le psicoterapie - Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute

LE PSICOTERAPIE:
CLASSIFICAZIONE E ASPETTI
SPECIFICI
Prof. Mario Fulcheri
Università degli Studi G. d’Annunzio
PSICOTERAPIA




La psicoterapia è l’uso dei rapporti personali per aiutare
le persone in difficoltà. Questo può verificarsi a molti
livelli (Brown, Pedder, 1984).
Si sta affermando sempre più come strumento implicito
nel trattamento psichiatrico integrato oppure come
intervento specialistico della psicologia clinica.
La psicoterapia può favorire il trattamento
psicofarmacologico migliorando la compliance e
aiutando il paziente a tollerare e a gestire meglio gli
eventuali effetti collaterali della psicofarmacologia.
Può contenere le angosce legate a situazioni specifiche di
vita.
Munno, 2008


La psicoterapia è un intervento nel quale un
professionista competente e un soggetto che gli si
rivolge si incontrano con un chiaro e concordato
scopo e, per quanto i modelli di psicoterapia siano
vari, tutti hanno l’obiettivo terapeutico comune di
alleviare il disagio psicologico ed emotivo del
paziente mediante l’induzione di cambiamenti nelle
modalità di pensiero, nei sentimenti e nei
comportamenti (Strupp, 1986).
Nonostante il principale obiettivo comune, i diversi
tipi di psicoterapia non sembrano essere efficaci allo
stesso modo nel trattare i vari disturbi mentali.
Munno, 2008


I livelli più formalizzati di psicoterapia sono oggi
esercitati da diverse figure professionali, anche
se
la
personalità,
l’atteggiamento
e
l’orientamento fondamentale del terapeuta
rivestono altrettanta importanza del suo ruolo
professionale (Brown, Pedder, 1984).
Cawley (1977) ha fornito la seguente
classificazione:


La psicoterapia di 1° tipo, comporta una conoscenza
sia della persona che dei problemi che presenta, e
richiede la capacità di comunicare in un clima di
empatia con persone di diversa estrazione.
La psicoterapia del 2° tipo, viene esercitata per lo più
dallo psichiatra. Richiede la capacità di capire e
comunicare on pazienti affetti da tutti i generi e i gradi
di disturbi psichici. Anche se si manifestano i fenomeni
di transfert, si evita di analizzarli a fondo. Si preferisce
impiegarli solo per permettere o incoraggiare un
transfert moderatamente positivo e per rinforzare
l’alleanza terapeutica.


La psicoterapia del 3° tipo, viene qui indicata come psicoterapia
dinamica. L’atteggiamento del terapeuta verso il paziente è
caratterizzato da rispetto, comprensione e accettazione. Annette molta
importanza all’aiuto dato dal paziente nell’affrontare la verità e
nell’assumersi la responsabilità di se stesso e delle proprie relazioni. I
fenomeni di transfer vengono incoraggiati e utilizzati, in quanto
mettono in luce la persistente influenza delle relazioni del passato, da
cui il paziente può cominciare a liberarsi non appena arriva a
riconoscerle.
La psicoterapia del 4° tipo, viene qui indicata come psicoterapia
comportamentale, che utilizzano delle tecniche di modificazione del
comportamento basate sulla teoria dell’apprendimento. Questa
psicoterapia si occupa soprattutto del comportamento manifesto del
paziente. Si evita di prendere in considerazione elementi meno consci
della motivazione. I disturbi sono considerati modelli di
comportamento dannosi ai fini dell’adattamento (o “cattive
abitudini”), appresi in seguito a precedenti esperienze non corrette.
(Brown, Pedder, 1984).
Classificazioni e aspetti specifici delle psicoterapie
Principali approcci psicoterapeutici:
 Psicoanalisi;
 Psicoterapia psicodinamica;
 Psicoterapia di gruppo;
 Psicoterapia sistemico-relazionale (terapia familiare);
 Psicoterapia cognitiva-comportamentale;
 Psicoterapia interpersonale;
 Psicoterapia di liaison;
 Psicoterapia d’urgenza.
