0 Dirigenti 10.52 Laurea 10.56 Amministrativi 8.47 Dip. Di laurea 11.43 Impiegati 8.96 Diploma 7.83 Operai 2.98 <Diploma 2.08 Autonomi 4.44 Nella tabella 5 sono riportati gli stessi risultati ottenuti per la regione Lombardia e ciò che si può notare è come, in questa regione, è molto più alta la percentuale di partecipazione dei lavoratori con bassa istruzione (6.4% contro il 2.08% della Calabria) e, contemporaneamente, è minore la presenza degli individui che sono in possesso di una laurea (il 7% contro l’11%). Allo stesso modo, in Lombardia, è più alta la percentuale degli operai che fanno training (l’8% contro il 3%) ed è invece più bassa la percentuale dei dirigenti (il 6.5% contro il 10,5%). Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 385 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Tab..5 - Percentuale degli individui che hanno fatto training almeno una volta nella vita per ciascun titolo di studio e per ciascuna posizione professionale (Lombardia, Ottobre 2001). Titolo di studio % degli individui che hanno fatto training Posizione professionale % degli individui che hanno fatto training Post-laurea 6,9 Dirigenti 6.55 Laurea 7.13 Amministrativi 7.65 Dip. di laurea 10.6 Impiegati 13 Diploma 8.94 Operai 8.11 <Diploma 6.4 Sembrerebbe che in Calabria la partecipazione a questi corsi sia reputata necessaria dai lavoratori con un’elevata istruzione e non dalle persone che hanno una bassa istruzione che rappresentano la maggioranza della forza lavoro. Questo potrebbe essere spiegato partendo da tre ipotesi alternative: • • • Complementarietà tra istruzione e formazione: il sistema di istruzione in Calabria non è in grado di fornire le conoscenze specialistiche necessarie ed adeguate all’inserimento nel mondo del lavoro. Disoccupazione di attesa: il sistema produttivo non riesce ad assorbire la forza lavoro in possesso di un’elevata istruzione. Gli individui in possesso di un elevato titolo di studio utilizzerebbero, quindi, i corsi di formazione per trascorrere il periodo di disoccupazione. Mismatch e overeducation: i soggetti con un elevato titolo di studio, data la carenza di domanda, potrebbero trovare occupazione in un settore o in una professione non conforme al titolo di studio conseguito e ciò renderebbe necessaria l’acquisizione di formazione specifica. Nonostante i dati a disposizione non consentano di sottoporre a test le suddette ipotesi, che hanno diverse implicazioni dal punto di vista del policy maker, di seguito viene proposta un’indagine descrittiva basata su tecniche di stima Logit al fine di caratterizzare le determinanti della scelta di partecipare a corsi di formazione e al fine di dare una preliminare valutazione dell’impatto dei corsi sulla probabilità occupazionale individuale. Prima di presentare i risultati ottenuti mediante due diversi modelli Logit, di seguito vengono illustrati i principali aspetti metodologici inerenti l’implementazione empirica di questa tecnica di stima microeconometrica. 3 Il modello Logit I modelli Logit appartengono alla classe dei modelli con risposta qualitativa (d’ora in poi indicati con QR), che vengono utilizzati per lo studio di variabili dipendenti di tipo discreto. La variabile dipendente può essere dicotomica, j={1,0}, oppure può rappresentare una scelta multipla, j={1,2,..,J}. Questi modelli sono usati estensivamente in biometrica e soltanto Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 386 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria nella seconda metà degli anni ’50 sono stati applicati alo studio di problemi economici. Nel presente paragrafo verranno brevemente discussi i seguenti punti: 1. 2. 