strumenti Verbi difficili Aprire, passato remoto: aprii o apersi? In passato non c'era differenza: le due forme venivano usate con la stessa frequenza. Oggi è molto più comune la forma io aprii, lui aprì, loro aprirono, che per questo vi consigliamo. Ma se per caso ricorreste all'altra (io apersi, lui aperse, loro apersero) non fareste un errore. E ciò che abbiamo detto per aprire vale anche per il suo composto riaprire. Benedire, imperfetto: benedicevo o benedivo? Benedicevo! Tutti i composti del verbo dire (benedire, maledire, contraddire, disdire, predire, ridire) seguono infatti la coniugazione del verbo base dire: quindi benedicevo, maledicevo, benedicesti, maledicesti e così via. Fa eccezione la seconda persona dell'imperativo, che nel verbo dire è di', mentre nei composti è -dici: «Signore,benedici questa casa... » Evitate, dunque, soprattutto negli usi scritti, forme come benedivo e maledivo, benedii e maledii, benedisti e maledisti, ecc., ricostruite popolarmente sul modello della coniugazione regolare dei verbi in ire. Convenire, passato remoto: convenne o convenì? E qual è il passato remoto di altri verbi composti con il verbo venire, come ad esempio intervenire: intervenne o intervenì? Molto meglio convenne e intervenne. I composti del verbo venire (addivenire, avvenire, circonvenire, contravvenire, convenire, divenire, intervenire, pervenire, prevenire, provenire, rinvenire, rivenire, sconvenìre, sopravvenire, sovvenire, svenire) si coniugano tutti come il verbo base. Poiché il passato remoto di venire è venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero, il passato remoto di un suo composto (come, per esempio, convenire) sarà: convenni, convenisti, convenne, convenimmo, conveniste, convennero. Coprire, passato remoto: coprii o copersi? Anche in questo caso, come per il passato remoto di aprire, anticamente venivano usate tutt'e due le forme; oggi è molto più comune il tipo io coprii, lui coprì, loro coprirono, ma le forme io copersi, lui coperse, toro copersero, non sono da considerare errori. E ciò che abbiamo detto per coprire vale anche per i suoi composti, cioè ricoprire, riscoprire e scoprire. Cuocere, passato remoto e participio passato Suona male, lo sappiamo, ma il passato remoto di cuocere è cossi, cuocesti, cosse, cuocemmo, coceste, cossero. Per il participio passato un tempo si usava anche la forma cociuto: oggi sopravvive solo cotto. [n.b. invece per cucinare la coniugazione è regolare: passato remoto io cucinai, participio passato cucinato] Dare, passato remoto: diedi o detti? Sono corrette entrambe le forme, anche se la più comune e diffusa è la prima. Detti ha preso piede nel corso del Quattrocento per l'influsso esercitato da stetti, passato remoto di stare. Iniziare Il verbo iniziare si usa molto spesso, ma talvolta può metterci in imbarazzo. Può venirci qualche perplessità, infatti, a proposito del suo uso come intransitivo. Originariamente, iniziare era solo transitivo («Avevo appena iniziato la lettura del giornale»), o intransitivo pronominale («Il corso s'inizia a ottobre»). Per influenza del verbo cominciare, è stato usato anche come intransitivo, senza la particella pronominale, e con l'ausiliare essere: «La trasmissione non è ancora iniziata». Servirsi di iniziare come intransitivo è ormai considerato legittimo: quindi non abbiate esitazioni, e ricorrete a questo verbo senza timore di sbagliare. 1 strumenti Riflettere, passato remoto: io riflettei o io riflessi? Il verbo riflettere ha una doppia anima: il suo passato remoto può essere riflettei o riflessi. Quando è riflettei significa 'considerare', quando è riflessi significa 'mandare riflessi'. Lo stesso vale per il participio passato: riflettuto (ma con questo valore si usa, più spesso, ponderato) e riflesso. Seppellire, participio passato: sepolto o seppellito? Sono corrette entrambe le forme: la più comune è sepolto, che continua l'originale latino sepultus. Seppellito è usato di meno, ma in alcune frasi i due participi si alternano. Potete dire, dunque, morto e sepolto o morto e seppellito. Sposare o sposarsi? Marco si è sposato o Marco ha sposato? Il verbo che indica l'azione di sposarsi va usato con attenzione. Sposare, infatti, è un verbo transitivo: richiede un'anima gemella che faccia da complemento oggetto. Dobbiamo dire: «Marco ha sposato Giulia», «Giulia ha sposato Marco»; non possiamo dire: «Marco ha sposato», «Giulia ha sposato». Quando il complemento oggetto manca, bisogna usare la forma sposarsi: «Marco si è sposato», «Giulia si è sposata». Stare Il verbo stare è usato spesso al posto del verbo essere, soprattutto in frasi che esprimono il comportamento o lo stato d'animo d'una persona: «Stare attento», «Stare in ansia», «Stare sulle spine», oppure in frasi che contengono un ordine o un'esortazione: «Stia zitto!», «Sta' seduto», o in frasi fatte: «Se le cose stanno così...» In questi casi l'uso di stare al posto di essere è legittimo e corretto; in altri casi i due verbi non sono intercambiabili: non si può dire o scrivere «Sto nervoso», «Sta assente», «Il lavoro sta fatto bene». L'abitudine di sostituire stare a essere è di origine meridionale; per questo carattere di accentuata regionalità va evitata negli usi ufficiali e formali. In famiglia e con gli amici, invece, potete stare..., più rilassati A proposito: approfittiamo dell'occasione per ricordarvi di nuovo che la prima persona del verbo si scrive sto senza accento e non stò. Succedere, participio passato: succeduto o successo? Può succedere a tutti d'ingarbugliarsi tra i due participi del verbo che abbiamo appena nominato. Succedere, infatti, ha due forme di participio passato: una finisce in -uto (succeduto) , l'altra in -sso (successo). La difficoltà, questa volta, nasce dal fatto che sono tutt'e due forme corrette, ma hanno usi e significati diversi: succeduto va usato solo col significato di 'subentrato', 'venuto dopo' («Il presidente Ciampi,succeduto a Scalfaro, è stato eletto nel 1999»), mentre successo va usato col significato di 'accaduto', 'avvenuto' («Dimentichiamo l'incidente successo») grazie a http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/ 2