Munno, 2008
Psicoanalisi
SCOPO: progressiva integrazione del materiale rimosso nella struttura
globale della personalità al fine di giungere a una sua ristrutturazione,
ottenendo come risultato indiretto il miglioramento della
sintomatologia
FONDAMENTI TEORICI:
- transfert: l’insieme dei sentimenti e comportamenti del paziente nei
confronti dell’analista che deriva dai desideri infantili del soggetto
verso i propri genitori; questi sentimenti inconsci emergono
permettendo così al paziente di ottenere la gratificazione attraverso
l’analista.
- controtransfert: risposta emotiva a livello inconscio dell’analista a
stimoli provenienti dal paziente. È importante che il clinico
riconosca tali sentimenti per evitare che possano essere d‘ostacolo
alla relazione terapeutica (Kernberg, 1976).
-
interpretazione: rielaborazione esplicitata dell’analista del legame
esistente tra un sintomo, un comportamento o un’emozione e i vissuti
inconsci.
- resistenza: si tratta della repressione di idee e impulsi inaccettabili
alla coscienza che possono manifestarsi attraverso lunghi periodi di
silenzio, ritardi agli appuntamenti, mancati pagamenti.
FREQUENZA E DURATA: la durata è compresa di solito da un
minimo di tre fino a cinque o più anni, per quattro, cinque incontri a
settimana.
SETTING: di solito il paziente è steso su un lettino o su un divano e
l’analista si pone dietro di lui. Le verbalizzazioni del terapeuta sono
limitate. Tali aspetti favoriscono la regressione che, a sua volta, facilita
il riemergere dei vissuti inconsci.
Munno, 2008
TECNICHE DI TRATTAMENTO
- Libere associazioni: espressione del paziente di tutto quello che gli
viene in mento senza censure;
- Attenzione fluttuante: capacità dell’analista di prestare un’accurata
attenzione sia ai contenuti del paziente sia ai propri vissuti soggettivi.
- Regola dell’astinenza: posticipazione della gratificazione di ogni
desiderio istintuale (non permettendo al paziente di gratificare, nella
relazione analitica, il desiderio di affetto e amore originato
nell’infanzia), così da generare una tensione che permetta
l’esplicitazione di associazioni rilevanti utilizzate dall’analista con lo
scopo di aumentare la consapevolezza del paziente.
RUOLO DEL TERAPEUTA: ruolo di specchio riflettente; assoluta
neutralità; frustrazione del paziente
FATTORE TEUAPEUTICO: dominanza dell’introspezione in un
ambiente relativamente deprivato.
Munno, 2008
INDICAZIONI:
Profonda motivazione;
Sensibilità psicologica;
Precedenti relazioni oggettuali buone;
Capacità di mantenere la nevrosi di transfert;
Buona sopportazione della frustrazione;
Nevrosi;
Lieve psicopatologia caratteriale
CONTROINDICAZIONI:
Psicosi;
Dipendenze da sostanze;
Impossibilità di modificare le reali condizioni di vita del paziente (l’analisi potrebbe
peggiorare la situazione);
Disturbo antisociale di personalità;
Limiti di tempo;
Una storia di grave sadismo e violenza;
Intelligenza di livello inferiore o troppo superiore ala media;
Incapacità di instaurare legami emotivi con gli altri.
Munno, 2008
Psicoterapia psicodinamica
Si è sviluppata dalla psicoanalisi classica ed è stata definita in diversi e
numerosi modi: psicoterapia psicoanalitica, espressivo-supportiva,
orientata all’insight, esplorativa, svelante e intensiva.
Tiene conto dei sintomi e della loro riduzione, si occupa della
soluzione di conflitti circoscritti, cerca di ottenere degli equilibri
psico-emozionali il più possibile stabili attraverso la sostituzione
di meccanismi di difesa non adattivi con altri più egosintonici e
consoni a una vita relazionale soddisfacente (Svartberg, 2004).