3.1 come specificare un modello coerente con la teoria economica che sia allo stesso tempo statisticamente trattabile, quali criteri usare nella scelta tra vari modelli. Fondamenti teorici dei modelli a risposta qualitativa di tipo dicotomico Si assuma che un agente economico rappresentativo abbia una funzione di utilità del tipo: U ij = X ij' β (1) dove X ij' = ( Z ij ; Ai )' con Z ij indicante le caratteristiche della scelta e Ai le caratteristiche personali. Ciascun individuo, d’altronde, si suppone che abbia una funzione di utilità avente la seguente forma funzionale: U ij = X ij' β + εij = U ij + εij (2) dove il termine εij , che differenzia ciascun individuo da quello rappresentativo, rappresenta si a le caratteristiche non osservate che le preferenze individuali. Nel caso di una scelta di tipo dicotomico (0,1), si avrà: U i 0 = X i'0 β + εi 0 U i 1 = X i'1 β + εi 1 (3) l’i-esimo individuo sceglierà l’alternativa 1 se U i 1 > U i 0 (si noti che, se εij è una variabile continua, l’evento U i 1 = U i 0 si verificherà con probabilità zero). Di conseguenza, la probabilità che l’individuo scelga l’alternativa 1 può essere rappresentata come segue: P( y = 1) = P(U i1 > U i 0 ) = P (U i 0 − U i 1 < 0) = P(εi 0 − εi 1 < −( X i'0 − X i'1 ) β) (4) Si assuma η = εi 0 − εi 1 . Supposto che sia possibile determinare la funzione di distribuzione di η, Fη , si può scrivere: [ P( y = 1) = Fη − ( X i'0 − X i'1 ) β ] (5) Quindi, per variabili di tipo dicotomico (0,1), è possibile scrivere la forma generale: Pi = P ( y = 1) = F ( X ' β) dove X ' = X i'1 − X i'0 Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) (6) 387 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Le forme funzionali di F più comunemente usate sono le seguenti: 1. Modello Lineare (Linear Probability Model): F ( X ' β) = X ' β 2. (7) Modello Probit: X 'β F ( X ' β) = Φ σ 1 = 2π 3. X 'β σ ∫ −∞ z2 exp − dz 2 (8) Modello Logit: F ( X ' β) = Λ ( X ' β) = e X 'β 1 + e X 'β (9) da cui è facile dimostrare che: P log i 1 − Pi = X ' β (10) La funzione di verosimiglianza per un modello generale di tipo dicotomico è la seguente: (1 − y i ) l = ∏ F ( X ' β) y i [1 − F ( X ' β) ] N (11) i =1 dove N è il numero delle osservazioni (individui). Dalla (11), specificando la funzione di distribuzione, è possibile derivare l’appropriato stimatore di massima verosimiglianza. È opportuno, in questa sede, approfondire la descrizione del modello Logit poiché si tratta del modello su cui si basa tutta l’indagine empirica che verrà illustrata successivamente. Il Logit model è basato su una funzione di probabilità cumulata di tipo logistico ed è definito come: Pi = F ( Z i ) = F (a + bX i ) = 1 1 = − Zi −( a +bX i ) 1+ e 1+ e (12) dove e rappresenta il numero di Nepero e Pi è la probabilità che un individuo faccia una certa scelta (nel nostro caso, faccia o non faccia training) data la conoscenza di X i (ad esempio, il titolo di studio). La funzione di tipo logistico, illustrata nella figura 1, è caratterizzata da una pendenza più accentuata in prossimità di P=0,5 e da una pendenza più piatta verso gli estremi della probabilità. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 388 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Questo fa si che, in termini di un modello di regressione, i cambiamenti della variabile indipendente abbiano un impatto maggiore, sulla probabilità di scegliere una data opzione, in prossimità del punto medio della distribuzione; mentre i cambiamenti di Z avuti in corrispondenza dei punti finali della distribuzione, devono essere piuttosto consistenti per generare piccoli aumenti della probabilità. Fig. 1 - La funzione di distribuzione di tipo logistico. 123-25 0.-1 1.0 .75 .50 Probabilità 32 Per mostrare come può essere stimato il modello contenuto nell’equazione 1, si moltiplicano entrambi i membri dell’equazione per 1 + e − Z i e si ottiene: Pi (1 + e − Z i ) Pi = 1 Dividendo per P e sottraendo 1 risulterà: P e Zi = i 1 − Pi Quindi: P log i = Z i = α + βX i 1 − Pi (13) La variabile dipendente (Z) è il logaritmo naturale del rapporto tra probabilità che venga fatta una particolare scelta ed il suo complemento ad 1. Nel caso in cui si abbiano delle osservazioni di una serie di individui all’interno di un determinato campione di indagine e si conosce per ogni individuo se P assume valore 1 o valore 0 (ad esempio, fare o non fare Pi training), il rapporto assumerà valori pari a zero oppure ad infinito e, di conseguenza, 1 − Pi il logaritmo di tale rapporto risulterà, in entrambi i casi, pari ad un valore indefinito. Per risolvere questo problema è possibile dividere la popolazione oggetto d’indagine in diversi gruppi, ogni uno dei quali possiede una caratteristica della variabile indipendente. Se la variabile indipendente è, ed esempio, il titolo di studio si divide la popolazione in n gruppi Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 389 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria (tanti quanti sono i titoli di studio) in modo tale che il gruppo n1 sia formato dalle persone che hanno il titolo di studio X 1 , il gruppo n 2 sia formato da persone che hanno il titolo di studio X 2 , e cosi via. Definito r1 il numero delle volte che l’alternativa 1 (fare training) compare nel gruppo di individui che hanno il titolo di studio X 1 , r2 come il numero delle volte che l’alternativa 1 compare nel gruppo di individui in possesso del titolo di studio X 2 e cosi via; è possibile stimare un modello usando la stima della probabilità che si faccia una determinata scelta per ogni gruppo di individui che appartengono allo stesso gruppo. Tale stima è data da: r Pˆi = i ni Partendo da questa stima della probabilità è possibile stimare il Logit Probabilty Model: P Pˆ log i ≈ log i 1 − Pi 1 − Pˆi Pˆ r /n r log i = log i i = log i = α * + β * X i + εi (14) 1 − ri / ni ni − ri 1 − Pˆ i Se esistono n categorie della variabile dipendente (n titoli di studio) è necessario utilizzare n-1 dummy e la regressione del modello sarà caratterizzata dall’assenza di una categoria della variabile indipendente: Pˆ log i = β1 + β2 X 2 + β3 X 3 + ....βn X n + εi (15) 1 − Pˆ i 3.2 La scelta tra modelli alternativi Di seguito sono elencati alcuni dei criteri generalmente usati per valutare i modelli QR: 1. Numero di previsioni errate: N ∑( y − yˆ i ) 2 i (16) i =1 1 1 dove yˆ i = 1 se F ( X i' βˆ ) ≥ e yˆ i = 0 se F ( X i' βˆ ) < . Ciò fornisce il numero di previsioni 2 2 2 errate poiché ( y i − yˆ i ) = 1 ⇔ y i ≠ yˆ i . Uno dei principali svantaggi di questo criterio consiste nel fatto che nel caso in cui si stia trattando un evento che si verifica con probabilità molto elevata o molto bassa, molti modelli vengono considerati adeguati. 2. Somma del quadrato dei residui (SSR) N ∑( y i − Fˆi ) 2 (17) i =1 Questo criterio non presenta problemi simili a quelli delineati per il numero delle previsioni errate e corrisponde alla somma del quadrato dei residui nel modello standard di regressione dal quale viene derivata la statistica R 2 . Il suo uso nei modelli QR è, tuttavia, limitato, a causa della presenza di eteroscedasticità nei residui. Alcuni criteri tentano di tenere Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 390 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria conto di questo ponderazioni. 3. specifico problema correggendo l’ R 2 mediante alcune specifiche La funzione di log-verosimiglianza: N [ ] l = ∑ y i log Fˆi + (1 − yi ) log( 1 − Fˆi ) i =1 (18) dove F̂i sta ad indicare F ( X i' βml ) . La (18) è adeguata soprattutto nel caso in cui si vogliano paragonare dei modelli con un differente numero di parametri, o più precisamente, modelli “nested”. Se si vuole scegliere tra un modello non vincolato ed un modello vincolato nel quale β è soggetto ad un numero q di vincoli lineari Q' β = c , in base alla (18) si accetta il modello non vincolato se e soltanto se , indicando con l ( βˆ ) il valore di log-verosimiglianza del modello vincolato, la statistica [ ] cml 2 l ( βˆ ml ) − l ( βˆ cml ) che si distribuisce asintoticamente come un χq2 è maggiore di un valore critico α. Tuttavia se i due modelli alternativi non sono nested il procedimento appena descritto non è adeguato. In tal caso potrà essere impiegato un test di Cox o il cosiddetto “Akaike Information Criterion” (Akaike, 1973)1 , definito come: AIC = −l + K (19) dove K è il numero dei parametri da stimare. Viene cosi scelto il modello con il minore AIC . Una normalizzazione di l che produce una statistica simile all’ R 2 è stata proposta da McFadden (1974)2 : McFAdden R 2 = 1 − l ( βˆ ml ) l0 (20) dove l 0 è il massimo di l soggetto al vincolo che tutti i coefficienti della regressione eccetto il