SCOPI:
- Migliorare l’insight;
- Alleviare la sintomatologia;
- Sostenere un funzionamento psichico equilibrato;
- Migliorare la conoscenza i sé, sostenendo una crescita personale.
Munno, 2008
Psicoterapia psicodinamica
FONDAMENTI TEORICI:
- I fattori emozionali condizionano il comportamento umano, per
tale ragione la comprensione di se stessi e la capacità di insight
sono indispensabili per modificare e controllare il
comportamento ;
- La maggior parte dei vissuti emozionali è radicata nell’inconscio,
quindi non accessibile alla conoscenza e all’introspezione;
- È possibile ottenere consapevolezza, stabilità e controllo
emozionale maggiori grazie ai processi che permettono di
rendere coscienti i significati profondi alla base dei conflitti e
delle tensioni inconsce (Svartberg et al., 2004).
Munno, 2008
Continuum espressivo-supportivo
1. Terapie espressive: si basano sull’introspezione grazie alla quale il paziente può
comprendere la propria personalità
FREQUENZA E DURATA: da una a tre volte alla settimana, a breve o a lungo
termine
SETTING: paziente e terapeuta uno di fronte all’altro, in alcuni casi uso del lettino.
SCOPI: riorganizzazione parziale della personalità e delle difese attraverso la
risoluzione dei conflitti preconsci e consci; sollievo del sintomo.
TECNICHE E TRATTAMENTO
Dinamiche e difese analizzate parzialmente;
Confronto, chiarificazione parziale e interpretazione(hic et nunc); associazioni
libere limitate;
Attenzione sugli eventi interpersonali attuali;
Analisi del transfert negativo;
Transfert positivo lasciato inesplorato se non costituisce un ostacolo alla terapia;
Incoraggiamento i una regressione limitata.
Munno, 2008
RUOLO DEL TERAPEUTA: atteggiamento attivo e partecipe; neutralità
modificata; gratificazione implicita del paziente
FATTORE TERAPEUTICO: possibilità di introspezione all’interno di un ambiente
empatico e di identificazione con un “oggetto buono”
INDICAZIONI:
Un Io sufficientemente forte;
Nevrosi;
Lieve o modesta psicopatologia caratteriale, in particolare personalità narcisistica
o borderline;
Motivazione e sensibilità psicologica di grado profondo o moderato;
Capacità di formare un’alleanza terapeutica; esame di realtà conservato;
Relazioni oggettuali significative;
Buon controllo degli impulsi;
Capacità di introspezione;
Parziale sopportazione della frustrazione.
CONTROINDICAZIONI:
Psicosi;
Incapacità di instaurare relazioni significative.
Munno, 2008
Psicoterapie di supporto
FREQUENZA E DURATA: una volta a settimana o meno, a breve
termine o intermittente a lungo termine.
SETTING: paziente e terapeuta uno di fronte all’altro, è controindicato
l’uso del lettino.
SCOPI:
Reintegrazione dell’Io e delle capacità di coping;
Ripristino di un equilibrio preesistente;
Rafforzamento delle difese;
Miglioramento dell’adattamento sociale;
Accettazione della malattia;
Miglioramento della sintomatologia.
Munno, 2008
2.
TECNICHE E TRATTAMENTO
- Instaurazione di un’alleanza terapeutica e di una relazione
oggettuale reale;
- Attenzione agli eventi di vita consci;
- Confronto, chiarificazione e interpretazione dell’hic et nunc per
rinforzare le difese;
- Suggestione, rinforzo, incoraggiamento, consigli e rassicurazioni;
- Abreazione utile;
- Le libere associazioni sono controindicate;
- La regressione è scoraggiata;
- L’analisi del transfert è utilizzata di rado.
RUOLO DEL TERAPEUTA: ridotta neutralità; partecipazione attiva;
gratificazione esplicita.
FATTORE TERAPEUTICO: Io ausiliario; ambiente di sostegno;
introspezione (limitata).