termine costante siano pari a zero. 4 Una preliminare verifica empirica Nel tentativo di individuare quali sono le caratteristiche di un individuo che fanno aumentare la probabilità che questo abbia partecipato, almeno una volta nella vita, ad un corso di formazione organizzato o riconosciuto dalla regione di durata non inferiore ai 6 mesi, è stato implementato un modello Logit con le caratteristiche descritte di seguito. Seguendo la metodologia utilizzata anche da altri autori3 il modello implementato è il seguente: Logit [Τ6 = 1] = λ( β' h) (21) 1 Akaike H., 1973, ”Information Theory and an extension of the Maximum Likelihood principle”, in Petrov N. And Csaski F., Second International Simposium of Information Theory, Budapest; Akademiai Kiado. 2 McFadden, D., 1974, “Conditional Logit Analysis of Qualitative Choice Behavior”, in Zarembka P. ed al., Frontiers of Econometrics, New york, Accademic Press, 105-142. 3 Tra i quali si veda: Brunello, G., “Labour Market Institution and the Complementarity between Education and Training in Europe”, mimeo, Università di Padova. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 391 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria dove Τ6 è una dummy che assume valore 1 se un individuo ha partecipato ad un corso di formazione di sei mesi almeno una volta nella vita; h è il vettore delle variabili esplicative eβ rappresenta il vettore dei parametri e λ è la funzione di distribuzione di tipo Logit. Nella regressione base, sono inclusi nel vettore h : • Una Gender dummy (Gender=1 per gli uomini; Gender=0 per le donne). • Una dummy che indica lo stato civile (Married=1 per gli sposati; Married=0 per i single o i separati). • Tre dummy per l’età (Eta4=1 per gli individui che hanno 46 anni o più; Eta3=1 per gli individui di età compresa tra i 36 ed i 45 anni; Eta2=1 per gli individui di età compresa tra i 26 ed i 35 anni). Le dummy sopraelencate rappresentano le variabili di controllo principali. Nel modello vengono inoltre inserite: • Quattro dummy per i livelli di istruzione (Post-laurea, Laurea, Dip. di laurea e Diploma). • Cinque dummy per i settori in cui gli individui possono essere occupati (Agricoltura, Industria, Commercio, Intermediazione finanziaria, Pubblico). • Quattro dummy per le diverse posizioni professionali (Dirigente, Amministrativo, Impiegato, e Operaio). • Una dummy che indica la condizione professionale (Occupato=1 se l’individuo ha un’occupazione). I risultati di questo Logit sono riportati dettagliatamente nella tabella 6. Innanzi tutto è importante osservare che la probabilità di partecipare ad un corso di formazione, con le caratteristiche sopraelencate, prevista dal modello è pari al 4.48%. Tale percentuale non si discosta da quella che effettivamente si ricava dai dati e questo rappresenta un segnale positivo riguardo alla bontà del modello. Dai dati risulta che la Gender dummy non è significativa, mentre le dummy Eta3 ed Eta2 sono entrambe significative ed hanno un coefficiente positivo: appartenere alla fascia d’età compresa tra i 26 ed i 45 anni fa aumentare la probabilità di aver preso parte a questo tipo di formazione. Per ciò che riguarda i titoli di studio, il dato che colpisce di più è il segno positivo del coefficiente associato alla laurea, al diploma di laurea ed al diploma: possedere un’istruzione fa aumentare la probabilità che un individuo decida di prendere parte ad un corso di formazione regionale. Infine, la probabilità di aver partecipato a questi corsi di formazione aumenta se l’individuo opera nel settore pubblico. Il fatto che possedere un’istruzione faccia aumentare la probabilità che un individuo partecipi a questa tipologia di corsi di formazione porterebbe quasi a pensare che, in Calabria, si conferma il legame di complementarietà che unisce istruzione e training. In realtà, questa complementarietà presuppone che in Calabria ci sia stato un cambiamento tecnologico pervasivo che ha richiesto, da parte delle imprese, l’utilizzo di lavoratori qualificati che siano in grado di far funzionare sistemi produttivi ad elevato contenuto tecnologico (Skill Biased Technological Change). Tuttavia, oltre al fatto che esistono degli studi (ad es. Piva e Vivarelli, 2003)4 che mettono in luce come non ci sia certezza riguardo all’ipotesi che questo tipo di cambiamento tecnologico “skill biased” abbia investito l’economia italiana in maniera pervasiva (e a maggior ragione questi dubbi valgono per la l’industria calabrese), il dato che deve essere contemporaneamente preso in considerazione è come, l’unico settore che fa aumentare la probabilità di avere fatto formazione è il settore pubblico. 4 Piva, M. e Vivarelli, M., 2001, “The Skill Bias in Italy: a First Report”, Economics Bullettin, 15, 1-8. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 392 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Tab. 6 - Risultati del Logit Model. Variabile dipendente=T6 (Calabria, Ottobre 2001) Variabili indip. Gender Married Eta4 Eta3* Eta2* Occupato Laurea* Dip. di laurea* Diploma* Agricoltura Industria Commercio Inter. Finanziaria Pubblico* Dirigenti Amministrativi Impiegato Operaio _cost. N° osservazioni LR chi2(18) = = 6048 184.98 Prob > chi2 Pseudo R2 = = 0.00000 0.0836 Coef. Std. Err. z -.0346 -.178 .397 .838 .779 -.372 1.428 1.286 1.277 -.273 .292 -.030 -.852 1.018 -.173 -.440 -.072 .123 -4.212 .134 .159 .239 .235 .203 .291 .227 .563 .160 .484 .408 .384 1.042 .277 .594 .424 .271 .296 .204 -0.26 -1.12 1.66 3.55 3.84 -1.28 6.28 2.28 7.96 -0.56 0.71 -0.08 -0.82 3.67 -0.29 -1.04 -0.27 0.42 -20.64 P-value 0.796 0.262 0.097 0.000 0.000 0.201 0.000 0.022 0.000 0.573 0.475 0.938 0.414 0.000 0.771 0.299 0.789 0.676 0.000 Dai dati Istat utilizzati, non è possibile stabilire se l’individuo ha preso parte a questo corso di formazione prima o dopo aver trovato occupazione nel settore pubblico. Ad ogni modo, o si tratta di corsi di aggiornamento professionale seguiti da individui che operano nel settore pubblico, oppure gli individui che partecipano a questi corsi trovano successivamente impiego per lo più nel settore pubblico. Con riferimento ai laureati, è possibile vedere come ben il 40% delle persone in possesso di una laurea e che hanno partecipato ad un corso di formazione non era ancora occupato ai tempi dell’indagine. D’altra parte, invece, è interessante vedere come è distribuito il restante 60% dei laureati che hanno partecipato a questi corsi e che hanno dichiarato di avere un’occupazione. Come si può vedere dal diagramma 7 e dal diagramma 8, dei laureati che hanno fatto formazione, la maggior parte opera nel settore pubblico (71%) ed una grossa parte di questi (41%) opera addirittura come impiegato. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 393 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Diagramma 7 – Laureati occupati che hanno fatto formazione per settore di attività, Calabria (Ottobre 2001). 6% Pubblico Industria Agricolo Commercio Int. Finanziaria 9% 6% 8% 71% Diagramma 8 – Laureati occupati che hanno fatto formazione per posizione professionale, Calabria 26% 41% 11% 0% 22% Amministrativi Dirigenti Autonomi Operai Impiegati Se si tiene presente che molti laureati partecipano ai corsi di formazione, ma che di questi il 40% risulta ancora essere disoccupato dopo il trattamento, e se si considera il fatto che la parte restante opera per lo più come impiegato nel settore pubblico, emergono non poche perplessità riguardo all’ipotesi che si possa trattare di un tipo di formazione che tende a complementare una già elevata istruzione con lo scopo di mettere i lavoratori nelle condizioni di poter utilizzare sistemi produttivi ad alto contenuto tecnologico. Sembrerebbe più ragionevole pensare che i laureati decidano di seguire questi corsi di formazione per acquisire titoli o conoscenze diverse da quelle acquisite tramite l’istruzione e che abbiano come obbiettivo quello di entrare nel mondo del lavoro tramite il settore pubblico. Alcuni risultati, infatti, che sembrano sostenere questa argomentazione, scaturiscono dal modello Logit che viene illustrato di seguito. Per verificare quali siano stati gli effetti di questi corsi di formazione sulla probabilità individuale di trovare