Munno, 2008
INDICAZIONI:
Gravi disturbi del carattere;
Psicosi latenti o manifeste;
Crisi acute;
Grave crisi esistenziale;
Difetti dell’Io di natura persistente;
Scarsa capacità di tollerare le frustrazioni;
Malattia fisica;
Motivazione e capacità di instaurare un’alleanza terapeutica;
Mancanza di sensibilità psicologica;
Compromissione del giudizio di realtà;
Relazioni oggettuali gravemente compromesse;
Intelligenza limitata;
Scarso controllo degli impulsi;
Scarsa capacità di osservazione;
Disfunzioni cognitive su base organica.
CONTROINDICAZIONI:
Possibilità di incoraggiare regressione e dipendenza eccessiva.
Psicoterapia sistemico-relazionale
La terapia della famiglia nasce nell’ambito del disturbo schizofrenico e si
rifà alla teoria della comunicazione e alla teoria dei sistemi di Von
Bertalanffy (1968), applicati al sistema familiare. Si fonda sull’ipotesi
che la malattia psichiatrica sia causata da turbe relazionali all’interno
della famiglia intesa come sistema, cioè una particolare omeostasi
relazionale che viene mantenuta nonostante possa essere disattivata.
SCOPI: tale approccio postula l’esistenza del “paziente designato”, cioè di
un membro della famiglia che è stato etichettato come “malato” e che
costituisce il “sintomo” della famiglia patogena. La psicoterapia
sistemico-relazionale aiuta a rivelare gli schemi ripetitivi e prevedibili di
comunicazione della famiglia che sostengono e riflettono il
comportameno del “paziente designato”.
Munno, 2008
VANTAGGI
- Tende ad essere relativamente più breve di un trattamento individuale,
soprattutto di tipo analitico;
- Permette all’individuo di concentrarsi di più sui comportamenti reali che
influenzano la sua vita con le persone che gli sono più vicine;
- I fattori legati al transfert possono essere attenuati in un assetto in cui sono i
membri reali della famiglia a costituire l’oggetto di interesse;
- Tale trattamento, a differenza delle psicoterapie individuali, tende a
promuovere atteggiamenti più responsabili anche nei confronti delle altre
persone.
INDICAZIONI:
- Nella schizofrenia;
- Nei casi in cui l’unità familiare è in pericolo e i membri sono preoccupati più
della sua sicurezza che non del proprio personale sviluppo e benessere.
CONTROINDICAZIONI: la possibilità che facili soluzioi conformiste e
semplicistiche penetrino nella pratica del trattametno familiare a causa della
sua struttura intrinsecamente conservativa.
Munno, 2008
Psicoterapia cognitivo-comportamentale
Tale approccio si pone l’obiettivo di modificare schemi comportamentali e/o
cognitivi disfunzionali del soggetto, utilizzando tecniche terapeutiche
combinate che derivano sia dall’approccio cognitivo sia sa quello
comportamentale (Jaconson, 1987). L’integrazioni tra tecniche cognitive e
comportamentali dipende dal fatto che comportamenti, pensieri ed
emozioni sono legati in un sistema di complesse relazioni reciproche; il
cambiamento stabile di un elemento del sistema porta all’inevitabile
modificazione di un altro.
È opportuno che il paziente che si sottopone a tale psicoterapia possieda:
- La motivazione ad un intervento breve e diretto sui propri disturbi, e non
esplorativo sulla personalità;
- Un senso di sé coeso;
- Disturbi psicopatologici circoscritti ed egodistonici, che si esprimono nel
comportamento (evitamento delle situazioni fobiche, rituali ossessivi,
riduzione dell’attività).
Munno, 2008
Terapia cognitiva
È di tipo strategico: si riferisce ad un obiettivo preciso e definito dal
paziente, comporta la continua ricerca di una relazione paritetica e si
svolge di solito attraverso diverse tappe:
- Auto-osservazione;
- ricostruzione della propria storia personale allo scopo di mettere in
evidenza gli schemi cognitivi maladattivi appresi sin dai primi anni di
vita;
- Utilizzo di tecniche terapeutiche con lo scopo di modificare i pensieri
e i comportamenti maladattivi;
- Esplorazione e successiva utilizzazione delle resistenze del paziente
alle suddette tecniche.