occupazione, è stato implementato il seguente modello: Logit [Empl = 1] = η(α' k ) (22) dove Empl è una dummy che assume valore 1 se l’individuo è occupato, k è il vettore delle variabili esplicative ed α rappresenta il vettore dei parametri. In k vengono incluse le seguenti variabili: • Una Gender dummy (Gender=1 per gli uomini) • Tre dummy per l’età definite come in precedenza (Eta4, Eta3 ed Eta2) Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 394 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria • • Una dummy per lo stato civile (Married=1 per gli individui sposati) Quattro variabili per i titoli di studio (Post-laurea, Laurea, Dip. Di Laurea e Diploma) • Quattro dummy per controllare rispetto ai settori di attività (Agricoltura, Industria, Interm. Finanziaria e Pubblico) • Una dummy Training6 che assume valore 1 se l’individuo ha partecipato ad un corso di formazione di almeno 6 mesi organizzato o riconosciuto dalla Regione. Questo Logit ha lo scopo di verificare quali siano le variabili rilevanti nell’ottenimento di un posto di lavoro. I risultati sono riportati nella tabella 9. Ciò che si vede dalla tabella 9 è che in Calabria essere maschio fa aumentare la probabilità di essere occupato in maniera positiva. Significative sono anche le dummy sull’età, il che vale a dire che avere più di 25 anni fa aumentare la probabilità di essere occupato. La variabile Married è significativa ed ha un coefficiente positivo. I coefficienti associati alla laurea ed al diploma sono anch’essi significativi: avere un’istruzione sembrerebbe far aumentare la probabilità di trovare un’occupazione. È importante notare la significatività dei coefficienti associati ai settori produttivi. Queste dummy settoriali sono state inserite nel modello come variabili di controllo per far si che la variabile Training6 non sia influenzata dal fatto che trovare un’occupazione in un certo tipo di settore dopo aver fatto formazione possa dipendere non dalla formazione, bensì dalle caratteristiche stesse (ad es. la dimensione) del settore di destinazione. Il dato più importante che emerge da questo modello è senz’altro il coefficiente negativo, significativo (P-value=0.058), associato alla formazione. Questo risultato sembra mettere in luce proprio che, fare un corso di formazione, non fa aumentare la probabilità di trovare un’occupazione. Al contrario, il coefficiente negativo potrebbe essere dovuto al fatto che gli individui che fanno formazione sono prevalentemente disoccupati che non ottengono vantaggi dall’aver partecipato al corso di formazione professionale in termini di probabilità occupazionale. Di fatto, la possibilità di trovare occupazione, anche per chi ha fatto training, dipende unicamente dal titolo di studio conseguito, dalle caratteristiche personali e dal settore di destinazione, ma non dall’aver seguito il corso di formazione. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 395 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Tab. 9 - Risultati del Logit Model. Variabile dipendente=Empl (Calabria, Ottobre 2001) Variabili indip. Gender* Married* Eta4* Eta3* Eta2* Post-laurea Laurea* Dip. di laurea Diploma* Training6* Agricoltura* Industria* Commercio* Pubblico* _cost. N° osservazioni LR chi2(14) = = 6013 5410.95 Prob > chi2 Pseudo R2 = = 0.00000 0.6638 Coef. Std. Err. Z 2.859 .958 .738 1.528 1.073 -1.628 1.385 .299 .374 -.507 8.061 6.709 7.788 7.817 -5.118 .131 .135 .176 .181 .160 1.702 .208 .816 .117 .267 .725 .730 .727 .438 .183 21.66 7.08 4.18 8.41 6.70 -0.96 6.63 0.37 3.19 -1.90 11.11 9.18 10.70 17.83 -27.85 P-value 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.339 0.000 0.714 0.001 0.058 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 Coerentemente con quanto fatto fino ad ora, vengono di seguito prospettati i risultati ottenuti dall’implementazione degli stessi modelli Logit utilizzando i dati della regione Lombardia. Con riferimento al modello con variabile dipendente T6 (i cui risultati sono riportati nella tabella 10), con il quale si valutano le caratteristiche di un individuo che determinano la probabilità che egli partecipi ad un corso di formazione, il dato più rilevante è sicuramente il segno negativo del coefficiente associato alla laurea: possedere una laurea riduce la probabilità che un individuo decida di partecipare ad un corso di formazione regionale. Inoltre, anche il coefficiente associato alla dummy Occupato è positivo e significativo: essere occupati aumenta la probabilità di aver fatto un corso di formazione. Sono inoltre significative e positive le dummy Impiegato e Pubblico. Sembrerebbe quindi che solo gli individui che non sono in possesso di un’elevata istruzione decidano di partecipare ai corsi di formazione con lo scopo di acquisire le conoscenze necessarie a svolgere le mansioni di impiegato o le conoscenze necessarie all’inserimento in un ramo del settore pubblico Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 396 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Tab. 10 - Risultati del Logit Model. Variabile dipendente=T6 (Lombardia, Ottobre 2001) Variabili indip. Gender Married Eta4* Eta3 Eta2 Occupato* Post-laurea Laurea* Dip. di laurea Diploma Agricoltura Industria Commercio Inter. Finanziaria Pubblico* Dirigenti Amministrativi Impiegato* Operaio _cost. N° osservazioni LR chi2(19) = = 14897 355.06 Prob > chi2 Pseudo R2 = = 0.00000 0.0439 Coef. Std. Err. z -.059 .044 -.483 -.160 .124 .669 -.525 -.529 -.285 -.114 -.466 -.123 -.064 -.211 .672 -.039 -.077 .259 -.186 -2.799 .067 .074 .106 .109 .099 .119 .747 .133 .278 .076 .320 .104 .121 .215 .102 .317 .199 .099 .105 .095 -0.89 0.60 -4.52 -1.47 1.25 5.58 -0.70 -3.95 -1.03 -1.48 -1.45 -1.26 -0.53 -0.98 6.57 -0.12 -0.39 2.60 -1.76 -29.24 P-value 0.374 0.551 0.000 0.142 0.212 0.000 0.482 0.000 0.304 0.138 0.146 0.207 0.594 0.328 0.000 0.901 0.698 0.009 0.078 0.000 Se si guarda invece al modello che ha come variabile dipendente Empl (i cui risultati sono riportati nella tabella 11) è sorprendente notare come, effettivamente, in Lombardia, partecipare ad un corso di formazione aumenti la probabilità di trovare occupazione. Questo risultato è in sintonia con i risultati ottenuti da altri studi specifici (Berliri e Pappalardo, 2001)5 che avevano come scopo proprio quello di valutare l’impatto della formazione sulla probabilità occupazionale individuale in questa regione. 5 Berliri, C. e Pappalardo, C., 2001, “La misurazione dell’impatto occupazionale dei programmi formativi”, atti del convegno ISFOL, Roma, 2001. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 397 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria Tab. 11 - Risultati del Logit Model. Variabile dipendente=Empl (Lombardia, Ottobre 2001) Variabili indip. Gender* Married* Eta4* Eta3* Eta2* Post-laurea Laurea* Dip. di laurea Diploma* Training6* Agricoltura* Industria* Commercio* Inter. Finanziaria* Pubblico* _cost. N° osservazioni LR chi2(15) = = 14897 11995.79 Prob > chi2 Pseudo R2 = = 0.00000 0.6040 Coef. Std. Err. Z 1.655 .260 -.122 1.744 1.633 .235 1.572 .317 .709 .580 4.289 6.475 6.330 6.729 5.733 -2.839 .061 .074 .097 .107 .096 .785 .117 .321 .066 .113 .374 .263 .338 1.005 .212 .086 27.4 3.49 -1.26 16.25 16.91 0.30 13.39 0.99 10.67 5.11 11.45 24.57 18.68 6.69 26.95 -32.89 P-value 0.000 0.000 0.209 0.000 0.000 0.764 0.000 0.323 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 Conclusioni Questo studio mette in luce che in Calabria i corsi di formazione sono frequentati prevalentemente da individui con un elevato titolo di studio che però non sembrano trovare occupazione grazie agli effetti del programma. L’evidenza empirica mostra come il 40% dei laureati formati tenda a rimanere disoccupato mentre la parte restante operi per lo più come impiegato nel settore pubblico. Questo risultato, fa sorgere non poche perplessità riguardo al fatto che si possa trattare di un tipo di formazione che tende a complementare una già elevata istruzione, con lo scopo di mettere i lavoratori nelle condizioni di poter utilizzare sistemi produttivi ad alto contenuto tecnologico. Sembrerebbe più ragionevole pensare che i laureati calabresi decidano di seguire questi corsi per acquisire titoli o conoscenze diverse da quelle