Munno, 2008
OBIETTIVO: cambiamento diretto delle strutture conoscitive
abnormi attraverso la critica sia dei contenuti conoscitivi sia dei
processi di pensiero.
TECNICHE E TRATTAMENTO:
- Riflessione critica e argomentazione logica;
- Coping imagery (uso del’immaginazione per affrontare eveni
dolorosi, ma necessari);
- Problem-solving;
- Self- instructional training (addestramento all’attenzione);
- Stress inoculation training (controllo degli impulsi attraverso il
dialogo interno e l’immaginazione anticipatoria).
Munno, 2008
Terapia comportamentale
L’intervento clinico è centrato sul comportamento osservabile del
paziente all’interno del proprio contesto ambientale
OBIETTIVO: modificazione del comportamento disadattivo. Per
raggiungere tale scopo è utile:
- Fornire incoraggiamento al paziente al fine di aiutarlo ad
affrontare ciò che nella realtà evita perché fonte di paura e ansia;
- Guidarlo nel confronto con le situazioni temute rispettando
tempi e modi;
- Indicare strategie comunicative semplici e utili per superare i
sentimenti di inferiorità e di isolamento sociale;
- Nel caso di disturbi sessuali, fornire suggerimenti al fine di
migliorare la conoscenza del proprio corpo ostacolata dal
disturbo stesso.
Munno, 2008
TECNICHE:
- Condizionamento e decondizionamento;
- Desensibilizzazione sistematica (fobie);
- Social skills training;
- Blocco progressivo dei rituali ossessivi;
- Tecniche di terapia del comportamento sessuale (focalizzazione
sensoriale, acquisizione della capacità di controllare
l’eiaculazione, addestramento al rilassamento e alla contrazione
volontaria della muscolatura vaginale).
Munno, 2008
CONTROINDICAZIONI DELLA TERAPIA COGNITIVOCOMPORTAMENTALE:
- Presenza di seri o gravi disturbi di personalità (in particolare borderline);
Nei disturbi del comportamento sessuale: presenza di difficoltà comunicative e/o di
relazione con il partner.
INDICAZIONI:
fobie;
Disturbo ossessivo compulsivo (più efficace nei rituali di lavaggio e meno se
prevalgono le ruminazioni ideative e i dubbi ossessivi);
Disturbo da attacco di panico;
Distimia;
Disfunzioni sessuali (eiaculazione precoce, impotenza, disfunzione orgasmica
femminile e vaginismo);
Enuresi notturna;
Sindrome di Gilles de la Tourette;
Balbuzie;
Anoressia nervosa e bulimia nervosa;
Schizofrenia (trattamento familiare e di comunità).
Munno, 2008
Psicoterapia di gruppo
Le psicoterapie di gruppo operano in un setting che prevede la
presenza di un gruppo di pazienti che si incontrano in luoghi e
tempi concordati guidati da un terapeuta professionista allo
scopo di aiutarsi a vicenda a conseguire un cambiamento di
personalità.
SCOPI: attenuazione dei sintomi, modificazioni delle relazioni
interpersonali, cambiamento delle dinamiche intrafamiliari
alterate.
Si basa sull’ipotesi che il “campo” gruppale possa essere considerato
il luogo entro cui si sviluppano forze (come tensioni e conflitti)
che spingono verso il cambiamento sia l’assetto del gruppo che le
forze che vi si oppongono.
Munno, 2008
Il terapeuta possiede una serie di dispositivi:
- interventi;
- Suggerimenti;
- Interpretazioni;
- Utilizzo del contenimento;
- Direttività;
- Rinuncia consapevole e interventi direttivi.