apprese mediante l’istruzione e che abbiano come obiettivo quello di entrare nel mondo del lavoro tramite il settore pubblico. Dalle stime Logit preliminari sembra emergere che fare un corso di formazione, non fa aumentare la probabilità di trovare un’occupazione. Al contrario, gli individui che fanno formazione sono prevalentemente disoccupati che non ottengono vantaggi dall’aver partecipato ai corsi in termini di probabilità occupazionale. La possibilità di trovare occupazione, anche per chi ha fatto training, sembrerebbe dipendere unicamente dal titolo di studio conseguito, dalle caratteristiche personali e dal settore di destinazione, ma non dall’aver partecipato al programma. I corsi di formazione non sono frequentati dagli individui con scarsa istruzione che rappresentano, invece, la maggioranza della forza lavoro. Il confronto con la regione Lombardia ha evidenziato importanti differenze di questo modello rispetto a quello seguito da una regione con un più elevato grado di sviluppo. In Lombardia, a differenza di quanto avviene in Calabria, non solo è più alta la partecipazione degli individui Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 398 Primo rapporto di ricerca sul sistema di monitoraggio del mercato del lavoro e di valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria occupati anche con bassa istruzione, ma partecipare ad un corso di formazione sembra far aumentare la probabilità di trovare un’occupazione. Alla luce dei risultati presentati in questo lavoro appare chiaramente urgente la necessità di effettuare un’analisi approfondita e immune da distorsioni da selezione, degli effetti della formazione professionale sul mercato del lavoro calabrese. Così come indicato nel capitolo 15, quest’analisi non può prescindere dal prendere in esame le seguenti questioni: • effetti del programma sull’evoluzione del sistema di formazione professionale regionale; • contributo del programma al conseguimento degli obiettivi equitativi rispetto ai target di utenza; • impatto delle politiche sull’occupabilità dei soggetti trattati; • effetti del programma sulla capacità reddituale dei soggetti trattati; • effetti del programma sull’economia regionale nel suo complesso ed eventuali effetti indiretti. La possibilità di analizzare e fornire delle risposte alle precedenti domande risiede ovviamente nella possibilità di avere accesso a dati specifici e di mettere in atto metodologie adeguate. Mentre le valutazioni metodologiche qui illustrate hanno messo in luce la possibilità di ovviare ai problemi di selezione mediante l’utilizzo di dati panel o attraverso sofisticate tecniche di matching, la discussione presentata nel paragrafo 10 del capitolo 15 ha evidenziato la necessità di raccogliere informazioni specifiche mediante indagini effettuate allo scopo precipuo di valutare gli effetti del programma, così come è avvenuto per le regioni del centronord. I dati esistenti non sono idonei a svolgere questa funzione, sia perché non permettono di identificare con esattezza la tipologia del corso seguito e la sua cadenza temporale, sia perché non contengono informazioni sulle effettive caratteristiche socio-economiche dei soggetti esaminati. Di particolare rilievo è l’assenza, nelle indagini esistenti, di un’indicazione inerente il reddito percepito in presenza e in assenza del trattamento. La valutazione empirica del programma rappresenta uno strumento necessario al policy maker al fine di verificare il ruolo delle politiche formative nell’ambito delle politiche del lavoro che, nell’ambito del quadro di programmazione del Fondi strutturali, si propongono di perseguire occupabilità ed equità sociale. Il prerequisito per la valutazione degli effetti del programma risiede nell’adozione di una metodologia idonea che è strettamente determinata dalla tipologia dei dati e delle informazioni a disposizione del valutatore. Per la rilevanza delle questioni affrontate in questo lavoro è auspicabile che nell’immediato futuro queste informazioni siano rese disponibili. Dipartimento di Economia e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CS ) 399