FATTORI TERAPEUTICI:
- Speranza: il recupero, attraverso le esperienze nel gruppo, dela
fiducia negli altri;
- L’universalità: il riconoscimento della propria appartenenza al
genere umano attraverso la comprensione del fatto di non essere
soli nella propria sofferenza;
- La conoscenza: l’apprendimento di nuovi aspetti della malattia, di
sé e degli altri;
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L’altruismo: l’attitudine a capire di essere in grado di offrire agli altri e
diventare più disponibili a ricevere da loro;
La ricapitolazione: correzione dell’originaria esperienza infantile familiare,
rivisitata nelle relazioni stereotipe vissute con gli altri membri del gruppo;
La socializzazione: riduzione della tendenza all’isolamento, attraverso lo
sviluppo di abilità sociali;
L’imitazione: l’opportunità di apprendere nuovi patern di comportamento più
adattivi;
La catarsi: l’espressione di emozioni e affetti utile per comprendere come
talune espressioni non sono poi così devastanti;
Il fattore esistenziale: il contatto con alcune dimensioni di base dell’assistenza
come la vita, la morte, la libertà, la paura, la responsabilità, l’odio e l’amore,
che vengono apertamente discusse in gruppo;
La coesione:i il senso di appartenenza e gruppalità;
L’apprendimento interpersonale: si verifica grazie all’immediatezza del
rapporto con l’altro all’interno degli scambi che avvengono nel microcosmo
gruppale.
Munno, 2008
LIVELLI TERAPEUTICI DELLA TERAPIA DI
GRUPPO:
1. Gruppi di attività: il gruppo utilizza come strumento
terapeutico un’attività o un comportamento definito
(terapia occupazionale, gruppi sportivi, musicali, di
ballo, ecc.);
2. Gruppi terapeutici propriamente detti: l’attività di
gruppo è poco strutturata, non è importante ciò che il
gruppo fa ma come lo fa (musica, danza, tecniche
corporee differenti, pittura, teatro);
3. Psicoterapia di gruppo: il compito esclusivo è la
psicoterapia.
Munno, 2008
I gruppi di psicoterapia possono essere distinti in:


Omogenei ed eterogenei: in genere si tende a formare gruppi
eterogenei allo scopo di integrare i membri del gruppo a seconda delle
differenti categorie diagnostiche, modalità comportamentali, razza,
aspetti socio-culturali, età e sesso. I bambini e gli adolescenti
ottengono maggiori benefici se introdotti in gruppi omogenei per età.
Negli altri casi sembra però che terapie di gruppo con membri dotati di
caratteristiche simili abbiano tra loro interazioni superficiali,
presentando quindi minori vantaggi dei gruppi eterogenei: dovrebbero
quindi essere costituti gruppi eterogenei per quanto concerne i conflitti
dei membri, ma omogenei per quanto riguarda i livelli di forza dell’io.
Aperti o chiusi: di solito il numero dei pazienti e la composizione del
gruppo sono definiti. Si può parlare del gruppo chiuso se, nel caso in
cui alcuni pazienti abbandonino il gruppo, non ne vengono ammessi
altri. Il gruppo invece è aperto quando c’è un certo grado di fluidità.
Munno, 2008
INDICAZIONI:
- Adolescenti;
- Gravi disturbi di personalità;
- Famiglie;
- Coppie;
- In ogni caso in cui la malattia condizioni o rinforzi nei pazienti
una situazione di isolamento;
- Nel caso di pazienti particolarmente ansiosi nei confronti delle
figure autorevoli potrebbe essere di giovamento parlare e
relazionarsi con soggetti allo stesso livello.
Munno, 2008
CONTROINDICAZIONI:
- Grave presenza di rischio di suicidio;
- Comportamento sadomasochista in famiglia o nella coppia;
- Presenza di disturbo di personalità antisociale;
- Pazienti deliranti;
- Pazienti che potrebbero costituire una minaccia fisica per i membri del
gruppo a causa di esplosioni incontrollabili di aggressività;
- Incompatibilità con le norme del gruppo;
- Incapacità di sopportare l’ambiente di gruppo;
- Incompatibilità grave con uno o più membri del gruppo;
- Tendenza ad assumere un ruolo deviante;
- Disorganizzazione psicotica;
- Dipendenza da sostanze;
- Gravi somatizzazioni;
- Disfunzioni cognitive su base organica.
Munno, 2008
Psicoterapia interpersonale
Nasce come terapia breve (dura una settimana) per la cura della depressione, in
base alle teorie della Scuola interpersonale di Sullivan (1953).
Si basa sull’ipotesi che l’esordio della sintomatologia depressiva sia legato a
problematiche interpersonali attuali piuttosto che a caratteristiche stabili della
personalità (Weissman, 2007; Klerman et al. 1984; Stuart, Robertson, 2003).
RUOLO DEL TERAPEUTA: attivo e di supporto.
TECNICA:
I fase: i sintomi vengono collegati dal terapeuta alle quattro aree interpersonali, che
comprendono il lutto, i conflitti di ruolo, le transizioni di ruolo e le carenze
interpersonali;
II fase: indagine specifica di una delle quattro aree interpersonali;
III fase: il terapeuta aiuta il paziente a rilevare i benefici della psicoterapia e ad
acquisire strategie per identificare e in seguito affrontare eventuali sintomi che
potrebbero insorgere in futuro.
INDICAZIONI: fase acuta della depressione; di recente stata utilizzata per una
vasta gamma di psicopatologie.
Munno, 2008
Psicoterapia di liaison
All’interno della consulenza psicologico-clinica e psichiatrica è
prevedibile un intervento psicoterapico a volte unico a volte
contestuale a prese in carico brevi.
SCOPO: introdurre a diversi livelli e a seconda del trattamento e del
contesto, un cambiamento nel soggetto, nella sua rete relazionale
o nel contesto socioambientale.
OBIETTIVI:
- Rafforzare le difese e le capacità di adattamento dell’hic et nunc;
- Rieducare attraverso interventi diretti, indicazioni, persuasione e
riapprendimento;
- Ricostruire provocando cambiamenti nell’adattamento, nel
comportamento e nella personalità per modificare i modelli
portai avanti lungo tutta la vita.
Munno, 2008
TECNICHE:
- Di sostegno: rassicurazione, suggestione e chiarificazione;
sostegno delle difese egosintoniche;
- Esplorativa: interpretazione del comportamento, dei conflitti e
del transfert per incoraggiare l’insight;
- Direttiva: indicazioni e persuasioni dirette a ristrutturare il modo
di pensare, sentire e comportarsi.
INDICAZIONI:
- Patologie oncologiche;
- Disturbi del comportamento alimentare;
- Trapianti d’organo;
- Malattie dermatologiche;
- Psicosomatica;
- Ipertensione;
- Diabete.
Munno, 2008
Terapie d’urgenza
OBIETTIVI:
- Il superamento della situazione di crisi;
- La rimozione o il miglioramento di specifici sintomi, senza
agire in modo diretto sulla struttura della personalità;
- L’accrescimento dell’autonomia al fine di intraprendere un
successivo, eventuale trattamento psicoterapico a lungo
termine;
- Favorire
un buon legame terapeutico attraverso
l’investimento sull’“oggetto-terapeuta”.
DURATA E FREQUENZA: flessibile; periodo massimo di
trattamento: otto settimane.
Munno, 2008
TECNICHE:
- Trattamento immediato;
- Terapia
individuale; interventi sia espressivi (facilitano
l’abreazione e la catarsi) sia di sostegno, di tipo pedagogico e
cognitivo;
- interpretazione utilizzata di rado, soltanto con lo scopo di
limitare l’utilizzazione di meccanismi di difesa primitivi
(negazione, proiezione e scissione);
- Il transfert viene accettato e guidato, ma non interpretato se non
nei casi necessari e con estrema prudenza.
INDICAZIONI: qualsiasi individuo che stia attraversando un
momento di crisi;
CONTROINDICAZIONI:
- Psicosi;
- Tendenza all’acting out.
Munno, 2008